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Autore: fraviaggiaincubi    10/02/2014    0 recensioni
I suoi occhi si posarono sulla scrittura di Aragorn e la profezia cominciò a scorrere sotto il suo sguardo.
La leggenda era mito e il buio ormai calato,
nelle viscere della terra l’anello è celato.
Il sangue reale potrà di nuovo strappare,
a colui che domina la notte e mai potrà amare.
La fonte del potere che oro e sangue unisce
in una micidiale alchimia che un cuore fragile ghermisce.
Ditegli: “Pazienta e la sua anima dimenticherà!
Perché quando il sacrificio sarà perpetuato
e al dito l’anello sarà forgiato.
Il nove sarà dieci e il puro corrotto diventerà,
così che Mordor travolga come un’onda la bianca città.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Gandalf, Nazgul, Sauron, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
La profezia


“E io ti ripeto che è così, quello che Aragorn ha visto quando si è ferito con la lama dello Stregone di Angmar è una profezia e se non agiamo subito per la Terra di Mezzo sarà la fine.”
“Aragorn avrà sognato, si sa che le lame nere portano allucinazioni. Frodo non aveva…”
“Non centra!”. Il grido di Gandalf risuonò come uno sparo nell’immensa sala del trono di Rohan. Lo Stregone bianco puntò una mano sulle carte ingiallite che portava in mano e indicò una scritta antica, così sbiadita che sembrava diluita nell’acqua. “Guarda, si collega a ciò che fu scritto all’inizio della battaglia contro Sauron”. Il suo tono si fece grave e sotto la barba candida le labbra si tesero in una linea sottile. “Quando furono forgiati i primi anelli, leggi qui.” incalzò e re Theoden puntò di malavoglia lo sguardo sulle scritte.
‘Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli…


“…nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.” citò il finale Gandalf prima di afferrare un pezzo di carta in cui una scrittura frettolosa aveva vergato altre parole.
“Durante la battaglia di tre giorni fa, Aragorn ha combattuto contro lo Stregone di Angmar e lui la ferito con la lama. Nell’istante in cui il suo sangue ha toccato la lama nera i due hanno subito una visione e Aragorn mi ha raccontato e poi scritto quello che ha visto.”
Re Theoden lo fissò, ma Gandalf non ricambiò. “Entrambi? Quindi anche lo stregone sa. Ma Gandalf, come mai una profezia? Non si è mai sentita una cosa simile.” protestò con un sorriso di sufficienza.
Lo stregone  bianco lo fissò irato. “Incantesimi potentissimi viaggiano su questa terra da prima che i popoli respirassero il primo alito di vita, credi davvero che non possa esserci una profezia che possa segnare questa guerra? Combattiamo contro potenze oscure che possono segnare questo mondo e tre giorni fa Aragorn, colui che ha il sangue di Isindur e lo Stregone di Angmar, una creatura potentissima, si sono scontrati. Questo deve aver attivato una specie di incantesimo che aiuterà l’equilibrio a tornare sulla Terra di Mezzo ed è sotto forma di profezia”. Batté la mano sul foglio e gli occhi grigi si fecero seri. “E purtroppo per ora è a favore di Mordor e dobbiamo cambiarla.”
Il re della terra di Rohan lo fissò confuso e la paura brillò nelle sue pupille. Senza una parola afferrò il pezzo di pergamena che lo stregone gli offriva e si allontanò di pochi passi dandoli le spalle. I suoi occhi si posarono sulla scrittura di Aragorn e la profezia cominciò a scorrere sotto il suo sguardo.
 
 
La leggenda era mito e il buio ormai calato,
nelle viscere della terra l’anello è celato.
Il sangue reale potrà di nuovo strappare,
a colui che domina la notte e mai potrà amare.
La fonte del potere che oro e sangue unisce
in una micidiale alchimia che un cuore fragile ghermisce.
Ditegli: “Pazienta e la sua anima dimenticherà!
Perché quando il sacrificio sarà perpetuato
e al dito l’anello sarà forgiato.
Il nove sarà dieci e il puro corrotto diventerà,
così che Mordor travolga come un’onda la bianca città.
 
Re Theoden rilesse più volte quelle parole, ma nonostante tutto non afferrò il loro significato, se non che non erano benigne. Poteva cogliere la beffarda avversità del fato che rideva alle sue spalle dicendogli che non avrebbe vinto quella battaglia contro Mordor e che il suo popolo era destinato a soccombere.
Come un re che guarda la sua terra bruciare impotente.’  pensò e le parole assunsero la tonalità del sangue per pochi istanti, scivolando sulla carta a macchiargli le dita.
“Cosa significa?” chiese a Gandalf, imponendosi di trovare di nuovo la calma. ‘Maledizione, sono un re e Gandalf dice possiamo ancora vincere.’  si disse, imponendosi di credere a quelle parole disperate.
 
