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Autore: Finitem_    05/02/2014    11 recensioni
La vita di Louis è uno schifo: suo padre ha tradito sua madre con l'insegnante di francese di sua sorella causando il divorzio, ha dovuto cambiare casa, scuola, città, nessuno lo vuole come amico, i soldi sono pochi, la casa è piccola, sua madre è appena uscita con un uomo per la prima volta dopo mesi e le sue sorelle non sono in casa.
E' solo, come sempre.
Decide allora di fare una scenata al padre, reo di tutto quello che sta passando, e per darsi coraggio si beve qualche birra di troppo, prima di salire in macchina diretto verso la sua vecchia casa.
Harry Styles si sta invece apprestando a tornare a casa dopo una giornata di scuola, lo stomaco gorgogliante, l'acquolina in bocca, il pensiero fisso sulle lasagne della mamma, che già in tavola attendono il suo arrivo.
Cala il buio e basta un attimo: uno schianto, una vita segnata dal senso di colpa, l'altra appesa a un filo.
Niente sarà più come prima...
*Larry Allert, don't like don't read, don't ship don't rompere i coglioni*
** Vagamente Punk!Louis&FlowerChild!Harry, se volete leggerla in quell'ottica**
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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bgjh,gjhvfhgfh  Gli uccellini cinguettavano tra le fronde della quercia sotto il quale era sdraiato, gli occhi color del cielo che al cielo con lo sguardo tornavano, confondendosi nel medesimo azzurro e perdendosi nella sua immensità infinita.
Non c'era neanche una nuvola.
Il ragazzo sorrise afferrando il telefono e digitando velocemente:
"Ci vediamo oggi?"
La risposta era arrivata quasi subito.
Erano quasi telepatici ormai.
" Non posso, devo aiutare il gruppo della parrocchia ad organizzare i giochi per la festa del paese :("
Louis aveva alzato gli occhi al cielo, roteandoli in maniera esasperata per mostrare tutto il suo disappunto alla sua canna, unica compagnia che avrebbe ottenuto quel pomeriggio.
" E stasera? Potremmo andare al bowling o cose così :))"
" Non posso, devo star qua alla festa... Mi dispiace tantissimo"
Il ragazzo aveva fatto un altro tiro, cercando di non esplodere dalla rabbia, dalla delusione e dalla frustrazione: ma proprio del chirichetto dell' oratorio si doveva andare ad innamorare?!
" Dì qualcosa :("
"Qualcosa "
"Dai non mi tenere il muso... Vado solo perché mi ci ha costretto mia mamma perché dice che ormai in oratorio non sanno più nemmeno che faccia ho :/ "
" Mnpf"
" Dai..."
" :'( "
" Ho un idea!! Perché non vieni anche tu stasera? Ci sarà musica dal vivo, fish and chips, e giochi come tiro a segno, calci in culo, gli autoscontri..."
No, no, no e ancora no: già se le vedeva le vecchine del rosario interrompere le loro ferventi preghiere e indicarlo col dito, le mamme spingere via le carrozzine come se fosse un terribile mostro affetto da un morbo contagioso, i bambini fuggire davanti a lui urlando terrorizzati manco fosse l'uomo nero e il prete spruzzargli l'acqua santa addosso cercando di esorcizzarlo, credendolo la reincarnazione di Satana in persona.
" No" aveva digitato velocemente mentre si alzava dalla panchina del parco, gettando a terra il mozzicone spento.
Certo che l'avevano proprio fegato, la maria che gli avevano spacciato per 'roba buona' faceva proprio cagare, in più non si sentiva per niente sballato, solo lievemente seccato.
" Perché? :'("
"Non é il mio ambiente Haz"
Si era alzato stiracchiandosi, prima di infilare il telefono nella tasca dei jeans e incamminarsi verso casa, cercando di ignorare la continua vibrazione del cellulare che iniziava a rendergli il polpaccio insensibile.
"E chissenefrega! É solo per passare un po' di tempo assieme"
" Daaaai. Ti prego"
" Mi annoiero' a morte senza di te :'("
" Se vieni potrai vedere una parte di me che ancora non conosci..."
"Per favoooooore!"
"Non mi condannare all' infelicità perpetua!"
" E poi tanto non hai niente di meglio da fare..."
Louis si era accigliato: era deciso a ignorare le suppliche e le preghiere dell' altro in modo da non essere tentato a cedere e finire col ritrovarsi a cantare l' Halleluia in mezzo alle suore, ma l' ultimo commento l' aveva proprio irritato: cosa ne sapeva Harry dei suoi programmi per la serata? E se avesse avuto voglia di sfondarsi di crack? E se avesse voluto tatuarsi 'succhiamelo' sull' inguine?
