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Autore: xSelene11    14/06/2008    6 recensioni
Ma, un istante prima che premesse il pulsante play, si rese conto di un lieve passo felpato che aveva seguito la chiusura dei portelli.
Alzò lo sguardo incuriosito – magari colui che era salito sarebbe diventato un suo compagno di corso alla Konoha University of Fine Arts, dove era diretto.

Una normale vita universitaria, nella più caotica e degradata Shibuya. Storie di ragazzi che si intrecciano, si attraggono, si respingono. Ragazzi normali, beh, più o meno…
[NaruSaku] [accenni ShikaIno, NejiHina, KibaHina e SasuSaku <- per poco, don't worry XD] [accenni lievi MinaKushi, JiraTsu]
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: nata come una longfic, cresciuta con una one-shot e invecchiata di nuovo come una longfic [grazie alla mia nee-chan XD] questa che vi propongo è una raccolta di momenti di vita dei nostri eroi nella più sfrenata delle ambientazioni urbane, la nostra amata Shibuya XD
Spero vivamente di riuscire ad aggiornare con discreta puntualità, anche se, ovviamente, non vi assicuro niente…
Oh beh, spero vi piacerà leggerla come è piaciuta scriverla ^^ enjoy ^o^


Capitolo I – I don’t get people

Outta of my face!!!
You’re blocking my view.
Shut up!!! Stop talking.
Just go the hell away.
All the world needs is me.
I got my values.
So you can keep yours, all right?
I don’t get people.
Never have. Never will.
~The World Ends with You



“Il treno regionale delle ore 9:10, diretto a Konohagakure, è in partenza dal binario 10”

La voce rarefatta della speaker risuonò nella stazione di Shibuya, sovrastando il brusio del mare di centinaia di persone.
Un ragazzo biondo sedeva ad uno dei sedili del suddetto treno, il mento poggiato con aria noncurante sulla mano sinistra. Gli occhi, di un vivace azzurro cielo, osservavano distaccati lo sciame non ben definito che ronzava dentro e fuori dai treni.
Sulla banchina, un gruppo di Ganguro – facilmente distinguibili dall’abbronzatura scura, che strideva terribilmente con i capelli palesemente tinti – parlottava concitatamente, forse eccitate per una seduta intensiva di shopping. Una di loro si voltò, accidentalmente, nella sua direzione, e quando incrociò i suoi occhi, lo salutò con la mano, mostrando un odioso sorrisetto malizioso.
Il ragazzo si voltò scocciato dall’altra parte, sperando di trovare all’interno del treno qualcosa che lo avrebbe distolto da quella visione raccapricciante. Di tutte le cose al mondo, ciò che sopportava di meno erano le donne.
Sciocche, frivole e superficiali…
Tuttavia ogni sedile sgualcito era ostinatamente vuoto.
Sospirò sonoramente, infilandosi le Skull Candy che fino a quel momento aveva tenuto appese al collo. Ma, un istante prima che premesse il pulsante play, si rese conto di un lieve passo felpato che aveva seguito la chiusura dei portelli.
Alzò lo sguardo incuriosito – magari colui che era salito sarebbe diventato un suo compagno di corso alla Konoha University of Fine Arts, dove era diretto – ma, a suo discapito, colei che era salita era una donna.
Sciocca, frivola e superficiale…
Storse il naso impercettibilmente, notando che la ragazza in questione era ovviamente una di quelle che meno sopportava. Aveva un’aria spaventosamente ingenua, sfaldata totalmente da degli assurdi capelli rosa. Una di quelle classiche ragazze che fanno di tutto per essere notate, facendo poi finta di voler passare completamente inosservate.
Gli occhi, verdi a quanto aveva potuto constatare, scrutavano attentamente all’interno di una tracolla, alla ricerca di un qualcosa che non gli era dato da sapere, ergo non si era minimamente accorta di lui. Non che gli interessasse, sia chiaro.
Il ragazzo chiuse gli occhi, sperando che la presenza indesiderata non fosse come la Ganguro di poco prima.
“Scusami…”
Come non detto.
Aprì gli occhi, senza dar a vedere il suo profondo disturbo nel rivolgerle la parola, poiché non gli piaceva particolarmente di mostrare quanto non sopportasse le donne. Sua madre l’aveva definita misoginia, e chissà come mai a lui somigliava terribilmente ad una malattia.
Così sorrise amichevolmente alla ragazza, togliendosi – a malincuore – le Headphone, per dimostrarle che aveva tutta la sua attenzione.
“Ecco…” La ragazza sorrise timidamente, forse affascinata dal suo sguardo ammaliatore. Chissà perché tutte le ragazze pensavano che fosse maledettamente bello. “…sono diretta alla Konoha University, ma credo di aver perso il foglio dove avevo annotato l’indirizzo. Non è che sapresti indicarmi dove si trova?”
“Certo, mi sto dirigendo anche io lì, potremmo andare insieme.” Maledetto lui e la sua boccaccia larga. Ma doveva proprio essere così dannatamente socievole?
La ragazza arrossì lievemente a quelle parole, abbassando lo sguardo e lasciando basito il ragazzo.
Non starà mica pensando che ci provo con lei*.
“Ti ringrazio, sei molto gentile.” La sua reazione successiva lo lasciò ancora più interdetto. Senza preavviso la ragazza aveva alzato lo sguardo, sfoderando il più sincero – o falso, a seconda della prospettiva – dei sorrisi. “Ti spiace se mi siedo?” aveva poi aggiunto, indicando con lo sguardo il sedile vuoto di fronte a lui.
“Certo fa pure…” Con una scrollata di spalle, distolse lo sguardo, rassegnato al fatto che avrebbe dovuto rinunciare ai suoi amati Dragonforce, per ascoltare le inutili lagne e chiacchiere di una mocciosa dai capelli color chewingum.

