Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Hono    16/02/2014    1 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 20

Capitolo Venti: I feel it, right here (pt two)

My insides all turned to ash, so slow
And blew away as I collapsed, so cold
A black wind took them away, from sight
And now the darkness over day, that night
(Valentine's Day - Linkin Park)”

 

Allyson sospirò, le mani che stringevano il tessuto morbido delle coperte del letto su cui era stancamente sprofondata, lo sguardo che guizzava da una parte all’altra della stanza, in palese attesa.

- Theodore, che diavolo ci fa lui ancora qui? - sbottò nervosamente mentre riservava delle occhiate del tutto poco amichevoli al ragazzo che se ne stava tranquillamente steso sul proprio letto ad osservare con esiguo interesse il soffitto, le braccia dietro la testa e un ghigno snervante sulle labbra.

- E’ anche la mia stanza, Reed. - affermò pacatamente Blaise con espressione divertita.

- Nott, non è affatto giuto. - si lamentò la strega iniziando ad avvertire il bisogno di schiantare Zabini. Ma anche prenderlo a pugni in faccia non sarebbe stato male. Non sapeva quale delle due opzioni l’allettasse di più.

- La vita non è giusta, mezzosangue. - fece tranquillo il mago in questione.

- Per tutte le mutande di Merlino, Nott fa qualcosa prima che mi venga la brillante idea di ucciderlo! - disse con un tono che rasentava i limiti dell'isteria.

- Reed, ha ragione, è anche la sua stanza e io non posso farci niente se lui vuole restare.

La Grifondoro sbuffò alzandosi di scatto. Il sopracciglio sinistro cominciò leggermente a tremarle a causa del nervosismo mentre si avvicinava al bruno con un espressione che non lasciava presagire nulla di buono.

- Zabini, potresti darmi solo dieci minuti? - provò tentando di utilizzare le "buone maniere". Maniere che avrebbero retto ancora per poco.

- Aspetta. Ci devo pensare. - Zabini ghignò, fingendosi pensieroso. - Mh...beh...direi proprio di no!

Allyson estrasse la sua fedele bacchetta puntandogliela sotto la punta del mento. Blaise indurì il suo sguardo e restò immobile a fissarla con gelo. Di nuovo lei avvertì quella sensazione di disagio ma non distolse lo sguardo, sostenendolo altezzosamente.

- Piantala, Ally. - l’ammonì celando un avvertimento Theodore che intanto le si era avvicinato. Le sfilò la bacchetta dalle mani e le diede una leggera spinta costringendola a sedersi nuovamente sul letto alle loro spalle.

La Reed si limitò a fargli il verso scocciata, borbottando qualche insulto che nessuno dei presenti riuscì a comprendere. Blaise riacquistò il suo ghigno e si mise in piedi. Camminò lentamente verso la porta e prima di uscire si rivolse all’amico:

- Vi concedo un paio di minuti, Theo.

Il moro fece appena un cenno con la testa mentre la porta si chiudeva silenziosamente. Passò qualche secondo e poi riportò l'attenzione sulla strega. Le restituì la bacchetta e si stampò un piccolo ghigno sulle labbra.

- Lo odio. Come fai a sopportarlo? Anzi, dovrei chiederti come fai a...- Allyson però non riuscì mai a concludere quella frase poiché si ritrovò catapultata a terra. Batté con violenza il coccige e lanciò un gemito soffocato.

- Ma che cazzo ti prende?

Sbottò poi lanciando sguardi infuocati a Theodore. Quest’ultimo, con un balzo, si era lanciato sul suo letto provocando un tonfo sordo, lo scricchiolio delle molle del materasso e la rovinosa caduta della Reed. Puntellò un gomito sul cuscino e schiacciò la guancia sulla mano aperta mentre guardava divertito l’amica che si lamentava dolorante.

- E’ il mio letto. - fece con lo scopo di giustificarsi.

- Tu hai dei seri problemi, Nott. Fatti curare. - biascicò la ragazza alzandosi e accomodandosi con dignità sul bordo del letto dal quale era stata appena scaraventata via.

- Allora, Allyson, cosa c’è?

In tutta risposta lei prima puntò la bacchetta sulla porta ed esclamò con voce chiara:

- Colloportus  - fece per metter via la bacchetta ma poi ricordò dell’incantesimo del Principe e senza alcuna esitazione procedette nell’eseguirlo.

- Muffliato.

Dopo alcuni istanti di un silenzio stranamente pesante inchiodò gli occhi verdi in quelli scuri del Serpeverde.

