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Autore: Mana    12/06/2008    2 recensioni
“... e ha portato il fratello con sé. Ascoltate di nuovo la storia che di questa gente non narra gloria ma un legame profondo che ha sfidato il mondo.”
Shark sussultò quando l’altro si interruppe, guardandolo sospettoso.
“Chi sei, angelo bianco? E che ci fai tu qui?” domandò accigliato.
“Shark. E volevo... non lo so neanche io.” rispose incerto.
“Shark... io sono Dankar, e tu non dovresti essere qui.”
“Hai ragione.” sospirò rassegnato Shark vedendo che il ragazzo aveva tirato fuori la spada. “Ma voglio sapere cosa narrava ciò che cantavi alle stelle.”
Dankar rise, riponendo la spada.
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulle ali dell'amore Una cosa che non credevo di fare, quando ho finito "Perché è mio fratello". Eppure eccolo: il seguito, un seguito che naturalmente non parla più di Arkalis e Juy, ma che senza di loro non avrebbe senso o ragione di esistere. Shark ha il nome volutamente simile a quello di Arkalis, e non ha molto a che vedere con Juy, pur essendo un angelo bianco. Si può dire che Juy fosse un caso molto particolare. Credo che non riuscirei più a creare qualcuno come lui. Detto questo, sottolineo che è praticamente necessario aver letto la precedente storia per capire un po' di cose, più che altro all'inizio, e anche in certa parte per volerle bene. Potrei essere stata influenzata in alcune cose dai libri che ho letto in questi giorni, ma non penso sia una cosa visibile più di tanto e non saprei neppure io precisamente in cosa...
Ne approfitto per ringraziare Susy, sempre troppo buona, e fata, che mi hanno tirato su di morale con i loro commenti. Grazie (li vado a rileggere quando mi sento giù).
Buona lettura a tutti.











Sulle ali dell'amore

00. Un incontro inconsueto
Era sempre stato un ragazzo coscienzioso, e non disobbediva agli ordini del padre. Era naturale: lui parlava per il suo bene, e del resto era più che sensato non introdursi in territorio nemico, specialmente durante una guerra. Ma Shark era stato vinto dalla curiosità, così si era ritrovato nel cuore della notte a vagare per i territori degli angeli neri. Non aveva trovato nulla di interessante, e stava quasi per tornare indietro quando udì una voce. Cautamente si avvicinò, riuscendo a comprendere le parole di quella che appariva come una canzoncina.

... e ha portato il fratello con sé.
Ascoltate di nuovo la storia
che di questa gente non narra gloria
ma un legame profondo
che ha sfidato il mondo.

Shark sussultò quando l’altro si interruppe, guardandolo sospettoso.

Chi sei, angelo bianco? E che ci fai tu qui?” domandò accigliato.

Shark. E volevo... non lo so neanche io.” rispose incerto.

Shark... io sono Dankar, e tu non dovresti essere qui.

Hai ragione.” sospirò rassegnato Shark vedendo che il ragazzo aveva tirato fuori la spada. “Ma voglio sapere cosa narrava ciò che cantavi alle stelle.

Dankar rise, riponendo la spada.

È una storia vera: parla di due fratellastri dalle ali di diverso colore.” disse con enfasi.

Come? Non sono sicuro di aver capito. Se erano fratelli come potevano avere le ali di colore diverso?

Già.” borbottò Dankar. “Voi angeli bianchi non conoscete questa storia. Alcuni credono che sia quasi leggenda, ma non io.

Perché tu sei così sicuro che sia reale?” chiese Shark interessato.

Che ne dici di ascoltare tutta la storia prima di fare domande? Poi se vuoi ti spiegherò perché so che è vera e non una leggenda. Anche se nessuno avrebbe potuto inventare una storia simile.

Dai, canta.





01. La tregua
Ascoltate quest’oggi la storia
che di questa gente non narra gloria
ma un legame profondo
che ha sfidato il mondo.

Arkalis, spada in mano da principino
salvò in guerra un altro bambino:
ali bianche, Juy il suo nome,
sopravvissuto alla distruzione.

Il castello ha i suoi segreti
ma non parlan le pareti;
ho viaggiato per il regno intero
al solo scopo di scoprire il vero.

Juy, angelo bianco senza pari
proteggeva il fratello dai suoi eguali,
ma ecco il sogno dell’indovino:
fu avvelenato durante il cammino.

Quando ormai fu tutto vano
ecco Arkalis, spada in mano;
Juy è morto da vero re,
e ha portato il fratello con sé...

Shark rimase assorto ancora un istante prima di rendersi conto che l’altro aveva smesso di cantare.

Per togliersi dall’imbarazzo chiese: “Allora, Dan, come fai a sapere che è una storia proprio vera?

A lui sembrava davvero incredibile.

Perché io discendo dall’indovino di re Arkalis. Comunque mi chiamo Dankar, non Dan.

Va bene, Dan.

Vuoi morire?!

Eh? No, scusa, davvero! Dankar, ho capito.

Ci credi alla storia che ti ho raccontato?” domandò Dankar serio.

Shark aggrottò la fronte. “Stai per dirmi che ti sei inventato tutto?

Assolutamente no!” s’infervorò Dankar facendolo sorridere per un attimo.

Sai, è solo che già è difficile pensare ad un angelo nero e un angelo bianco che parlano senza attaccarsi, poi se tu parli di un legame profondo...

Shark, io sono un angelo nero.

Lo so...

E tu sei un angelo bianco.

Sì...

E che cosa stiamo facendo, secondo te?

Oddio...” impallidì Shark. “Mio padre mi ucciderebbe.

E tu non dirglielo.” suggerì Dankar facendogli l’occhiolino.

C’è una cosa che non ho capito.

Cosa?

Come ha fatto Juy a portare Arkalis con sé?

Era stato avvelenato. L’indovino predisse che Arkalis l’avrebbe ucciso per poi pentirsene. Dev’essersi suicidato.

È andata davvero così?

Nessuno sa la verità. Sono scomparsi in questa foresta, e nessuno ha visto i loro corpi.

Shark parve riflettere, poi vide la mano di Dankar davanti a sé.

Tu...

Una tregua a tempo indeterminato, ti va?

E se diventassi il tuo Juy?

Non farmi ridere. Non darei la vita neppure per mio padre, figurati per un angelo bianco.

Ma Shark non era ancora del tutto convinto.

Perché?” chiese semplicemente.

Perché mi va, curiosità, noia, chissà! Accetti o ti ammazzo subito?

Shark rise: non si sentiva minacciato. Annuendo gli strinse la mano.





02. I poteri di Dankar
Shark, dovresti smetterla di stare in giro tutto il tempo.

Ma, padre... siamo in tregua, no?

Incredibilmente Shark aveva scoperto che durante la notte era stata stipulata una tregua di un mese tra i due regni. Angeli bianchi e angeli neri si impegnavano a restare nei rispettivi territori, e nel frattempo andavano avanti le trattative per lo scambio dei prigionieri di quel periodo.

Un motivo in più per starsene tranquilli, no?

Tuttavia Shark aveva un impegno quel pomeriggio. Da sempre amava mimetizzarsi, fondersi con l’ambiente che lo circondava, e sapeva di riuscirci abbastanza bene: suo padre non lo aveva mai scoperto, ecco perché non riusciva a tenerlo rinchiuso. Mentre si addentrava nuovamente in quella foresta ripensò alla storia di Arkalis e Juy. Sembrava veramente impossibile, nonostante la sicurezza di Dankar. Lui aveva letto tutte le leggende raccontate nei libri, e ne aveva ascoltate molte altre, eppure quella storia non compariva da nessuna parte. Certo, Dankar aveva detto che gli angeli bianchi non conoscevano quella storia, quindi non poteva neppure chiedere informazioni in giro. E poi, che avrebbe potuto chiedere?

Scosse la testa. La storia dei due fratelli non gli era molto chiara, dopotutto. Ad ogni passo sentiva crescere una strana sensazione in sé... e se Dankar lo avesse ingannato? Ora lo avrebbe ucciso, e quella sarebbe stata una trappola perfetta per uno sciocco come lui. All’improvviso si sentì tirare indietro mentre una lama nera gli accarezzava il collo.

Ti ho catturato, Shark.

Shark rimase perfettamente immobile riconoscendo la voce di Dankar, nonostante il cuore gli battesse violentemente nel petto. Era certo di morire finché l’altro non lo lasciò andare.

Paura, eh?” rise lui. “Diffidenza, sospetto, paura. Hai pensato che ti volessi fare del male, no?

E tu come fai a saperlo?

Te l’ho detto, no? Ho il sangue dell’indovino, e anche se non ho i suoi poteri, a volte percepisco i sentimenti altrui.

Empatia...” sussurrò Shark affascinato.

Shark... il tuo nome somiglia a quello di Ark.

Ark?

Voglio dire Arkalis.

Ma dai, Dan...





