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Autore: BlackRose96    05/02/2014    5 recensioni
Siamo noi a scegliere chi amare o è l'amore a scegliere noi?
A tentar di risolvere questo dilemma è proprio Draco Malfoy, da sempre abituato a non provare sentimenti per nessuno, che costretto ad affrontare una maledizione scagliata contro la sua famiglia secoli fa, capisce che la sua unica ancora di salvezza è lei: la lurida mezzosangue.
Dal prologo:
"Guardai la luna, l’unica compagnia che avevo durante la prigionia, oltre ai miei carnefici. Era pallida, circondata dagli astri e dalle costellazioni. I miei occhi ne scorsero una in particolare. La costellazione del drago. Un momento di lucidità. Le sue azioni non potevano restare impunite. Mi sarei vendicata, non m'importava se quando sarebbe successo il mio corpo sarebbe diventato cenere da secoli o da millenni. Me l’avrebbe pagata, in un modo o nell’altro.
Eravamo arrivati sul patibolo, centinaia di persone mi guardavano, ma non m’importava, il mio sguardo era concentrato solo su uno. Draco Malfoy. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Cedric Diggory, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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                                                                Capitolo 12




Un appiccicoso liquido color cremisi sgorgava dalle dita spaccate di Draco, colando lungo le nocche contratte fino ai polsi imprigionati da strette catene mezze arrugginite. Una goccia del medesimo colore gli colava dalla fronte imperlata dal sudore, per poi scorrere lenta lungo lo zigomo scolpito.
Una risata sadica echeggiò per le antiche mura di pietra della stanza, ricoprendo persino i gemiti di Draco..


Quella mattina, la scuola di Hogwarts era in subbuglio: tra i serpeverde circolava la voce che la mezzosangue amica di Potter avesse ucciso il loro leader biondo e si fosse messa in fuga, mentre, tra i grifondoro, l’esatto opposto.
Il culmine della tensione fu raggiunto quando il prefetto dei serpeverde, Pansy Parkinson, urtò per sbaglio la piccola di casa Weasley.
«Guarda dove metti i piedi, pezzente!» ringhiò rabbiosa la serpeverde.
«E tu dove cammini, oca giuliva!» urlò di rimando la rossa, che fu trascinata via all’istante dal suo ragazzo.
«Ma che carino Potty, porta via la tua ragazza prima che si faccia male. » ghignò Pansy.
«Taci, Parkinson.» rispose calmo Harry. Il suo, sembrava più un consiglio che un avvertimento.
«Come osi?» urlò infatti Ginny, che nel frattempo si stava divincolando dalla presa di Harry per fiondarsi sulla serpeverde.
«Vedi di sparire, come ha fatto quella lurida mezzosangue della tua amica! Voi siete suoi complici, non è così?»
«Adesso basta, Pansy.» ordinò secco Blaise cercando di mettere acqua sul fuoco, che era accorso dall’amica non appena aveva visto la scena da lontano.
«Abbi almeno il buongusto di tacere, Zabini. Dovresti difendere il tuo migliore amico da certa plebaglia invece di startene zitto e buono.»
«Draco non ha bisogno di essere difeso perché nessuno l’ha chiamato in causa, se non tu.
Fino a prova contraria sei tu che stai attaccando la mia ragazza e la mia migliore amica.» le fece notare Harry Potter.
«Magari voi non l’avete chiamato in causa, ma la vostra amica si! E sono certa che voi sappiate dov’è.» sibilò Pansy.
Harry stava per ribattere, ma fu preceduto da Ginny, che, inevitabilmente, scoppiò in una risata fragorosa, facendo avvampare le guance della serpeverde di rabbia.
«Cosa sta succedendo qui?» tuonò la voce della vicepreside tra la calca che si era formata intorno a loro.
«Stupida traditrice del suo sangue…» sibilò inviperita Pansy avvicinandosi pericolosamente alla grifondoro.
«Parkinson, torna subito nel tuo dormitorio! 10 punti in meno a serpeverde!»
«Oca!» ribattè Ginny ignorando bellamente la  McGrannitt.
«Ora basta! Voi quattro, seguitemi immediatamente nell’ufficio del preside!»
«Quattro, professoressa?» chiesero increduli e all’unisono Blaise Zabini e Harry Potter.
«Tutti e quattro ho detto. Ora!»

