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Autore: billrussell    13/02/2014    0 recensioni
[The Night Angel Trilogy di Brent Weeks]
[The Night Angel Trilogy di Brent Weeks]A causa di una serie di eventi Kylar Stern si ritrova nel mondo dello strigo Geralt di Rivia. I due spadaccini si trovano a combattere fianco a fianco contro dei terribili nemici che minacciano la stabilità di entrambi i loro mondi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Non appena ebbe varcato la soglia della sua stanza, Kylar si tuffò di lato. Due stiletti si conficcarono nella porta di legno proprio nel punto dove mezzo secondo prima vi si trovava lui.
''Ciao Durzo'', salutò il ragazzo con un sorriso ebete stampato sul volto e rigirandosi tra le dita il terzo stiletto che aveva preso al volo.
Dall'angolo buio del soffitto apparve un uomo di mezza età dai capelli biondi e con le guance ricoperte da una rada barba.
''Sei prevedibile maestro'', lo provocò Kylar. ''Anche se usi il Talento per nasconderti tra le ombre io posso vederti.''
Durzo Blint, ex sicario, maestro di Kylar e precedente possessore del Ka'kari nero gli rivolse uno dei suoi soliti sguardi truci a cui il ragazzo era ormai abituato.
''Levati quella espressione idiota dalla faccia. Te ne ho lanciati solo tre in fin dei conti.''
''Anche se me ne avessi lanciati una quindicina li avrei presi tutti al volo'', ribatté Kylar.
''Non fare troppo lo sbruffone perché la prossima volta potrei davvero lanciartene quindici e alle spalle'', disse Durzo risistemandosi i tre stiletti nella cintura. ''E sono anche sicuro che dall'ultima volta che ci siamo visti non ti sei allenato come si deve.''
Kylar alzò il dito medio verso il maestro. ''Non mi sono allenato dici? Ti posso prendere a calci in culo anche ad occhi chiusi.''
''Vorrei proprio vederti farlo'', replicò Durzo mentre un ghigno gli si formava sul volto. ''Ti va di allenarti?''
Kylar ricambiò lo sguardo dell'uomo che considerava come un padre e sorrise.

I due cavalcarono diretti ad una radura a nord-est della Cappella dov'era solito allenarsi Kylar. Il luogo era a circa un'ora di distanza dalla Cappella ed era completamente isolato. Il terreno era vario: alternava manti erbosi a zone rocciose, mentre enormi alberi, tipici solo di quella zona, facevano da cornice a quel luogo.
Kylar amava allenarsi lì; muovendosi tra le rocce le sue gambe avevano acquistato maggiore potenza ed agilità, arrampicandosi sugli alberi invece le sue braccia erano diventate più forti.
Lontano dalla Cappella e dalle Sorelle aveva anche la possibilità di usare il Talento per imparare a padroneggiare certe magie insegnatele da Durzo.
''Sei venuto alla Cappella solo per me?'' chiese Kylar rompendo il silenzio. ''Uly sa che sei qui?''
''Sì. L'ho incontrata stamattina. Le ho fatto promettere di non dirti niente.''
''Mm. Adesso che ci penso mi sembrava più felice del solito a pranzo'', rifletté il ragazzo. ''Momma K come sta?''
''Bene, le sarebbe piaciuto venire a trovare Uly, ma è molto impegnata. Governare un regno è dura, in più alcuni superstiti del Sa'Kagè le creano non pochi problemi.''
''Sai Durzo, negli ultimi anni ti sei rivelato essere un buon padre ed un ottimo marito. Non l'avrei mai pensato. È un bel cambiamento rispetto al sicario spietato e bastardo che eri fino a quattro anni fa.''
''Quanto dista questo posto?'' chiese Durzo cambiando argomento. L'ex sicario non amava certe smancerie, però, senza farsi vedere, accennò un sorriso fiero: ora che non era più immortale desiderava solo passare il resto della sua vita con la donna che amava e vedendo crescere sua figlia, quindi il complimento del suo allievo lo aveva reso enormemente felice, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
Kylar, dal canto suo, ormai conosceva abbastanza bene il suo maestro da capire che le sue parole gli avevano dato grande soddisfazione nonostante cercasse di nasconderlo.
''Non manca molto, siamo quasi arrivati'', rispose il ragazzo. ''Vedrai è un posto tranquillo e ci si allena davvero bene.''
Giunti alla radura i due smontarono da cavallo e Durzo rimase un po' ad osservare la zona. ''Sembra davvero tranquillo e questi alberi lo nascondono bene.''
''Ho girato un bel po' prima di trovarlo'', disse Kylar schermando Retribution e la armi che portava alla cintura. ''Avevo bisogno di un posto abbastanza lontano dalle Sorelle dove potessi usare liberamente il Talento. Tutte le volte che lo utilizzavo alla Cappella quelle maledette impiccione venivano a guardarmi, come se la mia fosse un'esibizione per loro.''
''Hai fatto bene e hai ragione, sono proprio delle impiccione'', concordò Durzo. ''E poi è meglio non mostrare i propri poteri. Meno gente viene a sapere cosa sei capace di fare meglio è'', detto questo estrasse due spade gemelle dai foderi sulla schiena e le schermò. ''Adesso iniziamo ragazzo!''

