Si guardò attorno, sentendosi vagamente a disagio, mentre si infilava le mani gelate dentro le tasche per proteggerle dal freddo pungente.
Tutt'intorno regnava un silenzio pesante e quasi solenne, il pallido sole brillava discreto dietro grosse nuvole cariche di neve, come a voler rispettare quel momento particolare, permeato di malinconia.
Il paesaggio era monotono, grigio; il rumore dei loro passi attutito dalla bianca coltre che ricopriva il suolo.
Quando arrivarono davanti alle lapidi e si fermarono, Endou si decise a lanciare un'occhiata verso Fuyuka; la ragazza gli aveva chiesto per telefono di accompagnarla al cimitero e gli aveva dato appuntamento a casa sua, e non aveva aperto bocca per tutto il tragitto.
Teneva lo sguardo fisso sulle proprie scarpe, celando all'amico il volto ma, dopo qualche secondo, prese un profondo respiro e si raddrizzò, svelando un'espressione seria e tesa.
Congiunse le mani in una preghiera, poi frugò nella propria borsa e si piegò verso la pietra tombale per accendere degli incensi.
Infine tornò al fianco di Endou.
- È inverno - bisbigliò dopo un po’.
Mamoru si girò a guardarla, senza dirle nulla. Kudou, senza ricambiare quello sguardo, continuò: - Sai, io sono nata in questa stagione. Mia madre mi ripeteva spesso che adorava l'inverno e che la mia nascita era un ulteriore motivo per essere felice in quel periodo. Quando me lo diceva, ero felice anche io - raccontò, con la voce incrinata per la commozione. - Eppure loro sono morti proprio in inverno - continuò, tenendo lo sguardo fisso sui nomi dei propri genitori. - Non ho mai avuto modo di odiare questa stagione per questo, ma non so perché io abbia trovato la forza di venire qui proprio in questo periodo. -
Endou si concesse qualche secondo per riflettere sulla risposta da darle; ispirò ed espirò profondamente, e tornò a sua volta a guardare le lapidi.
- Ti rende triste? - domandò, incerto.
Fuyuka abbassò la testa. - Sì - rispose con sincerità. - Da piccola attendevo sempre con ansia l'arrivo dell'inverno, guardavo sempre fuori dalla finestra in attesa che nevicasse; anche dopo essere stata adottata da papà ho sempre provato una strana nostalgia in questa stagione. Ma adesso so che questo periodo è collegato ad un triste avvenimento e non so cosa dovrei provare - mormorò flebilmente, stringendo le mani guantate sull'orlo del giubbotto chiaro.
- Secondo me, non dovresti essere triste - affermò il ragazzo, sorridendole. - Perché l'inverno rimane la stagione in cui sei nata, e ora è anche quella in cui sei tornata a trovarli dopo tanti anni. Anche loro sono sicuramente felici di questo, Fuyuppe. -
La ragazza lo guardò, sorpresa per l'effetto che avevano su di lei quelle sue parole, poi gli sorrise e annuì con un cenno della testa, mentre gli occhi le si inumidivano velocemente.
Si accucciò a terra e pregò ancora.
- Mi dispiace essermi dimenticata di voi - disse. - Ci ho messo molto, ma finalmente sono qui, mamma e papà - riuscì a dire, prima di scoppiare in un pianto liberatorio, sfogando quei sentimenti rimasti in un angolo del suo cuore per lunghi anni e che per tanto tempo non era nemmeno consapevole di avere dentro.
Endou si inginocchiò a sua volta e le cinse le spalle col braccio, semplicemente sorreggendola.


- Sono a casa! - annunciò Endou, chiudendo con fretta la porta e rabbrividendo per il freddo. Il rapido e involontario movimento causò la caduta della neve che gli si era accumulata sopra le spalle.
- Bentornato, Mamoru-kun! - esclamò Fuyuka, camminando verso di lui con un sorriso gioioso.
Confuso, l'uomo si tolse le scarpe e si avvicinò alla moglie, senza sottrarsi al caloroso abbraccio che gli regalò la donna.
- Ehi, è successo qualcosa di bello? - domandò lui.
Fuyuka lo strinse a sé ancora qualche istante, prima di allontanarsi; due grandi occhi pieni di lacrime si posarono su di lui, ma subito lei ridacchiò.
Endou attese pazientemente che lei parlasse, intuendo solo che ci fossero buone notizie, ma la donna non riuscì a trattenersi dall'abbracciarlo di nuovo.
- Sono incinta, Mamoru-kun! - rivelò, raggiante.
L'uomo si pietrificò sul posto, esterrefatto, e Fuyuka sciolse nuovamente l'affettuosa stretta, sorridendogli nuovamente. - Aspettiamo un bambino - disse, come per fargli prendere consapevolezza.
Endou la guardò ancora qualche secondo, poi rise e la sollevò da terra, prendendola in braccio. - Davvero? Avremo un figlio? - domandò, come se non ci credesse. - Avremo un figlio! - esclamò poi.
Fuyuka rise dolcemente, reggendosi forte al marito poiché questi non riuscì a trattenersi dal camminare almeno fino alla cucina per sfogare in parte l'immensa gioia per quella notizia, e il sorriso non svanì nemmeno quando l'uomo, posandola dolcemente a terra, annunciò di doverlo assolutamente dire agli amici più stretti, naturalmente piombandogli in casa senza nemmeno avvertirli della visita.
Consapevole che fosse inutile cercare di fermarlo, la donna si avvicinò alla finestra e lo osservò divertita mentre correva felice sotto la neve e, senza riuscire a fermare lacrime di commozione, non poté evitare di pensare che, essendo febbraio, il bambino sarebbe probabilmente nato in inverno.
- Attenderò con ansia il prossimo inverno - mormorò con serenità, posandosi una mano sul ventre. - E quelli successivi. Per sempre. -







Note finali: finalmente ho scritto l'ultima shot della raccolta, quella dedicata a Fuyuka.
Non è un personaggio che considero molto, però la apprezzo, sicuramente più di molti altri personaggi.
Mi piace la sua storia e, anche se non la shippo con Endou, come coppia non sono male.
La canzone, come spunti, offriva la neve e le lacrime, così ho pensato di affrontare il tema della morte dei genitori di Fuyuka.
Non ho la più pallida idea di quando siano morti i suoi genitori, ma mi sembra di ricordare che Fuyuka, nei flashback del padre adottivo, indossasse vestiti pesanti, quindi può anche essere che loro siano morti in inverno.
Sono felice di aver finito: lì per lì, appena mi è venuta l'idea per la raccolta, ero ispiratissima, ma dopo la prima shot ci ho messo giorni a scrivere le altre, sentivo l'ispirazione scemare e temevo di non riuscire più combinare nulla, ma ora sono soddisfatta. Sopratutto perché sono su personaggi su cui non ho mai scritto o ho scritto poco.
Spero di averli resi tutti bene.
Se vi va, ci rivedremo.
Grazie a chi ha letto queste quattro shot.