“E
questa
sarebbe camera tua?”
“Cos’ha
che
non va?”
“...
quelli
accanto alla tv sono tutti film porno... mentre sul letto è
piano di peluche a
forma di cuoricini… è… strano... non
credi?”
“Mi
piacciono i peluche e i porno, allora?”
“Aspetta...
non
stai cercando scuse... tipo sono di un amico o di un cugino?
“Perché
dovrei? Una ragazza avrà anche diritto a sfogarsi in qualche
modo, no?”
Il
viso di
Dean prese ogni sfumatura possibile, anche senza leggergli nella mente
sapevo a
cosa stava pensando e... ero abbastanza sicura che quei pensieri non
gli
dispiacessero poi così tanto. Cercando di nasconderli,
sorseggio la birra che
mia nonna aveva offerto ad entrambi i ragazzi, continuando a guardarsi
intorno.
Lasciavo
apposta in giro film porno e poster di modelli, lo facevo sempre con la
speranza che mio padre, le rare volte che entrava nella mai stanza,
capisse
anche lui che non ero quell’esempio di santità che
voleva credere.
“Non
dovevamo fare il giro della casa?”
“Sì,
ma
pensavo che potevamo parlare un momento, almeno finche non finisci
quella
birra. Se tu la versassi a terra macchiando qualche prezioso tappeto,
mio padre
non ne sarebbe felice.”
“Guarda
che
non sono un idiota incapace di reggermi in piedi come
qualcun’altro...”
Trafissi
il
biondo Winchester con lo sguardo, detestando il modo in cui sorrideva,
aveva il
viso trionfante di chi purtroppo, sapeva di avere ragione.
“Giusto…
ma
siccome l’idiota è con te, il rischio di
rovesciarla esiste comunque. Ascolta,
voglio solo parlare... cercare di conoscere meglio te e tuo fratello
visto che
lavoreremo insieme per qualche giorno. Sicuramente anche tu hai delle
domande…
o sbaglio?”
”Sbagli...
a
me non m’interessa conoscerti. Quello che so mi basta per
capire che prima
finiamo questo lavoro meglio è per tutti. E... chiariamo
un’altra cosa, i tuoi
problemi non riguardano né me né mio fratello,
siamo qui solo per fare il
nostro lavoro.”
“Il
vostro
lavoro... quindi anche ieri sera era lavoro?”
“...”
“Dean,
andiamo. Non ho preteso nulla per il mio aiuto, sto facendo quel che
posso
perché credo veramente che sia giusto così. I
miei problemi con la magia e
con... hm il sesso, sono un altro paio di maniche. E... in ogni caso,
ti
piaccio almeno fisicamente e non puoi dire il contrario dopo ieri,
quindi che male
ci sarebbe?”
“E
me lo
chiedi? Sei una strega...”
“Si
lo sono,
ma sono anche un essere umano se non te ne sei accorto.”
“...
e un
pericolo pubblico... non ho intenzione di finire come la mia auto,
né scuoiato
vivo o sepolto sotto cumuli di macerie, non per aiutare una strega.
Sono qui
perché l’unica pista che abbiamo sembra essere
proprio a casa tua, altrimenti
ti assicuro che sarei felice di starti il più lontano
possibile. E con questo
il discorso è chiuso. ”
Per
chiarire
ulteriormente il suo punto di vista, Dean scolò la birra
tutta d’un fiato,
sbattendo la bottiglia sul comò e facendo cenno di muoverci.
Non
che non
mi aspettassi qualcosa di diverso da lui, ma... era stato fin troppo
diretto.
Delusa dal modo di fare del cacciatore mi avvia verso la porta e
inciampai nel
tappeto. Non che fosse insolito per me, lo fu però, non
cadere, Dean si era
mosso con riflessi fulminei, sostenendomi per la vita con un braccio e
evitando
che rovinassi contro il mobile a cassetti della mia camera.
