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Autore: peterpanmydrug    16/02/2014    1 recensioni
Avete mai immaginato come sarebbe vivere con i cinque baldi giovani degli One Direction? Avete mai pensato a come potrebbe essere la loro vita senza la fama? Beh, neanche Emily se lo immaginava, sino al giorno in cui Harry, il suo migliore amico dai tempi dell'asilo, non le aveva offerto un alloggio nell'appartamento che condivideva con altri quattro ragazzi. Da quel momento la nostra protagonista scoprirà cosa significa vivere alla giornata, affrontare problemi di convivenza e non, ma soprattutto cosa significa amare davvero...
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP X

POV LOTTY

I giorni che seguirono alla festa in spiaggia furono pesanti, pregni di attriti, soprattutto tra Emily e Liam. Ma come era saltato in mente a quel benedetto ragazzo di mettere su quella manfrina davanti a mezza spiaggia? Potevo solo compatirlo, dato che sarebbe stato difficile per lui riottenere anche solo un pacifico dialogo con la mia amica.

Lei se ne era stata chiusa in camera, difficilmente aveva rivolto la parola anche a me, persa completamente nei suoi pensieri e studiando una miriade di piani per farla pagare a Liam.

Avevo notato almeno una ventina di volte il display del telefono di Emily illuminarsi e di sfuggita ero riuscita a leggere il nome di Josh, anche se lei lo aveva bellamente ignorato. Non aveva bisogno anche delle pressioni di un bell'imbusto che aveva avuto solo la capacità di complicare ulteriormente le cose.

Se i giorni di convivenza erano stati difficili, allora il viaggio di ritorno fu un vero inferno. Quei due non facevano che bisticciare e stuzzicarsi, portando a poco a poco all'esasperazione ognuno di noi. Louis, il quale guidava anche al ritorno, aveva ad un certo punto inchiodato la macchina, minacciando entrambi di buttarli a mare se non avessero finito di litigare come dei lattanti. Da quel momento nessuno dei due aveva più aperto la bocca, né tra loro né con noi.

Parlando per me, la cosa un po' mi dispiacque, in quanto avrei voluto che almeno Emily si confidasse con me anziché continuare a guardarla mentre fissava il paesaggio fuori dal finestrino, senza sapere bene cosa stesse pensando.L'arrivo sotto il mio appartamento mi tolse letteralmente un peso dallo stomaco, facendomi sospirare. Mentre gli altri rimasero ai loro posti, io scesi e, aprendo il bagagliaio, recuperai la mia valigia, o almeno ci provai. Dopo l'ennesima imprecazione, qualcuno afferrò il mio bagaglio e lo depose a terra.

Voltai lo sguardo per ringraziare il mio salvatore, incrociando gli occhi chiari di Niall, che mi sorrise.

-Grazie- dissi, non riuscendo neanche a guardarlo.

-Non c'è di che- mi rispose lui.

Lo sentii avvicinarsi e lasciarmi un delicato bacio sulla guancia, gesto che mi fece diventare di pietra. Cominciai impacciatamente ad arricciarmi un ciuffo di capelli che era sfuggito dalla treccia con due dita, non sapendo cosa dire.

Lui, schiarendosi la voce, sembrava voler dire qualcosa che, a quanto pareva, non gli risultava affatto facile. Mi fece sorridere il lieve rossore che notai sulle sue guance che, nonostante la settimana di mare, non avevano preso che un leggero colorito più scuro.

-Senti...ti infastidirebbe se...più tardi ovviamente...io...ti chiamassi?-

-Chiamarmi?- chiesi di getto, rimanendo spiazzata, ma al tempo stesso piacevolmente sorpresa.

-Si...ecco...così ti dico come vanno le cose a casa-

-Ah, d'accordo. Nessun problema. Allora a dopo-

Di getto mi avvicinai a lui e ricambiai il bacio che mi aveva dato in precedenza, allontanandomi altrettanto velocemente e andando verso il portone del palazzo.

 

POV NIALL

Dio, cosa mi era saltato in mente? Parevo proprio un povero ebete mentre le chiedevo se più tardi potevo chiamarla. E che scusa patetica mi era venuta in mente, ma per un attimo avevo avuto paura che lei mi rifiutasse. Poi mi aveva sorriso in modo spontaneo e bellissimo e io mi ero incartato ancora di più.

Eppure di ragazze ne avevo avute, serie o meno, ma mai con nessuna avevo provato un tale imbarazzo.

