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Autore: PhoenixQuill    09/02/2014    10 recensioni
Lord Voldemort è morto, durante la Seconda Guerra Magica.
Ma, alcuni suoi seguaci minacciano ancora la tranquillità di casa Weasley e dell'intero mondo magico. Una Long incentrata su una Fremione non proprio semplice, con, gravitanti intorno a loro, GeorgexAngelina, PercyxAudrey e un pizzico di HarryxGinny.
Spero vi piaccia!
Dal capitolo 7:
"Hermione, vorresti uscire con me?" Chiese Fred, a pranzo del giorno dopo. George, colto alla sprovvista, ingerì male il boccone di pane che stava mangiando e, così, iniziò a tossire convulsamente, seguito dalle risatine di Angelina e Ginny.
"Uscire con te, Weasley? E perché mai?"
Mantieni un profilo alto. Mantieni un profilo alto.
"Beh, perché sono affascinante, divertente e tante altre cose che non sto qui a dirti. Perderemmo troppo tempo, sai?" Ghignò e, alzandosi da tavola, continuò: "Fatti trovare pronta per le otto."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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                                                                                             9 - Combattimenti. 


Un Ron acciaccato salì con fatica le scale della sede della Polizia. Avevano dei lavori di "ristrutturazione interna", come diceva queollo stupido cartello che lo aveva accolto all'entrata, e dunque, per arrivare dove doveva arrivare, aveva dovuto salire le scale, gradino per gradino.
"Mi aspetto una lauta ricompensa per questa fatica." Biascicò Ron, una volta che gli fu davanti la porta con su scritto: "Polizia. Sede Principale di Diagon Alley."
Prima ancora che bussasse, un raggio color pervinca lo inondò e lo analizzò da cima a fondo. Una voce metallica assicurò che il ragazzo non aveva intenzione di commettere reato e/o di irrompere in quell'ufficio.
Ron osservò il soffitto, con uno sguado sbieco. Chissà chi era il pazzo che l'aveva inventato. Insomma, non si va in una Sede di Polizia per irromperci. Cosa dovresti fare, poi, lì? Solo, contro migliaia di maghi armati di cervello e bacchetta.
La porta si aprì e, finalmente, gli si rivelò dinanzi agli occhi un ufficio.
Uno strano ufficio. Era una grande sala, cosparsa di quadri un po' su tutti i muri e ricoperta di una moquette che doveva essere vecchia anni. Anzi, no. Millenni.
In fondo, c'era una scrivania, sulla quale era seduta una donna, che, non molto professionalmente, si faceva tingere le unghie di un pessimo color verde da un pennellino sospeso a mezz'aria.
Ron tossicchiò e quella sollevò gli occhi. Un po' seccata, chiese: "Sì?"
"Salve." Tentò di essere gentile. "Starei cercando l'Ufficio Informazioni."
Con la sua voce strascicata e nasale, rispose che non c'era nessun Ufficio Informazioni.
"Ah." Ron osservò tutto ciò che ricopriva la scrivania della donna. Niente che avesse a che fare con la Polizia. "Potrei parlare con qualcuno di competenza?"
"Deve scendere a piano terra."

"Non c'è traccia di Mangiamorte, qui." Osservò Bill.
"Forse non vogliono attaccare." Ipotizzò Fleur.
"No. Attaccheranno." Lui si guardò intorno. "Ma non qui."

"Dunque?" Chiese Ron.
"Dunque cosa?" Gli rispose un'altra donna, con atteggiamento perfettamente identico a quella con cui aveva parlato prima.
"Un poliziotto. Ho bisogno di parlare con un poliziotto!"
"Oh." Le sue labbra disegnarono una o perfetta. "Per quello, deve andare al sesto piano."

Venivano verso di loro più veloci di un treno.
"Ai posti di combattimento." Disse Harry, placido. Bacchette alla mano, Fred e George si scambiarono un'occhiata.
"Arrivano." Sussurrò Hermione.
E, in un attimo, un lampo di luce verde squarciò il cielo.
"Protego!" Urlò Harry. Uno scudo invisibile si erse davanti a loro e la Maledizione venne sbalzata via.
"Expelliarmus!" Ginny tentò di Disarmare un Mangiamorte, inutilmente.
Fu a quel punto che Incantesimi e Maledizioni iniziarono a volare per ogni dove. Uno di loro tentò anche di gettare il malocchio sulla scopa di Angelina, ma George, desidoroso di vendetta per il suo orecchio, lanciò uno Schiantesimo che fece volare giù il Mangiamorte.
Erano più di quanto avevano creduto. Almeno il doppio di loro. Arrotondando per difetto.

"Un poliziotto?" Rispose Ron. La camicia che portava aveva ora i primi due bottoni slacciati. Aveva anche un gomito poggiato sulla scrivania, con la mano immersa nei capelli rossi.
L'assistente, girata di spalle, si rivelò essere la stessa di prima.
"Mi state prendendo in giro." Biascicò Ron. "E' TUTTA IL POMERIGGIO CHE CERCO UN POLIZIOTTO! CONOSCO LE SCALE DI QUESTO PALAZZO MEGLIO DI CASA MIA!"
L'assistente lo guardò male e rispose, tranquilla: "C'era solo bisogno di dirlo. Ma si calmi. Ora gliene chiamo uno."
Sono in una gabbia di matti, pensò.

