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Autore: tisdalesvoice    14/02/2014    12 recensioni
Uno sguardo.
Era bastato un solo sguardo per far si che gli sforzi di Zayn andassero in frantumi dopo anni.
Quando gli occhi verdi di Lydia avevano incontrato i suoi, sapeva che tutto, oramai, sarebbe cambiato.
Lui non avrebbe mai voluto che tutto ciò accadesse, soprattutto con una ragazza così innocente come lei.
Zayn non sapeva nulla di Lydia, così come Lydia non sapeva nulla di Zayn -o almeno in parte-, ma gli era bastato guardarla per qualche secondo per capire come fosse lei in realtà.
Lui la paragonava alla luce, perchè la sua purezza era così immensa capace di contagiare chiunque, anche un mostro come lui. E se lei era luce, Zayn era l'oscurità. Ma il punto era che lui non faceva parte di quel mondo. Era un essere umano, certo, ma con poteri che avrebbero potuto fargli distruggere ogni cosa... anche lei.
Entrambi erano così tremendamente diversi, ma questo oramai non aveva più importanza. Il legame che adesso avevano era indissolubile, creatosi solo con un contatto visivo.
Ma se gli avvenimenti portavano al pericolo, poteva Zayn proteggerla persino da se stesso?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12. Outburst


 
 
