Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Unforgiven_Ice_Girl    13/02/2014    2 recensioni
A volte sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno e lo farei volentieri con qualche amico, ma temo sempre che non tutti siano in grado di capire certe sottigliezze. Ho così deciso di scrivere un diario qui, con un ipotetico amico che sia in grado di comprendermi senza pensare che i miei pensieri siano sciocchi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Caro Amico,
ho fatto una scoperta. Non di quelle da premio Nobel per la scienza, ma quasi. Ho scoperto che forse non sono così diversa dalle altre ragazze, e l'ho scoperto giovedì scorso, dopo essere stata bocciata all'esame. Ti risparmierò il racconto di quanto è stato difficile trattenere le lacrime dall'uscita dell'università fino alla macchina, ma ti dirò che dopo essermi fatta un giretto in macchina per sbollire un po', sono andata al centro commerciale, e precisamente alla libreria del centro commerciale. Ho fatto shopping terapeutico! Ecco ciò che mi accomuna alle altre. Era shopping di libri, comunque, e non di vestiti, scarpe, borse o cosmetici, e questa è una cosa che ancora mi distingue dalle altre. Ovviamente mi piace vestirmi decentemente e andare in giro abbastanza presentabile (anche se i risultati sono piuttosto scarsi), però vado a fare compere solo in caso di necessità. Lo shopping di vestiti mi agita, perché non sempre i pantaloni di taglia 42 mi stanno bene, a volte non riesco neanche ad abbottonarli, e mi innervosisco. Lo shopping di borse lo trovo abbastanza inutile, perché ne ho davvero tantissime a casa ma porto sempre le solite due: una verde bottiglia spaziosa per il giorno, una pochette nera con le perline per la sera. Gli smalti li adoro, ma ho davvero tutti i colori (a parte giallo, arancione, verde, blu perché i colori degli evidenziatori sulle unghie non mi piacciono). Le scarpe... bhè, quelle le adoro, ma per me sono un po' come le borse. Certo, metterei volentieri i tacchi anche di giorno per sembrare più donna in carriera, ma riderebbero tutti di me. Voglio dire, non abito a Milano o a Roma o a Torino, dove si vedono tantissime donne vestite superfighissime anche di giorno... vivo in un piccolo paesino nelle Marche, dove tutti si conoscono. E se per caso non si conoscessero, non avrebbero paura di andare dagli altri a chiedere "tu chi figliu si?" cioè "tu di chi sei figlio?" (perché appunto tutti conoscono tutti, quindi se non conoscono te non te la scampi, sicuramente conoscono la tua famiglia o qualche tuo parente, che in quel momento odierai perché conosce gente così pettegola).
Potrei farti una lista delle cose che mi accomunano alle altre ragazze ultimamente. Bhè, lista è una parola un po' grossa. Ritratto, diciamo che ho trovato due cose che mi accomunano alle altre ragazze:
1. Avrei voglia di andare al concerto di Marco Mengoni. Le sue canzoni sono piene di sentimento, di emozioni che io ho già provato. Credimi, il fatto che abbia tre anni più di me o che sia un bel ragazzo non c'entra niente con il mio interesse per la sua musica. E poi, chi voglio prendere in giro? Non potrò mai mettermi con lui.
2. Una mia amica mi ha fatta fissare con Uomini e Donne, programma che ho sempre odiato, condotto da una presentatrice che ho sempre odiato, e con la partecipazione di un'opinionista che ho sempre odiato. Però, cavolo, quel corteggiatore, Marco, ha degli occhi stupendi! Lui è stupendo. E ha la mia età. Sì, lo so che le probabilità che mi possa mai mettere con lui sono pari a quelle che ho di mettermi con l'altro Marco, cioè Mengoni, ma mi piace. Non è stato scelto dalla tronista, ma adesso si dice che diventerà lui stesso tronista. Quindi continuerò a vedere quel programma, condotto da una presentatrice che ora adoro, perché è un po' come una psicologa (l'ho scoperto guardando anche C'è posta per te), con la partecipazione di un'opinionista che è diventata il mio nuovo idolo personale. Che dire? E' normale cambiare punto di vista, almeno credo.
