Capitolo due
Sono stesa sul divano in salotto. Avevo fortunatamente ritrovato il foglio con su scritto l’indirizzo nella tasca della borsa. Continuavo a fare zapping con il telecomando, non c’era niente di realmente interessante in televisione dopo un po’ mi fermaì. Avevo trovato uno dei miei film preferiti, Pretty Woman. Era già a metà, ma non mi interessava, volevo guardarlo lo stesso.[…]
Sulla televisione scorrevano tutti i sottotitoli. Un momento che ore erano?
Presi il cellulare dal comodino e lo sbloccai, lo schermo segnavano le 14:40, avevo fatto tardi. Saltai giù dal divano e iniziai a correre su per le scale,dovevo sbrigarmi! Entrai in camera di corsa per poi dirigermi velocemente verso la valigia, non l’avevo ancora svuotata, ci penserò domani mattina. Iniziai a cercare la mia felpa rosa con la croce bianca, regalatomi da mia zia per il mio compleanno. Amavo quella felpa, o meglio amavo le felpe, larghe e lunghe buone per coprire gli anelli di grasso e le poche cicatrice rimaste. Ripresi i jeans chiari di questa mattina, e le mie vecchie e solite converse. Mi diressi correndo verso il bagno. Tolsi la tuta che avevo indossato per stare più comoda e indossai quello che avevo scelto. Iniziai a spazzolare i miei lughi capelli color grano prima correre fuori prendendo velocemente le chiavi e il cellulare,chiusi e iniziai a correre verso la piccola libreria che si scorgeva in lontananza. I capelli svolazzavano mentre correvo, andandomi sul viso. Ed eccolo lì ad una decina di metri da me che mi sorrideva pieno di dolcezza. Ma cos’era quel ragazzo, un angelo ?
«Hei Niall scusa per il ritardo!» Avevo ancora un leggero fiatone per la corsa.
«Non hai fatto tardi! Vogliamo incamminarci verso lo Sturbucks? Ehm ho un po’ di fame, è solo che non ho mangiato per tutta la mattinata. » annuì sorridendogli, dopotutto anch’io non avevo mangiato niente poiché il frigo era praticamente vuoto. Iniziammo ad incamminarci poi prese parola.
«Da dove vieni ?» mi chiese interrompendo il silenzio.
«Bradford» Risposi senza alcuna esitazione poi continuai «e tu?» «Mullingar, nella mia amata Irlanda» aveva un tono fiero che aveva un so che di buffo così risi leggermente
«Mi racconti perché sei qui?» chiese poi
«E’ una storia lunga» risposi sorridendo leggermente
«Abbiamo tutto il tempo che vuoi! Dai eccolo lì lo Sturbucks corriamo!» Mi prese la mano, ed iniziammo a correre verso l’entrata ridendo mentre delle piccole goccioline ricadevano sui nostri due visi. Ed ecco che iniziò a piovere sempre di più. Entrammo dentro il locale oramaì zuppi e ci accomodammo in un posticino leggermente appartato. Una ragazza di circa la nostra età si avvicinò a noi con un block notes.
«Hei Niall!» Aveva una voce squillante, ma non fastidiosa, al contrario, trasmetteva spensieratezza.
«Ciao Laila il solito!» sorrise ed annuì e poi si rivolse verso di me con ancora quel sorriso stamapato sul suo viso
«Per me del thé caldo ed un muffin al cioccolato» annuì prima di andarsene.
«Dai racconta» annuì per poi pensare che mi ritrovavo in un bar a fare pranzo con un muffin e del thè e raccontavo la mia storia ad u “mezzo” sconosciuto. Risi e poi iniziaì a raccontare mentre Laila portò la mi ordinazione insieme a quella di Niall.