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Autore: Sheriza    16/02/2014    3 recensioni
Sharon è una Nephilim e vive nella contea di Jevith, che si suddivide in tre città principali: Rhapsody, Blueville e Peck. Ha un sogno, quello di frequentare il Paradisium, una scuola di addestramento alle arti di combattimento e magiche che si trova a Rhapsody...c'è solo un problema, l'ingresso all'intera città è severamente vietato alle donne. Ma quando il suo sogno sembrerà avverarsi si ritroverà ad affrontare qualcosa più grande di lei, scoprirà cose sconcertanti, cose che cambierebbero l'intera credenza cristiana e religiosa, un qualcosa di così scottante da essere nascosto dai Nephilim stessi.
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[Tratto dall'undicesimo capitolo]
"Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca."
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[Tratto dal settimo capitolo]
“Durante lo scontro tra gli angeli del bene e del male, una pietra si staccò dalla corona di Lucifero e cadde sulla Terra, una pietra piena di sapienza, una sapienza sia divina che diabolica”
"Se fosse veramente una pietra?"
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo VI

Teriremo


Il folletto saltellava su un piede in una pozzanghera quasi fosse divertente e guardava la ragazza con vivo interesse. Daniel evocò velocemente la diafana e si posizionò davanti Sharon, che aveva avanzato di qualche passo.

“Daniel, tranquillo... Va tutto bene” sussurrò la ragazza mettendo la mano sopra la spalla del ragazzo.

“No, non va niente bene. Come lo conosci?” chiese Daniel stringendo la presa sulla diafana.

Il folletto dopo un piccolo balzo atterrò pesantemente su due piedi facendo diventare la pozzanghera ghiaccio e sogghignando si toccò la lunga barba, poi il suo volto diventò serio, freddo.

“Io sono Etroit, la conosco grazie ai suoi allenamenti nel bosco di Peck. Questa sprovveduta un giorno si è fatta quasi ammazzare da una fata e io ovviamente l'ho dovuta salvare, era solo una bambina e la mia etica mi impedisce di lasciar morire le mocciose” disse in tono di scherno il piccolo uomo che si stava dondolando sul ghiaccio, “Io abbasserei l'arma se fossi in te!”.

“Daniel fa come ti dice, è buono” lo pregò Sharon.

“Eh? Io non prendo ordini né da te né da questo folletto, cosa c'è dietro queste catene?” chiese Daniel abbastanza infastidito.

“Perché mai dovrei dirtelo? Sei solo un piccolo Nephilim arrogante e presuntuoso, non ne vedo proprio il motivo. Non capisco come la mia piccola Sharon possa andare in giro con un tizio come te...” sbottò Etroit.

“Piccola Sharon?” ripeté confusa la ragazza che aveva sbarrato gli occhi.

“Oh ti da per caso fastidio? Lo dovevo immaginare ormai non sei più la bambina che eri una volta... Ricordo ancora il tuo fantastico thé verde...” mormorò nostalgico il folletto.

“Ehi basta, evitiamo questi sentimentalismi. Mi fate salire il diabete” disse Daniel alzando l'arma e puntandola verso la porta.

“Come mai tutto questo interesse per il suo contenuto Nephilim?” disse in tono divertito Etroit che era tornato alla sua compostezza.

“Sai com'è, amo scoprire cose nuove”.

“Lì è rinchiusa una persona molto cattiva e potente. Ti va bene cosi?”.

“Interessante, ma non ha senso. Rinchiudere un cattivone nel mezzo di una città così visitata e poi in un posto raggiungibile da tutti” rispose Daniel abbassando l'arma.

“Appunto perché è sotto gli occhi di tutti è il miglior nascondiglio che si possa pensare. Sharon tu lo saprai bene vero? Ti ho insegnato queste cose una volta.”.

“Me le ha insegnate mio zio, non tu.” rispose improvvisamente fredda e distaccata la ragazza.

“Cos'hai? Sembri così triste e io non voglio che tu lo sia... E' forse questo ragazzo che ti rende così? Se vuoi lo castigo per te.” mormorò in tono minaccioso il folletto che aveva assunto uno sguardo spregevole, i suoi occhi brillavano e la sua bocca sorrideva in un ghigno spaventoso.

“Non provare a sfiorarlo” disse Sharon superando Daniel e avvicinandosi al folletto con fare minaccioso.

“Che ti prende?” bisbigliò Daniel che era rimasto fermo a guardare la scena.

“Ah, è successo ancora. Dovrò proteggere meglio quel farabutto! Teriremo smettila immediatamente!” gridò Etroit sbattendo i piedi a terra e allontanandosi dalla ragazza.

“Teriremo?!” chiese preoccupato Daniel.

