Naturalmente
il primo matrimonio che ho provato a descrivere è quello di Bella ed Edward,
dopotutto come resistere alla tentazione?
L’idea iniziale era di scrivere tre,
massimo quattro pagine, solo che poi mi sono lascita un po’ prendere la mano ed
è venuto fuori un pochettino più lungo (ma in fondo sono solo 9 pagine, che
sarà mai?)
Ho pensato che sarebbe stato
carino scrivere sia dal punto di vista di Bella che da quello di Edward, spero
di non aver incasinato troppo le cose.
Edward e Bella
“Bellaaaaaaaaa”
mi chiama Alice a squarciagola.
Ma
dannazione sono le sette di mattina, che avrà mai da strillare tanto?
“Alice,
che cavolo ci fai a casa mia all’alba? Ma non dormi mai tu?” appena sveglia non
connetto molto.
“No
Bella mai, sai com’è!” mi risponde scoppiando a ridere, solo un paio di tono
più alto e mi fa esplodere i vetri della finestra.
“Era
solo una domanda retorica Alice.” Uffa, ma perché dovevo avere per migliore
amica un ciclone? Sono anche un po’ acida al mattino appena sveglia,
soprattutto se mi buttano giù dal letto all’alba e in malo modo. Certo se la
sveglia fosse stata un'altra, che so: un bel vampiro con gli occhi colore
dell’oro e i capelli ramati, che per svegliarmi mi sussurra paroline d’amore,
accompagnandole anche con qualche bacio, magari neanche troppo casto…
“Dai
Bella muoviti, abbiamo un sacco di cose da fare”, ma possibile che deve
interrompere le mie fantasie proprio sul più bello?
“No
guarda Alice, adesso facciamo così: IO mi giro dall’altra parte, chiudo gli
occhi e ricomincio il MIO sogno dal punto in cui Tu l’hai interrotto, e TU, ora
esci dalla finestra dalla quale sei entrata, la chiudi e tu ne torni a casa, e
se proprio non vuoi tornare a casa, avrei un suggerimento su dove potresti
andare, ma non te lo dico perché sono una persona educata, anche alle sette di
mattina, tanto hai già capito da sola!” e così dicendo mi giro verso il muro e
chiudo gli occhi.
“Bella,
ma io non sono mica entrata dalla finestra! Io non faccio mai questa cose se
non in casi estremi. Ho sonato il campanello, e dopo che Charlie mi ha aperto,
dopo di che sono entrata dalla porta come fanno tutte le persone civili” dovrò
fare un discorsetto a Charlie in proposito a chi può entrare in casa e chi no,
ma soprattutto a proposito degli orari delle visite. Insomma non va bene se
Edward sta a casa nostra dopo le nove di sera, ma va bene che una pazza entri
nella mia stanza all’alba.
“Beh,
Edward passa sempre dalla finestra” non c’entra molto con quello che dice
Alice, ma ogni mio pensiero è incentrato sul mio amore.
“Io
ho detto persone civili, non stavo serto parlando di mio fratello visto che lui
non rientra nella categoria” ma tu senti questa, ma santa polenta, è venuta qua
apposta per farmi arrabbiare?
“Alice,
che cavolo sei venuta a fare qui così presto? Guarda che se era per parlare con
me di Edward, stavo meglio prima del tuo arrivo, visto che nel mio sogno
eravamo insieme, su una spiaggia deserta, e stavamo giocando e rotolando sulla
sabbia. Poi ci siamo fermati, ci guardavamo negli occhi e…”
“Bellaaaaaaaaaaaaaa!”
“Ecco
questo è esattamente quello che è successo, il tuo grido spacca timpani mi ha
interrotto proprio sul più bello, ma insomma lo fate apposta?” Ok ora mi sto
arrabbiando, e non ho ancora capito se è venuta qua per prendermi in giro, o
per parlare male di suo fratello o entrambe le cose.
“Non
è questo il punto Bella, anche perché tanto so come andava a finire il tuo
sogno”
“Io
no però!” cerco di ribattere
“Bella
non m’interrompere, dicevo: so come va a finire il sogno, e credimi ti ho fatto
un favore a svegliarti, il tuo cuore non avrebbe retto al finale, e poi come ti
dicevo abbiamo molte cose da fare, e noi abbiamo perso anche fin troppo tempo”
la odio quando fa così, continua ad ignorare le mie domande.
“Alice che cavolo ci fai a casa mia alla sette di
mattina? E dove diavolo è il mio fidanzato?” spero che ora si decida a rispondermi.