Zayn si avviò con passo svelto verso la classe dove adesso doveva trovarsi Lydia, e cioè, dove il professore "depravato" stava tenendo la sua lezione. 
Come al solito, aveva atteso che tutti gli studenti andassero nelle loro classi e che i corridoi fossero completamente vuoti, così che lui avessi un passaggio libero e sicuro per tutti. Anche se l'avrebbe avuto, e l'aveva, anche se gli altri erano presenti. 
Tutti oramai erano consapevoli di come comportarsi se Zayn fosse stato in giro: non guardarlo, spostarsi se lui passava, ignorarlo completamente; e tutti lo facevano. Non avrebbero mai avuto il coraggio di fare il contrario perchè la paura li fregava sempre.
Questa situazione si era venuta a creare da sola, anche se circolavano alcune voci sul suo conto e non erano del tutto buone, ma Zayn doveva ammettere che un po' del suo ce l'aveva messo di proposito. Non faceva tutto ciò per avere una reputazione di popolarità o di rispetto: Zayn faceva tutto ciò solo per il loro bene, per non mettere fine alle loro vite in un attimo. 
Non pretendeva nemmeno che loro capissero, non avrebbero potuto mai farlo e oramai si era abituato a quella situazione. Se tutto ciò non creava problemi ne a lui ne agli altri, allora andava bene così. 
Arrivò fuori alla classe e aprì di scatto la porta, sorprendendo gli alunni presenti.
Richiuse la porta e non distaccò gli occhi dal professore.
Con aria di sfida e con un sorrisetto beffardo, disse «Diviso.»
«No, non ti voglio nella mia classe.» rispose il professore.
«E perchè mai? Infondo, non ho fatto nulla e non è successo niente, giusto?»
Zayn sapeva che il professore non avrebbe potuto ribattere. Ciò per cui si era arrabbiato il moro, era una cosa fin troppo ovvia, anche per gli altri alunni, quindi, se avesse voluto parlare, aveva altri testimoni. La sua parola contro quella di altri venti ragazzi. 
Il silenzio del professore fu una conferma per Zayn, e lo sorrise di nuovo beffardamente.
Guardò per un attimo la classe e quando vide Lydia, seduta allo stesso posto dell'altra volta, si avvicinò a lei, o meglio, al ragazzo seduto accanto.
Con lo sguardo, gli fece intuire di spostarsi, senza dire una parola, e il ragazzo si spostò in un attimo, senza fare storie. 
Avere una reputazione del genere aveva i suoi vantaggi, a volte.
Si sedette, incrociò le braccia sul banco e guardò di nuovo il professore che non avrebbe voluto fare altro che bruciasse. Ma Zayn sarebbe rimasto lì, accanto alla ragazza che voleva con tutto sè stesso, finchè quell'uomo non sarebbe uscito definitivamente da quella scuola, per sempre.
Il professore non riuscì più a reggere lo sguardo di Zayn e riprese la lezione, girandosi e continuando a scrivere alla lavagna.
Il moro girò il capo alla sua destra, trovandola finalmente accanto a sè, come avrebbe voluto che fosse per il resto della sua vita.
Quel giorno, Lydia aveva i capelli mossi, portati su entrambe le spalle; un maglioncino grigio un po' largo, corto e leggermente scollato, copriva ciò che doveva coprire e per Zayn questo era l'importante; un jeans scuro stretto, davvero stretto da far notare ancor di più il suo sedere, e lui l'aveva notato eccome quella mattina, mentre l'aveva vista salire le scale per entrare nell'edificio; converse nere, solito trucco leggero e la sua solita bellezza di sempre, seppur diversa, migliore. Quella ragazza diventava ogni giorno più bella.
«Ciao bellissima.» mormorò.
Le guance di lei arrossirono appena, come da suo solito, e a Zayn piaceva così tanto quando accadeva.
«Ciao.» disse lei, sorridendogli.
«Stai bene?» le domandò.
Lei annuì. «E tu?»
«Adesso si.»
«Copiate ciò che ho scritto alla lavagna.» disse il professore, quasi urlando, richiamando tutti in classe.
Lydia prese il suo quaderno dalla borsa, la penna dal suo astuccio e iniziò a copiare, così come fecero tutti, ovviamente tutti tranne Zayn.
Il moro prese il suo cellulare e vide se ci fossero messaggi. 
Quando stava per risponderne ad uno, vide Lydia spostare il suo quaderno un po' verso di lui. 
Curioso, Zayn guardò sul foglio e sorrise nel vedere cosa c'era scritto.
Una semplice parola, ma che per lui aveva un grande significato. Nessuno gli aveva mai fatto apprezzare a pieno quella parola prima che incontrasse Lydia.
