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Autore: SabyStylinson    03/02/2014    1 recensioni
Louis, uno studente universitario frequentante corsi di psicologia, 22 anni.
Harry, pattinatore sul ghiaccio professionista, 20 anni.
Che combineranno questi due? eheh.
Scopritelo!
#Larry
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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POV Harry
Il giovane e ricco Harry Styles, campione del mondo in carica di pattinaggio sul ghiaccio, stava dormendo nel suo letto fatto di seta e lino.
Mancavano poche ore al saggio di fine anno.
La signora Malik, madre del suo migliore amico e sua cameriera, salì cautamente le scale fatte di moquette rossa, di una morbidezza incredibile. Per salire l’ultimo scalino, più alto degli altri, si aggrappò al corrimano in legno di noce. Aprì piano la porta bianca della suite di Harry e andò a scostare le tende di lino pregiato, facendo entrare, così, un po’ di luce nella stanza.
“Sveglia, dormiglione, ho già preparato la colazione… Zayn sta di sotto ad aspettarti! Ho cucinato una crêpe con la cioccolata e cocco a testa, proprio come piace a voi due!”
“Ok Trì, adesso arrivo… i miei? Dove sono?” Domandò un Harry con la voce strascicata dal sonno, le ciglia impastate e i ricci sparati ovunque. Si sfregò un occhio con il dorso della mano e sbadigliò.
“Tua madre si sta preparando nella sua stanza, vuole essere impeccabile per il saggio di suo figlio!”
“Oddio mio… e papà?”
“Tuo padre è da ieri sera che manca… aveva una cena di lavoro e ha detto che dormiva da un suo amico…”
“Certo, un amico, con la o finale…”

Trisha se ne andò di sotto, lasciando da solo Harry.
“Non ho voglia di alzarmi…” Pensò.
Ma doveva farlo, perché “quello è il tuo futuro”, gli diceva sempre sua madre.
Se non avesse continuato con il pattinaggio avrebbe deluso tutta la sua famiglia, sua madre in primis.
Si alzò dal letto con una lentezza enorme, la sera prima era stato in un club a ballare con Zayn fino a notte fonda, si era addormentato alle 4 di mattina, e ora erano solo le 8. Alle 10 avrebbe cominciato lo spettacolo.
Si sentiva stanco e spossato, aveva un mal di testa lancinante ed era bianco come un cadavere.
Si fece una doccia veloce, per togliere quella puzza asfissiante di fumo di sigaretta. Lui amava il fumo , ma non sicuramente quando si impregnava nei vestiti dopo essere stato in discoteca.
Prese la prima tuta stracciata che gli capitò sottomano, giusto per non andare in giro come mamma l’aveva fatto.
Si sedette a tavola malamente, battendo il pugno al suo migliore amico.
“Ciao coglione! Oggi vai a fare la trottolina amorosa dudu dadada?”
“Stronzo, sai quanto mi piacerebbe prendere lo skate e andare su una rampa, piuttosto che andare a quella merda di saggio?”
“Lo so, intanto mangia.”

Il loro rapporto era così, si insultavano a vicenda ma si volevano un bene dell’anima.
Erano cresciuti insieme, praticamente. Harry aveva il padre sempre assente, lo vedeva un giorno alla settimana e quando lo vedeva cominciavano ad ignorarsi, mentre Zayn il padre non lo aveva mai avuto. O meglio, ce l’aveva ma non c’era più nessuna traccia di lui. Era sparito quando era molto piccolo, aveva circa due anni e la sorella maggiore, Doniya, ne aveva 3.
Hanno avuto un’infanzia abbastanza tormentata e ancora Zayn ha un carattere abbastanza chiuso. Si domanda ancora del perché il suo vero padre li ha abbandonati così, senza un motivo logico, andandosene per sempre e non lasciando tracce. Non sapeva neanche come si chiamava, ne quanti anni aveva. Aveva solamente una vecchia foto dentro uno dei suoi cassetti, sormontata da una quantità immensa di felpe.
Sua madre non era mai andata affondo sull’argomento, non gli aveva mai rivelato informazioni e, quando faceva domande, Trisha diventava una maschera impassibile, lasciava soltanto trapelare quel poco di dolore dagli occhi, uguali a quelli della sorella.


“Ciao ragazzi! Che bella giornata oggi, eh? Il sole splende, gli uccellini cantano e mio figlio farà sicuramente bella figura!” Disse Anne, la madre di Harry, entrando nella sala da pranzo.
“Mamma, diminuisci le tue droghe.”  Disse Harry, alzando gli occhi al cielo.
“E io che volevo solo lodarti!” Ribadì ancora lei.
Anne era una bella donna, alta, magra, capelli corvini e occhi smeraldini, come quelli del figlio.
Anche lei aveva praticato pattinaggio in passato, ha dovuto smettere soltanto perché i genitori non avevano più fondi per farla continuare, così ha visto sgretolarsi davanti a lei un sogno, quello di diventare pattinatrice professionista.
Per questo adesso voleva che suo figlio fosse un campione in materia, voleva regalargli il futuro che lei non aveva mai avuto e doveva dire che pattinare gli riusciva bene.
“Vatti a preparare, su, che lo spettacolo è fra un’ora! Dobbiamo essere lì in anticipo!”
Harry la imitò alle sue spalle, mentre lei era girata a guardarsi allo specchio della sala da pranzo, come se non si fosse ammirata già prima.
Zayn ridacchiò e Anne li riprese. “Non si ride alle spalle di una donna. Se gli uomini di oggi sono tutti così, ci credo che ancora siete tutti e due senza ragazza…”
“Però facciamo colpo lo stesso, vero brò?”
Ed Harry diede un pugnetto sul braccio di Zayn, in modo amichevole.
“Certo!” Disse il suo compare. Poi aggiunse sottovoce verso il suo amico: “Ma poi, quella di ieri sera, te la sei fatta più?”
“No, ho scoperto che nascondeva una sorpresina sotto la minigonna… pensava fossi gay! IO! GAY!”

