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Autore: elanor27    06/02/2014    0 recensioni
L' amicizia tra Theo, Blaise e Draco è sempre stata ferrea. Tra loro scherzando sostenevano di essere il Trio Nemesi, contrapponendosi al San Trio di Potter e compagnia bella.
La vita a volte però tira brutti scherzi, e se i due trii si trovassero a dover collaborare? Nasceranno nuove amicizie? Draco strangolerà Potter? Probabile.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO V


Quando Hermione riprese i sensi, arrivò una Maginfermiera a controllare i suoi valori. Una Maginfermiera sorda, visto che sembrava non sentire qualsiasi sua domanda.
Quando la “simpaticona” uscì, entrarono Harry e Ron come due furie. Avrebbe voluto aprire bocca, ma le bestemmie creative del moro e i rimproveri del rosso non sembravano permettere nessuna interruzione.
“BASTA!” urlò esasperata con un gran mal di testa.
I due, come sorpresi che ci fosse anche lei ammutolirono per quello che sarebbe passato alla storia come record personale: 10 secondi.
Lei cercò con gli occhi la sua bacchetta, ma non ce ne era traccia. Dio! Quanto avrebbe voluto silenziarli!
Quando i suoi amici smisero di berciare, finalmente potè sapere perchè diavolo si trovasse lì.
“E noi che ne sappiamo, razza di scema!” rispose simpaticamente Harry.
“Ci ha chiamato Seamus dicendo che eri ricoverata priva di sensi e che avevi perso fiumi di sangue. Che eri arrivata a mo’ di pacco in accettazione con Malfoy moribondo al seguito.” Disse Ron in perfetto stile Mamma Weasley ‘neanche un biglietto’.
Lei rimase zitta, era la prima volta che si spaccava durante una Smaterializzazione, e non riusciva a spiegarsi come era potuto succedere. Che jella spaccarsi proprio in un momento tanto critico. Per fortuna la meta era il San Mungo, se fosse andata da qualche altra parte probabilmente sarebbe morta prima di ricevere soccorso.
“Come sta Malfoy?”

Evidentemente quella era l’ultima domanda che doveva porre, visto come gli amici mezzo inferociti mezzo sollevati reiniziarono a darle dell’ idiota a gran voce.
Per grazia ricevuta, Seamus Finnigan ex Grifone e neo Medimago fece il suo ingresso. Nemmeno si stupì della cagnara che regnava, si limitò solo a dare un paio di colpi a Ron che nel mezzo di un insulto si era strozzato da solo.
“Susu ragazzi, lasciatela in pace, povera, si è appena ripresa. Lasciate un po’ di lamentele anche per dopo, che ve la rimando a casa nel giro di due ore.”
Le si avvicinò sorridendo.
“Allora Herm, come va? Dolori?”
Lei lo salutò, “Nah, solo un po’ di mal di testa, ma credo sia più che altro per le grida di queste due chiocce umane” rise.
“Ottimo. Allora. Vediamo un po’.” Mugugnò leggendo la cartella clinica “Ti sei spaccata, ma non era nulla di grave, ti abbiamo rattoppato velocemente. Hai dormito per due ore. Ti teniamo un paio d’ore qui e poi sei libera di seguire le Mammine a casa.”
I due ragazzi lo guardarono in cagnesco.
“Non fa ridere Seamus. Da come ne hai parlato sembrava in punto di morte!”
“Esagerati, siete voi due che siete ansiosi come pochi! Lei è arrivata in condizioni migliori di Malfuretto, lui sì che era conciato da buttar via!”
Lei si rizzò: “A proposito di Malfoy, come sta?”
Seamus, che da quando era diventato Medimago sembrava aver dimenticato i dissapori dei tempi di Hogwarts, si scurì in volto. “Non bene. L’ abbiamo steso con le pozioni. Se si riprende entro le prossime 24 ore, sarà fuori pericolo, ma visto che non risponde positivamente a nessuna cura non possiamo garantire nulla. Era per chiederti di lui che sono venuto.”
Avendo visto lo sgomento sul volto della ragazza attese qualche secondo, facendo sì che la informazione venisse assimilata.
“Vedi, non sappiamo con precisione cosa abbia. E speravamo che te potessi dirci cosa è successo...”
Ron e Harry la guardarono, ansiosi anche loro di sapere che diavolo era successo. Ma sembravano più curiosi che in pena per le sorti dell’ ex compagno.
“Io... non so... stavamo discutendo. Io non stavo guardando. So solo che ad un certo punto ha iniziato a gemere e poi si è accasciato a terra. Credo abbia ingerito dell’ uva e poi abbia avuto una reazione allergica. Ma la cosa non ha senso, avrebbe saputo di essere allergico, e non l’ avrebbe mangiata. Non saprei... è successo tutto così in fretta.”
Seamus sembrò pensarci su. “Sono certo che le sue condizioni non sono date da allergia. Cosa è successo poi?”
La voce le si incrinò appena “Ero confusa non ho avuto tempo per pensare.. io... l’ ho fatto vomitare. Ma non smetteva di gemere e quindi l’ ho portato qui.”
Il Medimago si illuminò: “Sai, gli hai salvato la vita probabilmente. Manderò qualcuno a casa sua a prendere la frutta per analizzarla. Sia mai che veniamo a capo di qualcosa...Ora però tu ti devi riposare, se no non ti dimetto.” Detto questo salutò, promise che avrebbero preso una birra insieme appena possibile. Rimasti soli Herm tirò un sospiro di sollievo, con un pizzico di fortuna quel cretino del suo assistito non avrebbe tirato le cuoia il primo giorno in cui era sotto la sua supervisione.
Harry dal suo angolino rise “Herm, quel demente dovrebbe baciare il terreno su cui cammini. Gli hai salvato il culo. DI NUOVO.”
Hermione ridacchiò “Già, sta diventando una fastidiosa abitudine!”


