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Autore: theybecomewehappy    05/02/2014    1 recensioni
Al cuor non si comanda, e quando questo inizia a battere forte non si può costringerlo a fermarlo. Il mio iniziò a battere quando le sue labbra fine e morbide si posarono sulle mie. Il loro sapore di melograno si impadronì del mio palato e mi costrinsi a ricordarlo per sempre. Il suo odore di colonia mi inebriò le narici.
Il cuore mi uscì dal petto e lui si impossessò di esso.
Non voleva ridarmelo, e forse lui non voleva essere restituito.
***
Lui era bello, ed il suo problema era che sapeva di esserlo.
E se io cambiassi per lui, riuscirei a sopportare la nuova me?
***
E se per una volta fosse il "lui" ad essere difficile da conquistare?
●Sospesa●
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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She's confused




 

Harry's pov


La vidi. 
Dopo due giorni d'assenza.
Le occhiaie scavate e il viso pallido le davano l'aria di essere morta.
Ma forse a lei non interessava.
I suoi capelli erano adagiati sulle spalle, scossi dietro l'orecchio. Due fili uscivano dalle sue orecchie, le cuffiette.
Era in un altro mondo e non si sarebbe accorta di me, perché io, probabilmente, di quel suo mondo non ne facevo parte.
Diede vita ai suoi capelli spostandoli all'indietro con una mano.
Era impossibile che quella semplice mossa mi fece eccitare, risvegliò qualcosa in mezzo le mie gambe, e forse anche in mezzo al mio cuore.
So cosa sarebbe successo in quelle prime ore di scuola, quando le spettava l'ora di chimica.
Forse sarebbe impazzita, forse le avrebbe fatto piacere.
Quei forse però non erano certezze, se lo fossero state li avrei eliminati.
Ma quei forse valevano molto, perché chiaramente io non ero un veggente, e di niente avevo la certezza.
Zayn le si avvicinò, e stavolta a risvegliarsi fu la parte incosciente del mio cervello.
Lei ignorandolo si diresse verso scuola, Zayn non la seguì. 
Forse a lei non teneva poi così tanto.
Un altro forse a rimbombarmi nella testa.
Io seguivo quei forse come un cagnolino, curioso di sapere dove mi portassero.
Quando mi vide non continuò per la sua strada, ma fece retromarcia dirigendosi verso di me.
Non capivo il suo sguardo, il suo sorriso, forse finto, mi ingannava.
Misi una mano davanti me nascondendo la parte anteriore del viso e intravedendo solo i suoi occhi.
Erano delusi, tristi e stanchi. Stanchi di questa vita, di questa società, stanchi del mondo che gira al contrario e stanchi del mondo in sé.
«Cazzo fai Styles?» mi chiese.
«Niente» farfugliai.
Cosa mi prendeva?
Una strana sensazione al petto e alla testa mi prendeva, ecco cosa.
«Cosa vuoi Roxanne?» dissi freddo.
La sensazione era ancora lì, stavo soltanto cercando di nasconderla.
In fondo, ero davvero bravo a nascondere le cose.
«Ti devo parlare.»
Abbassò la testa, come se fosse stata sconfitta dal fatto che mi volesse parlare, come se non riuscisse a reggerlo.
Nascose i suoi occhi dietro il frangione e il cappello con la scritta "Go away" in bella vista.
Era grande, bianca, in contrasto col resto nero del cappello.
«Dimmi, o vuoi qualcosa di più intimo?» 
Non volevo sembrare malizioso, ero solo comprensivo.
Sapevo già di cosa volesse parlarmi, forse.
Il suo sguardo si posò su Anna, che era in compagnia della sua eterna migliore amica Cassidy.
Non era vero che il popolo dei fighi che governa sulla scuola era falso, nonostante avessi incontrato e parlato a stento con Cassidy capii che era un'amica su cui si può contare, era una ragazza forte e il suo look eccentrico lo dimostrava. 
Non era l'oca che molla l'amica quando si lascia col ragazzo figo per poterci andare a provare.
Anche Anna abbassò lo sguardo quando notò il mio su di lei.
Cos'era, un vizio di famiglia?
«Ecco sì, preferisco in privato, lontano dalle pettegole» ammise, stavolta guardando due ragazze fin troppo curiose.
Le presi la mano, ma lei la negò.
Presi un respiro e mi feci seguire sulla terrazza della scuola, passando per la scala antincendio sul retro.
La vista era panoramica, dava sul parco dell'Away Street dove signore che portavano a spasso i cani e genitori che portavano i bambini a scuola lo riempivano.
«Si tratta del progetto per chimica?» chiesi.
Lei fece una faccia confusa.
«Cosa?» chiese acutamente.
Forse non ne sapeva ancora nulla.
Sviai quel discorso, non volevo essere io a darle la brutta notizia che a me era stata recata pochi giorni prima.
«Anna mi ha detto che l'hai picchiata» disse guardandomi omicida.
 
