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Autore: Strega_Mogana    14/02/2014    2 recensioni
Raccolta di one-shot/flash fic con tema i sorrisi.
Un sorriso a Settimana per Severus. Un anno di sorrisi.
Sfida n. 14 del Forum Il Calderone di Severus - Magie Sinister
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Hermione/Severus, Lily/Severus
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Titolo: Solo un piccolo, innocente, semplice bacio
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot Rating: Per tutti
Genere: generale, romantico
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton.
Pairing: Hermione / Severus
Epoca: post guerra
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Aveva passato del tempo con lui, anime sole in un castello affollato. Avevano parlato, lui l'aveva fatta ridere e quando l'aveva raccontato a Ginny lei si era quasi strozzata con la Burrobirra.
Se ne era innamorata.

Parole: 2.256

Solo un piccolo, innocente, semplice bacio

C'erano poche cose che interferivano con la concentrazione di Hermione Granger. Il suo amore per i libri e per la conoscenza non aveva limiti.
Era stata capace di concentrarsi in una tenda in mezzo ai boschi, al freddo, affamata e con la concreta possibilità di trovarsi circondata dai Mangiamorte da un momento all'alto.
Dopo la guerra era quasi impossibile distrarla dallo studio se non in casi estremi.
Aveva passato gli ultimi due anni a rimettere in sesto il Ministero, aveva aiutato a ricostruire Hogwarts ed era tornata in Australia a riprendere i suoi genitori. Aveva passato alcune settimane divisa tra la Tana e il San Mungo dove i suoi genitori erano stati sotto osservazione.
La sua vita era stata di nuovo sconvolta alla fine dell'anno scorso quando Ron e Harry avevano deciso di intraprendere la carriera di Auror senza prendere i M.A.G.O.. A seguito di quella decisione Ron l'aveva lasciata con la scusa dell'addestramento, che non voleva distrazione e che voleva uscire dall'ombra di Harry.
Non c'era poi voluto molto a capire che aveva un'altra ragazza.
Quando l'aveva scoperto e l'aveva affrontato lui aveva confermato a testa bassa, accusandola di essere troppo presa da altro per accorgersi di lui e dei suoi sentimenti. Le aveva detto che era fredda, distaccata e sempre troppo attaccata ai libri.
L'aveva paragonata ad un iceberg.
Con il cuore spezzato si era ritirata in un piccolo appartamento a Diagon Alley dove aveva vissuto quasi un anno pensando al suo futuro. E senza mai smettere di studiare.
I libri, suoi amici e confidenti, non la giudicavano, non la guardavano con astio, non le spezzavano il cuore.
Quando aveva ricevuto il gufo da Hogwarts con la possibilità di finire la scuola, l'aveva colta al volo.
Era più grande degli studenti dell'ultimo anno di almeno due anni, la divisa era un po' ridicola sul suo corpo di donna, ma la indossava con orgoglio e a testa alta.
Era sola in quell’enorme castello.
Troppo grande per gli altri studenti, in molti la collegavano alla guerra, al passato e non volevano ricordare i tempi bui. Passava dei pomeriggi con Hagrid, a volte con la professoressa McGranitt, ma era in imbarazzo a frequentare i professori al di fuori delle ore di lezione.
I libri continuavano ad essere i suoi migliori amici. La biblioteca il suo personale rifugio sicuro.
Fino al suo arrivo.
Ombra tra le ombre del castello.
Lui con la sua voce di velluto e i suoi occhi di tenebra.
Severus Piton era stato salvato da un intervento miracoloso della professoressa McGranitt che l'aveva trovato ancorato alla vita nella Stamberga.
Era stato ricoverato per mesi, senza voler vedere nessuno se non la professoressa di trasfigurazione.
Aveva rifiutato le visite sue e di Harry, aveva rimandato indietro ogni lettera che aveva provato a scrivergli fino a quando non gli aveva scritto più.
