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Autore: Tomocchi    16/02/2014    11 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 17
Appuntamento

 

 

 

 

Fitzgerald School, Giovedì mattina, ora buca.

Niklas aveva pensato parecchio, nei giorni precedenti.
Jackie era scoppiata a piangere per non si sa quale motivo. Forse era vero che aveva paura di non essere più sua amica quando tutto sarebbe finito, ma sentiva che mancava qualcosa.
Più volte avevano sempre negato entrambi che ci fosse qualcosa, quindi perché preoccuparsene?
Jackie innamorata di lui… che assurdità!
Soffocò una risata tra sé e sé, prima di tornar serio.
Non c’era nulla da ridere, doveva invitare Rogan ad uscire per un appuntamento.
I vampiri erano creature della notte, predatori dalla forza sovrannaturale, i cui soli punti deboli erano aglio, rose canine, biancospini e le Cavie. Rogan non aveva nulla di tutto questo, e quindi perché aveva una paura tremenda?
Sbuffò, battendo il piede destro a ritmo, con le mani in tasca, seduto al suo posto, mentre il resto della classe stava in piedi a chiacchierare o a fare giochi idioti alla lavagna.
La professoressa Walsh di scienze aveva avuto un contrattempo, quindi avevano la terza ora libera. Nemmeno un supplente era stato disponibile – il che era assurdo, in una scuola d’élite come la Fitzgerald – , quindi ognuno faceva quello che voleva.
Jackie se ne stava al suo banco a leggere l’ennesima rivista glitterata del mese, con in copertina i famosi cinque idioti chiamati One Direction – quelli del concerto a cui erano andati più o meno un mese fa.
Finalmente sia lei che quel cretino di Daniel Hill –un suo compagno particolarmente irritante, innamorato anche lui di Rogan e che era solito sfidarlo su The War of Past, il gioco online in cui era campione – lo lasciavano in pace. Poteva tirare un sospiro di sollievo per quel giorno.
Da quando Daniel aveva scoperto che lui era un vampiro gli stava ben alla larga, anche se al compleanno di Rogan gli aveva fatto quell’improvvisata idiota con una croce, credendo di spaventarlo.
Deglutì a vuoto, scacciò quei pensieri e si alzò a fatica. Rigido, come se anche il suo corpo gli stesse dicendo di lasciar perdere, andò da Rogan, che al momento stava parlando con altre sue compagne di classe.
“ Ciao.”, mugugnò lui, con il cappuccio della felpa ben calato sulla testa. Non dava una bella impressione, a giudicare dalle occhiate stranite e disgustate delle altre ragazze.
Ma Rogan sapeva com’era davvero: lo aveva visto fuori dalla scuola ed era a conoscenza che il ragazzo fosse cambiato, che non era niente male, perciò rispose con un ampio sorriso e un “Ciao!” a sua volta.
“Posso parlarti un attimo?”, domandò lui, lanciando delle occhiatacce alle compagne. “In privato.”
La ragazza annuì, alzandosi dal proprio posto per seguire Niklas al banco dell’austriaco.
“Dunque…”, iniziò il vampiro, tamburellando le dita sul banco, un po’ ansioso. “Volevo… uhm… invitarti ad uscire.”, mormorò, con fare distratto, cercando di non dare a vedere la sua agitazione.
“Un appuntamento?”, domandò Rogan di rimando.
Argh. Da quando in qua si rispondeva a una domanda con un’altra domanda?
Nonostante tutto non si perse in balbettii e annuì semplicemente, con un cenno della testa.
La ragazza sorrise ancora più ampiamente.
“Quando?” domandò ancora, mettendo le mani dietro la schiena in una posizione di profonda disponibilità.
“ Ehm… Facciamo… domani pomeriggio? Sei libera? Altrimenti fa nulla.”, farfugliò, improvvisamente in imbarazzo. Porca trota, si sentiva stupido! Era solo un essere umano come tutti! Una ragazza normale, attraente, ma normale!
“Va benissimo.”, rispose lei, inclinando la testa da un lato. “Non vedo l’ora.”
“ Perfetto. Ci sentiamo per domani. Ah, vengo a prenderti a casa!”, esclamò, prima di dimenticarsi qualcosa.
L’aveva detto a voce così alta che tutti lo stavano fissando con una faccia indecifrabile. Non proprio tutti. Jackie non si era nemmeno voltata: continuava a tenere lo sguardo interessato sulle pagine della rivista di gossip; Daniel invece lo guardava con un astio che non era possibile esprimere in nessun modo: pareva arrabbiato e in procinto di vomitare.
Niklas si tirò appena il colletto della camicia, sedendosi rigido al suo posto, spaventato da tanta attenzione. Di solito non lo calcolavano mai. Era certo che quell’invito avrebbe fatto scalpore. Stupidi ragazzini: ogni cosa era buona per parlare e sembrava una gran notizia da dire al mondo, quando in realtà non importava niente a nessuno.
“Beh, che avete da fissare?”, sbottò, incrociando le braccia al petto. Subito tutti tornarono a farsi i cavoli propri. Ecco.
Stranamente Jackie non era già lì a programmargli l’appuntamento.
Aveva sentito benissimo anche lei quell’ultima frase, quindi perché stava seduta come se niente fosse? Per il regalo di Rogan aveva voluto mettere il becco e lui l’aveva bloccata… Forse aveva capito la lezione? Sorrise, soddisfatto della cosa, contento che la squinternata bimbaminkia fosse maturata un po’.

