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Autore: Tomocchi    09/02/2014    10 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 16
Animal

 

 

 

Dublino, Fitzgerald School, un Martedì mattina, dal ritorno delle vacanze.

L’inizio dell’anno era stato davvero fantastico.
Chi accidenti avrebbe mai detto che lui, lo sfigato ignorato da tutti, in appena due mesi sarebbe cambiato così tanto da ritrovarsi a pomiciare con Rogan Macklemore, la gnocca della scuola?
… Forse lo aveva già pensato, o si sbagliava?
Piano, Niklas, ritorna con i piedi per terra, sei un vampiro normale, intelligente, con una morale e tranquillo….
Ma a chi la dava a bere? Era troppo su di giri!
Trecentotredici anni e non aveva mai baciato, fino a quel momento!
Jackie aveva avuto ragione su tutto – beh, quasi tutto – , non doveva essere così duro con lei, in fondo. Certo, aveva anche esagerato – molte volte, a volte anche troppe – ma in fondo aveva davvero agito per il suo bene, come aveva detto spesso.
Certamente non avrebbe mai abbandonato il suo computer e i suoi giochi. Andava bene tutto, ma non sarebbe cambiato radicalmente per una persona. Non era nemmeno giusto o salutare; però tenersi in ordine poteva farlo. Poteva sforzarsi, per Rogan.
Mancavano cinque minuti all’inizio delle lezioni quando vide Jackie entrare in classe seria, non allegra come al solito. Chissà, forse aveva passato delle brutte vacanze. La vide tirare dritto al proprio posto, senza rivolgergli nemmeno un’occhiata.
“Ehi.”, la chiamò incerto. Era la prima volta che lo faceva di sua spontanea volontà – e la cosa era stranissima.
La ragazza si voltò, fermandosi a metà strada. Lo raggiunse, atona.
“ Ciao, Niky. Scusami, ero sovrappensiero. Ah, preparati, oggi abbiamo da concludere il programmino…”, disse, picchettando l’indice sul suo banco.
… Eh?
“Ancora? Ma cosa bisogna fare?”, domandò, un po’ deluso. Sperava di aver concluso tutte le cose, e invece…
“Non fare storie!”, sbottò lei, pizzicandogli il naso: “ Vengo a prenderti a casa tua oggi alle cinque, fatti trovare pronto!”, concluse, perentoria.
“ Ma va tutto bene? Sei più aggressiva del solito.”, notò lui, incrociando le braccia al petto, fissandola stranito, come a scrutarle dentro.
Jackie strinse le labbra, le mani strette in un pugno lungo i fianchi.
“ Certo che va tutto bene! Ci vediamo.”, salutò, andando al proprio posto.
Mah. Era più stramba del solito.
L’attimo dopo entrò Rogan, che salutò il moro con un sorriso timido e un cenno della mano, che lui ricambiò.
Dopo quel bacio, quella notte, si era staccati, guardati, e salutati con un certo imbarazzo.

“Io… scusami, ti sono praticamente saltata addosso, non so cosa mi sia preso.” Aveva mormorato lei, mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“ No… non preoccuparti. Tranquilla, insomma… Non mi hai stuprato.” Aveva ridacchiato lui, per smorzare la tensione. Anche lei lo aveva imitato, divertita. Cavoli, aveva davvero un buon profumo! Il suo sangue doveva essere altrettanto buono… ma doveva controllarsi!
“ Allora… Grazie dell’invito, ci… ci sentiamo.” Aveva salutato lui, alzandosi dal divano e stirandosi i pantaloni con le mani.
“ Ci sentiamo.” Aveva ricambiato lei a sua volta, dandogli un bacio sulla guancia e accompagnandolo alla porta.
Quasi per caso aveva pestato una rosa canina a terra, ma sul momento non ci aveva dato attenzione: con Rogan a fianco non riusciva a pensare ad altro.
Tornato a casa, Stoyán aveva chiesto perché fosse così contento, e lui l’aveva mandato a quel paese, perché l’aveva detto in un modo che sembrava più una frecciatina che reale interesse.

