He’s a sorcerer.
La mattina seguente
Arthur era esausto a causa della lunga notte trascorsa a ripensare alla
sconcertante rivelazione fattagli da colui che considerava il suo amico più
fidato.
Nonostante la brutta
ferita che gli lacerava il fianco, nulla gli doleva più del cuore: era stato
tradito molte volte dalle persone a lui più vicine, ma in quelle circostanze
aveva avuto al suo fianco Merlin. Ora però non era più così; i tormentati occhi
azzurri che vegliavano su di lui apparivano diversi al re di Camelot, quasi
come se appartenessero ad uno sconosciuto.
Sì, era proprio così:
colui che aveva davanti era un estraneo di cui non riusciva a fidarsi! Affranto
da quell’amara realtà, sentì il bisogno di abbassare le palpebre, come a voler
calare il sipario sulla tragica situazione in cui si trovava e da cui non
riusciva ad uscire.
Non si era mai
sentito tanto solo come in quel momento, per l’ennesima volta aveva perduto
ogni punto di riferimento e doveva rimettere insieme i pezzi della sua anima
infranta; la cosa peggiore era che una parte di sé iniziava a valutare
l’ipotesi di lasciarsi morire per porre fine al suo tormento, pur sapendo di
non poterlo fare.
Aveva dei doveri
verso il suo popolo, la sua regina ed i suoi prodi cavalieri, per cui doveva
trovare un modo per andare avanti; sarebbe stato molto più facile se fosse
stato in compagnia di qualcuno in cui riponeva totale fiducia, invece al suo
fianco si trovava ancora quel volto familiare ed ignoto al tempo stesso.
Per una volta la
fortuna sembrava essere dalla sua parte, poiché in quell’attimo il suono di
passi lenti e strascicati anticipò l’apparizione di Gaius : l’anziano medico
gli era stato vicino durante la sua crescita, diventando per Arthur come un
nonno saggio e premuroso, nonché un fido consigliere.
Ancora con gli occhi
chiusi, sentì allievo e maestro discutere circa le erbe medicinali necessarie
per guarire la profonda lesione che si aggravava con lo scorrere del tempo; una
volta terminata la diatriba Merlin si allontanò, permettendo così al sovrano di
mettere in guardia il saggio dottore sulla vera natura del suo giovane
apprendista.
Avrebbe voluto
trovare le parole più adatte, tuttavia la sua mente non riusciva a formulare
frasi elaborate; non era nelle condizioni adatte per affrontare
quell’argomento, visto che lui stesso non aveva superato la rabbia e l’amarezza
che quella dichiarazione aveva riversato nella sua anima.
Eppure il re sentiva
che quella era la cosa giusta da fare, al suo posto avrebbe voluto saperlo,
anche se nel modo più indolore possibile; purtroppo non era mai stato abile in
questo, difatti la verità sgorgò dalle sue labbra con un’affermazione lapidaria
e carica di tensione.
“He’s
a sorcerer!”
Nel dirlo afferrò il
braccio del suo interlocutore con forza e gli rivolse uno sguardo fermo e
deciso; lui per primo aveva stentato a crederci, per cui non lo avrebbe
biasimato se avesse cercato di rifiutare l’idea.
Si era aspettato di
vederlo inizialmente dubbioso, come a volersi sincerare della sua salute
mentale, per poi assumere un’espressione accondiscendente nel cercare di
persuaderlo circa l’impossibilità della cosa, ma non fu così che andò: ciò che
lesse in quel volto segnato dall’età fu solo comprensione.
Lo sapeva già, il che
poteva voler dire un’unica cosa: Merlin non si era fidato di lui, del suo
sovrano nonché suo amico con cui aveva affrontato le situazioni più disparate!
Quella consapevolezza lo mandò in pezzi, amplificando la già cocente delusione
derivante la fatidica scoperta.
Non riuscì ad
avercela con Gaius, dopotutto capiva le motivazioni per cui aveva taciuto; se
il diretto interessato non aveva trovato il coraggio di dire la verità, perché
mai avrebbe dovuto farlo lui a discapito della fiducia del suo protetto?
Eppure sentiva
crescere dentro di sé la frustrazione nel essere sempre all’oscuro di tutto,
come se le persone care lo ritenessero incapace di capirli: allora tutti gli
elogi che gli venivano fatti sulla sua capacità di essere vicino al popolo di
Camelot erano falsi? Come poteva comprendere gli abitanti che conosceva a
malapena mentre non riusciva a rendersi conto dei problemi di chi aveva al suo
fianco?
Il suo viso doveva
riflettere tali sue angosce giacché il medico cercò in tutti i modi di
rassicurarlo, senza intendere che era fiato sprecato: nessuno era in grado di
porre fine alle sue pene, per quanto vaste fossero le nozioni in suo possesso.
Era persino giunto ad elogiare gli immensi poteri del servo/mago per
convincerlo a rinnovare la fiducia verso il suo apprendista, ma per Arthur
tutta quella situazione appariva semplicemente assurda; Merlin l’imbranato
adesso era il più grande stregone di sempre? Ai suoi occhi era semplicemente
inverosimile …
Un fruscio nelle
vicinanze lasciò intendere loro che non erano più soli, per cui la discussione
venne chiusa con quella ridicola affermazione. Il servitore si avvicinò a Gaius
per comunicargli qualcosa in un concitato scambio di sussurri; il re riuscì a
carpire solo poche parole, per lo più inerenti all’urgenza di raggiungere un
certo luogo, e questo bastò per raggelarlo.
Era restio all’idea
di restare da solo con il mago nel viaggio verso casa, figurarsi al pensiero di
doversi recare in terre sconosciute senza nessuno di cui potersi fidare! Non
poté fare a meno di voltarsi quando il suo amico di un tempo gli si inginocchiò
al fianco, cercando di spiegargli che dovevano cambiare direzione in quanto ne
andava della sua vita e che lui non aveva intenzione di lasciarlo morire.
Tsk! Questa poi era
bella: aveva stroncato il suo spirito con l’ammissione della sua natura, ed ora
lo esortava a resistere per sopravvivere? Che faccia tosta che si ritrovava …
Fu allora che il
saggio dottore gli suggerì di riposarsi ancora un po’, in modo da prendersi il
tempo necessario per mandare giù l’amaro boccone: il sovrano avrebbe voluto
alzarsi e dirgli che l’unica cosa che gli occorreva era tornare a Camelot in
mezzo ad amici leali e sinceri, invece si rese conto di quanto fosse esausto il
suo corpo, per cui fu costretto ad abbandonarsi ad un sonno ristoratore, seppur
popolato da incubi …
Spazio
di Chloe:
Hellooooooooo!!!!!
Ebbene sì: ho deciso di continuare la storia! Per questo devo ringraziare un
paio di persone:
1.
chibisaru81
e brin leah: vi ringrazio di cuore per le recensioni, le vostre parole mi hanno
dato una carica enorme!
2.
Baka
Lolita e Anna Tentori: sono felice che vi sia piaciuto il primo capitolo, spero
che il secondo non sia da meno *o*
3.
Le mie
amiche A, E ed F: non vi ringrazierò mai abbastanza per il sostegno che mi date
^^
Mi auguro di non deludere nessuno con
questo secondo capitolo, entro la prossima settimana spero di poter pubblicare
il terzo: se trovate due minuti scarsi fatemi sapere che ne pensate, tengo
tantissimo alle vostre opinioni, incluse quelle dei “lettori silenziosi”!
Vi aspetto con ansia: baci,
Chloe.