Provincia di Dublino, Casa Macklemore, venerdì pomeriggio.

Davanti a casa Macklemore tirava un’arietta fredda niente male, ma d’altronde erano ancora a Gennaio. Sarebbe stato strano se in Irlanda ci fosse stato il clima dell’emisfero sud in quella stagione.
Si dondolò appena sulle punte dei piedi mentre aspettava la ragazza.
Come un idiota aveva dimenticato di dare l’orario, e tramite Whatsapp le aveva scritto che sarebbe passato a prenderla per le cinque a casa sua come accordato il giorno prima, in modo da poter uscire al sicuro senza coprirsi troppo. Adorava l’inverno, il buio durava di più ed era raro vedere qualche raggio di sole, specialmente in quelle nazioni del Nord Europa.
Mandò un altro messaggio in cui la avvisava di essere fuori ed entrò su Candy Crush per fare una partitina nell’attesa. Tanto era sicuro che ci avrebbe messo un po’, sapendo come erano le donne.
La ragazza uscì qualche minuto dopo: indossava un grazioso cappotto rosso sopra ad un vestito dello stesso colore, con degli stivali neri che le arrivavano fin sopra il ginocchio, con un po’ di tacco. Lasciava giusto pochissima pelle scoperta delle gambe. Non capiva perché, ma la rendeva sexy!
Rimase un attimo imbambolato a guardarla, mentre lei ridacchiava.
“Niklas, eccomi. Scusa l’attesa.”, disse, facendo ondeggiare appena la borsetta Carpisa di color verde.
“Fa nulla.”, mormorò lui, tornando a fissare lo schermo del telefono aperto sul gioco e iniziando a camminare con un’abilità non da poco.
“Cos’è?”, domandò Rogan curiosa, mentre lo seguiva.
“Candy Crush.”, rispose atono, spostando una caramella verde per far esplodere le altre.
“A che livello sei?”, domandò divertita, stando al suo passo a fatica. Lui se ne accorse e rallentò appena.
“Al 118, quello con gli ingredienti da far scendere… lo odio…”, grugnì, facendo esplodere il bonbon al cioccolato ma senza riuscire nell’obbiettivo. “Che schifo.”
Rogan ridacchiò, ma lui non ci trovava proprio nulla da ridere.