Per non parlare poi delle reazione degli altri quando ero risalito in macchina. Mi avevano trattato come un fesso, un bambinetto alla prima cotta e io avevo provato a difendermi, sul serio, ma alla fine avevo optato per il silenzio.

-Il nostro Niall è innamorato- mi canzonò Louis.

Io non avevo avuto il coraggio di ribattere, dando probabilmente l'impressione che fosse vero. Non ero innamorato, questo lo sapevo per certo, ma era come se quando stavo con lei tutto mi paresse più leggero, come se il mondo si tingesse di rosa, come se il mio cuore mettesse le ali e mi uscisse dal petto.

Quando la macchina si fermò sotto il nostro appartamento e gli altri smontarono le valigie, notai una piccola borsa abbandonata in un angolo.

-Emily, è tua questa?- chiesi alla ragazza prima che sfrecciasse dentro casa.

-No, deve essere di Lotty. L'avrà dimenticata- mi rispose.

Qualcuno avrebbe dovuto riportagliela.

 

POV LOTTY

Non avevo ancora messo le chiavi nella serratura che quasi mio padre mi travolse in un abbraccio premuroso e fin troppo appiccicoso.

-Papà, così mi uccidi- dissi con il fiato mozzo.

-Bambina mia, mi sei mancata terribilmente. Non allontanarti mai più- mi disse, sfregando la sua guancia contro la mia, bucandomi con la barba che chiedeva di essere rasata.

-Papà, non sono più piccola. Comunque passerà sicuramente del tempo prima di affrontare un'altra vacanza, sempre se ce ne sarà un'altra-

Pronunciai l'ultima parte a voce bassa, ma mio padre lo udì ugualmente.

-Ci sono stati dei problemi?- mi chiese, mentre portava le valigie dentro casa.

-Beh, qualche attrito, ma niente di catastrofico. Sono sicura che si risolverà tutto. Comuque io adesso vado a farmi una doccia.

-Charlotte, prima che tu vada, dovrei parlarti di una cosa-

Mi voltai, in quanto il tono assunto non mi piaceva.

-Che succede? È una cosa urgente? Perchè sai, sarei davvero stanca e...-

In quel momento il campanello della porta suonò. Vidi mio padre rivolgermi uno sguardo dispiaciuto, per poi andare ad aprire senza dire una parola. Non lo avevo mai visto così e la cosa mi puzzava alquanto.

In breve capii perchè: sulla soglia apparve una donna, non l'avevo mai vista, con lunghi capelli castani, gli occhi dello stesso colore, ma più chiari, e un sorriso sincero sulle labbra. Era molto formosa, ma non volgare, pareva una persona semplice e anche evidentemente impacciata.

Entrò in casa chiedendo il permesso, stampando un semplice bacio sulla guancia a mio padre.

-Ciao Brice- disse piano, ma riuscii comunque a captare il tono dolce in cui lo aveva fatto.

Vedere inoltre lo sguardo che mio padre le riservava mi fece accellerare il cuore nel petto, per poi fermarlo quando entrambi si voltarono verso di me.

-Charlotte, lei è Abbie- mi disse lui, facendole passare una mano sui fianchi.

-Ciao- mi salutò lei candidamente, un accennato e timido segno con la mano.

Avvampai, ma non di imbarazzo, ma di rabbia. La prima tentazione fu di fuggire, nascondermi nella mia stanza pregando mio padre di mandare via quella donna, mentre davanti agli occhi mi passavano le scene della mia vita con la mamma.

-Non dirmelo- risposi solo, fissandolo con odio.

-Lotty, io e Abbie siamo fidanzati- disse spontaneo mio padre, facendomi tremare.

Come poteva pensare di sostituire la mamma come se niente fosse? Come poteva anche solo prendere in considerazione che io accettassi una sconosciuta nella mia vita così facilmente?

Beh, fidanzamento è sempre qualcosa che può essere scisso, stroncato, rovinato. Sarei stata così odiosa e prepotente da farmi odiare da quella Abbie e costringerla a scappare il più lontano possibile da noi, magari persino da Londra. Furono però le sue successive parole che mi attraversarono come un fulmine attraversa uno strato di nuvole.

-Abbiamo deciso di sposarci-

Crollai, letteralmente, sedendomi mollemente su uno degli scalini e mantenendo una mano ancora ancorata al corrimano.

-Lotty, tesoro, tutto bene?- chiese preoccupato mio padre.

-Quando pensavi di dirmelo? Quando lei fosse stata incinta o il giorno prima delle nozze?-

Ero arrabbiata, ma più che altro delusa. Avrei però dovuto accorgermene.

