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Autore: _Cthylla_    09/02/2014    3 recensioni
[ COMPLETA ]
Occhi di smeraldo, capelli d'ebano e...faccia di bronzo. Riassumibile in due parole: Emerald Lancaster. E questo Kevin Mask lo sa bene.
Dal capitolo3.2:
"«io sono riuscita a convincere mio padre a lasciarmi percorrere la strada che desidero, ed anche a farmi aiutare, diventando tutt’altro da quel che lui avrebbe voluto e continuando comunque ad andare d’amore e d’accordo con lui; tu invece detesti ancora Robin Mask, ma hai finito per diventare, guarda caso, un wrestler della League» osò perfino sorridergli ironicamente «non sei uscito molto dal tracciato».
E poco le importava che l’aria di Kevin stesse diventando pericolosa, Emerald non cedette di un punto.
«né tu né nessun altro avete il diritto di giudicarmi. Chiaro?»
«cristallino. E ribatto col tuo stesso concetto, Kevin Mask; dare giudizi a qualcuno espone al rischio di essere giudicati, anche in modi che possono non piacere. Tienilo a mente, quando parli con me» gli disse lei «perché io non temo di dire le cose in faccia alle persone, anche quando sono due volte più alte e tre volte più pesanti»."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Warsman/Lord Flash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi di smeraldo'
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«m-ma che diamine…» iniziò a balbettare Vance.

«Lancaster! Che sta succedendo?! Che accidenti vuoi fare?!»

Il primo a riprendersi sul serio era stato Buffaloman, come tutti stupito di vedere il suo ex collega dopo tutti quegli anni. Non perché fosse lì in sé per sé, ma…il buio, la musica, i soldati armati fino ai denti, l’evidente minaccia verso l’allenatore di Kevin Mask, il completo! Che accidenti stava capitando?!

«Buffaloman, mio vecchio amico, è questo il modo di salutare un ex collega dopo tanti anni?» replicò Howard tranquillo continuando ad osservare Lord Flash che, a sua volta, adesso stava proprio fissando costantemente Emerald chiedendogli silenziosamente e disperatamente aiuto «e tu…se continui a pretendere di imitare un uomo fallo come si deve e guarda la morte in faccia, invece di guardare una persona sulla quale uno come te non avrebbe il diritto di posare gli occhi neanche per un attimo».

“Emerald…aiutami! Lui mi ucciderà! Non è una recita, non è uno scherzo, lui vuole farmi fuori, aiutami! Apri gli occhi, cerca di capire chi è davvero tuo padre, fermalo! Aiutami…” pensò il russo, appena prima di trovarsi a dover per forza distogliere lo sguardo. Ma il messaggio, ad Emerald, era arrivato forte e chiaro. L’atavica paura del suo arcinemico, l’espressione sul volto di suo padre…una gran parte di lei continuava a ripetersi che era tutta una tattica, che lo stava facendo solo per vincere e anche per chiudere la brutta storia in cui erano coinvolti, ma l’altra parte invece le stava dicendo che le cose sarebbero andate in modo ben diverso. Non aveva mai visto Lord Flash in quel modo, sembrava pronto a farsela sotto…

«si può sapere cos’hai in mente? Piombare qui con tutti quegli uomini armati…Howard, accidenti…ma che ti prende?» gli chiese Ramenman.

«lo capirai tra poco, non ti preoccupare. Per ora inizierò col subentrare a mia figlia nel ruolo di secondo di Kid Muscle…»

«che cosa?! Ma non…non si può! Diteglielo che non si può!» esclamò Ikimon, che si fece piccolo piccolo nel momento in cui lo sguardo di Lancaster si posò su di lui.

«immagino che si possa fare un’eccezione dato che questo Torneo non è nuovo ad esse…e non vorrei trovarmi a dovervi ricordare che attualmente ho il completo controllo di questo stadio e di tutto quel che c’è all’interno. Specificando che non ho intenzione di fare del male a nessuno…beh, quasi…» aggiunse, dando una breve occhiata a Flash «ho un piccolo scambio da proporvi. Connors, mostra a Mr. MacMad e famiglia cosa sono disposto a dare loro in cambio di questo piccolo favore».

Faccia da schiaffi come non mai, l’americano camminò lungo il passaggio con una valigetta piuttosto grande in mano, che lanciò a Vance una volta arrivato a due metri da lui. «non ci stia a pensare troppo Mr., è un consiglio. Miz MacMad» fece una specie di minuscolo inchino, seguito da uno sfacciatissimo occhiolino «vista dal vivo è proprio la gran sventola rossa che sembrava, congratulazioni».

«hmpf» sbuffò Jacqueline, nonostante in realtà il complimento spudorato dell’americano le avesse fatto piacere, specialmente perché il tipo in questione, con quell’aria da pestifero ragazzo invecchiato, era tra i più carini che le fossero mai capitati sotto gli occhi. Dopo il complimento, comunque, Connors affiancò immediatamente il proprio capo mentre Vance apriva la valigetta e gli cadeva la mascella.

«m-m-ma m… ma quanti sono?!» balbettò. Anche ad Ikimon la mascella era caduta fino a terra, ed osservava con due occhi così quella meravigliosa montagna di soldi nella valigetta.

«dieci milioni di sterline in contanti. Allora, questo piccolo favore…» tornò a dire Howard con un sorriso «riuscite a farmelo o mi volete proprio costringere a trattare in altro modo?»

«DIECI MILIONI?!!!» esclamarono tutti quanti esclusi Emerald, Howard, i soldati e Flash. Emerald ormai era abituata all’idea che nelle tasche di suo padre una banconota da meno di cento sterline non finiva nemmeno per sbaglio; sapeva che aveva accumulato talmente tanti soldi che non sarebbero bastate dieci vite di sprechi -e con sprechi intendeva, ad esempio, cento milioni invece di quei dieci che aveva dato ai MacMad- per finirli tutti.

«eh…io penso che a questo punto, insomma, si, si potrebbe fare no papà?» farfugliò Ikimon.