 


Quando l’ infermiera le comunicò che poteva riavere i suoi effetti personali e andarsene, tirò un sospiro di sollievo. Gli ospedali proprio non facevano per lei, troppi colori scialbi, troppo odore di solvente e soprattutto troppo dolore nell’ aria. Mentre si rivestiva pensava a quanto le sarebbe piaciuto trovarsi a casa, nella vasca, in compagnia di un bicchiere di Rosso e di un bel romanzo.
Harry e Ron se ne erano andati da un po’, con delle scuse piuttosto idiote. Li conosceva abbastanza bene per sapere che erano andati fuori a prenderle una pizza con l’ intento di farle una sorpresa giunta a casa. Che poi, sai che sorpresa, tra tutti e due non erano nemmeno in grado di bollire un uovo, se avessero tentato di cucinare sarebbe tornata di volata al San Mungo: Reparto Avvelenamento Accidentale.
Diede un ultima occhiata alla stanza, per essere sicura di non aver lasciato niente. Abitudine che in quella circostanza era abbastanza stupida, visto che era stata lì solo poche ore. Chiuse la porta e si diresse verso la reception.
“Buongiorno, sono Hermione Granger, mi hanno appena dimessa e mi hanno detto di passare a firmare dei moduli e a prendere la mia roba...”
L’ infermiera sembrava seccata di essere interrotta. In cosa poi, solo Merlino sapeva visto che non sembra fare nulla di particolare. “Ecco qui, vado a prendere la sua roba.”
Hermione lesse il modulo e firmò. O almeno, ci provò, ma la penna sembrava rifiutarsi di scrivere.
“Mannaggia. Oggi non una giusta eh...” disse a se stessa.
“Giornata difficile?”
Quasi le venne un infarto, si girò di scatto e si ritrovò un ragazzo al fianco. “Scusi non volevo spaventarla!” si affrettò a dire.
“Oh no, è che... non l’ avevo sentita arrivare” arrossì lievemente.
“Non si faccia problemi, mia madre dice sempre che sono silenzioso come un gatto...Tenga...” disse tirando fuori dalla giacca una biro. “Firmi con questa”
Lei la prese, e sorrise “Grazie...” firmò velocemente e la restituì.
“Mi chiamo Hermione Granger.” Gli tese una mano.
“Hermione Granger? QUELLA Hermione Granger?”
“Ehm sì.” Non ci si sarebbe mai abituata alla fama derivata dal suo passato al fianco di Harry.
Lui travisò la sua espressione e diventò paonazzo. Le strinse la mano e intanto borbottò: “Mi scusi non volevo essere così ... insomma... piacere, Jonathan Kreuz.”
“Il piacere è mio, e si figuri, è che non sono una molto abituata alla fama...”
“Capisco, anche lei qui in visita?” chiese, con il palese intento di rifarsi.
“Oh, no, ho avuto un incidente in giornata, nulla di grave. Mi stanno già dimettendo!” sorrise, in fondo era un ragazzo gentile e cortese.
“Oh mannaggia, spero ti senta bene! Io sono qui per mia madre...” disse velocemente.
Sorvolò sul fatto che le avesse dato del tu, anche perchè glielo avrebbe chiesto lei a breve, visto che sembrava suo coetaneo. Stava per chiedergli di sua madre quando vennero interrotti dalla Maginfermiera, tornata manco a dirlo a mani vuote.
“Signorina Granger, mi spiace ma non ho trovato nulla a suo nome.”
Imprecò tra se, porco Merlino, aveva lasciato tutto dal Furetto. Anche la sua bacchetta.
Imbufalita ringraziò la ragazza, e si volse per salutare il ragazzo.
Lui sembrò dispiaciuto che se ne andasse, ma non fece commenti.
Si avviò verso l’ uscita a passo di marcia, era senza bacchetta ne cellulare, ne soldi.
Come diamine torno a casa? Si chiese all’ uscita. Poi le venne una idea, fece dietro front e andò a cercare Seamus, sperando che non avesse già staccato.