03. Un pomeriggio insieme
I due stettero molto tempo a parlare quel pomeriggio. Dankar gli parlò di tutti i dettagli che conosceva riguardo Juy e Arkalis, Shark era sempre più coinvolto e convinto che un angelo nero non potesse inventarsi una storia simile.

Dev’essere passato circa un secolo. Quell’indovino era il nonno di mio nonno.

Cosa potrei cercare? Non c’è nulla che parli di loro nelle leggende popolari degli angeli bianchi...

Cerca relazioni sulle guerre di quegli anni, non si sa mai che non compaia il nome di Juy.

Grazie, Dan.

Dankar! E non c’è motivo di ringraziare. Non è che ci siano esattamente angeli neri con cui parlare di queste cose, sai?

Capisco. Dankar. Ma è più semplice Dan.

E se fossi io il tuo Juy?” lo provocò Dankar.

Neanch’io morirei per mio padre.” rispose serio Shark, sorprendendolo.

Non sei un angioletto bianco puro, eh?

Anche io combatto.

Consci del pericolo di continuare quella conversazione, non sapevano come tirarsene fuori.

Non parliamo di questo, siamo in tregua, no?” tagliò corto Dankar.

Tu sapevi della tregua?

No... anche io l’ho saputo stamattina. Una buffa coincidenza, no?

Allora, che ne dici se anche la nostra tregua durasse un mese?

Ci sto.

Comunque, quanti anni hai?

Dankar sembrò stupito. “Sedici, e tu?

Li faccio il mese prossimo.

I due si separarono che il sole era già tramontato da un pezzo, ed era estate. A Shark pareva un sogno: tante ore spese a parlare con un angelo nero, con un essere che teoricamente avrebbe dovuto essere suo nemico... poi però rifletté sul fatto che anche gli angeli che avevano stipulato la tregua non dovevano essersi comportati molto diversamente da loro. E anche quelli che erano in continue trattative per i prigionieri. Sospirò stanco: non era esattamente la stessa cosa, e lui se ne rendeva benissimo conto. Dankar era un coetaneo con il quale parlare, e non aveva nessun altro con cui parlare proprio di quello, della storia di Arkalis e Juy.

Era talmente elettrizzato dalla situazione e dalla voglia di scoprire qualcosa che si diresse verso la biblioteca senza neppure cenare.

Cosa cerchi?” gli chiese lo zio.

Relazioni di guerra risalenti a circa un secolo fa.

Lo zio aggrottò la fronte. Che il ragazzo stesse realmente cominciando ad interessarsi alla guerra? Ma gli sembrava un po’ sospetto...

Cerchi qualcosa in particolare?

... no.” rispose dopo un secondo di esitazione Shark: non voleva insospettire lo zio, che purtroppo sapeva essere fin troppo sveglio.

Gli sorrise con fare casuale e sedette.





04. Relazioni di guerra
Quando lo zio ebbe accumulato il materiale sul suo tavolo, Shark sospirò.

Tutto questo?

Ah, e manca ancora questo!” disse aggiungendo un'altra cartella di foglietti scritti in tempi troppo lontani.

Shark li guardò preoccupato, consapevole del fatto che avrebbe dovuto interpretarli, e che quella sarebbe stata una nottata molto lunga.

Sigh... speravo fossero di meno.” si lamentò.

Non mi hai dato una data precisa né indicazioni sul contenuto, quindi cosa pretendevi? Come vedi sono molti gli angeli che si sono sentiti in dovere di raccontare le vicende di quegli anni. Se potessi aiutarti...

In realtà lo zio sperava che Shark gli chiedesse qualcosa di più specifico: anche a lui dispiaceva pensarlo a leggere tutte quelle relazioni.

No. Ce la farò da solo, leggerò tutto.” affermò deciso Shark.

Lo zio rese comunque la cosa nota al padre, in modo che gli portasse qualcosa da mangiare, o sarebbe morto di fame. Shark ringraziò senza distrarsi e riprese la lettura. Anche al padre le cose apparivano sospette: prima il figlio stava fuori tutto il giorno, poi tornava e si gettava su quegli argomenti... che certamente fino ad allora non erano stati i suoi preferiti. Sapeva bene quanto Shark amasse le leggende popolari e i canti antichi, tuttavia non pensava che in quegli scritti potesse trovare qualcosa di suo interesse, per questo si domandava cosa ci fosse sotto.

Con tempi simili, era sempre meglio essere prudenti.

Shark riuscì a trovare qualcosa di interessante quando mancava ancora un bel po’ di tempo all’alba. Credeva di sognare, ma dopo essersi sfregato gli occhi e aver riletto più volte le righe che aveva davanti, non aveva dubbi su ciò che quella scrittura minuta diceva: un angelo bianco tra le file degli angeli neri... emozionantissimo copiò le righe che gli interessavano e andò a fare colazione senza fare rumore. Nonostante la stanchezza, si sentiva soddisfatto. Racchiuse il foglio su cui aveva ricopiato quelle importanti parole e se lo tenne nascosto addosso mentre dormiva: lo considerava preziosissimo. Chissà cosa avrebbe detto Dankar...





05. La testimonianza di una donna
Svegliatosi nel primo pomeriggio con un sorriso sognante, Shark si preoccupò di andare a controllare la biblioteca, ma ricordava bene: aveva già messo in ordine da capo i documenti, e ricordava anche fin dove aveva controllato. Non aveva però messo nessun segno, però era certo che lo zio avrebbe potuto leggere tutti quegli scritti, se avesse sospettato qualcosa. Ma cosa, poi? Shark sbuffò: suo padre e suo zio erano semplicemente troppo protettivi e apprensivi nei suoi confronti. Ormai non si sentiva più un bambino; lui voleva essere libero di fare ciò che voleva.

Era nella foresta già da un po’, e di Dankar neanche l’ombra. Temeva che non sarebbe venuto, perché in fondo non avevano deciso di vedersi anche quel giorno. Si sentì un po’ stupido per tutta l’aspettativa che aveva provato fino a poche ore prima.

Shark!” urlò Dankar stendendolo a terra col suo peso. “Ti fai catturare sempre facilmente, eh?

Sei... sei un idiota, Dan!” ribatté lui spingendolo via.

Ho sentito che eri preoccupato, che è successo?” chiese sorridendo.

Shark sospirò, sentendosi doppiamente stupido per ciò che stava pensando pochi attimi prima.

Niente, non importa.” disse sperando che l’altro non facesse ulteriori domande. “Piuttosto, ho trovato qualcosa che potrebbe interessarti.

Tra le relazioni di guerra?!” domandò Dankar eccitatissimo all’idea.

Shark annuì e si sedettero sull’erba, riparati dal sole caldo grazie alla fitta vegetazione, che creava un piacevole effetto di luce.

L’ho dovuto copiare, non potevo sottrarlo. Questa è di una donna.

‘Questa nuova guerra ha qualcosa di strano. Il re è deciso a sconfiggere il suo avversario per indebolire il regno degli angeli neri, così da vincere facilmente la guerra. Ma c’è qualcosa di strano... gli altri non vogliono che io ne scriva, ma non posso tacere: un angelo bianco tra le fila degli angeli neri. Ho visto la scena con i miei occhi qualche giorno fa e non posso fare finta di nulla, perché quel ragazzino ha difeso il principe degli angeli neri. Non so chi sia né perché sia con loro, ma non sembra costretto. Risulta comunque impossibile separarlo dal loro principe.’

Seguivano altre cose poco interessanti che non ho copiato.

Non è molto...

Ma è qualcosa! Sì, insomma, è come un documento che prova l’esistenza di Juy.

Io sono già certo della sua esistenza, Shark. Comunque questa tipa non dice nulla, non fa il nome del re e del principe degli angeli neri e neppure del suo stesso re. Sei sicuro che sia attendibile?

Hai visto la data, no? Può essere solo questo. Comunque, cercherò altre informazioni anche stanotte.





06. Sogni
Shark non trovò più nulla che potesse ricondursi ad Arkalis e Juy, nonostante ogni tanto altri angeli bianchi avessero commentato che quella guerra fosse strana. Ma nessuno si era spinto più nei dettagli, lasciandogli ogni volta l’amaro in bocca. Dankar però riusciva a tirargli su il morale, grazie al suo stato d’animo sempre in continuo mutamento. Quell’angelo nero pareva capace di passare dallo scherzo alla serietà con la stessa velocità con cui era passato dalla guerra alla tregua. E Shark a volte pensava che avrebbe anche potuto venirgli in mente di ucciderlo, una di quelle sere.

Avevano concordato di non vedersi più in pieno pomeriggio, perché, sebbene fossero in tregua e la foresta fosse poco frequentata, non era saggio soffermarcisi per troppo tempo.

Hai qualche sogno?

Sogno?” sussurrò stupito Dankar.

Non ci aveva mai pensato.

Allora?

Non saprei...” sospirò guardando il cielo. “E tu?

Vorrei essere libero di visitare il mondo intero.

Anche quello degli uomini?

Sì... sarebbe interessante, non pensi?