Doveva solo stare zitto, dal momento che lo sfigato fraticello di merda bloccato ad una cazzo di festa di paese per volere di mammina, era lui.
" Devo recuperare robe di scuola"
" Non é vero! Già il fatto che dici 'robe di scuola'  indica che non hai la minima idea di ciò che devi fare, e anche se c'è l'avessi, pigro come sei non la faresti lo stesso, quindi porta le tue chiappe qui"
L'altro l'aveva semplicemente ignorato, entrando in casa sua dalla porta sul retro e lanciando il telefono sulla penisola della cucina prima di fiondarsi in bagno spogliandosi e gettando i vestiti in terra prima di aprire il getto caldo e rigenerante della doccia.
I nervi tesi avevano iniziato a distendersi, lo stress e le preoccupazioni a scivolare via come la terra e lo sporco sulla sua pelle e l'odore di fumo e sudore, mentre il ragazzo chiudeva gli occhi inarcando la schiena sotto il bollente e benefico tocco dell' acqua ustionante, sentendosi in paradiso...
Non era durato molto.
Improvvisamente una massa d'acqua gelata si era abbattuta sulla sua povera schiena rossa e scottata, facendolo urlare dal dolore, dalla sorpresa e dalla rabbia.
" Porca di quella puttana Eva balorda!" aveva urlato mentre saltava fuori dal box doccia sgocciolando sul pavimento del bagno, che pareva allagato "Lottie! Fizzie! Chi di voi due stronze ha consumato tutta l'acqua calda?!"
Aveva sentito due colpi secchi sulla porta: " Louis William Tomlinson, modera il linguaggio..."
" Io parlo come cazzo mi pare!" aveva strillato, colpendo il legno della porta al di là della quale stava sua madre, furibonda e pronta a una delle sue ramanzine " Non alle tue sorelle!"
" Quelle due tarate hanno finito l'acqua calda! Il boiler é vuoto e l'unico picio che deve lavarsi con l'acqua gelata qui sono io!"
" E non sotto questo tetto!"
Come al solito non l'aveva neppure ascoltato, non aveva nemmeno fatto finta...
" E allora dormo in giardino!"
Il ragazzo aveva spalancato la porta,fronteggiano furente il genitore con addosso solo un asciugamano legato in vita " Non ascolti mai! Vuoi sempre avere ragione tu, cazzo!"
Aveva spintonato la donna da parte in modo da poter attraversare il corridoio e chiudersi in camera sua per vestirsi, ma lei non aveva demorso.
" Io HO ragione!" aveva urlato spalancando la porta della stanza " Le tue sorelle di 5 anni parlano a cazzi e madonne!"
Il figlio in tutta risposta aveva gridato, soffocando un verso selvaggio, mentre cercava di infilarsi una maglietta e contemporaneamente i jeans:
" Fuori! FUORI! Fuori da camera mia! Levati dal cazzo!!"
" Non osare-" l'aveva sbattuta fuori senza tanti complimenti, continuando a inveire contro di lei.
" Devo farmi la doccia con l'acqua gelata, sentirmi urlare addosso ogni volta che apro bocca, dormire in un buco di sgabuzzino, darti sempre ragione e non avere neanche diritto alla privacy?! Tu sei malata! " aveva riaperto la porta, comparendo vestito di tutto punto tranne che per i capelli gocciolanti " Non mi meraviglio che papà ti abbia tradita! Nessuno riuscirebbe a sopportati! Neanche io!"
L' aveva superata lungo il corridoio, afferrando lungo la strada verso la cucina la felpa di pile, il portafoglio e in seguito il cellulare, le urla che rimbombavano sulle pareti mentre raggiungeva la porta:
" E allora vai!! Fai solo un favore a tutti! Vattene da questa casa!"
Non si era degnato di rispondere, il fracasso della porta sbattuta e il vaso ming caduto a terra e ridotto i mille pezzi per lo spostamento d'aria era più che sufficiente.
Aveva camminato per tre isolati prima di crollare sul primo muretto che aveva trovato, odiando se stesso per quello che stava facendo mentre estraeva il telefono, contemplando con orrore la prospettiva di una serata da solo, altamente paragonabile a una serata trascorsa con Dio.
Aveva sospirato.
