Ripartirono
il giorno dopo. Dirk,
Tyb e Garry si comprarono un cavallo per ognuno, e partirono poco dopo
l'alba.
Nonostante fosse spuntato il sole, sotto gli alberi c'era ancora buio,
e Cass,
che stava in testa alla fila, dovette accendere una lanterna.
Mentre avanzavano, le ombre
sembravano allungarsi per cercare di afferrarli. Dirk ebbe un brividio
freddo,
che gli scese lungo la schiena. Non gli capitava spesso, ma forse era
quella
foresta ad inquietarlo. Dopo un po' fortunatamente alcuni raggi solari
riuscirono a perforare lo spesso tetto verde, e la lanterna non fu
più
necessaria. Dirk però non riuscì ad impedire che
una leggera ansia si
impadronisse di lui.
Prese a gettare occhiate cariche
di sospetto davanti e dietro di sé, ai suoi lati e perfino
sotto e sopra, ma
nonostante tutte le sue precauzioni non vide niente.
Andò avanti così fino a che il
sole raggiunse lo zenit dopo un sensibile innalzamento della
temperatura. Si
fermarono per circa un'oretta per consumare un veloce pasto: gallette
con carne
secca e formaggio duro con acqua in borraccia.
Finito di mangiare la compagnia
ripartì. A seguito dell'innalzamento di temperatura ci fu un
drastico
abbassamento, e addirittura prima che calasse la sera i quattro furono
costretti a mettersi dei mantelli più pesanti.
Prima di accamparsi per la notte
si fermarono altre due volte per sgranchirsi le gambe e una per
rifornirsi
d'acqua a una piccola cascata. Alla fine arrivarono ad una parte del
sentiero
molto larga e lì montarono il bivacco, e Tyb
preparò dei tappeti di foglie che
sostituivano i pagliericci. Aveva anche portato dei cuscini imbottiti
con la
paglia, sui quali si sedettero dopo che Dirk accese il fuoco. Cass
catturò e
spellò una lepre, che dopo essere stata un'oretta al fuoco
divenne la cena del
gruppo.
Nonostante il calore e la
sicurezza che infondeva il fuoco, Dirk non si sentiva ancora
tranquillo. Si
sentiva come osservato, ma nonostante si fosse guardato attorno
più volte, non
vide nessuno a parte i suoi compagni.
Il giorno dopo passò sostanzialmente
uguale a quello precedente, a parte che Dirk si sentì ancora
più a disagio e
sempre più osservato.
Il terzo giorno di viaggio
trascorse come i primi due. Dirk adesso provava un leggero timore, e
notò che
anche i compagni erano turbati. La mattina e il pomeriggio trascorsero
taciturni. Anche Cass, che di solito era la più allegra, era
rimasta in
silenzio. L'atmosfera della foresta si era fatta ancora più
pesante, segno che
si erano addentrati nel folto degli Ombroboschi. C'erano molti sentieri
che
attraversavano quei boschi, ma quello che percorreva il gruppo era
quello più
corto, anche se Dirk se lo ricordava molto
più corto di così. Stava cominciando a pensare
che quella foresta li stesse
ingannando, che stesse cercando di farli perdere nei suoi meandri per
poi
inglobarli lentamente quando si sarebbero arresi alla morte. Ma Dirk
non era
certo intenzionato a fare la morte del sorcio così,
intrappolato tra quegli
alberi.
Era ormai giunta la sera del
terzo giorno. Avevano deciso che si sarebbero accampati al primo
allargamento
della strada, che sembrava però non arrivare mai. Il
sentiero si stava anzi
restringendo, e le chiome degli alberi abbassando, tanto che sembrava
che la
natura li volesse schiacciare.
Dopo un po' furono costretti a
smontare dai cavalli e a condurli a mano. Alla fine la strada divenne
talmente
stretta da consentire solo il passaggio di un uomo in posizione prona.
Dopo una veloce consultazione la
compagnia decise che avrebbero legato i cavalli e sarebbero proseguiti
a piedi.
Se fosse stato un vicolo cieco, sarebbero tornati indietro e avrebbero
cercato
un'altra strada. Se invece si poteva proseguire, avrebbero sfondato di
forza le
frasche che li separavano dalle cavalcature e sarebbero andati avanti.
Dirk fu il primo a passare, in
funzione di esploratore. Dapprima non vide nulla, poiché le
frasche erano
talmente fitte che lasciavano passare pochissima luce. Accesa una
lanterna,
poté distinguere chiaramente quello che gli si
parò davanti. La strada
terminava così, di botto, come se gli ostacoli fossero stati
messi lì apposta.