Gli aveva scritto un semplice "Grazie." sulla parte più alta del foglio. Scritto alla perfezione per via della sua bella calligrafia, piccolo seppur visibile.
Lydia lo ringraziava sempre e in quegli anni, da quando era così, non si era mai sentito così apprezzato come lo faceva sentire lei. Gli faceva capire quanto apprezzasse tutto ciò che faceva per lei e non lo faceva sentire così sbagliato come sembrava, anche se quella sensazione durava per poco.
Lui la guardò e gli sorrise appena, proprio come fece lei, per poi ritornare a scrivere.
Zayn sentiva, e sapeva che era così, che l'unico a dover ringraziare tra i due era solo lui. Ringraziarla per ciò che faceva, che non era nulla se visto da occhi diversi, ma dai suoi, Lydia faceva davvero tanto per lui. Era riuscita ad essere il suo pensiero fisso, quello che non lo abbandonava mai. Era sempre con lui, alle prime luci dell'alba, al tramonto del sole, al sorgere della luna, alle luci delle stelle. Sempre. Quel pensiero che gli dava quel poco di forza che gli restava nel non crollare, dal non farsi risucchiare dalle sue tenebre, dal suo male. Era diventata la sua unica fonte di salvezza, la sua via d'uscita da quella sua oscurità, la sua luce.
Durante la lezione, il professore non aveva neanche osato passare accanto al banco di Lydia, come di suo solito. Zayn, per quanto volesse guardare solo la ragazza accanto a sè, lo teneva sott'occhio, scambiandosi con lui innumerevoli sguardi di sfida.
«Prima che suoni la campanella, voglio dirvi che questo è il mio ultimo giorno in questa scuola.»
«Quanto mi dispiace.» commentò Zayn.
Il professore lo ignorò. «Ma questo lo sapete già. Arriverà un altro supplente e gli informerò di tutto quello che abbiamo fatto. Spero vi troviate bene e che supererete anche quest'anno con facilità.»
«Se te ne vai, stai sicuro che sarà così.»
Zayn avrebbe voluto stare zitto, ma quelle piccole provocazioni gli uscivano spontanee. La rabbia di quel giorno, e di quel poco che aveva adesso, si stava diffondendo in tutto il suo corpo e anche nella sua mente, così da manipolare i suoi pensieri. Doveva controllarsi.
Suonò la campanella e i ragazzi iniziarono ad uscire dalla classe, eccetto per qualcuno che stava ancora posando le sue cose nella propria borsa. Tra loro, c'era anche Lydia.
Il professore diede un ultimo sguardo a Zayn, il quale ricambiò, e finalmente uscì dalla classe.
Quando anche gli altri ragazzi uscirono, Lydia sospirò profondamente. Si sentiva come se si fosse tolta un grande peso dal petto, si sentiva libera, leggera, e ancor più tranquilla. Un'altra preoccupazione dalla sua vita era stata eliminata.
«Sei contenta?» gli domandò Zayn.
Lei si voltò verso di lui, annuendo col capo e cercando di trattenere un sorriso, mordendosi il labbro.
Per quanto quella potesse sembrare una provocazione, il moro ridacchiò, vedendola davvero contenta.
«Non c'era bisogno che tu venissi e-»
«Okay, piccola, non iniziamo.»
Lei ridacchiò. «Grazie mille, davvero. Ero così preoccupata stamattina.»
«Adesso sei piu' tranquilla?»
«Si.»
«Bene.»
Per quanto Lydia potesse essere stata preoccupata in quella mattinata, non c'era bisogno che lui venisse, anche se la sua presenza la rendeva piu' sicura... protetta. Si sentiva un po' cattiva nei confronti del professore perchè era davvero contenta che se ne andasse, ma non poteva farci nulla e non riusciva neanche a mascherarlo. Il pensiero che quell'uomo potesse farle qualcosa era sempre fisso nella sua mente e andare a lezione era diventato un incubo. Ma adesso era finita.
«Scusami, Zayn, ma devo andare a lezione.» si alzò, prendendo la sua borsa dal banco.
«Va bene.» il moro restò seduto. Lydia oramai sapeva che lui prendeva il tutto "con calma" quando si trattava di andare a lezione.
«Be', ci vediamo...»
«A pranzo.» gli disse lui.
«Oh, si, devo sentire i rutti di Louis.»
«Si, proprio per quello.» ironizzò Zayn.
Lei rise. «A dopo.»
La vide voltarsi per andarsene, ma sotto l'arcata della porta, lei si girò di nuovo verso di lui. 
«Grazie ancora, Zayn.»
Lui sorrise. «Di niente.»
Se ne andò, ma non prima di riservare al moro un altro dei suoi sorrisi, che poi lui  avrebbe custodito come aveva fatto con gli altri, perchè anche quello era tutto ed esclusivamente suo.