Lo faccio per Harry, si era ricordato, infondendosi coraggio.
" E va bene, sfasciacazzi, dimmi dove che arrivo"
La riposta era arrivata immediatamente:
" Sapevo che l'avresti detto"
E Louis aveva capito di essere stato fregato.







L'aria vibrava dal vociare delle persone ammassate nel campo da calcietto, e l' odore di corpi sudati e pesce surgelato fritto con olio scadente aveva fatto venire il voltastomaco a Louis, che aveva respirato profondamente, come per assicurarsi una riserva d'aria pulita, prima di tuffarsi in quel marasma di magliette, colori, volti e parole, alla ricerca del suo riccio.
Non era poi così male, aveva pensato mentre fissava invidioso un'allegra famigliola mangiare seduta ad un tavolo di legno sotto l'enorme capannone che occupava il centrocampo.
Grazie alla sfuriata di sua madre non aveva mangiato nulla e nel portafoglio aveva trovato solo spiccioli... Gli era andata bene che non gli avevano controllato il biglietto...
Il brontolare del suo stomaco lo aveva riportato alla realtà: la band sul palco aveva appena attaccato un'altra penosa canzone, la chitarra era scordata, la batteria fuori tempo, chi stava al mixer avrebbe dovuto diminuire i bassi (era dall' altra parte del campo e sentiva sbattere le sue ginocchia a tempo) e il cantante... sembrava avesse un gatto attaccato alle palle, ma per questo non ci si poteva fare nulla.
Aveva cercato di trovare una ragione per cui dei seguaci di Dio volessero così male a Bruno Mars, rovinando per sempre con un arrangiamento pessimo Just The Way You Are, mentre cercava di non sputare le tonsille ridendo ai vari cartelli esposti dietro il bancone, come una freccia che indicava un barattolo con scritto "ogni bestemmia 0,50 $" o un cartello stradale indicante divieto di transito e appiccato in mezzo il logo della Guinness, "Qui non si vende alcool" chiariva un foglietto scritto a mano sotto.
Che sballo.
La festa dell' anno, che fortuna ad essere stato invitato.
Il ragazzo non aveva fatto in tempo a formulare un altro pensiero polemico che aveva sentito qualcuno che lo scrollava per il gomito.
"Finalmente sei arrivato!" gli stava urlando Harry, cercando di sovrastare l'irritante musica da liscio che aveva riempito la pista da ballo di vecchietti bavosi e signore obese nei vestiti a fiori che ancheggiavano provocati mentre i bambini le usavano come ostacoli con cui fare slalom, sorridendo da un orecchio all'altro.
"Non credo di poter restare per molto!" aveva urlato di rimando lui,indicando con il capo il barattolo delle bestemmie.
Il più piccolo aveva gettato la testa all'indietro, ridendo a crepapelle, e Louis aveva capito perché alla fine aveva ceduto: non importava se era  a stomaco vuoto imboscato in un ritrovo de "Gli amici di Gesù", si sarebbe messo a ballare in mezzo alla pista con le nonnine solo per vederlo ridere.
"Vieni" aveva sussurrato nel suo orecchio "ti faccio fare un giro"
L'aveva trascinato vicino ai gonfiabili, dove la musica si sentiva un po di meno, attutita dagli strilli di piacere dei bambini più piccoli che saltavano su e giù dai tappeti elastici, si arrampicavano sullo scivolo, si lanciavano giù dall' enorme balena di gomma...
Durante il tragitto il più piccolo aveva salutato mille persone, nonnine in carrozzina, gruppetti di ragazzine ridoline, un gruppo di ragazzi con le macchine fotografiche... Sembrava ben voluto, sembrava che tutti lo conoscessero.
" Siamo una parrocchia piccola" aveva spiegato quasi scusandosi il ricciolo " Ci conosciamo tutti... I ragazzi più grandi sono stati quasi tutti miei animatori quando andavo al grest, e a mia volta sono diventato animatore e quindi conosco i bambini. Con gli scout andavamo a far volontariato in casa di riposo, e quindi ogni volta che i pazienti ci incontrano iniziano a parlare, parlare, parlare ... "
Louis aveva ridacchiato.
" Sei un piccolo boyscout?" lo aveva preso in giro, acchiappandolo per le guance " Awwww vieni a cantare l'Ave Maria attorno al fuoco con me"
" Non é divertente" era sbottato lui, liberandosi dalla stretta dell' altro massaggiandosi la faccia " Piantala di prenderti gioco della mia religione: é razzismo anche quello, sai?"