«oh si, si, assolutamente, in fondo si tratta di un vecchio amico…» disse Vance, ancora incredulo, gli occhi luccicanti di avidità «e comunque, se vuol proprio fare da secondo a Kid Muscle sempre di un Lancaster si tratta, resta tutto in famiglia, alla fine fa lo stesso, no?…d’accordo Howard, nessun problema, fa’come credi!»

«sapevo che saresti stato ragionevole…»

“gentaglia facilissima da corrompere. Tanto meglio per me” pensò Howard.

Terry, Wally, El Niño e le ragazze -come tutti- oltre che disgustati dall’avidità dei MacMad e profondamente inquieti per quell’esercito carico di armi non potevano fare a meno di chiedersi cosa ci fosse sotto. Perché Lord Flash era scappato in quel modo, urlando per di più, nemmeno avesse visto il demonio in persona? Tutti se l’erano quasi fatta sotto, vero, ma non in quel modo. E poi, perché il padre di Hammy sembrava avercela proprio con lui? Va’ a saperlo!

E a proposito di Lord Flash, il terrore continuava a fare da padrone in lui, e si chiedeva…”se vuole uccidermi perché non lo fa adesso? Subito?”. Arrivò poco dopo alla conclusione che se Howard non l’aveva ancora fatto era stato solo per prolungare ulteriormente la sua agonia. Doveva godere come un matto a vederlo così spaventato.

«quindi direi che ora possiamo riprendere, giusto?»

«sicuro, sicuro, riprendiamo pure!» disse Ikimon con un cenno della mano, intento a cacciare l’altra nella valigetta piena di soldi.

«very well» commentò Lancaster «si ricomincia. Uomo contro bestia, chi vincerà?»

Connors da vicino ad Howard si spostò accanto ad Emerald.

«in quasi tre anni che non ci vediamo ti sei fatta ancora più bella di quanto eri prima, miz Lancaster» le disse, infilandole di straforo tra i capelli un fiore fresco che aveva colto apposta per l’occasione prima di entrare nello stadio.

Da notare il curiosissimo fatto che Emerald a quel gesto arrivò perfino ad arrossire leggermente. E che Michael Connors le dava del “tu”, non del “lei”, o del “voi” come invece dava a suo padre. Evidentemente doveva essere stata Hammy a volere così e ad Howard stava bene che, nel caso lei lo avesse voluto, i comandanti delle varie squadre di cui era composta la “security” le dessero del tu.

«grazie Mikey. Ma quel “miz”  proprio non sei riuscito a togliertelo, mh?»

Lì nello stadio solo lei, suo padre ed il soldato erano a conoscenza del fatto che quest’ultimo rappresentasse per Hammy la primissima cotta infantile che si era trascinata per anni, anni ed anni. Ovviamente era sfociato tutto in un nulla di fatto -quando lei aveva trovato il coraggio di dirglielo Connors aveva dovuto tirarsi indietro non volendo guai col capo- ma ciò non toglieva che continuasse ad avere nei suoi confronti delle attenzioni particolari, come quel fiore.

E Kevin a quel punto, già nervoso per fatti suoi, non solo iniziò ad odiare profondamente quel cafone d’un americano -a giudicare dall’accento poteva essere solo quello- ma perse definitivamente la pazienza in generale.

«ma la vuole smettere?!» sbottò dunque all’indirizzo di Mr. Lancaster. Kid emise uno squittio spaventato, a molti si mozzò il fiato.

«di fare cosa, ragazzo?»

Non che quel piccolo exploit preoccupasse minimamente Howard. In fin dei conti si potrebbe dire che quasi se lo aspettasse, aveva avuto modo di conoscere Kevin qualche mese prima, e già da allora aveva capito che non era uno che le mandava a dire. In un certo senso arrivava a rispettarlo per il suo coraggio. E l’insolenza…era giovane, irruento, e anche in ansia. Si poteva comprendere e perdonare.

Ma, si chiese, Kevin sapeva cosa quella bestia aveva fatto ad Hammy? La sua principessa?

Dopo quel video…oh, dopo quello lui non ci aveva visto più.

Ed era per la sua principessa che avrebbe fatto quel che avrebbe fatto a Warsman, o Lord Flash come si faceva chiamare ora…”Lord”, che ironia, una bestia come lui col titolo di “Lord”! se mai per lui andava meglio “lordo”. Sudicio, schifoso animale.

«arriva qui con un esercito, pretende di dettare le regole, definisce il mio allenatore una bestia e mi chiede anche “di fare cosa”?! Lui è un uomo come me e come lei, non un animale!» disse Kevin con convinzione.

“Kevin, sta’zitto per l’amor del cielo!” pensò Lord Flash, quasi commosso da come lo stava difendendo ma anche spaventato che Howard potesse arrivare a fare del male anche a lui.

Però, imprevedibilmente, l’uomo fece una risata che non aveva la minima traccia di allegria.

«Kevin Mask, non fai che dire “io non voglio essere come mio padre”, eppure siete così simili…mi auguro solo che tu sia un po’più ragionevole di lui e che non tenterai di causarmi problemi in futuro».

Se lo augurava davvero, Howard. Sapeva che sua figlia teneva molto a quel ragazzo, e non voleva darle un dispiacere trovandosi costretto a mettersi contro di lui. Era chiaro che Kevin non l’avrebbe spuntata, non avendo gli stessi mezzi.

«altrimenti?»

Howard scosse la testa, con un’altra risata identica a quella di prima. «“altrimenti”, mi chiedi! Beh, a questo punto credo di poterti dare la notizia che tuo padre al momento è in custodia, assieme ad alcuni degli uomini della mia security ed un notaio. E ovviamente sta guardando il tuo incontro, Kevin» aggiunse «anche prima, in verità. Quando lo abbiamo prelevato era proprio lì» indicò una delle entrate in alto.

