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Autore: _That Star_    14/02/2014    6 recensioni
Rinasco oggi. Con loro. Con lui.
[Andrew Scott\Benedict Cumberbatch]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Andrew Scott, Benedict Cumberbatch, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Shattered

And I've lost who I am

And i can't undestrand

Why my heart is so broken

Rejecting your love

[Trading yesterday-Shattered]

 

Mia madre inizia a tagliare il pollo sorridendo. Non lo avrebbe mai fatto, era un peccato cucinarlo per due, diceva. Ha lasciato sottinteso un “ma c'è Andrew sta sera”, mi ha toccato la spalla ed io l'ho guardata negli occhi. In quel momento ho capito che quello non era un sorriso ma una smorfia preoccupata. Non importava.

Ho solo tanto caos in testa e non posso permettermi di seguire gli altri. Non ora che sto iniziando a capire. Ho capito di essere un fallito che regala delusioni, ho capito di essere un irresponsabile e di essere innamorato- vagamente ma non per questo leggermente- di un uomo.

E mi ritrovo a tu per tu con me stesso, ripensando a tutti i segnali che potevano farmi intuire di essere gay. Gay. Aleggia in me questa parola. Vedo una grafia elegante che la scrive lentamente, rimane lì qualche minuto. Poi c'è un pennarello rosso che la cancella. Poi scrive 'invece sì', ed infine cancella anche quello. Riappare di nuovo la scritta iniziale ed io sento le tempie premere forte, neanche volessero scappar via, stufe di tutto questo.

C'è Benedict in me ora. E' al centro della mia mente ed ogni punto viene ricollegato a lui. Sorrido di nascosto e ripenso che sta sera lo incontrerò di nuovo.

Mamma inizia a disporre il pollo sui piatti e porge a me l'ala. Come un bambino. La spiegazione sarebbe: ci sono meno ossa. E sarebbe anche accettabile se non avessi 34 anni. La guardo di nuovo, poi inizio a tagliare la carne.

Non parla nessuno e credo sia un bene. Devo ancora concretizzare un paio di cose, innanzi tutto i segnali che mi avrebbero dovuto far intuire della mia omosessualità. E non parlo solo di non essere riuscito a stare con una donna per più di cinque mesi -credo che quello sia solo il mio carattere altalenante-. Mi riferisco a quelle occasioni in cui immaginavo qualcuno accanto a me, con due braccia forti a sorreggermi da tutto, o quando guardavo i film e ad ogni abbraccio fra uomini ipotizzavo che avessero una relazione segreta, invisibile agli occhi degli altri. Oltre a questo c'è anche un problema più imminente e pratico, i vestiti per la festa.

Dovrò scegliere l'abito più elegante. Essere me stesso in giacca stirata e pantaloni stretti, per far risaltare...cosa?

Okay no, ora stiamo superando un limite. Me ne sono accorto, l'ho metabolizzato, si, okay, ora lascio scivolare via il pensiero.

Via dai..Oh. Via!

“Come va con Ally, Andrew?”

“L'ho lasciata.” rispondo di getto e con tono seccato, infilzo della carne e prendo a masticarla con foga, scaricando ad ogni morso la rabbia che mi fa salire questa domanda.

Mio padre smette di bere e si gratta il collo prima di formulare La domanda. Ogni genitore è banale. Dal primo all'ultimo. Sai già cosa ti chiederanno, e se un tempo era “com'è andata a scuola?” adesso sono salito di livello e la domanda è “che ti sta succedendo?”.

“C'è qualche difficoltà, Andrew?”

Io ingoio il mio boccone e lo guardo stupito. “Perchè?” gli chiedo con voce stridula, recitazione palesemente falsa, recitazione da figlio.

Ha già fatto troppo mio padre, abbassa lo sguardo e si rivolge alla mamma dicendole che è ben cotto il pollo. E' la prima volta che lo fai così buono, hai messo qualche spezia?, no ho aggiunto il limone, ah il limone. Hanno sempre avuto sintonia i miei ed io mi divertivo a coglierla giorno dopo giorno. Mia madre sfiora la mano del babbo per sbaglio. “Adesso ci penso io” gli bisbiglia e questo mi fa irritare di più.