 
Hermione guardava con orrore la scena dall’alto, i tentativi del ragazzo di liberarsi dalle catene andare a vuoti, i singhiozzi, la sua disperazione, tutto sembrava avere un’unica causa: lei.
Era a causa sua se il ragazzo non aveva scoperto in tempo come spezzare la maledizione, e, di conseguenza, ora stava patendo le pene dell’inferno prima di subire una morte atroce.
Fluttuò per la stanza, nel tentativo di capire da chi provenisse quella risata. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Tentò di raggiungerlo, ma non ci riuscì.


Hermione si svegliò di soprassalto, terrorizzata. Si scostò i capelli dalla fronte sudata, nel tentativo di calmarsi e fece per alzarsi per andare a prendersi un bicchiere d’acqua, ma nel poco spazio disponibile nella tenda che avevano arrangiato, inciampò in qualcosa che fece svegliare anche Draco.
«Granger ma che…» sbiascicò il biondo, mezzo addormentato, stropicciandosi gli occhi.
Poi aprì gli occhi e focalizzò il viso pallido di Hermione.
«Che è successo?» le chiese preoccupato.
Hermione abbozzò un sorriso, ma quello che ne uscì fu solo una buffa smorfia.
«Un  brutto sogno. Acqua?» chiese mentre tentava di avanzare nella roba sparsa a terra, che avevano messo nella borsa grazie all’incantesimo estensivo irriconoscibile.
Draco annuì assonnato e le fu subito dietro, voleva parlarle guardandola negli occhi. Per lui, la questione non era finita lì.
«Cos’hai sognato?» chiese, prendendola per i fianchi e costringendola a voltarsi verso di lui.
Ora erano faccia a faccia, e, giusto per rendere la situazione ancora più assurda, a Hermione venne lo strano pensiero che fisicamente il biondo non era poi così male. Lo aveva ritenuto sempre uno spocchioso snob antipatico, ma ora lo trovava bello, bello da mozzare il fiato, e non riuscì a capire come mai non se ne fosse mai accorta.
“Questo sogno mi ha fatto davvero un brutto effetto.” Commentò sarcastica la grifondoro nella sua mente, aggrottando la fronte. Decise che aveva urgentemente bisogno di quel bicchiere d’acqua.
Si voltò per prenderlo, ma venne prontamente fermata dalle forti braccia del serpeverde, che non le permisero di muoversi di un basso.
«Allora?» chiese, alzando  il sopracciglio biondo.
Hermione deglutì, non voleva raccontargli del sogno. Anche se riguardava lui, riteneva fosse una cosa privata.
«Ho sognato che…che…quella strega ti torturava a morte. Io volevo salvarti, ma non ci riuscivo.» sussurrò Hermione tutto d’un fiato.
«Ah…» fu la risposta del serpeverde, sorpreso che quella prospettiva turbasse così tanto la ragazza di fronte a lui. «Era solo un sogno.» la tranquillizzò con un mezzo sorriso.
«Non lo so… sembrava tutto così reale.» spiegò Hermione mordicchiandosi il labbro.
Draco l’abbracciò, cogliendo entrambi di sorpresa. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma sentiva il bisogno di rassicurarla. Iniziava a pensare seriamente di stare impazzendo.
«Non succederà. Io e te ce la faremo.  La vista del mio antenato oggi ti avrà turbata e il tuo inconscio ha viaggiato un po’ troppo. » sussurrò dolcemente tra i suoi capelli.
«Non lo so.» bisbigliò Hermione, agitandosi tra le sue braccia, come se temesse che qualcuno potesse sentirla. «Sembrava più una visione che un sogno. Ho paura che succederà davvero, Draco.»
Il biondo sussultò, sciogliendo l’abbraccio per poterla scrutare negli occhi. Quello che vide fu paura, paura pura.
«Ehi!» le sorrise sfiorandole una guancia con l’indice. «Non mi succederà niente.» poi si scostò bruscamente, come se fosse stato scottato al tocco della pelle di lei.
«Ora andiamo a dormire. Domani sarà una giornata dura.»
Hermione annuì, per niente convinta delle parole rincuoranti del ragazzo. Né dei suoi gesti improvvisamente affettuosi.