- Ora possiamo parlare con tranquillità. - affermò con tranquillità apparente Allyson.

- Tutti questi incantesimi mi fanno pensare a qualcosa di grosso.

- La maggior parte dei Serpeverde sono tutti uguali, Theodore! Scusa tanto se non voglio correre alcun rischio.

Disse facendosi uscire un tono più acido di quanto avesse voluto. Il ragazzo, però, sembrò ignorare quell’ultima affermazione e si limitò a guardarla. Tacquero per qualche altro minuto e poi Allyson si decise a cominciare. La cosa che più apprezzava di Theodore era che qualunque cosa avesse da dire, lui semplicemente attendeva in silenzio, non interrompeva mai e esprimeva il proprio parere solo se richiesto. Certo, non mancavano le sue solite battutine ma a lei quelle non dispiacevano. Anzi, le sortivano un effetto tranquillizzante e riuscivano a farla sorridere almeno un po’ rendendo l’atmosfera meno gravosa. Così si accinse a raccontare tutto ciò che sentiva di dovergli dire. Cominciò col spiegargli il contenuto della conversazione avuta con Silente riguardante il nuovo “acquisto” di Lord Voldemort e la conseguente conferma della soffiata di Theo. Poi passò alla discussione con Malfoy e ai timori di ciò che Harry potrebbe aver capito. Non risparmiò una buona dose di insulti a Draco e dedicò anche qualche minuto a decantarne i difetti più irritanti.Si lamentò del fatto che, adesso, Malfoy sapeva ciò che lei sapeva e di quanto la seccassero le insinuazioni sulla sua presunta gelosia, di quanto lo trovasse così…così…beh, non riuscì a trovare il termine adatto.

Theodore, dal suo canto, aveva ascoltato il tutto con il solito e apparente disinteresse. Si era perso in più punti, cominciando seriamente a pensare al fatto che Allyson avesse  seriamente bisogno di avere un sano rapporto con qualcuno, ma tutto sommato le informazioni erano state assimilate completamente. Quasi gli dispiaceva per lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a nessuno - neppure dinanzi a Merlino in persona - aveva cominciato già da un po’ a considerarla come una vera amica. Irrimediabilmente aveva cominciato a tenere un po’ a lei e una parte inconsapevole di lui avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarla. Ma l’unica cosa possibile, per il momento, era restare lì ad ascoltarla per tutto il tempo che ne avesse bisogno. E lui si limitava a fare questo, a reggerle il gioco e a prenderla in giro solo per farla sorridere. Allyson gli piaceva soprattutto quando stava zitta e sorrideva. Trovava un buon "passatempo" osservarla. Soprattutto quando si lamentava di Draco o lo insultava. Lo divertiva e poi, le brillavano gli occhi quando parlava di Malfoy e appariva più carina di quanto già non fosse.

Ma ovviamente, certi pensieri li teneva unicamente per sé.

- Cioè, capisci? Io? Gelosa di Draco?

- Beh, non è che abbia tutti i torti. - fece tranquillamente lui ghignando divertito.

Allyson preferì non cogliere quel velo di malizia che aveva avvertito nella sua voce e si limitò a dargli un pizzicotto sulla spalla.

- Adesso non so che cosa fare. Ti ho già spiegato quale legame unisce me ed Harry, no? Sono sicura che lui abbia capito già da un pezzo che le mie sono tutte bugie.

Cambiò discorso, ritornando seria mentre un barlume di angoscia le balenava negli occhi. Restò taciturna per un po’ iniziando lentamente ad abbassare le palpebre.

- Me lo sento, capisci? - mormorò e completamente all'oscuro del fatto che stesse ripetendo esattamente le stesse azioni di Harry, portò una mano sul cuore. Ci picchiettò leggermente due volte e poi, con un filo di voce, esalò. - Proprio qui.

Ma prima che anche uno solo dei due potesse articolare un pensiero o una frase, qualcuno bussò con prepotenza alla porta della stanza. In seguito la voce seccata di Malfoy li raggiunse:

- E’ un’ora che siete lì dentro, datavi una mossa o giuro su Salazar che schianto entrambi!

Allyson e Theodore si guardarono. La Reed indugiò. Avrebbe voluto parlare ancora per un po’ con l’amico. Non era pronta per andarsene e in più non aveva la minima voglia di affrontare Malfoy.

- Apri la porta prima che il tuo fidanzatino si offenda. - esclamò con fare sarcastico Theodore, interrompendo il flusso di pensieri di entrambi.