 
—— ❀ ————

 
Lydia stava leggendo il suo libro al tavolo nella mensa, quando vide poggiarsi accanto a lei un vassoio rosso. 
Quando alzò lo sguardo, vide Zayn sedersi accanto a lei, un po' più distante, come di suo solito.
«Ciao.» la salutò.
«Ciao.» ricambiò lei.
Il moro restò a guardarla e Lydia capì cosa volesse intendere.
«Non guardarmi così.» gli disse.
«Così com'è?» domandò lui, fingendo.
«Così... Come a dire: Io ti tengo sotto controllo, non prendermi in giro.»
«Infatti è così.»
«Ho mangiato tutto.»
Zayn inarcò un sopracciglio.
«Te lo giuro! Guarda.» prese il suo vassoio, mostrandogli il piatto vuoto.
«Mh, bene.» commentò lui. «In ogni caso, ti ho preso una mela.» e mise il frutto nel suo vassoio.
Lydia sospirò. «Andrà avanti sempre così?»
«Si.»
«E non potrò mai oppormi, vero?»
«Vero.»
Lei mugugnò per poi sbuffare e una ciocca di capelli le cadde davanti al viso. 
Zayn ridacchiò, paragonandola ad una tenera bambina, seppur testarda, ma comunque dolce e divertente.
Spostò quella ciocca all'indietro e si voltò verso di lui. «Facciamo metà?»
«No, devo cercare di mangiare il mio pranzo che non sembra neanche buono.»
«E tu mi costringi anche a mangiarlo.»
«Perchè tu devi, io posso anche non farlo.»
«Anche io potrei non farlo se qualcuno non costringesse.»
«Quel qualcuno fa molto bene.»
«No perchè-»
«Shh! Fine del discorso, mangia la mela.»
Lydia si appoggiò allo schienale della sedia incrociando le braccia al petto, contraria. Testarda e cocciuta, oramai Zayn ci era abituato. Ma comunque, la tensione era tutt'altro che scottante. Stavano scherzando entrambi e al moro era mancato scherzare in questo modo con qualcuno.
«Guarda che quella è la seconda mela più buona del mondo.»
«Oh, ma non mi dire.»
«Si, ti dico. Ora mangia.»
«Mangia anche tu.»
«Lo farò, ma fallo prima tu.»
«No, tu.»
Zayn rise abbassando il capo. «Stiamo seriamente discutendo su chi deve mangiare prima?»
«Si, e visto che sono sempre io a mangiare, ora tocca a te farlo per primo.» lo sfidò lei.
Lui si arrese, oramai fin troppo divertito da quella situazione. «E va bene.»
Prese il suo panino con hamburger, insalata e pomodoro, lo portò alla bocca e gli diede un morso. Soddisfatto, si girò verso di lei, invitandola a fare lo stesso con la mela.
E Lydia così fece, visto che oramai sapeva che non avrebbe potuto fare piu' niente per opporsi. 
«Com'è quel panino?» 
Entrambi si voltarono vedendo Louis sedersi di fronte a loro, con una lattina di coca cola in mano e un tramezzino.
«Fa schifo.» commentò Zayn.
«Ovviamente.» disse per poi guardare Lydia. «Ciao Lydia!» la salutò facendo una voce stridula.
Lei ridacchiò. «Ciao Louis.»
Tutti e tre passarono gran parte del loro pranzo a ridere e scherzare, come se fossero amici da un sacco di tempo, e Zayn vide anche quanto Lydia si sentisse a suo agio con loro. Sembrava quasi aver perso la sua timidezza, ma sapeva che quello non sarebbe mai accaduto. Zayn riusciva sempre a renderla nervosa o metterla in imbarazzo anche solo guardandola, come aveva fatto quando lei aveva riso ai rutti di Louis o a qualche sua battuta. Era arrossita non appena si era sentita il suo sguardo addosso e aveva cercato di nascondere il suo viso dietro al libro, fingendo ancora di ridere. Ma a quel trucco, Zayn non ci aveva creduto. Oramai la conosceva e sapeva come farla arrossire, e visto che gli piaceva da morire quando succedeva, avrebbe continuato a far colorare le sue guance finchè ne avrebbe avuto la possibilità.

 
 