“Bella,
prima di tutto sono già le sette e dieci, e ti devi fare assolutamente la
doccia e cominciare a prepararti, che poi è esattamente quello che sta facendo
Ed” no non mi ha risposto, o meglio ha risposto solo al cinquanta per cento
delle mie domande. Ad ogni modo comincio ad alzarmi, perché tanto ormai sono
sveglia, e con questa pazza in giro per casa di sicuro non posso più dormire,
quindi tanto vale che mi tiri su.
“E
per cosa si starebbe preparando il mio fidanzato?” lo so che ho fatto tante
storie prima, ma mi suona così bene dirlo, penso guardandomi l’anello.
Fidanzato, ha un che di magico.
“Bella
se non ti vedessi in piedi crederei che ti stessi ancora dormendo! Ma lo sai o
no che giorno è oggi?” mi chiede con un’aria sconcertata. Ma che cavolo questa
oggi è più fuori del solito non è che si è fumata qualcosa? O avrà mangiato
qualcosa che le ha fatto male? Qualche funghetto strano, o che so io.
“Certo
che so che giorno è oggi Alice” le rispondo gettando un occhio al calendario
appeso sul muro sopra la scrivania “è il… 13 Agosto… Alice dobbiamo andare a casa tua presto, presto, è tardissimo, vado
afarmi la docia, e poi andiamo a casa tua a prepararci!” no! no! no!
Insomma devo prepararmi è il giorno del mio matrimonio oggi.
Sì mi ricordo
che non volevo sposarmi fino a poco tempo fa, ma insomma il matrimonio è una
cosa importante, e poi non mi sto per sposare con uno qualunque, è l’uomo della
mia vita, anzi no, della mia eternità. È il giorno più importante della mia
vita, è normale che sia un po’ nervosa.
Dopo
la doccia Alice mi prende di peso e mi carica in macchina per fiondarsi a casa
sua, e continuare i preparativi. Sulle scale incontriamo i tre fratelli Cullen
che scendono dalla stanza di Edward (tra un po’ sarà la nostra stanza!!!!) con
l’aria che hanno i soldati quando partono per una missione del tipo vita o
morte.
Cerco di
allungarmi verso Edward per rubargli un bacio al volo, ma non riesco neanche a
salutarlo che Alice cominci a strillare come una pazza (che poi è quello che
è!)
“Vattene Ed, non puo vedere la sposa prima del
matrimonio! Porta male! Non provarci nemmeno, te l’ho già spiegato. E ora via
muoversi, sono sicura di essere stata chiarissima con i compiti che vi ho
assegnato. Muoversi! Muoversi! Muoversi!”,
e così dicendo mi lancia letteralmente nella sua stanza, dove per fortuna
atterro sul letto, altrimenti sai che dolori.
“Aiuto
è pazza qualcuno mi salvi!”, io ci provo magari arriva qualcuno in mio
soccorso, ma già so che quando si tratta di fermare Alice nessuno è in grado di
fare nulla.
Entra
anche lei nella sua stanza, e si chiude la porta alle spalle, adesso sì che ho
paura.
“Alice?
Ti ricordi cosa ti avevo detto riguardo al fatto che volevo una cerimonia con
pochi invitati, e poco sfarzo?”
“Mmmmmm…”
ho come l’impressione che non mi stia ascoltando.
“Alice
mi spieghi perché cerano centinaia di sedie accatastate davanti all’altare?”
“Perché
i ragazzi non le hanno ancora sistemate” mi sa che non ha capito.
“Io
intendevo perché sono così tante” vediamo se riesco a farmi ascoltare almeno
per una volta.
“Ma
per far sedere gli invitati, no sciocchina” ok non ci siamo, non mi ascolta
proprio per niente.
Va
bene lasciamo stare tanto non mi ha ascoltato per tutti questi mesi sarebbe
troppo pretendere che mi ascolti proprio ora.
L’unica
cosa su cui siamo riuscite a trovare un accordo è il vestito, sul modello
eravamo d’accordo, sul colore abbiamo avuto da discutere: io lo volevo bianco
(visto poi che me lo posso permettere, senza infrangere le tradizioni), lei
invece lo voleva blu (quello che piace tanto ad Edward). Ma dove si è mai vista
una sposa vestita di blu?
Alla
fine mi ha fatto fare due vestiti uguali, uno bianco per la cerimonia, e uno
blu per la festa, cioè per il ricevimento, come dice Alice. Secondo lei io a
metà della giornata mi dovrei cambiare.
