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Autore: Shanax    09/02/2014    2 recensioni
Questa storia racconta alcuni casi sovrannaturali vissuti da Annika Green con i fratelli Winchester e il loro angelo Castiel.
Annika è una strega di venticinque anni, con alcuni piccolissimi problemi, che però renderanno la vita dei Winchester davvero complicata, molto più del solito.
Genere: Commedia, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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cap6

“E questa sarebbe camera tua?”

“Cos’ha che non va?”

“... quelli accanto alla tv sono tutti film porno... mentre sul letto è piano di peluche a forma di cuoricini… è… strano... non credi?”

“Mi piacciono i peluche e i porno, allora?”

“Aspetta... non stai cercando scuse... tipo sono di un amico o di un cugino?

“Perché dovrei? Una ragazza avrà anche diritto a sfogarsi in qualche modo, no?”

 

Il viso di Dean prese ogni sfumatura possibile, anche senza leggergli nella mente sapevo a cosa stava pensando e... ero abbastanza sicura che quei pensieri non gli dispiacessero poi così tanto. Cercando di nasconderli, sorseggio la birra che mia nonna aveva offerto ad entrambi i ragazzi, continuando a guardarsi intorno.

 

Lasciavo apposta in giro film porno e poster di modelli, lo facevo sempre con la speranza che mio padre, le rare volte che entrava nella mai stanza, capisse anche lui che non ero quell’esempio di santità che voleva credere.

 

“Non dovevamo fare il giro della casa?”

“Sì, ma pensavo che potevamo parlare un momento, almeno finche non finisci quella birra. Se tu la versassi a terra macchiando qualche prezioso tappeto, mio padre non ne sarebbe felice.”

“Guarda che non sono un idiota incapace di reggermi in piedi come qualcun’altro...”

 

Trafissi il biondo Winchester con lo sguardo, detestando il modo in cui sorrideva, aveva il viso trionfante di chi purtroppo, sapeva di avere ragione.

 

“Giusto… ma siccome l’idiota è con te, il rischio di rovesciarla esiste comunque. Ascolta, voglio solo parlare... cercare di conoscere meglio te e tuo fratello visto che lavoreremo insieme per qualche giorno. Sicuramente anche tu hai delle domande… o sbaglio?”

”Sbagli... a me non m’interessa conoscerti. Quello che so mi basta per capire che prima finiamo questo lavoro meglio è per tutti. E... chiariamo un’altra cosa, i tuoi problemi non riguardano né me né mio fratello, siamo qui solo per fare il nostro lavoro.”

“Il vostro lavoro... quindi anche ieri sera era lavoro?”

“...”

“Dean, andiamo. Non ho preteso nulla per il mio aiuto, sto facendo quel che posso perché credo veramente che sia giusto così. I miei problemi con la magia e con... hm il sesso, sono un altro paio di maniche. E... in ogni caso, ti piaccio almeno fisicamente e non puoi dire il contrario dopo ieri, quindi che male ci sarebbe?”

“E me lo chiedi? Sei una strega...”

“Si lo sono, ma sono anche un essere umano se non te ne sei accorto.”

“... e un pericolo pubblico... non ho intenzione di finire come la mia auto, né scuoiato vivo o sepolto sotto cumuli di macerie, non per aiutare una strega. Sono qui perché l’unica pista che abbiamo sembra essere proprio a casa tua, altrimenti ti assicuro che sarei felice di starti il più lontano possibile. E con questo il discorso è chiuso. ”

 

Per chiarire ulteriormente il suo punto di vista, Dean scolò la birra tutta d’un fiato, sbattendo la bottiglia sul comò e facendo cenno di muoverci.   

Non che non mi aspettassi qualcosa di diverso da lui, ma... era stato fin troppo diretto. Delusa dal modo di fare del cacciatore mi avvia verso la porta e inciampai nel tappeto. Non che fosse insolito per me, lo fu però, non cadere, Dean si era mosso con riflessi fulminei, sostenendomi per la vita con un braccio e evitando che rovinassi contro il mobile a cassetti della mia camera.

 

Quello che non mi aspettavo e che in un primo momento non riuscii a spiegarmi, fu ciò che successe dopo. Ero già pronta a subire qualche altro insulto o presa in giro, mentre ancora aggrappata al suo braccio, mi rimettevo in equilibro sulle mie gambe, invece non successe nulla del genere.