«c-cosa?!» allibì Kevin, sentendo una morsa gelida stringergli lo stomaco. Suo padre…nelle mani di Lancaster…

E anche Lord Flash stava pensando la stessa cosa. Continuava comprensibilmente a preoccuparsi più per sé stesso, ma a quell’angoscia si era aggiunta anche quella per la sorte del suo vecchio amico.

«niente di che, non preoccuparti. Il tempo di una firmetta e tutto si risolverà…pensare avrebbe potuto concludersi anni or sono, evitando tanti problemi a tutti quanti…incluso il mostro che difendi tanto».

«i-io…» avviò a dire il russo, cercando di farsi forza e provare a difendersi un minimo.

«che cavolo, un animale che parla!» rise Connors. Lo prendeva in giro, si comportava anche come se fosse stata la prima volta che lo vedeva, ma lui era tra quelli che undici anni prima l’avevano braccato. Lancaster l’aveva preso con sé solo da due anni, allora…ma quella caccia era stata assolutamente memorabile. Era specialmente da dopo quell’episodio che aveva capito che aver smesso di fare il mercenario ed accettare l’offerta di Mr. Lancaster era stata la scelta migliore.

Emerald in tutto ciò non stava mettendo bocca, restando passiva, proprio al contrario di come agiva di solito. Aveva ceduto le redini a suo padre e quell’americano, pensò Flash. E dire che, ne era certo, l’avrebbero ascoltata se avesse deciso di intervenire…ma evidentemente non le era comodo farlo…quando il gioco si faceva veramente duro preferiva che fossero gli altri a giocare e sporcarsi davvero le mani.

“di’ qualcosa!…una parola…una parola sola basterebbe, Emerald, tu lo sai!…” 

Niente. Emerald rimase in silenzio.

Flash rivolse lo sguardo verso il basso.

«io non sono un animale» mormorò «e non sono nemmeno un mostro».

«appunto! Diglielo!» tornò ad esclamare Kevin «lui non è un mostro!»

Come poteva esserlo? L’uomo che gli era stato vicino e l’aveva consolato, che gli aveva parlato del proprio amore infelice rivelandogli la verità suprema: che per quanto male possa fare si sopravvive, si sopravvive sempre, che bisognava farsi forza. Che lui poteva farcela. Mostro? Lord Flash? No. Kevin era sempre più convinto che il vero mostro fosse quello che in teoria avrebbe dovuto -e qui ebbe un brivido- diventare suo suocero!

«devo dissentire» stavolta la voce di Howard era fredda come il ghiaccio «il video che quel bravo ragazzo russo, Turbinskii, mi ha mostrato in ospedale…quello in cui, bestia, ti si vede cercare di strangolare mia figlia…» scandì lentamente ed alzando il tono in modo che tutti potessero sentire bene «mettere le tue luride mani su una ragazza nel fiore degli anni con oltretutto l’intento di strapparla alla vita, ti classifica inequivocabilmente come il mostro che asserisci di non essere. È per questo che sono venuto qui. Che sono stato obbligato a fare così, per porre fine a questa faccenda una volta per sempre. Avrei potuto agire diversamente, avrei voluto…agire diversamente…ma dopo quel che ho visto, non capisco perché mai non dovrei volere la tua testa» si rivolse al pubblico «chi tra di voi è un padre, o una madre, pensi a come si sentirebbe vedendo una cosa del genere».

“Turbinskii colpisce ancora” pensò Flash, certo una volta di più che tra…quando? Mezz’ora? Tre quarti d’ora? Il tempo di finire l’incontro, e avrebbe cessato di vivere.

Il pubblico aveva iniziato a mormorare, in particolare coloro che avevano dei figli. Se era vero quel che diceva Howard H.R.J. Lancaster, beh…allora definire l’allenatore di Kevin Mask una bestia, iniziavano a pensare, non era poi così sbagliato. Immaginarono di trovarsi nei panni di Howard, e nei panni di Emerald. Iniziarono a credere che avesse ragione. Tentare di uccidere una ragazza non ancora ventenne strangolandola era degno di un mostro?

Si, si, eccome se lo era.

I mormorii perplessi divennero man mano sempre più rabbiosi, come gli sguardi degli spettatori.

«quindi Lord Flash aveva per davvero messo le mani addosso ad Emerald…e quelle erano davvero ecchimosi, come avevo detto io!» allibì Roxanne.

«cosa, ecchimosi? Quindi è vero!» esclamò uno degli spettatori vicino a lei «avete sentito che ha detto la ragazza qui? la giovane Lancaster aveva i segni del tentato omicidio sul collo!»

La notizia si sparse in fretta tra il pubblico, e la tensione divenne sempre più alta. Era facile manovrare le masse, terribilmente facile. Quando era in gruppo l’uomo sembrava dimezzare la propria capacità di ragionamento…

«anche Emerald ha fatto una cosa analoga, anche lei lo ha attaccato, questo non conta niente?!» intervenne Kevin che ok, era innamorato di lei, ma quel che era giusto dire era giusto dire.

“…quello ha quasi ucciso mia figlia e lui se ne esce con ‘ma anche lei ha fatto questo, ma anche lei ha fatto quello’? santo cielo, Hammy, con che gente ti vai a confondere? E lei dovrebbe sposarlo?...per carità, se mai volesse fare una cosa del genere non le causerò di certo problemi, ma è quasi vergognoso che una gemma come la mia Emerald si vada a mettere con uno del genere! È una sottospecie di teppista che viveva per strada, un mezzo hippy…guada tu che capelli! E la piuma!...e per di più è completamente cretino!” pensò Howard, che comunque per amor di pace non avrebbe mai detto tutto ciò ad Emerald, a meno che lei non gli avesse espressamente chiesto di dirle la sua sincera opinione “l’amore è cieco, c’è poco da fare”.

«che avrebbe dovuto fare quella povera ragazza contro un mostro simile?!» urlò una donna corpulenta dalle prime file «ha fatto bene, si è difesa!»

