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Autore: Chloe R Pendragon    10/02/2014    4 recensioni
ATTENZIONE! SPOILER 5X13!!!!
Salve a tutti gente! La storia parla del fatidico momento in cui Merlin rivela ad Arthur i suoi reali poteri, il tutto dal punto di vista del nostro amato re: spero che vi piaccia e che troviate due minuti per dirmi cosa ne pensate!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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He's a sorcerer

He’s a sorcerer.

 

La mattina seguente Arthur era esausto a causa della lunga notte trascorsa a ripensare alla sconcertante rivelazione fattagli da colui che considerava il suo amico più fidato.

Nonostante la brutta ferita che gli lacerava il fianco, nulla gli doleva più del cuore: era stato tradito molte volte dalle persone a lui più vicine, ma in quelle circostanze aveva avuto al suo fianco Merlin. Ora però non era più così; i tormentati occhi azzurri che vegliavano su di lui apparivano diversi al re di Camelot, quasi come se appartenessero ad uno sconosciuto.

Sì, era proprio così: colui che aveva davanti era un estraneo di cui non riusciva a fidarsi! Affranto da quell’amara realtà, sentì il bisogno di abbassare le palpebre, come a voler calare il sipario sulla tragica situazione in cui si trovava e da cui non riusciva ad uscire.

Non si era mai sentito tanto solo come in quel momento, per l’ennesima volta aveva perduto ogni punto di riferimento e doveva rimettere insieme i pezzi della sua anima infranta; la cosa peggiore era che una parte di sé iniziava a valutare l’ipotesi di lasciarsi morire per porre fine al suo tormento, pur sapendo di non poterlo fare.

Aveva dei doveri verso il suo popolo, la sua regina ed i suoi prodi cavalieri, per cui doveva trovare un modo per andare avanti; sarebbe stato molto più facile se fosse stato in compagnia di qualcuno in cui riponeva totale fiducia, invece al suo fianco si trovava ancora quel volto familiare ed ignoto al tempo stesso.

Per una volta la fortuna sembrava essere dalla sua parte, poiché in quell’attimo il suono di passi lenti e strascicati anticipò l’apparizione di Gaius : l’anziano medico gli era stato vicino durante la sua crescita, diventando per Arthur come un nonno saggio e premuroso, nonché un fido consigliere.

Ancora con gli occhi chiusi, sentì allievo e maestro discutere circa le erbe medicinali necessarie per guarire la profonda lesione che si aggravava con lo scorrere del tempo; una volta terminata la diatriba Merlin si allontanò, permettendo così al sovrano di mettere in guardia il saggio dottore sulla vera natura del suo giovane apprendista.

Avrebbe voluto trovare le parole più adatte, tuttavia la sua mente non riusciva a formulare frasi elaborate; non era nelle condizioni adatte per affrontare quell’argomento, visto che lui stesso non aveva superato la rabbia e l’amarezza che quella dichiarazione aveva riversato nella sua anima.

Eppure il re sentiva che quella era la cosa giusta da fare, al suo posto avrebbe voluto saperlo, anche se nel modo più indolore possibile; purtroppo non era mai stato abile in questo, difatti la verità sgorgò dalle sue labbra con un’affermazione lapidaria e carica di tensione.

“He’s a sorcerer!”

Nel dirlo afferrò il braccio del suo interlocutore con forza e gli rivolse uno sguardo fermo e deciso; lui per primo aveva stentato a crederci, per cui non lo avrebbe biasimato se avesse cercato di rifiutare l’idea.

Si era aspettato di vederlo inizialmente dubbioso, come a volersi sincerare della sua salute mentale, per poi assumere un’espressione accondiscendente nel cercare di persuaderlo circa l’impossibilità della cosa, ma non fu così che andò: ciò che lesse in quel volto segnato dall’età fu solo comprensione.

