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Autore: jo_gio17    13/02/2014    4 recensioni
Il mondo era ancora in preda alla resistenza, le isole fedeli al Re dei Pirati cercavano ancora di ribellarsi, ma la marina aveva intrapreso un rigido sistema di punizioni. Dopo la tragedia di Alabasta, otto mesi dopo il Grande Conflitto, le acque si placarono un poco.
Il sole brillava nel cielo che copriva il Villaggio di Coco, lì la rivolta sembrava non aver attecchito particolarmente; la gente aveva paura e non erano abbastanza forti per contrastare la potente morsa della marina. Quello che una volta era Arlog Park, adesso era la sede di un’accademia per l’addestramento delle nuove reclute: Marine Park.
Proprio in questo clima di terrore e di disperazione nascerà la nuova speranza.
Spero di avervi incuriosito... Vi Aspetto!
Baci Baci
Jogio
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nuovo personaggio, Sanji, Un po' tutti, Zoro\Robin | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fino in Fondo '
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Ciao!!! Finalmente un po’ di respiro. Mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto, spero proprio che il capitolo valga l’attesa!
Ci vediamo in fondo!


Partire o Restare?

 
Un bel sole caldo sorse nel cielo illuminando il Villaggio di Coco. Nojiko era seduta sul tavolo della cucina con una tazza di caffè fumante tra le mani, era ancora molto presto e per casa regnava la calma assoluta. Stranamente si era alzata prima di Sanji, non lo avrebbe mai ammesso ma quella mattina le era mancato. Svegliarsi con il profumo della colazione e del caffè era un vizio a cui si era abituata subito; dovette quindi accontentarsi della bevanda calda e sperare in un manicaretto a pranzo.

La porta della cucina cigolò un pochino, a varcare la soglia però non fu Sanji, ma Robin.

- Buongiorno Nojiko.

L’altra le sorrise e le porse una tazza vuota – Lì c’è il caffè – disse accompagnando la frase con un lieve movimento della testa.

- Grazie – disse rispondendo al sorriso – Questa notte ho dormito davvero bene, strano come a volte le cose più semplici ti donino serenità.

La porta cigolò di nuovo, questa volta apparì Sanji. Aveva l’aspetto di uno zombie; i capelli biondi erano una nuvola arruffata e la sua impeccabile divisa nera era tutto sgualcita, per non parlare del passo incerto con cui avanzò. Robin nascose il viso dentro la tazza per evitare di ridere. Aveva visto quella scena milioni di volte, Sanji sapeva essere davvero perfido la mattina dopo una sbronza. La povera Nojiko ignara della situazione e soprattutto delle reazioni del cuoco dopo una festa a base di alcool, gli rivolse la parola.

- Diamine sei uno straccio! – poi inclinò la testa per osservarlo meglio – Ma sei andato a dormire vestito?

Lui si portò una mano alla testa e cercò di ignorare l’acuta voce della ragazza. Avanzava barcollando in cerca di zuccheri, posò gli occhi sulla tazza color pesca di Nojiko. Si avvicinò a lei che ancora lo guardava allibita e sconcertata, cercando negli occhi di Robin una qualche spiegazione. Lei mi limitò a fare spallucce, proprio come se non ne sapesse nulla. Nel frattempo il cuoco arrivò all’ambita tazza e gliela sfilò dalle mani, accasciandosi poi sulla sedia vicina.

- Se volevi del caffè bastava chiedere!

Di nuovo Sanji si limitò ad osservarla senza rispondere, poi si girò verso Robin e con una voce roca e gutturale brontolò. – Lui dov’è?

- È andato ad allenarsi.

Una fiamma di odio mista ad invidia investì gli occhi dell’uomo. Quella maledetta testa d’alga era addirittura uscito ad allenarsi e lui faticava a reggersi in piedi. Sbuffò e trangugiò quel poco caffè rimasto.

Ancora più incuriosita Nojiko continuava a guardare i due. – Non capisco che succede! – esclamò imbronciata.

- Niente, non succede niente. – Ringhiò Sanji alzandosi e mettendosi ai fornelli.

- Niente di nuovo…- sogghignò Robin mentre si dirigeva alla porta d’entrata. – Qui come arrivano i giornali?

- Lascia perdere il giornale, tanto tu non puoi prenderlo!  - sbuffò di nuovo Sanji che stava recuperando lentamente tutte le sua facoltà.
Questa volta fu Nojiko a sbuffare. – Questa mattina sei proprio intrattabile – poi si voltò verso Robin – Intende dire che voi non potete andare a prendere il giornale perché li distribuisce la Marina alla Piazza Grande.

- Sul serio?

- Tutto a causa della vicinanza con Marine Park.  Distribuire i giornali è una sora di punizione per i cadetti insubordinati. – rispose di nuovo Nojiko con noncuranza.

