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Autore: DDimples    16/02/2014    3 recensioni
-In ogni caso, io so dov’è Hargeon, e potrei accompagnarti.-
-No grazie, non mi serve l’aiuto di un narcisista dai capelli rosa.-
Il ragazzo mi fissò con i suoi grandi occhi scuri, in maniera così intensa che mi fece venire i brividi. Era vestito con un gilet a maniche corte completamente sbottonato sul davanti, pantaloni corti e degli strani sandali. Ma la cosa più fuori luogo era la sciarpa bianca che portava al collo.
[I nomi dei personaggi che appaiono qui sotto sono inseriti in ordine alfabetico e non in ordine di importanza nella storia]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cominciai a correre il più veloce possibile. Il perché mi trovassi sotto quella finestra era un mistero anche per me, mi ero fermata casualmente, poi avevo sentito il nome di mio padre, e dopo mi ero accorta che stava cercando me.
Mi tremavano le gambe e correre era difficile, ma dopotutto dovevo aspettarmelo che mio padre avrebbe provato a ricercarmi. Corsi a più non posso per un sacco di tempo, fino a che, esausta, non mi riparai in un vicolo, e mi misi a sedere a prendere fiato.
Feci il punto della situazione. A Magnolia, la città che mi ero posta come meta, mancava ancora abbastanza, non ci sarei potuta arrivare quella notte, nemmeno correndo per tutta la strada. Tirai fuori dalla tasca una mappa del regno del Fiore, e notai che forse entro la mattina sarei potuta arrivare ad un’altra città. Si chiamava Hargeon, ed era una città portuale nota per il turismo. Mi fissai quella come meta intermedia, dove avrei potuto riposare un po’ e poi ripartire alla volta di Magnolia. Presi il mio zaino e guardai al suo interno. Di provviste ne avevo abbastanza e di soldi pure. Non avrei avuto problemi, ne ero convinta.
Eppure, dentro di me c’era una paura che non riuscivo a spiegarmi. Forse era una semplice nostalgia di casa, della mia bella camera, delle mie comodità…No! Basta! Era il momento di cambiare. Fairy Tail era il mio obbiettivo, nient’altro. Entrare in quella gilda era sempre stato il mio sogno.
Mentre mi riposavo e riprendevo fiato per la corsa di prima, mi misi a frugare dentro lo zaino, per controllare di aver preso tutto. E in effetti, c’era tutto. Mi meravigliai di me stessa, di essere riuscita a ricordarmi di prendere tutto, compreso il mio libro, che da tempo stavo portando avanti. Mi era quasi venuta l’ispirazione per scrivere un po’, ma mi bastò alzare un attimo gli occhi dal foglio per capire che quello non era il posto giusto per scrivere. Rinfilai tutte le cose nello zaino alla rinfusa, e poi mi preparai per ripartire.
Miao.
Un miagolio improvviso mi fece sobbalzare. Alla mia sinistra era apparso improvvisamente uno strano gatto azzurro, dallo sguardo innocente ed ebete, e mi stava fissando intensamente. Quel gatto non era normale, c’era in lui qualcosa di strano, me lo sentivo. E poi, parliamoci chiaro, quante volte voi nella vostra vita avete incontrato un gatto azzurro?