Lo sanno tutti che gli uomini fanno schifo... non solo si ammazzano tra le loro razze, ma fanno cose per noi impensabili, come uccidere i familiari, gli amici, i compagni, o completi sconosciuti... e poi, sempre per motivi futili e assurdi.

Però questo non vuol dire che il loro mondo non sia interessante.

Sei proprio uno con lo spirito da esploratore tu, eh?

Shark ridacchiò. “Sì, e so mimetizzarmi bene. Però tu mi trovi sempre... non è giusto. Come fai? Mi hai percepito? Eppure sono stato attentissimo...

No. Veramente ho capito dov’eri perché ho sentito i tuoi sentimenti, capito?

Cioè è tutta colpa mia...

Non darti pensiero di queste cose, dai.

Mh... va bene.

Un sogno forse lo avevo.

Quale?

Eh, ma è un segreto!

Non vale! Io il mio sogno te l’ho detto... Dan!

Dankar!

Se tu non mi dici il tuo sogno io ti chiamerò Dan.

Stronzetto... ma tanto non te lo dico. Almeno... per ora.” disse dispettoso Dankar facendogli la linguaccia.





07. Neyll
Dankar sospirò. Shark era andato via da un bel pezzo, ma lui era rimasto sotto quel cielo stellato e sereno. Le notti estive erano troppo belle e calde per restare a dormire a letto. Da quando incontrava Shark di nascosto poteva parlare liberamente di qualsiasi cosa, evitando i discorsi sulla guerra in corso, e anche l’angelo bianco pareva fare lo stesso con lui. Inoltre, la sua empatia sembrava manifestarsi più fortemente quando lo incontrava. Forse perché i suoi sentimenti erano più forti di quelli delle persone che normalmente aveva intorno? Anche quella sera aveva avvertito qualcosa, una paura che Shark provava costantemente mentre loro parlavano; eppure Dankar era sicuro che non temesse più di essere attaccato all’improvviso.

Era ancora assorto nei propri pensieri quando Neyll prese ad accarezzargli i capelli, facendolo quasi sussultare.

Neyll... si può sapere da quanto tempo sei qui?

Da un po’, ma non riesco a leggerti nel pensiero, purtroppo.

Già.” sbuffò Dankar, e per fortuna, pensò. “Però neanch’io posso farlo.

Ma sai cosa provo... no?” chiese la ragazza stendendosi di fianco a lui, posando la testa sulla sua spalla.

So che sei nervosa...

Improvvisamente gli venne in mente che quel nervosismo assomigliava molto alla paura che Shark provava quand’era con lui, eppure non credeva che l’angelo bianco potesse provare una cosa simile per lui, così come i sentimenti di Neyll.

Si può sapere che stai combinando?” chiese la ragazza.

Che vuoi dire?

Ho visto quel ragazzo... l’angelo bianco.

Ah... non ti preoccupare.

Invece io mi preoccupo per te, Dankar... come puoi passare tanto tempo con quell’essere a quel modo? A noi angeli neri è vietato parlare con gli angeli bianchi. L’unica cosa da fare è ucciderli! Sono nostri nemici...

Neyll, non devi dirlo a nessuno, altrimenti passerò dei guai, capito?

Ma...

Ti senti quando parli? Non sembri convinta neppure tu... e poi non lo conosci.

Né ci tengo! Non capisci niente, Dankar!” sbottò la ragazza alzandosi e allontanandosi da lui.

Dankar sospirò, poi scosse la testa. In quei giorni sospirava troppo. Non era preoccupato per Neyll: lei non lo avrebbe mai tradito, e comunque non avrebbe mai detto a qualcuno che lui parlava con un angelo bianco... sarebbe stato come ammettere che, vista una cosa simile, non si era messa in mezzo per ucciderlo, e questo probabilmente lo sapeva anche lei. Nonostante fosse un po’ impulsiva, era anche capace di rimanere razionale nelle situazioni importanti.





08. Il duello
Dankar rientrò nel castello quando il sole era già alto nel cielo, e suo padre non sembrava molto contento di vederlo. Per un istante gli passò per la mente l’eventualità che Neyll avesse raccontato qualcosa, ma dovette ricredersi quasi subito.

Dankar... data la tregua in corso, vedi di non allontanarti dai nostri territori.

Non preoccuparti, padre. Non vado mai oltre la foresta...

A suo padre non piaceva sentirgli parlare di quella leggenda. Neyll lo aveva sempre ascoltato ed appoggiato in tutto, tranne questa volta: eppure anche lei sapeva che il suo sogno era quello di conoscere un angelo bianco per scoprire se era davvero possibile passare del tempo insieme come dovevano aver fatto Arkalis e Juy. Ma quella era solo la conferma che tra parlare e fare una cosa c’era molta differenza, qualcosa che probabilmente Neyll non avrebbe mai potuto ignorare.

Dankar però era contento così. Loro non erano come i due fratellastri: erano solo due angeli con le ali di colore diverso che si scambiavano informazioni, sogni... e a volte giocavano a rincorrersi, proprio come era giusto che fosse. Ma anche gli animali in conflitto a volte facevano amicizia, in quelle eccezioni che sembravano quasi inevitabili in natura.

Quel giorno avrei potuto ucciderti, lo sai, no?

Non ci siamo battuti, quindi non sai chi di noi due sarebbe morto, Dan.” rise Shark.

Ovviamente tu...

L’angelo bianco replicò serio: “Allora perché non lo scopriamo, Dan? Ti sfido a combattere con la spada.

Una specie di duello?” chiese divertito Dankar.

Sì... una specie.” rispose Shark tirando fuori la spada davanti a lui per la prima volta.

Senza più parlare anche Dankar si preparò a combattere seriamente. Shark sembrava deciso a non perdere, riusciva a sentire la sua determinazione fin da lì, e la cosa lo fece sorridere. Si stupì di scoprirlo più forte di quanto appariva, e la sua aria innocente da angelo bianco era solo una finzione data dalla sua natura, dopotutto.





09. Il sogno di Dankar
Fu ancora più seccante ritrovarsi sconfitto dall’angelo bianco, ma quando lo guardò negli occhi avvertì un divertimento misto a una strana ansia.

Chi è che si è fatto catturare adesso, eh?” lo sbeffeggiò senza cattiveria per poi far scomparire la spada e tendergli la mano.

Dopo un attimo di indecisione la prese e si fece aiutare, sistemandosi poi i vestiti. Non sapeva cosa dire.

Beh, bel colpo, Shark...” si limitò a commentare.

Shark sorrise, palesemente contento. A Dankar sembrava strano che lui avesse tutto questo interesse a far colpo su di lui, eppure c’era riuscito. Fin dal primo giorno forse anche lui aveva cercato di incantarlo con la storia di Arkalis e Juy... e quasi senza accorgersene si ritrovò con le labbra sulle sue, un tocco leggero e quasi impalpabile.

Dankar...” sussurrò Shark stupito.

Non avevi detto che mi avresti chiamato Dan?

Ma... ecco... Dan, perché?” chiese confuso.

Perché il mio sogno è sempre stato quello di avere un angelo bianco con cui parlare della leggenda di Arkalis e Juy...

Credevo che non fosse una leggenda.

Non lo è...” disse Dankar baciandolo di nuovo. “Anche io ti piaccio, no?

Shark arrossì. A quanto pare aveva sottovalutato l’empatia di Dankar.

Pensavo che i tuoi poteri si manifestassero solo ogni tanto.

Con te sempre...

Quella notte non parlarono più; si limitarono a star seduti vicini in una zona più libera della foresta, in modo da poter guardare il cielo. Dankar sentiva con la sua empatia i sentimenti di Shark, che erano praticamente il riflesso dei suoi: paura, agitazione e felicità. Qualche giorno dopo la tregua sarebbe finita, e anche la loro in realtà era decisa per durare un mese, quindi Dankar non riusciva a immaginare cosa sarebbe potuto accadere.

E, in fondo, non aveva neppure voglia di pensarci. Avrebbe semplicemente voluto che quella notte non finisse tanto presto.





10. La fine della tregua
Dankar si rese conto che quel giorno Shark non sarebbe venuto. Aveva vagato nella foresta per ore, ma invano. Ripensò ai giorni precedenti trascorsi con l’angelo bianco: non avevano parlato quasi di nulla, erano semplicemente stati insieme senza parlare, talvolta baciandosi, altre volte semplicemente guardandosi. Non riusciva a credere di essere lui l’angelo nero che si comportava in quel modo, il ragazzo che andava contro le regole basilari dei rapporti tra angeli neri e bianchi.

Quando tornò al castello si accorse che c’era qualcosa di strano. Non fece in tempo ad aprir bocca che suo padre lo schiaffeggiò con forza.

Ma...

Si può sapere dove sei stato?! Oggi è finita la tregua e tu non c’eri!” lo rimproverò il padre.

Dankar sobbalzò. Se n’era completamente dimenticato. Ecco perché Shark non era venuto nella foresta, perché era certamente a combattere, cosa che avrebbe dovuto fare anche lui. Da una parte si sentì sollevato pensando che quello fosse il motivo dell’assenza di Shark, dall’altra mortificato per aver scordato una cosa tanto importante.