Già quando eravamo in Francia mio padre passava lunghe ore al telefono, i viaggi per seminari sulla medicina, tutti in Inghilterra o dintorni, per non parlare poi del trasferimento a Londra, da lui scusato come non richiesto, ma in quel momento mi erano venuti dei seri dubbi.

-Vuoi davvero farmi credere che saresti capace di sostituire la mamma con questa?- chiesi, indicando malamente Abbie, sicura di averla offesa, dato che abbassò lo sguardo, dispiaciuta.

Le lacrime mi stavano salendo agli occhi, mentre la mascella contratta cominciava a farmi male.

-Charlotte, non puoi parlarle così, neanche la conosci-

-E di chi è la colpa? Non sono certo io che l'ho tenuta nascosta per tutto questo tempo-

-Non te l'ho detto perchè mi aspettavo questa reazione. In fondo sei ancora una bambina-

-Non sono una bambina!!-

-Lo pensavo anch'io, ma a questo punto penso di essermi sbagliato. Io non voglio sostituire la mamma, non potrei mai farlo, ma io amo Abbie e voglio solo essere felice ancora una volta. Voglio solo darti una figura alla quale rivolgerti che non sia io-

-Sei un egoista. Pensavo che mi capissi!!-

-Brice, forse è meglio che me ne vada- sentii dire a lei.

-Oh no, Abbie, non te ne andare. Me ne vado io- dissi stizzita e scendendo le scale, mi diressi verso la porta di casa, inseguita dai richiami di mio padre che però non mi fermarono.

Quando però aprii, mi trovai davanti Niall. Cosa ci faceva lì?

-Ecco...io sono venuto a riportati questo. Lo avevi dimenticato in macchina- disse porgendomi la mia sacca della biancheria.

Cercai di parlare, ma mio padre mi arrivò alle spalle.

-Charlotte, non ti permetto di andartene mentre stiamo parlando!!-

Solo allora il biondo parve accorgersi della situazione.

-Forse è meglio che ripassi più tardi-

Non volevo che se ne andasse. Così afferrai la sacca e la lanciai tra le braccia a mio padre. Dopodichè senza voltarmi dissi:

-Non aspettarmi a cena-

Poi mi sbattei la porta alle spalle.

 

POV NIALL

-Lotty, rallenta per favore. Oh cazzo!!-

Mentre cercavo di fermarla, un ciclista per poco non mi investì, mostrandomi poi tutto il suo dissenso con un bel dito medio.

-Oh, al diavolo!!- dissi noncurante, cercando di raggiungere quella furia bionda che era diventata Lotty.

Finalmente la raggiunsi, afferrandola per un polso per farla fermare. La feci voltare, notando solo in quel momento i suoi occhi lucidi e prossimi al pianto.

-Cosa è successo?- le chiesi allora, spostandole un ciuffo di capelli biondi dietro l'orecchio.

Vidi il suo volto mentre crollava, lasciando finalmente uscire tutta quella frustrazione che pareva portare nel petto. D'impeto me la vidi venir contro, sentendo il contatto del suo corpo contro il mio, il naso solleticato dai suoi capelli, le sue mani stringersi forte dietro la mia schiena.

I singhiozzi non tardarono ad arrivare, scuotendo tutto il suo corpo. D'istinto la strinsi a mia volta.

-Vuoi raccontarmi cosa è successo?-

 

POV LOTTY

-Vuoi raccontarmi cosa è successo?-

Solo in quel momento mi resi conto di quale era la situazione, del fatto di essere tra le braccia di Niall e stargli bagnando tutta la maglia con le mie lacrime.

Così con uno scatto mi allontanai, cercando nel contempo di asciugarmi le lacrime con il dorso delle mani che ormai cadevano incontrollate.

-Ehi, su, calmati- mi disse suadente, poggiandomi le mani sulle spalle.

-Ci sediamo?- chiesi.

Lui mi accontentò, indicandomi una panchina libera. Senza accorgercene eravamo arrivati al parco poco lontano da casa mia. Una brezza leggera mi accarezzò i capelli, facendomi per un attimo rabbrividire, mentre Niall prendeva posto accanto a me.

-Allora, qual'è il problema?- mi chiese di nuovo.

-Il problema ha un nome e si chiama Abbie-

-Chi è Abbie?-

-La fidanzata di mio padre-

-Ah, adesso capisco- disse lui, ridacchiando.

-Perchè ridi?- domandai, stizzita.

