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Autore: Raynella    18/02/2014    1 recensioni
"-buongiorno principessa!-disse ynhel con un insolita luce negli occhi-scommetto che ha di nuovo avuto quell' incubo....e non sospiri la prego, lo sanno tutti che i sogni delle famiglie regali sono spesso presagi; perché non me ne parla?-aveva uno sguardo quasi triste ma leawyn non rispose, era troppo presa dai suoi pensieri per badare alla cantilena che la dolce elfa le rivolgeva ogni mattina al suo risveglio, ma come poteva pensare che l' immagine di un elfo oscuro del nord e di uno silvano del sud che si tendono la mano per salvarsi dalla caduta di un burrone, nonostante i due popoli fossero rivali da oltre duemila anni, potesse essere veramente un momento del suo futuro mentre compiva non solo il suo destino ma anche quello del regno di serafin"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La fonte Dea
 


«Allora caro? Non vuoi uscire allo scoperto? Sai ce una grande somma di denaro in palio per chi ti porta per primo a castello, è come una caccia al tesoro» ringhiò quello
“Accidenti!” pensava solo lui, non aveva armi, come avrebbe fatto a combattere contro il Goblin?
Sbirciò da dietro la roccia per osservare l’accampamento: c’era centrale il fuoco con davanti l’essere, la tenda poco distante con una sacca ed un paio di pugnali … doveva puntare a quelli.
Il Goblin si avvicinava, quando gli fu abbastanza vicino Farkeld saltò al di là di esso dirigendosi velocemente alla sacca con le armi e le raccolse impugnandole con forza.
Il bandito lo guardò male, era più basso di quel sembrava e gli arrivava con la spalla appena al vaccino.
«Maledetto! Ora però siamo alla pari e potremo combattere per bene, e quando avrò vinto andrò da lei e la riporterò al nord, il re l’attende con ansia» concluse con un ghigno ed il principe sentì la rabbia percorrerlo, nessuno poteva toccare Leawyn.
“Devo stare calmo” continuava a ripetersi mente gli occhi gli lampeggiavano.
Un affondo improvviso del piccolo delinquente e Farkeld fu preso alla sprovvista e ferito ad un fianco.
«Così è noioso! Mi avevano detto che eravate un grande combattente!»
Il giovane colpì, parata, affondo, schivata, affondo e salta, una sequenza unica e vecchia ma efficace nonostante la velocità dell’avversario e il fianco dolorante.
“Devo terminare” si disse e con un colpo secco colpì il Goblin al fianco, Farkeld cadde in ginocchio portando una mano alla ferita, non perdeva molto sangue ma gli girava pericolosamente la testa.
«Il mio veleno fa effetto» ringhiò quello per poi cadere a terra,
«Ora manca lei» e si trascinò via a terra.
“Leawyn …” pensò Farkeld per cadere poi definitivamente a terra assopito.
 
Un corvo gli punzecchiava la schiena.
«Vattene via!» gridò l’elfo ancora un po’ confuso, cos’era accaduto? Dov’era? E Leawyn? Il Goblin? Perché non era morto?
Si portò una mano alla ferita e notò che era cucita, qualcuno l’aveva salvato; si guardò attorno poi ricordò tutto: «Leawyn!»
Si alzò e si mise a correre come meglio poté.
Arrivò da lei, stava combattendo con quel mostriciattolo: un colpo secco alla gola e il piccolo morì, l’elfa si girò di colpo e vide il giovane in piedi sporco di sangue guardarla con sguardo stanco e dolce.
Lei aveva gli occhi tristi, preoccupati che però mutarono in un misto di rabbia.
«Idiota! Siete un idiota! Tornerò presto?! Avete idea di quanto mi sia preoccupata quando non vi ho visto al mio risveglio? E quel Goblin?!»
Il principe la guardò con compassione, e l’abbracciò improvvisamente facendola arrossire.
«Ma …»
«Sono contento che stiate bene» la fermò lui stringendo la presa che si fece pian piano anche più forte da parte di lei.
«Idiota …»
“Perché non mi stacco? Perché questo calore mi piace? Perché lui?”
Continuava a riflettere Leawyn.
“Forse io davvero la …” stava pensando lui quando si staccò di colpo, sembrava fosse terrorizzato e non capisse che succedesse, poi alzò lo sguardo su di lei, lo stava guardando perplessa.
«Scusate!» disse solo e poi si mise a correre verso una direzione a caso.
«Hei! aspettate!» aveva urlato quella e si era messa a rincorrerlo.
“Ma che gli è preso? Che è preso a me? Perché lo inseguo? Perché non riesco a stargli lontana?!”
“Ma cosa stai facendo idiota!” si ripeteva il principe.
Si fermò di colpo e la sud andò a finirgli contro,
«Ma che …» le parole le morirono in gola, erano arrivati in un boschetto come per incanto e davanti a loro si presentava una piccola pozza d’acqua circoscritta da pietre e da una piccola cascata, di fianco una pietra particolarmente piatta e abeti di svariate misure.
La regina guardò l’altro: aveva lo sguardo spento, perso nel profondo e gli occhi del colore del ghiaccio.
«Fa … emm Principe Farkeld!» gli gridò per svegliarlo senza risultato.
”Ma che faccio penso ai titoli nobiliari proprio ora!?”
Il principe iniziò a camminare verso quella roccia particolare e vi posò una mano sopra, leawyn osservava.
La mano passò oltre la pietra fino ad attraversarla completamente anche con il corpo.
«Ma cosa …» stava dicendo scioccata Leawyn quando fu interrotta,
«Leawyn? Sei tu davvero?»
Era una voce inconfondibile,
«Sath?»
«Leawyn!» l’elfo la abbracciò velocemente e la strinse a se come non mai, lei ricambiò ma mollò subito la presa.
Sath la guardò senza capire, non poteva capire che quell’abbraccio non era caldo come lo era quello appena avuto con lui, il principe del nord che conosceva da nemmeno un decimo di quanto conoscesse colui che le era davanti.
«Forza! Avrai un sacco di cose da dirmi!» disse poi decisa con un sorriso.
 