“Andrew, tesoro.”-ha addolcito il tono ed ora la sua mano si protende fino a voler toccare la mia, ma io la ritraggo, come fosse un gesto mai visto. Sospira- “Ho capito che..”

Io le rido in faccia scioccato. Lei capisce? Lei? Non riesco ad interpretarmi io stesso, non vedo come gli altri possano anche solo intendere una minima parte della complessità del mio animo. Che cazzo ne sapete, voi.

“Se credi che sia la tua strada...” dice solamente ed io mi alzo di scatto. Ho scoperto oggi di essere gay e sembra che già tutti lo sappiano, i miei genitori, Ally, con quel messaggio, e magari anche Benedict, chissà.

“Non cambia niente per noi.” le da manforte mio padre, con un tono patetico e solo ora mi accorgo di quanto quello sguardo, prima impassibile e fiero, sia ora vecchio e lascivo. O penoso. Prova pena? Loro, tutti loro. Provano pena?

Inizio a pensare che dovevano essersi programmati un discorso, già da un po' evidentemente. Ed io sto reagendo esattamente secondo le loro aspettative, ragazzo frustrato e problematico. Magari si sentono anche in colpa. “Cosa abbiamo sbagliato?” si saranno chiesti.

Reagisco come tutti i mediocri quando vengono scoperti con le mani nel sacco. Urlo e mi infurio, allontano con forza la mia sedia e aggredisco, cattivo. Incazzato perchè loro hanno ragione.

Sputo cose spiacevoli, insulto, incolpo. E dentro me qualcosa fotografa la loro reazione, mio padre vecchio, mia mamma stanca. E' una fotografia dall'alto. Ed io punto il dito minaccioso e gesticolo furiosamente.

Poi respiro affannato e non so se buttarmi ai piedi di mia madre e piangere o andarmene. Mi sento particolarmente idiota oggi, salgo in camera, prendo un vestito a caso ed un papillon spieghettato e me ne vado, sbattendo la porta, teatrale, davvero.

Accendo la macchina, corro veloce come un pazzo, alzo il volume della musica e borbotto insulti fra me e me. Finalmente arrivo ad un semaforo ed ho il tempo di piangere.

Lento e composto.

Non avrei dovuto accettare l'invito.

No.

Di nuovo qualcosa pulsa in me e riappaiono due occhi azzurri. Sorrido debolmente dietro alla mano e decido di fermarmi per entrare in un bar.

Ho bisogno di usare il bagno, per cambiare i vestiti e vedere di sistemarmi un po' i capelli, ma soprattutto per scacciare i segni del pianto dal mio viso. Devo comprare qualcosa però.

“Un pacchetto di Camel.” dico e non riesco a credere di essere stato io a parlare. La voce è sicura e non può essere la mia. E soprattutto ho smesso di fumare da un tre mesi, e nemmeno allora era una grande necessità farlo. Voglio atteggiarmi da duro. Questo mi viene da pensare e annuisco sovrappensiero.

Il barista mi guarda di sbieco ed allunga il pacchetto.

“Due” dice solamente. Pago e non prendo troppo in considerazione l'idea di chiedergli se posso usare il bagno. Ci vado e basta, sono un duro.

Entro nella toilette, abbasso il water e vi ci poso su i vestiti. In poco tempo ho già su l'abito, esco e mi guardo allo specchio arrugginito. Inizia a starmi largo. Devo essere dimagrito un po', lo si vede anche dal viso. La barba è incolta ma mia madre dice che sto meglio così, fa più sexy. Gli occhi sono rossi, li stropiccio un po' e mi sembra solo di peggiorare la situazione. Continuo a guardarmi mentre allaccio il papillon e provo a sorridere. No, non funziona. Oggi devo fare il duro.

