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Autore: Amelie5397    16/02/2014    1 recensioni
< Avevo immaginato la mia vita in bel altro modo: studio, lavoro e soldi a palate.
Ed invece la mia vita ha preso tutt’altra piega, una svolta che non avevo proprio nei miei programmi. >>
Margot Frost, diciannovenne inglese, si ritrova attualmente a vivere nell’appartamento di Dean Scotch, il ventenne ricco obbligato dai genitori a vivere solo. “Devi imparare a cavartela da solo e ad organizzare la tua vita”, dicevano quei due, ma non sapevano mica che l’avrebbe organizzata ­­­sulle spalle di Margot.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Capitolo cinque - Arrivederci

La serata la passarono buttati letteralmente sul divano, arrotolati insieme a vedere un film.
Stavano guardando “Amici di letto” con Justin Timberlake e Mila Kunis, attori che Mar definiva .
-Vedi? I ragazzi dovrebbero essere come lui, trovami un ragazzo così e me lo sposo.- disse Mar gesticolando davanti a lui e sorridendo, continuando a fissare la televisione.
Lei amava quei dannatissimi film mielosi, nonostante odiasse i ragazzi troppo appiccicosi. O almeno così faceva credere. Diceva sempre che l’amore non faceva per lei, che le smancerie non le piacevano e che non avrebbe mai detto “Ti amo” in vita sua. Eppure si imbambolava di fronte a quei film prettamente fatti di miele. Quelle frasi del tipo <-Ditemi quanto l’amate? Come il contagio e la sua cura insieme.> da Shakeaspeare in Love. Sì, amava quelle frasi e avrebbe cosparso intere pagine di diario quando andava al liceo di queste frasi così mielose che ti facevano salire la glicemia solo a leggerle. E quei diari da sedicenne li conservava ancora, li teneva come fossero oro e avessero un valore inestimabile.
Dean lo sapeva e infatti nella sua stanza l’unica cosa che gli era proibito toccare, oltre i cassetti dei vestiti, erano quei diari.
-Grazie della considerazione, hai appena affermato che faccio parte dei ragazzi che la dolcezza ce l’hanno sotto i piedi. Grazie mille, pff.-
Margot lo guardò dritto negli occhi e a bassa voce smentì ciò che aveva detto poco prima.
-Nh, che centri tu. Tu sei diverso, tu sei troppo scemo per essere come il 90% dei ragazzi. Sei un pasticcino, chissà che strano alieno sei.-
Per la prima volta Mar aveva parlato e si era comportata come si sentiva. Di solito si tratteneva sempre con le parole, non usava un linguaggio troppo amichevole. Eppure adesso la situazione stava cambiando, riusciva ad essere più sciolta con lui, adesso lo sentiva vicino. Cosa che prima invece non succedeva. Aveva piano piano archiviato la storia della cotta per Dean, la vita aveva ripreso a procedere come al solito. Due coinquilini, che adesso erano come due migliori amici. Avevano cominciato ad instaurare un rapporto nettamente differente. Lei sapeva tutto di lui e viceversa. Da tempo Dean aveva cominciato a frequentarsi con una ragazza della stessa età di Mar. Ma nettamente differente come persona. Aveva capelli ricci e biondo cenere, occhi castano chiaro e non troppo alta. Era davvero una ragazza simpatica, scherzosa e allegra. Decisamente una brava ragazza. Si chiamava Lizabeth Ielbor. La sua famiglia era abbastanza conosciuta nei pressi di Londra poiché la madre era una delle donne più rinominate per essere il miglior magistrato nei paraggi e il marito invece per essere un grande uomo d’affari.
Mar non conosceva la ragazza di persona ma solo per nomina e già per questo non le stava simpatica. Dean conobbe la ragazza nella biblioteca pubblica.
Lei si era avvicinata per chiedergli una mano, vista l’altezza, per poter prendere un libro in uno scaffale troppo in alto. Dopo averlo ringraziato si presentò e da li cominciarono a vedersi più spesso e a sentirsi anche telefonicamente. Dean aveva cominciato ad accettare Max e Mar non si faceva problemi riguardanti Liz. La casa spesso rimaneva vuota, cosa che prima invece non succedeva. Adesso erano entrambi impegnati con i rispettivi “partner”, anche se ancora tra i quattro nulla era ufficiale. Mar a volte inventava scuse a Maxime per poter rimanere a casa a dare una sistemata, approfittando anche del fatto che Dean fosse sempre fuori. Lui non sapeva che la coinquilina rifiutasse Max per poter sistemare l’appartamento e fargli trovare il pranzo e la cena sempre pronti la sera. Ma a Margot andava bene così, l’importante era riuscire a gestire tutto tra casa, università e svago. E Maxime in questo caso rappresentava il suo svago.