Howard sorrise leggermente, gli occhi smeraldini luccicanti. «ben detto, signora» guardò Emerald «perché non mi hai detto la verità quando ti ho chiesto se ti aveva messo le mani addosso?» le chiese, non in tono accusatore o freddo, solo sinceramente preoccupato «avrebbe potuto farti chissà cos’altro! Ti avevo detto di stare attenta, Hammy…»

«se te l’avessi detto tu cosa gli avresti fatto?»

«quel che gli farò tra un po’. Non volevi che Kevin perdesse il suo trainer, vero? Lo hai fatto per lui. È per lui che hai taciuto» Howard guardò il ragazzo «mi auguro che meriti davvero così tanto. Per adesso, sarò sincero, non mi pare che sia così. Viene a sapere che sei stata quasi uccisa e invece di difendere te difende il tuo aggressore; questo fa riflettere».

«l’ho detto perché è la verità! Emerald non è una ragazzina indifesa e lei lo sa benissimo. Non capisco con quale metro lei stia giudicando la faccenda» ribatté Kevin.

Nonostante si parlasse molto e si combattesse poco la faccenda era talmente strana che nessuno degli spettatori si lagnava.

«non uso un “metro”, Kevin Mask. Io so solo due cose: la prima, mia figlia non si tocca. La seconda: lui l’ha toccata. Non mi interessa altro. Se mai avrai dei figli e sarai un padre migliore di quanto Robin lo sia stato per te, forse riuscirai a capirmi».

«quindi non va bene che Lord Flash abbia fatto…quel che ha fatto…ma le sta bene che lo faccia Emerald?»

«i cani rabbiosi vengono abbattuti, giusto?»

«lui non è un animale, maledizione, vuole capirlo si o no?!!» quasi urlò Kevin. Howard guardò Emerald.

«ricordami di avviare una conversazione con lui, se mai in futuro avessi bisogno di perdere del tempo in maniera quasi divertente» le disse.

«di’ Hammy, ma c’è o ci fa?» le chiese l’americano «perché se ci fa, fa meglio a smettere… e se c’è…c’è quasi da compatirlo. Che razza d’idiota, ma che ci perdi tempo a fare?»

«com’è che mi hai chiamato, bifolco d’un americano?!» sbottò Kevin.

«oltre che idiota anche sordo? Amplifon aiuta, stupid brat».

«mi hai dato dello stupido moccioso?!»

«yeah , brat, e sono stato gentile».

«io ti…!!!»

«fermo Kevin! Verresti squalificato se lo toccassi, lo sai!» lo bloccò Flash «per non parlare del fatto che è armato fino ai denti!»

«non servirà, se gli spacco tutte le ossa prima» ringhiò Kevin. Col suo sorriso sfrontato Connors circondò con un braccio le spalle di Emerald, per poi tirare fuori da sotto la giacca della divisa un thermos e due bicchierini.

«caffè, miz Lancaster?»

«giù le mani da lei!» gli intimò Kevin, con un’aria feroce da paura.

«ma se lo faccio proprio perché so che ti dà noia… stupid brat!» rise l’americano.

«Kevin! Non cedere alle provocazioni, lascia perdere tutto quanto ed attacca Kid Muscle! L’incontro è ancora in corso!» gli ordinò Flash.

Se doveva proprio morire, voleva farlo dopo aver ripagato il proprio debito. E dopo aver visto Kevin trionfare.

«…»

Senza dire una parola e con fatica l’inglese si lanciò contro Kid Muscle assestandogli un paio di colpi piuttosto duri. Emerald fece per dire qualcosa, ma Howard la tranquillizzò scuotendo leggermente la testa.

«faccio io Hammy. Oggi ti insegnerò come vincere un incontro con una sola mossa. Tu bevi il caffè, mh?» la guardò, osservò il suo vestito, giudicò che secondo lui si era fatto troppo freddo per farla rimanere con la schiena così scoperta «ti do la mia giacca, altrimenti finirai per sentire freddo».

«non preoccupatevi Mr. Lancaster, faccio io» disse subito Connors togliendosi la giacca e posandola sulle spalle della ragazza «ecco qua».

Troppo servizievole? Probabile. Ma pur di rompere le scatole a Kevin, che lo guardò come a dire “dopo ti ammazzo di botte” ricevendo in cambio un’occhiata quasi di sufficienza, qualunque cosa.

«ma non c’era bisogno che-»

«tranquilla, io sono un rude e resistente soldato americano, non sento freddo. Tsk…» fece di nuovo un sorrisetto «mi sa che abbiamo fatto bene a lasciare miz McGreene in albergo, credo che a quest’ora se la sarebbe fatta addosso sette volte ».

«…chi?»

«la traduttrice».

«ma papà parla benissimo il giapponese» commentò Hammy, perplessa sia per quel che le stava raccontando Connors che perché Kid le stava prendendo e suo padre non diceva una parola. Che stava aspettando?...«che tipo è la ragazza?»

«sarebbe carina, se si curasse un minimo».

«parlavo del carattere».

«aaaah…è una di quelle a cui mi piace dare sui nervi».

«quindi dovrebbe essere simpatica».

«…l’incontro finalmente riprende, e Kevin Mask ricomincia a pestare Kid Muscle senza che Mr. Lancaster proferisca una sola parola! Ma cosa sta aspettando? Che cos’ha in mente?» riprese a commentare Mac Metafor.

«niente di buono temo! Quegli uomini armati in tutto lo stadio la dicono lunga! E c’è da chiedersi di che storia parlasse, prima, e cosa c’entrasse Robin Mask! Immagina quanta pressione ci sia su Kevin in questo momento: questo terrificante arrivo a sorpresa, l’idea del padre preso in custodia, la volontà di riscattare il nome della sua famiglia!» enumerò Doc «non dev’essere semplice. Per non parlare dell’idea di essere allenato da…beh…tu avresti mai pensato che Lord Flash potesse mettere le mani addosso a quella ragazza?»

«no, mai. Ma quest’incontro è pieno di sorprese, alcune pessime. Pressione o no comunque pare che sia Kid Muscle a prenderle!»