Ora
è il momento di passare all’acconciatura, e nonostante ne abbiamo già provate a
centinaia, le servono altre due ore per trovare l’acconciatura giusta, ed ora è
il momento di passare al trucco, e qui di ore ne servono addirittura tre.
A
mezzogiorno posso finalmente indossare il vestito. Anche per fare questo ci
vuole un po’ tra lacci e bottoni, per la prima volta in questa giornata
infernale sono contenta che ci sia Alice ad aiutarmi, se avessi provato a
vestirmi da sola avrei dovuto dichiarare la resa, mai ci sarei riuscita.
All’una
meno un quarto finalmente bussano alla porta, ed entrano Esme e Rosalie,
portando anche dei tramezzini (che visione! Per un attimo ho creduto che si
fossero dimenticati tutti che io ho bisogno anche di nutrirmi).
“Bella
attenta a non sporcarti. Non hai messo nessuna salsa vero dentro quei
tramezzini vero Esme, non voglio mica che si sporchi il vestito. Anzi Rosalie
passami un tovagliolo, che così le copro il vestito. Avete fatto tutto? Avete
seguito la mia lista vero? Avete controllato i ragazzi? Hanno fatto tutto vero?
Se qualcosa va storto io…” ma come si fa a risponderle se no prende neanche
fiato?
“Giù
è tutto a posto Alice, stai tranquilla, sedie, fiori, altare, decorazioni,
tavoli, pista da ballo, catering, torta, orchestra. Gli ospiti arriveranno tra
poco. E i ragazzi sono già pronti.” Esme è decisamente una mamma perfetta.
“Bene
allora prepariamoci anche noi e poi controlliamo di avere fatto tutto anche
qui, così poi cominciamo” e su queste parole di Alice tutte e tre si alzano e
spariscono. A momenti non mi sono neanche accorta che sono sparite, che dopo
pochi minuti sono già tornate, vestite di tutto punto, perfettamente truccate e
pettinate.
“Bene
ora facciamo un ultimo controllo Bella: qualcosa di nuovo?”
“Il
vestito”
“Qualcosa
di vecchio?”
“I
miei orecchini”
“Qualcosa
di regalato?”
“Il
braccialetto”
“Bella
ne avevamo parlato…”
“Edward
ha detto che devo tenerlo” su questo non intendo cedere, e poi l’ha detto lui!
(sembro una bambina che fa i capricci, ma mi sarà pure concesso, dopotutto è il
mio giorno).
“Va
bene, va bene, ma più tardi ne parlerò anche con lui! Qualcosa di prestato?”
“La
collana di Rosalie” mi ha prestato la collana che indossava al suo primo
matrimonio, mi sono commossa quando l’altro giorno mi ha detto che le avrebbe
fatto piacere prestarmela, se per me andava bene.
“Qualcosa
di blu?”
“L’altro
vestito” dovrebbe saperlo, visto che è stata lei a volerlo.
“No
Bella. Devi avere qualcosa di blu durante la cerimonia, ma insomma ti devo dire
proprio tutto? E adesso? Fortuna che ci sono io che penso a certe cose. Tieni,
mettiti questa” dice mettendomi in mano una scatola.
“Alice?
Cosa me ne faccio di sta roba?” chiedo aprendo la scatola
“Come
sarebbe cosa te ne fai Bella? La prendi e te la infili sulla gamba no? Cosa ci
vuoi fare con una giarrettiera?” non era questo che intendevo, direi che tra
noi due ultimamente ci sono dei problemi di comunicazione.
“Alice
intendevo che ci faccio con una giarrettiera, anche se blu, visto che non
indosso neanche le calze?” più chiaro di così posso solo provare con un
disegnino.
“Bella
è la tradizione, tu hai il bouquet da lanciare, e Ed deve sfilarti la
giarrettiera e lanciare quella, dai mettila che non abbiamo molto tempo!”
arrossisco al pensiero delle mani di Edward che risalgono le mie gambe e poi mi
filano la giarrettiera.
“Bella
ricordati che per te respirare è ancora necessario” da che mi odiava, ora
Rosalie si permette anche di farmi le battutine.
“Allora,
sono le due è ora di scendere, Bella metti le scarpe e prendi il bouquet”.
Pian
piano scendo le scale e vado verso il salone, dove mio padre mi aspetta
commosso. Appesa al suo braccio (nel senso più letterale del termine, visto che
la pazza mi ha costretto a salire su dei trampoli!), raggiungiamo la
portafinestra della sala, da lì parte la passatoia rossa che attraversa tutto
il giardino per arrivare all’altare, passando in mezzo a una vera e propria
folla.