Sembrava la scena di un film, dove quando niente sembra girare per il verso giusto per la protagonista, accade qualcosa che ribalta totalmente la situazione.

 

“Tutto bene?”

“Eh? Ah… si... grazie. Come dicevo prima, se tu avessi avuto in mano la birra, avrebbe potuto versarsi a terra adesso... avevo ragione alla fine.”

 

Cercai di buttare la cosa sull’ironia, aspettando ancora una battuta che non arrivò neanche quella volta. Invece fui praticamente abbagliata da un sorriso che non avrei mai pensato di vedere, non sul viso della persona che fino a pochi istanti prima, aveva reso chiaro che se non mi detestava, poco ci mancava.

 

“L’importante è che non ti sia fatta male.”

“... Dean, stai bene?”

“Sì, certo. Ma... potrei stare anche meglio effettivamente.”

 

Oh... merda... che diavolo sta succedendo?

 

C’era decisamente qualcosa di strano in lui, avevo avuto a che fare con dei lunatici, ma ... qui sembrava più un caso di sdoppiamento della personalità. Era improvvisamente troppo gentile e... troppo vicino, anzi, il suo braccio non aveva ancora lasciato la mia vita nonostante fossi in piedi e... continuava a stringermi sempre più contro di se.

 

“Dean?”

“Avevi ragione  anche su un’altra cosa, mi piaci...”

 

Tra quell’ultima frase e il momento in cui mi ritrovai con la sua lingua in bocca, non passò neanche un secondo.

Che fosse tutto molto strano, non c’erano dubbi, ovviamente però, non potevo dire che fosse spiacevole questo cambiamento.

Era possibile che Dean volesse solo mettermi alla prova poco prima? Forse per... non so, capire se volevo davvero aiutarli o solo portarmeli a letto? Certo, era possibile ma... non ne ero troppo convinta.

 

Mentre cercavo di pensare, mi ritrovai fin troppo velocemente sollevata da terra e pochi istanti dopo, sbattuta sul mio stesso letto, senza troppi complimenti.

 

“Che... ? Cosa... ? Tu vuoi...? Sei sicuro?”

“Sono più che sicuro, è da quando ti ho vista in quel bar che ti desidero. Credo di essermi innamorato di te dal primo istante...”

 

Cosa?! Innamorato? Fermi tutti, che diavolo vuol dire innamorato? E...

 

Era ufficiale, Dean doveva essere posseduto, o forse... stregato... il pensiero che si formò nella mia mente un secondo dopo, fece luce su ogni cosa.

 

...NONNA!

 

Non c’erano dubbi, c’era lo zampino della mia cara nonnina in tutto questo. . Molto probabilmente aveva mischiato un filtro alla birra del ragazzo e nel momento in cui mi aveva toccata per non farmi cadere, io ero diventata la donna dei suoi sogni.

Come ogni pozione, l’effetto non era permanente ma... cosa diavolo le era saltato in mente? Le avevo detto chiaramente di evitare, perché l’aveva fatto?

Sapevo che tutto questo era sbagliato, anche se volevo far sesso, non volevo ingannare nessuno. Il problema ora, era fermare Dean, e non era sicuramente un lavoro semplice. Meno ancora considerando che oltre ad essere il doppio di me fisicamente, quello che stava facendo non mi dispiaceva davvero.

 

Avete idea di quanto potesse essere difficile anche solo pensare, mentre la testa di uno degli uomini più affascinanti che abbia mai visto, si infilava sotto la mia maglietta? La risposta è esattamente quella che state pensando: impossibile. E io non ero sicuramente capace di resistere a lungo, in realtà, neanche per breve tempo.

 

Venti secondi dopo in effetti, ogni fibra del mio corpo era pervasa da brividi piacevoli, mentre il biondo Winchester era impegnatissimo a risalire lentamente il mio ventre baciando ogni centimetro  di pelle.

 

“Oh cavolo... Dean... tu non… oh… non vuoi davvero... no, li no... Dio aiutami! Per l’amor del cielo, ascoltami...”

“Zitta, non è il momento di parlare.”

 

Per rispondermi, aveva effettivamente tirato fuori quella dannata testa dalla mia maglia ma... giusto per farmi perdere completamente il controllo, aveva preso una delle mie mani e se l’era portata al cavallo dei pantaloni. In un solo istante, la blanda resistenza che avevo opposto fino a quel momento si dileguò, mentre il mio cervello del piano di sotto cantava inni a madre natura e al gran lavoro che aveva fatto con Dean.

