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Autore: kisskiss12345    10/02/2014    2 recensioni
[One direction][One direction][One direction]Che dire di Jackie, è una ragazza come tutte le altre, o almeno è questo che lei pensava. Ma lei era diversa, lei non amava andare in discoteca, ubriacarsi folleggiare con tutti. Lei amava stare a casa con un bel libro e una tazza di tè sulle ginocchia, oppure adorava andare nel piccolo boschetto che si trovava dietro casa sua. Sì, Jack -come la chiamavano tutti-, abitava nella periferia della piccola città di Salisbury nella contea del Wiltshire. In questa cittadina sconosciuta a molti, vi abitavano anche Luois William Tomlison e Harry Edward Styles due ragazzi con caratteri completamente diversi tra loro, ma talmente uguali da amare le stesse cose. Bhè Louis era il solito ragazzo solare, con il sorriso stampato sempre sulle labbra, che tutti ammiravano nella piccola scuola che frequentava. Harry, oh Harry, si può definire un ombra, un fruscio tra le foglie, ma si può definire anche come un lampo in mezzo ad una tempesta, una pioggia estiva, un flash di una macchina fotografica. Insomma lasciava il segno. Come faranno ad intrecciarsi le storie di questi tre ragazzi ignari di tutto? E cosa potrebbe succedere se i segreti che per anni erano stati coperti con avidità venissero tirati fuori?
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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*Jackie*

Teenage dreams in a teenage circus

Running around like a clown on purpose

Who gives a damn about the family you come from?
No givin' up when you're young and you want some”

La voce squillante e melodiosa di Mika dava inizio ad un'altra delle mie noiose e grigie giornate in questa piccola cittadina dimenticata da tutti. Lasciando i pensieri depressi in un angolino della mia mente, mi diressi al piano inferiore, in cucina. Lì c'era mia madre che, tutta indaffarata, era impegnata a preparare la colazione a me e a mio fratello

: 'Giorno ma!- la salutai con la voce ancora un po' impastata dal sonno

: Ciao tesoro, dormito bene? - chiese senza voltarsi per guardarmi, ma continuando ad osservare i fornelli.

: Sì, a parte il fatto che quello stupido di Liam è tornato alle 4.00 e ha fatto un macello!- dissi alterandomi.

: Dai Jack lo conosci! Tuo fratello ha la delicatezza di un rinoceronte- disse lei girandosi verso di me e dandomi una piccola sberla sul braccio – Comunque ecco la tua colazione, proprio come piace a te! Vado a chiamare tuo fratello. - disse dandomi un bacio sulla guancia e dirigendosi al piano superiore. Io sorridendole mi fiondai sul mio piatto. Era pieno di ciambelle e una tazza fumante di tè era posata al suo fianco. Nel giro di dieci minuti il piatto e la tazza erano completamente vuoti, così mi alzai per metterli a lavare, in quel momento entrò nella stanza Liam, che appena mi passò affianco mi diede uno scappellotto.

: Ahi! Ma che sei scemo? - chiesi massaggiandomi dietro la testa.

: No, sono Liam! - disse cercando di fare lo spiritoso – Impara a stare zitta qualche volta Jay, per colpa tua mamma è venuta a rompere perchè sono tornato tardi.- disse con fare canzonatorio.

: Se magari impari a fare più piano e a non svegliare anche i morti quando torni a casa, mamma non ti rompe, no? - dissi tenendogli testa.

: Pfff, quanto sei stupida. Se magari anche tu ti trovassi degli amici e uscissi ogni tanto di casa, non saresti così acida! - affermò

