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Autore: Leonhard    12/02/2014    0 recensioni
...e poi avrebbero sicuramente giocato a quel gioco stupido che si era inventato Tsuyoshi: "Pensieri, opere, parole, omissioni". Abbreviato, fa popo. un gioco veramente della popo. Ahahah...non aveva mai avuto uno spiccato senso dell'umorismo: neanche lui rideva...bah...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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3.

Sana Kurata non aveva mai avuto particolari problemi nella scelta del vestito. E si chiese anche perché dovesse averne per una pizzata con i suoi amici del liceo. Eppure era ormai quasi un’ora che era in piedi davanti al letto a guardare due vestiti con occhio attento, studiandone la forma, i risvolti, le scollature ed i colori come se li vedesse per la prima volta. In realtà dormivano nel suo armadio da ormai un anno e, in una punta d’ansia, penso che non ci sarebbe più entrata.

Ripensò, non senza un colpo di risata, che qualche anno prima avrebbe attaccato con una delle sue stupide canzoncine per esprimere tutta la gravosa ed insostenibile drammaticità che (non) aveva quel fatto. Scavò da sotto il letto la sua vecchia tastiera a forma di pipistrello e pigiò il Do, ma si sentì una babbea e posò lo strumento subito dopo.

Sarà un altro effetto dell’essere diventati grandi.

Maturi.

Seri.

Una vocina dentro di sé le chiese se tutta quella foga non fosse per la presenza di un certo qualcuno alla tavolata.

Un’altra cosa indesiderata, molto probabilmente portata dal passaggio delle primavere.

Certo, non poteva essere per quello: Akito l’aveva lasciata e poi non c’era nessuna certezza che l’avrebbe trovato lì. Ma certo: lui non era mai stato per serate così. C’erano ben poche possibilità di trovarselo davanti.

Questi pensieri le disegnarono un sorriso gioioso sul volto. Sentendosi improvvisamente sicura, scelse un vestito rosso con le spalline sottili che le scendeva fino a metà delle gambe. Collant, rossetto e spilla che le tenesse lontano dagli occhi quello stupido ciuffo.

Perché per voltare pagina da una delusione amorosa che non vuole chiudersi, bisogna farsi abbordare! Proprio così!


Lei, Fuka e Aya sedevano dietro, Tsuyoshi davanti che faceva strada per la pizzeria, mentre Akito guidava, sotto le note di Down On The Farm, dei Guns ‘n Roses. Tutti chiacchieravano, tranne Akito, sempre di poche parole, e Sana che da quando si era trovata davanti al suo ex vestita in quel modo si faticava a capire dove finisse il vestito e dove cominciasse la faccia. Cercò di non pensarci e si concentrò sull’assolo di Slash per tutto il tragitto e decise che avrebbe parlato solo davanti ad una pizza.

“Allora, a me porta una pizza con funghi, provola, scamorza, tonno, cipolle, uova e maionese, grazie. Ah, e con un rinforzo di rucola”. Sana cercò di godersi le facce dei presenti, cameriere incluso, tutte con la stessa espressione mista tra il disgusto ed il sorpreso.

Gli amici ordinarono le loro pizze (molto più normali della ragazza) e Fuka ordinò anche per Akito, rimasto fuori a finire la sigaretta. Fu bizzarro come nella mente di Sana si affacciò la pizza preferita del ragazzo nello stesso istante in cui Fuka la riferì al cameriere; le comparve un sorrisetto: è proprio vero che certe cose sono come andare in bicicletta.

Akito comparve apparentemente dal nulla e si tolse la giacca, che svolazzò e distribuì microscopici fiocchi di ghiaccio su braccia e schiene degli amici. Tra le recriminazioni poco soddisfatte dei presenti, si sedette a capotavola, accanto a Tsuyoshi e Fuka.

“Il cameriere?” chiese distrattamente.

“Già fatto” segnalò la ragazza accanto a lui. “Ti ho preso una quattro stagioni con mozzarella di bufala al posto della normale”. Lui annuì, soddisfatto, e si chiuse nel suo silenzio, ascoltando Tsuyoshi con i suoi “Ma ti trovo bene” ed i suoi  “Oh mamma mia se sei cresciuta!”.

Nulla di inaspettato, insomma, e si concentrò sulla televisione davanti a loro, conscio del fatto che Sana lo stava osservando con la coda dell’occhio.

Era strano; l’ansia, l’affanno e l’imbarazzo di poco prima erano ridotti a poco più di un peso sullo stomaco. Era inaspettatamente bello essere in pizzeria a ridere e scherzare con gli amici ed anche se c’era Akito non era brutto, anzi: sembrava di essere tornati a tanti anni prima, quando loro due erano talmente innamorati l’uno dell’altra che perfino loro se n’erano accorti, ma ciò che mancava era quel pizzico di coraggio che nessun lungometraggio, né cintura da karateka poteva sostituire.

Forse anche in quel momento era così: quanti lungometraggi aveva fatto prima di ritirarsi? Ed Akito aveva preso anche qualche Dan per poter insegnare. Eppure non sapeva leggere attraverso  il muro di gelo che aveva eretto: era più freddo e resistente di tutti quelli che aveva alzato durante la sua vita.

Le pizze arrivarono calde e fumanti. Fu dura per Sana frenarsi dal rubare ad Akito la prima fetta di pizza, come faceva quando, tanto tempo prima, sedevano accanto. Abbassò lo sguardo sulla sua capricciosa e deglutì, intuendo che di quella pizza ne avrebbe mangiato forse la metà.