Non potevo certamente andarmene e lasciarlo lì... eccitato, giusto?

 

In un angolo remoto del mio cervello, la mia ragione urlava che era tutto sbagliato, che Dean mi avrebbe uccisa una volta che l’influsso dell’incantesimo, si fosse esaurito. Ovviamente però, dopo aver... toccato con mano, la solidità della situazione, quel tipo di pensieri erano diventati poco più di un sussurro.

 

In quel momento esistevamo solo, io, Dean, la sua bocca sul mio collo e... le sue mani praticamente ovunque. Stavo sbagliando, ma era un errore così dannatamente piacevole che non potevo non commetterlo. Quello che non dovevo assolutamente fare però, era rischiare di nuovo di combinare casini. Decisi quindi di lasciar fare tutto a lui, forse rimanendo passiva, avevo più possibilità. 

 

 

 

Purtroppo non funzionava così e lo scoprii molto in fretta. Ero li che guardavo quell’uomo stupendo sopra di me, godendo di ogni carezza, di ogni bacio e di ogni sfregamento volontario o no.

Mi ero limitata, ad alzare le braccia, o inarcarmi per lasciare che mi togliesse la parte superiore dei vestiti, ed ero rimasta a guardare mentre si liberava dei suoi, sfiorandolo appena quando era tornato sopra di me, solo per sentire per la prima volta cosa si provava a toccare un uomo.

 

 Quando chiusi gli occhi, lasciandomi trascinare da lui in quella passione e disconnettendomi dalla realtà, la mia magia, trasformò quel momento in un inferno.

 

Non mi resi conto di non essere più nella mai stanza, ne del fatto che Dean si era improvvisamente bloccato. Mi ci volle qualche secondo per capire che avevo appena rovinato tutto... di nuovo...

 

Quando aprii gli occhi, per guardare cosa stava facendo Dean, lo trovai ancora sopra di me, a quattro zampe che si guardava in giro leggermente smarrito. Seguii a mia volta il suo sguardo, e imprecai sonoramente, portando così l’attenzione del ragazzo su di me. Il suo sguardò mutò di colpo, passando dalla sorpresa alla rabbia. Quando la mia magia si era attivata, doveva aver cancellato gli effetti della pozione, oltre a combinare i soliti disastri.

 

“... che diavolo mi hai fatto?”

“...”

 

Il mio senso di frustrazione, si appesantì notevolmente, proprio come avevo immaginato, Dean era furibondo e probabilmente ricordava tutto. Si tirò su, continuando a fissarmi con occhi omicida, mentre io scivolavo all’indietro sulla schiena, cercando di allontanarmi. Quando la mia nuca colpì qualcosa, mi voltai, dietro di me c’era una grossa quercia. Diedi un’altra occhiata in giro, era su un prato verdeggiante, con aiuole curatissime che nonostante il clima non proprio caldo, erano rigogliose come in piena primavera. In lontananza, un maniero faceva capolino da dietro alcuni alberi che costeggiavano il vialetto. L’avrei riconosciuto anche a miglia di distanza, era un edificio imponente e tetro , che stonava con la bellezza del parco circostante, c’ero stata raramente, ma non avevo dubbi.

 

“Stai giù Dean, quello che ho fatto o non ho fatto io, è niente rispetto a quello che succederà se ci trovano qui...”

“... sai dove siamo?”

“A... Salem... siamo nel parco della tenuta dei McKinley...”

“Vuoi dire la famiglia del tuo futuro marito?”

“Sì, ora abbassati e parla piano...  io... mi... dispiace ok? Ora lasciami pensare a come uscire fuori da questo casino.”

 

Dean mi fissò ancora un momento, l’urgenza e la preoccupazione nella mia voce, non sfuggirono neanche a lui. Qualche secondo dopo, mi seguì all’ombra e al riparo della quercia.

 

“E possibile che non sai fare altro che disastri? A che diavolo pensavi?”

“Ah... credo di aver pensato che mi sarebbe piaciuto vedere la faccia di Robert McKinley quando avrebbe scoperto che la promessa sposa di suo figlio non era più vergine...”

“... io ti uccido... mi hai stregato vero? Come hai fatto?”