Scosse il capo. Ormai non passava giorno che ripensasse a quel momento. Ancora non ci credeva, eppure era successo e doveva accettarlo.
Entrò Wilson, il professore di inglese, che iniziò subito a scrivere la lezione del giorno sulla vecchia lavagna, mentre il gesso nuovo emetteva quel suono che faceva venire i brividi a tutti tranne che all’impassibile insegnante.
Con un sospiro, l’austriaco tirò fuori il libro di grammatica, l’astuccio e il quaderno dalla cartella, per poter ricopiare lo schema che l’uomo aveva appena finito di scrivere.
“ Pagina 84, voglio una traduzione perfetta del testo, e non voglio scuse perché siamo stati ben due settimane su questo argomento e ormai siete all’ultimo anno. Sarà argomento d’esame.”, dichiarò Wilson, rigirandosi una matita tra le dita.
Ah, già, gli esami finali per il diploma. L’ultimo anno.
Avrebbe anche potuto informarsi per l’università, magari frequentarla con Rogan…

***

Casa di Niklas, quello stesso giorno, pomeriggio.

Jackie era arrivata davanti alla casa dell’austriaco e, dopo aver infilato le chiavi nella toppa, entrò, trovando l’abitazione nel più integro silenzio.
Sospirò, immaginando che entrambi i vampiri fossero ancora a letto, e difatti, passando davanti alla camera degli ospiti – ormai di Stoyán – trovò il maestro raggomitolato sotto le trapunte, nel buio più completo.
Passò oltre e raggiunse la camera di Niklas, dove pure il ragazzo era rannicchiato sotto le coperte come un orso in letargo.
Si mise in posizione, arretrò di un paio di passi e prese la rincorsa per buttarsi sul letto, sentendo un “Ow..!” dolorante provenire da sotto quell’ammasso di lenzuola.
“Jackie, sei tu, vero? Ma che ti è preso?”, si lamentò il vampiro, cercando a tentoni gli occhiali sul comodino per inforcarli e fissarla malamente meglio.
“ Sono le cinque, Niky! Ti avevo chiesto di essere pronto per quest’ora!”, gli ricordò la ragazza, dandogli un pizzicotto.
“E smettila! Uff, ok, ok, mi preparo…”, mugugnò lui, mettendosi seduto e infilandosi i soliti jeans e felpa.
“Ancora quelle robe trasandate?”, disse la brunetta, fissandolo mentre stava seduta sul letto.
“Per uscire con te vanno benissimo.”, assicurò il moro, tirandosi su la zip con attenzione, per evitare che si incastrasse, come l’ultima volta.
La ragazza si rattristò un attimo. Bell’atteggiamento che aveva… Certo, vestiamoci da barboni per Jackie e da figoni per Rogan!
Sospirò, affranta. Appena fu pronto, uscirono di casa.
“Ah, aspetta qui.”, disse sulla porta, prima di chiuderla, e il ragazzo annuì, stando sulla soglia con le mani in tasca.
Jackie tornò dentro, diretta alla camera di Stoyán.
“ Maestro… volevo… chiederle scusa per come mi sono comportata l’ultimo dell’anno. Ecco… diciamo che avevo litigato con i miei, e non ero proprio in me…”, mentì, per giustificare l’acidità che aveva avuto.
“Lŭzhliv! Tu sei innamorata, ragazza mia… vero?”, sentì mugugnare, ma con una dolcezza nella voce che la fece annuire. Non c’era accusa. “Tranquilla, scuse accettate.”, le assicurò, vedendo una mano spuntare da sotto le coperte per salutarla.
Con un sorriso mesto e col cuore più leggero per aver condiviso il suo “segreto” con un’altra persona, Jackie lo salutò a sua volta e tornò dall’amico.
“Andiamo.” Si sentiva meglio, più sollevata, e doveva averlo avvertito anche Niklas, perché lo vide più tranquillo e docile di quando si era svegliato.

Negozio di animali Lucky Green, ore 17.45 circa.