Quello
che
non mi aspettavo e che in un primo momento non riuscii a spiegarmi, fu
ciò che
successe dopo. Ero già pronta a subire qualche altro insulto
o presa in giro,
mentre ancora aggrappata al suo braccio, mi rimettevo in equilibro
sulle mie
gambe, invece non successe nulla del genere.
Sembrava
la
scena di un film, dove quando niente sembra girare per il verso giusto
per la
protagonista, accade qualcosa che ribalta totalmente la situazione.
“Tutto
bene?”
“Eh?
Ah…
si... grazie. Come dicevo prima, se tu avessi avuto in mano la birra,
avrebbe
potuto versarsi a terra adesso... avevo ragione alla fine.”
Cercai
di
buttare la cosa sull’ironia, aspettando ancora una battuta
che non arrivò
neanche quella volta. Invece fui praticamente abbagliata da un sorriso
che non
avrei mai pensato di vedere, non sul viso della persona che fino a
pochi
istanti prima, aveva reso chiaro che se non mi detestava, poco ci
mancava.
“L’importante
è che non ti sia fatta male.”
“...
Dean,
stai bene?”
“Sì,
certo.
Ma... potrei stare anche meglio effettivamente.”
Oh... merda... che diavolo sta succedendo?
C’era
decisamente qualcosa di strano in lui, avevo avuto a che fare con dei
lunatici,
ma ... qui sembrava più un caso di sdoppiamento della
personalità. Era
improvvisamente troppo gentile e... troppo vicino, anzi, il suo braccio
non
aveva ancora lasciato la mia vita nonostante fossi in piedi e...
continuava a
stringermi sempre più contro di se.
“Dean?”
“Avevi
ragione anche su
un’altra cosa, mi
piaci...”
Tra
quell’ultima frase e il momento in cui mi ritrovai con la sua
lingua in bocca,
non passò neanche un secondo.
Che
fosse
tutto molto strano, non c’erano dubbi, ovviamente
però, non potevo dire che
fosse spiacevole questo cambiamento.
Era
possibile che Dean volesse solo mettermi alla prova poco prima? Forse
per...
non so, capire se volevo davvero aiutarli o solo portarmeli a letto?
Certo, era
possibile ma... non ne ero troppo convinta.
Mentre
cercavo di pensare, mi ritrovai fin troppo velocemente sollevata da
terra e
pochi istanti dopo, sbattuta sul mio stesso letto, senza troppi
complimenti.
“Che...
?
Cosa... ? Tu vuoi...? Sei sicuro?”
“Sono
più
che sicuro, è da quando ti ho vista in quel bar che ti
desidero. Credo di
essermi innamorato di te dal primo istante...”
Cosa?! Innamorato? Fermi tutti, che diavolo
vuol dire innamorato? E...
Era
ufficiale, Dean doveva essere posseduto, o forse... stregato... il
pensiero che
si formò nella mia mente un secondo dopo, fece luce su ogni
cosa.
...NONNA!
Non
c’erano
dubbi, c’era lo zampino della mia cara nonnina in tutto
questo. . Molto
probabilmente aveva mischiato un filtro alla birra del ragazzo e nel
momento in
cui mi aveva toccata per non farmi cadere, io ero diventata la donna
dei suoi
sogni.
Come
ogni
pozione, l’effetto non era permanente ma... cosa diavolo le
era saltato in
mente? Le avevo detto chiaramente di evitare, perché
l’aveva fatto?
Sapevo
che
tutto questo era sbagliato, anche se volevo far sesso, non volevo
ingannare
nessuno. Il problema ora, era fermare Dean, e non era sicuramente un
lavoro
semplice. Meno ancora considerando che oltre ad essere il doppio di me
fisicamente, quello che stava facendo non mi dispiaceva davvero.
Avete
idea
di quanto potesse essere difficile anche solo pensare, mentre la testa
di uno
degli uomini più affascinanti che abbia mai visto, si
infilava sotto la mia
maglietta? La risposta è esattamente quella che state
pensando: impossibile. E
io non ero sicuramente capace di resistere a lungo, in
realtà, neanche per
breve tempo.