“Dean, dopo...”

“Sei davvero...lasciamo stare. Come hai intenzione di andare via di qui senza essere visti?”

“Esattamente come siamo arrivati... col teletrasporto.”

“... non se ne parla neanche, sei stata tu stessa a dire che anche quando usi la magia volontariamente riesci a fare disastri... non ho nessuna intenzione di farti da cavia. Preferisco affrontare tutte le streghe di Salem a mani nude.”

 

Il Dean stronzo e arrogante era tornato, non c’erano più dubbi. Scossi la testa, frugando  nelle tasche dei pantaloni e ringraziando il cielo che non ci fossimo spinti così avanti da aver già tolto anche quelli. Quando trovai ciò che cercavo, tirai fuori l’oggetto mostrando al ragazzo, il piccolo ciondolo d’argento a forma di D, l’inziale di Darla, mia nonna. Purtroppo, quello di zia Susan doveva essere scivolato fuori quando Dean mi aveva sbattuta sul letto e quello di mia madre, non l’avrei usato neanche sotto tortura. La situazione era già abbastanza imbarazzante senza mettere in mezzo i miei genitori.

 

“Non ho intenzione di usare io la magia, non per  teletrasportarci almeno. Però, posso usare la telepatia per avvertire mia nonna e fare in modo che sia lei a venire qui. Ci tirerà fuori dai guai... me lo deve, infondo è anche colpa sua se siamo qui...”

“... in che senso è colpa sua?”

“Hai presente la birra che ti ha offerto?”

“Si...”

“Diciamo che era corretta... “

“Vuoi dire che è stata lei a... drogarmi? Perché?”

“Non ha importanza ora... lasciami concentrare e... avvertimi se si avvicina qualcuno.”

 

Usare la telepatia era abbastanza semplice normalmente, un po’ meno quando la mente che volevi contattare era quella di una persona che non voleva essere disturbata. E in quel momento quella di mia nonna era chiusa all’esterno. Imprecai mentalmente, chiedendomi il perché? E... lo capii abbastanza in fretta, conoscevo mia nonna e... anche le sue abitudini. Nonostante l’età, era ancora... attiva diciamo e Dean non era stato l’unico a prendere la birra offerta da lei... anche suo fratello l’aveva accettata.

 

“Per tutto ciò che è sacro... no, Signore pietà, non voglio crederci!”

 

Dean si girò di scatto, mi ero lasciata scappare quelle parole a voce alta e lui mi piantò immediatamente una mano sulla bocca, portando un dito dell’altra sulla propria. Lo guardai per qualche secondo, poi lui mi indicò qualcosa o meglio, qualcuno che si stava avvicinando.

Dimenticando per un secondo mia nonna e il povero Sam... mi sporsi per guardare di chi si trattasse. Li riconobbi subito e il mio panico crebbe d’intensità a quella vista.

 

Molto presto sarebbero stati abbastanza vicini, da poter sentire di cosa discutevano, anche se, immaginavo già di cosa si trattasse. Mi levai la mano di Dean dalla bocca e attirandolo più vicino gli sussurrai qualcosa.

 

“... quello alto, coi capelli ramati è mio padre, l’altro è Robert McKinley, il mio futuro suocero e capo della congrega. Non dobbiamo farci vedere assolutamente, se ci trovassero così... beh... diciamo che tu passeresti un bruttissimo quarto d’ora... di quelli che dopo probabilmente non potresti raccontare a nessuno.”

 

Dean mi rivolse uno sguardo molto strano, poi si nascose meglio dietro l’albero. Rimanemmo entrambi in ascolto, mentre le voci diventano sempre più forti e chiare.

 

“... Robert, mi è sembrato che Edward non fosse entusiasta al pensiero dell’imminente matrimonio.”

 

Edward non era entusiasta? E io cosa dovrei dire? Sto per sposare un uomo che... sempre che riesca visto l’andamento attuale delle cose, mi toccherà una volta in vita sua e poi mi scaricherà in un angolo...

 

“È come tutti i ragazzi, crede che ci sia tempo prima di pensare al matrimonio, conosci i giovani. E poi... hai parlato con tua figlia? Cosa ne pensa di venire a stare qui, già dalla settimana prossima? Credo che se si conoscessero meglio sarebbe più facile per entrambi.”

