«m-ma
che diamine…» iniziò a balbettare Vance.
«Lancaster!
Che sta succedendo?! Che accidenti vuoi fare?!»
Il primo a
riprendersi sul serio era stato Buffaloman, come tutti
stupito di vedere il suo ex collega dopo tutti quegli anni. Non
perché fosse lì
in sé per sé, ma…il buio, la musica, i
soldati armati fino ai denti, l’evidente
minaccia verso l’allenatore di Kevin Mask, il completo! Che
accidenti stava capitando?!
«Buffaloman,
mio vecchio amico, è questo il modo di salutare un ex
collega dopo tanti anni?» replicò Howard
tranquillo continuando ad osservare
Lord Flash che, a sua volta, adesso stava proprio fissando costantemente
Emerald chiedendogli silenziosamente e disperatamente aiuto
«e tu…se continui a
pretendere di imitare un uomo fallo come si deve e guarda la morte in
faccia,
invece di guardare una persona sulla quale uno come te non avrebbe il
diritto
di posare gli occhi neanche per un attimo».
“Emerald…aiutami!
Lui mi ucciderà! Non è una recita, non
è uno scherzo,
lui vuole farmi fuori, aiutami! Apri gli occhi, cerca di capire chi
è davvero
tuo padre, fermalo!
Aiutami…” pensò il russo, appena prima
di trovarsi
a dover per forza distogliere lo sguardo. Ma il messaggio, ad Emerald,
era
arrivato forte e chiaro. L’atavica paura del suo arcinemico,
l’espressione sul
volto di suo padre…una gran parte di lei continuava a
ripetersi che era tutta
una tattica, che lo stava facendo solo per vincere e anche per chiudere
la
brutta storia in cui erano coinvolti, ma l’altra parte invece
le stava dicendo
che le cose sarebbero andate in modo ben diverso. Non aveva mai visto
Lord
Flash in quel modo, sembrava pronto a farsela sotto…
«si
può sapere cos’hai in mente? Piombare qui con
tutti quegli uomini
armati…Howard, accidenti…ma che ti
prende?» gli chiese Ramenman.
«lo
capirai tra poco, non ti preoccupare. Per ora inizierò col
subentrare a mia figlia nel ruolo di secondo di Kid
Muscle…»
«che
cosa?! Ma non…non si può! Diteglielo che non si
può!» esclamò
Ikimon, che si fece piccolo piccolo nel momento in cui lo sguardo di
Lancaster
si posò su di lui.
«immagino
che si possa fare un’eccezione dato che questo Torneo non
è
nuovo ad esse…e non vorrei trovarmi a dovervi ricordare che
attualmente ho il
completo controllo di questo stadio e di tutto quel che
c’è all’interno.
Specificando che non ho intenzione di fare del male a
nessuno…beh, quasi…»
aggiunse, dando una breve occhiata a Flash «ho un piccolo
scambio da proporvi.
Connors, mostra a Mr. MacMad e famiglia cosa sono disposto a dare loro
in cambio
di questo piccolo favore».
Faccia da
schiaffi come non mai, l’americano camminò lungo
il passaggio
con una valigetta piuttosto grande in mano, che lanciò a
Vance una volta
arrivato a due metri da lui. «non ci stia a pensare troppo
Mr., è un consiglio.
Miz
MacMad»
fece una specie di minuscolo inchino, seguito da uno
sfacciatissimo occhiolino «vista dal vivo è
proprio la gran sventola rossa che
sembrava, congratulazioni».
«hmpf»
sbuffò Jacqueline, nonostante in realtà il
complimento spudorato
dell’americano le avesse fatto piacere, specialmente
perché il tipo in
questione, con quell’aria da pestifero ragazzo invecchiato,
era tra i più
carini che le fossero mai capitati sotto gli occhi. Dopo il
complimento,
comunque, Connors affiancò immediatamente il proprio capo
mentre Vance apriva
la valigetta e gli cadeva la mascella.
«m-m-ma
m… ma quanti sono?!» balbettò. Anche ad
Ikimon la mascella era
caduta fino a terra, ed osservava con due occhi così quella
meravigliosa
montagna di soldi nella valigetta.
«dieci
milioni di sterline in contanti. Allora, questo piccolo
favore…»
tornò a dire Howard con un sorriso «riuscite a
farmelo o mi volete proprio
costringere a trattare in altro modo?»
«DIECI
MILIONI?!!!» esclamarono tutti quanti esclusi Emerald,
Howard, i
soldati e Flash. Emerald ormai era abituata all’idea che
nelle tasche di suo
padre una banconota da meno di cento sterline non finiva nemmeno per
sbaglio; sapeva
che aveva accumulato talmente tanti soldi che non sarebbero bastate
dieci vite
di sprechi -e con sprechi intendeva, ad esempio, cento milioni invece
di quei
dieci che aveva dato ai MacMad- per finirli tutti.
«eh…io
penso che a questo punto, insomma, si, si potrebbe fare no
papà?» farfugliò Ikimon.
«oh
si, si, assolutamente, in fondo si tratta di un vecchio
amico…»
disse Vance, ancora incredulo, gli occhi luccicanti di
avidità «e comunque, se
vuol proprio fare da secondo a Kid Muscle sempre di un Lancaster si
tratta,
resta tutto in famiglia, alla fine fa lo stesso,
no?…d’accordo Howard, nessun
problema, fa’come credi!»
«sapevo
che saresti stato ragionevole…»
“gentaglia
facilissima da corrompere. Tanto meglio per me”
pensò
Howard.
Terry, Wally,
El Niño e le ragazze -come tutti- oltre che disgustati
dall’avidità dei MacMad e profondamente inquieti
per quell’esercito carico di
armi non potevano fare a meno di chiedersi cosa ci fosse sotto.
Perché Lord
Flash era scappato in quel modo, urlando per di più, nemmeno
avesse visto il
demonio in persona? Tutti se l’erano quasi fatta sotto, vero,
ma non in quel
modo. E poi, perché il padre di Hammy sembrava avercela
proprio con lui? Va’ a
saperlo!
E a proposito
di Lord Flash, il terrore continuava a fare da padrone in
lui, e si chiedeva…”se vuole uccidermi
perché non lo fa adesso? Subito?”.