“E va bene! Penso che ormai l'avrai capito che dietro quella porta c'è il mago esiliato dalla Contea! Sta esercitando un incantesimo sulla mia piccola Sharon! Me la pagherà!” balbettò il folletto agitando le mani.

Un forte tonfo si avvertì dall'altro lato della porta e poi una polvere rossastra cominciò ad avvolgere il corpo di Sharon, facendolo sparire lentamente.

“Che diavolo sta succedendo?!” gridò Daniel cercando di afferrare il corpo della ragazza.

“Oh per tutti i folletti, cambio di programma. Se prima non dovevi entrare adesso sei obbligato, andiamo a riprenderla.” si affrettò a dire Etroit.

“E' in pericolo, perché queste catene non bloccano la magia di quel mago?!” sbottò il ragazzo.

“Tranquillo, non può succederle niente di male. Magari qualche graffio, alla fine è un brav'uomo!” disse in tono pacato il folletto.

“Mi stai prendendo in giro? E' per questo che lo tieni chiuso in una stanza con catene magiche e incantesimi di vario tipo?!”.

“Dettagli Nephilim, solamente dettagli.”.

“Te li faccio vedere io i dettagli se non ti muovi immediatamente ad aprire questa porta! Userò la tua piccola testa come pallina da tennis se le succede qualcosa.” disse in tono minaccioso Daniel.

“Non serve agitarsi così tanto! Starà bene...” mormorò intimidito il folletto cominciando a rompere le catene e gli incantesimi.

Intanto Sharon si era ritrovata in un luogo completamente al buio e con un odore di mirtillo, l'unica fonte di luce erano delle candele sparse qua e là. Davanti a lei c'era una sagoma slanciata e snella, dai lineamenti si poteva intravedere un corpo muscoloso e giovane, nelle mani dell'uomo un asticella luminosa.

“E' da tanto che non vedevo una Nephilim così bella” disse la sagoma con voce profonda ma dolce.

“La-La ringrazio...” balbettò Sharon.

“Sarai perfetta per i miei esperimenti.”.

“Esperimenti?! Ma non ci pensi nemmeno!” gridò la ragazza indietreggiando e andando a sbattere contro qualcosa di viscido.

Potrebbe essere un demone spia?! Sono nei guai...

Delle luci soffuse di lampade si accesero illuminando lo spazio in cui la ragazza si trovava, una stanza accogliente e colorata. L'uomo davanti a lei la guardava affascinato, era un ragazzo più o meno di ventiquattro anni, capelli neri tirati indietro, occhi verdi come l'erba del mattino bagnata dalla rugiada e carnagione mulatta.

Teriremo...” sussurrò Sharon rapita.

Il ragazzo si avvicinò a Sharon e dopo averle preso la mano e avergliela baciata la alzò delicatamente.

Ti sei sporcata tutta, non dovevi appoggiarti su Virox.” disse in tono divertito.

Sharon girò leggermente la testa per vedere su cosa si era appoggiata e vide un corpo gelatinoso che si muoveva e si rigirava.

Ma che schifo...”.

Togliti la maglietta e pulisciti, te ne presto una io.”.

No, fa niente è solo gelatina alla fine. Piuttosto cosa ci faccio qui? E che ci fai tu qua?” chiese Sharon cercando di non pensare a quella gelatina verde.

Quella gelatina è una guardia, quello che hai addosso è veleno. Ti consiglio di togliertelo. Comunque volevo divertirmi un po', quello stupido folletto mi tiene imprigionato qui e così a volte gli faccio qualche scherzetto.”.

“Ve-veleno?!” gridò Sharon togliendosi il più velocemente possibile la maglietta.

Interessante...” mormorò il ragazzo portando alla ragazza una maglietta enorme.

Ah! Mi brucia da morire la schiena!”.

Il veleno ti deve aver trapassato la maglietta, te l'avevo detto di togliertela subito. Vieni, ti devo fare una medicazione” sbuffò Teriremo.

Il ragazzo la prese dalla vita e la girò di spalle, la schiena di Sharon era completamente arrossata e il veleno della gelatina le stava lentamente penetrando nella pelle.

Mi sento vulnerabile... E' la prima volta che mi ritrovo con un ragazzo in reggiseno ed è imbarazzante...

Le mani del mago si poggiarono delicatamente sulla schiena di Sharon e una luce blu accompagnata da un piacevole sensazione di freddo percosse la ragazza, che cominciava a sentirsi meglio.

Come ti sei procurata queste ferite?” sussurrò Teriremo ancora preso dalla medicazione.

Che ferite?” chiese allarmata Sharon.

Questi due solchi che hai sulla schiena, non sono normali... Forse è successo da piccola e non te lo ricordi”.