Venti
secondi dopo in effetti, ogni fibra del mio corpo era pervasa da
brividi
piacevoli, mentre il biondo Winchester era impegnatissimo a risalire
lentamente
il mio ventre baciando ogni centimetro
di pelle.
“Oh
cavolo... Dean... tu non… oh… non vuoi davvero...
no, li no... Dio aiutami! Per
l’amor del cielo, ascoltami...”
“Zitta,
non
è il momento di parlare.”
Per
rispondermi, aveva effettivamente tirato fuori quella dannata testa
dalla mia
maglia ma... giusto per farmi perdere completamente il controllo, aveva
preso
una delle mie mani e se l’era portata al cavallo dei
pantaloni. In un solo
istante, la blanda resistenza che avevo opposto fino a quel momento si
dileguò,
mentre il mio cervello del piano di sotto cantava inni a madre natura e
al gran
lavoro che aveva fatto con Dean.
Non
potevo
certamente andarmene e lasciarlo lì... eccitato, giusto?
In
un angolo
remoto del mio cervello, la mia ragione urlava che era tutto sbagliato,
che
Dean mi avrebbe uccisa una volta che l’influsso
dell’incantesimo, si fosse
esaurito. Ovviamente però, dopo aver... toccato con mano, la
solidità della
situazione, quel tipo di pensieri erano diventati poco più
di un sussurro.
In
quel momento
esistevamo solo, io, Dean, la sua bocca sul mio collo e... le sue mani
praticamente ovunque. Stavo sbagliando, ma era un errore
così dannatamente
piacevole che non potevo non commetterlo. Quello che non dovevo
assolutamente
fare però, era rischiare di nuovo di combinare casini.
Decisi quindi di lasciar
fare tutto a lui, forse rimanendo passiva, avevo più
possibilità.
Purtroppo
non funzionava così e lo scoprii molto in fretta. Ero li che
guardavo
quell’uomo stupendo sopra di me, godendo di ogni carezza, di
ogni bacio e di
ogni sfregamento volontario o no.
Mi
ero
limitata, ad alzare le braccia, o inarcarmi per lasciare che mi
togliesse la
parte superiore dei vestiti, ed ero rimasta a guardare mentre si
liberava dei
suoi, sfiorandolo appena quando era tornato sopra di me, solo per
sentire per
la prima volta cosa si provava a toccare un uomo.
Quando chiusi gli occhi,
lasciandomi
trascinare da lui in quella passione e disconnettendomi dalla
realtà, la mia
magia, trasformò quel momento in un inferno.
Non
mi resi
conto di non essere più nella mai stanza, ne del fatto che
Dean si era
improvvisamente bloccato. Mi ci volle qualche secondo per capire che
avevo
appena rovinato tutto... di nuovo...
Quando
aprii
gli occhi, per guardare cosa stava facendo Dean, lo trovai ancora sopra
di me,
a quattro zampe che si guardava in giro leggermente smarrito. Seguii a
mia
volta il suo sguardo, e imprecai sonoramente, portando così
l’attenzione del
ragazzo su di me. Il suo sguardò mutò di colpo,
passando dalla sorpresa alla
rabbia. Quando la mia magia si era attivata, doveva aver cancellato gli
effetti
della pozione, oltre a combinare i soliti disastri.
“...
che
diavolo mi hai fatto?”
“...”
Il
mio senso
di frustrazione, si appesantì notevolmente, proprio come
avevo immaginato, Dean
era furibondo e probabilmente ricordava tutto. Si tirò su,
continuando a
fissarmi con occhi omicida, mentre io scivolavo all’indietro
sulla schiena,
cercando di allontanarmi. Quando la mia nuca colpì qualcosa,
mi voltai, dietro
di me c’era una grossa quercia. Diedi un’altra
occhiata in giro, era su un
prato verdeggiante, con aiuole curatissime che nonostante il clima non
proprio
caldo, erano rigogliose come in piena primavera. In lontananza, un
maniero
faceva capolino da dietro alcuni alberi che costeggiavano il vialetto.