Bene, la mia immensa passionale per i programmi televisivi strappalacrime potrebbe essere fonte di vergogna da parte mia, un po' lo è, ma di certo è anche la conseguenza di qualcos'altro. Diciamo di un periodaccio. Come ti ho già detto, gli esami non sono andati bene, e adesso sto parecchio... lo posso dire? Nella merda, temo che slitterà anche la mia laurea. Non che mi cambi molto, il lavoro non lo troverò a luglio come non lo troverò a novembre, le tasse le ho già pagate e non le dovrò ripagare per novembre, ma l'università mi mette un'angoscia indescrivibile. La scorsa settimana ho sempre bevuto una tazza di camomilla prima di andare a dormire, mentre durante il giorno bevevo sempre tre caffè, per studiare meglio. Il problema è che tre caffè cominciavano ad essere un po' troppi, perché invece dell'energia per studiare, mi davano energia per piangere e disperarmi. Ero sempre nervosa, per la prima volta nella mia vita credo di aver avuto una crisi pre-mestruale (io di solito le crisi le ho il primo giorno, quando ho un forte mal di pancia, e il secondo, quando invece mi fa male la testa, ma mai prima... a parte una certa fame chimica che mi colpisce nei giorni precedenti). I prossimi esami li ho a marzo, e potrò sostenerli grazie ad un appello per i fuori corso (cioè per quelli che hanno già fatto i tre anni e non sono riusciti ancora a terminare tutti gli esami). Avrei tre esami orali da sostenere, uno lunedì 17, uno martedì 18 e l'altro mercoledì 19. Ora capirai, ho fatto un macello con tre appelli in un mese, figuriamoci con tre appelli in tre giorni, così ho deciso di sostenerne al massimo due (tanto ho già pagato la rata e avrò la possibilità di fare gli esami anche a maggio). Pensavo di provare informatica o tedesco per ora, inglese più in là. Se dovessi avere un'altra delle mie crisi isteriche, lascerò perdere un altro esame ancora, e ne sosterrò solo uno, ma mi impegnerò in quello, perché dovrò assolutamente superarlo. Altrimenti scapperò in Giappone e andrò a coltivare bonsai, ho già deciso.
Lo so, sicuramente ti avrò fatto impazzire con questo discorso, pensa che dentro di me crea ancora più confusione. Ti racconto di qualcos'altro, ok? Ok.
Stamattina mi sono arrabbiata a casa, in particolare con mio nonno, e ho alzato la voce. Devo ammettere che non ci ho visto più perché era l'ennesima persona a dirmi che non faccio niente tutto il giorno a casa. Ti ho già detto quanto fossi nervosa, quindi non sono riuscita a sopportare più le critiche di tutti, e ho urlato davanti a mamma e nonno dicendo "Non ne posso più, ogni singola persona mi ripete sempre che non faccio niente dalla mattina alla sera, sono stanca perché tutti me lo fanno pesare!" e poi sono scoppiata in lacrime, perché nel momento in cui ho alzato la voce mi sono sentita terribilmente in colpa e ho pensato che mio nonno in passato ha perso un figlio e una moglie, e non meritava una nipote stupida e immatura. Mi fa un po' pena, perché è anziano e lo vedo sempre così solo. E io per quanto possa sembrare dolce, in realtà sono una stronza dentro e ne sono consapevole, quindi se mai dovessi arrivare alla sua età sarò ancora più sola. Il figlio di nonno, cioè il fratello di mamma, è morto probabilmente con un infarto quando aveva 16 anni (data la giovane età, probabilmente era una cosa con cui era nato, una specie di malformazione). E io so cosa vuol dire perdere qualcuno a cui vuoi bene: vuol dire guardarsi intorno e pensare che chiunque ti circondi non sarà mai abbastanza buono o abbastanza speciale come il tuo caro. Vuol dire sapere che non esiste al