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Autore: Greywolf    06/02/2014    6 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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“Come sarebbe a dire che ha cercato di togliersi la vita?!” dissi incredula. Era la notizia più scioccante che potessi ricevere. Ma no…non poteva essere vero! Lui non avrebbe mai…no, era inaccettabile!

“Capisco perfettamente che sembra una cosa assurda…però purtroppo le sue ferite parlano chiaro…” disse il ninja. Anche per lui sembrava un realtà davvero improbabile ma sembrava averla accettata. Io però mi dovetti sedere perché non riuscivo a pensare più a nulla. Non riuscivo a crederci…

“Mi scusi…la prego, potrebbe spiegarsi meglio? Sia più chiaro…” domandò Shikamaru. Sapevo che il suo cervello stava impazzendo quanto il mio. Doveva trovare una spiegazione logica a quello che aveva appena ascoltato, nemmeno lui poteva credere che il suo amico avesse davvero tentato il suicidio. Non lui…non Naruto Uzumaki. Doveva esserci per forza un’altra spiegazione.

“Vi risulta che abbia affrontato qualche missione di recente? Per essere più precisi due o tre giorni fa?” ci domandò.

“Che centra? Risponda alla domanda di Shikamaru piuttosto!” ribatté Kiba.

“Voglio che facciamo chiarezza insieme. Rispondete prima voi, per favore.” rispose con calma il ninja.

Molto scocciato, Kiba iniziò a pensare. Lo facemmo tutti.

“L’ultima missione che ha affrontato è stata quella di collaborazione con il team 10, terminata una settimana fa. L’Hokage ci ha dato un mese libero per il successo ottenuto.” rispose subito Shikamaru.

“Lui è stato ferito durante la missione?”

“No, ne siamo usciti tutti incolumi.” affermò.

“Ne siete proprio sicuri?” insistette.

“Sicurissimi. La signorina Tsunade ci praticamente obbligati tutti alla visita in ospedale per i controlli.”

“Lo confermate, voi altri che avete partecipato alla stessa missione?”

Io, Ino e Choji confermammo. Lui sospirò:

“Questa è già una prima conferma. Vedete…Probabilmente voi non lo avete notato portandolo qui perché la vostra attenzione è stata attratta solo dalla ferita più seria…ma dovete sapere che aveva altre ferite.”

“Altre?” domandai. Lui annuì:

“Una sulla spalla sinistra e una profonda nella gamba destra… ma sono di due o tre giorni fa. Sono infette ed è evidente che non sono state trattate nemmeno minimamente da un medico competente. Considerato il fatto che sono due ferite molto particolari, anche se ammettiamo che siano ferite casuali…perché non è venuto a farsi medicare?”

“Lei lo conosce Naruto…magari avrà pensato che non fossero così gravi…” cercò di giustificarlo Kiba. Poi abbassò lo sguardo…

”Shikamaru? Naruto non stava zoppicando ieri vero?” chiese.

Shikamaru non voleva rispondere…

“ Kiba… zoppicava…ma… ha detto di essere inciampato uscendo di casa!”

“Certo, non poteva dirvi il vero motivo…” affermò il medico, non affatto sorpreso ”C’è dell’altro…avete notato altro, oltre la ferita principale?” chiese ancora.

“Abbiamo solo visto che aveva le braccia piene di lividi…e le mani ferite…” disse Choji.

“Allora dovete sapere che ha anche il braccio destro fratturato in tre punti diversi e che nelle mani sono presenti schegge di legno… il fatto che sanguinino è dovuto ad un altro oggetto affilato. Si è ferito e poi ha preso a pugni qualcosa, probabilmente il tronco di un albero…la ragazza mi diceva che lo avete trovato nel Campo Pratica e che i tre pali dello spazio centrale erano distrutti, è esatto?”chiese.

I tre pali del Campo Pratica? Allora lo avevano trovato nello stesso posto dove anni indietro io, lui e Sasuke affrontammo la nostra prima vera sfida da Team insieme al maestro Kakashi. Il posto che per noi tre era il più familiare. Shikamaru, Choji e Kiba non poterono obiettare nulla, coincideva tutto…erano sbiancati.

“Ma allora…” cominciò Choji.

“E’ stato lui a devastare in quel modo il Campo Pratica…e…ha provato davvero a…” continuò Shikamaru senza credere a quello che stava dicendo.

“Ma è impossibile! Per quale assurdo motivo lo avrebbe fatto?! Naruto non ha nessun motivo per volerla fare finita!” affermò Kiba.

“Per quanto non possiate crederci ragazzi, le cose purtroppo stanno così. Adesso l’importante è salvargli la vita. Poi ci penserà la signorina Tsunade a decidere come affrontare la situazione.” disse a tutti.