 

COSA? Ma non ci penso neanche... non ho nessuna intenzione di conoscere meglio Edward e... neanche di sposarlo.

 

“Mia figlia, è una ragazza all’antica Robert, si sentirebbe a disagio a vivere qui prima di essere ufficialmente sposata.”

 

All’antica? Questa poi...papà, digli la verità e cioè che non vuoi mostrare a tutti che non so neanche riempire un bicchiere d’acqua magicamente...

 

“E cosa ne pensa lei del matrimonio? Le piace l’idea di diventare una McKinley? In città ci sono alcuni pettegolezzi secondo cui Annika sta cercando di evitare questo matrimonio, mi devo preoccupare Bryan?”

“Certo che no Robert. Annika, non vede l’ora di sposarsi con tuo figlio. Infondo... si è mantenuta pura proprio per questo, lo sai.”

 

Non potei non notare il sorrisetto di Dean, sembrava divertirsi non poco alle mie spalle. Ne aveva tutte le ragioni, visto che in ventiquattr’ore, mi conosceva già meglio di mio padre. Gli tirai una gomitata, senza pensare alle ripercussioni, Dean emise un breve suono che cercò di soffocare con una mano. Purtroppo però, fu avvertito dai due uomini.

 

In pochi secondi ci avrebbero scoperti, potevano non capire come mai fossimo li, ma nessuno avrebbe avuto dubbi su cosa stavamo facendo poco prima, non era difficile intuirlo visto che eravamo entrambi mezzi nudi.

Fu un attimo, mentre i due si avvicinavano, Dean mi prese e mi buttò dietro a dei cespugli, atterrando poco dopo sopra di me, e tenendomi di nuovo una mano sulla bocca. Aveva sfruttato l’angolo cieco che il grosso tronco ci offriva e avevamo anche avuto la fortuna che due passerotti, probabilmente spaventati da noi, avevano spiccato il volo nello stesso istante, comprendo così, il movimento delle foglie.

 

Dean forse non notò il mio rossore, ma io incominciavo seriamente a sentire di nuovo caldo. Era mai possibile che queste cose succedessero sempre nei momenti meno opportuni? Perché Dean non poteva buttarsi su di me senza bisogno di filtri d’amore, o per evitare di essere ucciso? Ero davvero sfortunata...

 

Solo la voce di mio padre mi riportò alla realtà, come l’effetto di una doccia fredda.

 

“Che succede Robert?”

“Ero sicuro di aver sentito qualcosa... ma... forse erano solo uccelli.”

“Sicuramente. Ascolta, io devo proprio tornare a casa ora, Annika e mia moglie mi aspettano e... con tutto quello che sta succedendo non voglio lasciarle sole per troppo tempo.”

“Già, gli omicidi e i furti, brutta storia. Se non risolviamo questa faccenda attireremo presto visitatori sgraditi. Sai di cosa parlo vero?”

 

Sapevamo anche noi di cosa parlavano, cacciatori. Guardai Dean preoccupata, lui stava davvero rischiando la pelle e infondo, lo stava facendo per aiutare noi streghe. Se fossimo riusciti a risolvere questo caso, decisi che dovevo anche far sapere a tutti che non tutti i cacciatori erano da odiare. Alcuni, sapevano davvero riconoscere il giusto e lo sbagliato.

 

Questa volta forse, la mia magia impazzita, aveva fatto qualcosa di buono. Sembrava che potessimo ricavare qualche informazione utile da tutto questo casino.

 

“Hai saputo nulla da Tyler?”

“Niente... ho mandato qualcuno a controllare ma... non sono ancora tornati. Sono preoccupato Bryan... anche per te, dovresti portare le reliquie custodite dalla tua famiglia qui... sareste più al sicuro senza averle in casa.”

 

Guardai Robert McKinley profondamente, il brillio di cupidigia nei suoi occhi non mi sfuggi e capii che non era sfuggito neanche a Dean, l’occhiata che mi lanciò poco dopo, era eloquente.

 

“Robert, apprezzo il tuo interessamento ma non posso. Un giorno la piuma e la spada apparterranno a Annika e quindi a suo figlio e a quello di Edward se Dio vuole, ma fino a quel momento, siamo io e mia moglie i custodi di quelle reliquie. Anche se... non capisco, quegli oggetti non hanno più poteri da secoli, la loro magia si è esaurita quando gli uomini hanno smesso di adorare gli antichi dei. Perché qualcuno sta rubando e addirittura uccidendo per averli?”