«Howard Lancaster ha parlato di vincere con una sola mossa, ma a me sembra strano» osservò Roxanne «a parte l’entrata da paura e…» si guardò attorno «…tutti quei tizi…beh…dai, mi sembra assurdo. che sta aspettando?»

«non ne ho idea» disse El Niño «ma tutto questo non mi piace affatto. Soprattutto per quanto riguarda Lord Flash…»

«è qui per dargli una lezione facendoli perdere, no?» disse Wally, ingenuo.

«guardati intorno, guarda i fucili di quei soldati; tu pensi ancora che Lancaster sia qui solo per “punirlo” facendo perdere loro l’incontro?! Ma non hai sentito cosa gli ha detto prima sul guardare la morte in faccia, non l’hai sentito il discorso che ha fatto riguardo al vendicare sua figlia, sul “volere la sua testa”? Tu credi ancora che parlasse metaforicamente?! Ebbene no! Io sono convinto che lui dicesse sul serio, e che assisteremo ad un’esecuzione pubblica!»

«ma non può!» esclamò Terry.

«in teoria no, in pratica tra una mazzetta di qua e una di là, l’attenuante del padre che vuol vendicare la figlia quasi strangolata, perfino il pubblico a favore e tutto il resto probabilmente se la caverebbe con nemmeno tre mesi di domiciliari».

«mi sa anche a me» commentò Wally «ma dov’è la giustizia in tutto questo?»

«infatti non c’è, ma è così che vanno le cose».

«pa’ ma…tipo…che aspetti?» gli chiese Emerald sempre più perplessa. Kevin era diventato ancora più brutale nel colpire il povero Kid, che vedeva le possibilità di vincere sgretolarsi pugno dopo pugno. Insomma, dopotutto che Mr. Lancaster gliel’aveva quasi fatta fare addosso avrebbe potuto anche dargli concretamente una mano!

«po-potrebbe mica darmi una m-mano? Le sto prendendo sa…ARGH!» strillò Kid, quando l’ultimo colpo di Kevin lo fece crollare quasi a terra.

«Kevin! Non devi avere pietà! È il momento di usare la tecnica più segreta della famiglia Mask…usa l’assalto Olap! Finiscilo!» lo incitò Flash. Teneva ancor più di prima alla vittoria di Kevin, adesso. Negli ultimi minuti della propria vita, l’unica cosa che voleva era vedere il suo pupillo indossare la cintura del campione. Tanta era la smania da riuscire perfino a far si che il suo terrore diminuisse un po’.

Ma perché Howard H.R.J. Lancaster non sembrava minimamente preoccupato?

E anzi, pareva quasi che gli venisse da ridere?

«Maelstrom Power!!!» urlò Kevin, iniziando a risplendere del suo caratteristico bagliore dorato.

«della serie che se va via la luce per il moccioso non ci sono problemi…» commentò Connors.

Battuta apprezzata dal suo capo.

«sto già tentando disperatamente di evitare di mettermi a ridere, non ti ci mettere anche tu per favore, altrimenti avrò un attacco di ilarità incontrollabile che mi porterà a rotolarmi sul pavimento».

«ad essere sincero, Vi ci vorrei vedere».

Kevin , sempre continuando a risplendere, saltò addosso a Kid Muscle, schiena a schiena, gli afferrò le braccia…

«ASSALTO OLAP!!!»

Pochi istanti dopo tutti quanti poterono assistere ad un’esecuzione perfetta di quella che molti definivano la tecnica più letale della famiglia Mask. Tanto perfetta che Flash era assolutamente euforico. Che Lancaster lo ammazzasse pure, adesso, sarebbe morto contento, pensò. Non era un pensiero molto lucido, ma era così terribilmente, completamente felice che non gli importava niente di niente. E pensò anche alla gioia che doveva stare provando Robin, in quel momento, nonostante fosse in custodia. L’onore della famiglia Mask stava per essere vendicato, Kevin era riuscito in quell’incredibile impresa…era esattamente quello che lui e Robin volevano. Ed era meraviglioso. Che gioia incontenibile!...

Aveva perfino iniziato a piovere.

“che piova pure. Non sarà un po’d’acqua a lenire la gioia che sto provando. Il mio debito con tuo padre sta per essere finalmente saldato…lo ripagherò di tutto quel che ha fatto per me. Lui mi ha salvato da una vita da criminale, mi ha addestrato facendo di me uno dei chojiin più forti di sempre, ma io l’ho deluso. King Muscle mi ha battuto perché non sono mai riuscito a padroneggiare la tecnica Olap. Ma tu oggi l’hai dominata perfettamente…e il cielo stesso piange lacrime di gioia per il tuo trionfo!”

«per rispondere alla tua domanda, Hammy…io proprio questo aspettavo».

Ok, forse un po’di pioggia non poteva lenire la sua gioia, ma Howard Lancaster si.

«che…che significa?»

«non mi è parso di averti interpellato, filthy beast. Che stavo dicendo? Ah, si. Io, Hammy, aspettavo esattamente questo momento» disse l’uomo con estrema tranquillità «tu naturalmente ricordi il modo in cui ho sempre chiamato questa mossa quando te ne ho parlato».

«e beh. Ho la memoria eidetica».

«potresti gentilmente dire a quell’animale, al tuo amico mascherato e a tutti i presenti tale definizione?»

«non mi interessa come la chiama lei!» ringhiò Kevin tirando le braccia di Kid «è la mossa finale! Quella che mi regalerà la vittoria! Non c’è modo di spezzarla, vero Lord Flash?»

«confermo».

« siete sicuri? Come on, Hammy. Di’ loro come io chiamo l’Assalto Olap».

La ragazza si strinse nella giacca di Connors, senza sapere nemmeno lei cosa aspettarsi. «tu…me ne hai sempre parlato come “la mossa stupida”. Ma io non ho mai capito il motivo, per quanto ne so Kevin ha ragione quando dice che non c’è modo di spezzarla» disse la ragazza.

«perché infatti non c’è!» esclamò Flash «è una mossa perfetta!»