“Cosa siamo venuti a fare qui?”, domandò Niklas, visibilmente terrorizzato e stranito. Lei non capiva perché.
“Punto due della Fase tre, ricordi? Comprare un animale da compagnia, proprio per te. Penso che possa renderti più socievole…”, citò la ragazza, sventolando il famoso e ormai logoro foglietto del “Programmino”, la lista delle cose da fare per trasformare l’austriaco in un bel vampiro come doveva.
“Non ho bisogno di animali. Non ne ho bisogno.”, farfugliò l’amico, un po’ ingobbito per proteggersi. Ma che gli prendeva?
“Si può sapere che hai? Sembri ancora più scemo, questo comportamento non ti si addice!”, esclamò lei, seguendo il suo sguardo e notando che fissava la gabbia contenente delle Cavie, quell’animale simile ad un criceto troppo cresciuto.
Cavia Porcellus, recitava la targhetta.
“ … Stai tremando… per loro?”, domandò incredula. In effetti, le cavie avevano gli occhietti neri puntati minacciosi contro Niklas, emettendo un cuuuiiiiii basso molto inquietante.
“ Le cavie sono i nemici naturali dei vampiri. Ecco, contenta? Ora lo sai. Andiamo via di qui.”, biascicò il ragazzo, ormai rannicchiato a terra.
“ Niky, non ci posso credere. Come è possibile..?” Non era possibile, non era possibile, doveva essere per forza una presa in giro! Tra tutti gli animali poi, proprio la cavia!
“Le cavie avvertono gli spiriti maligni, ed erano usati nei rituali di guarigione per tirarli fuori dagli umani malati ed eliminarli... Sulla Ande, in Perù, Bolivia, Ecuador… iniziarono ad allevarle per questa loro particolarità. Difatti in quella zona non c’è nemmeno un vampiro, nada, nisba, niet, nulla. E poi hanno quelle zampette che sembrano volerti cavare gli occhi… e i loro morsetti sono micidiali. Appena vedono un vampiro lo attaccano. Portami via di qui, andiamocene su.bi.to.”, sibilò sottovoce, con gli occhi ridotti a fessure. Jackie non sapeva se ridere per l’assurdità della situazione o piangere per il crollo di un mito.
Questo proprio non lo sapeva!
“Senti, ci allontaniamo da quei cosi, ma voglio che tu prenda un animale, è chiaro?”, decise lei, prendendolo per un braccio e trascinandolo nella zona dei rettili.
Serpenti, ramarri, gechi, tartarughe e camaleonti stavano in gabbie con luci rosse, lampadine fatte apposta per scaldare l’ambiente adatto a quelle creature.
Niklas non trovò nessuno di suo gusto, anche se erano affini, sotto certi aspetti.
“Un pipistrello?”, sghignazzò Jackie, dandogli di gomito. Lui la fissò malissimo, restituendo il favore per vendicarsi. Subito alzò le mani per pararsi da eventuali attacchi e vendette che la brunetta era solita rifilargli, solo che non avvenne nulla.
“E la tua rosa canina? Niente?”, domandò stranito, ma lei si strinse nelle spalle, di nuovo mogia.
“Le ho finite, son tutte appassite…Devo comprarne di nuove, ma aspetto la mancetta dei miei.”, mentì, prendendo una gomma da masticare alla fragola e mettendosela in bocca con nonchalance.
Vide Niklas poco convinto, ma che poteva dirgli? Che non aveva voglia di comprare qualcosa che glielo ricordasse costantemente? Era difficile gestire i suoi sentimenti per lui, non voleva peggiorare le cose.
Guardandosi attorno, tutti quei musetti erano davvero troppo carini. Potendo, li avrebbe comprati tutti.
Si fermò a fare qualche carezza a dei cuccioli di cocker spaniel quando sentì una piccola risata, riconoscendo in essa la voce di Niklas.
Niklas che rideva. Capperi, era davvero bello sentirlo ridere!
Rimase ancora un attimo a fissare i cagnolini, cercando di far sparire magicamente il rossore sulla faccia che era certa di avere, prima di alzarsi per vedere cosa lo aveva divertito tanto.
Lo vide inginocchiato, intento a sorridere a quello che pareva un furetto, lungo circa quindici centimetri, zampette corte con gli occhi chiusi e di un colore marroncino, che stava esattamente di fronte alla faccia dell’austriaco.
“Guarda. Questo mi sta simpatico.”, ridacchiò, allungando il dito per fare una piccola carezza sul dorso. Anche Jackie sorrise. In effetti, non era male.
“Uh, un furetto per una malvagia creatura della notte.”, lo sfotté la ragazza, piegandosi sulle ginocchia per poter essere alla sua altezza.
“Smettila… ho deciso, prendo questo, se devo.”, mugugnò lui, senza riuscire a staccare gli occhi da quella creaturina.
“Oh, quella è una lei.”, precisò la commessa, avvicinandosi ai due ragazzi. Non c’era molta gente, però aveva dovuto servire prima gli altri clienti.
“Ah. Una… furetta.”, ripeté l’austriaco, continuando a tenere fisso lo sguardo sull’animaletto.
“La vuole prendere lo stesso?”, domandò la ragazza, appoggiando la mano sulla gabbietta.
“Certamente.”, bofonchiò lui, facendo qualche altra carezzina.
“Perfetto. Sono 300 euro.”
“COSA?”