Quando Seamus vide la figura di Hermione si scurì in viso.
“Ehi ciao Seamus! Scusa se vengo a disturbarti durante il turno...” iniziò con un sorriso, lei.
“Ma va tranquilla, e poi sto per staccare, dimmi tutto!” lei notò che il tono di lui non era entusiasta e si chiese internamente se avesse fatto qualcosa di male. Titubante gli spiegò la situazione e lui comprensivo le disse che non era un problema e le avrebbe dato un passaggio in macchina.
Quando si sedettero nell’ abitacolo lui sembrava nervoso e Herm iniziava ad essere in pensiero.
“Va tutto bene, Sam?” chiese girandosi per prendere la cintura.
“Herm. Io... “ si schiarì la voce “non te ne ho parlato prima, perchè erano presenti Harry e Ron. E ogni paziente ha il diritto alla riservatezza. E poi siamo amici da sempre... quindi...”
Lei si girò a guardarlo.
Lei ricambiò lo sguardo, contrasse lievemente la mascella.
“Nel tuo organismo ho trovato un alto tasso di una droga chiamata Magnesium Vitae.”
Lei spalancò gli occhi, in viso un’ espressione di paura mista a colpevolezza.





Quando arrivò a casa trovò i ragazzi seduti in cucina a bere birra e ridere fragorosamente. Aveva indovinato, anche se le avevano preso cinese e non pizza. Molto meglio, aveva proprio voglia di ravioli al vapore.
"Finalmente a casa eh?" sorrise Harry. "Oh andiamo ragazzi, sono stata ricoverata solo 5 ore! Mica due mesi!" disse rubando un involtino primavera dal sacchetto.
"Fra l' altro voi non sapete che sfiga," disse prendendo un piatto dalla credenza "ma quando mi hanno dimesso ho scoperto che avevo lasciato tutto a casa di Malfoy! Non avevo ne soldi ne la bacchetta. Avrei potuto chiamarvi se voi zucconi vi foste comprati un cellulare come vi ho pregato mille volte..."
"Andiamo Herm, lo useremmo solo per contattarci tra noi! Nessuno lo usa!"
"Dean ce l' ha..." borbottò.