I discorsi alla tavola furono vari: la vita, il lavoro, cose così. Tsuyoshi aveva trovato lavoro come impiegato presso le poste, mentre Aya frequentava l'università di Lingue.

“La mia adorata Aya andrà poi a Torino, a studiare Italiano” annunciò il ragazzo, gonfio
d'orgoglio.

“Ah, il paese dell'arte e della letteratura” commentò Fuka. “Come sono invidiosa: io sono innamorata da sempre di Firenze”.

“Come si fa a non amare Firenze?” assentì Aya. “Andrò a studiare all'università torinese: ancora non ci credo di aver vinto la borsa di studio, non sto più nella pelle!”.

“E tu Sana?” chiese Tsuyoshi. “Cosa fai adesso nella vita?”. L'amica sorrise; notò che Akito aveva distolto l'attenzione dalla tv e la osservava con occhi gelidi ed annoiati.

“Io adesso vado all'università” rispose. “Studio psicologia”. Tsuyoshi rimase basito.

“E la carriera televisiva?” chiese.

“Ah, quella l'ho abbandonata tempo fa” rispose lei. Un sopracciglio di Akito s'inarcò e lei trovò l'avergli fatto cambiare espressione un ottimo risultato di cui vantasi per l'intera settimana con il suo riflesso all'interno dello specchio. “Ho avuto dei problemi a suo tempo e ho deciso di mettere la testa a posto e di prendermi un titolo di studi come si deve”.

“Peccato, però: a me piaceva guardarti nelle televisione” borbottò Fuka, sorseggiando la sua Pepsi. “Ho letto di Naotsumi su una rivista di gossip: adesso lui lavora alla Eagle Pictures ed è in sottoscrizione per il film Chains, che uscirà il prossimo anno”.

“Ma dai! Pensa che potevi esserci anche tu!” esclamò Aya, affannata. “Ho letto il libro: è il mio preferito, mi piace un sacco”.

“Anche io l'ho letto!” esclamò Sana tagliandosi la pizza e condendola con una forchettata extra di carciofini. “L'ha scritto un americano”.

“Non è americano” sbottò Akito. La ragazza si volse: stava masticando svogliatamente l'ultimo spicchio di pizza. La mozzarella di bufala gocciolava latte misto a sugo sul piatto. “L'ha scritto un italiano, che poi l'ha tradotto e pubblicato in Canada”.

“È avvincente, intrigante e con una conclusione pazzesca: solo il finale mi ha lasciato un po' insoddisfatta”.

“Beh, in Italia magari scopri chi è”.

“Ma figurati: a quest'ora sarà da qualche parte del mondo a godersi i soldi della sua opera”.

Sana non stava seguendo più la serata: continuò a mangiare distrattamente la sua pizza, mentre si domandava perché provasse sentimenti così strani solo per essere stata corretta in modo acido da Akito. Risentiva della sua voce stizzita, ma il pensiero che stava parlando con lei le provocava allo stesso tempo voglia di ridere e di piangere. Cercò un valido argomento di cui parlare, ma le venivano in mente solo argomenti banali, scontati, di cui difficilmente Akito avrebbe accettato di parlare.

La cena continuò tra chiacchiere e risate. Venne fuori che Akito era un maestro di karate e si pagava gli studi con un dojo che gli era stato affidato. Al momento aveva nove allievi.

“Davvero? E come sono, promettenti?” chiese Aya.

“Non sono male...” replicò.

A Sana scappò un colpo di risata: non era cambiato in quello. Il suo modo di rispondere l'aveva sempre fatta sorridere. Il ragazzo le indirizzò uno sguardo interrogativo, ma non aprì bocca. Lei nascose il sorriso dietro ad un boccone di pizza.

Tra chiacchiere, risate ed un brindisi proposto da Tsuyoshi, la cena arrivò al termine. Pagarono in conti separati ed uscirono: la neve si era fatta più leggera, ma non si era fermata. Sana si guardò intorno, notando Akito che si accendeva una sigaretta.

Quel gesto accese in lei una strana sensazione di languore: guardando le sue labbra stringere delicatamente il filtro arancione sentì di volerle accarezzare.

“Allora, qualcuno di voi ha fretta?” chiese Tsuyoshi. “Perché se no, possiamo andare a casa nostra”.

(Ecco ci siamo) sembrò pensare Akito. Era probabile che anche lui come Sana si aspettava quella svolta della serata: la ragazza, tuttavia, accettò di buon grado. Le piaceva quel gioco, trovava che sia imbarazzante quanto bastava per farsi quattro risate tutti insieme senza invadere il personale più del consentito.

S'incamminarono tutti verso la macchina. Sana cercò di evitare con lo sguardo il suo ex-ragazzo, mentre quella sorda voglia non accennava a diminuire.


SPAZIO AUTORE: salve a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguire questa storia. Scusate se ci ho messo troppo tempo a postare il nuovo capitolo, ma ho scoperto che gli esami universitari non sono proprio roba da prendere sottogamba. Perdonate l'attesa, ma è stato un periodo un po' strano e diciamo che non ho avuto molte occasioni di mettermi davanti al computer tranquillo per un paio d'ore. Che altro dire, adesso sono più tranquillo, quindi DOVREI ricominciare a postare regolarmente. A coloro che non si sono rassegnati all'interruzione della storia mando un ringraziamento per la pazienza dimostrata; spero che questa storia sia degna delle vostre aspettative. Ci leggiamo presto
Leonhard.
   
 
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