Gli ultimi istanti di felicità
Pov.
Isabella
Quando decisi di andare ad arruolarmi
per diventare una crocerossina al fronte mi imbattei in un bellissimo
giovanotto da degli occhi verdi e profondi come il mare che mi attiravano come
una calamita, era come se mi trovassi davanti a un buco nero e fossi attirata
da quella forza.
Non avevo mai provato quelle sensazioni
e non sapevo dargli un nome e volevo trascorrere tutto il tempo che avevo a
disposizione con lui, ma dovevo comportarmi come una brava signorina di buona
famiglia e dovevo avere così parlammo
dei nostri progetti e con grande terrore scopri che lui era uno dei tanti
ragazzi che voleva farsi ammazzare in guerra ma credeva di andarci per il bene
della nostra patria, io invece ci andavo per cercare mio padre e per curare i feriti.
Nonostante i suoi intenti bellici era
un vero gentiluomo e un vero cavaliere perché alla fine dei giorni di
addestramento ci incontravamo spesso e mi accompagnava a casa e qualche volta
si fermava a prendere il The in veranda quando mia madre ritornava.
Qualche volta Edward si era fermato
per dare una mano alla mia famiglia anche perché i miei fratellini erano un po’
piccoli per lavoro da uomini anche se Mike e Jacob si credevano dei veri ometti
,ma la loro forza non era ancora quella di un uomo fatto e finito.
Grazie a quei lavoretti Edward era
entrato nelle grazie di Reneè e sembrava che a poche settimane dal fatidico
incontro e immediato colpo di fulmine si iniziasse a sentire profumi di fiori
d’arancio ma c’era la guerra che stava giungendo al termine e si richiedeva
maggiore presenza di giovani leve al fronte per dare il colpo di grazia agli
imperi centrali, ma non era solo la guerra che ci preoccupava perché
nell’ospedale dove prestavo servizio iniziavano ad arrivare sempre più persone
con identici sintomi dal decorso letale.
Io ero preoccupata per queste vittime
di questo virus altamente letale ,ma anche perché non avevo ricevuto l’ordine
di partire per il fronte e probabilmente io ed Edward non saremmo partiti
insieme.
Come ti consuetudine Edward mi
aspettava fuori dall’ospedale per riaccompagnarmi a casa e quando mi vide mi
venne incontro di corsa e mi abbracciò fortemente e mi baciò, e quello fu il
nostro primo bacio ma che sapeva da ultimo e incominciamo ad incamminarci verso casa.
“Quale lieta notizia ti ha portato a
reagire in un modo così euforico?”
“Ho ricevuto la lettera con l’ordine
di partire per il fronte. Andrò ad affrontare i nostri nemici e vorrò essere
curato da te”
“Edward, a me non hanno ancora
chiesto di partire. Mi dispiace ma io devo rimanere qui sembra che serve più
personale per far fronte ad una nuova malattia .Quando parti?”
“La prossima settimana. La notizia
che mi dai mi preoccupa moltissimo e preferivo averti vicino che saperti qui
che stai dando una mano ai medici a combattere questo nuovo male. Perciò che ne
dici se questi giorni cerchiammo di trascorrerli insieme e poi dovrei parlare
con tua madre, ma forse è meglio che prima te lo chieda a te” mi disse e si
inginocchio.
Sapevo cosa stava per fare ed ero agitatissima , ma ero sicura
della risposta che gli avrei dato anche se una piccola parte di me stava accentando
solo perché avevo paura di perderlo .
“ Da quando ti ho conosciuta mi hai
stregato anima e corpo e sebbene è poco tempo che ci conosciamo mi sembra di
conoscerti e di amarti da sempre. Mi vuoi sposare?”
“Si, però ti vorrei sempre con me ma a breve partirai per il fronte e a me non è
ancora stato ordinato di partire”
“Si, questo lo so ma ritornerò.
Quindi aspettami e io ti prometto che ritornerò!”
“Come fai ad essere così sicuro?Lo
sai che quando si va in guerra non si è sicuri di ritornare a casa sani e salvi
guarda quello che è successo a mio padre!” gli dissi
“Ti prometto che ritornerò da te
qualsiasi cosa accada e poi saremmo felici”
“Che ne dici se adesso la smettiamo
di parlare del futuro e viviamo il presente”.
Dopo quella proposta di matrimonio io
ed Edward ci avviamo verso l’ufficio informazioni per controllare per
l’ennesima volta l’elenco dei caduti in guerra che veniva aggiornato ogni
giorno.
Quando entravo in quell’ufficio
spesso ne uscivo con la speranza rinnovata, ma quel giorno il destino aveva
deciso d’iniziare a tormentarmi. Quando arrivai controllai la lista e dopo un
paio di nomi lessi quello di mio padre.
Cavaliere Charlie Swamn deceduto in combattimento il 14
luglio 1918.
“Mi dispiace signorina, ma suo padre
è deceduto in combattimento. Lui è stato un grande combattente e senza di lui
non saremmo riusciti a conquistare delle posizioni in battaglia, lui sarà
ricordato come uno degli eroi della nostra patria”
Non riuscivo a parlare dal dolore per
aver avuto la conferma che il mio adorato padre non c’era più, non mi avrebbe
portata all’altare, non avrebbe visto diventare uomini Mike e Jacob e tutto per
la gloria. Cosa me ne facevo di un padre considerato quasi come un eroe della
nazione se lui non ci sarebbe più stato per me e per il resto della famiglia.
Edward sarebbe partito lo stesso e probabilmente avrei perso anche lui, non era giusto che in un solo giorno avevo appena ricevuto la notizia più bella e sprofondare nel buio della tristezza, ma il peggio doveva ancora arrivare.
Angolo autrice: Salve sono ritornata con un nuovo capitolo e spero che vi piacerà e magari di ricevere qualche vostra opinione. I nostri protragonisti stano vivendo gli ultimi momenti di tranquillità e quindi i prossimi capitoli saranno un tantino tristi. Vorrei ringraziare colei che ha recensito e coloro che seguono questa storia. Buona lettura.
Scusatemi se ci sono degli errori, sotto vi lascierò delle foto..