Arrivò poco dopo alla conclusione che se Howard non
l’aveva ancora fatto era
stato solo per prolungare ulteriormente la sua agonia. Doveva godere
come un
matto a vederlo così spaventato.
«quindi
direi che ora possiamo riprendere, giusto?»
«sicuro,
sicuro, riprendiamo pure!» disse Ikimon con un cenno della
mano, intento a cacciare l’altra nella valigetta piena di
soldi.
«very well»
commentò Lancaster «si ricomincia. Uomo contro
bestia, chi vincerà?»
Connors da
vicino ad Howard si spostò accanto ad Emerald.
«in
quasi tre anni che non ci vediamo ti sei fatta ancora più
bella di
quanto eri prima, miz Lancaster»
le disse, infilandole di straforo tra i capelli un fiore fresco che
aveva colto
apposta per l’occasione prima di entrare nello stadio.
Da notare il
curiosissimo fatto che Emerald a quel gesto arrivò perfino
ad arrossire leggermente. E che Michael Connors le dava del
“tu”, non del “lei”,
o del “voi” come invece dava a suo padre.
Evidentemente doveva essere stata
Hammy a volere così e ad Howard stava bene che, nel caso lei
lo avesse voluto,
i comandanti delle varie squadre di cui era composta la
“security” le dessero
del tu.
«grazie
Mikey. Ma quel “miz” proprio non sei
riuscito a togliertelo, mh?»
Lì
nello stadio solo lei, suo padre ed il soldato erano a conoscenza
del fatto che quest’ultimo rappresentasse per Hammy la
primissima cotta
infantile che si era trascinata per anni, anni ed anni. Ovviamente era
sfociato
tutto in un nulla di fatto -quando lei aveva trovato il coraggio di
dirglielo
Connors aveva dovuto tirarsi indietro non volendo guai col capo- ma
ciò non
toglieva che continuasse ad avere nei suoi confronti delle attenzioni
particolari, come quel fiore.
E Kevin a quel
punto, già nervoso per fatti suoi, non solo
iniziò ad
odiare profondamente quel cafone d’un americano -a giudicare
dall’accento
poteva essere solo quello- ma perse definitivamente la pazienza in
generale.
«ma
la vuole smettere?!» sbottò dunque
all’indirizzo di Mr. Lancaster.
Kid emise uno squittio spaventato, a molti si mozzò il fiato.
«di
fare cosa, ragazzo?»
Non che quel
piccolo exploit preoccupasse minimamente Howard. In fin
dei conti si potrebbe dire che quasi se lo aspettasse, aveva avuto modo
di
conoscere Kevin qualche mese prima, e già da allora aveva
capito che non era
uno che le mandava a dire. In un certo senso arrivava a rispettarlo per
il suo
coraggio. E l’insolenza…era giovane, irruento, e
anche in ansia. Si poteva
comprendere e perdonare.
Ma, si chiese,
Kevin sapeva cosa quella bestia aveva fatto ad Hammy? La
sua principessa?
Dopo quel
video…oh, dopo quello lui non ci aveva visto più.
Ed era per la
sua principessa che avrebbe fatto quel che avrebbe fatto
a Warsman, o Lord Flash come si faceva chiamare
ora…”Lord”, che ironia, una
bestia come lui col titolo di “Lord”! se mai per
lui andava meglio “lordo”.
Sudicio, schifoso animale.
«arriva
qui con un esercito, pretende di dettare le regole, definisce
il mio allenatore una bestia e mi chiede anche “di fare
cosa”?! Lui è un uomo
come me e come lei, non un animale!» disse Kevin con
convinzione.
“Kevin,
sta’zitto per l’amor del cielo!”
pensò Lord Flash, quasi
commosso da come lo stava difendendo ma anche spaventato che Howard
potesse
arrivare a fare del male anche a lui.
Però,
imprevedibilmente, l’uomo fece una risata che non aveva la
minima
traccia di allegria.
«Kevin
Mask, non fai che dire “io non voglio essere come mio
padre”,
eppure siete così simili…mi auguro solo che tu
sia un po’più ragionevole di lui
e che non tenterai di causarmi problemi in futuro».
Se lo augurava
davvero, Howard. Sapeva che sua figlia teneva molto a
quel ragazzo, e non voleva darle un dispiacere trovandosi costretto a
mettersi
contro di lui. Era chiaro che Kevin non l’avrebbe spuntata,
non avendo gli
stessi mezzi.
«altrimenti?»
Howard scosse
la testa, con un’altra risata identica a quella di prima.
«“altrimenti”, mi chiedi! Beh, a questo
punto credo di poterti dare la notizia
che tuo padre al momento è in custodia, assieme ad alcuni
degli uomini della
mia security ed un notaio. E ovviamente sta guardando il tuo incontro,
Kevin»
aggiunse «anche prima, in verità. Quando lo
abbiamo prelevato era proprio lì»
indicò una delle entrate in alto.
«c-cosa?!»
allibì Kevin, sentendo una morsa gelida stringergli lo
stomaco. Suo padre…nelle mani di Lancaster…
E anche Lord
Flash stava pensando la stessa cosa. Continuava
comprensibilmente a preoccuparsi più per sé
stesso, ma a quell’angoscia si era
aggiunta anche quella per la sorte del suo vecchio amico.
«niente
di che, non preoccuparti. Il tempo di una firmetta e tutto si
risolverà…pensare avrebbe potuto concludersi anni
or sono, evitando tanti
problemi a tutti quanti…incluso il mostro che difendi
tanto».
«i-io…»
avviò a dire il russo, cercando di farsi forza e provare a
difendersi un minimo.
«che
cavolo, un animale che parla!» rise Connors. Lo prendeva in
giro,
si comportava anche come se fosse stata la prima volta che lo vedeva,
ma lui
era tra quelli che undici anni prima l’avevano braccato.
Lancaster l’aveva
preso con sé solo da due anni, allora…ma quella
caccia era stata assolutamente
memorabile. Era specialmente da dopo quell’episodio che aveva
capito che aver
smesso di fare il mercenario ed accettare l’offerta di Mr.