L’avrei
riconosciuto anche a miglia di distanza, era un edificio imponente e
tetro ,
che stonava con la bellezza del parco circostante, c’ero
stata raramente, ma
non avevo dubbi.
“Stai
giù
Dean, quello che ho fatto o non ho fatto io, è niente
rispetto a quello che
succederà se ci trovano qui...”
“...
sai
dove siamo?”
“A...
Salem... siamo nel parco della tenuta dei McKinley...”
“Vuoi
dire
la famiglia del tuo futuro marito?”
“Sì,
ora
abbassati e parla piano... io...
mi...
dispiace ok? Ora lasciami pensare a come uscire fuori da questo
casino.”
Dean
mi
fissò ancora un momento, l’urgenza e la
preoccupazione nella mia voce, non
sfuggirono neanche a lui. Qualche secondo dopo, mi seguì
all’ombra e al riparo
della quercia.
“E
possibile
che non sai fare altro che disastri? A che diavolo pensavi?”
“Ah...
credo
di aver pensato che mi sarebbe piaciuto vedere la faccia di Robert
McKinley
quando avrebbe scoperto che la promessa sposa di suo figlio non era
più
vergine...”
“...
io ti
uccido... mi hai stregato vero? Come hai fatto?”
“Dean,
dopo...”
“Sei
davvero...lasciamo stare. Come hai intenzione di andare via di qui
senza essere
visti?”
“Esattamente
come siamo arrivati... col teletrasporto.”
“...
non se
ne parla neanche, sei stata tu stessa a dire che anche quando usi la
magia
volontariamente riesci a fare disastri... non ho nessuna intenzione di
farti da
cavia. Preferisco affrontare tutte le streghe di Salem a mani
nude.”
Il
Dean
stronzo e arrogante era tornato, non c’erano più
dubbi. Scossi la testa,
frugando nelle
tasche dei pantaloni e
ringraziando il cielo che non ci fossimo spinti così avanti
da aver già tolto
anche quelli. Quando trovai ciò che cercavo, tirai fuori
l’oggetto mostrando al
ragazzo, il piccolo ciondolo d’argento a forma di D,
l’inziale di Darla, mia
nonna. Purtroppo, quello di zia Susan doveva essere scivolato fuori
quando Dean
mi aveva sbattuta sul letto e quello di mia madre, non
l’avrei usato neanche
sotto tortura. La situazione era già abbastanza imbarazzante
senza mettere in
mezzo i miei genitori.
“Non
ho
intenzione di usare io la magia, non per
teletrasportarci almeno. Però, posso usare la
telepatia per avvertire
mia nonna e fare in modo che sia lei a venire qui. Ci tirerà
fuori dai guai...
me lo deve, infondo è anche colpa sua se siamo
qui...”
“...
in che
senso è colpa sua?”
“Hai
presente la birra che ti ha offerto?”
“Si...”
“Diciamo
che
era corretta... “
“Vuoi
dire
che è stata lei a... drogarmi? Perché?”
“Non
ha importanza
ora... lasciami concentrare e... avvertimi se si avvicina
qualcuno.”
Usare
la
telepatia era abbastanza semplice normalmente, un po’ meno
quando la mente che
volevi contattare era quella di una persona che non voleva essere
disturbata. E
in quel momento quella di mia nonna era chiusa all’esterno.
Imprecai
mentalmente, chiedendomi il perché? E... lo capii abbastanza
in fretta,
conoscevo mia nonna e... anche le sue abitudini. Nonostante
l’età, era
ancora... attiva diciamo e Dean non era stato l’unico a
prendere la birra
offerta da lei... anche suo fratello l’aveva accettata.
“Per
tutto
ciò che è sacro... no, Signore pietà,
non voglio crederci!”