Casa di Niklas, stesso giorno, ma un’ora e mezza dopo.

A casa dell’austriaco, Stoyán era in piedi davanti a Niklas e Jackie – seduti sul divano – con le mani sui fianchi e un’espressione che non prometteva nulla di buono.
“Hai comprato una puzzola…”
“Una furetta, maestro.”, rettificò a denti stretti l’allievo, le mani strette a pugno.
“Lŭzhliv! Puzza, ha delle ghiandole che emanano un cattivissimo odore e perciò a parer mio è una puzzola!”
“L’ho fatta sterilizzare.”, gemette il moro: “ 100 euro di sterilizzazione. “, precisò.
“E 300 per averla comprata. Ma sei andato fuori di testa?”, gli domandò l’uomo incredulo, allargando le braccia.
“Mi chiedeva di comprarla, giuro. E poi non è tutta colpa mia. È lei che mi ha trascinato.”, si difese, indicando la ragazza al suo fianco, che sbuffò sonoramente.
“ Ma cosa sei, un bambino? Ti puntava un fucile alla fronte? Siete due sprovveduti! Prendere un animale che ha bisogno di cure e che morirà tra una decina d’anni, se va bene!”, esclamò il bulgaro, dando uno scappellotto all’austriaco, che mugolò di dolore e si massaggiò la testa, infastidito.
“Sappi che io non me ne prenderò cura. E tienila sempre nella gabbietta. Guai a te, Niklas, guai a te.”, lo minacciò il vampiro più anziano, uscendo poi di casa per andare all’ospedale a prendere il cibo.
Jackie alzò gli occhi al soffitto, stravolta.
“Che bella ramanzina.”, commentò stralunata. Li aveva tenuti lì seduti per almeno una decina di minuti e non aveva nemmeno aglio o rose per difendersi. Che scema era stata!
“Già. Ma penso ne sia valsa la pena.”, mormorò il ragazzo, andando ad aprire la gabbietta per prendere tra le braccia il suo nuovo animale da compagnia.
“Sei proprio carina. Ci si può affezionare così, all’improvviso?”, bofonchiò il vampiro, fissando la furetta con interesse.
Lanciò un’occhiata a Jackie, e poi sorrise, tornando a fissare l’animale per farle una carezzina sul capo.
“Potrei chiamarti Jo… mi sembra adatto a te. Anche se sei più silenziosa…”, sghignazzò, mentre la neobattezzata Jo emetteva un piccolo versetto.
Jackie sorrise appena, era davvero dolce… sembrava un papà con la figlia piccola!
All’improvviso, una serie di pensieri le passarono per la testa. Già, uno splendido papà che non avrebbe mai avuto figli, un marito che non sarebbe mai stato suo… Quanto desiderava che la guardasse così, come ora stava guardando quella furetta!
Non poté trattenere un singhiozzo che le sfuggì dalla gola, una stretta al petto che faceva male. Maledizione, non ora, non ora, proprio davanti a lui!
Iniziò a piangere, trovando la cosa era a dir poco imbarazzante. Quanto si odiava in quel momento!
Niklas la stava fissando a occhi sgranati e la bocca semiaperta. Di certo non si aspettava una simile reazione da parte sua.
“Jackie, che cavolo..?”, domandò stranito, preoccupato, e anche terrorizzato – il che non aveva senso.
“Io… Ah, nulla, non è nulla! Non guardarmi, uffa!”, frignò, coprendosi la faccia con una mano, mentre poneva l’altra di fronte a sé, come a tenerlo lontano.
“Ma non fare la scema, dimmi chiaramente che cavolo hai, non fare la gran donna che non sei!”, replicò lui stizzito, andando a rimettere la furetta nella gabbietta.
Ecco e ora che si inventava? Non era giusto continuare a mentire, era certo che sarebbe stato peggio poi, ma voleva ancora rimanergli vicino..!
“Ecco… è che s-siamo… ormai alla fine… Tu sei diventato un bel vampiro, il figo della madonna che volevo diventassi, manca solo un punto della lista del Programmino. Un solo punto e sarà tutto finito… E probabilmente non mi vorrai più vedere!”, gemette, rovistando nella borsetta per prendere un fazzoletto.