Ma
in questo momento non mi interessa, non vedo nessuno l’unica persona che vedo è
lui, il mio fidanzato/quasi marito, il mio eroe, la mia vita stessa. Mi sta
aspettando in fondo a questo tappeto rosso, ed è bellissimo, di una bellezza
quasi imbarazzante.
Non
so spiegarmi il perché, ma ho sempre pensato che si sarebbe vestito di bianco,
e invece, a parte la camicia candida, è vestito completamente di nero. Giacca,
pantaloni, gilet, cravatta, scarpe, tutto nero.
In
qualche modo arriviamo davanti all’altare, e Charlie mi consegna ad Edward. E
questo gesto non è solo simbolico, senza un aiuto non potrei mai stare in piedi
da sola, sospetto che però la maggior responsabile del mio precario equilibrio
sia l’emozione, e non come credevo io le scarpe.
Non
ho idea di cosa abbia detto Carlisle durante la cerimonia, se sia stato bravo o
noioso o troppo lungo. Non ho sentito una parola, l’unica cosa che ricordo
della cerimonia, è stato il momento in cui ci siamo scambiati le fedi, tutto il
resto è avvolto nella nebbia più fitta.
Ad
ogni modo la cerimonia è finita nel più classico dei modi: “Sono lieto di
presentarvi il signore e la signora Cullen. Ora puoi baciare la sposa” Edward
naturalmente non se l’è fatto ripetere, e ammettiamolo anche io non aspettavo
altro. È stupendo il pensare che ora posso vantare diritti di moglie su queste
labbra, e non solo sulle labbra!
“Forza ragazzi
è ora delle foto! Andiamo muoversi non abbiamo tempo da perdere! Siamo mica qui
a pettinare le bambole!” è tornata la pazza, quasi non riesco a credere che sia
riuscita a tare ferma per tutto il tempo durante la cerimonia.
Così
ha inizio un'altra ora di tortura, nella quale mio marito (o mio dio siamo sposati non ci posso
credere!) è costretto a trascinarmi in giro per il giardino, in modo che
Alice abbia tutte le foto che ritiene sia necessario, tra l’altro mi ha fatto
fare una foto nella quale o mi trovo appollaiata su di un ramo a circa tre
metri dal suolo, ed Edward a terra che mi guarda, ma dove le vengono certe idee?
Le inventa al momento o le sogna di notte?
Nel
frattempo è iniziato il pranzo di nozze. Anzi visto che ormai sono le sei di
sera, è meglio dire che questa è la cena.
Per
qualche strano miracolo Alice ci ha lasciati tranquilli per qualche tempo,
durante il quale noi due ci siamo comportati come una normale coppia di
sposini, abbiamo intrattenuto gli ospiti, abbiamo salutato parenti e amici, e
ci siamo baciati ogni volta che qualcuno faceva partire il classico coro “Bacio, bacio, bacio...”, non è che
c’era bisogno di pregarci molto in realtà.
Ma eccola che
ricompare con una sedia.
“Bella
è ora di lanciare il Bouquet” mi dice allegra “Forza ragazze, mettetevi tutte lì! E tu Bella sali in
piedi sulla sedia, girati, e lancia!”
Io,
forte del mio ritrovato equilibrio, avendo abbandonato le scarpe sotto al
tavolo, salgo sulla sedia, do le spalle a tutte le mie amiche e lancio.
Indovinate chi l’ha preso? Alice naturalmente, che poi visto che è già sposata
non avrebbe neanche dovuto trovarsi nel gruppo.
“E
ora” continua stringendo le mie rose in mano, “la giarrettiera! Bella siediti
che così Ed te la può togliere!”
Rossa
come un peperone eseguo gli ordini il più velocemente possibile, per evitare
ulteriore imbarazzo, ma a quello ci pensa Emmett, incoraggiando il fratellino
con frasi allusive, neanche troppo velate. Anche se nel momento stesso in cui
le mani di Edward sfiorano le mie gambe, qualunque pensiero razionale svanisce
dalla mia testa, non ho nemmeno idea chi di abbia preso poi la giarrettiera,
anche se il mio maritino mi ha detto che avrebbe preferito tenerla per sé. Poco
prima dell’ora di iniziare le danze Alice mi viene vicino e mi dice che è ora
di salire a cambiarmi.
“Forza
Bella andiamo” io non ho certo la forza di oppormi, ma la mano di Edward si
allunga e la blocca.
“Dove
pensi di portare MIA moglie, sorellina?”chiede con aria minacciosa.