Lancaster era stata
la scelta migliore.
Emerald in
tutto ciò non stava mettendo bocca, restando passiva,
proprio al contrario di come agiva di solito. Aveva ceduto le redini a
suo
padre e quell’americano, pensò Flash. E dire che,
ne era certo, l’avrebbero
ascoltata se avesse deciso di intervenire…ma evidentemente
non le era comodo
farlo…quando il gioco si faceva veramente duro
preferiva che fossero gli
altri a giocare e sporcarsi davvero le mani.
“di’
qualcosa!…una parola…una parola sola basterebbe,
Emerald, tu lo
sai!…”
Niente. Emerald
rimase in silenzio.
Flash rivolse
lo sguardo verso il basso.
«io
non sono un animale» mormorò «e non sono
nemmeno un mostro».
«appunto!
Diglielo!» tornò ad esclamare Kevin «lui
non è un mostro!»
Come poteva
esserlo? L’uomo che gli era stato vicino e l’aveva
consolato, che gli aveva parlato del proprio amore
infelice rivelandogli
la verità suprema: che per quanto male possa fare si
sopravvive, si sopravvive
sempre, che bisognava farsi forza. Che lui poteva farcela. Mostro? Lord
Flash?
No. Kevin era sempre più convinto che il vero mostro fosse
quello che in teoria
avrebbe dovuto -e qui ebbe un brivido- diventare suo suocero!
«devo
dissentire» stavolta la voce di Howard era fredda come il
ghiaccio «il video che quel bravo ragazzo russo, Turbinskii,
mi ha mostrato in
ospedale…quello in cui, bestia, ti si vede cercare di
strangolare
mia figlia…» scandì
lentamente ed alzando il tono in modo che
tutti potessero sentire bene «mettere le tue luride mani su
una ragazza nel
fiore degli anni con oltretutto l’intento di strapparla alla
vita, ti
classifica inequivocabilmente come il mostro che asserisci di non essere.
È
per questo che sono venuto qui. Che sono stato obbligato a fare
così, per porre
fine a questa faccenda una volta per sempre. Avrei potuto agire
diversamente,
avrei voluto…agire
diversamente…ma dopo quel che ho visto, non
capisco perché mai non dovrei volere la tua testa»
si rivolse al pubblico «chi
tra di voi è un padre, o una madre, pensi a come si
sentirebbe vedendo una cosa
del genere».
“Turbinskii
colpisce ancora” pensò Flash, certo una volta di
più che
tra…quando? Mezz’ora? Tre quarti d’ora?
Il tempo di finire l’incontro, e
avrebbe cessato di vivere.
Il pubblico
aveva iniziato a mormorare, in particolare coloro che
avevano dei figli. Se era vero quel che diceva Howard H.R.J. Lancaster,
beh…allora definire l’allenatore di Kevin Mask una
bestia, iniziavano a
pensare, non era poi così sbagliato. Immaginarono di
trovarsi nei panni di
Howard, e nei panni di Emerald. Iniziarono a credere che avesse
ragione.
Tentare di uccidere una ragazza non ancora ventenne strangolandola era
degno di
un mostro?
Si, si, eccome
se lo era.
I mormorii
perplessi divennero man mano sempre più rabbiosi, come gli
sguardi degli spettatori.
«quindi
Lord Flash aveva per davvero messo le mani addosso ad
Emerald…e
quelle erano davvero ecchimosi, come avevo detto io!»
allibì Roxanne.
«cosa,
ecchimosi? Quindi è vero!» esclamò uno
degli spettatori vicino a
lei «avete sentito che ha detto la ragazza qui? la giovane
Lancaster aveva i
segni del tentato omicidio sul collo!»
La notizia si
sparse in fretta tra il pubblico, e la tensione divenne sempre
più alta. Era facile manovrare le masse, terribilmente
facile. Quando era in
gruppo l’uomo sembrava dimezzare la propria
capacità di ragionamento…
«anche
Emerald ha fatto una cosa analoga, anche lei lo ha attaccato,
questo non conta niente?!» intervenne Kevin che ok, era
innamorato di lei, ma
quel che era giusto dire era giusto dire.
“…quello
ha quasi ucciso mia figlia e lui se ne esce con ‘ma anche lei
ha fatto questo, ma anche lei ha fatto quello’? santo cielo,
Hammy, con che
gente ti vai a confondere? E lei dovrebbe sposarlo?...per
carità, se mai
volesse fare una cosa del genere non le causerò di certo
problemi, ma è quasi
vergognoso che una gemma come la mia Emerald si vada a mettere con uno
del
genere! È una sottospecie di teppista che viveva per strada,
un mezzo
hippy…guada tu che capelli! E la piuma!...e per di
più è completamente cretino!”
pensò Howard, che comunque per amor di pace non avrebbe mai
detto tutto ciò ad
Emerald, a meno che lei non gli avesse espressamente chiesto di dirle
la sua sincera
opinione “l’amore è cieco,
c’è poco da fare”.
«che
avrebbe dovuto fare quella povera ragazza contro un mostro
simile?!» urlò una donna corpulenta dalle prime
file «ha fatto bene, si è
difesa!»
Howard sorrise
leggermente, gli occhi smeraldini luccicanti. «ben
detto, signora» guardò Emerald
«perché non mi hai detto la verità
quando ti ho
chiesto se ti aveva messo le mani addosso?» le chiese, non in
tono accusatore o
freddo, solo sinceramente preoccupato «avrebbe potuto farti
chissà cos’altro!
Ti avevo detto di stare attenta, Hammy…»
«se
te l’avessi detto tu cosa gli avresti fatto?»
«quel
che gli farò tra un po’. Non volevi che Kevin
perdesse il suo
trainer, vero? Lo hai fatto per lui. È per lui che hai
taciuto» Howard guardò
il ragazzo «mi auguro che meriti davvero così
tanto. Per adesso, sarò sincero,
non mi pare che sia così. Viene a sapere che sei stata quasi
uccisa e invece di
difendere te difende il tuo aggressore; questo fa riflettere».
«l’ho
detto perché è la verità! Emerald non
è una ragazzina indifesa e
lei lo sa benissimo. Non capisco con quale metro lei stia giudicando la
faccenda» ribatté Kevin.