«mh. Se lo dice la bestia ci crediamo tutti no? Kid Muscle, tu pur avendo Kevin sopra ad avndo le braccia bloccate riesci a fare così, vero?» Lancaster sollevò prima un piede poi un altro, cominciando ad oscillare a destra e sinistra «i muscoli di voi Kinniku sono così potenti da permettervi di fare praticamente…di tutto. Ho sempre trovato tutto ciò quantomeno affascinante».

Kid Muscle sollevò prima un piede, l’altro. «ma io non capisco perché devo…»

«considerando a cos’è che ti ha portato il farti troppe domande direi che sia bene che tu obbedisca e basta…ecco, bravo. Oscilla, Kid Muscle. Aumenta il ritmo».

Sinistra…destra…sinistra…destra…sempre più veloce.

«muoverti come uno stupido metronomo non ti aiuterà, Kid Muscle!» sibilò Kevin.

«non riesco a comprendere la mossa di Lancaster…» mormorò Roxanne.

«più forte, Kid Muscle. Più veloce!»

Il kinniku obbedì, pur non riuscendo ancora a comprendere. Adesso oscillava tanto forte da rendere confusa alla vista la propria figura e quella dell’avversario, ed era arrivato quasi a toccare terra!

«sinistra…destra…sinistra…sbattiti a terra a destra, adesso!» gli ordinò Howard.

Kid eseguì, facendo dare a sé stesso e a Kevin un colpo contro il tappeto tanto forte da indebolire la presa dell’inglese su di lui.

«afferragli i polsi!»

Kid Muscle eseguì nuovamente.

«usa il tuo braccio destro, e di conseguenza il suo sinistro come puntello…»

Per la seconda volta in quel match Lord Flash aveva l’aria sconvolta. Osservava tutto quanto pietrificato dalla sorpresa, e dall’orrore…non poteva essere, no, non era possibile…la mossa perfetta, la mossa suprema, il segreto dei segreti, la tecnica più letale della famiglia Mask…

«e ora datti una bella spinta verso destra, Kid…per ribaltare le vostre posizioni».

Kid obbedì ancora. Tutti quanti osservavano la scena, senza parole e con gli occhi sgranati.

«perfetto. E adesso fa’ quel che ti stava facendo lui, ossia…tira le sue braccia verso di te per tutto il tempo che ti pare. O meglio, finché non gliele spezzi. O lussi, credo che mia figlia desideri che a Kevin Mask sia fatto solo il male necessario per permetterti di vincere, giusto?».

…ribaltata.

Ribaltata in un modo così cretino.

«L-Lord Flash a-avevi detto…tu avevi detto…!» anche Kevin era assolutamente sconvolto, e guardava il suo trainer per dirgli “ma come? Tutta la fatica che ho fatto per padroneggiarla, tutti gli allenamenti, tutte le tue rassicurazioni sul fatto che avrebbe funzionato, tutti i tuoi discorsi sull’importanza vitale e la potenza di questa tecnica…hanno portato a questo?!”.

«in futuro, ragazzo, tieni a mente che l’unico animale parlante che valga la pena ascoltare è il grillo di Pinocchio».

Anche Emerald era allibita, come tutti quanti a parte suo padre e Connors che…come si faceva a far allibire Connors? Mi sa che non era possibile.

“tutto il lavoro che Kevin ha fatto è stato inutile!” pensò “è assurdo, io non credevo che…non pensavo…adesso ho capito perché papà l’ha sempre chiamata ‘la mossa stupida’, ma non sarei mai arrivata a pensare che lui fosse riuscito ad escogitare qualcosa del genere. Cavolo…Kevin…”

Immaginò quanta delusione e quanto shock dovessero stare provando il suo amore ed il suo arcinemico.

Probabilmente era qualcosa di terrificante.

«no-non è…non è possibile…non è vero…non posso crederci…la Tecnica Olap è perfetta!!! Perfetta! Imbattibile!» Flash batté i pugni contro il tappeto, visibilmente disperato adesso «è IMPOSSIBILE!»

«…a…des…so hai capito cos’era che voleva fare Howard H.R.J. Lancaster, Doc?» farfugliò Mac «i giudici stessi, come tutti gli spettatori, sono ancora increduli».

«lo credo bene. Mr. Lancaster ha infranto in pochi momenti secoli e secoli di tempo durante i quali l’Olap è stata messa a punto».

«non ho ancora dato un nome a questa contromossa, ma credo che la battezzerò “Princess’ Revenge”. In tuo onore, bambina mia. E tira quelle braccia, tu!»

«s-sissignore» balbettò Kid Muscle trovandosi ad obbedirgli ancora, eseguendo un attacco mai provato prima e di una violenza che senza absinthe non gli era congeniale. Ma se ad Emerald riusciva ad opporsi, lo stesso discorso non valeva con Howard. E poi dopo aver visto fallire tutte le sue mosse, che altro avrebbe dovuto fare se non affidarsi completamente all’unico che sembrava sapere davvero come farlo vincere?

Il cellulare di Howard iniziò a squillare. «che succede?»

abbiamo beccato questi tre che cercavano di entrare nello stadio, signore.

Era una videochiamata, e ad Howard venne mostrata l’immagine di Meat, Dik Dik e Checkmate. L’uomo sollevò un sopracciglio per poi mostrate l’immagine ad Emerald.

«il piccoletto bendato è tuo amico, se non erro».

«si…»

«potrebbe dare problemi?»

«in questa situazione non credo».

«gli altri due?»

«idem».

«lasciate che entrino» ordinò Lancaster prima di chiudere la chiamata. E fu in quel momento che si sentì lo schiocco delle braccia di Kevin che venivano lussate «…mh. Perfetto. Lascialo cadere giù Kid Muscle, e…ottima esecuzione. Non mi hai deluso» guardò i MacMad «suonate il gong, lo scontro è finito».

L’arbitro iniziò il conteggio, per puro e semplice scrupolo.

Kid lasciò andare Kevin, che cadde a terra, le braccia ormai del tutto inservibili.

«uno!»