Non li ho mai avuti prima d'ora...”.

Allora potrebbe esser stato un effetto collaterale del veleno, mi dispiace.”.

Colpa mia” ammise ridacchiando la ragazza.

La luce bluastra era sparita e anche la piacevole sensazione di freddo, ma le mani del ragazzo erano ancora poggiate su di lei e camminavano verso la sua vita.

“Che fai?” chiese imbarazzata la ragazza cercando di allontanarlo.

“Sono sempre solo, è raro avere visite... E di tutte quelle che ho ricevuto tu sei quella più bella fin'ora.” disse in tono dolce e malinconico il ragazzo che la stava abbracciando.

“Fammi rimettere la maglia.”.

“No, sei bellissima così.” sussurrò piano lui.

In quel momento un suono sordo provenne dalla porta, era stata buttata giù e sull'orlo c'era Daniel pietrificato dalla scena che gli si era presentata davanti agli occhi mentre Etroit era infuriato.

“Buonasera” disse in tono morbido Teriremo appoggiando la testa tra i capelli della ragazza.

Daniel ebbe un guizzo di rabbia e con un rapido movimento si ritrovò con la diafana puntata sul mago, dritta sul collo di lui.

“Cosa c'è Nephilim, arrabbiato?”.

“Daniel...” sussurrò Sharon staccandosi da Teriremo e allontanandosi, indossando la maglietta che il ragazzo le aveva portato.

“Cosa le hai fatto?” sussurrò tra i denti in tono minaccioso Daniel.

“L'ho guarita” disse in tono di scherno il mago smaterializzandosi e ricomparendo dietro Sharon.

“TERIREMO!” gridò il folletto su tutte le furie, “Non azzardarti a toccare la mia piccola Sharon!”.

“Suvvia, è così bella come si fa a non volerla?”.

“Attento mago esiliato, potresti farti molto male” intimò Daniel.

“Inutili Nephilim, non siete mai serviti a niente” disse Teriremo muovendo la mano e facendo richiudere la porta, “Gradite del thé?”.

“Sharon, vieni dietro di me.” ordinò Daniel in tono freddo.

La ragazza fece come le fu detto, lo sguardo del ragazzo era completamente distaccato e schivo.

“Uh! Ottima idea, io ne prendo volentieri una tazza! Gentile come sempre!” disse Etroit accomodandosi su una poltroncina davanti un tavolino in vetro pieno di candele profumate e bacchette luminose.

“Ma che problemi ha?!” sbottò Daniel guardando il folletto.

“Avanti venite a sedervi anche voi! Tra poco vi sarà servito il thé, come lo fa lui non lo fa nessuno!”.

Sharon lanciò un occhiata divertita al ragazzo e poi anche lei si sedette, seguita a ruota da Daniel.

“Tutto questo mi sembra una buffonata” ammise Daniel tenendo sempre stretta l'arma tra le mani.

“Cosa sono queste?” chiese Sharon indicando le bacchette.

“Normalissime bacchette magiche, servono per concentrare un incantesimo in un punto preciso, per questo sono bastoncini finissimi a punta” spiegò Etroit agitandone una.

“Capisco... Interessante. Perché Teriremo è stato esiliato? Non mi sembra pericoloso, un po' malato e maniaco va bene...”.

“Perché ha usato la magia in modo improprio. Ha attaccato dei Nephilim guaritori durante una battaglia contro Lucifus, un demone minore che voleva invadere la cittadina di Peck.” rispose Daniel.

“E perché lo ha fatto? Ci sarà stato un motivo e tu perché lo tieni imprigionato qui?!”.

“Con calma piccola Sharon, lo tengo qui appunto perché è un maniaco malato” ridacchiò il folletto evitando la domanda della ragazza.

“In verità, l'ho fatto perché quei Nephilim erano tornati al loro stadio iniziale.” disse serio e preoccupato Teriremo che portava in mano un vassoio pieno di tazze vuote e una caraffa di porcellana piena di thé.

“Teriremo, sai che non ti è permesso parlare di questo!” gridò improvvisamente agitato Etroit.

“Al loro stadio iniziale?” chiesero Sharon e Daniel.

“Si, non ne sapete niente eh? La Corte Elie ha seppellito tutto, come d'altronde la Chiesa ha fatto nel mondo degli umani” ridacchiò il mago.

“Teriremo, basta!”.

“Che c'è Etroit? Hai paura che lo vengano a sapere?”.

“Sapere cosa?” chiese Sharon con voce insistente.

“Il motivo per cui Bael e gli altri demoni ti danno la caccia, il motivo per cui le donne non sono ammesse al Paradisium e molte altre cose scottanti” disse in tono provocatorio il ragazzo che stava versando il thé bollente nelle varie tazze colorate.

