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Autore: Irish_Superman    06/02/2014    6 recensioni
Tutti vorrebbero diventare qualche persona importante stimata per chissà quale talento inesistente. Tutti vorrebbero possedere quella fama tanto bramata. Tutti tranne Charlotte Cooper
Charlotte Cooper, 22 anni, vorrebbe solo essere felice e realizzare i suoi sogni per non seguire le orme della madre con cui non ha un rapporto rose e fiori.
Vorrebbe girare il mondo, conoscere nuovi luoghi, nuove culture e tradizioni, fare amicizie con gli abitanti locali.
Inconsapevolmente è in cerca di un amore tanto desiderato, ma mai trovato.
La vita è stata crudele con Charlotte, ma ora lei vorrebbe recuperare tutto quello che ha perso durante la sua faticosa adolescenza. Il primo passo è andare via da quella cittadina, così grande eppure così piccola da cui sentirsi soffocati, oppressi, prigionieri.
Charlotte troverà mai quello che cerca? Riuscirà nella realizzazione dei suoi sogni?
Il destino ha tanti bei progetti per lei, basta solo aspettare il momento giusto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando trovate il - mettete when you're gone di Avril Lavigne.


Ero in viaggio da più di un’ora, mi sentivo sollevata, felice, libera, ed era una sensazione bellissima.
Come se in quel paese così grande, ma anche così piccolo avessi perso gran parte della mia vita. Avevo perso tempo a recuperare un rapporto ormai andato in frantumi con mia madre, avevo perso tempo ad aspettare autobus che a volte facevano ore di ritardo, avevo perso tempo a credere in qualcosa che non sarebbe mai più tornato, avevo perso gran parte della mia adolescenza in qualcosa di non reale.


Alla fine, da quando Louis si era trasferito tutto era diventato un incubo, un incubo durato ben quattro lunghi anni. Anni che sembrava non passassero mai.. come se il tempo si fosse fermato al giorno della sua partenza. È vero che ci sentivamo spesso, appena potevamo ci chiamavamo, o parlavamo su skype, ma nonostante ciò la sua assenza fisica era incolmabile. Nessuno mai mi aveva capita come mi capiva e capisce tutt’ora il mio migliore amico. Nessuno mai aveva una parola pronta per ogni situazione, se non lui. Bastava un semplice sguardo e ci eravamo detti tutto. Lui era il mio punto di stabilità, la quiete in mezzo al caos, l’acqua tra due fuochi. Quando ero con lui ero calma, mai nervosa, era l’unico in grado di calmarmi soprattutto dopo i litigi con mia madre.

Lui era il mio porto sicuro dove attraccare in caso di tempesta, e nonostante fossero passati così tanti anni, lui lo è ancora.


-Bastava la canzone giusta e i ricordi iniziavano a riaffiorare come quando una rondine prende il volo, così quei ricordi che mi avevano accompagnato per ben quattro anni stavano iniziando il loro volo: dalla mia mente si spostavano cautamente fino al mio cuore.

Di ricordi con Louis ne avevo davvero tanti e non ne avevo dimenticato nemmeno uno. Erano lì, impressi nella mia mente e nel mio cuore. Di tempo ne era passato, ma quei ricordi erano così tanto vivi dentro me che era come se non fosse passato tutto quel tempo, ma solo qualche giorno, o meglio ancora, qualche ora. Tutto ciò che riguardava Louis era così.
Ma il mio preferito in assoluto era quando mi promise che non mi avrebbe lasciato mai.
 