—— ❀ ————
 

Con una sigaretta tra le labbra, Zayn camminava su quel marciapiede illuminato dai lampioni che vi ci erano. 
Stava tornando a casa, o meglio, alla riserva dove sapeva di trovarci tutti i suoi amici. Dopo il "lavoro", tutti si riunivano lì. Era come una sorta di rifugio per tutti e per Zayn lo era stato davvero nei primi tempi in cui era diventato quel che era, oramai, adesso.
Quel posto lo avevano pagato poco e niente ed era perfetto per restare un po' coi propri amici o per prendersi una piccola pausa da ciò che li stressava in quella giornata. Se Zayn voleva restare da solo, come di suo solito, preferiva però tornare a casa sua. 
Aspirò di nuovo dalla sigaretta, trattenne il fumo, poi lo cacciò facendolo disperdere nell'aria e prima che potesse proseguire ancora nel suo cammino, si fermò non appena sentì dei singhiozzi.
Non si rese subito conto del perchè lo fece, ma qualcosa lo spingeva a farlo, a fermarsi per voltarsi e capire chi stesse piangendo. E quando si voltò, capì da chi provenisse quel pianto. 
«Lydia?»
Era seduta su una panchina, con le gambe contro il petto con le braccia che le stringevano, nascondendoci anche il viso. I suoi lunghi capelli color rame coprivano parte del suo corpo, nascondendo ancor di più il suo capo.
Quando pronunciò il suo nome, lei alzò il capo verso di lui e Zayn vide quanto i suoi occhi fossero rossi e gonfi. Si chiese da quanto tempo fosse lì, a piangere da sola su una panchina, tremando per via dei singhiozzi e per il freddo.
Lydia si asciugò le guance con le maniche del maglioncino, ma era troppo tardi per nascondere il percorso che avevano fatto le sue lacrime.
Zayn gettò subito la sua sigaretta e si sedette accanto a lei, preoccupato. «Che hai? Cosa è successo?»
«N-niente, Zayn. Sto bene, non preoccuparti.» tentò, non riuscendo a guardarlo in viso.
«Non dirmi che stai bene, Lydia, perchè è evidente che non è così, ed io mi preoccupo. Cosa ti è successo?»
«N-niente...»
Il moro respirò profondamente, passandosi una mano sul viso dal nervoso. Era consapevole del fatto che perdesse la pazienza molto facilmente e non voleva perderla proprio in quel momento, in cui Lydia aveva bisogno di qualcuno, e quel qualcuno doveva essere lui. Ma lei non gli rendeva le cose facili se non gli parlava, se non gli diceva perchè stava piangendo così tanto. Anche se, infondo, la capiva. Non poteva pretendere che gli dicesse tutto così di botto; sapeva che ci avrebbe messo un po', ma non importava. 
Tra loro calò un po' di silenzio che permise a Zayn di ascoltare i pensieri che si fecero spazio nella sua mente, e quelli non erano pensieri del tutto buono.
«Qualcuno ti ha fatto qualcosa? Lydia, se è così dimmelo perchè giuro che-»
«No, no.» lo interruppe, guardandolo. «Nessuno mi ha fatto qualcosa, davvero.»
«E allora perchè stai piangendo?»
Lydia abbassò di nuovo il capo, iniziando a giocare con le maniche del maglioncino. Aveva abbassato le gambe e il calore che aveva in petto, ora si stava sostituendo col freddo.
Sott'occhio vide Zayn avvicinarsi un po' di più a lei e riuscì quasi a sentire il suo calore, quello che avrebbe sempre voluto provare a sentire. Anche solo quello della sua mano, le sarebbe bastato.
«So che per te potrà essere difficile parlarne, ma tu puoi fidarti di me.» le disse.
Lei lo guardò e, seppur avesse la vista leggermente appannata per via delle lacrime, vide negli occhi castani del moro quanto fosse realmente sincero su ciò che le aveva detto. Sembrava quasi un segreto per come gliel'avesse detto. Un piccolo sussurro. E lei sapeva che era così, che poteva fidarsi di lui. Si era fidata, stranamente, fin da subito e, anche se l'aveva fatta piangere per poi scusarsi in modo davvero carino, non sapeva spiegarsi del perchè lo facesse. 
Abbassò di nuovo lo sguardo e continuò a giocare con le maniche del maglioncino. Prese un respiro profondo e quando provò a parlare, le parole non riuscirono ad uscire dalla sua bocca. Caddero solo altre lacrime sulle sue guance e iniziò a mordersi il labbro cercando di trattenere un altro pianto, ma sapeva che non ci sarebbe riuscita.
«Con calma, non preoccuparti. Io sono qui.» le sussurrò.
E lei sentiva che era così, che Zayn era lì, accanto a lei, non solo fisicamente, ma anche con la sua mente. Era lì con lei, per lei, e avrebbe apprezzato quel gesto per sempre, come tutti gli altri che lui aveva fatto.