Dopo quasi due ore di allenamento maestro e allievo si avviarono esausti verso la Cappella.
''Sei migliorato molto'', osservò Durzo.
''Te lo avevo detto'', ribatté il ragazzo sorridendo.
''Sì, ma non montarti la testa. Hai ancora molto su cui lavorare.''
Il viaggio di ritorno proseguì serenamente con Durzo che raccontava alcune delle sue vecchie avventure e dispensava consigli al suo allievo su come affrontare certe situazioni. Alla vista del Serafino, che indicava l'arrivo a destinazione, Kylar si fece serio e pensieroso: per tutto il pomeriggio si era chiesto se raccontare a Durzo degli strani sogni che non lo facevano dormire la notte, poi tra l'allenamento e la chiacchierata se ne era completamente dimenticato. Ora il pensiero era tornato a galla e il ragazzo era indeciso sul da farsi.
''Forse è meglio se gliene parli'', disse il Ka'kari, interrompendo i suoi pensieri. ''Arrivati alla Cappella partirà per tornare a Cenaria e chissà tra quanto ritornerà. Due mesi , forse tre.''
Hai ragione.
''Come sempre.''
''Che hai ragazzo?'' chiese Durzo, cogliendo il cambiamento nello stato d'animo di Kylar. ''Sei diventato serio all'improvviso.''
''Ho bisogno di un tuo consiglio: nelle ultime due settimane non ho chiuso occhio per via di strani sogni...''
''Senti, se hai gli incubi non devi rivolgerti a me'', lo interruppe l'uomo sogghignando. ''Non sono né la tua mamma né la tua donna.''
''Sei sempre il solito bastardo. Puoi farmi finire almeno, invece di interrompere con battute stupide.''
''Su non fare il permaloso Kylar. Dai, farò finta di essere interessato. Dimmi che problema hai con quei sogni.''
''Be' tanto per cominciare gli animali, o forse dovrei dire mostri,  che vivono negli strani luoghi in cui finisco: mai visto niente del genere. E poi sicuramente non mi ritrovo nel Midcyru, però come posso sognare posti in cui non sono mai stato.''
''Il cervello fa strani scherzi, ragazzo. Non puoi pretendere di capire tutto.''
''Aspetta, non ho finito'', continuò Kylar. ''Qualche giorno fa nel sogno pioveva e io sentivo l'acqua che mi bagnava il viso ed i vestiti. Era come se mi trovassi veramente là grazie a chissà quale magia!!!''
''Esattamente da me cosa vorresti? Sapere se stai impazzendo?''
''No. Voglio che tu mi dica se oltre al Midcyru esistano altre terre, altri continenti.''
''Ho sempre vissuto nel Midcyru e non mi sono mai spinto oltre le steppe Ymmur. Se ci sono altre terre oltre alla nostra non lo so, però è possibile, il mondo è vasto. Forse oltre le isole di Seth, dopo tutto l'oceano, c'è un altro continente'', Durzo si interruppe sospirando. ''Non lo so proprio Kylar, è una cosa a cui non ho mai pensato.''
Il maestro gli poggiò la mano sulla spalla con fare paterno senza aggiungere nient'altro.
Proseguirono il viaggio in silenzio e arrivati alla Cappella si salutarono: Durzo sarebbe andato a salutare sua figlia per poi partire immediatamente verso Cenaria.
''Ricordati di salutarmi Momma K ed il Conte Drake'', gli disse Kylar.
''Me l'hai già detto, non sono mica rimbambito al punto che devi ripetermi le stesse cose.''
Il ragazzo sorrise debolmente mentre tra i due calava un silenzio imbarazzante.
''Probabilmente non tornerò per un bel po' '', disse infine Durzo. ''Quindi vedi di non battere la fiacca e continua ad allenarti.''
''Tranquillo'', rispose l'allievo. ''Quando tornerai sarò più bravo di quanto tu sia mai stato in tutta la tua vita.''
''Vedremo'', sorrise l'uomo, che poi si girò incamminandosi verso la stanza di Uly.
Kylar, non appena il suo maestro fu sparito dietro l'angolo, si diresse verso la sua camera dove Vi lo aspettava alquanto arrabbiata. Il ragazzo, che non portava più l'orecchino nuziale che lo legava magicamente alla rossa e con il quale avrebbe potuto sentire lo stato d'animo della ragazza, ignorava completamente ciò che lo aspettava.