“SI tratta sicuramente di qualche pazzo... magari convinto che quegli oggetti possano far tornare in vita gli dei che un tempo adoravamo. Anche nel circolo c’è ancora chi crede che abbiamo sbagliato a convertirci ad altre religioni.”

“... hai ragione, sono dei pazzi... ma forse tutta la comunità magica dovrebbe essere avvertita del pericolo. Morris e Bennett, non erano due sprovveduti, eppure sono morti... e non c’erano segni di lotta in casa loro. Io temo che questa banda dell’Omega sia formata da membri del circolo, persone di cui ci fidiamo.”

“Sei diventato sospettoso col tempo amico mio. Andiamo, conosco la nostra gente, non posso pensare che uno di noi farebbe una cosa simile.”

“Forse hai ragione... però... chi a parte i membri del circolo, sa delle reliquie? E soprattutto... chi sa da chi vengono custodite? Io non voglio lanciare accuse, ma... siamo in pochi a conoscere queste informazioni.”
“Hai ragione e per quello che ne so, siamo rimasti solo io, te, tua cognata visto che Adam Tyler sembra scomparso. Dimmi Robert, sospetti forse di me? Perché immagino che tu escluda te stesso e tua cognata da tutto questo...”

 

Trattenni il fiato a quelle parole, la faccenda si stava facendo pericolosa, il tono di McKinley era cambiato, era chiaramente di sfida. Notando la mia ansia, Dean mi schiaccio ancora di più la mano sulla bocca. A ragione, immaginava che se le cose si fossero messe male per mio padre, io, incapace con la magia o meno, non sarei rimasta a guardare.

 

Dopo alcuni secondi in cui i due si fronteggiarono, mio padre sospirando pesantemente scosse la testa.

 

“No Robert e lo sai, non farei entrare Annika nella tua famiglia se pensassi che sei coinvolto. Mi dispiace se ti ho fatto credere il contrario.”

“Ah, non ti preoccupare Bryan, risolveremo tutto vedrai. Ora sarà meglio che tu vada, e porta i saluti di Edward ad Annika.”

 

Guardai mio padre allontanarsi, mentre McKinley rimase ancora qualche istante fermo sul vialetto. Appena mio padre sparì dalla vista, un uomo alto e dalla carnagione scura, comparve al fianco del padrone di casa. A quella vista Dean mi lanciò un’occhiata sorpresa, che ricambia immediatamente prima di ascoltare il breve scambio di parole col nuovo venuto.

 

“Adam, sai cosa fare. Tienimi informato, ok? ”

 

L’uomo fece solo un breve cenno con la testa e scomparve subito dopo.

Nonostante la mia agitazione e i miei tentativi di liberarmi di Dean, lui non mi lasciò andare, non fino a quando non fu sicuro che non ci fosse più nessuno nei paraggi.

 

“Devo avvertire mio padre... devo... farlo subito. McKinley, è lui... è lui, me lo sentivo, hai visto anche tu... dovete aiutarmi, dovete aiutare mio padre...lui...”

 

Mi tirai su decisa a rincorrere mio padre, ignorando totalmente com’ero conciata e soprattutto il fatto che qualcuno mi avrebbe sicuramente vista. Fortunatamente Dean, decisamente più lucido, era con me e non appena tentati di rialzarmi, mi bloccò velocemente e con forza.

 

“Calmati stre... Annika. Rifletti ok? Non puoi avvertire tuo padre, quello stregone... probabilmente lo sta seguendo. Usa la testa, siamo in vantaggio, noi sappiamo che qualcuno segue tuo padre... ma loro non sanno che abbiamo sentito tutto.”

“Potrebbe volerlo uccidere... Dean... stiamo parlando di mio padre e...”

“Non credo lo voglia morto, non subito almeno. McKinley ha detto che dovevo tenerlo informato... forse... vuole sapere dove tiene le reliquie... e ora sappiamo che sono addirittura due. Ascolta, proteggeremo tuo padre, ma tu devi calmarti ora, ok?”

 

Annuii, le parole di Dean avevano senso, forse avevamo davvero ancora tempo.

Quando mi vide più calma, mi lasciò mettere seduta.