«E' che... vedo gli altri avere sempre qualcuno su cui contare, ed io? Io sono sola. A scuola sembra che non vogliano parlarmi perchè pare sia strano per una ragazza starsene a leggere un libro piuttosto che fare qualcos'altro. Quel minimo di "amica"» virgolettò la parola con le dita «che mi restava era Lola, ma ha preferito escludermi incolpandomi di una cosa che è addirittura impensabile nel mio caso. Mia madre mi ha lasciata tre mesi fa e adesso vivo con il suo compagno che non c'è mai, ma se c'è è come se non ci fosse perchè non dialoghiamo mai. Non c'è mai per me. L'unica persona su cui potevo contare era la mia migliore amica, ma si è trasferita e ho paura che mi dimentichi, anche se so già che è così perchè non ha mai tempo per me quando ho voglia di sentirla e di parlare un po' con lei.» disse, tra i singhiozzi e le altre lacrime che le rigavano le guance. Poi, con un po' di coraggio, guardò Zayn. «Io non ho nessun'altro.» e riprese a singhiozzare piu' forte, coprendosi il viso con le mani.
Zayn non poteva credere a ciò che gli aveva detto, che gli aveva confidato. Possibile che Lydia si sentisse così? Non si era mai accorto di nulla e forse non ne sarebbe mai venuto a conoscenza finchè lei non gliene avesse parlato. Era così brava a fingere. 
«No, Lydia. Guardami.» le intimò.
Ci mise un pò a farlo, ma alla fine lo fece e Zayn provò un'altra stretta al cuore quando guardò di nuovo i suoi occhi colmi ancora di lacrime. Avevano perso la sua lucentezza, il loro splendore color smeraldo, e voleva che tornasse quel piccolo luccichio di felicità quando lui la faceva ridere. Era sempre così difficile vederla piangere.
«Tu non sei sola. Tu hai me
Lei abbassò lo sguardo. «Non dirlo se non lo pensi veramente, Zayn. Non voglio che tu mi dica così solo perchè ti faccio pena.»
«No, no.» si affrettò a dire il moro. «Non è così.» ma lei non lo guardò di nuovo.
«Sono tuo, lo sono sempre stato, perchè non riesci a capirlo?» avrebbe voluto dirle, urlarle, così che memorizzasse quelle parole per sempre, ma non poteva. 
Si alzò e si accovacciò davanti a lei, poggiando le mani ai lati delle sue gambe. Così vicino dal toccarle, eppure così lontano dal farlo realmente.
«Lydia, guardami.» quasi le pregò, e sotto quella piccola supplica, lei lo fece. «Tu mi hai sempre avuto e sarà sempre così.»
Lydia lo guardò. «Davvero?» mormorò.
Il suo tono di voce era stato così tenero che sembrava essere stato detto da una bambina. Infondeva tenerezza a chiunque.
Zayn sorrise appena. «Si, dalla prima volta che abbiamo studiato insieme, ricordi?»
«O meglio, dalla prima volta che ci siamo incontrati.»
Lei si asciugò una guancia e annuì.
Zayn non era mai stato bravo in queste cose. Non si era mai trovato in una situazione del genere, ma doveva provare ad essere convincete sulle parole più sincere che stesse pronunciando in quel momento.
«Se... insomma...» si grattò con una mano la nuca. «vorrai parlarne un po'... io ci sono per te...»
Lydia lo guardò e vide quanto ancora fosse sincero, e stranamente, anche imbarazzato tanto da farla sorridere appena. 
«Grazie...» mormorò lei, facendo sorridere soddisfatto il moro accovacciato ancora davanti a sè.
«E poi, se proprio non vuoi parlarne con me, c'è Louis, Cher, Liam e Niall.»
«Credo che verrò a parlarne con te, se ne avessi bisogno...»
«Sarà un vero onore.»
Lei ridacchiò e si asciugò di nuovo le guance.
Zayn si alzò e si tolse la sua giacca, mettendola sulle spalle di Lydia a sua insaputa.
«N-no, io-»
«Piccola, non iniziamo a battibeccarci anche adesso.»
Lydia sospirò sorridendo, poi portò di nuovo le sue gambe contro il petto e si aggiustò meglio la giacca stringendosi ad essa cercando il calore che aveva perso, o che forse cercava da tempo: il calore di Zayn.
Lui si sedette accanto a lei, sempre un po' distante dal non riuscire neanche a sfiorarsi, e sentiva i suoi occhi color nocciola guardarla intensamente.
«Certo che sei proprio carina anche col naso rosso.» le disse. Era stato un commento detto spontaneamente, senza che ci pensasse troppo.
Lydia si sentì le guance avvampare e mugugnò nascondendo il viso tra le sue braccia e contro le sue gambe, sentendo la piccola risata di Zayn alle orecchie.
Quando fu sicura che il rossore sparì sparito dal suo viso, uscì dal suo nascondiglio, sorridendo al moro imbronciando le labbra.
«Sei sempre così carino e gentile con me... perchè?» gli domandò Lydia, rompendo il silenzio che si era creato tra loro.
«Perchè meriti che le persone si comportino così con te ed io voglio essere una di quelle che riesce a farti stare bene.»
Lei sorrise, uno di quei sorrisi così sinceri da far invidia a chiunque. «Grazie.» riuscì a dire.
«Tu ringrazi troppe volte, lo sai?»
«Sei tu che fai in modo che io ti ringrazi.»
«E ne è una colpa?»
«No... è una cosa molto bella.»
«Bene.» rispose lui, sorridendo soddisfatto.
Imbarazzata per quello che stava per dire, Lydia abbassò il capo e prese a giocare con le sue mani. «Sai... se anche tu avessi bisogno di parlare con qualcuno... di qualsiasi cosa... anche io ci sono per te.»
Il moro sorrise. «Grazie, lo terrò a mente.»
Lydia alzò il capo quando la ringraziò perchè sapeva che si stava riferendo al discorso fatto poco fa sul ringraziare troppe volte. Ora era stato lui a farlo, seppure glielo avesse detto poco volte a differenza sua ma aveva poca importanza.