-Ciao bello!- Dissi accarezzandolo lentamente. –Puoi capirmi?-
Il micione si limitò a fare le fusa, e lo presi come un buon segno. Forse mi capiva.
-Senti, visto che sei della zona, sai dirmi quanto è lontana Hargeon? Forse puoi accompagnarmi…-
-Ma stai parlando con un gatto?-
La voce che sentì non veniva dal gatto, ma da dietro di me. E poi non sembrava una voce da gattino dallo sguardo ebete, sembrava, anzi no, era una voce di ragazzo.
-Ehi! Dico a te, bionda! Stai parlando con un gatto?! Te ne sei resa conto?-
La voce era diventata strafottente, e la cosa non mi piaceva. Mi voltai per rispondere a tono, ma mi trovai a fissare il ragazzo che avevo di fronte. Se il gatto era strano lui lo era di più.
-Eh…no, non stavo parlando con il gatto!-
-Ma ti ho visto!-
-Stavo parlando fra me e me’-
-E stavi dicendo a te stessa di accompagnarti a Hargeon?- Inarcò un sopracciglio incredulo.
-Oh, e va bene stavo parlando con il gatto. Mi sembrava un gatto strano.-
-Tu sei strana!- Rise.
-Ah io?-
-Beh…-
-Ti sei guardato allo specchio ultimamente?-
-Si stamattina, e ho notato di essere molto bello.-
-Oh, per favore… senti vado piuttosto di corsa!-
-Perché tanta fretta?-
-Perché ti interessa?-
-Vorrei solo sapere cosa ci fai da queste parti a quest’ora di sera, tutta sola, rintanata in un vicolo…e poi, non sai nemmeno come arrivare alla città più vicina!-
-Certo che ci posso arrivare!-
-Davvero, e come?-
-Si chiama: “seguire le cartine”-
-E che ci fai qui?-
-Ma fatti gli affari tuoi!-
-Cercavo di essere gentile, pensavo ti fossi persa, piccolina…-
-A dire il vero sono scappata di casa.-
-Ma davvero?- Il suo sorriso scomparve, sulla sua faccia comparve quasi odio. –Sei stupida!-
-Come prego?-
-Avevi una casa e l’hai lasciata?-
-Il motivo per cui sono scappata non sono affari tuoi. E con questo, con te ho chiuso. Devo andare, non ho tempo da perdere con te e con uno stupido gatto!- Non si offese affatto per le mie parole, ma al contrario ritirò fuori il sorriso che aveva perso prima.
-In ogni caso, io so dov’è Hargeon, e potrei accompagnarti.-
-No grazie, non mi serve l’aiuto di un narcisista dai capelli rosa.-
Il ragazzo mi fissò con i suoi grandi occhi scuri, in maniera così intensa che mi fece venire i brividi. Era vestito con un gilet a maniche corte completamente sbottonato sul davanti, pantaloni corti e degli strani sandali. Ma la cosa più fuori luogo era la sciarpa bianca che portava al collo.
-E va bene.- Disse chiudendo gli occhi e incrociando le braccia al petto. –Fa’ come ti pare. Ci si vede!-
-Oh, spero di no!- Si voltò di spalle e si avviò fuori dal vicolo, ignorando del tutto la mia affermazione e facendomi un saluto con la mano. Aveva quasi girato l’angolo quando si fermò un momento e il gatto lo raggiunse.
-Ah, e comunque, il gatto si chiama Happy. E parla!- Mi sorrise strafottente e sparì dalla mia vista.
 