Non appena varcò la soglia della stanza fu inchiodato al muro da fortissimi legacci magici. Kylar avrebbe potuto lacerare quelle catene magiche molto facilmente, ma la sorpresa per quella situazione e la vista di Vi, di fronte a lui visibilmente furiosa, lo paralizzarono.
''Ehi, che succede?'' domandò aggrottando le sopracciglia, incredulo per quella situazione.
''Dove sei stato?''
''Ero ad allenarmi con Durzo. L'ho portato nel posto in cui vado sempre.''
''A pranzo non avevi detto che mi avresti aspettato in camera?'' domandò la rossa avvicinandosi minacciosa al ragazzo.
''Uhm. Si tratta di questo? Guarda che se ne avevi così tanta voglia bastava dirlo e rimanevo qui'', disse Kylar sorridendo malizioso. ''Comunque possiamo recuperare adesso, mica c'era bisogno di arrabbiarsi e incatenarmi alla parete.''
''Sei uno stupido!!!'' urlò Vi. ''Pensi che sia arrabbiata per quello?! Certe volte sei davvero ottuso.''
''E allora qual'è il problema? Sono solo andato ad allenarmi con il mio maestro che non vedevo da più di due mesi.'' Kylar, che non era mai stato bravo nel capire le donne, ora si trovava in difficoltà più del solito: non riusciva a comprendere il motivo del comportamento di Vi.
''Qual'è il problema?'' ripeté la rossa. ''Il problema è che molte volte mi tratti come se fossi la tua puttana e non la tua donna.''
''Stai esagerando.''
''Cazzo, Kylar'', esclamò Vi. ''Tralasciando il fatto che la maggior parte della volte sparisci senza dirmi dove vai, non ti confidi mai con me come se fossi solo una con cui scopare e non la ragazza che ami.''
''Confidarti cosa Vi?'' chiese Kylar sul punto anche lui di perdere la pazienza. ''Sei per caso diventata pazza?!''
''Non trattarmi come una stupida!!! Pensi non mi sia accorta che la notte non dormi. L'ho capito che c'è qualcosa che ti turba.''
Il ragazzo non trovò modo di ribattere all'affermazione della rossa: aveva sempre saputo che lei si era accorta delle sue notti insonni e che prima o poi avrebbe chiesto cosa lo teneva sveglio. Prima che potesse tentare di formulare una risposta una giovane Sorella, che non doveva avere più di dieci, anni entrò nella stanza suscitando ulteriore furia nella rossa. ''Non si bussa??!''
''V-veramente ho bussato'', balbettò la piccola spaventata. ''M-ma non avete risposto.''
''E sei entrata lo stesso?!!''
Kylar, che nel frattempo non era più incatenato dai legacci magici, si sistemò vicino alla finestra a scrutare il tramonto, disinteressandosi completamente delle faccende di Vi riguardanti la Cappella.
''Sì, perché ho un messaggio urgente da parte di Sorella Ariel. Richiede la vostra presenza nello studio della portavoce'', rispose tutto d'un fiato la piccola, così da non farsi interrompere dalla Sorella.
Vi sospirò stancamente poiché la giornata sembrava andare sempre peggio. Si voltò a guardare Kylar, che ricambiò il suo sguardo con i suoi occhi azzurri. ''Non pensare che la nostra discussione sia finita qui.''
''S-scusate'', intervenne la giovane Sorella. ''Ma è richiesta anche la presenza del signor Kylar.''
''Cosa?!'' sbottò sorpreso il ragazzo.
''Per quale motivo?'' domandò la rossa.
''Non lo so. Però ho notato che Sorella Ariel è diventata piuttosto isterica dopo aver letto una lettera arrivata da Elenea.''
Kylar, sentendo nominare quella città, si alzò di scatto e si incamminò dietro alla sua ragazza verso lo studio della portavoce: se era stata richiesta anche la sua presenza voleva dire che era accaduto qualcosa di grave.
Il suo pensiero andò a Logan: se il suo migliore amico era in pericolo Kylar avrebbe fatto di tutto per aiutarlo.

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autore
-Sa'Kagè: organizzazione criminale.

-Schermare le armi significa mettere una protezione magica in modo che le lame non taglino.

  
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