«Be', non di qualsiasi cosa perchè non credo che tu voglia sentirmi parlare di sesso.»
Il viso di Lydia si colorò subito di rosso e si girò, iniziando ad imbarazzarsi più che mai davanti a lui. «N-no, infatti.»
Zayn rise, oramai consapevole del fatto che quell'argomento la imbarazzava davvero tanto.
«Perchè sei venuta qui?» le chiese.
«Mi annoiavo a casa e volevo fare una passeggiata. Mi sono seduta un po', ho iniziato a pensare e sono... scoppiata, diciamo così.» spiegò. «Tu?»
«Dovevo comprare un pacco di sigarette.» mentì. In realtà stava tornando da "lavoro", ma non voleva rischiare di farsi domandare che lavoro facesse.
«Forza, andiamo alla riserva. Dovrebbero esserci tutti.» si alzò dalla panchina.
«Oh, no, non voglio disturbare.»
Zayn sospirò, inarcando un sopracciglio, guardandola.
«Okay, ho capito.» si arrese lei.
«Bene.»
Lydia si alzò dalla panchina, prese la giacca di Zayn e la indossò completamente. 
Non era la prima volta che la indossava, gliel'aveva prestata anche altre volte dove Lydia cercava di memorizzare il profumo che avesse, semmai fosse cambiato, e non cambiava mai. Era sempre lo stesso. Il profumo della pelle, del corpo di Zayn.
«Dimenticavo quanto ti stesse grande.» la prese in giro il moro.
«Be', non è colpa mia.» si giustificò.
«Non è di certo della giacca. Sei tu che sei bassa.»
«Hey! Io non sono bassa, sei tu che sei... troppo alto.»
«Oh, quindi la colpa è mia?»
«Si.»
«Questo tipo di accusa mi è del tutto nuova.»
«Se qualcuno è troppo alto rispetto a qualcun'altro, la colpa è di chi è alto. Semplice.»
«Bene, terrò anche questo a mente.»
«Be', comunque non importa. Mi sono sempre piaciute le cose grandi.»
«Le cose grandi, eh?» la stuzzicò lui.
«Si.»
Quando alzò lo sguardo verso di lui, vide che si stava trattenendo dal ridere e si rese conto di ciò che aveva detto.
«No, aspetta, non volevo dire quello!» disse subito, arrossendo.
«Che c'è? Non ho detto niente!»
«Stai ridendo!» 
«Sei tu che hai detto che ti piacciono le cose grandi.»
«Ma intendevo i maglioni, le maglie, non quel... coso!»
«Coso?» 
Lydia mugugnò frustrata e imbarazzata portandosi le mani sul volto, sentendo ridere ancor di più Zayn accanto a sè.
Per tutto il tragitto verso la riserva, entrambi avevano parlato, scherzato e Zayn l'aveva stuzzicata più del solito sull'argomento "sesso". Era così divertente per lui farla vergognare così tanto.
Quando entrarono, trovarono sul divano Cher e Niall che guardavano la tv.
Non appena Cher vide Lydia entrare dalla porta, le corse incontro abbracciandola forte.
«Mi sei mancata tantissimo, timidona!»
Lydia ridacchiò. «Anche tu.»
La mora si staccò e le accarezzò i capelli, guardandola. «Come stai?»
«Oh, sto bene, e tu?»
«Bene. Dovresti venire piu' spesso qui.»
«Si, infatti.» commentò il biondo. «Ciao Lydia!»
«Ciao Niall.» lo salutò.
Zayn si mise da parte, sedendosi sullo sgabello vicino al bancone, guardando come Lydia veniva accolta dai suoi amici e come riuscisse a sentirsi a proprio agio con loro, sorridendo cordiale e contenta per la loro presenza.
Dalla cucina, uscì Liam che salutò Lydia e poi si sedette accanto a Zayn. 
«Cazzo, quei fagioli mi hanno sconvolto l'intestino.» disse Louis, uscendo dal bagno. «Oh, ciao Lydia.»
«Ciao Louis.» lo salutò lei, ridacchiando.
Louis si avvicinò al moro, salutandolo con la mano chiusa a pugno come di loro solito, e si sedette accanto a lui. Tutti e tre iniziarono a parlare, e Zayn partecipava alla conversazione, seppur avessi gli occhi su una sola persona, che scambiava con lui sguardi furtivi e sorrisi timidi.
Per tutto il tempo, Lydia aveva tenuto la sua giacca e al moro non dispiaceva affatto, anzi. Sapeva che dopo avrebbe avuto la possibilità di sentire il profumo di lei. Era come se entrambi facessero uno scambio continuo di calore e profumo attraverso quella giacca. Purtroppo, per adesso, era l'unico modo per sentirsi un po' più vicini.
«Allora, amico bello, cosa si fa domani?» domandò Louis a Zayn, attirando l'attenzione di tutti.
«Un bel niente, Louis.» rispose il moro, sapendo a cosa si riferisse.
«Oh, andiamo, diciannove anni vanno festeggiati.» disse Cher. 
«Domani è il tuo compleanno?» gli domandò Lydia, con un leggero sorriso sulle labbra.
«Si...»
«Dobbiamo festeggiare.» insistette il suo migliore amico.
«No, non dobbiamo festeggiare un bel niente. Domani sarà un giorno come tutti gli altri. Fine della storia.» rispose Zayn, alzando un pò il tono della voce.
Tutti non osarono dire altro. Louis era l'unico lì dentro a capire il suo amico. Erano anni, ormai, che non festeggiava il suo compleanno e non aveva intenzione di cambiare idea quel giorno.
Chi poteva riuscire a spiegargli il senso, o a dargli anche solo la forza, di festeggiare gli anni se in tutto quel tempo non aveva fatto altro che soffrire, provando il doppio del dolore perchè non riusciva a toccare la ragazza più importante di tutta la sua esistenza? Nessuno. 