L’indomani mattina Draco si svegliò all’alba. Non aveva dormitò gran che durante la notte, tenuto sveglio da ciò che gli aveva detto la mezzosangue.
E se non fosse stato solo un sogno?
Vide la ragazza agitarsi un po’ nel sonno, per poi stiracchiare le braccia, girarsi di lato, infilare la mano sotto il cuscino e poggiarvi teneramente la testa sopra, mentre apriva lievemente gli occhi ambrati e batteva le ciglia, dando così il suo buongiorno al mondo.
Ma quant’è bella stamattina la mezzosangue?
«Buongiorno.» le sorrise Draco, prima ancora di accorgersi di essere rimasto incantato a fissarla.
«Buongiorno.» gli sorrise di rimando la grifondoro, raccogliendo i capelli in una coda morbida e togliendosi le coperte di dosso.
«Dormito bene?» chiese mentre stava armeggiando con un oggetto babbano appena preso dalla sua borsa incantata.
«Mhm…insomma.» bofonchiò Draco sbadigliando.
«Tranquillo, questo risolverà i tuoi problemi.» gli disse allegra Hermione porgendogli una tazza.
Caffè... Constatò Draco annusando l’odore forte e pungente del liquido scuro.
«Ma…come hai fatto senza bacchetta? Ah, lascia stare, tu e le tue diavolerie babbane!»
Hermione aprì la bocca per ribattere ma fu interrotta dal biondo serpeverde prima che potesse pronunciare una sola parola.
«Comunque ci ho pensato, e penso che dovremo recarci nello stesso punto dove abbiamo visto il vecchio Draco ieri. Stava fissando qualcosa e sorrideva in modo inquietante.»
«Sembrava un pazzo…» concordò Hermione annuendo e massaggiando le tempie nel tentativo di riflettere.
«Non pensi che sia rischioso andare laggiù?» chiese la ragazza dopo diversi minuti.
«Certo che è rischioso, ma che avevi in mente? Di stare qui nella tenda belli e buoni e che loro fossero venuti da noi?» ribattè sarcastico il biondo.
«No.» rispose Hermione a denti stretti, irritata dal tono che il ragazzo aveva usato. «Solo non pensavo dovessimo lanciarci così all’avventura senza un piano! Una mossa sbagliata e potrebbero arrestarci!»
«Dei babbani? A noi?» chiese Draco alzando un sopracciglio e mostrandole la bacchetta con fare ovvio.
«Dimentichi che NON possiamo farci scoprire Draco! Potremmo cambiare la storia dell’umanità se rivelassimo l’esistenza della magia ai babbani, perché non capisci?»
«Rilassati, mezzosangue. Non ci faremo scoprire e andremo in quel posto, sento che è la pista giusta. Fidati di me.»
«Come fai a dirlo?» chiese Hermione incrociando le braccia sotto il seno ma con il tono di voce ormai rassegnato.
«Istinto.» ghignò Draco soddisfatto dalla rassegnazione della grifondoro.
«Istinto? Tu vuoi affidare l’esito della nostra missione all’istinto?» disse Hermione acida facendogli il verso.
«Devi sapere, Granger, che l’istinto è la cosa migliore che ci sia al mondo. Non puoi spiegarlo, è vero, ma non puoi neanche ignorarlo. E funziona sempre.» rispose Draco facendole l’occhiolino.
«Ora prepariamoci e andiamo.» Draco fece per dirigersi verso l’altra stanza nella tenda , ma udendo il silenzio assoluto si girò, convinto che la mezzosangue fosse svenuta o avesse appena ricevuto un petrificus totalus. Gli sfuggì una risatina, mentre, girandosi, vide la mezzosangue intenta ancora a fissarlo  con la bocca spalancata.