Ma non erano quelle a fare più male.

«due!»

A fare male era l’idea di essere stato sconfitto con la sua stessa mossa. Una mossa che doveva essere invincibile.

«tre!»

A fare male era l’espressione del suo allenatore, sconvolto, spaventato, mortalmente deluso più da sé stesso che da lui-Kevin-, quella di qualcuno a cui è crollato tutto addosso.

«quattro!»

A fare male era anche l’espressione di Emerald. Nemmeno lei si aspettava che potesse succedere qualcosa del genere. Non sapeva niente di quella contromossa o, Kevin ne era certo, gliene avrebbe parlato.

«cinque!»

Un altro pensiero doloroso andò a suo padre, Robin Mask. Lo aveva deluso ancora, Kevin ne era certo. Lui lo stava guardando, lui era venuto a vederlo, e Kevin lo aveva deluso.

«sei!»

Solo quello sapeva fare, a quanto pare. Deludere gli altri, e cadere in basso, sempre più in basso, proprio come la voce di suo padre gli aveva detto nella sauna.

«sette!»

«uno scontro di mocciosi, mh?» Connors mise di nuovo il braccio attorno alle spalle di Emerald, anche se lei non lo guardava nemmeno e fissava Kevin «in cui il moccioso più debole ha perso».

Anche Emerald lo considerava troppo debole, ora?

Lo avrebbe più visto come lo vedeva prima, oppure no? Avrebbe iniziato a sua volta a vederlo come un debole moccioso?

Avrebbe voluto rispondere a tono a quello stramaledetto tizio ed urlargli che lui era un uomo, non un moccioso. Ma non ne aveva la forza, come non ne aveva per rialzarsi.

«otto!»

Era finita, aveva perso, aveva perso tutto.

«nove…»

Aveva perso l’incontro, la possibilità di riallacciare i rapporti con suo padre, la possibilità di vendicare il nome dei Mask…e quella di dedicare la propria vittoria ad Emerald…aveva perso anche lei?

Si sforzò quantomeno di arrivare vicino alle corde per tentare di chiederglielo, strisciando faticosamente considerando che le sue braccia non andavano.

«E-Em-erald ho per…so…»

La ragazza corse verso il ring, la giacca dell’americano le cadde dalle spalle, ma non le importava assolutamente niente, e con la propria mano afferrò quella di Kevin.

«…dieci».

Il gong suonò. L’incontro era finito, e con una sola mossa di Howard, proprio come aveva detto.

«mi dispiace…l’Olap…non…non potevo immaginare…» strinse la sua mano, ne poggiò il dorso sulla propria fronte, poi contro le proprie labbra «mi dispiace».

Vederlo perdere era stato ancora peggio di quanto avesse immaginato. Emerald capì che lei, in realtà, non aveva mai pensato che insieme a Kid avrebbe vinto davvero. Kevin si era impegnato così tanto, aveva faticato così tanto che vederlo vincere sarebbe stato…naturale. Giusto. E invece non era andata così.

«non è colpa di Kevin, Emerald. E nemmeno nostra, tutto sommato» disse Howard «la colpa è di chi si è scioccamente affidato ad una mossa che riteneva perfetta solo perché gli avevano detto che era tale. Invece di sincerarsi che lo fosse davvero ha preso per buono quel che aveva sentito dal suo caro amico Robin Mask…a proposito…» tirò di nuovo fuori il cellulare, e chiamò i soldati che avevano preso in custodia il suo ex amico «ha firmato per l’annullamento del patto?»

un minuto fa, signore.

«ottimo. Vedere annullata la sua mossa più letale deve averlo sconvolto. Direi che ci siamo, principessa» quello che rivolse alla figlia era un sorriso caldo, e pure sincero «la mia firma c’è, quella di Robin c’è…mancherebbe quella di Warsman, il testimone» col bastone indicò Flash «ovvero l-»

«KIIIIIIIIIIIIIIIIID!!!» urlò Meat entrando nello stadio in braccio a Checkmate.

«rumoroso il piccoletto» commentò Connors raccogliendo la giacca.

«sei arrivato un po’tardi ah…Meat, vero?» Lancaster fece mente locale. Si, l’allenatore di Kid, e precedentemente di King Muscle, si chiamava proprio in quel modo «il tuo pupillo ha già vinto. Puoi ancora congratularti con lui, comunque».

«c-che cosa…?» allibì Meat «lui ha…»

«si, ha vinto. Ad ogni modo, stavo dicendo, manca la firma di Warsman, ovvero LUI» indicò Flash.

«che cosa…?!!» allibirono gli amici di Kid.

«cosa…Warsman?!» si stupì il kinniku «Lord Flash in realtà…è un super cattivo?!»

“Warsman…allora era lui, avevo ragione” pensarono sia Kevin che Emerald. Kevin tentò disperatamente di voltarsi, mettersi almeno a sedere per poter vedere cosa sarebbe successo…

«ti aiuto. Se…vuoi» aggiunse Emerald, che era passata sotto le corde ed era salita sul ring.

«non penso che tu possa aiutarlo a tirarsi su, Emerald» anche Howard salì sul ring con una mossa elegante «faccio i-»

«n-non voglio aiuti da lei» sibilò Kevin «preferisco strisciare come un verme».

Howard fece spallucce. «fai come credi, ragazzo».

«e comunque ce la faccio, papà…da me ti fai aiutare?» la ragazza gli passò un braccio attorno alla vita. Si, si sarebbe fatto aiutare, da lei.

«ho perso tutto…Hammy…»

La ragazza riuscì a farlo quantomeno sedere, trascinandolo contro il tendicorde così che avesse qualcosa a sostenergli in maniera decente la schiena.

«hai visto…lui è Warsman…tu lo avevi capito?»

«si» confermò lei, gli occhi fissi su suo padre, che stava continuando il discorso.