Con le lacrime agli occhi non vedeva proprio nulla. Era tutto appannato e non trovata nemmeno un tovagliolo!
In quel momento era triste anche perché non aveva un fazzoletto, perfetto! Nulla andava per il verso giusto!
Sentì una cosa fredda sfiorarle la guancia e, voltando appena la testa, scoprì che era la mano di Niklas che le porgeva un fazzoletto. Lo prese, ringraziandolo con un lamento. Si asciugò il viso e soffiò il naso.
“Prima di tutto, non farla così tragica, stupida… Non fasciarti la testa prima del dovuto!”, mugugnò lui, sedendosi vicino a lei e facendola sobbalzare da tanto era stato delicato.
“Ma cosa blateri, mica mi fascio la testa…”, pigolò, senza capire il paragone.
Vide l’austriaco roteare gli occhi verso l’alto, spazientito.
“ Quello che voglio dire – sembrava star facendo uno sforzo non da poco – è che anche se sarà tutto finito poi… noi due… potremo… rimanere amici!”, sbottò, ingobbendosi appena, un po’ a disagio.
Jackie lo fissò, sorpresa. “Davvero?”, gemette.
“No, per finta.”, la prese in giro lui, sbuffando.
“Se non ci credi… Beh, potrei farti entrare nella mia armata di War of Past, come fanteria.”, aggiunse ancora il ragazzo, fissando un punto del pavimento.
Oh, si era imbarazzato! E offrirgli quel posto nel suo gioco preferito… beh, era una bella garanzia.
Sorrise, senza poterlo impedire. Lo abbracciò di slancio, stringendolo forte.
“Grazie, Niky!”
“ Mollami… Mollami… Sul serio, Jackie, mollami o ti strangolo! Questo contatto è imbarazzante, dico sul serio!”, ringhiò lui, tremendamente a disagio. Jackie lo lasciò andare con uno sbuffo divertito.
“Grazie. Davvero.”, mormorò lei con tono dolce, mentre si asciugava le ultime lacrime.
“Ah e… a proposito di questo… sì, ho… da confessarti un aggiornamento.”, borbottò l’amico, appoggiandosi bene contro lo schienale del divano e incassando la testa nelle spalle.
“Un aggiornamento?”, domandò curiosa. Anche se immaginava di cosa potesse trattarsi.
“Dunque… uhm… a Capodanno… Rogan mi ha invitato da lei e… dopo il conto alla rovescia e altro… mi ha baciato. Ci siamo baciati. E credimi, è stato favoloso. Ah, si è mollata con quel ragazzo, Ryan, quindi è tutto ok, nulla di… beh, hai capito no?”, mugugnò, imbarazzato. Lo sentiva ancora a disagio, probabilmente aveva fatto uno sforzo enorme per esternare tutto e raccontarglielo.
Jackie inspirò e sorrise, battendo le mani davanti a sé. “Ma è perfetto. Vuol dire che lei è cotta di te come tu lo sei di lei, siamo più che vicini all’obbiettivo. Ora, non ti resta che invitarla fuori per un appuntamento e chiederle di mettersi con te. Così vivrete felici e contenti!”, esclamò, cercando di controllarsi e di non scoppiare a piangere come prima.
Si sentiva scema e meschina.
Augurava una cosa che non approvava…
Niklas la guardò, incerto.
“Dici? Odio sentirmi così insicuro.”. grugnì, tornando a fissare il pavimento.
“Dico! La devi invitare al più presto prima che te la soffi qualcun altro. Chiaro?”, concluse lei perentoria, alzandosi dal divano.
Niklas tornò a scrutarla, chiedendole: “Ehi, dove vai?”
“A casa: mamma e papà mi aspettano per cena e io sono una brava ragazza.”, assicurò lei, annuendo tra sé.
“Quindi ti saluto qui, Nik! Ci vediamo domani a scuola, e mi raccomando, invitala con garbo, non impappinarti e non fare l’idiota!”, lo reguardì, prima di dargli una pacca sulla testa con la mano, infilarsi il giubbotto e uscire di casa con la borsetta in mano.
Lui la salutò di rimando, e quella fu l’ultima cosa che vide prima di chiudere la porta.