" Io non c'è l'ho con la tua religione" aveva mormorato Louis, prima di chinarsi complice verso di lui e sussurrare lascivo " Io c'é l'ho solo col tuo orientamento sessuale"
Si erano fissati negli occhi qualche secondo prima di esplodere in un' unica risata, che ricominciava ogni volta che i loro sguardi s'incrociavano di nuovo, lasciandoli senza fiato e appoggiati alle transenne di sicurezza usate per contenere le piccole pesti, a peso morto incapaci di reggersi in piedi.
" In realtà credo sia una cosa bella" aveva ammesso dopo un po' il più vecchio, mentre Harry riprendeva a camminare al suo fianco, sospingendolo piano verso alcune bancarelle che vendevano prodotti fatti a mano, " Dico stare tutti insieme in un gruppo di amici che ti accetta per quello che sei..."
L' altro aveva scosso la testa, rabbuiandosi un poco " Se credi che, solo perché siamo del gruppo della parrocchia, siamo tutti amici che si vogliono bene ti sbagli. E pure tanto. É per questo che sono uscito dagli scout: tolleranza zero verso le idee degli altri, manie di protagonismo, competizione, atti di superiorità...
Non mi trovavo insomma, e gli altri non mi sono mai stati grandi amici, eccetto per quando volevano qualcosa..."
" Non mi aspettavo una cosa del genere dagli 'amici di Maria'" aveva commentato il moro mimando le virgolette.
" Neanche io" aveva risposto l'altro " per questo me ne sono andato. Ci sono voluti due mesi di pianti, scenate isteriche e litigate con mia mamma, ma alla fine c'è l'ho fatta"
Avevano curiosato tra le bancarelle per un attimo, prima che Louis chiedesse, giocerellando con la cinghia in corda di una borsa artigianale:
" Tua madre... ci tiene molto a queste cose?"
Il più piccolo aveva scrollato le spalle " É cresciuta in una famiglia molto cattolica, tutto qui. E poi ci crede"
" E tu? Tu ci credi?"
Il ragazzino aveva sospirato " Non lo so. A volte sono sicuro a volte no. Sto cercando la mia strada" era rimasto in silenzio per un po' prima di aggiungere precipitosamente " Ma non farlo sapere a mia mamma, altrimenti sclera: dopo l'incidente é diventata quasi fanatica..."
Louis aveva cercato di cambiare argomento, perché non gli piaceva lo sguardo triste e pensieroso di Harry, che si faceva via via più cupo e spento ogni ragazzo che lo salutava.
" Bhe alla fine ti vogliono ancora bene nonostante tutto" aveva commentato cercando di risollevargli il morale, dopo che una comitiva di ragazzi li aveva invitato ad unirsi a loro calorosamente.
Il ricciolo si era lasciato sfuggire una risata sprezzante " Non é per quello, mi salutano solo perché sono 'famoso' dopo l'incidente, solo perché sono tornato dall' aldilà, solo per farsi vedere.
Mi cagano solo perché sono qualcuno, adesso.
Altrimenti m'ignorerebbero come sempre.
Secondo loro sono un morto che cammina"
Louis aveva capito che forse era una questione un po' più delicata e personale che competizione e manie di protagonismo, e dopo l'ultima frase dell' altro aveva deciso: se ne dovevano andare da lì, se questo significava rivedere il sorriso di Harry sorgere luminoso come la luna in cielo che illuminava il campetto, più delle luci psichedeliche e strobo della pista da ballo invasa dai giovani in tempo per il Dj del paese: il parrocco in persona.
" Questa gente é matta" aveva pensato Louis mentre pensava a come mettere in atto il suo piano di fuga " Non smetteranno mai di stupirmi..."







Non era stata proprio una fuga la loro: poco lontano dall' oratorio, nello spiazzo che precedeva la passeggiata pedonale che costeggiava il fiume, avevano allestito un mini lunapark e Harry aveva acconsentito subito ad andarci, probabilmente felice di allontanarsi un po' dal frastuono e dalla confusione della festa.
Louis sperava che questo bastasse a farlo sentire meglio, ma una volta arrivati sul posto quella brutta piega della fronte riccioluta era ancora lì.
Il maggiore si era guardato intorno: potevano scegliere se provare a sfidare la velocità su un patetico trenino a forma di bruco chiamato "Brucomela" oppure salire sulle giostre che nemmeno Daisy e Phoebe avrebbero trovato interessanti, o provare al tiro a segno o aspettare di aver digerito e salire sui calci in culo o gli autoscontri.