Mi dispiace. Non ho giustificazioni valide, sono semplicemente un idiota.” ammise attendendo una punizione.

Ma oltre alla rabbia sentiva anche la preoccupazione del padre, che probabilmente l’aveva creduto in pericolo. In fondo, era suo padre.

Prima che potesse rispondere un altro angelo nero si avvicinò dicendo: “Sire, i prigionieri di oggi...

Avanti, vieni con me, Dankar.

Dankar annuì, seguendo il padre. Mentre camminavano riuscì a capire parte di ciò che era accaduto quel giorno, e a quanto pare le cose per gli angeli neri erano andate piuttosto bene.

Neyll...” sussurrò soprappensiero.

Mi dispiace, Dankar, ma è stata catturata.

No...” bisbigliò incredulo.





11. I prigionieri
Non credeva che la situazione potesse peggiorare, quel giorno. Ma quando vide Shark legato tra i prigionieri fu quasi certo che gli sarebbe venuto un attacco di cuore. Non sentiva più le parole di suo padre, perché era rimasto lì ipnotizzato davanti all’angelo bianco, che quando alzò il viso e lo vide ebbe uno scatto verso di lui. Apparentemente era arrabbiato ma Dankar sentiva benissimo che l’emozione che pervadeva l’amico era un misto tra vergogna e gioia di vederlo.

Sta’ attento, Dankar. Anche se sono legati non sappiamo nulla sui loro poteri secondari.

Dankar fu costretto a distogliere lo sguardo e notò che un altro angelo bianco, più adulto, lo osservava incuriosito e interessato. E se fosse stato anche lui empatico e avesse percepito le sue emozioni? Ma era troppo assurdo che ci fosse qualcuno con il suo stesso potere proprio fra quegli angeli bianchi, quindi si limitò a proseguire, fingendo indifferenza.

Provava una strana nausea dovuta in parte alla vista di Shark in quello stato, in parte dalla consapevolezza che anche Neyll era prigioniera. Ed avevano anche litigato qualche giorno prima...

Neyll...” ... e anche Shark.

È inutile pensarci adesso, Dankar.

Forse, se io fossi stato qui...” sospirò rassegnato.

È inutile anche pensare ai forse e ai se. Ormai è andata così. Ora è meglio pensare alla battaglia di domani.

Sì.” annuì Dankar, anche se dentro di sé già pensava a cosa avrebbe fatto quella notte.

Sebbene non potesse fare niente per Neyll, poteva fare qualcosa per Shark, ma soprattutto voleva farla.





12. La fuga di Shark
Quando fu sicuro che tutti si fossero addormentati, Dankar strisciò tra le pareti del castello, tra nascondigli segreti che sospettava neppure suo padre conoscesse. Il castello non era stato ben sfruttato durante quelle guerre, e lui credeva che da molto tempo ormai tutti si fossero dimenticati di quegli importanti passaggi segreti. Aveva studiato perfettamente la loro estensione e destinazione, e per sua fortuna quando ne sbucò fuori c’era illuminazione sufficiente ad orientarsi, e non gli ci volle molto tempo per trovare Shark.

Le mani fasciate per non permettergli di materializzare la spada, le braccia legate e il corpo costretto in ginocchio, appariva davvero insignificante, un prigioniero come un altro.

Shark. Shark, svegliati.” lo scosse piano parlando a voce bassissima.

Mh...

Tirò fuori un coltello che aveva preso dalla cucina e lo liberò, perché non poteva usare la sua spada o qualcuno avrebbe potuto percepire la sua presenza, fosse stato anche solo un altro dei prigionieri.

Ce la fai a camminare?” chiese inginocchiandosi a sua volta per sostenerlo.

Credevo che non saresti... Dan...” lo abbracciò Shark.

Vieni, presto.” lo incitò tirandolo su con sé. “Non abbiamo molto tempo.

Quando fu sicuro che l’altro potesse camminare lo spinse verso il passaggio più vicino, e nel momento in cui si voltò a controllare la stanza gli sembrò che tutto il resto fosse in ordine. Non c’erano molti prigionieri, e fortunatamente anche quelli sembravano addormentati.

Dan...” lo chiamò ancora Shark quando furono nel passaggio.

Era rimasto indietro.

Dammi la mano.” disse afferrandola senza pensare. “Così non ti perderai.” si giustificò.

Scesero in profondità, ancora più di quanto Dankar ricordasse possibile, ma era certo che quei passaggi portassero fuori dal castello, sebbene li avesse usati raramente. Fu necessaria quasi un’ora di interminabili tunnel prima che riuscisse a ricordare la strada giusta.





13. Nella foresta
Si ritrovarono proprio dove aveva previsto: nel mezzo della foresta, e l’aria fresca gli sembrò simile a una benedizione. Dankar stava ancora cercando qualcosa da dire quando Shark lo abbracciò, tremante e stanco. Poteva sentire forte tutto il suo sollievo e allo stesso tempo la sua agitazione.

Non pensavo che mi avresti aiutato.

Però ci speravi, no?” suggerì lui sperando che si lasciasse andare per primo.

Con l’empatia non vale...” ridacchiò Shark per poi baciarlo lentamente.

Dankar lo allontanò.

Shark...

Cosa c’è?

Ho fatto una cosa stupida, sai? Mi sento un traditore...

Ti sei già pentito?” chiese cautamente Shark.

No!” rispose Dankar, per poi abbassare la voce. “Ma...

Non sapevo che fossi il principe... ma se discendi dall’indovino...” osservò Shark.

Re Arkalis non aveva figli né altri parenti, e prima di scomparire per sempre nominò re l’indovino...

Io... ti sono debitore fin dal profondo del mio cuore, principe Dankar.

Non chiamarmi così. E non mi devi niente, però...

Però?

Neyll è un angelo nero che considero molto importante per me. Ha quindici anni, capelli neri e lunghissimi ed è stata fatta prigioniera oggi, è diffidente verso gli angeli bianchi ma sa di te...

La libererò. Dopotutto, un prigioniero per un prigioniero mi sembra equo.

Neyll è sempre stata mia amica.” continuò Dankar.

Sì.

Non ti esporrai troppo?

Meno di te, Dan... hai la mia parola che Neyll sarà libera.

Dankar lo strinse ancora una volta a sé, inspirando a fondo il suo odore mischiato ai profumi della notte.

Sono diventato pazzo...” commentò percependo i sentimenti di Shark.

Sto come te.” rise ancora Shark.

Dai, devi andare.” lo respinse di nuovo Dankar.

Shark sorrise, notando che il comportamento dell’angelo nero non era cambiato affatto: ogni momento era diverso, cambiava atteggiamento senza nessun preavviso. Si voltò e cominciò a correre.

Sì.

Portami Neyll...





14. Mimetizzarsi per raggiungere Neyll
Nonostante la stanchezza, Shark sentiva una nuova euforia dentro di sé. L’aria fresca della notte sembrava rinvigorirlo e dargli nuova forza, o forse si trattava semplicemente di ciò che era appena accaduto. Non sapeva come avrebbe liberato Neyll, ma sapeva di non potersi tirare indietro, e non solo per Dankar, ma anche e soprattutto perché aveva dato la sua parola. Capì subito che non poteva farsi vedere da qualcuno, perché tutti lo credevano prigioniero, e vederlo salvo avrebbe causato piuttosto movimento...

Sfruttando le sue abilità mimetiche si introdusse facilmente nella sua tenda, ma non c’era nulla da fare lì, in realtà. Si era diretto là più per abitudine che per altro. Tirò un sospiro di sollievo, ma sapeva di non potersi ancora rilassare. Strisciando per l’accampamento riuscì ad individuare la tenda dove si trovavano i prigionieri: era sorvegliata da due angeli bianchi, ma solo su un lato. Naturalmente si sentivano abbastanza tranquilli dato che quello era quasi il centro dell’accampamento.

Mentre entrava in quella tenda temeva che qualcuno parlasse, ma nessuno fiatava. I prigionieri sembravano legati senza alcun criterio, ma dopo un’osservazione più accurata notò che le mani erano ben fasciate e legate insieme, così come le gambe. Gli sguardi che ricevette erano per lo più incuriositi, ma gli angeli neri erano muti.

Neyll?” sussurrò più piano che poté vedendo una ragazza che sembrava rispecchiare la descrizione di Dankar.

Sì.” si accigliò lei, riconoscendolo. “Sei...

Ma prima che trovasse altro da dire Shark le fece segno di tacere. Con un po’ di impegno riuscì a sciogliere i nodi che la legavano, ma non le liberò le mani, vedendola così scontrosa.

Sarebbe un problema se ti percepissero... farai meglio a seguirmi così.” le suggerì.

Lei strinse le labbra ma replicò: “Così non riuscirò a seguirti...

Shark rifletté velocemente. Era vero che se avesse dovuto strisciare, mettere le mani a terra sarebbe stato praticamente indispensabile. Scosse la testa ma le sciolse le mani, mentre intorno a loro gli altri angeli neri erano pieni di stupore e non capivano cosa stesse accadendo.