Dean
si girò
di scatto, mi ero lasciata scappare quelle parole a voce alta e lui mi
piantò
immediatamente una mano sulla bocca, portando un dito
dell’altra sulla propria.
Lo guardai per qualche secondo, poi lui mi indicò qualcosa o
meglio, qualcuno
che si stava avvicinando.
Dimenticando
per un secondo mia nonna e il povero Sam... mi sporsi per guardare di
chi si
trattasse. Li riconobbi subito e il mio panico crebbe
d’intensità a quella
vista.
Molto
presto
sarebbero stati abbastanza vicini, da poter sentire di cosa
discutevano, anche
se, immaginavo già di cosa si trattasse. Mi levai la mano di
Dean dalla bocca e
attirandolo più vicino gli sussurrai qualcosa.
“...
quello
alto, coi capelli ramati è mio padre, l’altro
è Robert McKinley, il mio futuro
suocero e capo della congrega. Non dobbiamo farci vedere assolutamente,
se ci
trovassero così... beh... diciamo che tu passeresti un
bruttissimo quarto
d’ora... di quelli che dopo probabilmente non potresti
raccontare a nessuno.”
Dean
mi
rivolse uno sguardo molto strano, poi si nascose meglio dietro
l’albero.
Rimanemmo entrambi in ascolto, mentre le voci diventano sempre
più forti e
chiare.
“...
Robert,
mi è sembrato che Edward non fosse entusiasta al pensiero
dell’imminente
matrimonio.”
Edward non era entusiasta? E io cosa dovrei
dire? Sto per sposare un uomo che... sempre che riesca visto
l’andamento
attuale delle cose, mi toccherà una volta in vita sua e poi
mi scaricherà in un
angolo...
“È
come
tutti i ragazzi, crede che ci sia tempo prima di pensare al matrimonio,
conosci
i giovani. E poi... hai parlato con tua figlia? Cosa ne pensa di venire
a stare
qui, già dalla settimana prossima? Credo che se si
conoscessero meglio sarebbe
più facile per entrambi.”
COSA? Ma non ci penso neanche... non ho
nessuna intenzione di conoscere meglio Edward e... neanche di sposarlo.
“Mia
figlia,
è una ragazza all’antica Robert, si sentirebbe a
disagio a vivere qui prima di
essere ufficialmente sposata.”
All’antica? Questa poi...papà,
digli la
verità e cioè che non vuoi mostrare a tutti che
non so neanche riempire un
bicchiere d’acqua magicamente...
“E
cosa ne pensa
lei del matrimonio? Le piace l’idea di diventare una
McKinley? In città ci sono
alcuni pettegolezzi secondo cui Annika sta cercando di evitare questo
matrimonio, mi devo preoccupare Bryan?”
“Certo
che
no Robert. Annika, non vede l’ora di sposarsi con tuo figlio.
Infondo... si è
mantenuta pura proprio per questo, lo sai.”
Non
potei
non notare il sorrisetto di Dean, sembrava divertirsi non poco alle mie
spalle.
Ne aveva tutte le ragioni, visto che in ventiquattr’ore, mi
conosceva già
meglio di mio padre. Gli tirai una gomitata, senza pensare alle
ripercussioni,
Dean emise un breve suono che cercò di soffocare con una
mano. Purtroppo però,
fu avvertito dai due uomini.
In
pochi
secondi ci avrebbero scoperti, potevano non capire come mai fossimo li,
ma nessuno
avrebbe avuto dubbi su cosa stavamo facendo poco prima, non era
difficile
intuirlo visto che eravamo entrambi mezzi nudi.
Fu
un
attimo, mentre i due si avvicinavano, Dean mi prese e mi
buttò dietro a dei
cespugli, atterrando poco dopo sopra di me, e tenendomi di nuovo una
mano sulla
bocca. Aveva sfruttato l’angolo cieco che il grosso tronco ci
offriva e avevamo
anche avuto la fortuna che due passerotti, probabilmente spaventati da
noi,
avevano spiccato il volo nello stesso istante, comprendo
così, il movimento
delle foglie.