"Dean ha la ragazza babbana che abita in centro. Non è il caso di mandarle i gufi non trovi?"
masticò il rosso. Lei sbuffò. Si servì una abbondante pozione di Pollo alle mandorle e, piatto alla mano, andò a prendere la bottiglia di vino rosso.
"Ma quindi cosa conti di fare? Dio solo sa quando Malfoy uscirà da lì..." il moro aveva uno strano ghigno stampato in faccia.
"Chissene frega scusa. Tanto devo vederlo tra una settimana."
"Ah già. E senza bacchetta che intendi fare? Usare un mestolo sperando nessuno se ne accorga?" Ron rise di gusto e battè una manata sulla schiena di Harry. Facendogli quasi cadere gli occhiali. Lei assimilò l' informazione e versò il vino sul tavolo.
"Cazzo!" imprecò lei. "Non ci avevo pensato porca puttana."
Herm pensò velocemente a che fare. Andare lì era l' unica opzione. Anche perchè pensandoci bene la casa era stata lasciata aperta. A meno che qualcuno saputo che il biondo era stato ricoverato non fosse andato a chiuderla. Mannaggia, dovevano averla sicuramente chiusa.
Aspettare che Malfoy tornasse tra i vivi era impensabile visto che non si sapeva quanto sarebbe durato il suo viaggio nel mondo del coma.
"Dovrò per forza scrivere a Blaise di venire con me." pensò ad alta voce.
"Perchè? Avrai libero accesso a quella casa essendo supervisore."
"Certo che ce l' ho, ma non ho ancora avuto le chiavi. E poi non posso entrarci senza nessuno in casa, è poco professionale."
"Chissene frega, chi vuoi che se ne accorga?" disse Harry col classico tono che riservava al topic 'infrangiamo-le-regole-yeah'.
"Sai benissimo che il punto non è essere sgamata o meno! E poi sono quasi certa che sarà sotto perquisizione, e se scoprono che ci sono stata sospetteranno di me. Zucconi."
"E io che ho...?" si imbronciò Ron. Ma Harry lo interruppe. "Ma quale perquisizione scusa? Non credo che Seamus rivolterà la casa. La frutta sarà dove l' avete lasciata e tante care cose. Questione di 10 minuti al massimo."
"E voi sareste gli Auror a cui si affida la popolazione magica?" disse lei serissima. "La vera domanda è, 'chi ce l' ha messa la frutta?' perchè io ci ho pensato su. E non credo che Malfoy abbia deciso di passare a miglior vita così... Secondo me qualcuno vuole farlo fuori."
Harry rise. Ma aveva un modo un po' ansioso di ridere. La sensazione che l' aveva presa l' altra sera riaffiorò.
"Herm, senza offesa ma non credo proprio. Quel coglione si deve essere impasticcato di troppa roba che gli hanno prescritto e bona... Fidati..."
Lei lo guardò attentamente. Non era da Harry fregarsene in quel modo. Ok, lui e Malfoy di sicuro non avrebbero mai indossato i braccialetti BFF, ma ignorare del tutto la cosa era veramente strano.
"Harry, quando mai il mio intuito sbaglia? Eh?" disse in modo un po' troppo brusco.
"Solitamente mai, ma questa volta ha fatto sicuro cilecca. Sei solo stressata."
Ron vedendo che la situazione stava per prendere una brutta piega si inserì nel discorso e gli fece prendere un' altra direzione. "Herm scusa eh. Ma come hai fatto a tornare a casa?" dimostrando di non essere più il vecchio Ron, maturano tutti prima o poi.
Di colpo le venne in mente il discorso che le aveva fatto Seamus, e l' ansia le chiuse la gola. Incominciò a sentirsi male. Si sentiva fredda. E nervosa.
"Mi ha dato un passaggio Seamus..."
"Cavolo, gentile da parte sua! Dopo gli scrivo di venire qui a cena un giorno, magari invito anche Dean e parliamo come i vecchi tempi..."
"No!" Quasi strillò lei.
Loro la guardarono. Sui volti un' ombra di stupore vagamente accennato.
"No, intendo, scusate.... Ho dimenticato di scrivere a... alla Klein, torno subito." veloce come un lampo corse su le scale e spalancò la porta di camera sua. Frugò in un cassetto prese il Magnesium e si sentì subito molto meglio. Guardò la scatoletta. Le venne in mente cosa le aveva detto l' amico.

"Herm, quella roba ti distrugge!"
"Non sono dipendente Sam! Ho tutto sotto controllo!"
"Non puoi averlo sotto controllo cazzo! Hai idea di cosa fa quella roba all' organismo? Eh?"
"Piantala di farmi la paternale! Lo so benissimo quello che faccio! Tu non hai la minima idea di come io mi senta! Non ne hai idea cazzo!"
"Harry e Ron lo sanno?"
"No che non lo sanno. E non lo devono sapere. Sono affari miei."
"Herm. Devi farti vedere! Devi smettere di prendere quella roba. Lo so quello che hai passato, so dei tuoi genitori e di quello che è successo in Australia. Ma questo non ti autorizza a distruggerti."
"Io non mi distruggo. Prendo il Magnesium solo per dormire e raramente per calmarmi quando mi sento sul bordo del baratro."
"Lascia che ti aiuti io..."
"SMETTILA! NESSUNO PUO' AIUTARMI."