«Cosa?» stavolta ero io a chiederlo acutamente, per quanto la mia voce roca me lo permettesse. «Vuoi sapere la verità?» le chiesi.
Sapevo che Anna era una ragazza dall'immaginazione di una ragazzina di sette anni, non gliene facevo una colpa.
Ma accusarmi di aver picchiato una ragazza non mi andava giù.
Roxanne annuì, così presi il fiato per dire quelle parole difficili.
«Ricordi quando Anna era andata a casa di Niall per prendere i vestiti, quando dormiva da me?» feci una pausa per essere sicuro che mi sentisse, la bionda annuì. «Si sono baciati, lei e Niall. Li ho trovati a limonare, li ho visti dalla finestra del biondo. Ho suonato, lei mi ha aperto e le ho tirato uno schiaffo, ammetto di aver esagerato con la forza ma la rabbia mi ribboliva nelle vene. L'ho lasciata. Ecco cosa è successo, chiedi a chi vuoi.»
La sua bocca prese la forma di una o e il suo viso era indubbiamente sconcertato, quanto arrabbiato.
«Ehm, scusa» disse, la voce le tremava e lo sguardo le si era ripuntato al suolo.
Portai anche il mio sul terreno per capire cosa ci fosse di così interessante, ma niente solleticava i miei pensieri.
Forse le erano cadute le parole e non le ritrovava.
Le cercai con lei ma niente, se si erano nascoste lo avevano fatto proprio bene.
«Niente» risposi calmo.
Non mi interessava poi così tanto di quello che aveva detto Anna, quando la ragazza dagli occhi dell'oceano si imbarazzava davanti a me.
Scese le scale precipitosamente e la seguii con lo sguardo, affacciandomi sul cortile della scuola.
Roxanne prese la palla in mano e si diresse verso Anna, per dirle tutto.
La scena non fu delle migliori, la ragazza gesticolava e la sorella maggiore la guardava offesa e delusa, stavolta le sue fantasie non fecero effetto.
Nonostante la lontananza decifrai uni scusa da parte di Anna.
Si abbracciarono. 
L'aveva perdonata.
Poteva non farlo? Era sua sorella, il sangue le legava, e le legava proprio bene perché ho assistito di nascosto ai loro momenti, e quando non c'ero io sembravano sorelle, non rivali sul campo.
Mi misi la cartella sulla spalla sinistra e mi diressi dentro la scuola.
Era ancora vuota, mancavano cinque minuti al suono della campanella e gli studenti avevano tutt'altra voglia che di entrare. Presi i libri dall'armadietto e mi diressi nell'aula di chimica.
«Sei già qui Harry?» mi chiese il professore con una punta di ammirazione sulla lingua.
«Si beh, voglio prendere sul serio questo progetto, i crediti mi servono all'esame.»
Il professore mi annuì comprensivo.
«Puoi sederti lì se vuoi» disse indicandomi una sedia di fronte la classe, proprio sotto la lavagna.
Feci come detto ed iniziai a gesticolare col telefono finchè degli alunni del mio corso di chimica fecero la loro entrata.
Li salutai con un cenno della testa, erano i classici secchioni e mi chiesi come ero finito lì in mezzo a loro.
La classe iniziò a riempirsi degli alunni del terzo che guardavano i loro nuovi compagni più grandi confusi.
Era una classica classe, secchioni seduti davanti, la seconda fila per quelli che avevano la media più che sufficiente, la terza fila ancora vuota dedicata ai ritardatari, e l'ultima fila dove c'era a chi della lezione, non fregava proprio niente.
Roxanne prese posto in quelle file e, a causa della musica alta sparata nelle orecchie tramite le cuffiette, neanche si accorse di me.
Si buttò annoiata sul banco, prese un quaderno ed iniziò a scarabocchiarlo.
I capelli ricadevano morbidi sul banco, il volto rivolto verso la finestra da cui sicuramente stava prendendo spunto per il suo disegno.
Il cappello ancora in testa, menefreghista dell'educazione.
Le palpebre le imploravano di lasciare che si chiudessero, ma la sua forza di volontà le obbligava a restare aperte ed ammirare gli alberi sul cortile.
Quando la classe si riempì estrasse le cuffiette e lasciò scivolare il cappello sulla testa, poggiandolo in seguito sul banco.
Si accorse finalmente di me e il suo sguardo assente mi fece capire che stava ripensando al momento della terrazza quando io avevo nominato chimica per sbaglio, le sorrisi cercando di tranquillizzarla ma a lei questo poco importava.
«Bene ragazzi, vi chiederete cosa ci facciano qui questi bei ragazzotti!» iniziò il professore mostrando forse troppo entusiasmo. «Ve li presento. Lui è Cody Franklin, lui Gabriel Lacten, Daves Morrison e Harry Styles. Cosa ci fanno qui? Dato che quattro di voi hanno la media molto bassa, e rischiano di essere bocciati, i professori hanno deciso di volerli aiutare.»
Mentre parlava il professore, Roxanne non distoglieva lo sguardo da me. Gli occhi sembravano starle per uscire dalle orbite e il suo colorito pallido era diventato rosso dalla rabbia. Capì immediatamente che tra quelle quattro persone c'era anche lei.
«Abbiamo deciso di chiedere a dei ragazzi del quinto anno di aiutarvi, così che possiate recuperare e mettervi al passo con gli altri. Vi chiedo in ginocchio di sfruttare questa occasione perché non ce ne saranno delle altre. Lavorerete con questi ragazzi, naturalmente anche loro verranno ripagati, con dei crediti. Diciamo che sono dei corsi di recupero, lavorerete a casa, in biblioteca, o anche in piscina, dove volete voi basta che lo facciate. Dureranno due mesetti, poi farete un test per vedere se avrete recuperato. Allora, Murray con Franklin, Stevens con Morrison, Harvey con Lacten e Styles con Parks.»
Roxanne non sembrava sopportare tutto questo tanto che alzò la mano.
«Non si possono cambiare le coppie?» chiese impaziente senza che il prof le desse la parola.
«No Parks, sono fatte in base alla vostra media. Tu che sei la ragazza che va peggio sei stata assegnata col migliore in voti» rispose il prof causando la risata di Rò.
«Sta scherzando vero? Davvero pensa che il ragazzo zoo sia così bravo?» richiese in preda ad una crisi.
«Il ragazzo zoo?» chiesi.
«Sì perché in pancia hai la tartaruga e in testa un criceto in prognosi riservata» rispose strafottente.
«Oh beh, il mio criceto deve essere davvero molto bravo dato che, al contrario tuo, ho il massimo dei voti. Si potrebbe dire che, beh, sono il migliore della scuola. Se hai fisico tesoro, non significa che tu non abbia il cervello, come al caso tuo» ribattei.
«Ora basta! Harry, torna in classe, ragazzi, voi con lui. Parks, finiscila o ti mando in presidenza!» le urlò il professore. «Sei consapevole che se verrai bocciata ripeterai l'anno? Quindi vedi di impegnarti in questo progetto come noi professori ci siamo impegnati a metterlo in atto!» rispose il prof.
Uno sbuffo da parte di Roxanne.