 

Macciao angeli!
Si, mi va di chiamarvi angeli oggi.
Come state?
Ma lo sapete che non potete richiamarmi perchè
ho aggiornato un po' prima? HA!
No, scherzo, potete richiamarmi.
Però è vero, ho aggiornato di due giorni prima.
Amatemi.
Ho aggiornato prima, o meglio, ho voluto farlo perchè
oggi è San Valentino,
quindi, volevo farvi un piiiiiccolo regalo.
Bel regalo di merda.
Comunque, se siete fidanzate, spero passiate,
o abbiate passato, una bella giornata col vostro amor.
E sapete cosa? Auguri pure alle ragazze single che sono innamorate
ma non ricambiate.
(Auguri anche a me allora, HA)
Auguri bellissime.

Torniamo a noi.
Vi piaaaaace il capitolo?
Ammetto che all'inizio fa cagare perchè ho iniziato a scrivere
quella parte quando ero esaurita, quindi,
SCUSATEMI.
Spero di essermi fatta perdonare con l'ultima, no?
La scena in cui Zayn consola Lydia è una delle mie preferite della storia.
Aw.
Spero sia piaciuta anche a voi :)

RINGRAZIAMENTI.
Grazie tantissimo a voi che leggete la storia,
che la recensite, che la tenete nei preferiti, ricordate e seguite.
Lettrici silenziose, ringrazio anche voi. Come sempre.
Grazie ai complimenti su twitter, facebook e ask.fm.
Siete meravigliose, vi amo tantissimo.
E voglio condividere con voi il fatto che la storia sta quasi per
arrivare ai 100 preferiti.
SCLERO.

(Voglio confessarvi che gli Zydia mi stanno rovinando l'esistenza)

Dite ciao alla nostra dolce Lydia.



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Bene, adesso mi dileguo.
Peppina vi ama.

chiss chiss, peppina.
   
 
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