mondo nessun altro come lui, vuol dire pensare che c'è gente che meritava molto di più di lui la morte. E fa schifo, perché invece niente è andato come pensavi tu. Quindi immagino mio nonno abbia pensato: "Avevo un figlio bravissimo, ed è morto, mentre mia nipote che è una stronza è ancora viva." Questo pensiero fa male. Non sono certa che mio nonno l'abbia pensato, lui non parla mai dei suoi cari. Io invece ci penso un po' a queste cose, a queste persone. Ok, mettiamo caso che dopo la morte ci sia un'altra vita, una vita bellissima e serena (cosa in cui io credo, tra l'altro). Ma perché un ragazzo così giovane deve morire così, all'improvviso? E poi con tutto quel dolore. Forse il suo destino era vivere in un universo più "pulito", meno corrotto, perché era troppo buono e puro per stare su questa terra... ma allora che senso aveva farlo soffrire così tanto quando era così piccolo? E mia nonna, che aveva vissuto un dolore così grande per la perdita di suo figlio e per tante altre cose durante la vita.. che senso aveva farle sapere che la leucemia la stava logorando e che quelli erano gli ultimi mesi della sua vita? E il mio amico... bhè, se potessi scegliere, forse è quella la morte che vorrei per me (ma prima vorrei vivere abbastanza, vorrei ancora far passare tanti ma tanti anni ancora), lui mi diceva che si sentiva debole, che aveva spesso mal di testa, mal di denti, la febbre. Sembrava tutto normale. Eppure quando è andato all'ospedale, dopo che si è allungato sul lettino non è più riuscito ad alzarsi. Tre giorni, tre giorni maledetti ed è finito tutto. Aveva 26 anni, aveva un lavoro, avrebbe potuto trovare una brava ragazza, far nascere qualcosa, avere una vita felice. Ma se n'è andato, e sorrideva. La stessa malattia di mia nonna, ma lui non aveva sofferto così tanto, almeno spero. Forse neanche sapeva di averla. Sono giunta alla conclusione che Dio aveva altri progetti per lui, che lui non meritava di soffrire per la crisi economica, per una ragazza che non l'avrebbe apprezzato quanto meritava, per una vita triste e malinconica. Ed è l'unica spiegazione che mi do, l'unica cosa che mi fa star meglio. Eppure mi fa soffrire pensare che ci facciamo un culo così in questa vita, che poi per cosa? Se finisce tutto così. Ma io penso che non finisca, io spero che quando sento un brivido (sai quei brividi che ti vengono all'improvviso?) sia lui che mi sfiora o che mi passa accanto. Altrimenti niente avrebbe un senso. Ma un senso dev'esserci per forza, anche se a noi è sconosciuto. Il senso può essere nascosto dietro un sorriso. Perché dopo che il mio amico se n'è andato, ho conosciuto una ragazza che lo conosceva, erano molto amici quando facevano le medie. Adesso io e questa ragazza siamo diventate molto amiche, ci parlo benissimo con lei, le ho raccontato di questa mattina, del mio nervosismo. E la cosa bella è stata che lei mi ha capito benissimo, mi ha detto che anche se può sembrare una ragazza fortissima, in realtà ha anche lei dei momenti "no", e io ho capito che a chiunque può capitare un'esperienza negativa, che a tutti può capitare di cadere in basso e non voler rialzarsi, però vale la pena farlo... perché c'è sempre qualche tesoro nascosto ad aspettarci.
Mi dispiace averti fatto venire la depressione, in questo periodo sto giù per una serie di motivi, ma se non ci fossero i periodi tristi poi non saremmo in grado di apprezzare quelli belli, quando arriveranno. Quindi resto fiduciosa, il meglio per me deve ancora venire.
Con affetto
IceGirl

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Unforgiven_Ice_Girl