Casa O’Moore, quello stesso giorno, ma un’ora e mezza dopo.

“Oh, Leenane. È un disastro, io mi sono innamorata, accidenti!”
Jackie era stretta tra le braccia dell’amica, Leenane, l’apprendista parrucchiera che aveva tagliato i capelli a Niklas.
“Accidenti, sei messa male! O è cambiato così tanto da diventare un tale figo da sbavarci dietro?”, domandò l’altra, stranita, mentre la coccolava un po’.
Aveva accettato di venire da lei quella sera, a strafogarsi di gelato al cioccolato e fare una maratona di commedie e parodie stupide. Le serviva proprio.
“Non quello, ora non è solo bello! Ho capito che conta anche altro Lee… Lui sotto tutto… in fondo… è un ragazzo che sa essere dolce! Anche se è burbero, mi piace litigare con lui, sa farsi valere quando vuole! Poi sa molte cose, è più intelligente di quello che sembra e riesco a farci dei discorsi niente male! E poi vedessi com’era con la furetta che ha comprato oggi… vorrei che mi guardasse così!”, gemette ancora, appoggiando la testa sulla clavicola dell’amica.
“Dolce. Quel coso lì.”, commentò stizzita l’amica, che aveva i capelli sciolti, quella sera, nel momento relax.
“Sì! Credimi, una volta avevamo litigato perché lui non voleva andare a nuoto per tonificarsi, e io minacciavo di distruggergli il computer… e praticamente due giorni dopo… mi ha mandato un mazzo di rose canine, quelle rosa, te le ho fatte vedere in foto, prima, ricordi?”, spiegò, prendendo il cellulare e scorrendo nelle immagini in galleria.
“Sì, sì. ho capito! Ma dai, non mi pareva il tipo!”
“Già… e io ora sono cotta, mi odio! Lui è innamorato di un’altra, che lei ricambia…” Il tono si fece basso, rassegnato.
“Su, su… Stasera maratona di film, non quelle robe comiche, che ne dici di Twilight? E poi domani ti rilassi scrivendo qualche fanfiction sui vampiri, che dici?”, tentò di incoraggiarla, inutilmente.
“ Non mi parlare di vampiri, Lee… ne ho abbastanza…”

 

 

 



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Note Finali: O_o sono fiera di me stessa perché ho scritto questo capitolo in un giorno! Diamine, ero ispirata assai, uahaha! Qui Jackie penso la odierete perché è una piagnucolona… ma io la capisco poverina, non riesco a odiarla nemmeno sforzandomi… è la più simpatica tra le bimbaminkia, su. xD
Per il resto, mia sorella ha insistito per il furetto, e ora Nik ne ha uno! Dal resto, il titolo suggeriva quello (o la presenza della canzone di Martin Garrix…uhm, improbabile.) La storia della cavia ce la siamo inventata, volevamo qualcosa di ridicolo, assurdo, e difatti, ecco qua. Si. Da noi, le cavie sono i nemici dei vampiri. X°D

Intanto ringrazio sentitamente PinkyRosie, Mojita_Blue, Kleis, lovelymangaka, Bijouttina, Mamichan, Sakurazukamori, Baldr e Soheila per le bellissime recensioni; ringrazio ArmandamarinaFVAEIXS (che l’ultima volta avevo scordato di scrivere, chiedo venia) Baldr, Nemainn e Titania per aver messo la storia tra le seguite, mi rende molto felice, perché siam ben a 21 persone che la seguono! *_*
Se vi piace tanto e volete dare più risalto alla storia qui sul sito, vi chiederei di metterla anche tra le vostre preferite (cosa che ho notato da Nemainn! E in effetti vengono contati più i preferiti che i seguiti.) e…un grazie anche a voi silenziosi e a coloro che tormentato i personaggi su Ask, ahah! XD alla prossima *-*

 




 

 

   
 
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