Chi voleva prendere in giro? In uno scatto di ira lanciò il flacone dall' altra parte della stanza. Colpì lo stipite del letto e rovesciò pillole ovunque.
Da giù Ron le chiese se era tutto ok.
"Sìsì" si affrettò a urlare di rimando. "Ho solo fatto cadere una cosa! Arrivo subito."
"Dai che qui si fredda tutto e gli spaghetti di soia diventano immangiabili!" le ricordò Harry.
Di colpo le venne in mente la faccia di Malfoy quando era a carponi. Non era uno sguardo di chi se lo aspettava. Non lo era proprio. Ma a quanto pare nemmeno i suoi amici erano disposti ad ascoltarla.
Si chiese se anche lei aveva quella faccia prima di scoprire cosa fosse e a cosa servisse il Magnesium. Prima di iniziare consapevolmente un capitolo della sua vita che si poteva tranquillamente intitolare “della merda”.

Stavano sparecchiando quando Harry la abbracciò. "Scusa per prima Herm, scherzavo..."
"Tranquillo è solo che sono molto stanca. Anche io ho reagito da idiota.."
Lui le fece il suo sorrisone migliore.
"Prometto che se sento qualche voce di corridoio te lo faccio sapere ok?"
Lei vide Ron alle spalle del moro lanciargli una occhiata preoccupata.
"Ron, si può sapere cosa avete voi due?"
"Eh?" fece lui cascando dal pero.
"Dai... Riconosco lontano un miglio quando nascondete qualcosa."
"Te ti fai troppi viaggi mentali Herm!" rise lui mentre con un colpo di bacchetta spediva la tovaglia nella cesta dei panni sporchi. "Noi non ti nascondiamo proprio un bel niente."

"Piantala di mentirmi."
Harry la guardò "sul serio Herm, non ti nascondiamo nulla. Lo sai che di te ci fidiamo, ti diremmo tutto."
"A-HA!" urlò lei trionfante "Allora avete qualcosa sotto!"
"Ma se ti ho appena detto che ti diciamo tutto!?"
"No. Hai detto 'diremmo'. Quindi c'è qualcosa che sapete ma per qualche ragione non potete dirmi, vero?"
Harry e Ron avevano la faccia allucinata.
"Secondo me spaccandosi ha preso un colpo in testa..." disse Ron.
"Anche secondo me" concordò il moro.
E con abile mossa, presero due birre e batterono la ritirata verso il terrazzo.
Herm li fissò andare via, con le code di paglia che scodinzolavano allegre.
Sapeva che con un po' di pressione avrebbero vuotato il sacco. E gliele avrebbe suonate di santa ragione se veniva fuori che lei in qualche modo c'entrava.
E con passo felpato si avviò a sua volta al terrazzo, in mano direttamente la bottiglia di vino. Si prospettava una bella serata.


Il venticello tenue le rinfrescava gradevolmente il viso. Nonostante fosse notte fonda, la calura dell' estate non demordeva. Hermione guardava i suoi fratelli de facto fumare una sigaretta e ridere ad una assurda barzelletta.
In quel momento si sentiva felice e senza preoccupazioni. Sapeva che domani le sarebbero ricadute tutte le ansie, i dolori e i doveri addosso. Ma decise che per un po' poteva fingere che non esistessero.
Guardò Harry, e lo vide sul serio per la prima volta dopo tanto tempo. Era cresciuto, la barba sfatta gli risaltava gli zigomi, i capelli ondeggiavano come animati da vita propria nella brezza. Seguì con lo sguardo il posacenere, risalì il braccio di chi lo stava prendendo e trovò i rassicuranti occhi di Ron, le fece l'occhiolino. Lui forse era quello più cambiato di tutti. La morte di Fred lo aveva devastato moltissimo. Aveva perso la sua proverbiale testa calda, anche se ogni tanto rispuntava fuori. Si era alzato, diventando il più alto della famiglia, e aveva straordinariamente perso la maggior parte delle sue efelidi.
Entrambi si erano inspessiti, avevano messo su massa. Harry anche un po' di pancetta, anche se non lo avrebbe mai potuto dire ad alta voce. Troppi pranzi da Mamma Molly.