“Il mio nome è Sakura Haruno, piacere.” Senza che se ne rendesse conto, la ragazza con passo felpato si era già seduta di fronte a lui e ora gli porgeva una mano che aveva tutta l’intenzione di essere stretta.
Ma non potrebbe tenere le mani a posto…?
“Naruto Uzumaki, Sakura-chan.” Gli sembrava che fosse così che il suo amico Kiba si mostrasse simpatico e un po’ spaccone alle ragazze.
Pessima idea.
Davvero una pessima idea.
Prima che se ne rendesse conto, il pugno della ragazza l’aveva già colpito alla guancia, lasciandola scioccata ed indolenzita.
Ma che cazzo…
La ragazza sembrò immediatamente tornare in se stessa, arrossendo vistosamente e congiungendo le mani in grembo, dove probabilmente sperava non avrebbero fatto altri danni.
“Io… mi dispiace… sono mortificata. Non so cosa mi sia preso… scusami…”
Continuava a blaterare scuse, fissata da un Naruto che si teneva gelosamente la guancia lesa.
“Oh, Kami! Sono stata io?!”
Il ragazzo venne destato dal suo stato di shock dall’affermazione della ragazza, certo che era stata lei, no? Stupida.
“Quei graffi sulla guancia…”
Ah, no, evidentemente si stava riferendo a quelli.
Naruto sorrise per la prima volta sinceramente divertito, già dimentico del pugno ricevuto, mostrandole anche l’altra guancia, dove spiccavano gli stessi, identici, tre tagli che avevano spaventato tanto Sakura.
“Sono una Kitsune*.” Sorrise ironicamente all’espressione stupefatta della ragazza, chissà perché si preoccupava così tanto di sciocchi segni, piuttosto che del fatto che gli avesse appena rifilato un pugno. “Li ho fin dalla nascita, non preoccuparti, non è colpa tua.” Terminò la frase con un’alzata di spalle, chiaro segno che la storia fosse finita lì.
Lei rimase a fissarlo per qualche istante, forse in attesa di una sua reazione violenta, finché, forse rassegnata al fatto che non se la fosse presa, si mise a fissare il paesaggio che scorreva veloce al loro fianco.
Ci sarebbe voluta almeno un’ora – nella speranza di non incontrare un gregge di pecore ad intralciare la strada – prima di giungere a destinazione e, di certo, l’ultima cosa che Naruto avrebbe voluto era passare il tempo in un imbarazzante silenzio.
Piuttosto la misoginia…
Rabbrividì a quel pensiero, scacciando immediatamente l’idea. Si chiedeva se magari non avesse una specie di fobia verso quella parola.
“Ehm… Haruno-san…” sperava fosse quello il vezzeggiativo migliore “…quindi sei una matricola?”
Massì, godiamoci questo meraviglioso viaggio, in una calda e piacevole giornata di aprile parlando di scuola…
“Sì, mi sono iscritta alla Facoltà di Lettere.” Rispose vagamente lei, apparentemente catturata dalla bellezza del paesaggio. “Tu, invece, Uzumaki-kun? È il tuo secondo o terzo anno?” Chiese poi a sua volta, tornando a fissarlo, allegra e spensierata.
Il ragazzo scosse la testa, dando un calcio al borsone che portava con se e che, probabilmente, la ragazza non aveva notato.
“Matricola anche io. Non so come funziona quindi porto i vestiti al campus.”
“Ah… io non ci ho pensato minimamente.” Per un attimo gli occhi verdi – sì, erano proprio verdi – della ragazza erano stati offuscati da un pensiero veloce, per poi tornare immediatamente alla limpidezza precedente. “Ma comunque ho sempre tempo per farlo.”
Naruto annuì, un po’ sorpreso dai repentini cambi d’umore della ragazza. In fondo non era poi così male parlare con lei.
Ho voglia di una sigaretta…
“Ti spiace?” Chiese distrattamente, sventolandole davanti agli occhi un pacchetto di Seven Stars. Non che gli importasse qualcosa della sua opinione, ma era così, giusto per cortesia.
La ragazza storse il naso, visibilmente contrariata, scuotendo tuttavia la testa e mormorando tra i denti qualcosa che somigliava terribilmente ad un “Il fumo fa male”.
Chi se ne fotte di quello che pensi.
Il ragazzo strinse tra le labbra la sigaretta, accendendola distrattamente e mordendo il filtro. Ma chi diavolo si credeva di essere?
Dato che non aveva di meglio da fare, si mise ad osservare la ragazza, che nel frattempo era tornata a fissare il paesaggio. Almeno sembrava che di abbigliamento qualcosa capisse.
Una minigonna a pieghe nere con delle scritte vergate in rosso, le fasciava le cosce – curiosamente non accavallate, come invece era caratteristico da tutte le ragazze – mentre una camicetta rosso ciliegia, le metteva in risalto il fisico esile e minuto.
In fondo, per essere una ragazza, era anche discretamente carina.
“Hai i capelli rosa.”
Un’affermazione davvero intelligente…
La ragazza si voltò di nuovo a guardarlo, sorridendo tranquillamente e iniziando a giocare con una ciocca di quei capelli dal colore assurdo.
“Una scommessa. Poi alla fine mi sono piaciuti.” Rispose senza nemmeno il più piccolo pizzico di vergogna. “Sono brutti?”
Sì, sono osceni… sembrano chewingum.
“Ti donano…” Chissà perché ora aveva una voglia matta di scoppiare a ridere. Probabilmente aveva bisogno di un analista, ma di uno davvero bravo.
“Ok, sono brutti.” Probabilmente qualcosa nella sua espressione le aveva fatto intendere che pensava totalmente il contrario di quello che aveva detto, eppure non sembrava arrabbiata, solo divertita. “Beh, a me piacciono, quindi poco mi interessa.”
Strano, era la prima volta che Naruto parlava con una ragazza a cui non importasse del parere altrui. Sicuramente Hinata-chan sarebbe arrossita e svenuta un paio di volte.
“Comunque non mi hai detto che Facoltà frequenterai.” Gli fece notare improvvisamente Sakura, riprendendo il discorso che avevano precedentemente interrotto.
“Grafica.” Rispose allora, prontamente. “Se vuoi ti faccio vedere…”
Nel dire questo aveva liberato il posto accanto a lui, occupato in precedenza da una valigetta, che aveva rivelato contenere un Macbook.
La ragazza si sedette incuriosita, sporgendosi un po’ troppo nella sua direzione.
Sapeva di buono. Forse era semplicemente shampoo, ma aveva il profumo dei fiori di ciliegio.
Scosse la testa, distogliendosi da quegli assurdi pensieri e concentrandosi sulle opere di cui andava tanto fiero. Prima fra tutti, spiccava la sua tesi del diploma, un’appassionante esposizione dei migliori graffiti di Tokyo.
Ne seguivano altri, più o meno spettacolari, a cui aveva lavorato con più o meno amore, e che gli erano costati più o meno tempo. Sakura li osservava tutti attentamente, senza pronunciare parola, come un’estimatrice in una galleria d’arte. Il ragazzo sperava che fosse per questo che era ancora così in silenzio, e non perché era rimasta troppo scioccata per l’orrore dei suoi lavori.
Quando, infine, chiuse il Macbook, e la speaker della stazione di Konoha annunciò il loro imminente arrivo, la ragazza alzò lo sguardo, a pochi centimetri dal suo e gli sorrise. Così, senza particolari accenni, gli sorrise e basta.
“Magari un giorno curerai la copertina del mio libro.” Sakura aveva detto solo questo, prima di alzarsi e dirigersi verso i portelli che si erano appena aperti.
Rimase un attimo immobile, fissando il punto in cui era appena sparita la sua bizzarra compagna di viaggio, pensando che in fondo non sarebbe stato troppo male avere una ragazza come lei.
Ma a me le ragazze non interessano…
Pensando questo si alzò anch’esso, pronto a raggiungere quella mocciosa dai capelli rosa – come i ciliegi in fiore – senza sapere che, presto o tardi, avrebbe capito quanto in fondo si fosse sbagliato quel giorno.