Nonostante si
parlasse molto e si combattesse poco la faccenda era
talmente strana che nessuno degli spettatori si lagnava.
«non
uso un “metro”, Kevin Mask. Io so solo due cose: la
prima, mia
figlia non si tocca. La seconda: lui l’ha toccata. Non mi
interessa altro. Se
mai avrai dei figli e sarai un padre migliore di quanto Robin lo sia
stato per
te, forse riuscirai a capirmi».
«quindi
non va bene che Lord Flash abbia fatto…quel che ha
fatto…ma le
sta bene che lo faccia Emerald?»
«i
cani rabbiosi vengono abbattuti, giusto?»
«lui
non è un animale, maledizione, vuole capirlo si o no?!!»
quasi urlò Kevin. Howard guardò Emerald.
«ricordami
di avviare una conversazione con lui, se mai in futuro
avessi bisogno di perdere del tempo in maniera quasi
divertente» le disse.
«di’
Hammy, ma c’è o ci fa?» le chiese
l’americano «perché se ci fa, fa
meglio a smettere… e se
c’è…c’è quasi da
compatirlo. Che razza d’idiota, ma che
ci perdi tempo a fare?»
«com’è
che mi hai chiamato, bifolco d’un americano?!»
sbottò Kevin.
«oltre
che idiota anche sordo? Amplifon aiuta, stupid brat».
«mi
hai dato dello stupido moccioso?!»
«yeah
, brat, e sono stato gentile».
«io
ti…!!!»
«fermo
Kevin! Verresti squalificato se lo toccassi, lo sai!» lo
bloccò
Flash «per non parlare del fatto che è armato fino
ai denti!»
«non
servirà, se gli spacco tutte le ossa prima»
ringhiò Kevin. Col suo
sorriso sfrontato Connors circondò con un braccio le spalle
di Emerald, per poi
tirare fuori da sotto la giacca della divisa un thermos e due
bicchierini.
«caffè,
miz Lancaster?»
«giù
le mani da lei!» gli intimò Kevin, con
un’aria feroce da paura.
«ma
se lo faccio proprio perché so che ti dà
noia… stupid brat!»
rise l’americano.
«Kevin!
Non cedere alle provocazioni, lascia perdere tutto quanto ed
attacca Kid Muscle! L’incontro è ancora in
corso!» gli ordinò Flash.
Se doveva
proprio morire, voleva farlo dopo aver ripagato il proprio
debito. E dopo aver visto Kevin trionfare.
«…»
Senza dire una
parola e con fatica l’inglese si lanciò contro Kid
Muscle assestandogli un paio di colpi piuttosto duri. Emerald fece per
dire
qualcosa, ma Howard la tranquillizzò scuotendo leggermente
la testa.
«faccio
io Hammy. Oggi ti insegnerò come vincere un incontro con una
sola mossa. Tu bevi il caffè, mh?» la
guardò, osservò il suo vestito,
giudicò
che secondo lui si era fatto troppo freddo per farla rimanere con la
schiena
così scoperta «ti do la mia giacca, altrimenti
finirai per sentire freddo».
«non
preoccupatevi Mr. Lancaster, faccio io» disse subito Connors
togliendosi la giacca e posandola sulle spalle della ragazza
«ecco qua».
Troppo
servizievole? Probabile. Ma pur di rompere le scatole a Kevin, che
lo guardò come a dire “dopo ti ammazzo di
botte” ricevendo in cambio
un’occhiata quasi di sufficienza, qualunque cosa.
«ma
non c’era bisogno che-»
«tranquilla,
io sono un rude e resistente soldato americano, non sento
freddo. Tsk…» fece di nuovo un sorrisetto
«mi sa che abbiamo fatto bene a
lasciare miz McGreene in albergo, credo che a
quest’ora se la sarebbe
fatta addosso sette volte ».
«…chi?»
«la
traduttrice».
«ma
papà parla benissimo il giapponese»
commentò Hammy, perplessa sia
per quel che le stava raccontando Connors che perché Kid le
stava prendendo e
suo padre non diceva una parola. Che stava aspettando?...«che
tipo è la
ragazza?»
«sarebbe
carina, se si curasse un minimo».
«parlavo
del carattere».
«aaaah…è
una di quelle a cui mi piace dare sui nervi».
«quindi
dovrebbe essere simpatica».
«…l’incontro
finalmente riprende, e Kevin Mask ricomincia a pestare Kid
Muscle senza che Mr. Lancaster proferisca una sola parola! Ma cosa sta
aspettando? Che cos’ha in mente?» riprese a
commentare Mac Metafor.
«niente
di buono temo! Quegli uomini armati in tutto lo stadio la
dicono lunga! E c’è da chiedersi di che storia
parlasse, prima, e cosa
c’entrasse Robin Mask! Immagina quanta pressione ci sia su
Kevin in questo
momento: questo terrificante arrivo a sorpresa, l’idea del
padre preso in custodia,
la volontà di riscattare il nome della sua
famiglia!» enumerò Doc «non
dev’essere semplice. Per non parlare dell’idea di
essere allenato da…beh…tu
avresti mai pensato che Lord Flash potesse mettere le mani addosso a
quella
ragazza?»
«no,
mai. Ma quest’incontro è pieno di sorprese, alcune
pessime.
Pressione o no comunque pare che sia Kid Muscle a prenderle!»
«Howard
Lancaster ha parlato di vincere con una sola mossa, ma a me
sembra strano» osservò Roxanne «a parte
l’entrata da paura e…» si
guardò
attorno «…tutti quei
tizi…beh…dai, mi sembra assurdo. che sta
aspettando?»
«non
ne ho idea» disse El Niño «ma tutto
questo non mi piace affatto.
Soprattutto per quanto riguarda Lord Flash…»
«è
qui per dargli una lezione facendoli perdere, no?» disse
Wally,
ingenuo.
«guardati
intorno, guarda i fucili di quei soldati; tu pensi ancora che
Lancaster sia qui solo per “punirlo” facendo
perdere loro l’incontro?! Ma non
hai sentito cosa gli ha detto prima sul guardare la morte in faccia,
non l’hai
sentito il discorso che ha fatto riguardo al vendicare sua figlia, sul
“volere
la sua testa”? Tu credi ancora che parlasse metaforicamente?!