 
Cominciai a calciare tutte le lattine e le cartacce che trovavo lungo la strada. Come aveva osato quel ragazzino strafottente prendermi in giro? E soprattutto come mai mi ero lasciata prendere in giro così! Dalla rabbia che avevo non sentivo nemmeno la stanchezza, ed in poco tempo arrivai a Hargeon. Era appena passata mezzanotte quando riuscì a trovare una stanza a poco prezzo dove alloggiare per una notte. Mi feci una doccia perché era la cosa che più desideravo in quel momento, e passai un’ora circa, sotto l’acqua bollente anche per sbollire la rabbia che ancora avevo. Quando ebbi finito mi stesi sul letto, fra le lenzuola che profumavano di lavanda, e scrissi un po’, come era mio solito fare. Quando decisi che era il momento di dormire e spensi tutte le luci, la mia mente si risvegliò improvvisamente e cominciai a pensare intensamente a tutto quello che mi era successo durante il giorno. A partire da dopo pranzo, quando avevo raccolto il mio coraggio ed avevo fatto la mossa decisiva della mia vita: ero scappata di casa. Mi ricordai che era bene che non mi fermassi in un posto troppo a lungo, perché mio padre aveva ingaggiato un investigatore per riacciuffarmi. Ma non sarebbe dovuto succedere, no, no! Sarebbe stata una sconfitta troppo grossa.
Poi, continuando a pensare, inevitabilmente, ritornai con la mente su quel ragazzo, e mi resi conto, che non l’avrei mai potuto dimenticare. Non so perché ma la sua faccia, mi era rimasta simpatica e allo stesso tempo mi aveva invitato ad una sfida. Ero sicura che anche lui fosse convinto che ci saremo rincontrati. Lo sapevamo entrambi. Oh, si ci saremo rivisti, e quello sarebbe stato il momento della mia vendetta. Faceva lo strafottente? Bene, e io gliel’avrei fatta pagare.
Con questo pensiero riuscì a scacciare la rabbia, e cominciai a desiderare che il nostro incontro avvenisse presto. Poi, pian piano, il sonno vinse su tutti i sentimenti che provavo, e tranquillamente mi addormentai.
Feci un sogno alquanto strano, movimentato, in cui vidi mio padre, l’investigatore e tutta la servitù che c’era a casa mia, e mi sentì soffocare. Cercavo di correre ma non ci riuscivo, inciampavo e non riuscivo ad alzarmi. Mio padre mi raggiungeva, e se non mi fossi alzata sarei rimasta con lui per sempre, ma non ci riuscivo, il mio corpo me lo impediva. Allora mi trascinavo in avanti, con le braccia, verso una figura che sembrava la mia salvezza, aveva dei capelli strani, spettinati, e poi…poi la raggiungevo…e quando gli afferravo la caviglia per chiedergli aiuto, questo si girava e mi rivolgeva una semplice frase:
-Tu sei strana!-
Mi alzai di scatto, sudata, e arrabbiata ancora con il ragazzo. Mi aveva dato della strana pure in sogno! Pian piano mi calmai, e tornai alla realtà. Attraverso le tende, nella stanza, filtravano già i primi raggi del sole. Mi affacciai alla finestra e notai che era l’alba. Tantissime barche di pescatori partivano dal porto per andare verso il largo, e per cominciare una quotidiana giornata di pesca. Le strade ancora erano deserte, o almeno quelle due che riuscivo a vedere io dalla finestra.
Era ancora troppo presto per alzarsi, mi sentivo piena di forze, ma sapevo che ne avrei risentito più tardi. Decisi di ritornarmene a letto e riprovare a dormire. Quel giorno sarei dovuta arrivare a Magnolia e presentarmi a Fairy Tail, non potevo di certo farlo con un aspetto cadaverico!
Mi distesi e chiusi gli occhi, cercando di dimenticare l’incubo di prima.
Toc-Toc.
Qualcuno bussò alla porta, e mi colse di sorpresa. Non mi aspettavo che nessuno bussasse. Cercai di essere prudente e invece di affacciarmi mi avvicinai alla porta e basta.
-Chi è?- chiesi con un filo di voce.
-Signorina Heartphilia…- Era la padrona.
-Si?-
-Mi dispiace disturbarla a quest’ora…sa io detesto recare fastidio ai miei clienti, ma c’è un urgenza.-
-E cioè?-
-Beh ecco…c’è una persona che la sta cercando urgentemente, e ecco…-
-Poche chiacchere! Si sposti! Ho fretta.- Riconobbi questa voce da uomo. Era L’investigatore. –Lucy, esci devo parlarti.- Disse mentre bussava forte, e io mi allontanavo lentamente dalla porta e cominciavo a raccattare la mia roba. “Lo zaino, lo zaino… dove diavolo ho messo lo zaino! Ah eccolo…ah il mio diario…”
-Sto perdendo la pazienza!- Continuò l’investigatore. “Dove diavolo ho messo i miei vestiti? Eccoli, in bagno li avevo lasciati, dannazione! Bene, maglietta...”
-Non costringermi a sfondare la porta!- “Gonna…”
-Signore, sarà anche un investigatore, ma non le permetto di invadere la privacy dei miei clienti!-
“…gli stivali…oh andiamo! Ah! Eccoli sotto al letto!”
Sentii dei rumori forti, probabilmente l’investigatore stava provando a sfondare la porta. Mi misi lo zaino in spalla e raggiunsi la finestra, ma prima mi preoccupai di lasciare dei soldi per pagare il conto della stanza. Aprii i vetri, e un’ondata di aria frizzante mi avvolse, mettendomi di buon umore nonostante fossero le sei di mattina e avessi un investigatore alle calcagna. Guardai sotto. Ero al secondo piano, ed era un bel volo ma considerato che sotto c’era un tendone sarei potuta atterrare sul morbido.
-Eccola!- L’investigatore aveva sfondato la porta e stava per afferarmi per un braccio.
“Questa è la tua occasione, Lucy, se non scappi adesso non ce la farai più.” Pensai. “Fallo per il tuo sogno, per Fairy Tail”.
Respirai forte e saltai.
 
 
 


 

                                                                                 *
Bene, ecco il primo capitolo. Non ho molto da dirvi in questo piccolo angolo autrice, se non grazie a chi lascerà una recensione e buona lettura! Naturalmente accetterò anche le critiche, per poter migliorare. Grazie mille in anticipo e buna lettura. :)
  
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