“A
mettersi l’altro vestito, quello blu!” ancora non capisco che bisogno c’era di
avere due vestiti, uno non bastava? Mah.
“Non
preoccuparti Alice, ci penso io ad aiutarla, dopotutto ormai ne ho pieno
diritto” dice con quel suo sorriso sghembo che mi ha fatto innamorare di lui
“Ma
Ed ci sono un sacco di nastri e di bottoni, e la sottogonna e tutto il resto,
tu non sai dove mettere le mani, rischieresti di rovinarle il vestito. Dai
smettila di giocare e non farmi arrabbiare”se guardasse me con quegli occhi, io
comincerei a correre, ma mio marito non si lascia intimidire.
“Penso
che in qualche modo riuscirò a cavarmela tra asole e nastrini” e così dicendo
mi solleva tra le braccia e comincia ad allontanarsi.
“D’accordo
Ed, ma vedi di non rovinarle i vestiti” alla fine anche lei ha dovuto
soccombere ad Edward.
“E
cerca di fare in fretta, non farti venire strane idee mentre la spogli per
cambiarla d’abito. Se tra dieci minuti non siete di nuovo giù salgo io a
controllare, e quello sì che sarebbe imbarazzante intesi?”
Ma cosa diavolo sta dicendo? Penso diventando ancora più rossa, mentre Edward mi trasporta verso la nostra stanza per farmi cambiare.
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Oddio,
ma siamo sicuri che questa è la cosa giusta, insomma io già lo so che lei è
l’unica che amerò per il resto della mia eternità, ma se poi lei si accorge di
tutti i miei difetti, che sono un precisino perfezionista, che sono un
rompiscatole, che sono geloso delle mie cose (non se è lei a prenderle certo,
ma non con gli altri), che sono geloso marcio di lei, che sono soffocante, che
sono ipercritico, che sono fermo in altri tempi, che…
“Edward!”
questo è Jasper che mi chiama, entrando nella mia camera, anzi nella nostra
camera (momentaneamente, visto che Alice l’ha sfrattata dalla loro per poter
organizzare il nostro matrimonio).
“Alice
mi ha lasciato una lista di cose, dobbiamo spuntarla man mano che le facciamo,
così poi fa più in fretta a controllare tutto” mi dice interrompendo il flusso
di pensieri autolesionistici nel quale sono caduto.
“Tua
moglie è una pazza” gli rispondo io.
“MIA moglie è anche TUA sorella se non ricordo
male” mi dice un po’ acido, e che c’è insomma, non ho mica detto niente di che,
era una semplice constatazione.
“Tengo
a sottolineare il fatto che, tra me e TUA moglie, non c’è nessun legame di
sangue!” se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i.
“Comunque
fammi vedere questa lista, che prima iniziamo prima finiamo”.
Sarò
ripetitivo, ma mia sorella è pazza, no voglio dire ha fatto una lista, non
bastava dirlo a voce? Neanche fosse il suo matrimonio.
Questo
è quello che dobbiamo controllare:
-
il mio vestito
-
i vestiti dei
testimoni [Jasper, Emmett]
-
la veste per il
pastore [Carlisle]
-
l’altare
-
il tappeto rosso
-
le sedie per gli
ospiti durante la cerimonia
-
le sedie per gli
ospiti durante il banchetto
-
i tavoli per il
banchetto
-
la pista da ballo
-
gli strumenti per
l’orchestra
-
il mio pianoforte (ho
scritto una nuova canzone per la mia Bella)
-
andare a prendere la
torta
-
andare a prendere
orchestra (non un gruppo, o un quartetto, proprio un’orchestra)
-
controllare quelli
del catering
Alla
fine di questa lista c’è anche un post scrittum: “per tutto il resto non, vi
preoccupate, ci penserò io, voi pensate solo ad essere pronti e al vostro posto
all’ora giusta, altrimenti…”
Questo
sì che mi fa paura, meglio sbrigarsi.
“Jasper
tu vai a prendere la torta e l’orchestra, io ed Emmett penseremo alle cose da
fare qui a casa” bisogna organizzarsi se non si vuole soccombere all’uragano
Alice.
Mentre
scendiamo le scale troviamo Alice e Bella davanti alla porta della camera di
mia sorella.