E, con tutto quello che le era successo, non ci aveva neppure più pensato fino a quando non l'aveva ritrovato a Hogwarts, al posto di Preside.
Non era cambiato dalla guerra.
Era sempre lo stesso professore di un tempo. Vestito di nero, sarcastico, pungente, velenoso come le sue pozioni. Era il solito Severus Piton.
Aveva passato del tempo con lui, anime sole in un castello affollato. Avevano parlato, lui l'aveva fatta ridere e quando l'aveva raccontato a Ginny lei si era quasi strozzata con la Burrobirra.
Se ne era innamorata.
Ed era accaduto così velocemente che se n'era resa conto quando, ormai, era troppo tardi.
E, questa volta, i suoi amati libri non potevano aiutarla.
Così quando quella mattina era entrato nell'aula di difesa aveva sentito lo stomaco aggrovigliarsi su se stesso.
- Il professor Plum ha l'influenza. - spiegò alla classe muta e spaventata dalla sua presenza – Visto che siete le uniche classi della giornata e siete dell'ultimo anno ho deciso di sostituirlo. Affronterete i M.A.G.O. tra pochi mesi e non potete concedervi il lusso di perdere delle preziose ore di lezione.
Nessuno aveva osato anche solo fiatare in classe. Hermione lo fissava dall'ultimo banco in fondo all'aula, non aveva perso la sua natura di brava studentessa, ma non alzava più la mano come un tempo, le sembrava di fare un torto ai compagni più giovani.
Lo sguardo nero del professore vagò per tutta la classe.
- Bene. Vi dividerete in coppie, voglio testare le vostre conoscenze in queste due ore. Non ci saranno voti, ma ho intenzione di parlare al professor Plum di eventuali carenze che riscontrerò. E so che ci saranno delle carenze.
La strega sorrise appena mentre, insieme ai suoi compagni, metteva a posto i libri e spostava la borsa vicino al muro.
I banchi sparirono con un semplice colpo di bacchetta del professore.
- Dividetevi in coppie!
Hermione rimase ferma mentre i suoi compagni sceglievano, escludendola come, ormai, era abituata. Si ritrovò da sola, senza compagno con cui sfidarsi.
Sentì lo sguardo di Piton addosso, si voltò verso di lui e gli fece un debole, impercettibile sorriso e alzò appena le spalle.
Severus alzò un sopracciglio.
- Mi deludete. - sentenziò camminando per l'aula sgombra – Soprattutto voi Corvonero, pensavo che tutti avreste fatto carte false per duellare con la signorina Granger che, oltre a me, ha molto da insegnarvi sulla difesa contro le arti oscure.
Tutti si voltarono a guardarla; Hermione sentì le guance andare in fiamme.
- Signorina Granger. - la chiamò il mago – Prego, al centro dell'aula.
Hermione camminò a testa alta, imbarazzata, ma decisa a dimostrarlo il meno possibile.
- Cosa devo fare, Signore?
- Duellare. - le labbra sottili del mago si incurvarono in un lieve sorriso tirato – Con me.
La strega temette di aver capito male. La sua voce era capace di confonderla, di incantarla e farle dimenticare tutto il resto.
- Mi... mi scusi... temo di non aver capito. - balbettò ormai incapace di celare il rossore sulle gote.
- Hai capito bene, Granger. - fece il mago leggermente infastidito togliendosi il mantello nero e appoggiandolo sulla cattedra – Visto che i tuoi compagni non sanno sfruttare le occasioni, tu duellerei con me.
Era inutile fare altre domande. Hermione seguì l'esempio del professore, si tolse il mantello e lo appoggiò sulla borsa per terra. Si posizionò davanti a lui.
Si sentiva a disagio con quella divisa addosso, la faceva sembrare più piccola di quello che in realtà era. Voleva farsi vedere donna, ma non c'erano molte occasioni per dimostrarglielo.
Impugnò bene la bacchetta, con la coda dell'occhio vide due compagni di Grifondoro scambiarsi delle monete, le ricordò Fred e George durante il Torneo Tre Maghi.