Ebbene no! Io
sono convinto che lui dicesse sul serio, e che assisteremo ad
un’esecuzione
pubblica!»
«ma
non può!» esclamò Terry.
«in
teoria no, in pratica tra una mazzetta di qua e una di là,
l’attenuante del padre che vuol vendicare la figlia quasi
strangolata, perfino
il pubblico a favore e tutto il resto probabilmente se la caverebbe con
nemmeno
tre mesi di domiciliari».
«mi
sa anche a me» commentò Wally «ma
dov’è la giustizia in tutto
questo?»
«infatti
non c’è, ma è così che vanno
le cose».
«pa’
ma…tipo…che aspetti?» gli chiese
Emerald sempre più perplessa.
Kevin era diventato ancora più brutale nel colpire il povero
Kid, che vedeva le
possibilità di vincere sgretolarsi pugno dopo pugno.
Insomma, dopotutto che Mr.
Lancaster gliel’aveva quasi fatta fare addosso avrebbe potuto
anche dargli
concretamente una mano!
«po-potrebbe
mica darmi una m-mano? Le sto prendendo sa…ARGH!»
strillò
Kid, quando l’ultimo colpo di Kevin lo fece crollare quasi a
terra.
«Kevin!
Non devi avere pietà! È il momento di usare la
tecnica più
segreta della famiglia Mask…usa l’assalto Olap!
Finiscilo!» lo incitò Flash.
Teneva ancor più di prima alla vittoria di Kevin, adesso.
Negli ultimi minuti
della propria vita, l’unica cosa che voleva era vedere il suo
pupillo indossare
la cintura del campione. Tanta era la smania da riuscire perfino a far
si che
il suo terrore diminuisse un po’.
Ma
perché Howard H.R.J. Lancaster non sembrava minimamente
preoccupato?
E anzi, pareva
quasi che gli venisse da ridere?
«Maelstrom
Power!!!» urlò
Kevin, iniziando a
risplendere del suo caratteristico bagliore dorato.
«della
serie che se va via la luce per il moccioso non ci sono
problemi…» commentò Connors.
Battuta
apprezzata dal suo capo.
«sto
già tentando disperatamente di evitare di mettermi a ridere,
non
ti ci mettere anche tu per favore, altrimenti avrò un
attacco di ilarità
incontrollabile che mi porterà a rotolarmi sul
pavimento».
«ad
essere sincero, Vi ci vorrei vedere».
Kevin , sempre
continuando a risplendere, saltò addosso a Kid Muscle,
schiena a schiena, gli afferrò le braccia…
«ASSALTO
OLAP!!!»
Pochi istanti
dopo tutti quanti poterono assistere ad un’esecuzione
perfetta di quella che molti definivano la tecnica più
letale della famiglia
Mask. Tanto perfetta che Flash era assolutamente euforico. Che
Lancaster lo
ammazzasse pure, adesso, sarebbe morto contento, pensò. Non
era un pensiero
molto lucido, ma era così terribilmente, completamente
felice che non gli
importava niente di niente. E pensò anche alla gioia che
doveva stare provando
Robin, in quel momento, nonostante fosse in custodia. L’onore
della famiglia
Mask stava per essere vendicato, Kevin era riuscito in
quell’incredibile impresa…era
esattamente quello che lui e Robin volevano. Ed era meraviglioso. Che
gioia
incontenibile!...
Aveva perfino
iniziato a piovere.
“che
piova pure. Non sarà un po’d’acqua a
lenire la gioia che sto
provando. Il mio debito con tuo padre sta per essere finalmente
saldato…lo
ripagherò di tutto quel che ha fatto per me. Lui mi ha
salvato da una vita da
criminale, mi ha addestrato facendo di me uno dei chojiin
più forti di sempre,
ma io l’ho deluso. King Muscle mi ha battuto
perché non sono mai riuscito a
padroneggiare la tecnica Olap. Ma tu oggi l’hai dominata
perfettamente…e il
cielo stesso piange lacrime di gioia per il tuo trionfo!”
«per
rispondere alla tua domanda, Hammy…io proprio questo
aspettavo».
Ok, forse un
po’di pioggia non poteva lenire la sua gioia, ma Howard
Lancaster si.
«che…che
significa?»
«non
mi è parso di averti interpellato, filthy beast. Che
stavo dicendo? Ah, si. Io, Hammy, aspettavo esattamente questo
momento» disse
l’uomo con estrema tranquillità «tu
naturalmente ricordi il modo in cui ho
sempre chiamato questa mossa quando te ne ho parlato».
«e
beh. Ho la memoria eidetica».
«potresti
gentilmente dire a quell’animale, al tuo amico mascherato e a
tutti i presenti tale definizione?»
«non
mi interessa come la chiama lei!» ringhiò Kevin
tirando le braccia
di Kid «è la mossa finale! Quella che mi
regalerà la vittoria! Non c’è modo di
spezzarla, vero Lord Flash?»
«confermo».
«
siete sicuri? Come on, Hammy.
Di’ loro come io chiamo l’Assalto Olap».
La ragazza si
strinse nella giacca di Connors, senza sapere nemmeno lei
cosa aspettarsi. «tu…me ne hai sempre parlato come
“la mossa stupida”. Ma io
non ho mai capito il motivo, per quanto ne so Kevin ha ragione quando
dice che
non c’è modo di spezzarla» disse la
ragazza.
«perché
infatti non c’è!» esclamò
Flash «è una mossa perfetta!»
«mh.
Se lo dice la bestia ci crediamo tutti no? Kid Muscle, tu pur
avendo Kevin sopra ad avndo le braccia bloccate riesci a fare
così, vero?»
Lancaster sollevò prima un piede poi un altro, cominciando
ad oscillare a destra
e sinistra «i muscoli di voi Kinniku sono così
potenti da permettervi di fare
praticamente…di tutto. Ho sempre trovato tutto
ciò quantomeno affascinante».