Come
è bella la mia fidanzata, deve essere appena uscita dalla doccia perché il suo
buonissimo profumo è particolarmente fresco, e poi ha i capelli leggermente
bagnati, vorrei darle almeno un bacio visto che mia sorella mi impedisce di
vederla da ieri, ma non faccio nemmeno in tempo a salutarla che la mia
sorellina si mette a strillare: “Vattene
Ed, non puo vedere la sposa prima del matrimonio! Porta male! Non provarci
nemmeno, te l’ho già spiegato. E ora via muoversi, sono sicura di essere stata
chiarissima con i compiti che vi ho assegnato. Muoversi! Muoversi! Muoversi!”
e così dicendo lancia letteralmente Bella dentro la sua stanza, e per fortuna
che è atterrata sul letto altrimenti erano dolori.
“Aiuto
è pazza, qualcuno mi salvi!” sento la mia piccola Bella che urla, e la
tentazione di buttare giù quella porta che Alice sta chiudendo è molto forte.
Mentre la mia
piccola è stata sequestrata da una pazza travestita da sorella, noi cerchiamo
di portare a termine i compiti che ci ha assegnato.
Jasper
esce subito con il furgone che Alice ha comprato appositamente per l’occasione,
prima deve andare alla stazione a recuperare l’orchestra per portarla a casa
nostra, e poi deve uscire di nuovo per prendere la torta (sette strati di panna
e cioccolato).
Nel
frattempo io ed Emmett prepariamo l’altare, stendiamo il tappeto rosso e
sistemiamo tutte le sedie.
A
metà mattina arrivano anche quelli del catering, che si appropriano della
nostra cucina, mentre noi ci dedichiamo ai tavoli e alle sedie per la cena, e
alla pista da ballo, portando fuori anche il mio pianoforte, così che sia
pronto per essere suonato.
Intanto
Esme e Rosalie sistemano i fiori e tutte le decorazioni che Alice ha preparato.
Ora
che riusciamo a finire tutto, nonostante la nostra forza e velocità, è
mezzogiorno e mezzo, e sembra che il nostro giardino sia un’enorme bomboniera.
“Esme,
qualcuno ha portato da mangiare a Bella? È rinchiusa in quella stanza sotto le
torture di Alice da quasi cinque ore, e non credo che Alice si sia ricordata di
farla mangiare”
“Tranquillo
Ed, ora saliamo a controllare a che punto sono, e le porto i tramezzini che le
ho preparato prima” lo sempre detto che Esme è nata per fare la mamma.
“Bene,
allora saliamo a vestirci anche noi, così siamo pronti ad accogliere gli ospiti
quando arrivano”.
Andiamo
a cambiarci anche noi, tutti nella mia stanza, anche Emmett è stato sfrattato,
perché a Rose serviva spazio per cambiarsi. Sembra che l’unica a non aver perso
la testa è Esme visto Carlisle ha ancora l’uso della sua camera. Ma di quanto
spazio ha bisogno una ragazza per vestirsi? Sarà strana Bella che quando si
deve cambiare usa il bagno di casa sua che è la metà di quello di rose, e un
quarto di quello di Alice, o sono matte le mie sorelle? Secondo me la seconda,
comunque se non da fastidio ai loro mariti, di certo non è un problema mio.
“Allora
Eddino, come ti senti? Sei agitato per quello che stai per fare?” Emmett è
proprio scemo
“No
non sono agitato per nulla., sono certo che Bella è la donna della mia vita”
“Ma
no Eddino bello, mi riferivo al tuo imminente ingresso nel mondo degli adulti”
mi dice lanciandomi un occhiataccia.
“Emmett,
lascialo stare, dai” grazie Jasper, tu sì che sei un buon fratello, il migliore
del mondo “Direi che non ha bisogno che lo prendi in giro in un momento così
importante, dopotutto è un gran passo, diventare uomini” ritiro tutto.
Appunto
mentale: ricordarsi di uccidere i miei fratelli in maniera lenta e dolorosa.
Mentre
finiamo di vestirci in silenzio sento la voce stridula di Bella:
“Alice?
Cosa me ne faccio di sta roba?” che diavolo si è inventata adesso quella pazza?
Se sento un altro strillo, tradizione o no vado giù, mi porto via Bella e al
diavolo tutto quanto.
“Come
sarebbe cosa te ne fai Bella? La prendi e te la infili sulla gamba no? Cosa ci
vuoi fare con una giarrettiera?” questa cosa comincia ad intrigarmi, forse
posso aspettare un po’ ad intervenire.
“Alice
intendevo che ci faccio con una giarrettiera, anche se blu, visto che non
indosso neanche le calze?” ho come l’impressione che Alice non capisca cosa
intenda Bella, forse dovrebbe provare con un disegnino.
