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Autore: x Audrey x    04/02/2014    1 recensioni
Caro Diario,
innanzitutto mi sto rivolgendo a te, non a Dorota, quindi Dorota, se hai trovato questo tra i miei millesimi quaderni blu, non azzardarti ad andare avanti con la tua lettura. Bene, ora possiamo proseguire. La serata scorsa è stata la più insolita di tutta la mia vita. Se non ne fossi così certa, direi che è stato tutto un sogno. Non sarebbe la prima volta che faccio sogni inquietanti. Ma questo non cambia i fatti. Perché quella, è stata la serata in cui Bart Bass è morto. Morto per causa mia, di Blair Waldorf.
E dell’ uomo con la giacca a righe.
(Gossip Girl: in mezzo nella sesta stagione -Doctor who: dopo the Journey' s end, Ten e Rose viaggiano insieme)
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tre
 
BROOKLIN O…?
 
“So che siete in piena discussione, ma è appena arrivata la polizia!” disse Chuck, che incominciava ad essere nervoso. Non gli era mai andata a genio la polizia. Tanto meno, in una situazione come quella.
“Mi pare ovvio! Dopo il casino che è successo qui dentro era palese che qualcuno si decidesse finalmente di fare qualcosa di concreto. Come chiamare la polizia” rispose tranquilla Georgina. 
“Ma non possiamo stare qui!” gridò disperata Blair “Daranno solo la colpa a Chuck! Insomma, dopo quello che è successo con Bart. Quando invece è solo colpa tua! Tua e della tua giacca a righe!” disse rivolgendosi al Dottore.
“Come darle torto” aggiunse Rose.
“Ma perché devono essere sempre tutti contro di me” sospirò lui rassegnato.
Chuck continuava a guardarsi intorno “Comunque come usciamo di qui? Stanno chiudendo tutte le entrate. E poi dove andiamo?”
“Beh, possiamo andare al loft” propose Dan. Blair lo squadrò “No, non nominare Brooklyn, non oggi, non in questa situazione!”
“Qualche soluzione migliore? Dobbiamo lasciare l’ Upper East Side, perché è qui che cercheranno Chuck come primo luogo, ma non possiamo nemmeno lasciare New York, se Bart Bass si rifarà vivo e combinerà altri danni” suppose Georgina.
“Si ma come ci arriviamo?” le sorrise Blair sarcasticamente. Era in una via di mezzo tra l’ essere disperata perché ormai erano in trappola, e sollevata, perché non sarebbero finiti a Brooklyn.
“Oh, ma per questo non ci sono problemi” disse il Dottore sorridendo, attirando di nuovo l’ attenzione su di lui e puntando il cacciavite contro… beh, contro il nulla. “Useremo il mio Tardis!” esclamò, e una cabina blu spuntò fuori all’ improvviso, tra lo stupore di tutti e l’ aria di sufficienza di Rose.
“Non era danneggiato?” disse lei.
“No, mi sono appena ricordato che avevo messo gli scudi al massimo. Allora, andiamo?” chiese, ma tutti erano impegnati a fissare quella specie di cosa che era sbucata fuori dal nulla, per rispondergli.
“E quello da dove viene?” chiese Dan.
“Oh, l’ avevo parcheggiato in modalità invisibile, sai, non volevo altri problemi” rispose.
“Il tuo cosa?” fece Blair. -Di certo sto sognando. Sicuramente! Solo, quand’ è che mi sono addormentata allora?- insomma, non era molto razionale una cabina invisibile che salta fuori così.
“Tardis! Tempo e relative dimensioni nello spazio”
Blair lo fissò qualche secondo e poi si riscosse.
“Okay, torna a parlare inglese!” gli rispose secca.
“Hei, mi scusi, è lei il signor Bass?” gridò un poliziotto. Blair cercò Chuck con lo sguardo intorno a lei.
“Chuck! Dov’ è finito ora?” gridò sconvolta.
“Sta calma, è solo andato a fare scorte nel suo posto preferito” le rispose Georgina, indicandolo al bar, con in mano un paio di bottiglie di non si sa cosa. Tipico di Chuck, trova sempre una scusa per bere. Quando è felice, quando è triste, quando c’ è un tizio che parla di tempo e spazio.