“Come sarebbe a dire? Avviserete anche l’Hokage?” domandò Shino.

“Si, la situazione è troppo delicata…Probabilmente andranno presi dei provvedimenti per evitare che ripeta simili sciocchezze. Sarà L’Hokage a stabilirle dopo aver verificato lo stato delle cose.” gli rispose.

“E’ impossibile…non può davvero star succedendo una cosa simile…” disse Hinata a voce bassissima con il volto rigato di lacrime. Ino si allontanò da Shikamaru e andò ad abbracciare Hinata. Continuarono a piangere in silenzio una vicino all’altra.

“Dovete farvi forza, ragazzi. Dovete farlo per lui. Avrà bisogno di tutto il vostro affetto e sostegno. Ora perdonatemi ma devo tornare dentro. Vi faremo sapere qualcos’altro appena possibile.” concluse lasciandoci lì, pieni di dolore e in cerca di risposte, tornando in sala operatoria. Tra di noi calò un silenzio tombale per molti minuti.

“Ma voi davvero ci credete? Fratello Naruto non avrebbe mai fatto una cosa del genere!  Io lo conosco! “ disse all’improvviso Konohamaru. “Sono sicurissimo che deve esserci un’altra spiegazione!”

“Konohamaru…” disse Shikamaru abbassandosi un po’ per guardarlo negli occhi. Gli si stavano riempiendo di lacrime.

“Ti prego…dimmi che anche tu non ci credi…” lo pregò.

Shikamaru gli poggiò la mano sulla testa. Poi gli rispose:

“Nemmeno io ci credo, Konohamaru…Ma sembra che i fatti dicano il contrario…”

Konohamaru tremava e non riusciva a trattenersi e i suoi compagni di squadra avevano entrambi gli occhi lucidi. Da tempo Naruto era d’esempio per quei ragazzini. Li aveva conquistati e loro lo consideravano un secondo leader. Non riesco a immaginare quanto dovesse essere duro per loro venire a conoscenza di una realtà così dura e cercare di accettarla. Ma come poteva essere difficile per loro, era ancora più difficile per noi…

“In ogni caso, voglio venire a fondo di questa faccenda…” riprese Shikamaru. Diede un buffetto a Konohamaru sulla guancia, poi si rivolse a Choji, “Accompagnami. Voglio controllare bene dentro casa sua e voglio andare a vedere se ha davvero devastato da solo il Campo Pratica.”

“Ma Shikamaru…non sarebbe meglio restare qui in attesa di altre notizie? E poi fuori starà ancora diluviando…rischiamo di ammalarci, se non lo siamo già.” rispose Choji.

Shikamaru abbassò lo sguardo. Si sentiva impotente, ne ero certa. Poi sussurrò:

“Naruto…chissà per quanto tempo è rimasto sotto la pioggia…”

Un ‘altra frecciata per tutti. Sulle nostre spalle gravò un dolore insopportabile. Possibile che Naruto stesse male e nessuno di noi si fosse accorto di niente? Ci era sfuggito qualcosa? Non eravamo stati degli amici abbastanza presenti al punto da farlo sentire abbandonato? Nella mia testa martellava una sola parola: perché? Dovevo assolutamente trovare una risposta o non avrei trovato pace.

“Ragazzi…credo sia meglio che restiamo tutti qui. Come ci è stato appena detto, l’unica cosa che possiamo fare per lui è aspettare.” intervenne Rock Lee.

“Ma dobbiamo capire cosa diavolo gli è passato per la testa se vogliamo aiutarlo!” gli urlò di risposta Kiba.

“Non è uscendo fuori con questa pioggia che lo aiuteremo…” continuò Rock Lee.

“Sempre meglio che restare qui senza fare niente! Se torniamo là almeno possiamo scoprire qualcosa!” ribatté ancora Kiba. Non avrei mai pensato che fosse rimasto così turbato per Naruto. Sapevo che lo considerava un suo rivale ma mai avrei pensato che sarebbe stato così male…La sua voce era un misto tra rabbia e…commozione. Eccone un altro che non poteva credere che Naruto fosse arrivato a un gesto tanto estremo. Ma Kiba era orgoglioso…sapevo che non avrebbe mai pianto davanti a tutti, dando sfogo al suo dolore personale. Akamaru gli si era avvicinato sfiorandoli la mano con il muso, probabilmente cercava di calmarlo.

“Piantatela!” si intromise Shino all’improvviso. “Non è il momento di mettersi a discutere mentre Naruto sta rischiando di morire…”

“Chissà magari è quello che vuole alla fine…” disse Kiba sottovoce.

“Non dirlo nemmeno per scherzo, Kiba!” urlai io allora.