Attorno a lei e Piton comparve un cerchio rosso.
- Bene Granger. - fece il mago stringendo la bacchetta – Il primo che fa uscire l'altro dal cerchio ha vinto il duello. Le regole sono semplici, nessun incantesimo per ferire e l'utilizzo solo di incantesimi non verbali.
Annuì solamente cercando di concentrarsi il più possibile, trovandolo difficile mentre si perdeva nei suoi occhi neri e la sua voce le accarezzava la pelle.
Il primo incantesimo che le lanciò la colse preparata, ma era solo all'inizio. Mentre mentalmente ripassava tutti gli incantesimi del suo repertorio, Piton lanciò un'altra fattura, questa volta prendendola di sorpresa. La schivò all'ultimo, spostando la testa di lato e sentendo l'incantesimo a pochi millimetri dall'orecchio.
- Pensa meno, Granger. - la corresse lui – Il duello é istintivo, sono certo che nella Foresta di Dean non sei stata lì a pensare agli incantesimi che potevano esserti utili. Hai agito e basta.
Il riferimento al passato, a quella guerra che non faceva parte della vita di quei giovani studenti, ma della loro vita la fece sorridere, non rispose e lanciò l'incantesimo intenzionata a colpirlo. Piton lo deviò facilmente, ma c'era un luccichio nei suoi occhi di ossidiana che le fece tremare le gambe.
Continuarono per una decina di minuti a ritmo incalzante, senza parlare, senza guardarsi attorno. Gli studenti del settimo anno di Grifondoro e Corvonero seguivano lo scontro con interesse e partecipazione. Hermione sentì due compagni fare il tifo per lei.
L'ultimo incantesimo che parò fu troppo forte, ruppe la sua barriera e la spinse fuori dal cerchio.
Aveva perso ma nonostante tutto stava sorridendo.
- Bene. – fece il professore facendo sparire il cerchio dal pavimento e fissando gli altri studenti – Mettetevi a qualche metro di distanza e iniziate a duellare. Non voglio feriti. Granger, tu hai già duellato, aiutami ad controllare la classe.
Aiutarlo come assistente alla lezione era bello e le permetteva di fantasticare un po’ su di lui. Passava tra i compagni e cercava di dare una mano quando vedeva qualcuno in difficoltà. Nell’aula non volava una mosca, molti erano concentrati sugli incantesimi da lanciare, alcuni borbottavano la formula cercando di non farsi scoprire.
Gli passò accanto un paio di volte, lui era concentrato sulla lezione, lei ci provava, ma anche solo sfiorarlo le faceva dimenticare tutto il resto. Quando uno studente di Corvonero rischiò di rompersi il naso con una fattura venuta male Hermione riprese coscienza di sé. Si concentrò e non guardò più Piton per tutta la lezione.
La campanella le sembrò suonare troppo presto. Tutti si affrettarono a prendere le rispettive borse per la lezione successiva. Lei aveva un'ora di buco, ci mise più tempo del necessario a prendere la borsa.
- Granger, - la chiamò Piton iniziando a far ricomparire i banchi – ho bisogno di parlarti.
Con un sorriso appoggiò la borsa sul banco che era comparso e aspettò che l'ultimo compagno uscisse dall'aula.
La porta si richiuse magicamente da sola.
Quando furono soli, Severus si appoggiò alla cattedra e incrociò le braccia al petto, il mantello era ancora abbandonato sulla scrivania, il suo era ammucchiato sulla borsa.
Si avvicinò con il cuore che batteva così forte in petto che aveva paura che le spaccasse qualche costola.
- Granger...- fece lui fissandola intensamente – sei distratta oggi.
- Mi dispiace, signore. - rispose mortificata.
Il Preside fece un mezzo sorriso ironico.
- Posso comprendere che la dichiarazione fatta questa mattina in Sala Grande di Eric O'Brian l'abbia presa di sorpresa, ma...
