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Autore: thecitysmith    06/02/2014    1 recensioni
"In un mondo dove le città sono personficate, la Città di Parigi non si vede da secoli, allontanata dagli orrori della guerra e da tutto il peggio che l'umanità le ha sempre offerto di sé.
Enjolras sogna di incontrare Parigi, e di condurre la Città verso un domani migliore.
Quello che non sa é che adesso Parigi é un cinico ubriacone che si fa chiamare Grantaire."

| traduzione dell'omonima storia su ao3 di barricadeuse e piuma_rosaEbianca |
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Enjolras pensava che Parigi fosse bellissima.

 

Anche se forse avrebbe dovuto essere "sapeva" dato che il termine "pensare" era davvero troppo poco per descrivere la passione che sentiva dentro. Era una presunzione, ovviamente. Enjolras era il primo ad ammetterlo. L'idea che lui o qualsiasi altro umile cittadino potessero sapere anche una minima cosa sulla loro misteriosa Città era ridicola. Le più grandi menti che la Francia avesse avuto avevano discusso sulla sua esistenza da prima che lui nascesse. Non poteva in alcun modo sapere.


Eppure la consapevolezza gli attraversava le vene, bruciando calda e splendente.


Come poteva essere altrimenti? Ci aveva ragionato sopra. Sì, Parigi era un labirinto, palazzi pretenziosi e fetidi vicoli, ma la Città di Parigi era tutto un altro discorso. Era un ideale in cui tutti loro credevano, un essere che si sarebbe sollevato sopra il pantano di povertà e corruzione, guidandoli verso un’esistenza migliore. Non era stato così per tutte le grandi Città? Atene, non si era forse seduta ad ascoltare Socrate e Platone? E Roma, non aveva forse incoraggiato le migliori opere di Da Vinci?


Se doveva essere completamente onesto con se stesso, non era solo il ragionamento accademico che lo aveva portato a questa conclusione. C'erano notti in cui tornava a casa dagli incontri al café, ancora ardente per l'idea della rivoluzione e del liberare Parigi dalle sue catene, che anche nel sonno l'aria diventava pesante, e nei suoi sogni si eccitava. Sogni di un soldato al suo fianco, la mano stretta alla sua, o di una donna, il seno scoperto mentre guidavano l'attacco insieme. Entrambi bellissimi, entrambi che guardavano lui.


Si svegliò ansimando, e arrossì di vergogna mentre si occupava di quell’esigenza impellente. Gli altri lo prendevano in giro per la sua apparente purezza, ma quanto sarebbero stati sorpresi di sapere che era colpevole di desideri ben più lascivi. Scosse la testa e si ridistese. In realtà non avrebbe mai potuto fare niente del genere, non che Parigi gliene avrebbe mai dato la possibilità. Però si sentiva in colpa, perché si permetteva di distrarsi così tanto, e perché osava macchiare in questo modo la sua visione di Parigi.


Non ne parlava. Si concentrava sulla rivoluzione. Non stava salvando Parigi per i suoi desideri egoistici, ma per il bene superiore del popolo. Il non poter parlare della bellezza di Parigi nei suoi discorsi, non con Grantaire ad ascoltare, lo aiutava. L'ultima volta che aveva fatto quell'errore Grantaire aveva riso fino alle lacrime. Di norma non lasciava che l’ubriacone lo distraesse, ma Grantaire era rimasto abbastanza sobrio da sostenere una discussione. Nel suo idealismo, Enjolras si era dimenticato delle ustioni sulle braccia di Londra a causa dei suoi grandi incendi. Delle cicatrici che erano apparse sul volto di Vienna dopo che così tanti dei suoi figli erano stati uccisi nella battaglia di Austerlitz. Le linee tristi sul volto di Berlino mentre stringeva a sé le città morenti del Sacro Romano Impero (dell’ultima Enjolras non aveva mai sentito parlare, ma Grantaire ne sembrava sicuro).


Da allora Enjolras aveva deciso di non parlare più di Parigi senza essere sicuro di avere prove solide a sostegno dei suoi argomenti. Cosa difficile, date le pochissime certezze che si avevano su di lui o lei, anche le Città tenevano la bocca chiusa sul loro fratello mancante. Ma era meglio tenersi sull'astratto piuttosto che affrontare le prese di giro di Grantaire. Era stato particolarmente maligno quella sera. Enjolras supponeva che il cinico non credesse affatto in Parigi.


(Grantaire si era ubriacato anche molto più del solito quella sera.)


Ma Enjolras. Lui ci credeva con lo stesso ardore che aveva portato le persone a venerare le Città come dei. Non poteva farne a meno. Parigi era tutto quello che sperava per la Francia stessa. Era anche uno dei meno sorpresi del fatto che Parigi non si fosse ancora rivelata. Era ovvio che si tenesse distante dalle masse che l’avevano delusa così tanto. Non ne erano degni. Fino a quanto avrebbero avuto un Re e il popolo oppresso, non erano degni. Parigi probabilmente si era nascosta dalla vergogna dopo aver visto quello che erano diventati.


E pensare che soldati amareggiati avevano provato a incolpare la Città del loro fallimento! Enjolras diventò immediatamente rosso di rabbia, al pensiero. Si alzò e si vestì prima di rendersi conto che era ancora notte fonda. L'ultima volta che si era introdotto in casa di Courfeyrac per parlare di Parigi aveva interrotto una situazione piuttosto delicata e si era ritrovato una scarpa lanciata in direzione della sua faccia.


Quindi si sedette alla sua scrivania e scrisse furiosamente, con passione, fino alle prime ore della mattina. Scrisse per la rivoluzione. Ma, sopratutto, scrisse per Parigi.


Sì, Enjolras sapeva che Parigi fosse bellissima.


 

 


 

Note delle traduttrici

Il motivo per cui abbiamo deciso di portare questa storia su EFP é semplice: Paris Burning é un capolavoro che va al di là della semplice fanfiction, é un worldbuilding spettacolare che tutti dovrebbero leggere, anche al di là del fandom di Les Misérables. Entrambe l'abbiamo letta, ci abbiamo pianto lacrime amare, l'abbiamo adorata, e abbiamo deciso di provare a tradurla. Non eguaglieremo mai lo stile dell'autrice, della nostra R (si firma così davvero e afferma che sia solo una fortunata coincidenza), e anzi, se potete, andate anche a leggere l'originale. Noi qui abbiamo il nostro piccolo tentativo 

Per questo capitolo, la traduzione é di piuma_rosaEbianca e il betaggio di barricadeuse. Per qualsiasi domanda, o annotazione, anche tecnica, non esitate a chiederci.

Abbiamo deciso di pubblicare un capitolo a settimana: ci siamo già portate avanti per non avere problemi o ritardi, quindi possiamo dire con sicurezza che d'ora in poi il giovedì sarà il giorno di Paris Burning. E quindi il giorno dei feels. Quindi ci rivediamo il 13 febbraio.

Per il momento, ringraziamo chi ha commentato e messo Paris Burning tra preferiti e seguiti. 

The Cities are still burning,
al prossimo capitolo,
b + c. 

  
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