“Per favore smettetela! Vi prego…” supplicò Hinata.

Io e Kiba facemmo un respiro profondo. Incredibile quanto fossimo sconvolti.

“Scusate…davvero…non volevo dirlo…” disse Kiba. Si era scusato…

“Siamo tutti piuttosto nervosi ed è comprensibile. Ma arrabbiarsi non serve a nulla in questo momento. Anzi peggiora solo le cose. Penso sia meglio se ci diamo tutti una calmata ora e aspettiamo altre notizie. Più tardi decideremo cosa fare. Che ne dite?” propose Shino.La sua voce ci calmò un po’ tutti. Così si sedemmo…e aspettammo.


Passò tanto e troppo tempo. Iniziavo a temere il peggio. Quanto poteva essere grave? Provai a pensare a tutto quello che gli stavano facendo. A volte essere un ninja medico è un’ arma a doppio taglio. Si pensa troppo alle complicazioni e poco al successo delle operazioni. Dopo un tempo che parve a tutti infinito, la luce rossa sulla porta della sala si spense. Dopo alcuni minuti uscirono fuori tre ninja medici. Mancava quello con cui avevamo parlato prima. Non avevano una bella espressione. Riconobbi tra di loro il primario addetto ai casi di emergenza. Ci accalcammo tutti intorno a lui.

“Allora? Come sta?” domandammo ognuno per i fatti suoi. Lui ci fece cenno di fare silenzio. Rimanemmo tutti con il fiato sospeso…

“Ragazzi, mi spiace dirvi che la situazione è critica.”

A noi mancava il respiro. Quel poco di speranza che avevamo che ci dicesse che andava tutto bene e che si sarebbe ripreso presto svanì nel nulla.

“Quando è arrivato qui era praticamente dissanguato. Gli abbiamo fatto subito una trasfusione ma siamo dovuti intervenire manualmente, non c’è stato tempo né per la terapia d’emergenza né per utilizzare subito gli jutsu medici.” continuò lui.

“Manualmente?” chiesi io, senza parole.

“Non c’era tempo…La ferita era terribilmente ampia…” annui lui.

“Ma…lo avete anestetizzato vero?” domandai con un terribile presentimento.

Lui scosse la testa e rispose:

“Il suo cuore non avrebbe retto…”

“Vuole dire che lui…” m anticipò Ino.

“Ha affrontato tutto l’intervento  in stato di semicoscienza, si. “ concluse.

“Aspetti..come sarebbe a dire “semi”?” chiese Shikamaru.

“Si è svegliato un paio di volte mentre lo stavamo operando…per perdere i sensi quasi subito.” rispose.

Che dolore terribile avrà sopportato! Nonostante gli antidolorifici, affrontare un’operazione da quasi svegli era terribile.

“Ora come sta?” domandò Hinata.

“Lo abbiamo stabilizzato per ora. Dobbiamo monitorarlo per 24 ore e sperare che rimanga stabile…e che reagisca bene alle cure. Purtroppo da quanto ha deciso di lasciare libera la Vol-…volevo dire Kurama, mi pare si chiami così, la sua capacità di recupero è uguale a quella di qualunque altro essere umano.” rispose lui.

Era vero. Terminata la guerra Naruto aveva dato la libertà ai nove cercoteri, a patto che non di non distruggere nulla e di ritirarsi a in pace nel modo in cui desideravano. Naruto garantì per loro davanti alle 5 nazioni ninja e Kurama garantì per i suoi compagni. Per sancire questo nuovo patto con i cercoteri, tutti i membri dell'Alleanza si erano impegnati a imparare i loro nomi e a trattarli con rispetto per poterne ricevere altrettanto in cambio dai demoni. Questa proposta aveva incontrato l'approvazione di tutti, quindi per quanto fosse difficile ricordarsi di chiamarli per nome, tutti si stavano impegnando per farlo. Così tutti e nove andarono per la loro strada ma Kurama, prima di partire, promise davanti tutta la Foglia che in caso di pericolo sarebbe intervenuto per combattere al nostro fianco. Anche se aveva lasciato a Naruto una consistente quantità del suo chakra, lo aveva avvertito che non sarebbe stato più lo stesso. Naruto non sarebbe più potuto guarire in una nottata. Di tutta risposta lui gli aveva sorriso e gli aveva augurato di vivere in tutta serenità. Persino Kurama aveva sorriso...almeno credo. Insomma non è facile definire il sorriso di un demone dato che sembra un ghigno. Siccome non divorò nessuno pensai fosse davvero un sorriso. Si erano salutati con uno scambio di pugni, dopodiché la Volpe era sparita. Ma da allora ogni ferita di Naruto guariva seguendo i normali processi di guarigione. Non non se ne lamentò mai...diceva sorridendo che lo faceva sentire come tutti gli altri. Ma in casi del genere anche lui non negherebbe che gli sarebbe ancora d'aiuto il potere della Volpe. Cioè Kurama, volevo dire! 