Gli occhi di Robin si fecero più vispi e attenti. – Oppure potrebbe essere un ottimo modo per controllare la popolazione. Chi è corretto può rimanere aggiornato sui fatti del mondo, mentre chi non lo è… - la frase le morì sulle labbra mentre i suoi occhi erano persi nel vuoto. Segno che stava elaborando una complessa teoria.

- Rimane all’oscuro di tutto. - Concluse al suo posto Sanji. – Vogliono evitare che i pirati si riorganizzino tra di loro.

Il cuoco servì una succulenta colazione e una parte la mise su un vassoio. – Robin ti dispiacerebbe portare la colazione a Nami? Sicuramente le farà piacere vederti.

Per fortuna era tornato il dolce Sanji di sempre, cucinare lo rilassava davvero molto. – Certo.

La ragazza prese il vassoio e Nojiko la accompagnò alla stanza. Le due bussarono lievemente alla porta, non ricevettero risposta. Nojiko aprì lo stesso. Haruki era addormentata su una grande poltrona accanto al lettino di Saki, mentre Nami era raggomitolata nel suo letto. La donna aprì gli occhi.

– Buongiorno ragazze. – bisbigliò mentre si stiracchiava. – È stata una nottata inaspettatamente tranquilla.

- Grazie Haruki. Sanji ha preparato la colazione. E poi se vuoi puoi andare a casa.

La donna si alzò un po’ goffamente, prima di lasciare la stanza riservò un bel sorriso a Robin. Lei ricambiò e prima che potesse chiedere Nijiko intervenne. – È il suo modo di presentarsi. Non è una donna molto tradizionale. – Poi si avvicinò alle tende e le aprì delicatamente.
La luce iniziò ad invadere la stanza e un mugugno si alzò dal letto dove riposava Nami. - Robin?

- Ciao mammina – la canzonò affettuosamente prima di correre ad abbracciarla.

Il corpo di Nami era incredibilmente magro e fragile, i capelli invece le erano cresciuti moltissimo. Le due rimasero strette per qualche secondo quando Nami si staccò. – Devi vederla…

Il suo volto era sorridente, una vera espressione di gioia, Nojiko quasi si commosse. Prese in braccio Saki, le stampò un piccolo bacio sulla fronte e la porse a sua madre. Nami la guardò con occhi pieni di gratitudine, prima di dedicarsi completamente a sua figlia.

- Guarda Saki, ti presento zia Robin.

Il piccolo fagottino di coperte schiuse i suoi occhi scuri e scrutò la zia, proprio come se avesse capito.

- È bellissima. – Nel vedere quegli occhi così incredibilmente uguali a quelli di Rufy, Robin si commosse e portò una mano sul volto di Nami per lasciarle una carezza. A quel gesto Nojiko uscì dalla stanza per lasciarle sole.

- Gli somiglia molto non è vero? – chiese Nami, stringendo un po’ di più a sé la sua piccola.

Robin non sapeva bene come comportarsi e non era una sensazione famigliare per lei. Si sentiva in colpa per aver lasciato la sua amica da sola in quel periodo così delicato, ma non avevano avuto scelta. Se fossero rimasti tutti al Villaggio prima o poi li avrebbero scoperti. Decidere di dividersi dopo tutto quello che era accaduto era stata una scelta davvero dura, ma era inevitabile.

La sincerità ebbe il sopravvento. – Ha i suoi stessi occhi.

Una lacrima ribelle sfuggì al controllo di Nami. – Mi sei mancata -  disse guardando l’amica.

Robin le strinse in un abbraccio formato da tante mani. – Anche tu. Non sai quanto mi sia dispiaciuto doverti lasciare. Sarei dovuta rimanere io qui con te, ma Sanji aveva insistito così tanto e io…

- Non dire sciocchezze, il tuo posto era accanto a Zoro.

La risolutezza nel volto di Nami faceva quasi paura. Se qualcuno non l’avesse conosciuta prima avrebbe detto che stesse bene. Solo chi aveva visto il suo sguardo spegnersi insieme a quello di Rufy poteva capire il dolore che portava dentro.

 
La mattinata volò via velocemente. Dopo aver pranzato si stiparono tutti nella stanza di Nami. Lei era ancora debole e non poteva alzarsi dal letto per via delle ferite del parto, così decisero di parlare lì.

Sanji era seduto sulla poltrona dove aveva dormito Haruki e teneva in braccio la nuova arrivata. Saki era così piccola da occupare solo metà del lungo braccio del cuoco, che continuava a sussurragli complimenti.

- Diventerai una donna bellissima…

La sua espressione era serena, forse il metodo di Zoro era stato brutale, ma gli aveva davvero fatto bene parlare e senza Saké non ci sarebbe mai riuscito.

Nojiko invece sedeva sul bracciolo della stessa poltrona di Sanji. Non l’aveva mai visto sorridere così dolcemente, ma soprattutto non lo aveva mai visto senza la sua sigaretta.