15. In trappola
Neyll lo seguiva senza fiatare, mentre lui si sentiva sempre più accaldato e nervoso, nonostante la fresca nottata. Non aveva idea di che ora fosse né quindi di quando sarebbe sorto il sole. Scrutò il cielo in cerca di qualche indizio sull’orario, ma il cielo era scuro quella notte. Quando si sentì abbastanza sicuro si accucciò vicino ad una tenda, e Neyll accanto a lui lo osservava in attesa dei suoi movimenti successivi. Respirò profondamente per calmarsi un po’, poi concedette uno sguardo alla ragazza che lo seguiva. Aveva toccato due angeli neri senza far loro del male... non se la sentiva di presentarsi a suo padre in quel modo, anche se lui non lo sapeva.

Purtroppo in quel momento una spada bianca e luminosa tagliò la tenda dall’interno, facendoli arretrare bruscamente.

Ti ho visto, angelo nero...” sibilò una voce vagamente familiare.

Istintivamente portò Neyll dietro di sé e aprì la sua spada per difenderla.

Fatti vedere.” asserì serio.

... Shark?

Shark deglutì nervosamente.

Zio...

Cosa succede? Come hai fatto a liberarti? E quell’angelo nero...

Non puoi toccarla.

Neyll tentò di intromettersi: “Io so difendermi...

Non dire idiozie. Se manifestassi i tuoi poteri ti sarebbero tutti addosso in dieci secondi.

Shark, come osi proteggere un angelo nero? Deponi la spada o rivolgila verso quell’essere!” gli ingiunse lo zio.

Non posso.” fu la frustrata risposta. “Tu deponila, perché io non posso.

Perché?

Perché ho dato la mia parola.

A chi?” domandò lo zio piuttosto interessato e indeciso su cosa fare.

Sono questioni che non ti riguardano, zio. Lasciaci andare o attaccami.

Ma altri angeli bianchi si erano accorti che qualcosa non andava e si erano avvicinati a loro. Shark si sentì morire quando riconobbe suo padre.

Shark, tu... cosa stai facendo?

Con quale coraggio difendi un angelo nero? Davanti a tuo padre!” urlò arrabbiato lo zio, non capendo.





16. Le azioni di Shark
Dovrete passare sul mio corpo per attaccarla. Vuoi uccidermi, padre?

Non hai dato ragioni valide per...

La mia parola non ti basta? Non faccio nulla di insensato.

Shark abbassò la spada, ma senza dissolverla, guardando il padre dritto negli occhi. Prese Neyll per mano e camminò verso di loro, mentre suo padre faceva cenno allo zio di non attaccare. Dopo pochi passi cominciò a correre senza mai voltarsi indietro, mentre Neyll sembrava non compiere alcuno sforzo nel restargli dietro. Quando furono a suo parere sufficientemente lontani si fermò.

Ti chiami Shark.

Sì.” rispose Shark stanco mentre Neyll lo studiava.

... non ti aspettare che ti ringrazi.

No, figurati. Dan ha detto che sarebbe rientrato per sicurezza, e mi ha chiesto di restare con te stanotte... anche perché, come avrai notato, neanch’io posso tornare tra gli altri angeli bianchi ora.

E io perché?

Perché quando si accorgeranno della mia mancanza non devono collegarla alla tua riapparizione.

So badare a me stessa.

Dan mi ha chiesto...

Uffa, ho capito!” sbottò spazientita la ragazza.

Bene.

Non le andava a genio il dover restare con quell’angelo bianco, né si fidava troppo, ma se era davvero stato Dankar a chiederglielo... inoltre trovava ragionevole ciò che aveva detto, adesso che sapeva che anche lui era stato liberato.

Ti ha liberato Dankar, vero?” gli chiese per averne conferma.

In cambio, però... io ho liberato te.

Neyll assottigliò lo sguardo, esprimendo le sue idee: “Non credo che l’abbia fatto per questo... o mi sbaglio?

Tutti penseranno che sia così... sbagliato...” sbuffò insofferente Shark, sedendosi.

Non sapeva perché si stesse confidando con Neyll, ma al momento non aveva nessun altro e si rese conto di essere incredibilmente solo. Ma pensando che anche Juy si fosse sentito così, si fece coraggio. E certamente per Arkalis non doveva essere stato facile lottare per mantenere accanto a sé il fratellastro dalle ali bianche...





17. Un legame profondo
A che pensi, angelo bianco?

Alla storia di Arkalis e Juy, e a Dan...

Dankar.” puntualizzò Neyll con una punta di irritazione.

Non credo gli dia poi tanto fastidio essere chiamato Dan, almeno da me.” rise Shark.

Sedette anche Neyll, dopo che non aveva fatto altro che girargli intorno senza un motivo preciso, quasi spaventata che l’aggredisse da un momento all’altro, nonostante fosse certa che Dankar non l’avrebbe mai affidata a qualcuno che potesse farlo. Provava una strana sensazione nel conversare con l’angelo bianco, una sorta di irrequietezza mista al suo istinto che le dicevano di attaccarlo, distruggerlo... eppure non poteva farlo. Solo il pensiero di Dankar la tratteneva, perché sentiva già di trovarlo insopportabile per averglielo portato via. Si fermò un attimo su ciò che aveva pensato e provò a darsi dei pugni in testa, ma l’idea restava, perché da quand’era comparso Shark Dankar passava sempre più tempo con lui e sempre meno con lei.

Notò che Shark la studiava perplesso e si sentì arrossire, per poi darsi subito della stupida: che cosa poteva importarle di cosa pensasse un angelo bianco di lei?

Non fissarmi.” gli intimò secca, minacciosa.

L’altro non si lasciò spaventare, anzi le sorrise, sorprendendola e facendole provare una punta di indignazione.

Io ho molto sonno...” si lamentò all’improvviso Shark.

Beh, non è che io non ne abbia...” confessò.

Se prometti di non uccidermi farei un riposino. E magari puoi farlo anche tu.

Solo se...” cominciò guardandolo per la prima volta negli occhi, stupendosi nel trovarli così tranquilli. “Solo se mi dici cosa c’è davvero tra te e Dankar.

Che vuoi dire?” balbettò Shark in maniera poco convincente.

Conosco Dankar e i suoi sogni, e poi... io gli sono sempre stata vicino, poi arrivi tu e... cosa devo pensare?

Non te lo so spiegare neanche io.” ammise sinceramente Shark. “Ma è un legame profondo, magari come quello di Arkalis e Juy...

Erano fratellastri.” ribatté la ragazza. “Non avevano quel tipo di legame...

Ma a lei non importava, perché le interessava sapere del legame tra Dankar e Shark, nonostante ormai si sentisse abbastanza certa della verità, sia per il comportamento di Dankar, che per quello di Shark.





18. Il testimone
Quel mattino si alzò abbastanza rilassato, nonostante il disagio per ciò che aveva fatto. Non poteva evitare di sentirsi in colpa, era più che sicuro che se suo padre l’avesse saputo l’avrebbe spellato vivo. Ma ciò che sentì, quel mattino, era che suo padre aveva intenzione di uccidere con le sue mani non lui, ma il prigioniero scomparso.

Scappato! Capite?!” urlava senza nascondere la rabbia, senza tuttavia perdere del tutto il controllo.

Che è successo?” domandò preparandosi a fingere sorpresa.

Ma era già sufficientemente sconvolto dai sentimenti del padre che lo pervadevano con violenza. Si disse che in fondo non era tutta colpa di Shark e dei suoi sentimenti, ma anche del fatto che probabilmente i suoi poteri stavano crescendo con l’età. Il padre, afferrandogli un braccio e allo stesso tempo seguito da tutti i suoi consiglieri, si recò senza tanti preamboli nella stanza dei prigionieri.

Vedi?! Un prigioniero è scappato stanotte. Non sappiamo come! Nessuno lo sa! Le guardie, incompetenti...

Calmatevi, sire.” tentò di richiamarlo un angelo nero che gli era vicino.

Fu in quel momento che sentirono la risata. Bassa e quasi appena accennata, risuonò perfettamente nell’attimo di silenzio che si era venuto a creare quando il re aveva cessato di urlare. Istantaneamente il re scostò da sé l’uomo che cercava di calmarlo, e si avvicinò a lui, mentre Dankar fu scosso da un brivido di paura e consapevolezza. Non gli era mai capitato di usare il suo potere intenzionalmente, ma sforzandosi in un istante riuscì a percepire i sentimenti dell’angelo bianco: divertimento con una punta di preoccupazione. Ma non era pentito di ciò che aveva detto.

Cosa c’è da ridere?!” domandò incredibilmente calmo il re.

Dankar, però, sentiva che era solo apparenza, perché dentro era furente.

L’angelo bianco alzò lentamente lo sguardo, sfidando gli occhi del re, e notò che era lo stesso che lo aveva guardato il giorno prima. Si sentì cogliere da un brutto presentimento e dal desiderio di scappare, ma si impose di aspettare la risposta dell’uomo.