 

“Ora dobbiamo tornare a casa tua e informare Sam di quanto è successo... e... mettiamo in chiaro le cose... quello che è successo... non è mai successo in realtà. Io non ho mai detto… insomma quello che ho detto... hai capito, no? E... se tua nonna fa altri scherzi simili... io prima uccido lei, poi uccido te!”

 

Appena Dean pronunciò il nome di suo fratello, la mia ansia riprese il sopravvento. Soprattutto perché mia nonna stava sicuramente combinando qualcosa che a Dean non sarebbe piaciuto affatto.

 

“Ah... veramente... Dean lei non risponde... è... lei... beh… credo abbia  erroneamente... mischiato qualcosa alle vostre birre, a quelle di tutti e due... e... sai... è anziana ma...”

“Vuoi smetterla di farfugliare??”

“Promettimi che non le farai nulla...”


Dean mi fissò per un momento, poi socchiuse gli occhi a fessura.

 

“... che altro ha fatto?”

“Beh… credo che lei in questo momento potrebbe... essere con Sam, si... e... ecco...”

“Cosa vuole da mio fratello?”

“Beh... sai è vedova da tempo ma... beh, tuo fratello è decisamente carino e... grosso e... forse le ricorda mio nonno...”

 

Dean ci pensò qualche secondo e quando realizzò cosa volevo dire, non riuscì a trattenere un piccolo ghigno.

 

“...questa non voglio perdermela.”

“Non sei arrabbiato?”

“... lo sono, ma... almeno potrò prendere in giro Sam a vita per questo.”

 

Lo guardai sorpresa, fin quando non si sedette più comodo e congiunse le mani, come in preghiera.

 

“Che stai facendo?”

“Tiro fuori dai guai me e te... visto che immagino che tua nonna essendo... impegnata, non verrà...”

 

Rimasi in silenzio osservandolo, aspettandomi che facesse qualcosa di strano, invece quello che ne seguì mi lascio a bocca aperta.

 

“Cas, se senti la mia preghiera, porta il tuo culo piumato qui. Mi trovo a Salem, nel parco privato della tenuta dei McKinley e... sono mezzo nudo, perché la strega scema, dopo aver tentato di approfittare di un momento di... non lucidità, ha combinato questo casino. E visto che siamo a gennaio e nel Massachussets, fa freddo anche a luglio... sarebbe meglio ti sbrigassi, prima che io diventi un ghiacciolo. Amen.”

 

Ascoltai tutto con gli occhi sgranati, in teoria quella di Dean doveva essere una preghiera da quello che capivo. Ma... o io avevo saltato troppe lezioni al catechismo o Dean non aveva ben presente cosa fosse una preghiera.

 

_________

 

Angolo dell’autrice: Chiedo scusa in ginocchio per il mostruoso ritardo, non ho scuse, se non quella di essere una pessima persona.

 

Purtroppo del mio portatile ancora non ci sono segni di vita, ho chiamato l’assistenza due volte questa settimana e per due volte dopo avermi tenuta 20 minuti al telefono, è caduta la linea.  -.-‘

 

Ma... passiamo al capitolo: qualcosa si muove (non parlo delle contorsioni di Annika sotto Dean ovviamente) e finalmente sto uscendo dal tunnel della presentazione dei personaggi. Ne mancano pochi all’appello ormai e finalmente abbiamo un quadro generale della situazione.

 

Ora le domande che tutti si stanno ponendo o almeno credo… sono: chi è l’uomo apparso per breve tempo? Sarà davvero Robert McKinley il cattivo della situazione?  Il povero Sam, come se la starà passando? La scrittrice di questa FF è solo scema o anche sadica con quella poveretta che ogni volta ci va cosi vicina a farsi Dean e poi… niente?

 

La risposta a queste domande l’avrete continuando a leggere, sempre considerando che ormai non assicuro più nessuna scadenza, visto che... non riesco a mantenerle al momento.

 

In ogni caso vi lascio e vi abbraccio tutte, sperando che vorrete lasciare qualche commento. Ho notato con piacere che il numero di persone che mettono la storia nei preferiti/seguiti, continua ad aumentare, quindi grazie a tutte.

 

Un bacio

Shanax

 

P.S. Ho provveduto a correggere alcuni errori e risolto il problema di alcuni dialoghi che inavvertitamente avevo cancellato. Mi scuso ancora con tutti/e per aver pubblicato il capitolo senza controllare in modo più scrupoloso.

 

  
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