" Vieni, voglio fare questo!" aveva strillato, afferrandolo per un braccio e letteralmente trascinandolo davanti al tiro a segno: il gioco era molto semplice, bisognava far cadere una piramide di barattoli di latta con una pallina da tennis e si vincevano vari peluches che per il momento ingombravano il pavimento dello stand.
" Scegli adesso quale pupazzo vuoi" aveva annunciato il moro, trinfio di vanagloria " Presto sarà tuo"
La sua fiducia in se stesso non si era affievolita nemmeno quando aveva pagato all'uomo dietro al bancone il costo di un tiro in monetine da cinque centesimi, poi aveva preso le palline, aveva chiuso gli occhi e aveva fatto il primo tiro.
La vetta della piramide era ondeggiata pericolosamente, prima di abbattersi fragorosamente al suolo, facendo esultare Harry, dimentico delle preoccupazioni e dei turbamenti che prima lo affliggevano.
" Hai già scelto che peluches vuoi?" aveva chiesto il maggiore, ghignando sornione.
" Quello lì" aveva puntato il dito contro un orsacchiotto grande quanto una eastpack con la pelliccia marrone e gli occhioni neri di bottone.
Louis aveva tirato di nuovo, riuscendo a far cadere altri due barattoli.
" Hai deciso come chiamarlo?"
" Boo Bear" aveva sorriso lui " Ci dividero' il letto da questa sera in poi"
"Guarda che divento geloso"
Il più piccolo era avvampato furiosamente mentre Louis prendeva la mira, ma calibrando male la forza del tiro col risultato di far lievemente ondeggiare i barattoli rimasti.
" Cazzo!" aveva imprecato a bassa voce, tutta la strafottenza di prima scomparsa in un secondo e rimpiazzata da una concentrazione disperata e rabbiosa.
Il più piccolo non aveva potuto fare altro che ridacchiare tra se' e se' per la piega inaspettatamente drammatica che la situazione stava prendendo.
L'ultimo tiro era finito contro la parete di legno dietro i barattoli mentre Louis ululava in preda alla frustrazione tutti gli insulti che conosceva, scandalizzando l'uomo dello stand e riducendo Harry ad un ammasso di nervi scossi da incontrollabili risate, mentre cercava di trascinare via il maggiore prima che corrompesse il commesso o facesse qualcosa di illegale per avere il suo orsacchiotto.
Sapeva che ne era capace.
Una volta lontano dal tiro a segno e ripreso il fiato dopo che anche gli ultimi accessi di risa si erano spenti,si era scusato:
" Mi dispiace di aver fallito... volevo regalartelo davvero l'orsacchiotto"
" Non fa niente... Non hai mica superpoteri!"
" Si invece! Sono Superman!!"
" E poi puoi sempre essere tu il mio orsacchiotto..."
Aveva evitato il suo sguardo, terribilmente imbarazzato, mentre l'altro ridacchiava e continuava a tormentarlo:
" E mi chiamerai BooBear?"
L'altro aveva sorriso, stando al gioco "Forse"
" E dividero' il letto con te tutte le sere?"
Il riccio lo aveva colpito su un braccio cercando di dissimulare l'imbarazzo:
" Dipende da come ti comporti..."
" Allora farò il bravo, promesso"
"Questo significava che possiamo andare sui calci in culo?" aveva chiesto speranzoso.
"Certo, a meno che tu non voglia fare un giro faccia a faccia con la morte sul 'Brucomela'"
Ed entrambi avevano riso, dirigendosi verso l'enorme ottovolante che roteava a tempo di musica assordante e fonditimpani in mezzo al piazzale.









Harry non sapeva spiegarsi come fosse successo: un attimo prima tutto andava bene, era la serata più bella della sua vita ed essere lì con Louis rendeva tutto meraviglioso, e due secondi dopo le cose andavano a rotoli, scivolandogli tra le mani fuori controllo.
Erano saliti sul calci in culo come lui aveva voluto ed Harry si era ritrovato a volare nella vertigine del vuoto, tentando di afferrare quella maledetta coda di gatto appesa al palo più alto, prima di ricadere giù provando ogni volta un brivido di adrenalina e una traccia di paura qualche secondo prima che le forti catene del suo sedile lo riportassero in asse con la traiettoria degli altri sedili, in attesa che il maggiore colpisse di nuovo.