***

Rogan non sapeva cos’altro fare a parte ridere.
Non si interessava granché a quel gioco: sapeva solo che ogni giorno c’era gente che le mandava sempre degli inviti su Facebook che lei cancellava.
Mina ti ha invitato a giocare a Candy Crush Saga!, e lei cliccava sulla x, annoiata.
Insomma, potevano anche evitare di mandare quelle cose.
Niklas pareva parecchio preso da quel gioco; le dispiaceva interromperlo, ma quello era un appuntamento, no?
“Dimmi… dove andiamo?”, domandò, un po’ curiosa, camminando fianco a fianco.
Attendeva solo che il ragazzo le prendesse la mano, ma non stava succedendo. Forse era solo timido.
“Vedrai, ti porto in un posto che ti piacerà sicuramente.”, mormorò lui, sempre con gli occhi fissi sullo schermo.
“Ehm… potresti mettere via il cellulare?”, domandò ancora, un po’ incerta. Lo trovava un po’  maleducato da parte sua.
“Un attimo, solo un attimo che ci sono quasi…”, rispose, ancora preso da quel maledetto gioco.
Andiamo, aveva appena mollato un idiota, non poteva averne trovato un altro!
Niklas era carino, aveva visto la passione nei suoi occhi… ed era solo questo che voleva! Un po’ di passione e considerazione, una vera relazione romantica. Chiedeva tanto?
“Ufff… maledetto livello!”, sbottò lui, mettendo finalmente in tasca il telefono e rivolgendole uno sguardo un po’ dispiaciuto.
“Scusami, questa volta pensavo proprio di superarlo… il livello, dico. Invece mi mancavano ancora un paio di mosse prima di buttare giù quella maledetta ciliegia!”, borbottò, leggermente alterato.
Sembrava un po’ pazzo a parlare di mosse e ciliegie.
“Peccato. Vedrai, la prossima volta andrà meglio.”, cercò di consolarlo, prendendogli la mano visto che lui non si decideva.
A quel contatto, il ragazzo parve ritrarre le dita, ma immediatamente ricambiò la stretta, facendola rabbrividire nel sentire la mano gelida.
“Hai freddo?”, chiese preoccupata, accarezzandogliela col pollice.
“ Un po’… ma son io che ho sempre le mani fredde, ecco…”, spiegò un po’ impacciato. Lei gli sorrise, appoggiando la testa contro la sua spalla, dicendo: “Mani fredde, cuore caldo.”, sentendolo soffocare una risata divertita.
Che carino! E l’aveva fatto sorridere.
Soddisfatta di questo, camminarono fino alla fermata del bus, un po’ lontana – il che era male, male… i talloni ora le dolevano per via dei tacchi! – e salirono sul mezzo, facendo un biglietto al momento. In quel momento rimpianse la bella auto di Ryan: non avevano mai dovuto affidarsi a dei mezzi pubblici per poter andare dove volevano!
Sospirante, in tre quarti d’ora furono a Dublino. Camminarono ancora, in silenzio, fino a raggiungere un Cinema.
Entrarono nell’ambiente caldo, gremito di gente ma accogliente. Lui finalmente si voltò per parlarle.
“ Allora… cosa vorresti vedere?”
Rogan alzò la testa per guardare la programmazione dei film, scorrendo i vari titoli, pensierosa.
“Oh, c’è American Hustle. Ho letto ottime recensioni. C’è Jennifer Lawrence che è la stessa attrice che è in “Il Lato positivo” con Bradley Cooper e in “Hunger Games”…Penso sia bravissima.”, soffiò, sfregandosi le mani tra loro per scaldarle un po’.
“ Ah… ok…” mugugnò lui. Sembrava un po’ deluso.
“ Tu cosa vorresti vedere?”, domandò di rimando, per essere cortese. Certo, alla fine avrebbero visto quello che voleva lei, ma era una forma di gentilezza chiedere.
“ ….Fanno… Capitan Harlock.”, disse l’austriaco esitante, indicando la sagoma di cartone presente nella sala a grandezza naturale.
“ Ma è da bambini… una remake di una cosa vecchia.”, borbottò lei, contrariata. Ricordava che da piccola, quando qualche volta passava in tv, suo padre iniziava a guardarlo in ricordo dei vecchi tempi, dicendo che era il suo cartone animato preferito da bambino. Lei non ci capiva granchè e non amava quelle cose giapponesi.
“ Comunque andiamo per American Hustle, ok?”, decretò con un sorriso. Per dargli una piccola speranza che probabilmente, anche se non si sarebbe avverata, aggiunse: “E, magari, la prossima volta guarderemo Capitan Harlock, ok? Sono sicura che lo terranno in programmazione per tantissimo tempo.”
Sperava di averlo rassicurato, ma lo vide solo fare un sorriso un po’ mesto.
Si misero in fila per prendere il biglietto, sempre in silenzio. Iniziava a trovare la cosa opprimente.
“Suoni da molto il violino?”, mormorò, sperando di imbastire una conversazione con lui su un argomento in cui sapeva che andava forte.
“Parecchio, sì.”, rispose lui, senza sbilanciarsi troppo.
“Quanto, esattamente?” insistette lei, cercando di tener vivo il discorso.
“Praticamente da quando sono nato.” Lo vide piegare l’angolo della bocca in un mezzo sorriso: probabilmente aveva un ricordo felice.
“Ed è stato difficile imparare?”
“Un po’… ma se continui a far pratica poi è tutto molto naturale, e c’è la soddisfazione, la voglia di continuare a migliorarsi.”
“Hai studiato al conservatorio?”
“No, avevo un maestro, poi ho fatto tutto autodidatta.”, confessò, incassando appena la testa nelle spalle.
“Oh. Ma sei davvero bravo! Ecco, quella sera non ero riuscita a dirtelo… Era… davvero una cosa carina, ma ero ancora con Ryan e…”
“Mh.” Ecco, aveva rovinato il momento tirando fuori il suo ex. Questa volta era certamente colpa sua, non poteva biasimare Niklas se l’atmosfera si era raffreddata. Rivangare quella volta della serenata… che stupida!
Di nuovo in silenzio, presero il biglietto e andarono subito a convalidarlo, chiedendo indicazioni per la sala dove proiettavano il film.
“Spettacolo delle 19, sala 12.”, disse l’uomo dopo averli fatti passare.
“Grazie.”
“Grazie mille.”
I due ragazzi andarono subito a prendere da bere e un cestino di popcorn, in modo da essere attrezzati per dopo.