«ad ogni modo…lui è solo un testimone. Non una delle parti in causa. Necessario, ma fino ad un certo punto» riprese Howard «inizialmente avrei preferito fare le cose in maniera più…tranquilla. Sali sul ring, Warsman. E non provare a fare scherzi, ricorda che hai molti fucili ad altissima precisione puntati addosso. Potresti morire prima del previsto».

Senza avere il coraggio di guardare in faccia nessuno Flash salì sul ring.

«che…che vuole fargli?» Kevin era sempre più inquieto «Emerald, che ha in mente tuo padre? Non vorrà davvero…!»

«n-non credo, non…so…» farfugliò lei, mentre iniziava a temere che invece sarebbe successo esattamente quel che aveva pensato Kevin.

«…dicevo, avevo pensato di agire diversamente. Ma come già spiegato precedentemente, tu hai messo le mani addosso alla mia bambina. Posso tollerare che tu sia un mezzo robot, posso tollerare che tu sia una bestia…»

Meat era travolto dall’orrore, avendo capito come parecchi altri cosa stava per succedere. «NO! Qualcuno lo-»

«e dai, non costringere il capo a cacciarti dallo stadio, zitto e goditi l’atto finale: l’uccisione del mostro» gli disse Connors «si può dire che era ora, no?»

«…ma non che tu abbia toccato Emerald. A lei non va fatto del male, da nessuno. Tantomeno da una bestia come te» da sotto la giacca tirò fuori una pistola «quindi ne pagherai il prezzo, com’è giusto che sia».

«NO!!! NON FARLO!!!» stavolta fu Kevin ad urlare. Non poteva sostenere l’idea del suo allenatore ed amico ucciso davanti ai suoi occhi «NO!!!»

«…quindi ti invito ad inginocchiarti, e a lasciare che le cose vadano come devono andare».

Nessuno che intervenisse. Nessuno che fermasse Howard.

Era finita.

Stava per morire.

Stava per ucciderlo, per completare il lavoro iniziato tanti, troppi anni prima.

Lui aveva fallito, fallito in tutto, e ne stava pagando il prezzo.

Ma…

Sollevò gli occhi, guardò in faccia il nemico.

«se devo morire lo farò da uomo quale sono, anche se in molti ritengono il contrario. Posso dire di aver raggiunto comunque i miei obiettivi facendo di Kevin un wrestler anche più grande di quanto fosse suo padre, e di lui sono fiero; uccidimi pure, se ci tieni tanto» si slacciò perfino la giacca blu «così che tutti vedano chi è davvero il mostro, qui. Emerald…a questo punto la concludiamo dall’altra parte. E vedi di piantarla con quelle dannate sigarette» aggiunse guardandola «più tardi ti troverò davanti meno tempo dovrò sopportarti».

Mentre lo guardava con gli occhi sgranati dalla sorpresa, il russo rivide in lei la bambina che aveva inseguito il grillo. Quella la cui innocenza non era ancora stata corrotta dal mondo.

Kevin continuava ad urlare…ma la sua voce gli arrivava confusa ed ovattata.

Voleva morire da uomo, e voleva morire con l’ultima immagine di innocenza davanti agli occhi. Era chiedere troppo? No, tutto sommato pensava di no.

Chiuse gli occhi.

«non ucciderlo!!!non ucciderlo, no, non lui ti prego, non lui!!!» stava urlando Kevin, del tutto inascoltato dall’uomo.

Emerald lo guardò. E guardò anche Flash.

«facciamo finire questa storia…» disse Howard.

E sparò.

Lord Flash aveva continuato a tenere gli occhi chiusi, sentì il rumore della pistola…era tutto così…rallentato, in un certo senso…

Quella strana piega rallentata del tempo venne bruscamente interrotta quando il russo fu colpito da qualcosa tanto violentemente che cadde a terra, riaprendo bruscamente gli occhi.

Non…non era morto…il proiettile non lo aveva raggiunto…

La pistola cadde dalle mani di Howard, che aveva il viso stravolto dalla sorpresa e dall’orrore, come quelli di tutti. «n-no...»

Emerald cadde a terra, all’indietro. Il proiettile aveva attraversato il suo corpo, cadendo comunque poco lontano.

Fu Howard il primo ad urlare, precipitandosi su di lei, incurante del sangue che gli stava sporcando il completo, incurante di…tutto.

«Emerald…mio Dio…Emerald…!»

Lei sibilò di dolore. «è-è o-ok pa’ n-non è il c-cuore è s-s…solo la s-spalla…»

Vero. Non l’aveva colpita al cuore, ma sarebbero bastati pochi, pochissimi centimetri per…

«ma perché l’hai fatto, perché?!! Connors!»

«elicottero, elicottero, presto!» gridò il soldato all’interno di uno walkie-talkie facendo cenno ai soldati che erano alle entrate in basso dello stadio di prendere in custodia anche Flash. Non che quest’ultimo sarebbe andato da nessuna parte, resosi conto di quel che era capitato.

“…Emerald…”

I soldati lo ammanettarono e lo portarono rapidamente via.

«K-Kevin tiene a lui, avrebbe…sofferto…troppo» si sforzò di dire Emerald «e…n-non volevo che tu diventassi u-un assassino…solo per colpa mia, p-perdonatemi…tutti, vi prego, e…lascia che Flash…viva libero…dopo» disse un attimo prima di svenire per il dolore e la perdita di sangue, in concomitanza con l’arrivo dell’elicottero nel quale Howard salì con lei in braccio.

Così com’era venuto, anche il resto della “security” sparì.

Howard sparito, Emerald sparita, Flash sparito, e tutto prima che chiunque riuscisse a trovare la presenza di spirito di fare qualsiasi cosa.

“ma perché l’hai fatto, perché?!!”.

“K-Kevin tiene a lui, avrebbe…sofferto…troppo”.

Il più sconvolto di tutti era proprio Kevin Mask, che solo in quel momento capì cosa significava davvero “perdere tutto in un attimo”.

Non riusciva ancora a credere a tutto quel che era successo, come tutti.

E se anche Kid aveva vinto…nessuno aveva alcuna voglia di festeggiare.

Proprio nessuno.

 

   
 
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