Lo sapeva già, il che poteva voler dire un’unica cosa: Merlin non si era fidato di lui, del suo sovrano nonché suo amico con cui aveva affrontato le situazioni più disparate! Quella consapevolezza lo mandò in pezzi, amplificando la già cocente delusione derivante la fatidica scoperta.

Non riuscì ad avercela con Gaius, dopotutto capiva le motivazioni per cui aveva taciuto; se il diretto interessato non aveva trovato il coraggio di dire la verità, perché mai avrebbe dovuto farlo lui a discapito della fiducia del suo protetto?

Eppure sentiva crescere dentro di sé la frustrazione nel essere sempre all’oscuro di tutto, come se le persone care lo ritenessero incapace di capirli: allora tutti gli elogi che gli venivano fatti sulla sua capacità di essere vicino al popolo di Camelot erano falsi? Come poteva comprendere gli abitanti che conosceva a malapena mentre non riusciva a rendersi conto dei problemi di chi aveva al suo fianco?

Il suo viso doveva riflettere tali sue angosce giacché il medico cercò in tutti i modi di rassicurarlo, senza intendere che era fiato sprecato: nessuno era in grado di porre fine alle sue pene, per quanto vaste fossero le nozioni in suo possesso. Era persino giunto ad elogiare gli immensi poteri del servo/mago per convincerlo a rinnovare la fiducia verso il suo apprendista, ma per Arthur tutta quella situazione appariva semplicemente assurda; Merlin l’imbranato adesso era il più grande stregone di sempre? Ai suoi occhi era semplicemente inverosimile …

Un fruscio nelle vicinanze lasciò intendere loro che non erano più soli, per cui la discussione venne chiusa con quella ridicola affermazione. Il servitore si avvicinò a Gaius per comunicargli qualcosa in un concitato scambio di sussurri; il re riuscì a carpire solo poche parole, per lo più inerenti all’urgenza di raggiungere un certo luogo, e questo bastò per raggelarlo.

Era restio all’idea di restare da solo con il mago nel viaggio verso casa, figurarsi al pensiero di doversi recare in terre sconosciute senza nessuno di cui potersi fidare! Non poté fare a meno di voltarsi quando il suo amico di un tempo gli si inginocchiò al fianco, cercando di spiegargli che dovevano cambiare direzione in quanto ne andava della sua vita e che lui non aveva intenzione di lasciarlo morire.

Tsk! Questa poi era bella: aveva stroncato il suo spirito con l’ammissione della sua natura, ed ora lo esortava a resistere per sopravvivere? Che faccia tosta che si ritrovava …

Fu allora che il saggio dottore gli suggerì di riposarsi ancora un po’, in modo da prendersi il tempo necessario per mandare giù l’amaro boccone: il sovrano avrebbe voluto alzarsi e dirgli che l’unica cosa che gli occorreva era tornare a Camelot in mezzo ad amici leali e sinceri, invece si rese conto di quanto fosse esausto il suo corpo, per cui fu costretto ad abbandonarsi ad un sonno ristoratore, seppur popolato da incubi …

 

Spazio di Chloe:

Hellooooooooo!!!!! Ebbene sì: ho deciso di continuare la storia! Per questo devo ringraziare un paio di persone:

1.     chibisaru81 e brin leah: vi ringrazio di cuore per le recensioni, le vostre parole mi hanno dato una carica enorme!

2.     Baka Lolita e Anna Tentori: sono felice che vi sia piaciuto il primo capitolo, spero che il secondo non sia da meno *o*

3.     Le mie amiche A, E ed F: non vi ringrazierò mai abbastanza per il sostegno che mi date ^^

Mi auguro di non deludere nessuno con questo secondo capitolo, entro la prossima settimana spero di poter pubblicare il terzo: se trovate due minuti scarsi fatemi sapere che ne pensate, tengo tantissimo alle vostre opinioni, incluse quelle dei “lettori silenziosi”!

Vi aspetto con ansia: baci,

 

Chloe.

  
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