***

Miseria, quel film non era proprio il suo genere.
Niklas trattenne un sospiro annoiato. Certamente era partito prevenuto perché lui avrebbe voluto andare a vedere Capitan Harlock –lo aveva visto in tv all’epoca…non era un patito di anime, ma quello era il migliore! – ma voleva conquistare Rogan, perciò aveva deciso di accontentarla.
Non mangiò popcorn o altro; non aveva proprio fame e non voleva tornare con quel fisico che tanto si era lasciato alle spalle con fatica al corso di nuoto.
Al corso c’era andato anche ieri ma Jackie non gli aveva nemmeno rivolto la parola. Quando era uscito l’aveva aspettata, inconsciamente, come abitudine; lei, però, non si era fatta vedere, e quindi era tornato a casa. Mah. Forse era arrabbiata per i cavoli suoi, ed era meglio così.
Non era il caso di pensare a una ragazza mentre usciva con un’altra…
Soffocò uno sbadiglio voltando la testa di lato: non poteva certo fare tiri del genere durante un appuntamento!
Però quel film era davvero troppo noioso. Rimpiangeva di non essersi impuntato su Capitan Harlock.

***

Alla fine del film, Rogan era visibilmente soddisfatta.
Un vero capolavoro! Avrebbe voluto parlarne con Niklas, ma questi stava già camminando lungo il corridoio per uscire.
Lo seguì, facendo una piccola corsetta per raggiungerlo.
“Ora dove andiamo?”, domandò, mettendosi al suo fianco.
“Vedrai… è qui vicino.”
Perché non gli ispirava per niente quella risposta?
Dopo qualche minuto si ritrovarono nella sala giochi del cinema, con consolle vintage e nuove. La cosa la sfiancò un pochino. Non era esattamente una fan dei giochi ma Niklas era già al banco a cambiare le banconote in gettoni…
Con un sospiro lo seguì, senza aggiungere altro.
Semplicemente sarebbe stata lì a guardarlo: era proprio carino vederlo così concentrato in qualcosa, se la cavava bene!

A fine serata, Niklas la riaccompagnò a casa e durante il tragitto la ragazza ebbe modo di pensare alla giornata.
Non era stata male; di certo non ne aveva mai vissuta una così, diversa dal solito… Forse doveva farci l’abitudine.
Ma una cosa doveva mettere in chiaro.
Poco prima di arrivare alla propria abitazione, si fermò sul marciapiede per guardare il moro negli occhi.
“ Niklas… Senti… Io non so se sei tu taciturno o simile ma… ecco, a me piacerebbe parlare di più con te, non fare questi monologhi con rispose striminzite… Sei un bravo ragazzo, sei carino, credimi… Però vorrei… conoscerti e sentirti parlare di più, capisci?”, disse, inclinando un po’ la testa da un lato.
Lo vide stringere le labbra, pensieroso.
“ Vedi, Rogan… Io… non sono molto bravo… a parlare di me, non dopo tutto questo tempo… che ho passato da solo, ecco.”
E con Jackie O’Moore che facevi? Non parlavi?, pensò un po’ stizzita. Ma non lo interruppe.
“Ma quello che mi piace di te è che… posso rilassarmi e… sentirmi… a posto, ecco. Ho apprezzato il tuo silenzio, spesso entro in contatto con persone che non fanno altro che parlare, parlare… ma tu… tu sai essere silenziosa, ma presente. E mi piaci, davvero.”, mugugnò, strofinando un piede a terra, probabilmente ansioso.
…Oh.
Non fece in tempo a rispondere che prese lui il coraggio a due mani e la baciò, a stampo. Con delicatezza, ma la baciò.
Lei chiuse gli occhi, appoggiandogli le mani sulle spalle e premendo le labbra sulle sue, fredde come sempre, ma provando un’incredibile piacere nel farlo.
Quando si staccarono, sorrisero entrambi e si salutarono proprio sull’uscio di casa Macklemore.
“Allora… ci sentiamo.”, salutò lui in imbarazzo.
“Ci sentiamo.”, soffiò lei, dandogli un ultimo bacio sulla guancia prima di rientrare.
Andò a stendersi sul letto, abbracciando un cuscino, contenta.
Avrebbe fatto funzionare quella relazione ad ogni costo. Era certa che Niklas fosse il ragazzo giusto per lei.