Hermione fece una smorfia. Quella mattina un ragazzo del sesto anno di Grifondoro aveva urlato in tutta la Sala Grande di essersi innamorato di lei facendola vergognare come mai prima d'ora.
- Eric è stato poco delicato, - rispose – ho già avuto a che fare con un ragazzo così. E credo che non vorrò ripetere l'esperienza. Non é lui che mi fa perdere la concentrazione.
Piton sorrise, questa volta un sorriso vero, autentico, probabilmente uno di quelli che riservava solo a lei.
Era stato quel sorriso a farla innamorare.
Hermione sentì che stava per esplodere dall'emozione.
Severus si staccò dalla cattedra e annullò la distanza che li separava, Hermione si ritrovò a trattenere il respiro mentre lui le accarezzava un ciocca di capelli. Il suo profumo le invase i polmoni, sentiva il calore del suo corpo, la grande mano dalle affusolate dita si spostò sulla sua guancia in fiamme.
Chiuse gli occhi per non cedere alla tentazione di fare qualcosa di estremamente stupido in un’aula vuota, con la porta chiusa, con gli studenti che passeggiavano fuori da quella stanza.
- Severus…- balbettò non riuscì a capire se il suo era solo un debole bisbiglio o un urlo.
Forse un urlo del suo cuore.
Avvertì la sua presenza a pochi millimetri dal suo volto.
- Mi piace quando sussurri il mio nome. – le alitò nell’orecchio facendola gemere debolmente.
Alla cieca afferrò la sua casacca nera. Non poté evitarlo, aveva le gambe molli e rischiava di cadere se non si aggrappava a lui.
Sentì l’altra mano aprirsi sulla sua schiena.
Erano abbracciati. In un’aula vuota. Dopo una lezione. Con la porta chiusa e il mondo esterno che andava avanti ignorandoli.
- Severus… - balbettò – abbiamo… deciso di… attendere Giugno… dopo gli es…
Le labbra sottili del mago si posarono sulla sua guancia e la frase le morì in gola. Strinse di più la sua giacca nera e serrò ancora di più gli occhi, se li avesse aperti si sarebbe persa nel suo sguardo, nella sua anima, nella sua ombra.
Si sarebbe persa in lui.
- Non ti bacio da Capodanno…- sussurrò Severus, Hermione avvertì la sua bocca vicina, troppo vicina – sono passati quasi quattro mesi. Ho bisogno delle tue labbra. Ora. Subito. O non arriverò mai a Giugno.
La strega sorrise nell’udire l’urgenza di baciarla in quel preciso momento.
Aprì gli occhi immergendosi nel mare in tempesta dei suoi. Nei suoi occhi di tenebra brillava la fiamma della passione sopita e del desiderio di avere anche solo un pezzetto di lei per poter mantenere quella promessa che si erano scambiati quella notte di Capodanno.
- E’ solo un bacio…- continuò il mago baciandole ancora una volta la guancia – un piccolo…- e le sue labbra si avvicinarono ancora un poco alla sua bocca – innocente…- e questa volta fu l’angolo delle labbra ad essere baciate – semplice bacio.
Hermione sapeva bene che i baci di Severus non erano piccoli, innocenti, semplici baci. Sapevano di perdizione, lussuria e proibito.
Hermione sorrise, poteva sentire il calore delle labbra di Severus sulle sue eppure non si stavano ancora baciando.
Lui la stava provocando, voleva che fosse lei ad annullare quella misera distanza.
Era il suo personale angelo tentatore.
- E' pericoloso, professore. - mormorò ad un soffio da quelle labbra sottili.
- Non ti preoccupare. Metterò una buona parola per te al Preside.
Era un gioco di seduzione che Hermione voleva perdere, era passato così tanto da quel loro primo ed unico bacio che voleva assaporare ancora le sue labbra.
Annullò la distanza e si perse in lui, con lui.
   
 
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