Kid Muscle
sollevò prima un piede, l’altro. «ma io
non capisco perché
devo…»
«considerando
a cos’è che ti ha portato il farti troppe domande
direi
che sia bene che tu obbedisca e basta…ecco, bravo. Oscilla,
Kid Muscle. Aumenta
il ritmo».
Sinistra…destra…sinistra…destra…sempre
più veloce.
«muoverti
come uno stupido metronomo non ti aiuterà, Kid
Muscle!»
sibilò Kevin.
«non
riesco a comprendere la mossa di Lancaster…»
mormorò Roxanne.
«più
forte, Kid Muscle. Più veloce!»
Il kinniku
obbedì, pur non riuscendo ancora a comprendere. Adesso
oscillava tanto forte da rendere confusa alla vista la propria figura e
quella
dell’avversario, ed era arrivato quasi a toccare terra!
«sinistra…destra…sinistra…sbattiti
a terra a destra, adesso!»
gli ordinò Howard.
Kid
eseguì, facendo dare a sé stesso e a Kevin un
colpo contro il
tappeto tanto forte da indebolire la presa dell’inglese su di
lui.
«afferragli
i polsi!»
Kid Muscle
eseguì nuovamente.
«usa
il tuo braccio destro, e di conseguenza il suo sinistro come
puntello…»
Per la seconda
volta in quel match Lord Flash aveva l’aria sconvolta.
Osservava tutto quanto pietrificato dalla sorpresa, e
dall’orrore…non poteva
essere, no, non era possibile…la mossa perfetta, la mossa
suprema, il segreto
dei segreti, la tecnica più letale della famiglia
Mask…
«e
ora datti una bella spinta verso destra, Kid…per ribaltare
le vostre
posizioni».
Kid
obbedì
ancora. Tutti quanti osservavano la scena, senza parole e con gli occhi
sgranati.
«perfetto.
E adesso fa’ quel che ti stava facendo lui,
ossia…tira le sue braccia verso di
te per tutto il tempo che ti pare. O meglio, finché non
gliele spezzi. O lussi,
credo che mia figlia desideri che a Kevin Mask sia fatto solo il male
necessario per permetterti di vincere, giusto?».
…ribaltata.
Ribaltata
in un modo così cretino.
«L-Lord
Flash a-avevi detto…tu avevi detto…!»
anche Kevin era assolutamente sconvolto,
e guardava il suo trainer per dirgli “ma come? Tutta la
fatica che ho fatto per
padroneggiarla, tutti gli allenamenti, tutte le tue rassicurazioni sul
fatto
che avrebbe funzionato, tutti i tuoi discorsi sull’importanza
vitale e la
potenza di questa tecnica…hanno portato a
questo?!”.
«in
futuro,
ragazzo, tieni a mente che l’unico animale parlante che valga
la pena ascoltare
è il grillo di Pinocchio».
Anche
Emerald era allibita, come tutti quanti a parte suo padre e Connors
che…come si
faceva a far allibire Connors? Mi sa che non era possibile.
“tutto
il
lavoro che Kevin ha fatto è stato inutile!”
pensò “è assurdo, io non credevo
che…non pensavo…adesso ho capito
perché papà l’ha sempre chiamata
‘la mossa
stupida’, ma non sarei mai arrivata a pensare che lui fosse
riuscito ad
escogitare qualcosa del genere.
Cavolo…Kevin…”
Immaginò
quanta delusione e quanto shock dovessero stare provando il suo amore
ed il suo
arcinemico.
Probabilmente
era qualcosa di terrificante.
«no-non
è…non è possibile…non
è vero…non posso crederci…la Tecnica
Olap è perfetta!!!
Perfetta! Imbattibile!» Flash batté i pugni contro
il tappeto, visibilmente
disperato adesso «è IMPOSSIBILE!»
«…a…des…so
hai capito cos’era che voleva fare Howard H.R.J. Lancaster,
Doc?» farfugliò Mac
«i giudici stessi, come tutti gli spettatori, sono ancora
increduli».
«lo
credo
bene. Mr. Lancaster ha infranto in pochi momenti secoli e secoli di
tempo
durante i quali l’Olap è stata messa a
punto».
«non
ho
ancora dato un nome a questa contromossa, ma credo che la
battezzerò “Princess’
Revenge”. In tuo onore, bambina mia. E tira quelle braccia,
tu!»
«s-sissignore»
balbettò Kid Muscle trovandosi ad obbedirgli ancora,
eseguendo un attacco mai provato
prima e di una violenza che senza absinthe non gli era congeniale. Ma
se ad
Emerald riusciva ad opporsi, lo stesso discorso non valeva con Howard.
E poi
dopo aver visto fallire tutte le sue mosse, che altro avrebbe dovuto
fare se
non affidarsi completamente all’unico che sembrava sapere
davvero come farlo
vincere?
Il
cellulare di Howard iniziò a squillare. «che
succede?»
– abbiamo beccato questi tre che cercavano di
entrare nello stadio, signore.
Era una
videochiamata, e ad Howard venne mostrata l’immagine di Meat,
Dik Dik e
Checkmate. L’uomo sollevò un sopracciglio per poi
mostrate l’immagine ad
Emerald.
«il
piccoletto bendato è tuo amico, se non erro».
«si…»
«potrebbe
dare problemi?»
«in
questa
situazione non credo».
«gli
altri
due?»
«idem».
«lasciate
che entrino» ordinò Lancaster prima di chiudere la
chiamata. E fu in quel
momento che si sentì lo schiocco delle braccia di Kevin che
venivano lussate
«…mh. Perfetto. Lascialo cadere giù Kid
Muscle, e…ottima esecuzione. Non mi hai
deluso» guardò i MacMad «suonate il
gong, lo scontro è finito».
L’arbitro
iniziò il conteggio, per puro e semplice scrupolo.
Kid
lasciò
andare Kevin, che cadde a terra, le braccia ormai del tutto inservibili.
«uno!»
Ma non
erano quelle a fare più male.
«due!»
A fare male
era l’idea di essere stato sconfitto con la sua stessa mossa.
Una mossa che
doveva essere invincibile.
«tre!»
A fare male
era l’espressione del suo allenatore, sconvolto, spaventato,
mortalmente deluso
più da sé stesso che da lui-Kevin-, quella di
qualcuno a cui è crollato tutto
addosso.