Note:
*La frase è volontariamente sbagliata, in quanto comunque Naruto è uno street-kid XD
*Nella mitologia giapponese, la Kitsune – o comunemente Volpe – è un animale dai grandi poteri magici, in grado anche di trasformarsi in esseri umani. Nonostante le loro trasformazioni fossero praticamente perfette, rimangono dei segni sulle guance, che rappresentano i baffi della volpe.

Disclaimer: la serie “Naruto” e relativi personaggi annessi non mi appartengono [purtroppo], ma sono © del nobile Kishimoto-sensei…

Titolo: Titolo e frase sono tratti dal videogioco "The World Ends with You", in cui il protagonista, Neku, è un ragazzo a cui non interessa niente della gente e che vorrebbe che la gente lo considerasse totalmente invisibile XD qualcosa del genere insomma... non ama la compagnia e roba così... mamma come sono professionale u.u'''
Il titolo della storia, invece "Long Dream" è tratto da... ma no, questo ve lo svelerò più avanti XD in ogni caso ha sempre a che fare con il suddetto videogioco.

Grazie per aver avuto il coraggio di arrivare fin qui u.u tutti le vostre critiche e commenti mi saranno molto d'aiuto come sempre u.u potete anche dire che vi fa schifo e che sia meglio che la prossima volta tenga a posto le mani u.u'''

  
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