Ogni volta che un raggio verde fendeva il cielo, Fred era come paralizzato. Ricordava ancora, fin troppo bene, la battaglia di Hogwarts. Era stato ad un passo dalla morte. Non voleva esserlo di nuovo.
"Fred!" Urlò una voce. Una scopa, piuttosto traballante, gli si avvicinò speditamente e si parò davanti a lui, per urlare: "Protego!"
Un' Anatema verde fu respinto via.
"Non dormire, Weasley!" Lo rimproverò. Ma non fece in tempo a fagli un sorriso, che già cadeva giù, verso il basso.

"Il signor Weasley, suppongo. Martin Cumberbatch." Un uomo corpulento strinse la mano a un Ron esausto. Lo fece sedere alla sua scivania e, con un gran sorriso, chiese: "Posso fare qualcosa per lei?"
"Dovrei chiederle una cosa." Affermò Ron, in tono grave.
"Su...?" Il poliziotto sollevò le sopracciglia, realmente interessato.
"Sarò diretto, senza giri di parole." Poggiò le mani sul suo mento e disse: "Come mai i Mangiamorte attaccano sempre quando voi sgomberate le aree?"
Il signor Cumberbatch sbatté più volte le palpebre. "E lei in che vesti è qui?"
"Semplice curiosità."
Gli angoli della bocca del poliziotto si sollevarono. "Ha bisogno di molto più che semplice curiosità per avere informazioni di un certo genere." Si alzò in piedi e, tesa la mano, sorrise: "E' stato un piacere conoscerla, signor Weasley."

"Mamma! Mamma!" Fred, Hermione tra le braccia, tagli e ferite su tutto il viso, urlava in casa Weasley.
Nel salotto, però, trovò solo Ron. Accortosi del corpo che aveva suo fratello, sussurrò: "Cosa è successo?" Si avvicinò, mentre Fred farfugliava qualche parola. "COSA DIAVOLO E' SUCCESSO?"
"Cos'hai da urlare, Ro-" La signora Weasley fece cadere a terra la cesta, con i vestiti freschi di bucato. "Oh, per l'amor di Merlino. Presto, poggiala sul divano. Cosa è successo?"
"Lei... Lei è stata colpita... Da uno Schiantesimo. Penso che abbia battuto la testa." Le stringeva la mano, ora. Come a dirle, sono qui, sono qui.
"Dobbiamo immediatamente portarla al San Mungo Non c'è niente che io possa fare qui."

Nella sala d'attesa, quasi tutta la famiglia Weasley occupava i posti a sedere.
"Ma cos'è successo?" Chiese Arthur, a sua moglie.
"Hermione ha difeso Freddie... Che brava ragazza." Molly sorrise, mesta. "Ma non ha visto lo Schiantesimo che le stava per arrivare addosso. Ed è caduta, sempre più giù."
Ginny aveva tra le braccia Teddy, che piangeva. L'unico rumore umano che fosse presente in quella sala.
"Angelina ha bloccato la caduta, ma troppo presto. Avrà fatto un volo di cinque metri."
George e Angelina si stringevano le mani. Dovevano essere forti. Se non per loro stessi, almeno per Fred.
"Cos'hanno detto i Medimagi?" Sospirò Arthur.
"Dicono che per ora è fuori pericolo. Ma ne sapremo di più quando si sveglierà."
Il signor Weasley sospirò ancora. "Non dovevo mandarli lì, da soli."
"Non potevi saperlo." Molly poggiò la testa sulla spalla del marito e chiuse gli occhi.
L'unico assente, oltre Fred, era Ron. Lui, a differenza degli altri, era in piedi, vicino al vetro per osservare i pazienti. E, da lì, osservava, appunto. Osservava il volto pallido di Hermione, con gli occhi chiusi. Osservava la sua mano, stretta da quella di Fred. Osservava il volto di Fred, stravolto, per le ore di attesa. Stravolto, per il digiuno che aveva volontariamente accettato. Stravolto, come il suo cuore, quando guardava il viso di Hermione e si accorgeva che i suoi pensieri erano lontano da lui anni luce. E lui non poteva fare assolutamente nulla.

-SPAZIO AUTRICE-
Buonasera, lettori. Scusate il ritardo, ma devo studiare come le pazze.
Spero che il capitolo vi piaccia. Ne vedrete delle belle, nel prossimo!
Un ringraziamento in particolare a tutti i recensori e a coloro che hanno messo la storia tra le seguite, le ricordate e le preferite! :D Se volete, fate un salto ad un'altra mia Fremione, "Un regalo per due." Mi farebbe molto piacere :3
Un bacione a tutti,
PhoenixQuill

P.s. Fatevi qualche domanda sul nome di Martin Cumberbatch e ditemi che lo avete capito :3 
   
 
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