Siete sicuro che sia scappato, sire?” insinuò con l’aria di saperla lunga.

Cos’hai visto?” insisté il re, che voleva informazioni più precise.





19. L’importanza della propria posizione
Un angelo nero, un cattivo angelo nero che ha fatto una cosa piuttosto avventata.” sibilò ancora l’uomo ridacchiando.

Chi?! Descrivilo!” ordinò il re ormai impaziente.

Dankar era sicuro che l’avrebbe guardato, accusandolo e inchiodandolo così senza via d’uscita.

Mi dispiace, ma era buio...” sbuffò l’angelo bianco mentendo palesemente. “Credo che, in fondo, meriti di vivere per ciò che ha fatto, sai?

Il prigioniero teneva gli occhi bassi, ma Dankar comprese all’istante che quell’ultima frase era rivolta a lui. L’uomo non poteva alzare lo sguardo per non tradirsi, però certamente lo aveva già individuato prima, quando tutti erano troppo distratti per prestare attenzione a lui.

Tu...” cominciò il re.

Grazie.” fu l’ultima parola dell’angelo bianco.

Il re si voltò verso di lui e tutti i consiglieri che aveva portato con sé, un gruppetto di circa quindici persone tra la più alta nobiltà del loro regno. Dankar mascherò la sua sorpresa meglio che poté, nonostante fosse consapevole che tutti sarebbero stati stupiti da quelle affermazioni. Come gli altri si guardò intorno, osservò gli altri, che tutti tra loro si studiavano sospettosi, incapaci di credere alle parole dell’angelo bianco. Che fosse uno scherzo, che li volesse semplicemente prendere tutti in giro? Ma il re non pensava fosse così.

Da questo momento fino ad un mio nuovo ordine, resterete chiusi in un’ala del castello finché non avrò scoperto chi tra voi è colpevole di una simile azione, un’offesa di una portata tale che quando metterò le mani sul responsabile lo farò pentire di aver rinnegato la sua natura di angelo nero.

Mentre obbedivano all’ordine del re, seguendolo, Dankar pensò al modo di tirarsi fuori da quella situazione. Non aveva ancora trovato nulla da dire quando il padre fece per chiudere la porta dietro la quale intendeva relegarli.

Padre, anch’io?” tentò guardandolo come i figli guardano i padri quando vogliono ottenere qualcosa.

Il re ebbe un attimo di esitazione, ma nell’istante successivo Dankar lesse la fiducia nei suoi occhi.

Tu vieni con me, Dankar.





20. Il malore di Dankar
Che succede?” chiese quando fu pronto per la battaglia di quel giorno.

Ho indetto un incontro speciale per questa sera, quindi la battaglia è stata rimandata.

Dankar si accigliò. Non riusciva a capire il motivo di una simile mossa.

Io non...

Sembrava che suo padre lo sapesse.

Non capisci? Voglio scoprire qualcosa su quell’angelo bianco fuggito, anzi liberato. Cioè, liberato! Lo capisci? Capisci la gravità della cosa?!” si infervorò tutto ad un tratto suo padre.

Dankar impallidì ancora una volta sentendosi scombussolare dai sentimenti invadenti di suo padre, che si accorse del suo strano comportamento.

Dankar?

Lui si accasciò a terra lentamente, rialzandosi poi in ginocchio mentre il padre gli parlava.

Cos’hai? Che succede?” domandava preoccupato.

Tu... sei tu...” balbettò confuso, con la testa che girava mentre sentiva che la nausea avrebbe potuto sopraffarlo. “È la mia empatia...” riuscì a spiegarsi.

Stai bruciando di febbre...” osservò il padre per poi prenderlo in braccio come un bambino.

Completamente abbandonato e incapace di reagire, Dankar perse i sensi. Non si accorse che il padre lo portava nelle sue stanze dando ordini a destra e sinistra e richiamando i più esperti medici del castello per visitarlo. Il re era però deciso a non perdere l’incontro che aveva richiesto lui stesso, altrimenti non avrebbe saputo come giustificarsi. Era preoccupato per Dankar, non si era accorto che i suoi poteri lo coinvolgessero in modo tanto profondo. Riuscì a parlare con un medico prima dell’incontro.

Da quel che mi avete raccontato, posso fare delle supposizioni...” accennò l’uomo.

Parla.” lo incitò il re.

I poteri di vostro figlio si stanno accrescendo con l’età, e devono essere aumentati quasi all’improvviso, così che ancora non è stato in grado di abituarsi ad essi.

Nelle passate generazioni non ci sono stati casi di questo tipo.

Ma il vostro avo, l’indovino...

Lo so. Ora devo andare.” disse il re per chiudere il discorso.





21. L’incontro
Siamo stati tutti molto sorpresi da questo incontro improvviso.

Coloro che erano dietro al re degli angeli bianchi borbottavano leggermente tra loro, non del tutto fiduciosi in quella riunione speciale richiesta esplicitamente dal nemico per fini sconosciuti.

Vi sono stato costretto.” ammise l’altro re, sostenendo il suo sguardo. “Fatti che richiedevano di essere portati all’attenzione comune.

Dunque, quali fatti?” chiese l’angelo bianco consapevole del fatto che tutti si stessero chiedendo se la cosa fosse collegata agli eventi della notte passata.

Un ragazzo nostro prigioniero è riuscito a scappare questa notte.

Shark.” si intromise lo zio del ragazzo.

Dunque è con voi. Avrei bisogno di porgli alcune domande...

No.” continuò lo zio, sospettoso. “Non ha più fatto ritorno dopo aver liberato e protetto un angelo nero.

Chi?” chiese il re interessato.

Una giovane ragazza. Non sappiamo nulla di lei.

Il re degli angeli neri chiese qualche giorno di tregua per poter sistemare la questione, e nella tarda serata andò a trovare Dankar, che si era svegliato da poco e rifletteva su quanto accaduto. Aveva parlato con un medico molto qualificato e questi gli aveva confermato i suoi sospetti, dopo avergli rivolto alcune domande sugli avvenimenti del giorno.

Il re lo osservò: il figlio non si era ancora accorto di lui. Non credeva che il figlio avesse preso parte alla fuga di quell’angelo bianco, ma poteva essere che Dankar fosse coinvolto in qualche altro modo. Dopotutto, lui non era stupido e sapeva benissimo quanto attaccamento avesse dimostrato il figlio fin da piccolo per la vecchia storia di Arkalis e Juy, anche se pensava che cantare una storia e concretizzarla in qualche cosa fosse piuttosto diverso.

E poi, come avrebbe fatto suo figlio a conoscere un angelo bianco? Un altro angelo che non avesse evocato la sua arma all’istante per distruggerlo sembrava abbastanza improbabile.

Padre...” lo chiamò Dankar, sorprendendolo.





22. Il risveglio nella foresta
Si destò dal profondo sonno che l’aveva colta solo nella prima parte del pomeriggio. La giornata era particolarmente afosa e nonostante avesse dormito all’aperto si accorse di essere accaldata, poi rifletté che era colpa dell’orario, perché la notte non le era sembrata così insopportabile. Alzandosi in piedi si stiracchiò in aria, felice per la ritrovata libertà, che le fece ricordare gli eventi di quella notte.

A pochi passi giaceva Shark, l’angelo bianco che l’aveva salvata, e come prima cosa sentì un forte impulso assassino dentro sé. In quel momento era vulnerabile, e se l’avesse colpito era molto probabile che non avrebbe avuto l’opportunità di proteggersi. Inoltre lei avrebbe potuto dare sfogo alla sua gelosia. Stava quasi per materializzare la sua spada quando le venne in mente Dankar, e in particolare l’espressione che avrebbe assunto sapendo ciò che lei aveva fatto. Mentire non sarebbe servito. Lui non l’avrebbe mai perdonata, se lo sentiva.

Rassegnata si chiese se Dankar non provasse il suo stesso istinto quando gli era vicino, eppure neanche l’angelo bianco dava l’impressione di provarlo. Alcuni dei corti capelli di Shark ricadevano gentilmente sul suo viso, voltato di fianco così come il corpo. Rossi. Uno strano colore addosso ad un angelo bianco, secondo Neyll, che trovava la cosa piuttosto divertente. Lo stava ancora osservando quando l’altro aprì gli occhi.

Per non cadere in soggezione non distolse lo sguardo, sebbene sentisse un lieve imbarazzo per essere stata colta a fissarlo.

Buongiorno, Neyll.” disse Shark tranquillo.

Ormai è pomeriggio.” gli fece osservare lei, un po’ seccata dalla confidenza che l’altro si prendeva.

Abbiamo dormito un po’ troppo...” concordò lui tirandosi a sedere per sgranchirsi le braccia.

Vorrei vedere Dankar...

Credo che lui stia bene. E poi mentre dormivo non mi hai ucciso, nonostante ti fossi svegliata prima di me.” rise lui.