Avevano vinto 4  partite gratis, e alla quinta il riccio aveva pregato Louis di cambiare gioco, dal momento che sentiva la cena arrampicarsi su per l'esofago.
Così avevano barattato la vittoria con un buono per due stecche di zucchero filato allo stand dei dolcetti, consumati immediatamente mentre si riposavano un attimo.
" Certo che tiri dei calci portentosi" si era complimentato il più piccolo, sinceramente impressionato, mentre ingoiava l' ultimo boccone biancastro.
" Piacere, Louis Tomlinson, ex ala destra della prima squadra di Doncaster" gli aveva teso scherzosamente la mano mentre gettava nel cestino il bastoncino di legno prima di seguire il riccio che si stava dirigendo verso gli autoscontri, dove ragazzini della sua età sfogavano le loro pulsioni sessuali represse cercando di demolire con più violenza possibile l'abitacolo degli altri.
" Non sapevo che giocassi a calcio"
" Non sapevo fossi un boyscout. Direi che siamo pari, no?"
Ridendo Harry si era seduto nel sedile del passeggero del kart, mentre Louis afferrava il volante con piglio sicuro continuando a chiacchierare del più e del meno.
All'inizio non era successo proprio niente: gli altri concorrenti si limitavano a studiarli da lontano, colpendoli occasionalmente e non con troppa forza.
Le mani avevano cominciato a formicolargli, e una scarica di adrenalina gli era scesa lungo la schiena facendogli tremare la spina dorsale: non era la carica agonistica che ti spronava a dare del tuo meglio in una gara, non era una sensazione sana che creava della sana competivita', era qualcosa di più claustrofobico che gli opprimeva i polmoni costringendogli il petto in una morsa dolorosa, come se fosse un animale in gabbia.
Ecco cos'era: una bestia braccata.
Da chi e da cosa Harry non lo sapeva, ma qualcosa di terribile stava per accadergli, lo sentiva...
"Haz, va tutto bene?" Louis si era chinato su di lui, percependo il suo respiro affaticato e il suo tremare a scatti.
Harry stava per rispondergli, quando era successo: uno dei ragazzi più grandi  li aveva attaccati, colpendoli alla fiancata del loro kart lanciandocisi contro a tutta velocità.
L'impatto non era stato così violento, ma sufficiente forte ma farli slittare contro gli altri autoscontri e sbattere contro il guardrail a bordo pista in testa coda.
Ma gli occhi di Harry, spalancati nel vuoto ed illuminati dalle luci psichedeliche vedevano altro.
Una strada buia.
Due luci sorelle che si muovono da un lato all'altro dell'asfalto, sbandando.
Sono fari, ma Harry non lo capisce abbastanza in fretta.
É una macchina lanciata verso di lui alla massima velocità, allo sbaraglio, ma Harry non é abbastanza svelto da spostarsi.
Due occhi blu prima del buio, prima del dolore, ma Harry non é abbastanza deciso da distogliere lo sguardo.
E poi l'agonia, come un veleno che ti entra in circolo piano, togliendoti tutte le forze: e all'inizio Harry vorrebbe urlare perché sente il sangue caldo colare sull' asfalto, ma non c'è nessuno che sentirebbe le sue urla.
É solo, nella sua tortura.
E arrivano i medici e gli dicono di "stare con lui" ma Harry non é abbastanza forte per dargli retta, e fa così male che spera sopraggiunga la morte ma non é così fortunato e il dolore continua a bruciare e non se ne va, e se questo é morire fa male, troppo male perché esista un Dio, e 'ti prego Dio fallo smettere' ma nessuno fa niente ed Harry rimane sul rogo in agonia, da solo, invocando la morte...
Sta per morire di dolore, lo sente, sta per arrivare...
All'improvviso percepisce qualcosa che gli preme le tempie  una gradevole pressione alla base del collo.
Cercando di respirare normalmente guarda in alto, verso la figura di Louis stagliata contro il profilo della notte e resa sfocata dal vento che soffia lungo la passeggiata sul fiume.
E Harry si sente ancora peggio perché i suoi amiconi dell' oratorio, così rispettabili di buona famiglia e ammirati da tutta la comunità, non si sarebbero fatti scrupoli a lasciarlo lì dov'era, mentre il povero disprezzato ed emarginato Louis, quello da cui "doveva stare lontano", il "mostro che gli aveva rovinato la vita" era seduto sui talloni, in modo da scostargli le ciocche sudate dalla fronte mentre urlava e si dimenava, sussurrandogli parole di conforto nelle quali ricorreva spesso "Non ti farò del male, non ti farò del male" mentre lo forzava a stare con la testa tra le ginocchia per non svenire, come aveva visto fare una volta all'istruttore di nuoto con Zayn, cercando di fargli respirare tutta l'aria che poteva, sperando che lontano dalla fonte di panico si sarebbe calmato.