-Sai è successo anche a me quando mia madre ha deciso di risposarsi. All'inizio non vedevo di buon occhio Bill, il suo compagno, e mi sono comportato per mesi come tu stai facendo adesso. Ho rischiato anche di farli lasciare, sai?-

-E non eri contento?-

-Beh, all'inizio si. Poi però vedevo mia madre triste, apatica, sempre accanto al telefono sperando che lui la chiamasse e mi sono sentito davvero una persona orribile, terribilmente egoista. Così sono andato io a cercare Bill, ho provato a conoscerlo e si è rivelato essere davvero un uomo in gamba, che ama mia madre e me come se fossi suo figlio. Magari se dessi una possibilità a questa Abbie, anche lei si rivelerebbe una persona buona e per bene-

-Ma tu non hai mai avuto paura che Bill cancellasse il ricordo di tuo padre?-

-Che lo faccia pure. Mio padre era un buono a nulla, ubriacone e sperperava i soldi che mia madre si guardagnava con sacrificio. Nonostante questo, quando se ne è andato, io ho sofferto. Era pur sempre mio padre-

-E se lui si dimenticasse della mamma una volta sposata Abbie? Se si dimenticasse di me?-

Mi voltai verso Niall, il quale notai mi sorrideva, sincero. Poi, lentamente, una sua mano mi carezzò una guancia, ancora umida di pianto, scaldandomi il cuore.

-Non accadrà, ne sono sicuro. Tu dai retta a me, dai una possibilità a questa donna. Pensa che tuo padre ne sarà contento-

Io annuii. Lui allora si allontanò, alzandosi e ponendosi dinnanzi a me.

-Bene signorina Lotty, lei oggi ha vinto un intero pomeriggio con un bel ragazzo biondo e affascinante, per non dire simpatico e pieno di pregi che adesso non staremo ad elencare-

-Davvero? Ma dov'è? Non lo vedo- scherzai, guardando un punto alle sue spalle.

-Ah ah ah, divertente- disse lui, facendo finta di essersi offeso.

-Sto scherzando, ragazzo biondo. Dove andiamo?- domandai.

-Ovunque vuoi-

 

Passammo un pomeriggio in completa tranquillità, passando dai negozi di vestiti, i quali non furono molto apprezzati da Niall, ma tantissimo da me, alle sala giochi, apprezzate da lui e disdegnate da me.

Si stava facendo tardi, mentre il cielo si stava lentamente coprendo di nuvole cariche di pioggia.

-Allora, ti riporto a casa?- mi chiese Niall in quel momento.

D'un tratto l'allegria che mi aveva invaso per l'intero pomeriggio si spense.

-Non so se ho voglia di tornare, non dopo la mia scenata di oggi. Mio padre sarà furioso-

-Prima o poi dovrai affrontarlo-

-Già, ma non adesso-

-Allora vieni da me- disse lui d'istinto.

Io arrossii.

Fu allora che avvertii la sua mano che prendeva la mia, intrecciando le nostre dita. Mi sentii avvampare, ma non ebbi il coraggio di allontanarmi.

-Lotty, senti, sono stato davvero bene con te oggi. Beh, non solo oggi, ma diciamo che solo adesso siamo finalmente riusciti a stare un po' da soli senza interruzioni o rompiscatole intorno-

-Anch'io sono stata bene con te. Se non fosse stato per te non so cosa avrei fatto- sorrisi.

-Sono contento, anche perchè trovo il tuo sorriso la cosa più bella che abbia mai visto. Ti confesso che fino a questo momento solo con te mi sento impacciato come un poppante alla prima cotta-

Non seppi come rispondere, anche perchè fummo interrotti da un forte tuono e in un paio di secondi una battente pioggia estiva ci investì.

-Oh accidenti!!- disse lui e tenendomi ancora la mano si mise a correre.

Non so perchè, ma cominciai a ridere, sicura che anche lui lo stesse facendo. Prima di essere completamente bagnati, riuscimmo a trovare un rifugio sotto il porticato di una casa.

Io, poggiandomi al muro, continuai a ridere, sincera, mentre sentivo accanto a me le risa di Niall che si affievolivano lentamente. Mi voltai, ancora il sorriso sulle labbra, incontrando lo sguardo intenso di lui.

Come un'ebete, rimasi con le labbra incurvate, nonostante il cuore quasi mi esplose quando una sua mano si poggiò sulla mia guancia, mentre il suo viso lentamente si avvicinava.

Io, incapace di muovermi, chiusi semplicemente gli occhi, aspettando.

Potevo sentire il suo respiro su di me, la sua presenza sempre più opprimente, ma al tempo stesso capace di farmi sentire leggera come una piuma.