«quattro!»
A fare male
era anche l’espressione di Emerald. Nemmeno lei si aspettava
che potesse
succedere qualcosa del genere. Non sapeva niente di quella contromossa
o, Kevin
ne era certo, gliene avrebbe parlato.
«cinque!»
Un altro
pensiero doloroso andò a suo padre, Robin Mask. Lo aveva
deluso ancora, Kevin
ne era certo. Lui lo stava guardando, lui era venuto a vederlo, e Kevin
lo
aveva deluso.
«sei!»
Solo quello
sapeva fare, a quanto pare. Deludere gli altri, e cadere in basso,
sempre più
in basso, proprio come la voce di suo padre gli aveva detto nella sauna.
«sette!»
«uno
scontro di mocciosi, mh?» Connors mise di nuovo il braccio
attorno alle spalle
di Emerald, anche se lei non lo guardava nemmeno e fissava Kevin
«in cui il
moccioso più debole ha perso».
Anche Emerald
lo considerava troppo debole, ora?
Lo avrebbe
più visto come lo vedeva prima, oppure no? Avrebbe iniziato
a sua volta a
vederlo come un debole moccioso?
Avrebbe voluto
rispondere a tono a quello stramaledetto tizio ed urlargli che lui era
un uomo, non un moccioso. Ma non
ne aveva
la forza, come non ne aveva per rialzarsi.
«otto!»
Era finita,
aveva perso, aveva perso tutto.
«nove…»
Aveva perso
l’incontro, la possibilità di riallacciare i
rapporti con suo padre, la
possibilità di vendicare il nome dei Mask…e
quella di dedicare la propria
vittoria ad Emerald…aveva perso anche lei?
Si
sforzò
quantomeno di arrivare vicino alle corde per tentare di chiederglielo,
strisciando faticosamente considerando che le sue braccia non andavano.
«E-Em-erald
ho per…so…»
La ragazza
corse verso il ring, la giacca dell’americano le cadde dalle
spalle, ma non le
importava assolutamente niente, e con la propria mano
afferrò quella di Kevin.
«…dieci».
Il gong
suonò. L’incontro era finito, e con una sola mossa
di Howard, proprio come
aveva detto.
«mi
dispiace…l’Olap…non…non
potevo immaginare…» strinse la sua mano, ne
poggiò il
dorso sulla propria fronte, poi contro le proprie labbra «mi
dispiace».
Vederlo perdere
era stato ancora peggio di quanto avesse immaginato. Emerald
capì che lei, in
realtà, non aveva mai pensato che insieme a Kid avrebbe
vinto davvero. Kevin si
era impegnato così tanto, aveva faticato così
tanto che vederlo vincere sarebbe
stato…naturale. Giusto. E invece non era andata
così.
«non
è
colpa di Kevin, Emerald. E nemmeno nostra, tutto sommato»
disse Howard «la
colpa è di chi si è scioccamente affidato ad una
mossa che riteneva perfetta
solo perché gli avevano detto che
era
tale. Invece di sincerarsi che lo fosse davvero ha preso per buono quel
che
aveva sentito dal suo caro amico Robin Mask…a
proposito…» tirò di nuovo fuori
il cellulare, e chiamò i soldati che avevano preso in
custodia il suo ex amico
«ha firmato per l’annullamento del patto?»
– un minuto fa, signore.
«ottimo.
Vedere
annullata la sua mossa più letale deve averlo sconvolto.
Direi che ci siamo,
principessa» quello che rivolse alla figlia era un sorriso
caldo, e pure
sincero «la mia firma c’è, quella di
Robin c’è…mancherebbe quella di
Warsman,
il testimone» col bastone indicò Flash
«ovvero l-»
«KIIIIIIIIIIIIIIIIID!!!»
urlò Meat entrando nello stadio in braccio a Checkmate.
«rumoroso
il piccoletto» commentò Connors raccogliendo la
giacca.
«sei
arrivato un po’tardi ah…Meat, vero?»
Lancaster fece mente locale. Si, l’allenatore
di Kid, e precedentemente di King Muscle, si chiamava proprio in quel
modo «il
tuo pupillo ha già vinto. Puoi ancora congratularti con lui,
comunque».
«c-che
cosa…?»
allibì Meat «lui ha…»
«si,
ha
vinto. Ad ogni modo, stavo dicendo, manca la firma di Warsman, ovvero
LUI»
indicò Flash.
«che
cosa…?!!»
allibirono gli amici di Kid.
«cosa…Warsman?!»
si stupì il kinniku «Lord Flash in
realtà…è un super cattivo?!»
“Warsman…allora
era lui, avevo ragione” pensarono sia Kevin che Emerald.
Kevin tentò
disperatamente di voltarsi, mettersi almeno a sedere per poter vedere
cosa
sarebbe successo…
«ti
aiuto. Se…vuoi»
aggiunse Emerald, che era passata sotto le corde ed era salita sul ring.
«non
penso
che tu possa aiutarlo a tirarsi su, Emerald» anche Howard
salì sul ring con una
mossa elegante «faccio i-»
«n-non
voglio aiuti da lei» sibilò Kevin
«preferisco strisciare come un verme».
Howard fece
spallucce. «fai come credi, ragazzo».
«e
comunque
ce la faccio, papà…da me ti fai
aiutare?» la ragazza gli passò un braccio
attorno alla vita. Si, si sarebbe fatto aiutare, da lei.
«ho
perso
tutto…Hammy…»
La ragazza
riuscì a farlo quantomeno sedere, trascinandolo contro il
tendicorde così che
avesse qualcosa a sostenergli in maniera decente la schiena.
«hai
visto…lui
è Warsman…tu lo avevi capito?»
«si»
confermò lei, gli occhi fissi su suo padre, che stava
continuando il discorso.
«ad
ogni
modo…lui è solo un testimone. Non una delle parti
in causa. Necessario, ma fino
ad un certo punto» riprese Howard «inizialmente
avrei preferito fare le cose in
maniera più…tranquilla. Sali sul ring, Warsman. E
non provare a fare scherzi,
ricorda che hai molti fucili ad altissima precisione puntati addosso.