Ally gli rivolse un cauto sorriso e cercò di trasmettergli tutta la sua gratitudine attraverso uno sguardo. Fece per aprir bocca ma lui la interruppe:

- Non c’è né bisogno. Lo so. Ora muoviti, non vorrai fare arrabbiare il grande Malfoy lì fuori?

Lei trasformò il suo sorriso in un piccolo ghigno appena accennato mentre si accingeva ad aprire la porta con un colpo di bacchetta. Fu grata per l’ennesima volta del fatto che Theodore sapesse in anticipo che volesse ringraziarlo. Non era brava nel ringraziare le persone. Salutò Nott proprio nel momento in cui Draco e Blaise entravano nella camera. Fece un veloce cenno ad entrambi e prima che Malfoy potesse anche solo avere la possibilità di parlare, oltrepassò la soglia della stanza e scomparì alla loro vista. Il biondino alzò un sopracciglio chiaro con perplessità poi, leggermente infastidito dallo strano comportamento di Allyson, si buttò automaticamente sul letto più vicino.

- Che diavolo voleva? - domandò invece il bruno mentre chiudeva la porta con eleganza. 

- Oltre a lamentarsi di quanto tu sia irritante, intendi? - ghignò Theodore mettendosi seduto.

- Già.

- Non lo so, credo di essermi addormentato dopo un po’.Non la smetteva più di parlare di Draco. - mentì ancora con palese divertimento. Anche se alla fine non era una vera e propria bugia. Di certo, però, non avrebbe raccontato loro la verità. Forse in passato l’avrebbe anche fatto ma adesso c’era un qualcosa dentro di lui che glielo impediva. Sentiva di non voler tradire la fiducia di Allyson.

Mi sto rammollendo? Si chiese molto stranito dalle sensazioni che stava avvertendo da quando aveva cominciato a passare del tempo con la Grifondoro.

- Sul serio?

La voce del biondino gli arrivò soffocata e voltandosi lo ritrovò con la faccia sprofondata nel morbido cuscino. Scambiò uno sguardo con Blaise che intanto gli si era seduto accanto. Capirono che c’era qualcosa che non andava ma preferirono non interferire. Era risaputo quanto Draco non amasse parlare. Finsero di non aver capito che le cose non stavano andando affatto bene e continuarono semplicemente la conversazione.

- Certo, ma credo di non essere riuscito a capire molto. Erano più insulti che altro.

Draco si limitò ed emettere un verso scocciato tuffando ancora di più il viso nel cuscino mentre Blaise cominciava a ciarlare sulle voci che, sicuramente, il giorno dopo avrebbero cominciato a circolare sulla sorprendente visita della Reed nel dormitorio di Serpeverde.

**

Come previsto da Blaise, il fatto che Allyson avesse fatto una visitina nel dormitorio di Serpeverde si sparse velocemente in tutta la scuola ma la notizia non sembrò stupire più di tanto. Ormai si sapeva già da un pò della sua amicizia con Theodore e gli studenti più incalliti in materia di "gossip" preferirono dedicarsi ad altri tipi di pettegolezzi. Allyson ignorò ogni cosa intorno a lei e si buttò a capofitto nella sua missione, o almeno ci provò. In effetti, non ebbe molti giorni per pensare a come riuscire a prendere in mano la situazione poiché quella non fece altro che sfuggirle sempre di più.
Hermione le aveva raccontato della discussione avuta con Harry e Ron e di tutto ciò che si erano detti. Reagì male e ostentò un cocciuto mutismo, ergendosi delle mura difensive intorno. Evitò accuratamente Malfoy poiché non aveva la benché minima voglia di parlargli e il fatto che non fossero neanche più in punizione diminuì notevolmente la possibilità di ritrovarsi faccia a faccia con lui.

Con Harry, invece, tentò di comportarsi come se nulla fosse e i molti compiti contribuivano a ridurre le parole che avrebbero potuto scambiarsi. Meno parlavano e meglio lei riusciva a pensare, si diceva. Già, pensare. Nonostante avesse riflettuto senza sosta, rischiando persino di prendere ‘Accettabile’ ai compiti di Trasfigurazione e Pozioni, non era riuscita a trovare alcuna soluzione ammissibile. Era risaputo per lei che Theodore non fosse propriamente un buon consigliere ma quella volta nemmeno Ginny ed Hermione sembravano aver in mente una qualche buona idea. Per cui si era inevitabilmente ritrovata in una posizione di stallo e più andava avanti, più le cose sembravano peggiorare.