Gandalf afferrò il foglio spiegazzato e scosse la testa. “Sono parole oscure, comunque da come ho capito sembra che l’Unico sia celato e questo spiegherebbe perché Sauron lo stia cercando, quindi direi una nota nostro a favore. Per il resto sembra citare Isindur, sangue reale di nuovo potrà strappare a colui che domina la notte e mai potrà amare.” si bloccò pensieroso e Theoden rispose: “Potrebbe essere riferito anche ad Aragorn.”
Lo stregone bianco annuì pensieroso e riprese: “La frase successiva parla dell’Unico, sangue e oro mischiati sono esattamente la rappresentazione di come l’Unico è stato creato mischiando il sangue di Sauron quindi la tua ipotesi è fattibile, ma per l’ultima parte è a me ignoto a chi si riferisca.”
Il re di Rohan si sporse oltre la spalla di Gandalf. “Cita qualcuno che potrebbe essere sempre colui a cui si riferisce prima, cioè Isindur o….o Aragorn.”
Gandalf lo guardò un istante. “Si, ma parla della forgiatura di un anello al dito quando l’anima dimenticherà e del nove che è dieci, questo non sembra collegato ad Aragorn, lui non porta nessuno degli anelli creati da Sauron quindi deve essere riferito ad uno dei custodi di quelli già creati.”
“Parla di una forgiatura Gandalf.” obiettò Theoden.
“Quando l’anima sarà dimenticata, potrebbe essere una cosa che deve accadere a qualcuno dei portatori degli anelli e la forgiatura un significato nascosto per il cambiamento che l’anello può portare, come successe ai nove re che…”. Si bloccò e gli occhi grigi si accesero. “Nove che è dieci.” bisbigliò e rilesse le parole.
 
 “Qualcuno, non sappiamo chi e se un portatore o no, dimenticherà la sua anima e diventerà il decimo Nazgul.” aggiunse e la verità di quelle parole lo coprì con la sua ombra oscura.
Un vento gelido soffiò dalla porta aperta giungendo dalle praterie fuori dalle mura di Rohan e lo stregone bianco guardò la città brulicante di vita e di un viavai di gente del posto assieme ai reduci di Gondor a cui avevano dato asilo. “Non può essere, è solo un ipotesi.” disse rivolto a nessuno in particolare, ma la voce di Theoden giunse alle sue spalle gravida del peso delle sue parole. “Che sia o no un portatore o Aragorn stesso, la tua ipotesi è fattibile Gandalf non negarlo. Dobbiamo scoprire chi è colui che potrebbe dimenticare la sua anima trovando l’Unico.”
Gandalf non rispose e il vento sollevò i suoi candidi capelli scivolando con un sussurro tra le pieghe del mantello bianco.
‘La fonte del potere che oro e sangue unisce
in una micidiale alchimia che un cuore fragile ghermisce’.
Non c’era dubbio che qualcuno di loro, chiunque, avrebbe potuto perdere la sua anima possedendo l’Unico e portando Mordor a travolgere Minas Tirith e successivamente la Terra di Mezzo.
“Sta già accadendo, la bianca città cade sotto la presa degli orchi”. Gandalf fissò lo sguardo all’orizzonte dove oltre la severa linea delle montagne si stagliava il rosso del cielo sanguigno di Mordor. “La profezia cala la sua falce su di noi.” aggiunse con voce grave e re Theoden si pose di fianco a lui, la stanchezza negli occhi di chi sapeva bene di combattere una guerra persa in partenza.
 
“Come possiamo sapere chi cadrà sotto il potere dell’Unico e diventerà un altro spettro. Immagino debba essere un uomo e di sangue reale per poter entrare nelle file dei Nove”. Si bloccò e il viso segnato dalla vecchiaia impallidì come se la morte lo avesse colto e forse era proprio così mentre la rivelazione delle sue parole assumeva significato. Si voltò verso Gandalf e sembrò che un velo fosse stato tolto dagli occhi grigi dello stregone.
“Allora potrebbe essere Aragorn, i Nove sono re umani…il decimo re. Come ho fatto ad essere così cieco!” gridò Gandalf afferrando il bastone che aveva lasciato appoggiato accanto ad uno dei numerosi tavoli che occupavano i lati dell’immensa sala. “Non posso aspettare, devo trovare Aragorn prima di lui.” disse e la sua voce sembrò rimbombare sulle pareti come una condanna.
Il re di Rohan lo fissò disperato. “Ma la guerra è in corso, non possiamo fare a meno di te.” tentò di dissuaderlo, ma lo stregone lo fissò con rabbia. “Se Aragorn verrà trovato da Mordor prima di me avrai poco da combattere Theoden di Rohan.”
Uscì nell’immensa scalinata dell’ingresso del palazzo e con un fischio chiamò Ombromanto, il fedele stallone che lo aveva accompagnato in molti viaggi. Montò sulla sua candida schiena aggrappandosi alla criniera argentata e si rivolse un ultima volta al re di quelle terre. “Cambieremo la profezia e vinceremo, ma dovrete resistere.”
Theoden annuì, ma non c’era luce nel suo sguardo stanco. “Buona fortuna Gandalf.” pronunciò semplicemente e lo stregone si lanciò al galoppo senza voltarsi indietro.
 
  
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