Neyll si stupiva di tutta l’allegria che il ragazzo dimostrava, incapace di capire da dove gli provenisse.

Non ti ho ucciso solo per non far arrabbiare Dankar, e perché in fondo ti sono grata. E non vedo come tu possa sapere se lui sta bene!

Shark sorrise di nuovo, dato che la ragazza aveva ammesso la sua gratitudine.

Sono sicuro che se gli fosse successo qualcosa, lo sentirei.





23. La verità
Eppure era certo di non essere stato visto.

Dankar...

Sento la tua perplessità, il sospetto e la sfiducia che ora provi per me.” disse alzandosi a sedere.

Dunque è vero che il tuo potere si è intensificato...” constatò il re.

Così pare.” rispose non senza provare una certa inquietudine.

Sai cosa voglio chiederti?

Non so leggere il pensiero altrui.” ammise Dankar. “Ma non credo di essere tanto stupido da non poterlo immaginare.

Suo padre sedette sul letto, osservandolo. Dankar si sentiva straziato nell’essere attraversato dalle sue emozioni, ma non poteva cedere, quindi aspettò pazientemente finché il re si decise a parlare.

Non posso crederci senza sentirtelo dire.” confessò il re addolorato e ancora incerto.

Sì, io... mi sono comportato irresponsabilmente.” sussurrò Dankar sconfitto, senza guardarlo.

Non poteva mentire a suo padre, né al suo re.

Il re sospirò, ancora incredulo dentro di sé: ma i suoi sospetti erano reali, e Dankar non tentava neppure di negare.

Tu? Solo tu?

Sì. In cambio lui ha promesso Neyll...

L’hai fatto per Neyll?” domandò il re sapendo quanto i due fossero legati.

Ma Dankar scosse la testa.

Non per questo...” dovette spiegare pur avvertendo la speranza del padre svanire per lasciare il posto alla delusione.

Il re si alzò, allontanandosi di qualche passo. Neppure lui sapeva cosa fare ormai.

Dankar...” sospirò profondamente ferito.

Morirò?” chiese a bruciapelo il figlio. “Sarai tu ad uccidermi?

Sapeva di impietosirlo, ma non aveva altra scelta se non far leva sulla loro parentela per sopravvivere. Sentiva la confusione e l’indecisione lottare nel cuore del padre, forti come se li stesse provando lui stesso, nonostante ora l’altro si fosse allontanato da lui. Doveva ancora imparare a controllare meglio il suo potere.

Stanotte rifletterò. Sono quasi certo di esiliarti nel regno degli uomini...

Dankar si morse le labbra, insofferente: nulla lo irritava di più che sentir nominare quegli esseri tanto inferiori. Però, se così avesse potuto continuare a vivere, forse gli sarebbe bastato. Ma c’era un’altra cosa di cui aveva bisogno... solo una.





24. Liberare Dankar
Io non la penso come te.” dichiarò Neyll decisa. “E dato che non si è fatto vedere per tutto il giorno sarà meglio indagare per scoprire se sta bene. Inoltre, non sappiamo nulla su cosa può essere accaduto durante questo giorno di battaglia.

Hai ragione. Scusa. Faremo come dici tu.

No.” affermò risoluta. “Tu non puoi introdurti nel castello, sia perché io non lo posso permettere, sia perché questa volta si tratta del mio debito con Dankar. Io voglio aiutarlo ad essere felice nel solo modo possibile.

Quale?” chiese Shark vedendola completamente diversa dal giorno prima.

I suoi capelli luccicavano splendenti in quell’aria, di un nero profondo eppure così incredibilmente brillante, nonostante fossero diversi da quelli di Dankar, di un dolce biondo castano che lo avrebbe reso facilmente mimetizzabile in un campo di grano.

Andrete via, da qualche parte.” disse Neyll con tristezza. “L’unico modo per stare insieme è quello, e credo che sia tu che lui lo desideriate, per quanto io trovi la cosa insopportabile, riprovevole, contro la natura dei nostri istinti...

Ho capito, ho capito.” annuì Shark. “Ma non molto tempo fa Dankar mi ha detto che anche gli animali in conflitto talvolta si alleano o diventano amici. Sono legami molto profondi.

Non credo che siate due animali, né che il vostro legame assomigli a quello di Arkalis e Juy. Credo alla storia ma preferisco non pensarci troppo, dopo tutte le volte che Dankar mi ha costretta ad ascoltarlo!

Io che devo fare nel frattempo?

Verrai con me fino ai margini della foresta, convincerò Dankar ad utilizzare i passaggi segreti del castello per uscirne.

I passaggi... sono uscito da lì.

Lo immaginavo. Dankar me ne ha parlato tempo fa. Io però non conosco la strada, quindi posso solo tentare di raggiungerlo sfruttando il fatto che sono un angelo nero e che non tutti sanno che io sono stata catturata nell’ultima battaglia.





25. I ricordi di Neyll
Buona fortuna.” disse serio Shark. “Buon lavoro.

Credo sia l’ultima volta che ci parliamo.” disse Neyll. “Non sentirò la tua mancanza.

Io potrei sentirla.” le sorrise per l’ultima volta l’angelo bianco.

Neyll gli concesse l’unico sorriso che sentiva di potergli dare e si incamminò, senza più voltarsi indietro. Ripensò alle decisioni prese e soffocò l’istinto di tornare indietro per uccidere Shark, che tutto sommato non le stava antipatico come si era aspettata. Certo, le bruciava il fatto che un angelo bianco le avesse rubato Dankar, in tutti i sensi, ma era fedele prima di tutto a lui, al suo principe, e in fondo un po’ se l’era sempre immaginato che l’altro avrebbe potuto prendere il volo con un angelo dalle ali di colore diverso, proprio come cantava quando aveva per la testa quella che tutti definivano la leggenda di Arkalis e Juy.

Erano dei dolci ricordi: lei amava moltissimo sentirlo cantare, mentre la sua voce spesso bassa per non farsi sentire avvolgeva lo spazio attorno a lei facendole provare emozioni che nessun altro poteva suscitarle. Riuscì ad entrare nel castello abbastanza facilmente, ma non sapeva cosa cercare con precisione. Dankar era stato scoperto? Imprigionato, scappato? Scosse la testa, conscia del fatto che non doveva farsi prendere dal panico.

Fu però stupita di trovarlo nella sua stanza, addormentato in un sonno apparentemente piuttosto agitato.

Dankar, svegliati. Dankar.” lo chiamò leggermente incerta.

Shark...

Sentendo quel nome le passò per la mente l’idea di fargli del male, ma se ne pentì subito, e respirò a fondo scuotendolo più forte.

Sveglia!” ordinò senza alzare la voce.

Neyll... Neyll, stai bene. Non sai come mi sono preoccupato. Sono contento di vederti.” disse subito lui abbracciandola un momento. “Allora Shark ti ha liberata...

Sì. Ma ora abbiamo cose più importanti a cui pensare, per esempio a te e Shark.

Che vuoi dire?” chiese lui tenendosi una mano sulla testa.

Stai male?” domandò la ragazza preoccupata.

No, non preoccuparti. Shark dov’è?





26. Decisioni importanti
Neyll sapeva che il suo pensiero sarebbe andato all’angelo bianco appena possibile, e capì che anche se lo avesse voluto e desiderato con tutte le sue forze, ormai non ci sarebbe stato più nulla da fare per cambiare la situazione. Gli raccontò velocemente ciò che era successo.

So che non ti piacerà sentirlo, ma l’unico posto dove tu e Shark potreste vivere insieme...

Il regno degli uomini. Lo so. Mio padre mi ha praticamente detto che mi esilierà lì, credo solo per non uccidermi. Quindi comunque farò ciò che devo senza esservi poi costretto realmente... anche se in verità lo sono. Ma non importa.

Shark è fuori ad aspettarci. Mi sembra di vivere una specie di sogno...

Che vuoi dire?

Sulle ali della leggenda, sulle ali della storia di Arkalis e Juy, sulle ali dell’amore è nata la storia di Dankar e Shark...” bisbigliò la ragazza con le lacrime agli occhi.

Neyll...

Allora, tuo padre sa che sei stato tu.

In un certo senso, era fin troppo facile.

Già.” disse il re.

I due ragazzi sussultarono contemporaneamente e poi si voltarono, vedendo il re.

Sire...” sussurrò Neyll preoccupata.

Non intendo lasciarvi andare.

Parlava come se ogni parola gli costasse un incredibile sforzo, e dopo un istante materializzò la sua spada. Aveva preso la sua decisione. Ma non era l’unico ad aver preso una decisione importante. Neyll non esitò e fece comparire a sua volta la spada.

Neyll...” sussurrò Dankar sentendo l’onda crescente di amore e disperazione che attraversavano la sua unica amica.

Lo terrò occupato finché non sarai scappato. Vai!

Sciocca.” disse semplicemente il re.

Io sono fedele al mio principe!” urlò Neyll lanciando il primo attacco.