***

L’aveva baciata e non aveva ricevuto uno schiaffo, perciò Niklas era molto contento di sé.
Stava decisamente bene: non era stato così disastroso come primo appuntamento; forse avrebbero dovuto organizzarlo meglio e insieme a lei, ma poteva funzionare.
Si, può funzionare., si disse, soddisfatto.
Era ormai nella stradina per rientrare a casa propria quando gli si parò di fronte una figura, che riconobbe come…
“Daniel.”, sbottò, fissando malissimo il nano biondo che si poneva tra lui e la propria abitazione.
“Non mi chiamare così! Sono Finbar, il cacciatore di vampiri! Vampiri come te, Reiter!”, esclamò, facendo svolazzare ridicolmente il mantello nero che indossava.
Niklas roteò gli occhi al cielo, annoiato.
“ Ma quali vampiri… Senti, sei solo un idiota, non hai prove, voglio rientrare a casa e ora lasciami in pace.”, sibilò con calma, le mani in tasca strette a pugno.
“Non darmi dell’idiota! I-io ti sconfiggerò!”, esclamò l’altro, tirando fuori dell’aglio. Fu allora che Niklas arretrò di un passo. Doveva spostarsi velocemente, più velocemente che poteva…
“Prendi questo!” L’avversario lanciò diversi spicchi che il vampiro schivò lanciandosi di lato e atterrando sull’asfalto gelido. Si rialzò subito, aggirando il biondino per iniziare a correre verso casa.
“Sei solo ridicolo!”, gli urlò sull’uscio, dove c’era già Stoyán a fissare la scena.
“Tu lo sei!”, gli gridò di rimando Daniel. “Ora vengo lì e…”
“Fallo, e io ti denuncio per violazione di domicilio!”, sbottò Niklas, alterato. Miseria, possibile che dovesse tormentarlo in quel modo ridicolo? Ma che gli aveva fatto?
Lo vide arretrare di un passo e irrigidirsi, capendo il perché solo fissando il suo maestro, che stava guardando il suo compagno di scuola con un ghigno che di buono aveva ben poco.
“No… non finisce qui!”, sbraitò il ragazzino, scappando a gambe levate da quei due.
Niklas sospirò, rientrando in casa per andare a buttarsi sul divano di faccia, stravolto. Come rovinare una giornata che pareva perfetta…
Stoyán lo fissava come in attesa di spiegazioni, spiegazioni però che non aveva proprio voglia di dare in quel momento…
Ma dovette tirarsi su, sedersi, e iniziare a raccontare tutto dal principio.

 

 

 



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Note Finali: anche questo capitolo scritto in un giorno, wuoh! L’appuntamento tra Nik e Rogan penso fosse un po’ noioso e poco divertente, perciò ho aggiunto questa parte –inizialmente non prevista- con Daniel che fa lo sfigatissimo cacciatore di vampiri con scarsi risultati. Spero che almeno questa sia piaciuta!
Jackie non è apparsa se non nei pensieri di Niklas…ehhhh sentite la sua mancanza?
Cominciamo col dire che qui c’è l’Ask dei personaggi:
E qui di seguito il gruppo delle mie storie, dove troverete il vincitore incoronato Mr. Another Way e anche l’indovinello che vi propongo qui di seguito:
Niklas ha chiamato la furetta Jo. O JO, se preferite…riuscite a immaginare il perché, o cosa significa il suo nome? Chi mi saprà dare la risposta giusta…papparapà…potrà vincere:
-una recensione xD
-la creazione di un pg ispirato a voi e la comparsa in un capitolo della storia! 8D (per altro vedo che piace molto come premio lol.)
-una One-Shot. (se la scegliete, vi spiegherò i dettagli poi.)
Potete rispondere tramite recensione o messaggio privato, oppure nel post QUI del gruppo!
I ringraziamenti vanno a PinkyRosie e a Kleis che hanno mandato la richiesta di inserire questa storia tra le scelte…ragazze, siamo commosse, davvero! ç////ç
Poi un sentitissimo grazie a Kleis, PinkyRosie, Mamichan, Mojita_Blue, lovelymangaka, ArmandamarinaFVAEIXS, Bijouttina, Soheila e a Nemainn per le recensioni, che mi hanno aiutato un sacco anche a correggere errori çUç <3  e un grazie a Kleis per aver messo la storia tra le preferite! *-*
E che dire ragazze mie…sono troppo contenta!…alla prossima!*-*

 

 

 

   
 
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