And please, please
don't cry
remember why i fell in love with you
smile
don't cry
remember why i fell in love with you
smile
Ero a disagio.
Lui era in piedi di fronte a me con lo sguardo gelido e gli occhi color dell'oceano fissi nei miei, qualche ciuffo corvino che ricadeva come annoiato sulle ciglia immobili. Quegli occhi spaventosamente vuoti mi spogliavano di ogni difesa, di ogni sicurezza o bugia. Lasciavano solo un vago senso di disagio che si insinuava fin sotto la pelle e pulsava nelle vene, mentre brividi sinistri si rincorrevano lungo la schiena. Non lo conoscevo. O si? Non lo sapevo pių, di certo non era pių il tenero angioletto che mi si era presentato qualche settimana prima. Il cambiamento era stato brusco, doloroso. I suoi lineamenti, una volta dolci e attraenti, erano duri e contratti. Il volto compresso in una perenne smorfia indifferente che nascondeva alla bell'e meglio una disperazione inumana. Mi fissava. Non una parola, non un gesto. Si limitava a stare lė e a distruggermi piano con quello sguardo tagliente. Non era arrabbiato, nč impazzito. Aveva lo sguardo duro e smarrito del giovane soldato che esegue un ordine. Un lampo di tristezza gli balenó timido sulle pupille rese minuscole dalla tanta luce del mattino. Faceva freddo. Ma non sapevo se era dentro di me o fuori, nel mondo.