Chiusi la porta dell'aula alle mie spalle lasciandomi dietro anche tutti i suoni.
 



MACARENAAAAA!

Benee, ecco un altro capitolo, e beh.. Non so se continuare la storia. Sta diventando uno schifo ne sono consapevole, solo che il periodo che sta passando Rò penso di poterlo descrivere abbastanza bene, soprattutto ora perché sto passando una rottura anche io, non ne faccio un dramma, ovviamente, solo che be a chi non dispiace essere scaricate?
Okay, la finisco con le mie storie amorose perché vi annoierei.
Torniamo alla storia.. Voglio mettere in chiaro: se é cambiata la trama non
significa che io voglia cambiare l'andatura della storia. Voglio che si basi sempre sull'essere se stessi, voglio che Ro cambi per Harry, che faccia di tutto per conquistarlo, e chi sa, magari ci riuscirà!
Bene.. Volevo anche chiedervi: me la
lasciate una recensioncina? Non vi costa tanto, dai!
Solo per farmi felice, guardatemi!
Sono stata appena scaricata! Non vi faccio pena?
Ahahah okay, me ne vado.
Grazie per chi ha letto, chi segue la storia e sopratutto
grazie a chi la recensisce.
Vi amo <3
-Ally x
 


ASK:

http://ask.fm/INeedTheirHug


 Pubblicità:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2194237&i=1
e

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2411588&i=1
  
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