“Okay, vada per il tempo e relative dimensioni nello spazio” disse Blair, in mancanza di una soluzione migliore. Anche se tempo e relative dimen-etc non era esattamente una soluzione, riflettè, mentre andava a ripescare Chuck e lo trascinava verso la cabina “Avanti Einstein, aprì la serratura!” insistè.
“Adesso” le rispose pigramente.
“Ma come ci stiamo lì dentro tutti?” chiese Georgina. Effettivamente, ad occhio e croce ci stavano a malapena due persone.
“Chi ha detto che devi venire anche tu?” le disse Blair fredda.
“Oh, andiamo, ci state tutti! Ecco è aperto, entrate” 
Blair ci gettò letteralmente Chuck al suo interno, seguito da tutti gli altri. Osservò il posto in cui dov’ era capitata. Non ci poteva credere!
“Ma è enorme qui dentro!” esclamò entusiasta “Ma come fai!? Potrebbe essere una veloce soluzione per il mio armadio! A parte tutto questo legno… hai fatto fuori un bosco, per caso?”
Il dottore finse di non sentire l’ ultima parte e rise “è solo un vecchio trucco dei signori del tempo. Hei, è da tantissimo tempo che non c’ è così tanta gente qui dentro! Ma ci dovete stare tutti per forza?”
“A quanto pare” iniziò a spiegare Georgina logicamente “Chuck è ricercato, e il pacchetto Chuck comprende ovviamente anche Blair, Dan possiede il loft, e io devo risolvere una questione riguardante un certo libro” disse lanciando un’ occhiataccia a Dan, che la ignorò.
“Oh, okay. Cosa avete da ridere tanto voi due?” disse il dottore rivolgendosi a Chuck e Rose, che stavano bevendo a canna dalle bottiglie che Chuck aveva preso, e parlando animatamente.
“Cerco di divertirmi, almeno per una volta! Non sarai mica geloso?” gli rispose secca Rose.
Il Dottore stava per ribattere, ma Blair lo trattenne. “Prima andiamo via da qui, e poi risolvi i tuoi problemi”
“E Chuck, non finire la bottiglia!” aggiunse.
Il Dottore si grattò sotto l’ occhio, nervoso. “Avanti si parte!” disse tirando giù la leva. Ops, aveva dimenticato di inserire le coordinate. Chissà dove sarebbero finiti ora. Sperò solo che Rose non se la prendesse troppo ancora una volta.
La guardia pensò di aver avuto le allucinazioni, quando vide una cabina blu venuta fuori da chissà dove, scomparire di nuovo.
“A proposito, chi sono i signori del tempo?” chiese Blair, ma il dottore non fece in tempo a risponderle, dato che un forte scossone li gettò tutti a terra. 
“Siamo arrivati?” chiese Dan dolorante.
“E questa la chiami Brooklyn?” fece sarcastica Rose, che si era trascinata alla porta, aprendola, e mostrando il fantastico paesaggio di Cardiff.
Georgina e Dan fecero capolino dalla porta. 
“Oddio, ma-ma… come hai fatto?” esclamò Dan estasiato. “Siamo in Galles! E un secondo fa eravamo-“
“Abbiamo capito Humphrey. Mi pento di non averti lasciato a New York” sarebbe stato un peso in meno da dover gestire. Insieme a Georgina. Sospirò.
“Senti Blair, ti ricordo che stiamo andando nel mio loft a Br-“
“Nooo, non nominarlo!” esclamò lei, quasi spaventata. Però era vero, non avevano perso nemmeno un secondo per spostarsi dall’ Upper East Side a quella città dall’ altra parte dell’ oceano.
“Hei, c’ è qualcuno là!” esclamò Georgina, interrompendo tutti, e indicando un punto con il dito.
Era una cosa che non riusciva a sopportare, Blair, il fatto che Georgina continuasse a interrompere e intromettersi tra tutto e tutti. Tuttavia guardò verso la direzione segnata ed effettivamente c’ era qualcuno. Qualcuno che stavano correndo verso quella cabina.
“Cosa c’ è?” chiese svogliatamente il Dottore. Rose andò alla porta. 
“Jack!” esclamò felice.
  
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