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Autore: Juliet Leben22    12/02/2014    1 recensioni
"Bella fuori, vuota dentro. La tenacia di andare avanti le veniva a mancare.. ma aveva fatto una promessa. Una solenne promessa. "
Questa è la storia segreta di un amore passato che durarà eternamente.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: PWP | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 9 “The First Kiss”

 
Quelle parole le aprirono Il cuore.
Non solo la stava invitando a rivederlo, ma le stava chiedendo di uscire a cena… quella stessa sera.
Prese un respiro profondo e corse in camera. In pochi minuti l’armadio fu svuotato dai vestiti, ma in compenso fu riempito il letto.
Non sapeva cosa fare. Per mezz’ora rimase lì in piedi, davanti al letto con la mente piena di combinazioni, senza giungere a nulla.
Sua mamma, tornata dal lavoro, aprì la porta e la chiamò a gran voce, senza ottenere risposta.
Ma sapeva dove trovarla: salì le scale e spinse la porta semichiusa della stanza della ragazza.
Vedendo il letto in quelle condizioni, lanciò uno sguardo interrogativo a Hermione.
-Esci stasera?-
-Ehm si.. non ci sarò a cena..-
Sua madre scosse la testa e sorrise. –Questo Draco ti sconvolge o sbaglio?-
Hermione scosse la testa,ma nel frattempo arrossì.
Poi Jane fissò gli abiti sul letto, prese un vestito senza spalle nero per dare la forma al seno, poi scendeva a tubino, ma non tutto nero, a righe bianche e nere.
Poi aprì il suo armadio e prese un paio di scarpe col tacco di camoscio nere.
Le sorrise e uscì dalla stanza. Sua madre era sempre dalla sua parte.
Infilò le collant, il vestito e le scarpe.
Si spalmò della crema idratante sul viso e mise un filo di fondotinta.
Mise una leggera linea di eyeliner nero sopra le palpebre e si fissò allo specchio.
Non sapeva che fare con le labbra che vedeva riflesse.
Voleva piacergli.
Vide sulla scrivania il rossetto rossastro di sua madre.
Metterlo o non metterlo?
Nel spalmò un poco sul dito e poi lo portò alle labbra, giusto per dargli colore.
Afferrò il copri spalle e la borsetta e scene le scale velocemente. Era già in ritardo.
Jane l’aspettava davanti all’inizio della scala a chiocciola.
-E quei capelli? Vieni qua!-
Glieli sciolse sulle spalle. –Ecco, ora ti riconosco. Sei stupenda,piccola mia.-
Hermione sorrise. –Grazie.-
Lei le scompigliò i capelli mossi, facendole l’occhiolino.
Mise lo scalda cuore che copriva la scollatura e usò la polvere per correre a Diagon Alley.
Draco l’aspettava lì, già da diversi minuti.
E se non aveva ricevuto la lettera? Forse aveva cambiato idea.
Lo aveva visto per ciò che realmente era.. o almeno pensava di essere.
Poi la vide avvicinarsi velocemente.
-Sei in ritardo.-
-Sono una donna.-
Draco accennò un sorriso. –Non ti sfugge nulla eh, Granger?-
Hermione scosse la testa.
Lui le aprì la porta e le fece segno di precederlo.
Si sedettero in un angolo, illuminato solamente con la luce di una candela.
-Come stai?-
Draco alzò gli occhi. Quasi mai gli era stato chiesto.
-..Sto.. Bene.-
-Scusa.. non volevo offenderti.-
-Offendermi Granger? Sai, pensavo fosse il contrario..-
-Eppure sei qui.-
-Cosa pensi di me?-
-Potresti essere un incoerente, un ipocrita, ma non lo sei. Tu sei obbligato a mostrare una maschera ogni giorno. Una maschera che ti crollerà addosso prima o poi..- le parole uscivano da sole.
Si premette una mano sulla bocca. –Scusa, non avrei dovuto parlare..-
Draco sorrise. –Sei psicologa Granger?-
Nel frattempo la camerierà servì i ragazzi.
Lei ricambiò il sorriso di lui. –Solo con chi mi interessa.- Arrossì,cercando di indietreggiare alla luce della candela.
-Beccata,Granger.- disse senza alzare gli occhi dal piatto.
 -Fa caldo qui no?– Il ragazzo tolse la giacca, mostrando una t-shirt nera col collo a V. Essa circondava i bicipiti del ragazzo, era attillata e ne evidenziava così la forma esile.
Hermione ebbe una vampata di calore, era bellissimo.
Annuì e si tolse il copri spalle, mostrando il vestito in tutta la sua sensualità.
Draco non ebbe la forza di fermare il suo sguardo e l’occhio gli cadde.
Una vampata di calore gli salì dal basso. La voleva, la desiderava. In quel momento più che mai, ma si ricompose, scrollandosi i capelli.
Lei sospirò, voleva baciarlo.
-Tu come.. come vivi il fatto che tutti conoscano il fatto che sei una mezzosangue?-
Hermione tossì.
-Non era offensivo era.. per domandare come la vivessi. Insomma..-
-.. Stai tentando di fare conversazione Draco. Non mi hai offesa, ma sei impacciato tutto ad un tratto o sbaglio?-
Doveva smettere di guardarla. Doveva smettere di desiderarla così.
-Potresti rimetterti il copri spalle?-
Hermione fece uno sguardo interrogativo, ma obbedì. Una marea di dubbi si insinuarono nella mente e nel cuore della ragazza.
-Non andare in paranoia, non serve. Sei fuori strada.-
-Ora leggi anche nella mente?-
-Credi che non sappia cosa stai cercando di fare?-
La ragazza scosse la testa e Draco rise. –Usciamo dal locale?-
Il giovane serpeverde pagò la cena e, dopo essere usciti dal locale, le prese inconsciamente la mano.
Il cuore di lei sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro. Tum. Tutum.
Si sedettero in una panchina solitaria, in un parchetto lì vicino e lì, Draco le lasciò la mano.
Lei cercò di opporre un’inconscia resistenza.
-Vuoi che il tuo cuore esca da quella sensuale scollatura?Non voglio essere causa della tua morte, Granger!-
Lei arrossì bruscamente.
-Anche il tuo batteva forte, sei solo una persona più composta.-
Lei sfiorò i capelli e risero.  –Granger sei unica.. l’unica.-
Si fissarono negli occhi. Lei gli sfiorò nuovamente la mano.
Poteva sentire il suo respiro mischiarsi col suo dal tanto che erano vicini.
Profumava di menta e i suoi capelli avevano lo stesso colore del grano.
Non gli si era mai avvicinata così tanto.
Lui prese coraggio e appoggiò le labbra sulle sue, chiudendo gli occhi.
Lei fece lo stesso, sfiorandogli i capelli con una mano e l’altra, appoggiata al suo petto.
Lui le mise una mano sul viso e una sul fianco.
La desiderava. La sollevò e la prese in braccio.
Le loro lingue si unirono in una lotta, in un dolce e tormentato atto d’amore.
Il buio era calato, lasciandoli soli con la luce fioca della luna.
La fece stendere sulla panchina  e si stese sopra.
La baciava con ardore e lei ricambiava con la stessa passione.
Non aveva mai desiderato nessuno nel modo in cui desiderava lei.
Lei gli morse il labbro, facendolo sanguinare un poco.
Ma non smisero.
Lei era abbandonata in quella stretta, in quel casto e desiderante toccarsi.
Lui smise per un secondo, col respiro affannato. –Granger..-
-S-si?-
-Sei mia.-
   
 
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