“Il colpo di grazia” arrivò solamente dopo un altro paio di giorni. Accadde, principalmente ed inesorabilmente, in una delle mattine seguenti, quando, insieme ad Harry, Ron ed Hermione si apprestava a raggiungere il tavolo dei Grifondoro, in preda ad una lunga fila di lamentele, discutendo con il rosso.

- Sul serio, Ron. Faresti un grande favore a tutto il Mondo Magico, anzi soprattutto alla sottoscritta che è costretta a reprimere i conati ogni volta che vi scambiate tutta…quella… saliva…si, amico, decisamente dovresti piantarla.                                        

“E, in più, riusciresti ad andare di nuovo d’accordo con Hermione…”

- Tu non capisci! - proruppe Weasley. - È impossibile lasciarla! Peggio della Piovra Gigante.

- Uscirei volentieri con la Piovra Gigante piuttosto che passare anche solo un altro secondo con la Brown - biascicò lei in risposta.

Nell'avanzare, la sua attenzione fu catturata da un vociare continuo proveniente specialmente dagli studenti dei primi anni. Il pensiero di fermarsi ad ascoltare la sfiorò ma l'idea di riprendere a parlare di Quidditch e delle nuove strategie che Harry aveva in mente occupò tutta la sua attenzione e, prima ancora che se ne rendesse conto, si ritrovò seduta al suo tavolo, la colazione già pronta davanti e una tazza di cioccolata fumante tra le mani.

- Dici che Corvonero perderà?

 - Non saprei, i Tassorosso sono migliorati parecchio dall'ultima volta.

 - Sì, ma noi non avremo comunque nessun problema, no? Abbiamo Harry! - si intromise Dean, provocando le risa generali.

Allyson spiluccò distrattamente la sua colazione, più impegnata a parlare che a pensare a cosa facesse ricevere al suo stomaco, quando, senza preavviso, Silente richiamò la loro attenzione. Sentì lo stomaco stringersi tutto d'un tratto, in preda ad un brutto - bruttissimo - presentimento. Scambiò uno sguardo preoccupato con la riccia accanto a lei, poi rivolse la propria attenzione sul vecchio preside. Gli occhi le caddero automaticamente sulla sua mano annerita. Peggiora sempre di più, si disse non potendo evitare di provare una sorta di preoccupazione mista a impressione per quella mano malandata. Subito dopo però i suoi pensieri cominciarono ad elucubrare domande su domande, mentre quella pessima sensazione che avvertiva sembrava non volerle dare tregua. Lo stomaco peggiorò; incominciò a contorcersi e lei ebbe la malsana voglia di espellere tutto ciò che aveva ingerito non prima di qualche minuto fa.

"Ed ora?"

- Sei fottuta, Reed!

"Sta zitta, Black!"

Istintivamente cercò lo sguardo di Theodore ma il Serpeverde era impegnato a parlottare con Draco e Blaise e smise solo per guardare Silente. Con il fiato sospeso imitò il resto degli studenti, la cui maggior parte sembrava letteralmente pendere dalle labbra di Silente.

- Perdonatemi se interrompo la vostra colazione, ma ho un annuncio importante da farvi. - proruppe con la sua solita voce serafica e il sorriso tranquillo appena accennato sulle labbra ma ben visibile negli occhi da dietro gli occhiali a mezzaluna. - Oggi, avremo l'onore di avere una nuova studentessa. È arrivata proprio stanotte, dalla Francia. Credo che tutti coloro che sono qui già da un po' si ricordino della scuola di Bauxbatons.

Allyson gelò, irrigidendosi, e la colazione che minacciava di volerle risalire su per l’esofago non migliorò affatto la situazione che, piano, stava iniziando a precipitare.

“Non ci credo, non ci credo, non ci credo. Dimmi che non è vero. Non è possibile che sia arrivata sul serio. No, non è assolutamente possibile."

Ma le parole irrefrenabili di Silente sembrarono confermare l'inevitabile ed Allyson si sentì incapace di distogliere lo sguardo. Gli occhi spalancati, il corpo rigido e le mani tremanti che stringevano qualcosa di indefinito così tanto da farle sbiancare le nocche.

- Quindi, facciamo un caloroso benvenuto alla nostra nuova studentessa, Gwendolyn Wood. Smistata in Grifondoro.