Dean
forse
non notò il mio rossore, ma io incominciavo seriamente a
sentire di nuovo
caldo. Era mai possibile che queste cose succedessero sempre nei
momenti meno
opportuni? Perché Dean non poteva buttarsi su di me senza
bisogno di filtri
d’amore, o per evitare di essere ucciso? Ero davvero
sfortunata...
Solo
la voce
di mio padre mi riportò alla realtà, come
l’effetto di una doccia fredda.
“Che
succede
Robert?”
“Ero
sicuro
di aver sentito qualcosa... ma... forse erano solo uccelli.”
“Sicuramente.
Ascolta, io devo proprio tornare a casa ora, Annika e mia moglie mi
aspettano
e... con tutto quello che sta succedendo non voglio lasciarle sole per
troppo
tempo.”
“Già,
gli
omicidi e i furti, brutta storia. Se non risolviamo questa faccenda
attireremo
presto visitatori sgraditi. Sai di cosa parlo vero?”
Sapevamo
anche noi di cosa parlavano, cacciatori. Guardai Dean preoccupata, lui
stava
davvero rischiando la pelle e infondo, lo stava facendo per aiutare noi
streghe. Se fossimo riusciti a risolvere questo caso, decisi che dovevo
anche
far sapere a tutti che non tutti i cacciatori erano da odiare. Alcuni,
sapevano
davvero riconoscere il giusto e lo sbagliato.
Questa
volta
forse, la mia magia impazzita, aveva fatto qualcosa di buono. Sembrava
che
potessimo ricavare qualche informazione utile da tutto questo casino.
“Hai
saputo
nulla da Tyler?”
“Niente...
ho mandato qualcuno a controllare ma... non sono ancora tornati. Sono
preoccupato Bryan... anche per te, dovresti portare le reliquie
custodite dalla
tua famiglia qui... sareste più al sicuro senza averle in
casa.”
Guardai
Robert McKinley profondamente, il brillio di cupidigia nei suoi occhi
non mi
sfuggi e capii che non era sfuggito neanche a Dean,
l’occhiata che mi lanciò
poco dopo, era eloquente.
“Robert,
apprezzo il tuo interessamento ma non posso. Un giorno la piuma e la
spada
apparterranno a Annika e quindi a suo figlio e a quello di Edward se
Dio vuole,
ma fino a quel momento, siamo io e mia moglie i custodi di quelle
reliquie.
Anche se... non capisco, quegli oggetti non hanno più poteri
da secoli, la loro
magia si è esaurita quando gli uomini hanno smesso di
adorare gli antichi dei.
Perché qualcuno sta rubando e addirittura uccidendo per
averli?”
“SI
tratta sicuramente
di qualche pazzo... magari convinto che quegli oggetti possano far
tornare in
vita gli dei che un tempo adoravamo. Anche nel circolo
c’è ancora chi crede che
abbiamo sbagliato a convertirci ad altre religioni.”
“...
hai
ragione, sono dei pazzi... ma forse tutta la comunità magica
dovrebbe essere
avvertita del pericolo. Morris e Bennett, non erano due sprovveduti,
eppure
sono morti... e non c’erano segni di lotta in casa loro. Io
temo che questa
banda dell’Omega sia formata da membri del circolo, persone
di cui ci fidiamo.”
“Sei
diventato sospettoso col tempo amico mio. Andiamo, conosco la nostra
gente, non
posso pensare che uno di noi farebbe una cosa simile.”
“Forse
hai
ragione... però... chi a parte i membri del circolo, sa
delle reliquie? E soprattutto...
chi sa da chi vengono custodite? Io non voglio lanciare accuse, ma...
siamo in
pochi a conoscere queste informazioni.”