Un giorno, Lizabeth si presentò a casa loro per poter stare un po’ con Dean, riducendo dunque Mar a doversi chiudere in stanza per non fare il “Terzo incomodo”. Preparò ai due qualcosa da mangiare durante il pomeriggio e si rinchiuse in camera tutta la giornata a leggere e ad ascoltare musica, cercando di essere il meno rumorosa possibile così da non disturbare i due che stavano beatamente accucciati nel divano a vedere un film. A fine giornata, quando Liz se ne era già andata, Margot uscì dalla stanza. Non era nemmeno uscita per salutarla, aspettò il momento di farsi vedere proprio appena la ragazza aveva varcato la soglia per andar via.
-Come ti pare? E’ molto carina, vero? Sono serio con lei, mi piace, e tanto.-
Mar non proferì parola, non voleva sapere nulla, ne tanto meno sapere quanto fosse serio con la signorina Ielbor. Erano affari che proprio non le interessavano. O quanto meno questa era la scusa con la quale cercava di convincere se stessa. Anzi, Mar per quel che potesse fare cercava anche di aiutarlo in alcuni casi. Tante volte Dean le chiedeva consiglio su regali o cose che poteva fare per renderla felice e la mora lo aiutava, sempre. Faceva la parte della migliore amica, quello che Dean credeva che fosse. Mar si rese conto che quella situazione stava degenerando. Maxime era un ragazzo d’oro ma purtroppo in quel momento aveva tutt’altra persona in testa e niente le avrebbe impedito di cambiare quell’idea ormai fissa nel cervello da un bel po’.
Sentire Dean parlare sempre di Liz e cercarle aiuto era lacerante. Aveva cominciato ad odiarla nonostante non la conoscesse molto bene. Quando si ritrovavano tutti e tre la mora si comportava normalmente, anzi sembravano quasi amiche. Mar sorrideva davanti a lei e si comportava come se il ruolo di “sorella” fosse scritto nella sua fronte. Era la sorella che Dean non aveva mai avuto, ecco cos’era, solo una...sorella, niente di più. Cercava di essere sempre gentile con Liz anche se recentemente notava alcuni sguardi di lei che la lasciavano un po’ dubbiosa, a volte si sentiva osservata nel senso negativo della cosa, quando si dice che una persona ti guarda male, no? In quel modo, ecco. Eppure non aveva mai fatto nulla per la quale la ragazza potesse sentirsi in qualche modo ostacolata o cose così, anzi, quando poteva le dava anche un mano.
La situazione diventava di giorno in giorno insostenibile e Mar dalla disperazione e non sapendo più cosa fare e soprattutto con chi sfogarsi, cominciò a scrivere un piccolo diario, in un agendina rosso fuoco che aveva lei stessa decorato con il pennarello nero. Quei due colori la rappresentavano, “Rosso=forza Nero=spenta”, come lei, forte ma spenta. Nel diario scriveva tutte le sue giornate e gli stati d’animo che prendevano il sopravvento giorno dopo giorno.
Quel diario lo teneva nascosto sotto il cuscino del suo letto, Dean non l’avrebbe mai visto poiché lui stesso sapeva quando Mar odiasse che le venisse rovinato il letto e dunque stando alla larga da quello non se ne sarebbe mai accorto della piccola agendina nascosta li sotto. Era al sicuro.
[Giorno 28 – Sabato.
Caro diario, si sembro una dodicenne alle prese con la sua prima cotta adolescenziale e ne sono consapevole ma ho bisogno di scrivere, non ho con chi parlare. Ho voglia di urlare. Dean e Liz, una cosa sola. Ed io? Un’altra cosa…sempre sola. Son contenta che Dean sia felice con questa ragazza, sembra anche una tipa apposto anche se a volte ho lo strano presentimento che io non le stia molto simpatica, forse perché sono la coinquilina di Dean, sarà gelosia. Non lo so. Ma comunque, stanno bene insieme. Sono la classica coppia che se vedi per strada ti salta in mente di dire “Caspita, che belli che sono!”, sono proprio belli. E mi odio per desiderare ogni giorno che non stiano insieme, che lui si accorga che in un angolino remoto ci sono anche io. Mi odio, perché sono egoista, penso solo a me stessa e non penso che lui è felice con questa ragazza. Non so cosa fare, sono arrivata a quel punto in cui non sai più chi sei e cosa vuoi fare. Avercelo ogni giorno, ogni minuto della tua vita davanti non ti aiuta di certo a risolvere la situazione. Forse se mi allontanassi lo dimenticherei, forse non vedendolo più qualcosa cambierebbe. Proposito del giorno: TRASFERIRSI! ]
Margot aveva preso la sua decisione, si sarebbe trasferita. O meglio, sarebbe tornata a casa con i suoi e avrebbe viaggiato per andare all’università. Questo era l’unico modo di cacciarsi dalla testa Dean, l’unico. Il problema adesso era solo parlarne con lui, gli sarebbe andato bene o avrebbe detto qualcosa in contrario? Il pomeriggio, dopo pranzo, mentre Dean guardava la tv, Mar richiamò la sua attenzione. –Ehi, devo dirti una cosa..-
Dean chiuse la tv e si sedette a tavola con lei, dopo un minuto di silenzio Mar si decise a parlare anche perché stava trasferendo una grande quantità d’ansia al ragazzo di fronte a lei.