 

Sono in questo fantomatico locale, e non conosco nessuno. Benedict non c'è a quanto pare. Rileggo il messaggio che mi ha mandato e sì, sono nel posto giusto, per incontrare la mia cotta. E il cast di Sherlock. Se solo ci fosse Ben riuscirei a capire se questo tipo alla mia destra è John Watson, per esempio. Ma non credo, l'ho buttata lì, sembra un donnaiolo piuttosto e sta filtrando con una.

Ed io bevo, vodka, bicchiere numero tre. E fumo pure. Ed ho lo sguardo minaccioso.

“Ehy amico, sei triste?” è l'uomo accanto a me che parla. La ragazza deve essersene andata a quanto pare. Mi sono scordato la domanda.

“Scusa?” gli chiedo scuotendo la testa e guardandolo negli occhi. Azzurri. Diversi.

“Sei triste?” tutta la mia trasformazione, il rendermi più tosto, riesce comunque a far trasparire ciò che provo veramente. E' un errore, penso. Non devo più commettere quest'errore, no.

Lo guardo.

Mi sono dimenticato di nuovo che mi ha chiesto.

“Balli?” mi dice ed io bevo ancora.

“Sì.”

Stiamo ballando ora ed a me gira tutto, tant'è che mi chiedo se sono io fermo. Il tipo che mi sta guidando è languido. Questo mi viene da pensare mentre si lecca le labbra e io rido, perchè sono imbarazzato e terribilmente fatto. Ogni cosa è confusa, l'odore dell'alcol, quello del sudore mischiato a profumi costosi. Il suo dopobarba. Ha iniziato a baciarmi il collo, in realtà credo stia continuando da un po' ma me ne sono accorto solo ora, che sento distintamente la sua lingua.

Continuo a guardare in un angolo del locale, perchè mi pareva di aver visto qualcosa d'importante ma non ricordo cosa. Appoggio un braccio sulla sua spalla e continuiamo a ballare.

Non sto pensando al fatto che sia uomo. No. Non deve importare. Evidentemente devo aver scritto gay sulla fronte perchè se ne è accorto anche lui, chiedendomi di ballare. O forse sono stato io a farglielo capire quando gli ho strizzato il sedere. Ecco, forse, forse era quello.

Ho capito chi stavo guardando in quell'angolo, di importante. Benedict sta baciando una ragazza mora, alta, bella. Donna. Rido ancora e l'uomo inizia a strusciarsi su di me.

Sento i suoi jeans gonfi e ruvidi, e mi infiammo anch'io.

Non so che mi prende ad un certo punto -l'alcol, incolpiamo quello- mi giro e sposto le braccia indietro, cercando di stringerlo al mio sedere. Lui segue il mio movimento e simula l'amplesso. E mi piace. Camminando stretti, arriviamo fino ad un divanetto e lui mi fa sedere sopra il suo bacino.

E' la prima volta che bacio un ragazzo e non vado affatto male.

“Vuoi solo limonare?” gli chiedo io con voce da ebete. E nemmeno so perchè gliel'ho chiesto.

Lui si lecca ancora le labbra e torna a baciarmi.

Qualcosa vibra nella mia tasca ma non lo voglio sentire.

“Andiamo da me.” dice.

“Okay.” rispondo.

“Bevi però.”

E io bevo.

 

Mi fa male tutto. Tutto, ogni cosa. Cuore compreso. Allungo le ossa e respiro gonfiando il petto. Poi mi blocco all'improvviso. Dove sono?

“Benedict?” chiedo. E non so perchè lo faccio.

L'uomo con cui avevo parlato...o forse anche ballato, non ricordo, esce dalla cucina con i capelli bagnati ed indossa solo i calzoni del pigiama. Arrossisco e abbasso lo sguardo.

“Suppongo di chiamarmi così allora. E' proprio una fissa. E' tutta notte che...'cerchi' Benedict.” ed in quel 'cerchi' c'era chiaramente un doppio senso.