E io? Pensò, io sono cambiata?
Se qualcuno avesse udito la piega che stavano prendendo i suoi pensieri le avrebbe detto. “Sì sei cambiata.” e lei lo avrebbe aggiunto che il cambiamento non era sempre un bene.
Stava per fare un sorso dalla bottiglia quando la sentì sfuggire dalla sua presa.
“Cazzarola Herm, te la stai scolando tutta da sola. Lasciane un po' anche a noi poverelli!”
Ron sculettò sulle piastrelle e le si avvicinò, cingendola con un braccio.
“Allora, che si dice?”
“Viviamo insieme che vuoi che abbia da dirti?”
“Anche a scuola vivevamo insieme, e la cosa non ti ha mai frenato se ricordo bene...”
“Ha. Ha. HA! Piuttosto, io prenderei del tempo per interrogare il quattr'occhi, Auror Weasley. Ho sentito dire che lo hanno visto cincinschiare davanti ad una gioielleria. Che voglia chiedere la mano di tua sorella senza dirci nulla?”
Negli occhi del moro passò un lampo che diceva TRADITRICE a chiare lettere.
“Cosa cosa cosa?! Harry, ti prego dimmi che scherza. Dimmi che non vuoi rubarmi la sorella e fare uccel di bosco.”
“Tranquillo Ron. Non volevo prendere quel tipo di anello. Solo unpensierino. Si avvicina il nostro primo e vero anniversario. E sto panicando un po' per trovarle qualcosa.”
Hermione sentì distintamente il suo amico rilassare i muscoli. Era evidente che fosse sul serio teso all' idea.
“Ecco ti conviene. Non potete sposarvi diamine, lei ha solo 18 anni!”
“ Eh e io invece 46...!”
“Di te chissene frega!” disse facendogli la linguaccia “è mia sorella l' importante!”
Scoppiarono a ridere in un modo che solo i ragazzi sanno fare. Una risata che nell' ordine manda a cagare e poi perdona. Una risata che il mondo femminile non avrebbe mai capito a pieno.

“Piuttosto Ron dimmi, quand'è che tu decidi di trovarti una brava ragazza?”
Hermione lo sentì irrigidirsi di nuovo.
'Troppo presto Harry, troppo presto' pensò lei ripensando al giorno in cui da amici lei e il rosso si erano lasciati.
“Che vuoi che ti dica, sono troppo in alto per tutte!”
Lei ridacchiò brevemente. Guardò l' orologio.
“Ragazzi, io sarò in vacanza, ma... voi non lavorate il martedì?”
“Massì Herm, ce la facciamo ad alzarci tra 6 ore...”
“Vorrai dire tra TRE ore.”
Harry si ingozzò mentre beveva.
“PORCA PUTTANA! Abbiamo tirato le tre!? Non ce la posso fare....” si lagnò accasciandosi ancora di più. “Domani il capo ci uccide...”

“Domani il capo TI uccide, io sono di ronda la mattina, mi basta un gufo per dire a Billy di iniziare senza di me e... Tadannn due ore di sonno in più.”
“Wow. Il mondo dei maghi non ha mai dormito sonni più tranquilli ora che ci siete voi due! Guarda un po' te che devo sentire...” rise la mora, e poi decise di prendere la palla al balzo “Immagino quindi che il caso Malfoy sia l' unico che avete per le mani...”
“Puoi ben dirlo sorella, è una gran pacc...”
Silenzio.
Atroce silenzio.
“Come prevedevo, due burrobirre e la verità inizia a saltare fuori. Begli Auror proprio. A voi non affiderei nemmeno il più piccolo dei segreti.”
Silenzio.
“Ron sei un maledetto coglione.” disse Harry guardandolo storto.
“Oh, tranquilli. Tanto vale vedere l' alba e chicchierare non trovate?” l' abbondante dose di minaccia nella voce della amica fece desistere qualsivoglia idea di fuga.







 

  
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