“Come lo sai? Dico che mi danno la caccia... Tutte queste cose, come le sai?” chiese Sharon diventata nervosa.

“Le notizie corrono veloci, soprattutto se si tratta di demoni superiori e servi diretti di Lucifero. Pensi che tutto quello che sta succedendo non sia collegato? L'invasione alla Contea, la caccia che ti danno i demoni, l'apertura dei portali, gli spiegamenti delle legioni demoniache pensi che sono tutti fatti a sé? In realtà sono tutti collegati da un piccolo filo invisibile.” spiegò Teriremo e poi avvicinandosi di più a Sharon fino a sfiorarle l'orecchio le sussurrò ''Tu.''.

Sharon fece uno scatto in avanti e si allontanò velocemente dal tavolino, prendendosi la testa tra le mani e appoggiandosi al muro.

“Ora basta Teriremo! Se non la finisci immediatamente ti folgoro!” minacciò Etroit in evidente stato di agitazione.

Daniel si alzò in piedi e afferrò Teriremo per la maglietta strattonandolo con forza.

“No, adesso tu ci dici tutto quello che sai, altrimenti ti uccido io.”.

“Io sono quello che sa meno di tutti, prova a chiedere a questo folletto se sa qualcosa” sghignazzò il ragazzo.

Daniel fulminò con lo sguardo Etroit che stava borbottando qualcosa in una lingua sconosciuta.

“Sharon, io so solo che quello che sta scatenando tutto questo è il risveglio di una creatura che vuole una cosa, una cosa che tu possiedi e che ti è stata donata da tua madre prima di morire. Questa creatura ha aumentato la forza demoniaca dei demoni e li ha resi molto più potenti” disse Teriremo.

“Una creatura?” chiese Sharon avvicinandosi.

“Si, demoniaca si intende. Non posso dirti altro, ma ascoltami bene. Questa creatura è pericolosa non solo perché rende i demoni più forti ma anche perché è in grado di convertire i Nephilim, farli tornare al loro status iniziale, a quello che erano prima di diventare quello che sono ora.” spiegò il mago preoccupato e agitato.

“Cos'è questo status iniziale?! Spiegati ti prego, è da prima che ne parli. Cos'eravamo prima?” supplicò Sharon.

Devi scoprirlo da sola, mi spiace.”.

E come posso fare?!”.

Devi trovare il Divinium se vuoi scoprire tutto...” rispose Etroit che era diventato di un colorito verdastro.

Il Divinium? Cos'è?” chiese Daniel.

Nessuno sa cos'è, si pensa sia un libro o un manoscritto. Qualsiasi cosa sia è tenuto in un luogo segretissimo, essendo il mondo degli umani più vasto si pensa sia nascosto qui, ma nessuno lo ha mai trovato.” disse Teriremo.

E cosa ci faccio dopo che l'ho trovato?” chiese Sharon.

Il Divinium possiede tutta la conoscenza, tutti i segreti che non possono essere rivelati. Tra cui il perché sei perseguitata dai demoni”.

E tu come fai a sapere tutte queste cose, mago?” chiese in tono minaccioso Daniel.

Ti sei risposto da solo, sono un mago. La magia mi permette di vedere e sapere, per questo siamo superiori a voi Nephilim.”.

Intanto a questi Nephilim hai detto tutto, e sempre questi Nephilim potrebbero farti fuori in pochi secondi” sussurrò Daniel.

Basta, fermo. E' inutile dirgli questo, ci è stato d'aiuto” disse Sharon.

Lo sapevo che tu saresti stata più gentile, piccola” disse in tono seducente il mago prendendo tra le dita il volto di Sharon e seguendone i contorni.

Andate immediatamente via di qui!” gridò Etroit che era stato zitto e fermo a guardare lo svolgersi degli eventi.

Cosa succede?” chiese Sharon nel panico.

Stanno arrivando delle guardie, devono aver avvertito le catene e gli incantesimi spezzarsi. Presto Teriremo, falli sparire!” si affrettò a dire Etroit.

Bene, è stato un piacere conoscerti Sharon non posso dire la stessa cosa per il tuo amico. Sono sicuro che ci rincontreremo ma fino ad allora voi non mi avete mai visto, non mi avete mai parlato e non mi avete mai conosciuto. Ciao ciao!”.

Dopo aver finito di parlare Teriremo fece alcuni gesti con le mani e i due ragazzi si dileguarono, la loro vista diventò nera e quando si risvegliarono erano di nuovo abbracciati in mezzo alla folla che li guardava. Erano tornati indietro nel tempo.


  
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