Potresti morire
prima del previsto».
Senza avere
il coraggio di guardare in faccia nessuno Flash salì sul
ring.
«che…che
vuole fargli?» Kevin era sempre più inquieto
«Emerald, che ha in mente tuo
padre? Non vorrà davvero…!»
«n-non
credo, non…so…» farfugliò
lei, mentre iniziava a temere che invece sarebbe
successo esattamente quel che aveva pensato Kevin.
«…dicevo,
avevo pensato di agire diversamente. Ma come già spiegato
precedentemente, tu
hai messo le mani addosso alla mia bambina. Posso tollerare che tu sia
un mezzo
robot, posso tollerare che tu sia una bestia…»
Meat era
travolto dall’orrore, avendo capito come parecchi altri cosa
stava per
succedere. «NO! Qualcuno lo-»
«e
dai, non
costringere il capo a cacciarti dallo stadio, zitto e goditi
l’atto finale: l’uccisione
del mostro» gli disse Connors «si può
dire che era ora, no?»
«…ma
non
che tu abbia toccato Emerald. A lei non va fatto del male, da nessuno.
Tantomeno
da una bestia come te» da sotto la giacca tirò
fuori una pistola «quindi ne
pagherai il prezzo, com’è giusto che
sia».
«NO!!!
NON
FARLO!!!» stavolta fu Kevin ad urlare. Non poteva sostenere
l’idea del suo
allenatore ed amico ucciso davanti ai suoi occhi
«NO!!!»
«…quindi
ti
invito ad inginocchiarti, e a lasciare che le cose vadano come devono
andare».
Nessuno che
intervenisse. Nessuno che fermasse Howard.
Era finita.
Stava per
morire.
Stava per
ucciderlo, per completare il lavoro iniziato tanti, troppi anni prima.
Lui aveva
fallito, fallito in tutto, e ne stava pagando il prezzo.
Ma…
Sollevò
gli
occhi, guardò in faccia il nemico.
«se
devo
morire lo farò da uomo quale sono, anche se in molti
ritengono il contrario. Posso dire di aver raggiunto comunque i miei
obiettivi
facendo di Kevin un wrestler anche più grande di quanto
fosse suo padre, e di
lui sono fiero; uccidimi pure, se ci tieni tanto» si
slacciò perfino la giacca
blu «così che tutti vedano chi è davvero il
mostro, qui. Emerald…a questo punto la concludiamo
dall’altra parte. E vedi di
piantarla con quelle dannate sigarette» aggiunse guardandola
«più tardi ti
troverò davanti meno tempo dovrò
sopportarti».
Mentre lo
guardava con gli occhi sgranati dalla sorpresa, il russo rivide in lei
la
bambina che aveva inseguito il grillo. Quella la cui innocenza non era
ancora
stata corrotta dal mondo.
Kevin
continuava ad urlare…ma la sua voce gli arrivava confusa ed
ovattata.
Voleva morire
da uomo, e voleva morire con l’ultima immagine di innocenza
davanti agli occhi.
Era chiedere troppo? No, tutto sommato pensava di no.
Chiuse gli
occhi.
«non ucciderlo!!!non ucciderlo, no, non lui
ti prego, non lui!!!» stava urlando Kevin, del
tutto inascoltato dall’uomo.
Emerald lo
guardò. E guardò anche Flash.
«facciamo
finire questa storia…» disse Howard.
E
sparò.
Lord Flash
aveva continuato a tenere gli occhi chiusi, sentì il rumore
della pistola…era
tutto così…rallentato, in un certo
senso…
Quella strana
piega rallentata del tempo venne bruscamente interrotta quando il russo
fu
colpito da qualcosa tanto violentemente che cadde a terra, riaprendo
bruscamente gli occhi.
Non…non
era
morto…il proiettile non lo aveva raggiunto…
La pistola
cadde dalle mani di Howard, che aveva il viso stravolto dalla sorpresa
e dall’orrore,
come quelli di tutti. «n-no...»
Emerald
cadde a terra, all’indietro. Il proiettile aveva attraversato
il suo corpo,
cadendo comunque poco lontano.
Fu Howard
il primo ad urlare, precipitandosi su di lei, incurante del sangue che
gli
stava sporcando il completo, incurante di…tutto.
«Emerald…mio
Dio…Emerald…!»
Lei
sibilò
di dolore. «è-è o-ok pa’
n-non è il c-cuore è s-s…solo la
s-spalla…»
Vero. Non
l’aveva
colpita al cuore, ma sarebbero bastati pochi, pochissimi centimetri
per…
«ma
perché l’hai
fatto, perché?!!
Connors!»
«elicottero,
elicottero, presto!» gridò il soldato
all’interno di uno walkie-talkie facendo
cenno ai soldati che erano alle entrate in basso dello stadio di
prendere in
custodia anche Flash. Non che quest’ultimo sarebbe andato da
nessuna parte,
resosi conto di quel che era capitato.
“…Emerald…”
I soldati
lo ammanettarono e lo portarono rapidamente via.
«K-Kevin
tiene a lui, avrebbe…sofferto…troppo»
si sforzò di dire Emerald «e…n-non
volevo
che tu diventassi u-un assassino…solo per colpa mia,
p-perdonatemi…tutti, vi
prego, e…lascia che Flash…viva
libero…dopo» disse un attimo prima di svenire
per il dolore e la perdita di sangue, in concomitanza con
l’arrivo dell’elicottero
nel quale Howard salì con lei in braccio.
Così
com’era
venuto, anche il resto della “security”
sparì.
Howard
sparito, Emerald sparita, Flash sparito, e tutto prima che chiunque
riuscisse a
trovare la presenza di spirito di fare qualsiasi cosa.
“ma
perché l’hai
fatto, perché?!!”.
“K-Kevin
tiene a lui, avrebbe…sofferto…troppo”.
Il
più
sconvolto di tutti era proprio Kevin Mask, che solo in quel momento
capì cosa
significava davvero “perdere tutto in un attimo”.
Non riusciva
ancora a credere a tutto quel che era successo, come tutti.
E se anche
Kid aveva vinto…nessuno aveva alcuna voglia di festeggiare.
Proprio nessuno.