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Autore: holls    13/06/2008    4 recensioni
“Grazie!”. Dietro di me odo una voce femminile, pare quasi di una bambina.
Mi volto per risponderle “Non c’è di---“
Non c’è nessuno.
Silenzio.
La stazione è vuota!
“Chi ha parlato?!”
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando questa mattina mi sono svegliato, ho pensato che fosse stato tutto un sogno. La litigata con Daiana, il licenziamento, l’ultima corsa della metro, Lily e la promessa. Ma il solo fatto di essermi risvegliato nel letto della mia vecchia casa ha confermato tutti gli avvenimenti di ieri. Fortunatamente la linea 2 è vicina sia alla casa di Daiana che a quella in cui abitavo precedentemente, per cui non ho avuto molti problemi.

Ed eccomi qui, in cucina, davanti a una tazza di buon caffè-latte. Giro svogliatamente il cucchiaino, mentre con un’occhiata distratta guardo il telegiornale.

Cosa dovrei fare, innanzitutto? Le informazioni datemi da Lily sono piuttosto scarne, ed andare a casaccio in giro per la città non mi aiuterà di certo. Forse la cosa migliore sarebbe chiedere ai vicini, sicuramente più anziani ed esperti di me.

Finisco frettolosamente il contenuto della tazza e, dopo aver sparecchiato alla buona, mi dirigo in bagno.

La cosa che odio più di tutti sono i miei capelli: con quella maledetta ritrosa nel mezzo non c’è mai verso di farli stare a posto! E soprattutto, cosa ancora peggiore, è sopportare le prese di giro della vecchiaccia che sta al piano di sotto. Ma è inutile scaldarsi tanto, di sicuro non risolve la situazione.

Capelli sistemati –più o meno-, barba –per quella che c’è- fatta, messi i primi vestiti scelti a caso… direi che possiamo cominciare. Mi dirigo verso lo sgabuzzino in cerca di oggetti utili: mi sento un piccolo esploratore! Prendo il coltellino svizzero, una piccola pila e, cosa più importante, una cartina della città, comprata poco dopo essermi trasferito qui. Infilo tutto in una borsa, dopodiché esco di casa, orgoglioso.

Arrivato sul pianerottolo, penso a chi potrei suonare: intanto potrei cominciare da Emilia che, sebbene giovane, vive qui da abbastanza tempo per poter rispondere alle mie domande. Suono timidamente il campanello, sperando di non disturbare. Da dentro però si sente una voce maschile. Infatti ad aprirmi è un uomo.

“Ehi, bello, tutto a posto?”

Un momento…dov’è Emilia? Chi è questo buzzurro?

Un enorme tanfo di tabacco invade il piccolo pianerottolo, facendomi appena tossire. Forse è meglio se me ne vado.

“Mi scusi, ho sbagliato campanello e…”

“Eh no, bello! Mi hai distratto dalla partita all’ultimo sangue dei Cardiff Blues contro i Tigers! Adesso non puoi mandarmi via a bocca asciutta eh, bello?”

Cardiff Blues…Tigers… mi sembra di averli già sentiti da qualche parte. Che siano squadre di baseball?

“Ehi bello! Non dirmi che non sai chi sono i CarBlues e i Tigers! Hai bisogno di un po’ di cultura, bello! Entra dentro e impara!”

Oddio… ma che vuole questo da me?! Non posso permettermi di perdere tempo! Devo trovare Emilia, innanzitutto…

Troppo tardi.

Il puzzone mi trascina dentro con sé, sbattendo la porta con vigore. Devo intervenire, devo risolvere questo pasticcio!

“Mi scusi ma io…”

“Amore, chi è a quest’ora di mattina…?”

Non faccio in tempo a voltarmi per vedere chi è, che subito la ragazza mi si butta al collo.

“Adam! Ehi! È una vita che non ci vediamo! Come stai!”

La figura ancora in pigiama di Emilia mi stordisce, mentre con le braccia mi stritola amichevolmente.

“Emilia! Tutto bene, grazie. Sono venuto qui perché avrei bisogno di un grosso favore…”

Arrossisco un po’ per l’imbarazzo di essere venuto qui solo per chiedere aiuto. Ma Emilia sembra non farci caso, sorridendo e annuendo di fronte alla mia richiesta. Intanto il suo –presumo- fidanzato si è rimesso comodo sul divano continuando a seguire la partita di…rugby!

Io ed Emilia andiamo in cucina, fortunatamente non intrisa di quel forte odore di tabacco, grazie alle finestre aperte che fanno entrare aria e luce. La cucina è molto carina, arredata in maniera semplice su un colore bianco panna, che caratterizza gran parte del mobilio.

Scherzosamente mi porge la sedia come fanno gli autisti ed io, altrettanto scherzosamente, mi siedo.

Emilia, ancora in pigiama, si versa un po’ di caffè dentro una piccola tazzina e la poggia sul tavolo; poi si siede.

“Allora, Adam, dimmi tutto!”

Il suo tono sembra entusiasta. Spiego brevemente la situazione, mentre lei pensa concentrata.

“Una torre eh… l’unica che mi viene in mente è la Torre della Discordia. Si trova in Piazza Puccini, di fronte a quella gelateria che ti piaceva tanto, ricordi?”

Faccio mente locale e annuisco ricordando il luogo. Certo che non ci potrebbe essere nome più azzeccato per quella torre…

Ora che ci penso è abbastanza vicina. Forse potrei arrivarci a piedi, o con un autobus.

“E di un negozio con un pagliaccio sai nulla?”

“Un pagliaccio, dici… Mmm… No, non mi viene in mente niente, mi spiace! Ma spero di esserti stata comunque utile.”

“Sì, certo! Sei stata utilissima, non mi ricordavo proprio di quella torre. Grazie Emilia! Partirò subito per le mie ricerche.”

Emilia ridacchia.

“Ma come mai devi raggiungere questo posto?” Il suo sguardo si fa ironico. “Devi andare a qualche appuntamento?!”

“Qualcosa del genere, sì.”

Ho preferito non dirle nulla di Lily, ma solo che stavo cercando un certo posto. Non mi avrebbe creduto e non avrebbe accettato di aiutarmi. Pensandoci bene, nessuno mi avrebbe creduto… Perfino io stentavo a crederci!

Saluto affettuosamente Emilia e il suo fidanzato e mi incammino verso la meta prestabilita: si comincia!



Onestamente non so perché sto continuando questa storia, visto che non interessa a nessuno se non a me X°°°D Ma la finirò, anche perché nella sua versione su word è quasi finita...Comunque ripeto che mi piacerebbe ricevere commenti e\o critiche costruttive ^^ A presto :D

   
 
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