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Autore: meggy_isa    16/06/2008    0 recensioni
La metropolitana era affollatissima quel giorno. Una ragazza dai capelli neri e lucenti riuscì ad uscire con molta fatica dalla folla di gente che le impediva il passaggio... ps: scusate, adesso l'ho messo l'html :-P
Genere: Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 – The last breath

Capitolo 14 – The last breath

 

Piton, Bianca e il ragazzo biondo correvano ancora lungo i corridoi di Hogwarts. Svoltarono e uscirono all’aperto; ormai era notte fonda: le stelle brillavano indifferenti di fronte alla battaglia che stava giungendo al termine. La strega si voltò e vide Harry che li inseguiva. La ragazza si bloccò e urlò: -Piton!-

Il mago si girò e incrociò lo sguardo irato e pieno di odio del ragazzo. Harry corse ancora più velocemente, mentre Piton gridò: -Bianca! Draco! Correte via!

-Io non ti lascio qui!- protestò la strega mentre Draco correva verso i cancelli del castello.

-Non fare la stupida! Vattene!- Piton la guardò e lei non ebbe il coraggio di contraddirlo: sembrava invecchiato di tanti anni in pochi secondi. Si girò e corse fuori dal castello insieme a Draco, che immediatamente si Smaterializzò. Bianca invece rimase davanti al cancello, con le spalle rivolte a Hogwarts e le mani fra i lunghi capelli neri. Non voleva andare via, voleva solo parlare con suo padre: che cosa stava succedendo? Che cosa significa “è finita”? Che cosa era finito? E perché stavano scappando via?

Desiderava che tutto finisse al più presto: aveva fitte lancinanti alla spalla e al fianco, era esausta e in pena per gli altri che ancora lottavano. Non poteva tornare ad aiutarli: doveva parlare con Piton e fargli tutte quelle domande che le salivano in gola non trovavano risposta.

Udì delle urla. Le urla di suo padre. Bianca si girò e vide un Ippogrifo attaccarlo con i suoi artigli.

-NO! Incarceramus!- strillò la ragazza immobilizzando l’animale. Piton corse fino ad afferrare il braccio di Bianca e si Smaterializzò insieme a lei. Qualche istante più tardi si ritrovarono tutti e due distesi sopra il terriccio: dopo qualche secondo la ragazza realizzò che si erano Materializzati in un parco nei pressi di York; conosceva quel posto perché ci andò qualche anno prima con Penelope per fare un pic-nic. In quel luogo vi erano soprattutto querce alte e frondose, e attraverso i rami filtrava debolmente la luce bianca della luna.

Piton si rimise subito in piedi, mentre Bianca rimase sdraiata: prese la bacchetta e si medicò le ferite che ancora le dolevano; poi si alzò e si voltò verso il professore, che le dava le spalle.

-Vuoi degnarti di darmi qualche spiegazione?

L’uomo non aprì bocca, e continuò a rimanere voltato. Bianca lo guardò ancora, in attesa di risposta. Tra loro c’era solo un innaturale silenzio, interrotto ogni tanto dal fruscio del vento tra le foglie degli alberi. Bianca desiderava con tutte le sue forze che parlasse.

 

 

E non si rendeva conto che quel silenzio le stava rispondendo.

 

 

Quel silenzio urlava nelle sue orecchie.

 

 

E lei non voleva ascoltarlo.

 

 

-Ho ucciso Silente- disse, ancora girato di spalle, dopo quello che le sembrò un secolo

Bianca non riuscì a pronunciare nemmeno una parola: l’aria le si ghiacciò nei polmoni

 

 

Il silenzio continuava a massacrarle i timpani.

 

 

-Ho ucciso Silente. Hai capito quello che ti ho detto? L’ho ucciso, ammazzato come una mosca- ribadì voltandosi e mostrando un ghigno belluino sul viso cinereo.

Bianca smise di respirare. Il volto di suo padre la fece tremare: non voleva crederci, ma era la verità, nuda e cruda, fredda e crudele come lo sguardo di quell’uomo. Non poteva essere suo padre… non poteva essere la figlia di quel mostro… perché era questo che era: un mostro assetato di sangue, privo di scrupoli, falso e meschino.

-Che ne dici, andiamo a festeggiare?- chiese ironico, con il sorriso che si allargava maligno sul viso. Aveva superato ogni limite…

-BESTIA!- il suo grido echeggiò fra le querce. Ormai era guidata dalla cieca collera: strinse più forte la bacchetta che aveva ancora in mano e lo Schiantò. L’incantesimo lo colpì in pieno petto, e l’uomo cadde a terra, ma non aveva intenzione di difendersi. Bianca corse verso di lui, la bacchetta fremeva nella sua mano: la puntò contro Piton e diversi tagli apparvero sui suoi vestiti, che si tinsero di vermiglio sangue.

Voleva farlo soffrire, proprio come egli aveva fatto soffrire lei. L’aveva presa in giro… non gli importava assolutamente niente di lei, era solo la fiera marionetta di Voldemort, e non aveva alcuna intenzione di proteggere il mondo magico… lo voleva solo soggiogare… adesso capiva che cosa lo aveva spinto, e cosa lo spinge ad essere un Mangiamorte.

Fama…

Gloria…

Potere…

Sentiva l’odio bruciarle dentro come fuoco: si era sporcato di nuovo le mani di sangue, fregandosene delle conseguenze.

Fregandosene di sua figlia.

Si trovava in piedi di fronte a Piton, che nonostante i tagli non emise nemmeno un flebile lamento.