-Ahm, volevo dirti che ho preso una decisione, ci ho pensato tanto e dunque, ho deciso di tornare a casa dai miei. Non mi sembra più il caso di stare qui, hai la ragazza adesso, siete una coppia bellissima e non è giusto nei confronti di Lizabeth rimanere a vivere qui. Ci vedremo all’università se capita.-
Dean non rispose, continuò a stare in silenzio e a fissare l’amica. Non aveva nulla da dire, era tra lo sconvolto e il confuso. Era perplesso. Non la capiva mai, qualsiasi cosa lei facesse era sempre inaspettata. Usciva con queste idee che lo lasciavano senza parole. E non ne capiva nemmeno il senso. Perché adesso voleva andar via? Mar intanto non aspettò che il ragazzo le rispondesse, tanto la sua decisione era già stata presa. Si diresse in camera sua e cominciò a riempire le valigie con tutta la sua roba. Era intenzionata a partire la mattina dopo. Si sarebbe levata di torno il più presto possibile. Aveva deciso di voltare pagina e tutto cominciava trasferendosi, tornando alla tranquillità di sempre. Dean la lasciò fare, non si oppose. Forse ancora non aveva nemmeno realizzato bene cosa stesse succedendo. Dal giorno dopo si sarebbe ritrovato nuovamente solo in una casa troppo grande per lui. Poteva andare Liz a vivere con lui, perché no? Stavano insieme e ormai non c’erano più problemi.
La mattina dopo, Mar senza avvisare nessuno andò via di casa lasciando un biglietto sul tavolo della cucina, accompagnato da una tazza di caffé e con accanto i biscotti al cacao che a Dean piacevano tanto. Dean, quando si alzò, notando troppo silenzio si accorse della mancata presenza dell’amica e corse in cucina. Vide il biglietto e fu la prima cosa che prese.
[Buongiorno, alla buon ora, al solito tuo. A quest’ora sarò già sul treno verso casa, quindi beh, ti volevo dire che sei un coinquilino fantastico, e un miglior amico meraviglioso. Siamo stati bene insieme, devo ammetterlo. Anche se non auguro a nessuno di sposarti con tutti i difetti che ti ritrovi. Ti voglio bene Dean, ciao. -Mar]
In quel momento una lacrima rigò il viso caldo di Dean, non aveva compreso la cosa finché non si ritrovò quel fogliettino tra le mani. Dopo tre anni l’unica cosa che aveva lasciato era un misero fogliettino con quattro parole. L’avrebbe rivista all’università probabilmente, anzi sicuramente.
Ma ciò non toglieva che durante la giornata non la poteva più avere per casa, non poteva più fare irruzione nella sua stanza che adesso era vuota, solo il suo letto sistemato con le sua lenzuola, il suo cuscino che ancora era impregnato del profumo dei suoi capelli. Dean quel giorno non andò alla facoltà, stesse a casa a sistemare in giro, cercando più che altro di assimilare meglio la situazione. Durante la mattinata entrò più volte nella stanza di Mar senza toccare nulla, era così abituato a non toccare le sue cose che anche adesso che non c’era più nulla della ragazza, faceva fatica a muoversi lì dentro. Era come un mondo da scoprire quella stanza, nonostante fosse casa sua ci era entrato poche volte lì dentro. Si distese su quel letto, si sentiva il suo profumo, era come se accanto ci fosse lei appisolata. Era bellissimo vederla dormire, sembrava un angelo, tutto l’opposto di quando aveva gli occhi aperti e come una forsennata andava avanti e indietro come una casalinga madre di quattro figli, anche se in questo caso il figlio era Dean che valeva per quattro. Mentre stava disteso, infilò la mano sotto il cuscino trovando il diario che Mar aveva dimenticato lì. Non pensava che l’amica tenesse un diario segreto, erano cose da ragazzine.
Alcune pagine erano strappate, a quanto pare Mar ogni qualvolta scrivesse qualcosa strappava la pagina. Ed effettivamente era così, strappava la pagina e la lanciava dalla finestra della sua stanza vedendo volare il foglio lontano. Lo faceva così che nessuno avrebbe mai letto ciò che scriveva, sarebbero state solo parole nel vento. Dean infatti era perplesso, a cosa serviva scrivere e strappare la pagina? Sfogliando quelle poche rimaste lesse una cosa:
[Giorno 17 – Giovedì:
Caro diario, al solito, non avendo con chi parlare sono di nuovo qui, a scrivere. In casa le cose vanno alla grande, Dean è felice con Liz, amo vederlo sorridere. Se è felice lui son felice anch’io.
Oggi ho dato per l’ennesima volta buca a Max, mi dispiace rifiutare i suoi inviti così tante volte ma approfitto nei momenti in cui Dean è fuori con Lizabeth per restare a casa a cucinare, almeno quando torna ha la cena pronta. E’ da una settimana che lo vedo tornare sorridente, è davvero una gioia. Adesso vado che sta per rientrare e devo ancora sistemare il suo letto e ordinare la sala da pranzo. –Mar ]


  
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