E si misero a ridere a pieni polmoni, tanto che Anne esclamò:  “Ve la finite di ridere voi due? Tu! - rivolgendosi al figlio- Vatti a vestire, e tu – rivolgendosi al suo migliore amico – vatti a fare una doccia, che puzzi.”
Obbedirono all’ordine ferreo del generale Cox (com’era sempre solito Harry chiamare la madre) e andarono ognuno nelle proprie stanze.


Arrivato al palaghiaccio, Harry salutò con un gesto della mano l’allegra famigliola e andò diretto negli spogliatoi, fece un po’ di riscaldamento, indossò gli abiti di scena e aspettò il suo turno.
La sera scorsa aveva bevuto un po’ troppo, ancora ne risentiva e aveva la nausea. “Non ce la posso fare”, si disse. Non era convinto che sarebbe riuscito a pattinare perfettamente, non era in vena di farlo.

“Harry, tocca a te!” Disse la signorina Holland, sbucando dalla porta.
“Ok, ora arrivo.”
Camminò a stento sui pattini fino ad arrivare a bordo pista, si tolse i paralame e cominciò a pattinare, fino ad arrivare al centro del palazzetto.
Le luci erano puntate tutte su di lui, la gente era ammirata dalla sua figura slanciata.
Partirono le note della musica che aveva scelto lui stesso e cominciò a volteggiare, compiendo alcune acrobazie. Un axel eseguito alla perfezione, un pivot non proprio perfetto ma bello ugualmente e una sitz eseguita abbastanza bene. Mancava la sua solita grinta, ma se l’aveva cavata.
Quando finì la sua esibizione, un mare d’applausi lo investì, come al solito. Però non era soddisfatto di se stesso, non aveva fatto abbastanza. Anche se quello sport non gli piaceva più di tanto, ci si impegnava, come tutte le cose che faceva.
Ritornò negli spogliatoi, con l’aria abbastanza arrabbiata.
Stette lì per tutto il tempo del saggio, a commiserarsi per quegli errori stupidi.


Dopo aver rimuginato più e più volte sulla sua esibizione, si alzò da quella panca e si rivestì.
Andò anche a prendersi  un caffè dal distributore automatico, giusto per riprendersi un po’.
Quando stava per mettere qualche penny nella macchinetta, ecco che un ragazzo dagli occhi blu e dai capelli castani fece un frontale con il riccio.
“Scusa tanto, io non volevo… scusami!” E diventò rosso come un peperone.
Harry odiava le persone che arrossivano, anzi, in quel momento odiava tutto e tutti.
Lo guardò con uno sguardo sdegnato, come se fosse un umile servo della gleba, e continuò quello che stava facendo.
Sentì un flebile “Bello ma stronzo.”, mormorato dal ragazzo.
Harry si arrabbiò ancora di più, tanto che calciò il cestino affianco all’aggeggio metallico.
“I figli di puttana tutti a me capitano.” Mormorò tra se e se. “Anche se aveva un viso armonioso e pulito… ma che cazzo di termini uso? Armonioso? Pulito? Ah, sto diventando anche frocio.” Scosse la testa, come per mandar via quel pensiero sciocco.

Stava sorseggiando il suo caffè, quando Zayn si avvicinò e: “Congratulazioni, bro! Sei stato grande!”
“Ma cosa, ho sbagliato nel bel mezzo della performance!”
“Non l’ha notato nessuno, tutti stavano a sbavarti dietro al tuo culo, tranquillo.”
“Grazie Zay, certe volte sei così rassicurante…”

Zayn scoppiò a ridere, mentre Anne e Trisha spuntarono dalla porta principale.
“Andiamo?” Chiese Anne, baciando prima sulla guancia il figlio, dicendo che era stato bravissimo.
“Ok…” Mormorò Harry con voce abbattuta, ma non ci fece caso nessuno a parte Zayn, che lo abbracciò come solo un migliore amico può fare.


Angolo dell'autrice:

Buona sera! Scusate se posto così tardi, ma il pc fa i capricci, si riavvia da solo. PD.
Passando al capitolo:
-Ho voluto mettere il POV di Harry per farvi capire il suo carattere, che è più o meno uguale al mio ahah
-Entra in scena zio Malik! Sarà una figura abbastanza importante per Harold :3
Passando ai ringraziamenti:
-Ringrazio le 3 persone che hanno messo questa storia alle preferite
-Le 7 che l'hanno messa nelle seguite
-Anemone_Blu (BIANCA <3) che l'ha messa nelle ricordate
-Anemone_Blu e Iflywithyou che hanno recensito lo scorso capitolo
-I 67 lettori silenziosi del primo capitolo
GRAZIE MILLE *^*

Ovviamente, ringrazio la mia beta e la creatrice del banner :3
Se volete recensite pure, non mordo! ahah
Ci vediamo lunedì con il prossimo capitolo, CIAAAAO <3
  
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