A bloccare il sentiero c'era uno spesso strato di rovi, ma non rovi
qualunque,
bensì rovi spinadisangue, che erano rinomati per il loro
comportamento
vampireso. Bastava che anche solo una spina si infilasse nella pelle di
un
essere vivente che esso non veniva lasciato andare se non dopo essere
stato
prosciugato di tutto il sangue. Non erano tuttavia pericolosissimi,
poiché la
pianta era molto poco resistente, almeno nei fusti giovani,
perché non avevano
ancora sviluppato una robusta corteccia. Era sufficiente un colpo ben
assestato
di machete per staccare il ramo, anche se c'era il rischio che il ramo
amputato
rimanesse ugualmente attaccato alla vittima e la dissanguasse vanamente.
- Cosa c'è? - chiese Garry, con
un tono vagamente preoccupato.
- La strada è bloccata. C'è uno
spinadisangue che ostruisce il sentiero. Non si può
continuare, a patto che non
abbiate un machete. Ce l'avete?
- No. - disse Cass.
- Bene, dobbiamo tornare
indietro.
Dirk stava per andarsene, quando
sentì una piccola corrente d'aria che proveniva da sinistra.
Guardò meglio, e
vide che in mezzo agli arbusti del sottobosco c'era un altro sentiero.
- Un momento! - esclamò - Qui c'è
qualcosa!
Esaminò meglio, spezzando alcuni
rami di sambuco rosso e macchiandosi con il succo delle bacche, e vide
che il
sentiero si inoltrava nel folto degli Ombroboschi.
- C'è un'altra strada! - esclamò
al colmo della felicità.
Stavano davanti al falò, mogi
mogi. Quando avevano trovato la nuova strada erano stati entusiasti, ma
la loro
felicità si era affievolita col passare delle ore, con la
crescente
consapevolezza che si erano persi. Dirk stava seriamente
prendendo in considerazione l'ipotesi che fosse il bosco
stesso a farli perdere.
Non avevano nemmeno avuto la
voglia di cacciare, ed avevano consumato le scorte che già
avevano. In realtà
non avevano quasi toccato cibo a causa del bassissimo morale. Anche
Garry, che
di solito faceva sempre il bis, non mangiò quasi niente.
Pian piano se ne
andarono tutti a dormire, senza nemmeno curarsi del fuoco morente.
Il giorno dopo fu ancor più deprimente
di quello prima. L'atmosfera s'era fatta pesantissima, e ormai nemmeno
facevano
più caso a dove stavano andando, tanto erano sicuri che non
sarebbero più
riusciti ad uscire da quegli inquietanti boschi.
Al tardo pomeriggio del quarto
giorno dalla partenza da Trayli's End il gruppo si inoltrò
in una valle, segno
che erano giunti alle pendici dei monti Osrod. Si stavano spingendo
troppo a
nord del loro itinerario, ma ormai non gli importava più. Si
sentivano perduti
per sempre, e probabilmente sarebbero morti tra quegli alberi.
Alla sera i quattro si
trascinavano come spettri, senza la minima consapevolezza di
sé e di quello che
stavano facendo. Cass e il suo cavallo si erano fermati. L'animale
brucava
tranquillamente l'erba, non risentendo degli effetti della foresta,
mentre
l'elfa sembrava essere caduta in una specie di trance: fissava il
vuoto, e la
sua sanità mentale stava collassando. Anche il cavallo di
Garry si era fermato,
e anche lui si era imbambolato, ma non essendo mai stato molto saldo
sulla
sella era preso caduto, aveva sbattuto violentemente la testa ed era
svenuto.
Tyb e Garry invece avanzavano alla cieca, in quanto si stava alzando
una fitta
nebbia.
Dirk, senza nemmeno accorgersene,
entrò nell'imboccatura di una grotta, e immediatamente si
riscosse. Nonostante
avesse perso sempre più la concezione del tempo, si
ricordò di tutto quello che
era successo, e si rese conto di cosa erano vittime.
Gli Ombroboschi erano anche
famosi per il pino inibitore, una pianta dalle foglie tossiche che
usava per
difendersi. Gli effetti erano sonnolenza, depressione e caduta in uno
stato di
completo abbandono. A quanto pare erano da due giorni che dormivano su
quel
veleno, ed era per questo che si erano conciato così.
Scese da cavallo, respirando a
pieni polmoni l'aria fresca della caverna. Immediatamente si mise a
cercare i
suoi compagni. Cass non si muoveva, e Dirk si diresse verso di lei.
All'improvviso fu distratto da un rantolo proveniente dalla sua destra.
A causa
della nebbia, Dirk non era in grado di vedere cosa provocasse quel
rumore, ma
dopo poco arrivò arrancando Garry. Si teneva la testa, e
appena vide Dirk gli
andò incontro.
- Ah, cosa è successo? - chiese
Garry con voce strascicata.
- Siamo stati intossicati con il
pino inibitore. Ci siamo avvelenati da soli, infatti ci abbiamo dormito
sopra e
abbiamo inalato le esalazioni.
