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Autore: love is hope    14/02/2014    1 recensioni
Kristen sibilò qualcosa di incomprensibile fra i denti.
Sentì che delle dita giocherellavano dolcemente con i suoi lunghi capelli castani. Avrebbe voluto sapere chi fosse, ma non riusciva ad aprire gli occhi, o a muoversi in alcun modo.
-Sei così bella-. Percepì quelle parole in modo confuso, quasi come un sussurro che si disperdeva nel vento.
Sorrise.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 3

Buio.
Buio totale.
Si alzò in piedi, allungando le braccia per evitare di sbattere da qualche parte. Camminò lentamente, e finalmente con la mano sentì l’interruttore.
La lampadina si accese confondendole la vista: si era abituata all’assenza di luce.
Il suo tentativo di schiarirsi le idee era ufficialmente andato in fumo.
Afferrò il cellulare, sbloccò lo schermo, scorse la rubrica e chiamò Freddie.
Squilli dopo squilli, nessuna risposta.
Uscì dalla sua stanza, fece un giro per casa, tornò in camera sua, si mise qualcosa addosso dopo aver fatto una doccia veloce, infilò le Vans ai piedi, sistemò i capelli, filo di trucco immancabile, e varcò la porta di uscita.
Pur essendo passata la 4° ora a scuola, lei ci andò per vedere se ci fosse Freddie. Niente.
Fece un salto a casa dell’amico, al parco, al mare, in città, ma non ce n’era l’ombra.
Le prese l’ansia, aveva bisogno di vederlo.
Alle 19:00 circa, smise di cercare. Tornò a casa e si sistemò in un gradino della scala del salotto.
Iniziarono a tremarle le mani, si sentì persa.
Si precipitò in camera e cercò nervosamente il pacchetto di sigarette e la vodka.
Ne accese una e aprì la bottiglia.
Movimento meccanico: un tiro, un sorso.
Ci pensò bene, realizzò che sarebbe stato meglio se non si fosse ubriacata.
Così mise da parte l’alchoolico, ma continuò a fumare.
-Freddie dove sei? Appena puoi rispondimi.- lasciò un messaggio in segreteria.
-Freddie, perfavore accendi questo cazzo di cellulare.-
-Freddie.. mi sto preoccupando.-
Gettò con ira il cellulare da una parte e si aprì.
Dopo un bel po’ di tempo, si decise a riaprirlo.
Messaggio.
Freddie: “Sto bene, non preoccuparti e smettila di cercarmi cercarmi”
Quel ‘non cercarmi’ la spiazzò del tutto.
 
 
            La mattina seguente, venne svegliata dalla madre, che la incitava ad alzarsi.
-Che c’è?- Kristen si stropicciò gli occhi e li aprì a fatica.
-Kristen, c’è la madre del tuo amico che ti cerca- le diede dei vestiti puliti e continuò –sbrigati, devi toglierti il vizio di far aspettare le persone -
Al suono di quelle parole si buttò giù dal letto il più veloce possibile, per poi infilarsi la roba e catapultarsi al piano di sotto.
-Eccomi- abbozzò un sorriso.
-Kris, preferirei che tu non stessi con Freddie. Ok?-
-Cosa?- disse incredula.
-Non voglio che tu frequenti più mio figlio. Lo sai bene che ti ho sempre adorata, ma ora devi fare come ti dico. Stacci alla larga. Chiaro?-
-Perché..?-
-Non fare domande.- si voltò, e se ne andò.
 La ragazza si mise le mani fra i capelli e si sedette per terra.
Sentì il cellulare squillare.
 
Freddie: “Incontriamoci al lago.”
 
 
Kristen passò un attimo in bagno per vedere come fosse messa, prese l’ultima sigaretta, uscì di casa, e arrivò al lago in 10 minuti.
Cercò l’amico con lo sguardo e vide un ragazzo seduto vicino al tronco di un albero col cappuccio in testa.
Si avvicinò in fretta e si sedette accanto a lui –Freddie-
Non rispose, non la guardò nemmeno in faccia.
-Se magari mi rispondi testa di merda- aggiunse.
Lui si voltò. Aveva le guance arrossate e il labbro inferiore che sanguinava leggermente: si stava creando la crosta.
-Ma che cazzo hai fatto?- Kristen spalancò gli occhi e si passò una mano fra i capelli scompigliati dal vento.
-Ah non mi chiedi se sto bene, mi chiedi che cazzo ho fatto!- gli tremava la voce.
-Ma che stai dicendo? Certo che ti chiedo cha hai fatto, hai il labbro spaccato e hai la faccia tutta rossa-
Freddie prese un lungo respiro, come se stesse reprimendo la rabbia. -Ho sbattuto contro la porta di cucina. Cose che capitano.-
-“Cose che capitano”- disse aspramente dimostrando un chiaro disaccordo. –Non dire cazzate-
-Vaffanculo Kristen! Porca puttana!- diede un pugno all’albero.
Silenzio. Uno di quei silenzi opprimenti che senti molto di più rispetto al chiasso.
E lui si mise a piangere. Disperatamente.
-Abbracciami, ti prego.-
  
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