E così era successo.
Il suo respiro era ancora un po affannoso quando gli aveva lasciato andare il viso in modo che potesse risedersi normalmente e affondare il viso nella sua felpa.
" Va meglio?"
L'altro aveva scosso la testa nascosta nella stoffa, ma già il fatto che fosse cosciente e rispondesse per Louis era segno di miglioramento.
"Adesso ci calmiamo, adesso ci calmiamo" aveva iniziato a canticchiare come in una litania, affondando la mano tra i ricci del più piccolo ed accarezzandoli  piano per calmarlo, mentre estraeva dalla tasca una Malboro prima di infilarsela tra le labbra, recuperare l'accendino e accendersela con una mano sola, il fumo che saliva a spirali nel cielo buio e l'odore di bruciato che impegnava i loro vestiti.
Dopo un lasso di tempo che gli era parso infinito, Harry aveva parlato con voce tremante:
" Cosa fai?"
" Fumo. Aiuta a calmarmi"
Aveva alzato la testa.
" Mi piace l'odore. Mi ricorda la prima volta che ti ho visto... Mi ricorda di te"
Louis l'aveva baciato sulla fronte sussurrandogli mezzo scherzoso e mezzo serio: " Vuoi provare? Calma i nervi"
Il venticello fresco che spirava dal fiume faceva ondeggiare gli alberi, sollevando foglie cadute che sembravano danzare nei turbini dell' aria che agitava i moschettoni metallici di un paio di pescherecci abbandonati lungo le sponde, producendo insieme al fruscio degli alberi e al rumore gorgogliante dell' acqua, una melodia ipnotica che stordiva la mente e i sensi, e che era riuscita a calmare anche Harry, che tornato in se' ascoltava i battiti del cuore di Louis unirsi a quella misteriosa armonia del mondo.
Dopo un attimo d' esitazione il più piccolo aveva alzato la testa, uscendo dal suo dolce e caldo rifugio, fissando dritto negli occhi il maggiore, e tendendo la mano verso la sigaretta.
Il ragazzo aveva ridacchiato:
" So per esperienza che la prima volta non si arriva in fondo, quindi permettimi di dividere la mia con te, se non ti fa schifo"
Il riccio aveva annuito: trovava confortante il fatto che Louis si comportasse come se il suo attacco di panico fosse una cosa normale, e il fatto che parlasse del più e del meno in modo così tranquillo valeva più di mille "Vuoi parlarne?" e frasi fatte varie della serie " Non te ne devi vergognare, se vuoi io ci sono"...
Louis lo capiva, lo accettava e gli dimostrava che non c'era nulla di sbagliato nell'ammettere come si sentiva, e questo era molto più di quello che avrebbe potuto sperare. Aveva preso tra l'indice e il medio la Malboro, il filtro all'altezza delle nocche, prima di portarselo goffamente alle labbra e ispirare il fumo, come aveva visto fare tante volte all'altro, guardandolo affascinato.
Il sapore amaro gli aveva invaso la gola, coprendo quello metallico del panico e della paura, facendolo tossire mentre l'altro gli massaggiava la schiena...
" Okay okay basta" aveva esclamato Louis, sfilandogliela velocemente dalle mani " Abbiamo combinato già abbastanza guai stasera, direi di evitare la morte per asfissia dopo quella per infarto..."
"NO!" aveva gracchiato il più piccolo, cercando di riprendersi la sigaretta, ignorando la vocina che gli domandava come avrebbe giustificato con sua madre l'odore di tabacco, " Mi piace il sapore... Lasciamela finire, poi te la pago"
Il più grande gliela aveva resa, prima di fissare il cielo stellato sopra di loro, come una trapunta blu zaffiro ricamata da splendenti diamanti, di tanto in tanto attraversato dalla luce intermittente degli aerei che sfrecciavano nell' aria tremante di vento, rumori, odori...
Si sentiva l'olezzo di fritto provenire dalla festa paesana, e la brezza a volta portava il vociare della gente e qualche nota della musica al lunapark,  prima che si perda nell' immensità del vuoto spegnendosi per sempre.