** Era un freddo pomeriggio di febbraio e la neve copriva la maggior parte della terra intorno a noi. Eravamo nel parco giochi del nostro paese, era tipo il nostro rifugio, eravamo sicuri che in una giornata del genere nessuno ci avrebbe messo piede, se non noi, due ragazzi pazzi in cerca di un po’ di tranquillità per parlare senza essere disturbati.
Eravamo seduti sulla parte alta dello scivolo, riparati da un misero tetto di plastica che impediva alla neve di bagnarci. Faceva freddo, sì, ma noi riuscivamo a riscaldarci a vicenda tenendoci abbracciati. Eravamo in silenzio, forse uno di quei silenzi pesanti, in cui si ci può sentire in imbarazzo, ma era ovvio visto che ero in lacrime, se pur silenziose, sempre lacrime erano. Molto probabilmente, Louis si era accorto del mio pianto dal mio respiro irregolare e trattenuto per non fare alcun tipo di rumore, ma per come era silenzioso il parco in quel momento, si sentiva anche il rumore dello sbattere delle ciglia.
“Ehi piccola, che succede?” la voce calma e pacata di Louis ruppe quel silenzio, era sempre così con me, non alzava mai la voce, sapeva quanto mi dava fastidio.
Rimasi in silenzio cercando di tranquillizzarmi ma “Ho paura” risposi tra i singhiozzi.
“Di cosa?” era dolce, sempre comprensivo, tranquillo, io invece ero il suo esatto opposto, sempre nervosa, incazzata con il mondo intero e spesso acida e sgorbutica, ma solo con lui tutti questi aspetti negativi del mio carattere sparivano, mostrando la ragazza dolce che ero sempre stata.
Ci fu un breve silenzio poi “Ho paura che anche tu ti dimenticherai di me…” ed era vero, avevo tanta paura, di essere dimenticata, di essere abbandonata, di restare sola… ma alla fine tutti si dimenticavano di me, tutti tranne il mio migliore amico.
“Sai che non lo farò, perché lo pensi?” ci fu un altro silenzio, ma per nulla imbarazzante, anzi, era uno di quei silenzi dove si ci dicono tante cose, uno di quei silenzi rumorosi, poi continuò “Facciamoci una promessa allora!” annui contro il suo petto consapevole che avesse sentito il movimento della mia testa “Facciamo che se tra dieci anni non vivremo insieme e non avremo girato almeno un quarto della Terra potrai darmi un morso in testa!” rise di gusto, ma sul fatto di andare a vivere insieme non scherzava per niente, risi anche io “Affare fatto, Boo!” dopodiché facemmo una lista dei luoghi che ci sarebbe piaciuto visitare di più.**


A quel ricordo feci un sorriso davvero felice constatando che, Louis quella promessa l’aveva mantenuta davvero.
Gli mandai un messaggio dicendogli che mi trovavo a Liverpool così che si fosse trovato in stazione in tempo per il mio arrivo.

Ero felice come non mai.
 
#Pov. Louis.

*Sono a Liverpool* lessi quel messaggio e sorrisi, ero davvero felice di rivedere la mia piccola Charlie, ma ero ancora più felice nel sapere che avremmo visuto insieme da lì a poco per chi sa quanto tempo; la cosa migliore era che ero riuscito a mantenere parte della mia promessa.
Presi le chiavi della mia macchina e mi diressi alla stazione.

$$

Si avvisano i signori viaggiatori che il treno 256 delle ore 16:00 è in arrivo sul binario 11

Fu la voce meccanica ad accogliermi non appena misi piede in stazione, ce l’avevo fatta giusto in tempo.
A breve, avrei rivisto la mia Charlie.
Dopo pochi minuti il treno entrò in stazione.
La vidi scendere dalla sua carrozza, era così bella. Non era cambiata di una virgola: era sempre la solita ragazza sorridente che amava la vita, nonostante tutto.
Mi vide e sorrise anche lei, poi mi corse in contro e mi saltò in braccio, persi l’equilibrio e cademmo entrambi ridendo come non mai.
Era passato un bel po’ di tempo, ma la sua risata, i suoi movimenti, non erano cambiati per niente.
Quella ragazza era una forza della natura; lei era la mia forza.

Ed io, non potevo essere più felice di così.


Writer's corner

Parto ringraziando per le 300+ visite al prologo, le quattro recensioni che mi hanno resa veramente felice.
Ringrazio Ste ed Alex che mi sostengono con tanto entusiasmo.

Poi, è un capitolo introduttivo quindi nulla di che.. mai come sta volta, mi piace tanto ciò che ho scritto, spero piaccia anche a voi! 
Mi raccomando, fatemi sapere :D



Un bacio, Mika .xx

 
   
 
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