“Bella
è la tradizione, tu hai il bouquet da lanciare, ed Ed deve sfilarti la
giarrettiera e lanciare quella, dai mettila che non abbiamo molto tempo!” mi si
mozza il respiro al pensiero delle mie mani che le toccano le gambe nello
sfilarle la giarrettiera. Forse quella pazza non è poi così pazza.
“Fortuna
fratellino che non ti serve respirare, altrimenti a quest’ora saresti morto” e
di certo le battutine di Emmett non mi aiutano a riacquistare compostezza. Se
fosse possibile ora sarei color pomodoro.
Ora
che siamo pronti scendiamo, e facciamo accomodare gli ospiti seguendo
rigorosamente l’ordine che ci ha dato Alice (ha stampato una pianta del
giardino, con le sedie disegnate nelle posizioni in cui le avremmo dovute
mettere e su ogni sedia ha scritto il nome di chi ci si sarebbe dovuto sedere).
Quando
finalmente è l’ora di iniziare ci posizioniamo tutti ai nostri posti, anche se
io, ormai sono così agitato che potrebbe celebrare Emmett il matrimonio, e non
avrei nulla da ridire.
Finalmente
dopo quella che mi pare un’attesa interminabile (e ve lo dice uno che ha
aspettato la sua anima gemella per novant’anni), la vedo comparire dalla
vetrata del salone, e comminare sul tappeto rosso che la porterà da me.
Forse
la parola camminare è un po’ eccessiva, diciamo che più che altro Charlie la
sta trascinando lungo la passatoia, ma neanche questo rovina la sua eleganza.
È
stupenda tutta vestito di bianco, sono contento che ha potuto rispettare a
pieno la tradizione, e poi devo ammetterlo, per un attimo ho tremato quando
nella mente di Alice ho visto passare prima un abito rosso, poi uni fucsia, ed
infine uno blu, devo ammettere che quest’ultimo non mi dispiaceva per nulla!
Carlisle
è stato molto bravo durante la cerimonia, per nulla noioso, ha raccontato in
breve (e senza i particolari sanguinolenti), la nostra storia, ha detto che è
il nostro destino stare insieme, e che condivideremo la nostra eternità. La
maggior parte degli invitati (quasi tutti direi) pensa che siano le parole di
un padre commosso, non sanno quanto invece siano vere le su sue parole, non
sanno che per noi il classico “e vissero per sempre felici e contenti” si sta
avverando realmente, non solo in senso metaforico.
Al
momento delle promesse e dello scambio delle fedi, il mio cuore morto ha
ripreso a battere solo per scoppiare di felicità.
E poi le parole
che aspetto di sentire da quando le ho chiesto di sposarmi: “Sono lieto di
presentarvi il signore e la signora Cullen. Ora puoi baciare la sposa”. Non
aspettavo altro. In pratica mi avvento sulla sua bocca, per la prima volta come
marito, non mi interessa nulla che ci siano i suoi genitori, la mia famiglia, o
i nostri amici, l’unica cosa di cui sono consapevole è che è mia, più nessuno
potrà vantare qualche diritto su di lei, se non il sottoscritto, ora e per
sempre è mia e solo mia.
“Forza ragazzi è
ora delle foto! Andiamo muoversi non abbiamo tempo da perdere! Siamo mica qui a
pettinare le bambole!” devono averle posizionato l’interruttore su off durante
la cerimonia, altrimenti non mi spiego come sia potuta stare ferma e zitta per
il tempo della funzione. Ma in questo momento non mi interessa, sono troppo
contento.
Dopo un ora di
foto in pose assurde, finalmente Alice ci lascia liberi di occuparci dei nostri
ospiti, che si stanno dedicando alla cena, anzi più che una cena è un vero e
proprio banchetto, non ho idea di quante portate abbia, l’ultima volta che ne
ho sentito parlare erano dodici, e non avevano ancora discusso del pesce, e
Bella voleva convincere mia sorella a servire a tutti pane e salame, così alla
buona. Tzè povera illusa!
Alice ci lascia
po’ tranquilli, così riesco a far mangiare qualcosa a Bella intanto che giriamo
tra i tavoli dei nostri ospiti, per salutarli e ringraziarli, e ne
approfittiamo per recitare la parte degli sposini (non è che dobbiamo poi recitare
troppo, siamo degli sposini!), baciandoci ogni volta che gli ospiti ce lo
chiedono in coro, non mi sono mai piaciuti tanto come oggi Mike Newton e i suoi
amici, visto che sono loro che fanno partire la maggior parte dei cori. E poi,
sinceramente non è che mi debba far pregare troppo per baciare mia moglie.
Ma
eccola che ricompare con una sedia.