Consapevole del fatto che se si fosse fermato lì avrebbe reso l’azione inutile, Dankar si diresse al passaggio segreto che si apriva dalla sua stanza. Non si voltò a guardare lo scontro, neppure quando udì i primi rumori delle spade che s’incontravano. Si sentiva ancora poco bene, debole e affaticato dalle emozioni che i due angeli neri gli avevano trasmesso. Non riusciva a controllare sufficientemente il suo potere tanto da tenerlo spento.





27. Promesse
Gli fu necessario un po’ di tempo, ma quando raggiunse l’uscita nella foresta si voltò indietro: nessun rumore proveniva da lì. Suo padre non poteva sapere dove fosse diretto. Ripensò a Neyll e si sentì colpevole ed egoista, ma ciò ch’era fatto era fatto. Si guardò intorno in cerca di Shark, che uscì dal suo nascondiglio appena lo ebbe riconosciuto.

Shark.

Lo abbracciò sollevato, contento come non mai di vederlo, e l’angelo bianco si accorse subito che qualcosa non andava.

Stai male? Neyll?

Credo che non la rivedrò mai più. Non sto bene a causa dei miei poteri...

Mi dispiace per Neyll, so che le volevi bene, Dankar. Cosa dobbiamo fare?

Il regno degli uomini. Il loro mondo è l’unico nel quale possiamo vivere insieme, senza essere neppure riconosciuti per la nostra natura. Loro non hanno alcun potere, e inoltre questo era ciò che voleva Neyll per noi.

E tu sei d’accordo?

Non era tra i tuoi sogni esplorare il mondo intero, tra cui anche quello degli uomini?

Con te andrei ovunque, Dankar...

Perché ora mi chiami Dankar?

L’ho promesso a Neyll questo pomeriggio. Le ho promesso che ti avrei chiamato Dankar. Come vedi anche io ho delle promesse da mantenere con la tua amica...

Dovremo passare, anche se non per molta parte, per il territorio degli angeli bianchi.

Se ne incontreremo qualcuno, lotteremo. Prometto di non abbandonarti per nessuna ragione.

Prometto anche io.

Shark rise.

Credevo che non saresti morto neppure per tuo padre.” gli fece notare.

Neanche tu.” ribatté Dankar allo stesso modo.

Shark lo prese per mano e cominciò a camminare, subito seguito dall’altro.

Così non ti perderai.” gli disse ripetendo le parole che l’altro gli aveva rivolto poche ore prima.

Dankar annuì e lo seguì, nonostante il malessere. Doveva resistere.





28. Il controllo di sé
Avere la fortuna di non incontrare nessuno forse sarebbe stato chiedere troppo. Shark sapeva mimetizzarsi abbastanza bene e probabilmente essendo un angelo bianco sarebbe stato in grado di passare inosservato, se fosse stato da solo, ma Dankar era già debole a causa della sua lotta interiore, e oltre a rallentare l’avanzata in un certo senso lo appesantiva.

Shark, aspetta.” disse cercando una pausa.

Cosa c’è?” chiese Shark rendendosi conto solo in quel momento dello stato in cui era l’angelo nero.

Siamo sicuri di quello che stiamo facendo? Non mi sento bene... forse dovresti lasciarmi qui.

Sei pazzo?! Ho promesso poco fa che non ti avrei abbandonato per nessuna ragione!

Credo che tra poco crollerò.

Non ti abbandonerò, capito? Non posso farlo! Anche a Neyll ho promesso che ti avrei protetto. Vuoi che il suo impegno sia stato inutile? Se non stiamo insieme, lei per cosa avrà mai lottato?

Dankar si stupì di sentire tanto affetto per Neyll da parte di Shark: l’aveva conosciuta per un solo giorno, eppure la considerava importante, e non poteva essere soltanto perché gli aveva detto quanto la ragazza fosse importante per lui. Vergognandosi per i propri pensieri respirò profondamente, e si sentì subito meglio, libero da ogni interferenza esterna.

Hai ragione.” affermò alla fine.

Si accorse che non percepiva più nulla da parte di Shark e lo guardò meglio, e in quel momento sentì riaccendersi i suoi sentimenti. Quando riuscì nuovamente a scacciarli capì che era riuscito a dominarsi, proprio come aveva fatto un istante prima.

Dankar... tutto bene?

Sì, mi sento molto meglio. Tu hai ragione in tutto, io voglio stare con te e non voglio rendere vani gli sforzi di Neyll per aiutarci.

Bene, allora andiamo.

Non incontrarono nessuno e si tennero lontani dalla piccola cittadella costruita dagli angeli bianchi durante quella lunga guerra. Ma si fermarono bruscamente ritrovandosi davanti un angelo bianco che li osservava con serietà: era lo zio di Shark.






29. La libertà
Aspettarono che fosse lui a rivolgere loro la parola, ma quando si resero conto che non avrebbe detto nulla Shark si decise a parlare.

Zio...

Shark.” rispose l’altro allo stesso modo.

Vuoi fermarci?” chiese cauto, ponendosi inconsciamente davanti a Dankar.

So cosa volete fare.

E... vuoi fermarci?” ripeté ancora Shark, studiandolo.

Non voglio ucciderti.” ammise lo zio. “Non so cosa direbbe tuo padre. Tuttavia, anche tra i nostri ci sono indovini e stregoni, seppur rari, e così ho una vaga idea del luogo dove intendete andare.

Perché sei qui?” domandò Shark.

Per salutarti. E guarda la strada più semplice.” disse indicandola. “Quello è un mondo difficile, ma penso che voi due possiate farcela.

Non vuoi uccidere neanche me?” si azzardò a chiedere Dankar.

No. So che hai salvato Shark, e questo è sufficiente.

Shark e Dankar proseguirono senza più esitare. Non ci furono abbracci né altre parole, soltanto un cenno della testa. Shark sorrise tra sé e sé, contento per quel piccolo gesto. Si voltò ad osservare Dankar e scoprì che era molto più rilassato di prima, e non sembrava stanco a causa dei suoi poteri né nervoso. Anche senza nessuna empatia sentiva che l’altro doveva provare la sua stessa leggera euforia, quel formicolio di aspettativa che ti portava ad andare avanti con fiducia.

Dankar vide che Shark si era voltato ad osservarlo e ricambiò lo sguardo per fargli capire che stava bene. Era vero che non sapevano esattamente dove stavano andando, né cosa avrebbero incontrato, ma si sentiva abbastanza tranquillo. Non provava paura, e neppure Shark ne provava. Neyll poteva essere fiera di come stavano andando le cose. Certo, era triste non poterla più vedere, ma si fece forza proprio pensando ai sentimenti che la ragazza provava per lui. Le vennero in mente alcune delle sue ultime parole e sorrise.

Sapeva che sarebbe andato tutto bene.





30. Epilogo
Il bambino rise battendo le mani, felice. Adorava la voce della madre e sentirla cantare gli procurava molta emozione. Tutti quanti amavano la sua voce, sebbene essa fosse rimasta sconosciuta per molto tempo.

Zitto! O non riesco a sentire la mamma.” gli disse il fratello maggiore. “Dai, comincia dall’inizio.

Ascoltate quest’oggi la storia
che di questa gente non narra gloria
ma un legame profondo
che ha sfidato il mondo.

Arkalis, spada in mano da principino
salvò in guerra un altro bambino:
ali bianche, Juy il suo nome,
sopravvissuto alla distruzione.

Il castello ha i suoi segreti
ma non parlan le pareti;
ho viaggiato per il regno intero
al solo scopo di scoprire il vero.

Juy, angelo bianco senza pari
proteggeva il fratello dai suoi eguali,
ma ecco il sogno dell’indovino:
fu avvelenato durante il cammino.

Quando ormai fu tutto vano
ecco Arkalis, spada in mano;
Juy è morto da vero re,
e ha portato il fratello con sé...

Ascoltate di nuovo la storia
che di questa gente non narra gloria
ma un legame profondo
che ha sfidato il mondo.

Shark nella foresta andò
e il giovane Dankar incontrò,
ma la sua voce l’aveva stregato
tanto che ne rimase affascinato.

Ecco tutti contro i due ragazzi
ad indicarli subito come pazzi,
ma dai regni essi sono fuggiti
e mai più son ritornati.

Sulle ali della leggenda,
sulle ali della storia di Arkalis e Juy,
sulle ali dell’amore è nata la storia
di Dankar e Shark...

La dolce voce di Neyll si abbassò progressivamente fino a spegnersi. Uccidendo il re aveva ottenuto il suo attuale ruolo nella scala sociale, sebbene non se lo sarebbe mai aspettato, e aveva due bellissimi bambini che adoravano sentirla cantare le vecchie leggende. Vedendo che si erano addormentati sul suo letto li coprì entrambi, sorridendo. Guardò fuori dalla finestra chiedendosi come stessero Dankar e Shark, se si trovavano bene nel mondo degli uomini oppure no, se sapevano che lei era ancora viva... ma erano pensieri inutili, perché l’importante era che tutti sapessero la verità e che Dankar e Shark fossero felici.










Fine
   
 
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