: Sei un stronzo! - disse alzandomi e spostando rumorosamente la sedia su cui ero seduta. Corsi in camera mia, non curante delle grida di mia madre che diceva di smettere di litigare una buona volta e essere dei bravi fratelli “Che si fotta Liam, che si fottano gli amici. Io non ho bisogno di amici, i ragazzi e le ragazze della mia età sono tutti stupidi, così dannatamente stupidi!” Mi vestii velocemente, nel giro di venti minuti ero davanti alla porta di casa, con un paio di jeans attillati, un maglione rosso e delle converse bianche. Era Novembre, ma la temperatura era ancora abbastanza alta, infatti indossavo solo un giacchetto di pelle. Anche se era domenica, la piccola strada davanti a casa era deserta. Magari vi starete chiedendo perchè sono in giro la domenica mattina alle 10...Bhè diciamo che non mi piace stare in casa dopo aver litigato con mio fratello. In verità non mi piace proprio stare in casa. Io amavo quel piccolo boschetto che si trovava ad una ventina di metri dalla mia abitazione. Non era molto, ma aveva un non so che di misterioso. A volte leggevo, altre ascoltavo la musica, altre volte ancora cantavo. Sapevo che non mi avrebbe sentita nessuno, dopotutto ero in mezzo ad un bosco dove difficilmente la gente vi ci si addentrava. Ritornando a quella fresca domenica mattina di Novembre, presi il solito sentiero che portava al mio “rifugio”, come mi piaceva chiamarlo. Quella mattina non avevo voglia né di leggere né di ascoltare musica. Le cose che mi aveva detto Liam, mi avevano ferito, dovevo riflettere e il bosco era il posto più adatto per farlo. Adesso che ci penso io e Liam ci assomigliamo molto fisicamente, cosa anche logica dato che siamo gemelli. Abbiamo entrambi i capelli castani mossi, occhi marroni, abbastanza comuni, ma i miei, a differenza dei suoi, hanno una lieve sfumatura sul verde. Io ho i capelli lunghi fino a poco sotto le spalle, di solito li tengo sciolti o legati in una traccia, come me la faceva sempre papà. Oh che stupida, non vi ho detto di mio padre, bhè lui purtroppo è venuto a mancare 7 anni fa, quando io avevo 10 anni, per colpa di un idiota che non ha rispettato lo stop. Quando ero piccola portavo i capelli lunghi fino al sedere, papà mi faceva sempre la traccia dicendomi che ero la sua Raperonzolo. Avevo un rapporto bellissimo con mio padre e mi piace pensare che lui sia ancora qui, al mio fianco: nel vento che soffia tra le foglie degli alberi del bosco, nella carezza di mia madre, nei rimproveri di mio fratello. Quella mattina, seduta sulla roccia, pensai a quanto era ingiusto il mondo. Nel giro di 4 anni avevo perso mio padre e la mia migliore amica. Sì, non sono sempre stata la tipica asociale senza amici, non che sia mai stata una tipa estroversa e chiacchierona, ma prima di amici ne avevo eccome. Poi tutto è cambiato, è bastata una stupida notte e tutto è cambiato. Quella mattinata si prospettava ricca di nostalgia e tristezza - Alla grande Jay! - pensai.

 

*Liam*

Ok lo ammetto sono un grande stronzo. Mi dispiace litigare con lei ma a volte è così irritante che non la sopporto e le cose mi escono dalla bocca senza che io prima le abbia elaborate. Ora sarà sicuramente in quello stupido bosco a leggere o fare qualcos'altro di altrettanto stupido. Le voglio bene, ma dopo la morte di papà è cambiata, non è più la Jay di un tempo: quella bambina spensierata che vagava per casa pensando di essere un principessa, no, era cambiata drasticamente dopo l'incontro che ha fatto con la realtà. È cambiato in tutto, da come si veste e come parla, sopratutto con me e sopratutto quando la chiamo Kiki. So che odia quando lo faccio infatti cerco di evitarlo. Era come la chiamava sempre papà, e anch'io, però, bhè, l'ho detto che è cambiata. Con queste riflessioni scorre la mia domenica mattina passata stravaccato sul divano facendo zapping alla televisione per cercare qualcosa di decente su cui soffermare la mia attenzione, ma a quanto pare niente era abbastanza soddisfacente. È ora di pranzo, mamma non c'è: è andata dalla nonna per tutta la giornata e penso che ci resterà anche la notte. Jay non è ancora tornata invece. Ok lo so che è stupido, ma sto iniziando a preoccuparmi. Lei non arriverebbe mai tardi a pranzo, o comunque a qualsiasi pasto, ama mangiare, è una delle cose che preferisce. Comincio a preparare qualcosina da mettere sotto i denti, così...tanto per alleviare la tensione. Niente, non serve a niente. Sono le 15 e lei è fuori da stamattina alle dieci, non è normale stare in una merda di bosco cinque ore. *Calmati Liam, si sarà addormentata mentre ascoltava un po' di musica* cerco di tranquillizzarmi facendo un profondo sospiro *adesso prendi quel libro di chimica e ti metti a studiare dato che domani hai il test, e se vuoi passarlo con un voto decente ti conviene veramente studiare* Devo dare ragione alla mia coscienza, anche perchè così posso distrarmi un po' dalla preoccupazione che mi sta divorando in questo momento. Prendo il libro, un evidenziatore, e con una camminata blanda mi dirigo verso il divano marroncino che abbiamo in sala. Dopo un tempo indeterminato di studio folle, almeno per me, alzo gli occhi all'orologio che è appeso alla parete bianca della sala, vicino a alle tante foto di famiglia. Cazzo. Sono le 19. Rifacciamo il punto della situazione...Ho litigato con Jackie. Lei è uscita alle 10 per andare al bosco. Non è tornata per pranzo. Mi sono messo a studiare. Adesso sono le 19 e lei ancora non è a casa. È il caso di preoccuparsi? Sì lo è. Corro al piano superiore per prendere il mio cellulare, cerco tra i vestiti sparpagliati su una sedia e lo trovo nella tasca dei jeans che indossavo ieri sera.
*Ok, devo stare calmo, magari ha perso solo la cognizione del tempo* respiro * Cognizione del tempo un cazzo, se mi risponde giuro che la uccido* altro respiro *Mantieni la calma e non fare il coglione, chiamala muoviti!* Ok dopo aver avuto quest'avvincente scambio di insulti con la mia coscenza decisi di comporre il numero...

  
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