Poi, d'un tratto, i nostri respiri si fusero per un istante, le nostre labbra si toccarono per un attimo, ma a me bastò per volerne di più. Così mi feci un poco più avanti, cercando stavolta io quel contatto che non tardò ad arrivare. Potevo sentire il calore del suo corpo, le labbra secche per il troppo correre inumidirsi al contatto con le mie, la sua mano passare dalla mia guancia ai miei capelli.

Ci allontanammo solo il tempo necessario per riprendere fiato, ma io rimasi comunque con gli occhi chiusi. Attesi che lui si riavvicinasse, ma ciò non accadde.

La suoneria del suo telefono distrusse l'atmosfera, facendoci definitivamente allontanare. Vidi nel suo sguardo delle chiare scuse.

-Devo rispondere- mi disse.

Io gli sorrisi, solo quello.

-Cosa c'è?- chiese scocciato a chiunque ci fosse dall'altra parte.

Attimo di silenzio.

-Quando?-

Il suo volto mutò in pura preoccupazione.

-Arriviamo-

Riattaccò. Mi fissò.

-Harry è in ospedale. Se vuoi ti accompagno a casa-

Io, afferrando la sua mano, mossi la testa in un cenno di diniego.

-Vengo con te-

 

POV NIALL

Per fortuna ci era stato detto che il nostro amico non era grave, ma che sarebbe dovuto rimanere un altro paio di giorni in osservazione. Louis e Zayn erano afflitti e soprattutto quest'ultimo si sentiva veramente in colpa. Ma in fondo nessuno lo incolpava dato che era stata una mera fatalità.

Lotty si era allontanata da me solo il tempo necessario per chiamare suo padre, avvertendolo del fatto, per tornare poi dicendo che la voleva a casa dato che era già tardi.

Quindi, una volta che ci fummo accertati che in ospedale sarebbero rimasti, stranamente aggiungerei, Liam e Emily, Louis e Zayn tornarono a casa, mentre io mi offrii di riaccompagnare Lotty, alquanto scossa per l'accaduto.

Volevo inoltre affrontare la questione del bacio, dato che in quel frangente avevo agito per puro istinto, senza pensare se lei mi avrebbe respinto oppure no, nonostante avessi capito che anche da parte sua c'era un qualche interesse nei miei confronti.

Così il pretesto di riaccompagnarla a casa mi era parso quello migliore.

Non parlammo per tutta la durata del tragitto, probabilmente troppo scossi o imbarazzati. Solo quando arrivammo al portone del condominio, lei si voltò e mi disse:

-Allora grazie e buonanotte. Se ci sono sviluppi, chiamami- e fece per andarsene.

D'istinto la afferrai per il polso, bloccandola e riportandola verso di me.

-Lotty, volevo dirti che...-

-Niall, non so se quello che è successo tra noi abbia significato lo stesso sia per me che per te, ma se così non fosse, allora ti prego, non dire niente- mi disse, carezzandomi lentamente una guancia e sorridendomi, anche se il suo gesto pareva forzato.

Pensava forse che mi fossi approfittato della sua debolezza di quel momento, o che lo avessi fatto solo per pietà? Mi reputava davvero una persona del genere?

Se non fossi stato tanto in imbarazzo in quel momento probabilmente mi sarei arrabbiato, ma non fu così.

-Lotty, tu mi piaci, come mai nessuna prima d'ora. Con te sto bene, sei divertente, solare, intelligente, per non dire assai carina. Fino ad un attimo fa avrei avuto paura a dirti questa cosa, ma ho capito che continuando a scappare non si ottiene mai niente. Quindi ecco, te lo dico qui, stasera, mentre tu mi guardi e vedi il ragazzo che sono davvero, semplice e completamente innamorato di una bella francese che è piombata nella mia vita come un meteorite-

Ripresi fiato, pensando solo in quel momento a quello che avevo appena detto. Così rialzai lo sguardo, solo per vedere i suoi occhi che mi guardavano e le sue guance completamente imporporate di rosso imbarazzo. Senza avere il tempo di aggiungere altro, lei si avvicinò, baciandomi intensamente e con passione, lasciandomi quasi senza respiro. Mi strinse le braccia attorno al collo, mentre io le circondavo la vita e la sollevavo un poco da terra.

Quando ci allontanammo, lei sorridendo mi disse, ad un soffio dal mio viso:

-Anch'io ho una confessione: mi sono innamorato di un biondo irlandese che mi ha rubato il cuore non appena mi ha guardato la prima volta-

La baciai di nuovo, senza aver pensato ad un modo migliore di dirle tutto ciò che provavo in quel momento.

 

  
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