«E’ possibile che neanche in una situazione come questa riusciate a comporvi civilmente tra voi?» tuonò la voce austera della professoressa di Trasfigurazioni, una volta condotto i quattro studenti nel suo ufficio.
Harry e Blaise, per una volta che non avevano fatto nulla, ma che anzi, avevano provato a separare  le due, provarono a giustificarsi, con scarsi risultati, mentre le due ragazze erano impegnate a guardarsi in cagnesco.
«Peccato che noi non siamo a conoscenza della situazione, professoressa.» rispose arrogante Pansy Parkinson.
«Parla per te serpe.» disse sorridente Ginny Weasley che proprio non riuscì a trattenere un ghigno soddisfatto, guadagnandosi un pizzicotto da parte di Harry e un’occhiata omicida da parte della Parkinson.
«Loro lo sanno e io no?» sibilò la serpeverde guardando incredula la vicepreside, indicando i grifondoro.
«Noi siamo tenuti alla massima segretezza, signorina Parkinson. Se la signorina Granger ha ritenuto opportuno informare i suoi amici, è una decisione che spetta a lei.  Ora tornare nei vostri dormitori.»
I quattro ragazzi si guardarono, ognuno con uno sguardo diverso, ma tutti, in silenzio, si apprestarono a uscire fuori.
«Ah dimenticavo.» Li chiamò la McGrannitt quando i quattro erano ormai sull’uscio.
«La prossima volta che vi vedrò azzuffarvi come cavernicoli sarò costretta a sospendervi. Buona giornata!»


Un’antica pergamena appesa in malo modo alla logora parete di un locale da quattro soldi ritraeva alla bell’e meglio una ragazza dalla bellezza stupefacente.
Stando al disegno, la ragazza aveva un paio di enormi occhi color zaffiro, valorizzati dalle lunghissime e folte ciglia nere. Il viso di un ovale perfetto, circondato dai lunghi boccoli corvini.
Sopra al ritratto, una scritta a caratteri cubitali diceva:



Draco e Hermione, constatarono, a malincuore, che doveva essere a forza quello ciò che guardava il Draco del passato il giorno prima: era l’unico annuncio su quella parete.
Deglutirono, non doveva essere facile trovarla, non mentre si stava nascondendo da colore che le davano la caccia.
«Sai che significa?» chiese Hermione cupa, distogliendo Draco dai suoi pensieri.
«Cosa?»
«Che per prenderla dovremo aspettare che la trovino prima loro.»



Ciao :3 allora, vi sono mancata? :P 
Vorrei solo dire alcune cose:
Prima di tutto, mi scuso per averci messo così tanto, e soprattutto per non aver fatto sviluppare la storia come vorrei...
Secondo: voglio che sappiate che tengo tanto a questa storia, e sono tanto dispiaciuta per non renderla al meglio... 
Terzo: avete notato il cambiamento di Draco? Ok, lo ammetto...tornerà il bastardo che è sempre stato fra non molto, ma mi serviva un modo per compensare la mancanza degli sviluppi della storia xD 
Beh, detto ciò....cosa ne pensate? Aspetto con ansia i vostri pensieri a riguardo.
Un bacione a voi che inserite la storia tra le preferite/seguite/ricordate, che crescete sempre di più, questo significa molto per me, ma soprattutto GRAZIE DI CUORE  a chi recensisce, stimolandomi ad andare avanti. Vi adoro tutti ^_^
  
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