“Hai ragione e per quello che ne so, siamo rimasti solo io,
te, tua cognata
visto che Adam Tyler sembra scomparso. Dimmi Robert, sospetti forse di
me?
Perché immagino che tu escluda te stesso e tua cognata da
tutto questo...”
Trattenni
il
fiato a quelle parole, la faccenda si stava facendo pericolosa, il tono
di
McKinley era cambiato, era chiaramente di sfida. Notando la mia ansia,
Dean mi
schiaccio ancora di più la mano sulla bocca. A ragione,
immaginava che se le
cose si fossero messe male per mio padre, io, incapace con la magia o
meno, non
sarei rimasta a guardare.
Dopo
alcuni
secondi in cui i due si fronteggiarono, mio padre sospirando
pesantemente
scosse la testa.
“No
Robert e
lo sai, non farei entrare Annika nella tua famiglia se pensassi che sei
coinvolto. Mi dispiace se ti ho fatto credere il contrario.”
“Ah,
non ti
preoccupare Bryan, risolveremo tutto vedrai. Ora sarà meglio
che tu vada, e
porta i saluti di Edward ad Annika.”
Guardai
mio
padre allontanarsi, mentre McKinley rimase ancora qualche istante fermo
sul
vialetto. Appena mio padre sparì dalla vista, un uomo alto e
dalla carnagione
scura, comparve al fianco del padrone di casa. A quella vista Dean mi
lanciò
un’occhiata sorpresa, che ricambia immediatamente prima di
ascoltare il breve
scambio di parole col nuovo venuto.
“Adam,
sai
cosa fare. Tienimi informato, ok? ”
L’uomo
fece
solo un breve cenno con la testa e scomparve subito dopo.
Nonostante
la mia agitazione e i miei tentativi di liberarmi di Dean, lui non mi
lasciò
andare, non fino a quando non fu sicuro che non ci fosse più
nessuno nei
paraggi.
“Devo
avvertire mio padre... devo... farlo subito. McKinley, è
lui... è lui, me lo
sentivo, hai visto anche tu... dovete aiutarmi, dovete aiutare mio
padre...lui...”
Mi
tirai su
decisa a rincorrere mio padre, ignorando totalmente com’ero
conciata e
soprattutto il fatto che qualcuno mi avrebbe sicuramente vista.
Fortunatamente
Dean, decisamente più lucido, era con me e non appena
tentati di rialzarmi, mi
bloccò velocemente e con forza.
“Calmati
stre... Annika. Rifletti ok? Non puoi avvertire tuo padre, quello
stregone...
probabilmente lo sta seguendo. Usa la testa, siamo in vantaggio, noi
sappiamo
che qualcuno segue tuo padre... ma loro non sanno che abbiamo sentito
tutto.”
“Potrebbe
volerlo uccidere... Dean... stiamo parlando di mio padre e...”
“Non
credo
lo voglia morto, non subito almeno. McKinley ha detto che dovevo
tenerlo
informato... forse... vuole sapere dove tiene le reliquie... e ora
sappiamo che
sono addirittura due. Ascolta, proteggeremo tuo padre, ma tu devi
calmarti ora,
ok?”
Annuii,
le
parole di Dean avevano senso, forse avevamo davvero ancora tempo.
Quando
mi
vide più calma, mi lasciò mettere seduta.
“Ora
dobbiamo tornare a casa tua e informare Sam di quanto è
successo... e...
mettiamo in chiaro le cose... quello che è successo... non
è mai successo in realtà.
Io non ho mai detto… insomma quello che ho detto... hai
capito, no? E... se tua
nonna fa altri scherzi simili... io prima uccido lei, poi uccido
te!”
Appena
Dean
pronunciò il nome di suo fratello, la mia ansia riprese il
sopravvento.
Soprattutto perché mia nonna stava sicuramente combinando
qualcosa che a Dean
non sarebbe piaciuto affatto.
“Ah...
veramente... Dean lei non risponde... è... lei...
beh… credo abbia erroneamente...
mischiato qualcosa alle
vostre birre, a quelle di tutti e due... e... sai... è
anziana ma...”