Stringo le lenzuola fra le mani e mi alzo piano, come se ci fosse ancora qualcuno nel letto e stesse dormendo. Sento il suo sguardo su di me mentre mi abbasso sotto il letto per guardare se ci sono i miei vestiti.

“S-scusa dove..?”

“Lì sulla sedia.”

Ho fatto sesso con un uomo. Continua bombardarmi questo pensiero, mio Dio, l'ho fatto sul serio. Ed è un perfetto sconosciuto! Mi vesto velocemente e poi inizio a girare per casa, senza sapere bene che stia facendo. Tengo il braccio destro sul gomito sinistro, come se qualcuno mi avesse ferito e cammino, dolorante. E ancora ripenso alla frase.

“Io posso..?”

“Vattene.” dice cattivo e poi sorride. Ed io non capisco.

Mi avvicino verso la porta titubante e sento lui alle mie spalle. Ancora la frase.

Esco di qualche passo e riesco ad alzare lo sguardo fino al suo.

“Moriarty”-mi dice a un passo dalle labbra e io rabbrividisco.-”Un giorno mi spiegherai chi è Benedict.”

Io faccio un altro passetto indietro ma mantengo il contatto visivo.

“Ciao.” dice.

E io mi prendo un po' di tempo per guardarmelo. E' alto, biondo, spettinato, bello, mascolino, randagio. Non assomiglia a lui. Ma mi intriga. E sento che non lo scorderò mai più.

“Ciao.” rispondo, e la porta si chiude.

Esco dall'appartamento velocemente, faccio gli scalini, arrivo al piano terra, apro la porta e mi rendo conto finalmente di non avere idea di dove io possa essere.

Faccio due passi e capisco di non essere così distante dalla discoteca infondo. Mi siedo su di una panchina accanto ad un uomo, con l'intento di guardare gli orari degli autobus su internet. Estraggo il telefono dalla tasca e ho 7 messaggi senza risposta e una chiamata persa di 'casa'.

Entro in whatsapp e vi trovo una notifica accanto al nome 'Benedict Sherlock' -come se esistessero tanti Benedict nella mia vita-, apro la chat.

'Drew..

Possiamo uscire un attimo?

Andrew

Come fai a conoscerlo?

Dove andate?

Andrew rispondimi.

Buonanotte...

Sono contento. Mi ha snobbato per tutta la serata ed io ero lì solo per lui. Gli sta bene. No...

No affatto.

Ben, scusami..

Sono io ora a chiedere scusa. Ridicolo. Sono ridicolo.

Mi sei mancato ieri.

Addirittura. Sono così invaghito..?

E' online ora, o Cristo. Sta digitando.

Buongiorno.

Delusione, classico.

Alzo lo sguardo e il senso di colpa si impossessa di me. Ripenso alla litigata inutile con i miei, e penso a quanto sia stato idiota ad essere così infantile, o a quanto io sia stupido, perchè, diciamocelo francamente, ce ne vuole per infilarsi nel letto di un completo sconosciuto. Sento le lacrime uscire e faccio una smorfia con la bocca per trattenermi.

Mi giro verso l'uomo accanto a me. E lui mi ripete: “Buongiorno. 'Drew.”

 

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Ciaaao bellezze **

Avete visto quanto è figo Andrew? Shdhsdosmjxjs <3

Direi che un grazie è il minimo. Non pensavo neanche lontanamente che a così tante persone potesse interessare la mia storia. Era uno dei miei soliti paring trasgressivi hihi, ma vedo che piace, eccome, e non mi sento sola yeee **

Ringrazio di cuore: _Arias_ , Albascura_, I am Jim Locked (famiglia sheriarty, love you so much) e quelle dolcissime anime di Cassandra Erin Dorian (mi scuso per aver rubato Cumberbatch, te lo restituisco appena posso tesoro <3) e a_bit_sociopath_(ew, tutto questo entusiasmo ** shi, i capitoli continuano e non vedo l'ora di scriverli <3)

E grazie anche a te che sta per recensire......(Vero T_____T ?)

Bacio :*

_TS_

 

 

  
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