Perché
Jasper non usa su di lei i suoi poteri e la narcotizza per, non so… i prossimi
tre secoli? Ah già, perché e suo marito e poi ne dovrebbe subire le conseguenze.
“Bella
è ora di lanciare il bouquet” dice allegra “Forza
ragazze, mettetevi tutte lì! E tu Bella sali in piedi sulla sedia,
girati, e lancia!”
E
mia moglie, un po’ più stabile grazie al fatto di essere riuscita ad
abbandonare le scarpe sotto ad un tavolo, senza farsi beccare da Alice, riesce
a salire sulla sedia dando le spalle alle sue amiche, e poi lancia il suo
bouquet.
Naturalmente
è la mia sorellina a prenderlo al volo, anche se noto che Jasper ha un aria un
po’ corrucciata, mentre le si avvicina chiedendole perché era tra le amiche di
Bella, visto che lei è già sposata. Credo tema di dover ricominciare da capo
tutta la trafila, visto quanto si è esaltata la pazza ad organizzare questo
matrimonio, nel caso io di sicuro non lo ospiterò di nuovo nella mia camera, da
oggi in poi avrò di meglio da fare.
“E ora” continua stringendole rose di bella
in mano, “la giarrettiera! Bella siediti che così Ed te la può togliere!”
Come
è dolce la mia Bella, mentre rossa come un peperone, cerca di eseguire l’ordine
più velocemente che può (credo voglia che questo momento sia il più breve
possibile).
E
di certo quello scemo di Emmett con i suoi doppi sensi non aiuta.
Nel
momento stesso che le mie mani sfiorano la sua pelle nuda ogni pensiero
razionale scompare dalla mia mente, l’unica cosa che vorrei fare è di portarla
a mille miglia da questo posto pieno di gente, e tenerla solo per me per
sempre.
La
giarrettiera di Bella è finita tra le mani di Newton, la simpatia che avevo
provato per lui durante la cena è finita istintivamente.
Appunto
manetale: dopo avere eliminato i miei fratelli il secondo della lista è Newton.
Ma come si permette di fare certi pensieri su di una donna sposata.? Visto poi
che si tratta di mia moglie!
Moglie!
Che bella parola, mi piace troppo dirla.
“Sai
piccola, avrei tanto voluto tenerla per me la tua giarrettiera”, le dico mentre
ci avviamo verso la pista da ballo, facendola arrossire ancora di più, se
possibile
“Forza Bella andiamo” cosa vuole ancora
Alice?
“Dove pensi di portare MIA moglie,
sorellina?”chiedo con una faccia che non promette nulla di buono.
“A mettersi l’altro vestito, quello
blu!” alla fine l’ha spuntata lei, e Bella ha avuto il vestito blu che voleva
mia sorella, ma sono contento, sta benissimo in blu.
“Non preoccuparti Alice, ci penso io ad
aiutarla, dopotutto ormai ne ho pieno diritto” dico lanciando a mia moglie un
sorrisetto, che, sento distintamente, le fa perdere un battito al cuore.
“Ma
Ed ci sono un sacco di nastri e di bottoni, e la sottogonna e tutto il resto,
tu non sai dove mettere le mani, rischieresti di rovinarle il vestito. Dai
smettila di giocare e non farmi arrabbiare” credo cerchi di farmi paura con
quella faccia, ma non ho intenzione di cedere, lei è mia e ci penso io a
spogliarla.
“Penso che in qualche modo riuscirò a
cavarmela tra asole e nastrini” e su questa parole la sollevo tra le mie
braccia e mi allontano.
“D’accordo Ed,
ma vedi di non rovinarle i vestiti” alla fine anche lei ha dovuto soccombere
alla mia volontà.
“E cerca di fare
in fretta, non farti venire strane idee mentre la spogli per cambiarla d’abito.
Se tra dieci minuti non siete di nuovo giù salgo io a controllare, e quello sì
che sarebbe imbarazzante intesi?”
Dopo queste parole
il colore di mia moglie ormai ha raggiunto un tonalità che non credevo neanche
esistesse.
Allora
detemi, che ne pensate? Piaciuto? Vi ha fatto sorridere almeno un pochino?
Dite, dite.
Mi sembra che
il finale così lasci molto in sospeso, ma dopotutto loro hanno un’eternità
davati, e io ho raccontato solo un giorno, quindi è normale credo che rimanga
aperta qualche questione.
Ora devo
scrivere del prossimo matrimonio, ancora non ho deciso quale sarà, ho un sacco
di idee, ma poco tempo per riordinarle.
Baci baci
Fede