- E gli altri?
- Cass è laggiù - disse Dirk
indicando davanti a sé - Dammi una mano a tirarla
giù.
Dirk e Garry afferrarono Cass e
la tirarono giù da cavallo. Lei non diede segno di essersene
accorta. Dirk e
Garry la trascinarono immediatamente all'interno della grotta.
- Vado a cercare Tyb - disse
Garry, e uscì.
Cass si riprese nel giro di
alcuni minuti, giusto in tempo perché Garry tornasse con Tyb
in spalla.
- Che è successo? - chiese Cass.
Dirk gli raccontò tutto.
- Sono rinsavito perché l'aria
che c'è qui dentro sia in qualche modo benefica. Garry
invece ha battuto la
testa ed è svenuto, forse è per questo che quando
si è svegliato è tornato
normale.
Aspettarono che Tyb si
riprendesse, e poi discussero della situazione.
- I cavalli non ci sono più -
osservò Cass - Se ne saranno andati a pascolare da qualche
altra parte, e con
questa nebbia non possiamo andare a cercarli.
- Se restassimo qui in attesa che
la nebbia passi? - suggerì Tyb.
- No - disse Dirk - In questa
stagione la bruma può durare per settimane.
- Potremmo provare a vedere se
queste caverne hanno un'altra uscita - propose Cass - In fondo saremo
occhio e
croce alle pendici orientali dei monti Osrod, e se riusciamo ad uscire
dalla
parte arriviamo nei Ducati del Nord.
- In effetti è la soluzione più
sensata. Le nostre scorte erano con i cavalli, per cui o troviamo
un'altra
uscita o moriamo di fame.
- E se incontrassimo un troll di
caverna? - disse preoccupato Garry - Quelli là sono molto
comuni da queste
parti, e soprattutto sono violenti e selvaggi. Si dice anche che siano
cannibali...
- E' l'unica cosa che possiamo
fare al momento - disse Cass - Ho alcune lanterne con me, potrebbero
durare un
paio di giorni. Ovviamente spero che questo basti per uscire.
- Andiamo subito, la nebbia sta
cominciando ad entrare - disse Dirk indicando alcuni fili nebbiosi
infilarsi
nella caverna - Proseguiremo normalmente finché potremo
vedere, poi accenderemo
una lanterna.
Si incamminarono, e per alcuni
minuti furono in grado di procedere, ma più si inoltravano
in profondità, più
il passaggio si faceva stretto ed oscuro. Cass allora accese una
lanterna, e
con lei in testa si disposero in fila indiana e proseguirono.
Quelle caverne erano un dedalo di
cunicoli e gallerie talmente intricate che si persero più di
una volta.
Capitarono in molti vicoli ciechi, e tutte le volte furono costretti a
ripercorrere molta strada per trovare la giusta direzione.
Camminarono per un'ora circa,
finché Garry domandò - Ma non ci siamo
già passati qui?
Gli altri si guardarono intorno,
e in effetti si accorsero che aveva ragione. Da un cunicolo a lato si
vedeva
addirittura la cavità da dov'erano entrati.
- Ormai abbiamo provato tutte le
strade possibili. - disse Dirk scoraggiato.
- Aspettate! - esclamò Tyb -
Guardate! Lì, vicino all'entrata! C'è un'altra
strada! - e puntò il dito.
In effetti vicino all'entrata
c'era un'altra galleria, che non avevano notati quando erano entrati.
- Proviamolo, tanto che alternative
abbiamo? - disse Dirk.
Si infilarono velocemente nella
galleria, visto che la nebbia aveva interamente invaso l'ingresso e si
stava
infilando anche in quella.
La lanterna si spense poco dopo,
e Cass ne accese un'altra, anche se sembrò che non
illuminasse come quella di
prima.
Camminarono ancora, finché la
galleria si allargò notevolmente, acquistando tratti troppo
lisci per essere
naturali.
- Sembrano delle gallerie
naniche. - disse Garry. In effetti sembravano realizzate proprio
dall'abile
mano di uno scultore nanico. Avevano le pareti completamente lisce e
simmetriche, come anche il tetto, che messi insieme formavano una
cornice
perfettamente quadrata.
Cominciarono a percorrerla, ma
Dirk si sentì di nuovo inquieto e si guardò alle
spalle. La nebbia aveva fatto
irruzione nella galleria che stavano percorrendo. Dirk lo fece notare
anche
agli altri, e allungarono il passo, ma nonostante questo la nebbia li
raggiunse
poco dopo.
- Dove siete? Non vi vedo più! -
esclamò Garry.
- Tutti fermi! - disse Cass - Ho
qui una corda, leghiamoci per non perderci e proseguiamo.