 

 

Il silenzio la tormentava…

 

 

Voleva che urlasse di dolore, che spezzasse quel silenzio, proprio come aveva fatto con la vita di Silente…

…Silente… rivide il suo volto sereno e sorridente, i capelli e la barba argentati, gli occhi azzurri e limpidi, che non guarderanno più nulla…

Per colpa di quella sudicia bestia, che rimaneva lì, distesa e muta, sanguinante ma sorridente… voleva strappargli quel ghigno dalla faccia…

-CRUCIO!- urlò Bianca. Piton si irrigidì e assunse una posizione innaturale: la schiena si inarcò, mentre braccia e gambe erano spinte all’indietro, come se qualcuno le stesse ripiegando verso la colonna vertebrale. Bianca rimase paralizzata e bloccò subito la maledizione… era disgustata da ciò che aveva fatto, però ciò non placò la sua ira, che aumentava in proporzione alla gioia che era dipinta sul volto di Piton.

L’uomo rise, la guardò e la schernì: -Cosa pensavi di fare? Cosa volevi ottenere? Volevi farmi male?- la sua risata echeggiò tra gli alberi –STUPIDA STREGA DA QUATTRO FALCI!- urlò infine Schiantandola. Bianca riuscì solo ad attutire il colpo, che la fece indietreggiare.

-Posso farti urlare di dolore anche senza la Cruciatus!- le puntò la bacchetta e gridò: -Suplicium!-

La ragazza non fece in tempo a difendersi da quell’attacco fulmineo, e dovette subire gli effetti dell’incantesimo: la vista le si oscurò e dopo qualche secondo Piton e il parco sparirono, per far posto a orrende visioni. C’era sangue fresco e rappreso da tutte le parti… occhi vitrei fissati su di lei… corpi orrendamente mutilati… persone che piangevano e urlavano, straziate dal dolore…

Bianca strinse i suoi capelli tra le mani e cadde in ginocchio. Piangeva e urlava… non voleva guardare, e desiderava che quelle visioni sparissero… provava una sofferenza mai provata prima; una sofferenza cupa, nera, terribile e infinita…

Piton sorrideva compiaciuto: stava andando tutto secondo i piani…

Interruppe l’incanto e la ragazza si gettò distesa a terra, scossa dai singhiozzi: con quella maledizione si poteva torturare la mente…

Con molta fatica la strega si rimise in piedi: doveva strappare quello schifoso ghigno dalla faccia di Piton, a costo di rimetterci la pelle…

Con una rapidità che il professore non si aspettava da una ragazza così malridotta, Bianca scagliò un raggio azzurro contro il suo avversario. Piton si piegò, reggendosi il torace; gli sembrò di aver ricevuto una decina di coltellate in pieno petto… l’uomo tossì, e parecchie gocce di sangue caddero sul campo di battaglia.

-Questo incantesimo ti stritola gli organi interni fino a quando non avrai più la forza di respirare- disse Bianca, guardando l’orrore negli occhi di Piton e gioendo selvaggiamente per il suo dolore. Si preparò a scagliare il colpo finale, ma il professore respinse l’attacco. I due continuarono a duellare senza tregua.

Padre contro figlia. Gocce dello stesso mare, lacrime dello stesso pianto, stelle dello stesso cielo che si dilaniavano a vicenda come due fiere.

Il buio era ormai lacerato dai lampi di luce. Il silenzio era ormai frantumato dal frastuono dell’odio, del rancore e della guerra.

Lottavano ancora, e avrebbero lottato fino all’ultimo respiro, fino a consumare le ultime energie, fino a quando uno solo sarebbe rimasto in piedi.

Piton infine scagliò una potente fattura contro Bianca, ormai al limite delle forze. Il raggio magenta la colpì in pieno, con una furia tale da farla volare per qualche metro prima di toccare terra. La ragazza cadde con un tonfo sordo, inerte e immobile. Il professore rimase al suo posto, raggelato, osservando il corpo di Bianca. Con passi lenti e pesanti andò verso sua figlia. La guardò ancora, si abbassò il cappuccio del nero mantello sul capo e si chinò per prendere tra le braccia la sua bambina. Le sistemò la bacchetta in una tasca del mantello e la sollevò. Quando si rialzò in piedi la testa di Bianca ciondolò all’indietro. La sistemò meglio tra le braccia, per evitare di spezzarle l’osso del collo; poi si Smaterializzò. Il parco sparì, per far posto ad una via periferica di Londra, illuminata fiocamente da alcuni lampioni. Camminò nella notte sulla strada deserta; svoltò in un viottolo sporco e particolarmente buio e poi posò una mano sul muro che gli si era presentato davanti. L’ostacolo si dissolse e al suo posto vide il cancello spalancato del cimitero di Hallow Street. Quella sera non c’era nessuno all’entrata: Piton avanzò sul terreno ciottolato, fra le lapidi rischiarate dalla pallida luce della luna. Si fermò di fronte ad una croce di ametista. Piton posò Bianca davanti alla lapide di sua madre. Le accarezzò il viso e rimase qualche attimo a contemplare sua figlia… era andato tutto secondo i piani…

-Spero di aver fatto la cosa giusta per te- sussurrò Piton, che si allontanò a passi svelti dal cimitero.

 

 

                                                          FINE(?)

 

 

Tutti i personaggi che sono apparsi nella storia sono stati ideati da J. K. Rowling, Bianca Rose e altri personaggi o luoghi che non sono presenti nei libri di Harry Potter sono di mia invenzione. Desidero ringraziare coloro che hanno letto il mio racconto! Spero di non avervi annoiato!

Inoltre volevo dire che la mia storia non è ancora completamente conclusa…J

  
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