~~“Io... avevo un appuntamento...”
Steve Rogers si allontanò da quel Nick Fury.
Oddio... l'aveva delusa.
Aveva deluso la sua amata Peggy.
"Avevo un appuntamento..." si ripeté tra se e se.
Si mise le mani tra i capelli e, come un bimbo che si è perso, si guardò attorno.
Osservò quella New York a lui sconosciuta, si fece abbagliare da tutte quelle luci in movimento, dal rumore assordante delle macchine moderne...
Si rannicchiò su un marciapiede.
La gente, troppo presa dai suoi affari, lo scansava, lo spintonava e lo sballottava ma lui se ne rimaneva li.
Si tastò le tasche e trovò un ciondolo.
Lo aprì e vide una foto di Peggy.
Strinse il ciondolo in una mano, attento a non rovinarlo con la sua forza, e si strinse la mano al petto.
Le lacrime amare che pianse gli bruciarono gli occhi.
Nick Fury gli si mise di fronte, squadrandolo.
Steve aveva paura e non riusciva a credere di aver dormito settanta lunghi anni, aveva il terrore di tutta quella gente così poco cordiale da ignorare la sua sofferenza.
‘Oh... se solo Peggy fosse quì...’ pensò.
Lei lo avrebbe consolato, lo avrebbe fatto star meglio.
Nick Fury gli tese una mano, con un lieve sorriso sulle labbra carnose e scure.
Steve ignorò la mano dell'uomo per un po’ ma poi l’ afferrò.
“La prego, mi aiuti. La prego” disse Steve Rogers.
L'uomo con la benda sull'occhio gli strinse la mano un po’ più forte.
Insicuro, scombussolato, malinconico, Steve si fece trascinare in una base segreta dello S.H.I.E.L.D. dal generale Fury come fa il bimbo smarrito che trova qualcuno che lo aiuta a trovare la mamma.
‘Avevo un appuntamento...’ pensò ‘... ma l'ho mancato’.
Osservò ancora una volta quella New York così sterile e fredda.
Si rassegnò: tanto, prima o poi, avrebbe dovuto farci l'abitudine.
Steve sorrise amaramente... no, non ci avrebbe mai fatto veramente l'abitudine.
Come poteva, se Peggy non era lì con lui?
Senza di lei, che senso aveva anche solo provarci?