A Dirk venne passata una corda,
che lui prontamente si legò intorno alla vita, e una volta
fatto l'allungò alla
sagoma scura che vedeva dietro di sé, che probabilmente era
Garry.
Una volta che Tyb, quello che
chiudeva la fila, ebbe urlato di essersi legato anche lui, potettero
proseguire
senza perdersi.
Avanzarono per un po', senza
apparenti cambiamenti nell'ambiente circostante, e Dirk
cominciò a pensare che
stavano girando in tondo.
Ad un certo punto Dirk si sentì
tirare dietro si sé. Si voltò, e vide che Garry
si era fermato.
- Cosa c'è? - chiese Cass adirata
e costretta a fermarsi anche lei.
- Vedo qualcosa - disse Garry
scrutando davanti a sé - Sembra un uomo.
Tutti guardarono nella direzione
interessata, e scorsero anche loro il flebile contorno di una figura
umana. Si
avvicinarono prudentemente, e più si avvicinavano,
più notavano particolari di
essa: aveva i denti lunghi e affilati che sporgevano ricurvi dalla
parte
inferiore della bocca in su, che erano troppo mostruosi per essere
umani ma
troppo piccoli e ben curati per essere di un troll. Notarono anche il
naso da
maiale, gli occhi iniettati di sangue e i lunghi capelli che gli
scendevano
lungo il corpo deforme.
Ci mancò poco che Garry svenisse
trascinando giù con sé anche gli altri, mentre
Dirk sfilò prontamente il suo
fido pugnale e lo lanciò verso la terrificante apparizione.
La trapassò da
parte a parte, come se fosse stata fatta di aria, e rimbalzò
lontano con un
tonfo. La creatura non ebbe la benché minima reazione.
- Ma... è morto? - domandò Tyb.
- Non penso nemmeno che sia vero
- disse Cass - Riconosco la fattura, è solo un ologramma,
per fortuna, ma
attenti a non dargli troppo credito, perché più
vi spaventate, più esso diventa
reale, ma ora che il pugnale ha dimostrato la sua inesistenza, non
può far male
a nessuno.
Garry si mise a prendere a pugni
l'aria che componeva il mostro, come per fargliela pagare per averlo
fatto
spaventare a morte.
Dirk andò a recuperare la sua
arma, e notò che da quella parte il passaggio continuava
restringendosi e
ampliando notevolmente la vista nella nebbia.
- Da questa parte! - gridò - Non
penso che avremo ancora bisogno delle corde!
Si slegarono, e proseguirono da
quella parte. Sul loro cammino incontrarono molti altri ologrammi, ma
sapendoli
solamente delle illusioni, li scavalcavano e proseguivano
tranquillamente. Andò
avanti così per circa mezz'ora, fin quando la nebbia si
diradò completamente
mentre erano arrivati in vista di un'uscita.
Sbucarono in un campo aperto. Era
notte, e il freddo particolarmente intenso fece loro capire di essere
nelle ore
centrali del buio, dove il freddo raggiunge il suo picco massimo. Si
coprirono
immediatamente con i mantelli. Le montagne intorno a loro fecero capire
che si
trovavano su di un altopiano, e poco più in basso si
vedevano delle strane
costruzioni che formavano una specie di labirinto.
Mentre si avvicinavano, a Dirk
sembrò di riconoscerle.
- Sembrano le tombe che fanno
nella regione di Gemoren. Visto che la maggior parte di quelle zone
sono
paludose, costruiscono i sepolcri come se fossero delle piccole case in
pietra
all'interno di una cupola rovesciata posta nel terreno instabile, che
basa le
fondamenta sulla terra stabile e non la fa affondare.
- Troppo complicato per me -
disse Garry - Quando morirò, voglio essere tumulato alla
maniera berserker.
- Bruciato - tradusse Tyb.
Presto si inoltrarono in quel
labirinto. Incontrarono altri ologrammi, ma non se ne curarono.
- Non ha senso - disse Cass -
Questo non è terreno instabile, e visto che siamo su una
catena montuosa
dovrebbe essere più che stabile, e allora perché
hanno costruito queste tombe
qui?
Dirk si avvicinò ad una di esse,
provando a leggere qualche epitaffio per ottenere delle informazioni
sui sepolti,
ma il tempo e le intemperie l'avevano levigata talmente tanto che
adesso era
perfettamente liscia ed indecifrabile. Provò anche con
altre, ma nulla, ottenne
lo stesso risultato.
Finalmente uscirono da
quell'ammasso insensato, ed incontrarono qualcosa di ancora
più strano: una
lunga tavola apparecchiata per cinque.
- Guardate! - esclamò Tyb,
indicando un punto davanti a sé.
Qualcuno gli stava venendo
incontro.
Grazie ancora per esservi sorbiti questa seconda chilometrica parte! Recensite, mi raccomando!