“Possiamo vederlo?” domandai ancora io. Non potevo aspettare. Dovevo assolutamente vederlo.

“Mi dispiace ma per ora non possiamo fare entrare nessuno. Non solo perché ha assoluto bisogno di riposare ma anche perché prima dobbiamo conferire con l’Hokage, per aggiornarla sulle sue condizioni e decidere come procedere…alla luce di quello che è successo…” rispose deciso.

Moegi si avvicinò di più a lui, con gli occhi ancora umidi e chiese:

“Mi scusi…ma lei è proprio sicuro..che lui…” disse non riuscendo a terminare la frase. I suoi occhi diventarono tremendamente tristi a osservarla in quello stato. Si riprese subito però:

“Credimi, anche io ho fatto fatica a crederci conoscendo il soggetto…ma non lo avrei nemmeno pensato se non fossi stato sicuro.”

“Per favore lo spieghi anche a noi perché non riusciamo a farcene una ragione. Se non ci dà una buona motivazione, non potremmo mai crederci.” affermò Kiba.

Rimase un attimo pensare, a ponderare le parole. Forse anche lui capiva quanto stavamo soffrendo tutti.

“Da quello che mi hanno detto ve lo hanno già spiegato. Comunque ve lo ripeto. Lividi e contusioni sono compatibili con impatti violenti, le ferite sulla spalla e sulla gamba non solo sono di qualche giorno fa ma non sono neanche state medicate in alcun modo, nonostante la loro gravità. Inoltre la ferita all’addome è quasi impossibile che se la sia procurata per caso…ipotizzando che sia stato aggredito, per un ferita del genere…non deve nemmeno aver provato a difendersi. “ spiegò lui.

“Sono comunque tutte ipotesi…cosa esclude l’aggressione?” Kiba cercò ancora di aggrapparsi un’ultima volta a quel’idea.

“Rispondi sinceramente: chi mai potrebbe avere interesse a ridurre Naruto Uzumaki in quello stato?” chiese . Kiba aprì la bocca per ribattere ma la voce gli si smorzò prima di uscire.

“So che è difficile accettarlo ma questa è la realtà e dovete farvene una ragione. Ora scusateci, noi andiamo a conferire con la signorina Tsunade, al ritorno vi comunicheremo cosa deciderà di fare in merito.” disse.

"Io devo assolutamente vederlo!” dissi decisa.

“Ora non è davvero possibile, ve l’ho detto..deve riposare…potrete vederlo quando la situazione sarà un po’ meno critica..” mi rispose.

“Allora lei non capisce! Stiamo parlando del mio compagno di squadra! Non posso aspettare, devo assolutamente vederlo!” urlai per l’ennesima volta.

Il primario mi guardò interdetto. Mi conosceva e non mi aveva mai vista in quelle condizioni. Ci disse di aspettare e rientrò nella sala. Ne uscì dopo pochi minuti. Disse:

“Va bene, ascoltate tutti. Vi concedo una decina di minuti. Scegliete tra di voi, la persona che entrerà. Solo uno. Non posso fare di più. Ora perdonateci, ma andiamo a fare rapporto.” Quindi sparirono nel buio del corridoio.

Non poteva metterci in una situazione più difficile. Tutti stavamo morendo dalla voglia di vederlo, avevamo tutti lo stesso diritto di entrare. Non potevo in alcun modo impormi davanti agli altri. Bisognava trovare una situazione equa.

“Coraggio Sakura…và da lui.” disse Shikamru.

“Come?” chiesi stupita.

“E’ giusto che vada tu da Naruto. Non solo perché sei la sua compagna di squadra ma soprattutto perché tu sei la persona a cui è più legato. Gli farà piacere…” mi rispose.

“Ma siamo tutti suoi amici allo stesso modo…”

“Tranquilla, va bene così…Vai!” mi incitò Rock Lee.

“Salutalo da parte di tutti noi però! Mi raccomando!” disse Konohamaru.

“E digli che non è solo…che gli vogliamo tutti bene…”disse ancora Hinata, mentre si asciugava le lacrime. Hinata amava Naruto in modi che credevo incredibili. Lo aveva dimostrato nella battaglia contro Pain e durante l’ultima grande guerra. Dovevo farla andare al posto mio? No, non potevo…

“Lo farò sicuramente!” dissi semplicemente. Mi avvicinai alla porta ma prima di aprirla aggiunsi:

"Grazie davvero…”.

Dopo aver ricevuto un segno di assenso da parte di tutti, entrai.
 
 
 
  
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