“Vuoi
smetterla di farfugliare??”
“Promettimi
che non le farai nulla...”
Dean mi fissò per un momento, poi socchiuse gli occhi a
fessura.
“...
che
altro ha fatto?”
“Beh…
credo
che lei in questo momento potrebbe... essere con Sam, si... e...
ecco...”
“Cosa
vuole
da mio fratello?”
“Beh...
sai
è vedova da tempo ma... beh, tuo fratello è
decisamente carino e... grosso e...
forse le ricorda mio nonno...”
Dean
ci
pensò qualche secondo e quando realizzò cosa
volevo dire, non riuscì a trattenere
un piccolo ghigno.
“...questa
non voglio perdermela.”
“Non
sei
arrabbiato?”
“...
lo
sono, ma... almeno potrò prendere in giro Sam a vita per
questo.”
Lo
guardai
sorpresa, fin quando non si sedette più comodo e congiunse
le mani, come in
preghiera.
“Che
stai
facendo?”
“Tiro
fuori
dai guai me e te... visto che immagino che tua nonna essendo...
impegnata, non
verrà...”
Rimasi
in
silenzio osservandolo, aspettandomi che facesse qualcosa di strano,
invece
quello che ne seguì mi lascio a bocca aperta.
“Cas,
se
senti la mia preghiera, porta il tuo culo piumato qui. Mi trovo a
Salem, nel
parco privato della tenuta dei McKinley e... sono mezzo nudo,
perché la strega
scema, dopo aver tentato di approfittare di un momento di... non
lucidità, ha
combinato questo casino. E visto che siamo a gennaio e nel
Massachussets, fa
freddo anche a luglio... sarebbe meglio ti sbrigassi, prima che io
diventi un
ghiacciolo. Amen.”
Ascoltai
tutto con gli occhi sgranati, in teoria quella di Dean doveva essere
una preghiera
da quello che capivo. Ma... o io avevo saltato troppe lezioni al
catechismo o
Dean non aveva ben presente cosa fosse una preghiera.
_________
Angolo dell’autrice: Chiedo
scusa in
ginocchio per il mostruoso ritardo, non ho scuse, se non quella di
essere una
pessima persona.
Purtroppo
del mio portatile ancora non ci sono segni di vita, ho chiamato
l’assistenza
due volte questa settimana e per due volte dopo avermi tenuta 20 minuti
al
telefono, è caduta la linea.
-.-‘
Ma...
passiamo al capitolo: qualcosa si muove (non parlo delle contorsioni di
Annika
sotto Dean ovviamente) e finalmente sto uscendo dal tunnel della
presentazione
dei personaggi. Ne mancano pochi all’appello ormai e
finalmente abbiamo un
quadro generale della situazione.
Ora
le domande
che tutti si stanno ponendo o almeno credo… sono: chi
è l’uomo apparso per
breve tempo? Sarà davvero Robert McKinley il cattivo della
situazione? Il
povero Sam, come se la starà passando? La
scrittrice di questa FF è solo scema o anche sadica con
quella poveretta che
ogni volta ci va cosi vicina a farsi Dean e poi… niente?
La
risposta
a queste domande l’avrete continuando a leggere, sempre
considerando che ormai
non assicuro più nessuna scadenza, visto che... non riesco a
mantenerle al
momento.
In
ogni caso
vi lascio e vi abbraccio tutte, sperando che vorrete lasciare qualche
commento.
Ho notato con piacere che il numero di persone che mettono la storia
nei
preferiti/seguiti, continua ad aumentare, quindi grazie a tutte.
Un
bacio
Shanax
P.S.
Ho provveduto
a correggere alcuni errori e risolto il problema di alcuni dialoghi che
inavvertitamente avevo cancellato. Mi scuso ancora con tutti/e per aver
pubblicato il capitolo senza controllare in modo più
scrupoloso.