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Autore: cranium    04/02/2014    2 recensioni
Raccolta di brevi One shots dedicate ai fratelli di Suna, AU e completamente slegate temporalmente tra loro, che vanno dal demenziale all'angst peso.
#1. Di assorbenti, destino infame e bionde terribili: i due uomini di casa devono fare la spesa e si ritrovano con seri problemi.
"Fissa il fratello da sotto la frangia rosso fuoco: con quel vistoso trucco viola sul volto e il cappuccio nero calcato sulla testa, pare un delinquente più di quanto non lo sembri lui; ciò nonostante sono lì, il carrello pieno di schifezze, cibi in scatola, dentifricio alla mela, ad aspettare che le luci al neon gli indichino la strada da seguire."
#2. Buona condotta: Gaara e il suo passato incontrano Naruto Uzumaki.
#3. Good morning, Kankuro! Kankuro viene svegliato troppo presto "Kankuro sbatte la spalla contro la porta, il mignolo contro lo spigolo di qualcosa di indefinito, nella sua vista offuscata della mattina.
Ha la bocca impastata, la lingua che sa ancora di Montenegro e fragole, le dita appiccicose, il trucco evidente sulle guance e i capelli indecenti: lo scenario perfetto per spaventare chiunque sia riuscito a portarlo giù dal letto."

Peace, Love and Sabaku no Brothers! ♥
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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  Nda: one shot brevissima, che è la prima parte della prossima che pubblicherò as soon as possible!

Gaara è terribilmente OOC, vi avverto care, ma si parla di San Valentino, non sono riuscita a tenerlo Ic, mi dispiace.

Ma in compenso, nel prossimo, ci sarà un po’ più di azione e soprattutto si scoprirà chi è la moretta nominata anche nella seconda One shot (troppo facile!);)

Vi lascio con un po’ di autospaaam:

Half of what I say is meaningless, but I say it just to reach you. (contiene Gaara/ Temari, Shikamaru/Temari, magari può interessarvi. Vagamente angst.)

Questa pace è solo acqua sporca e brace. (arrivata terza al contest Crack pairing di stella98f, e vincitrice del premio originalità. Parla del '68 in Italia vissuto dai tre protagonisti: Konan, Yahiko, Nagato.)

Peace, Love and Sabaku no Brothers!

 

 

 

ANOTHER BRICK IN THE WALL.

 

Valentine 1.0

 

Forse i sogni di Gaara sono troppo scontati e contati, per venire presi in considerazione da una qualsiasi forza maggiore, che governa il mondo.

Forse sperare di passare una serata tranquilla, preparare la cena per la sua famiglia e magari noleggiare una commedia da guardare davanti alla televisione, questo venerdì è davvero impensabile.

Probabilmente perché quel giorno sarà San Valentino e per la prima volta lo festeggerà a Konoha.

Non che abbia voglia di solennizzare una festa tanto stupida e senza significato, ma, suo malgrado, è stato coinvolto in un gioco più grande di lui e più spaventoso della roulette russa.

Non fa a meno di pensarci, di controllare i compiti scritti ordinatamente sul diario e di vedere quella data infame cerchiata con un pennarello rosso sangue, ripassata fino a quasi trapassare il foglio sgualcito. Nessun cuore, nessuna dedica particolare, solo una firma veloce “Ino Yamanaka”.

 Un nome, una garanzia.

Alla fermata dell’autobus, questa mattina, mentre cercava di farsi il più trasparente possibile, vicino ad un Naruto tutto esaltato per l’appuntamento che era riuscito ad ottenere con “una mora con un sedere da paura” a quanto si vantava, la ragazza si era avvicinata, incrociando le braccia sotto il seno prosperoso e iniziando a battere ritmicamente la punta delle ballerine sull’asfalto.

Gaara l’aveva guardata un poco scettico, memore del disgraziato incidente con gli assorbenti di qualche giorno prima, e della ancora più disgraziata passione del neo cognato per le bionde psicopatiche.

Ino, nella divisa scolastica della loro scuola e con quegli occhi azzurri e chiarissimi, sarebbe potuta sembrare un angelo, per chiunque non conoscesse la natura potenzialmente distruttiva di alcune donne, ma per lui, abituato a ben peggio, era un’animale feroce in procinto di sbranarlo.

− Ehi tu, dico proprio a te, hai una Valentina? – gli aveva chiesto e per poco il cervello di Gaara non aveva chiuso la serranda e era partito per una poco meritata vacanza. Non aveva avuto neppure il tempo di balbettare una scusa idiota, come l’anniversario della morte del pesce rosso, che Naruto, grattandosi la testa bionda, aveva risposto al posto suo:

− Ciao Ino! Mi dispiace, stavo giusto raccontando al mio amico di essere riuscito ad ottenere un sì per una cena, e poi tu non saresti proprio il mio tipo.

Gli occhi della ragazza erano diventate due braci incandescenti, e, nonostante il biondo fosse molto più grande di lei fisicamente, lo aveva preso per il colletto della camicia e iniziato a strattonare in modo incontrollato, continuando a ripetergli che era solo una testa quadra.

Poi lo aveva indicato con le sue unghie affilatissime e laccate di rosso, preciso al petto, come un’arciere e gli aveva fatto capire che probabilmente non aveva altra scelta di chiederle un appuntamento, prima di vederla scoccare seriamente una freccia.