Allyson vide Silente fare un cenno verso il loro tavolo. Si girò di scatto, quando, dinanzi a lei, a pochi metri di distanza, una ragazza si alzò, sotto implicita richiesta del preside. La mente di Allyson ne delineò i tratti delicati, la statura minuta, i capelli rosso fuoco e gli occhi grigi. Ma furono gli unici dettagli che riuscì ad afferrare poiché la voce preoccupata di Hermione e la sua mano delicatamente poggiata sulla sua spalla riuscirono a risvegliarla dal sonno in cui era caduta mentre la disperazione l’assaliva secondo dopo secondo.

- Allyson, sta tranquilla. - le sussurrò l’amica, lo sguardo preoccupato fermo sulla sue mani.

La Reed abbassò gli occhi sui propri arti e solo allora parve notare il pane tostato, ora, ridotto in poltiglia nelle sua mani. Lo lasciò cadere distrattamente nel piatto mentre la riccia mormorava un incantesimo per ripulirle i palmi che tremavano ancora. Deglutì mentre l’idea di un suicidio istantaneo le si faceva strada nella testa. Almeno, si disse, se si fosse tolta di mezzo le cose sarebbero potute andare meglio, no? Ma non era finita lì. Le bastò seguire lo sguardo della Wood per farle gravare il peso di tutte le macerie rimaste del suo mondo sulle spalle. E per la prima volta sentì una morsa allo stomaco così forte da spezzarle il fiato. Dovette reggersi al tavolo, chinare il capo e reprimere un gemito. Sperò solo che nessuno si accorgesse di lei e in tutto il casino che aveva seguito l’annuncio gli unici che potevano rendersi conto che stava male erano i suoi migliori amici. Difatti, Hermione fu la prima a reagire d’impulso. Soffocò un verso sorpreso e subito si piegò verso l’amica, preoccupata più mai. Nello stesso istante, però, Harry si sentì morire. Avvertì un qualcosa di forte mozzargli il respiro e dovette piegarsi su sé stesso per nascondere un verso sofferente. Ron agì d’istinto, posandogli una mano sulla schiena e cercando delle risposte.

- Ally, stai bene? - domandò Hermione.

- Harry, che succede? - le fece eco Ronald.

I due si scambiarono uno sguardo spaventato per qualche secondo, dimentichi per la prima volta da tempo della loro situazione di conflitto. Harry ed Allyson sembravano non avere la minima intenzione di volersi raddrizzare, ancora in preda di quelle sensazioni amplificate.

- Sto benissimo. - mormorò Ally a denti stretti lasciandosi sfuggire un singhiozzo strozzato. Cos’era quella sensazione così travolgente? Cosa diavolo stava succedendo? Perché la vicinanza della nuova studentessa le sortiva quell’effetto? Perché lo sguardo che Draco si era appena scambiato con la Wood le faceva così male? Perché quei sorrisi appena accennati, così inaspettatamente caldi, l’avevano sconvolta a tal punto?

Respirò a fondo, estraniandosi da tutto il rumore che la circondava. Harry non capiva cosa stava succedendo. Sentiva solo male allo stomaco, la cicatrice che bruciava leggermente e un qualcosa di allarmante che gli proveniva dal petto stava praticamente urlando che Allyson non stava affatto bene. Hermione era incapace di spiccicare parola, terrorizzata. Ron guardava i suoi migliori amici, impotente e preoccupato. Nessun’altro a parte loro sembrò accorgersi di ciò che stava accadendo e fu quasi una fortuna. La Reed si raddrizzò di scatto per poi inspirare lentamente. Solo allora si accorse di Harry e la confusione non fece che aumentare. Potter riemerse anche lui, ansimando lievemente. Inchiodò gli occhi smeraldini in quelli simili dell’amica e disse:

- Dobbiamo parlare.

L'ngolo di Hono:

Ebbene eccomi con il ventesimo capitolo *---* Venti, sono arrivata al ventesimo. Aw, mi sento soddisfatta. Spero che almeno vi piaccia e non vi abbia deluso! 
Comunque, ecco che scopriamo l'identità dell'infiltrato: Gwendolyn Wood. Il prossimo capitolo sarà interamente dedicato a lei e alla sua storia, così potremo capire un po' meglio la situazione. Spero davvero che vi piaccia ^-^ Ringrazio come al solito tutti coloro che leggono la mia fic, che la inseriscono tra le preferite/seguite/ricordate e che soprattutto recensiscono! ^-^ Grazie per il vostro sostegno, vi adoro! <3 Beh, che altro dire? Mi affido a voi e boh spero sia uscito qualcosa di decente C:
Alla prossima settimana! C:
Hono

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Hono