Robin si era sistemata ai piedi del letto di Nami e Zoro aveva avvicinato la sedia della che in genere era accostata alla scrivania.

Dopo alcuni momenti di gioco e di tranquillità tanto agognata da tutti, si fece sempre più forte la necessità di discutere di argomenti più seri. Fu la stessa Nami a sentire il bisogno di porre le sue domande.

- Come mai siete tornati proprio adesso? E da soli per giunta.

Gli sguardi della coppia si incrociarono prima tra di loro e poi si congiunsero sull’espressione di Nami.

- In realtà siamo venuti anche per conto di Dragon. – sentenziò  Zoro serio – Vorrebbe che vi uniste a noi.

Gli occhi di Nojiko si spalancarono. Sanji e Nami invece rimasero impassibili e in silenzio.

- Quando? – domandò ancora Nami.

- In realtà avevamo pensato prima del parto, ma raggiungere il Villaggio di Coco senza essere scoperti è stata più dura del previso. – mentre parlava mosse una mano verso le gambe raccolte dell’amica – Lo so che è una decisione difficile da prendere, adesso non devi più badare solo a te stessa.

- Non ti offriamo molto tempo per decidere, questa notte alcuni rivoluzionari ci verranno a prendere per riportarci all’isola di Dragon.
A quel punto Nojiko sbottò. – State scherzando? – urlò alzandosi in piedi. – Non puoi affrontare un viaggio così convalescente, per non parlare del luogo che devi raggiungere! Ma dico siete impazziti?

Sanji le posò una mano sulla spalla. – Andiamo. – le disse indicando la porta.

- Io non esco da questa stanza! E tu non puoi comandarmi. Non permetterò a Dragon o chi per lui di usare mia sorella come simbolo di libertà per alimentare un’altra guerra.

Tutti gli occhi si spostarono verso Nojiko, lei a sua volta li puntava dritti verso quelli nocciola della sorella.

- È una decisione che non spetta a te. – continuò Sanji calmo. Ormai conosceva benissimo Nami, la presenza di Nojiko le stava offuscando ancora di più le idee. Doveva pensare al suo bene e a quello di Saki. Era vero che il Villaggio di Coco era un posto sicuro data l’imminente e monumentale presenza di Marine Park, ma poteva essere il luogo dove far crescere Saki? Prima o poi si sarebbe venuto a sapere dell’esistenza della piccola e a quel punto come avrebbe reagito la Marina?

I pro e i contro erano già troppi per essere vagliati in qualche ora, di certo non sarebbe stata d’aiuto la figura strepitante di sua sorella.
- Ha ragione Nojiko, perdonami. – riuscì infine a dire Nami.

Il sangue della sorella si gelò nelle vene. Così non oppose resistenza quando Sanji la accompagnò in un’altra stanza, subito dopo aver adagiato la piccina nel suo letto.  
 
Una volta chiusa la porta le lacrime sgorgarono incontrollate dagli occhi di Nojiko.

- Non potete andare via!

Il tono di voce della ragazza era ancora troppo alto, così con pazienza Sanji la condusse in cucina. I singhiozzi presero il sopravvento. Alla fine tutta quell’ansia e quel dolore accumulato in quei mesi si stava riversando in quelle lacrime amare.   

- Calmati adesso. – la voce rassicurante di Sanji la fece stare ancora più male. – Respira lentamente.

- Non ci riesco – disse tutto d’un fiato affondando il suo viso nel petto dell’uomo.  – Non voglio che andiate via. Non voglio che tu vada via!
Fu come se il tempo si fermasse. Dopo quell’esclamazione, i corpi di entrambi s’irrigidirono come blocchi di ghiaccio. Appena la ragazza comprese ciò che aveva appena detto si stacco violentemente da lui e imboccò l’uscita sul retro, quella che conduceva ai campi di mandarini.

Sanji rimase ancora per qualche momento impietrito, fermo in piedi nel mezzo della stanza. Non poteva credere a ciò che aveva sentito. Con due lunghi passi indietro si appoggiò alla cucina, come se avesse bisogno di sorreggersi. Appena riacquisì equilibrio frugò con una mano nella sua tasca ed estrasse il pacchetto di sigarette. Ne portò una alla bocca e la accese.

- Non è possibile… - disse a sé stesso passandosi le mani tra i capelli.
 
 

 
NdA:
Lo so, dopo tutto questo tempo eravate curiosi di sapere cosa avesse detto Rufy a Zoro il giorno prima della battaglia, mi spiace ma dovrete aspettare ancora un po’. E giusto per aggiungere curiosità ad altra curiosità secondo voi… Partire o Restare? :D
Ho abbozzato già il prossimo capitolo quindi spero di non dovervi fare aspettare di nuovo così tanto, purtroppo sono sommersa dai libri e ritagliarmi degli spazi per scrivere è davvero complicato. Spero comunque che vi sia piaciuto. Alla prossima…

Baci Baci
Jogio
  
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