Lei se ne era andata, non prima di avergli sequestrato il diario e scarabocchiato malamente la data del 14 Febbraio, senza neanche ringraziarlo, promettergli che non gli avrebbe fatto del male, sgambettando e raggiungendo Sakura Haruno, la sua migliore amica e iniziando a parlottare misteriosamente.

− Certo amico che quella ha proprio un bel caratterino! – gli aveva detto Naruto, dandogli una pacca sulla spalla.

Peccato che quello fosse solo l’inizio.

Ora, al tavolo della cucina, con Shikamaru che gli detta i passaggi degli esercizi di matematica, che da solo non è riuscito a fare, Temari, che mordicchia il tappo di una penna bic, seduta davanti a lui e quella data marchiata sul calendario, si sente tra due fuochi piuttosto pericolosi e insistenti.

− Quindi – inizia – uscirai con quella lì a San Valentino. –

Shikamaru ride e si becca un’occhiataccia.

− A quanto pare. – Gaara sbaglia a scrivere i numeri, li cancella con la scolorina, che gli impiastriccia tutto il palmo.

− E cosa farete? – Temari smette di torturare la penna, e lo costringe a interrompere il suo lavoro, per concentrarsi su di lei.

− Non lo so, non ci voglio neppure pensare. – cerca di sembrare il più traumatizzato possibile da quel gigantesco evento, ma lo è per lo più a causa della reazione della sorella.

− Ino odia le cose improvvisate, sarà meglio che l’avverti  qualche giorno prima di dove la vuoi portare per l’appuntamento, ricordatelo. – lo avverte Shikamaru, e persino Katy Perry, che fracassa le meningi dalla camera di Kankuro si ammutolisce. Temari non gli risponde neppure, ma Gaara avverte sotto il tavolo uno spostamento d’aria e subito dopo un gemito di dolore del ragazzo, un calcio ben assestato sugli stinchi e probabilmente una ramanzina appena usciti di casa.

− Lui con quella lì da solo non ci esce! –

Gaara non riesce a capire se tutto questo fervore sia dovuto alla gelosia nei confronti della ex, e attuale migliore amica, del suo ragazzo, oppure a quella un po’ materna, un po’ di sangue, da donna, che ha per lui. Gli fa piacere sentirsi voluto, gli scalda il cuore ed è una sensazione che prova da poco, ma se ne è già assuefatto totalmente.

Lui, d’altro canto, non esce con Ino solo perché – nonostante sia psicopatica – è una bella ragazza, ma più che altro perché non avrebbe nessuno con cui passare la serata, e conosce così poca gente a Konoha, da doversi adattare – senza rammarico – facilmente. E probabilmente non guasta sapere di essere tenuto sotto stretta sorveglianza da Temari, lui che fino a poco tempo prima odiava con tutte le sue forze il controllo del carcere minorile, ma sua sorella è dolce, o almeno ci prova, è materna come i biscotti caldi la mattina e bella come poche altre donne e lo fa sentire dannatamente speciale.

Dopo Naruto è stata la prima persona a mettere un lumino sotto il suo cuore, per scioglierlo dal ghiaccio, e rimarrà l’unica ad essere riuscita a perforarlo definitivamente solo con il suo abbraccio goffo e il suo amore tiepido.

Si chiede spesso se lui dovrebbe essere geloso di Shikamaru, almeno un poco, solo per farla sentire amata allo stesso modo, ma poi si ricorda l’impronta degli anfibi di Temari sul sedere di Kankuro e allora non ci pensa più.

Forse perché sua sorella è così forte da riuscire a bastarsi da sola.

Ricorda ancora quando sosteneva l’equilibrio della loro fragile famiglia da sola, senza che nessuno glielo chiedesse o imponesse. Quando Kankuro non aveva ancora capito che, scoprire di essere omosessuale, non comportava necessariamente il cambiare stile di vita ogni giorno, passare da buddhista ascetico, ad attivista vegan e ambientalista. Quando loro padre tornava, quelle poche volte, e se mangiava troppo il suo stomaco rigettava tutto, per colpa delle schifezze che si era bevuto prima. Allora Temari preparava almeno tre piatti diversi ogni sera, senza fiatare.

Quando Gaara veniva trattenuto in presidenza, era sua sorella ad andare a prenderlo, a scusarsi per l’assenza dei genitori, a promettere di punirlo tutte le volte, come se potesse fare seriamente qualcosa per il fratello.

Aveva tirato avanti da sola, sempre, non aveva mai avuto bisogno di nessuno al contrario di lui, che ora si trova a cercare una qualsiasi briciola d’amore.

 − Verrà a mangiare con noi, andremo da Ichiraku tutti assieme, non posso lasciarlo solo con quella scostumata. – decreta Temari e i due ragazzi non possono fare a meno di acconsentire.

Sanno che sarà strano, stranissimo, eppure Gaara non può fare a meno di sorridere.

Kankuro entra in cucina sculettando, con il petto nudo e tatuato e un paio di jeans strettissimi e corti fino al ginocchio – ‘Cause baby you’re a firewoooork! – canta, raggiunge il frigorifero e prende la panna montata. Sotto lo sguardo attonito di Temari, si spruzza una generosa quantità di dolce in bocca e torna a stonare ogni nota di Firework, sputacchiando in giro.

− Che c’è? – chiede, ma nessuno ha la forza di rispondergli.


  
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