"Non é per i soldi, testone" aveva rotto il silenzio, lo sguardo ancora rivolto verso il cielo, lo stesso che poche ore prima guardava sdraiato sotto un albero e che sembrava in quel momento così diverso anche se era sempre lo stesso " Fumare fa male"
Harry aveva riso, interrompendosi solo per fare un altro tiro prima di mormorare:
" Senti da che pulpito arriva la predica..."
"Su su, non fare il polemico" Louis aveva ripreso a massaggiargli il collo e la schiena notando la pelle d'oca e il lieve tremore che lo scuoteva quando soffiava il vento, cercando di scaldarlo.
"Mi piace. É buono... Sa di te"
" Non ti ci abituare... Non ti permetterò di fumarne altre o di diventare dipendente"
Harry aveva sospirato, arrendevole.
Aveva fatto un altro tiro, gli occhi rivolti al cielo, fissando la stessa stella che si rifletteva negli occhi di Louis mentre lui le pregava, ringraziandole perché anche se avverse gli avevano fatti incontrare, e nonostante tutto li avevano protetti, permettendogli di rimanere insieme e camminare affianco fino a quel momento.
" Va bene"  aveva mormorato, e il più grande aveva sorriso alla volta celeste, non sapendo che aveva perso la guerra ancora prima di scendere in campo per la battaglia.



 


Angolo Fin *-*

Buonaseeeeeera :)
Vedo che siamo calati nelle recensioni... *scuote il dito* No no no, non va bene ragazze.
Sta volta ve la faccio passare ma la prossima volta interrogo su tutto Midnight Memories :)
Nel capitolo di oggi la sottoscritta si scaglia contro la Chiesa.
Perchè, vi chiderete voi.
Perchè a) le amiche di Maria son le prime a darla via
            b) le ragazze casa e chiesa è il tragitto che le frega
            c) mia mamma ha appena parlato col prete perchè quell'idiota                     non permette a mio zio che convive di fare il padrino di                           cresima a mio fratello 'perchè è peccato' e nemmeno a mio                       cugino 'perchè ha l'orecchino'.
Sfigato ( il prete dico).
Quelli del clan della Chiesa del mio paese (falsi, bigotti...) mi stano tutti sul pisy. Ma davvero!
Ma a voi non frega XD Serve solo a spiegarvi il capitolo :)
E a proposito di capitolo... Settimana prossima parto per Roma e quindi non credo che sarò in grado di aggiornare... Quindi in teoria aggiornerei tra due settimane :( ( scusa Fra ma mi sono ricordata che ho l'appuntamento dal parrucchiere martedì sera e siccome parto alle 5 non farò in tempo :/ non odiarmi, per farmi perdonare ho fatto il capitolo più lungo del solito)
Vorrei ringraziarvi tutte, una ad una (mettete il caso che un onda anomala mi travolge mentre visito il Vaticano XD) per il sostegno che mi date e la gioia che provo ogni volta che vedo le vostre recensioni.
Un abbraccio grande grande a Lu che shippa Nick-Harry solo per far star male Loueh *rabbrividisce* quanta crudeltà, Ila che mi trasforma Drunk in Rapunzel ( son due ore che rido e ogni tanto mi viene un flash di Louis che tenta di arrampicarsi coi capelli di Harry che essendo ricciosi e matassosi finiscono per inglobarlo come il Tranello del Diavolo di Harry Potter) Delia chè è FA VO LO SA e se lo deve ricordare sempre, soprattutto a scuola quando the tamarraide is on, Malu che spero abbia capito dopo il mio dilungarmi sulla chiesa e sulla bigottaggine che ruolo avrà Anne in questa storia ( Muhahahahahahaha i biscotti al cioccolato mi rendono cattiva!) Swami che mi ha seguito su instagram ed è la mia prima follower, seguita a ruota dalla sempre mattiniera 1D_1D and last but not least Fra', la McGuiver degli esami #staystrong and #don'tgiveup #ucandoit #1500paginedastudiaresonounabazzecolaperchètuseisuperman!
Spero vivamente che chi è scomparso ricompaia e se lo scorso capitolo faceva schifo I'm Sorry :( 
Don't leave me :( I'm fluffy, I need hugs :(
Bacissimi a tutte e ci vediamo tra due settimane
Cami

Ps: Ogni recensione devolverà in beneficenza 1 euro per comprare alla sottoscritta un canotto, siccome Roma è allagata...
Ps del ps: Se qualcuno ha instagram e vuole guadagnare un follower, sono smilla____
  
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