Il principe si svegliò, anzi era già sveglio ma quando aveva visto la fonte il tempo intorno a lui si era fermato, poteva percepire il vento, lo scorrere dell’acqua, il cinguettare degli uccelli e senza che lui lo volesse si era messo a camminare verso quella roccia e l’aveva oltrepassata passandoci oltre come se niente fosse.
Ora era nel nulla, aveva ancora gli occhi chiarissimi,  il polso gli doleva terribilmente dove vi era i tatuaggio, lo guardò un attimo e vide le onde che vi erano disegnate muoversi per infrangersi sul bordo del braccio.
Era davvero arrivato dal luogo della pergamena.
Si guardò in torno : era in un luogo buio, anzi era buio come il cielo notturno ma illuminato da milioni punti bianchi come stelle, lui stesso poggiava su niente in modo innaturale.
“Ma dove sono?” pensava.
«Ben arrivato prescelto» aveva parlato una voce femminile molto elegante e dall’aria regale; un fascio di luce apparve dietro l’elfo che voltandosi la vide apparire: la Dea.
Era vestita da una semplice tunica bianca con il cappuccio che le copriva completamente gli occhi fino a metà volto, emanava luce propria e parlava con dolcezza.
«Che c’è? Non mi saluti?» disse ridacchiando lasciando interdetto Farkeld sul da farsi.
«Capisco» disse con serietà e si voltò alla sua destra sospirando, come rimarginando il passato, poi tornò a guardarlo:
«Principe Farkeld, voi siete il prescelto, siete arrivato qui, ma non voglio dare un dono in mano ad uno sfrontato, attraverserai il tuo passato, devo capire se sei maturo per il dono, e non c’è miglior modo se non una prova di forza di fronte ai propri tempi oscuri» aveva parlato con molta serietà.
«Ma cosa …» provò a ribattere qualcosa ma non ebbe il tempo di finire la frase che lo spazio intorno a lui si ruppe facendolo precipitare.
 
 
Si risvegliò, era in un palazzo, il pavimento in marmo nero, le tende scure, uno stanzone con letto a baldacchino e sopra un piccolo elfo dagli occhi ambrati e lunghi capelli bianchi intento a leggere un grosso libro dalla copertina rossa.
“No questo no” pensò spaventato.
«Hei tu resta fermo non alzarti!» provò a gridare ma il piccolo non lo sentì, gli corse in contro e cercò di toccarlo ma la mano passo oltre l’elfetto che continuava la lettura spensierato.
«Non può sentirti» era di nuovo di lei, si voltò per guardarla ma un rumore rimbombò nel corridoio distraendoli, il piccolo del sogno si avviò invece alla porta per vedere che cosa fosse successo passando attraverso il nord che manteneva un’espressione di paura e rabbia.
Aprì il portone in legno, mentre Farkeld rimaneva di schiena, e vide due guardie tenere stretta la regina per portarla via.
Il principino cerò di fermarle ma fu efferato da un terzo individuo: un'altra elfa dagli occhi ambra come i suoi ed i capelli viola come la madre; lo trattenne a se e lasciò che la regina fosse portata via.
I personaggi non avevano voce ma si udì solo un'unica frase:
«Farkeld!ricorda  quello che ti ho detto ieri, che la normalità …»
«Taci!» la guardia
«Farkeld! Io sarò sempre con te!»
 Questo rimbombò nelle orecchie del principe come una tempesta in furia.
Il sogno si dissolse come polvere portata via dal vento.
una parola.
«Perché?»
«Perché questo è il tuo ricordo peggiore, quello che ti ha cambiato, da lì hai deciso di essere duro e cattivo ma non ci sei mai riuscito»
«Io volevo solo essere normale»
La dea sospirò e spostò lo sguardo su polso di Farkeld: l’acqua si agitava molto.
Una piccola figura si dipinse a fianco all’elfo : Leawyn di fronte ad un sud dai capelli nocciola, stavano parlando e ridendo assieme.
Si avvicinavano e le loro labbra si stavano quasi sfiorando quando il principe con gesto fulmineo fece dissolvere l’immagine in plvere colorata.
«Questo non è un ricordo!»
«No infatti, è il presente, e quello era Sath … Farkeld, non negare mai ciò che ti dice il tuo cuore»
Silenzio.
«Comunque sia -  continuò poi -  quello è il tuo dono» disse indicando la mano del nord: il tatuaggio stava come calando giù per le dita per uscire dal corpo del giovane e diventare effettivamente acqua fresca, questa una volta caduta andava a compattarsi in una piccola boccetta ovale percorsa da filamenti argentei.
Era diventata un piccolo ciondolo che andò a legarsi al collo del principe.
«Acqua?» chiede curioso e un po’ confuso
«Acqua magica, la più piccola delle gocce curerà la più grave delle ferite ricorda - spiegò lei dolcemente -  inoltre rammenta per quando sarai al nord dalla grotta della specie estinta e dimenticata: Fyn è la chiave»
“Fyn” si ripeté mentalmente mentre la luce della dea si affievoliva.
Questa  sembrava triste e poco prima di scomparire completamente fece una passo avanti dicendo disperata nel con il braccio teso verso lui nel tentativo come di rammentargli qualcosa
«Ricorda Farkeld che la normalità è essere se stessi e non quello che gli altri vogliono che tu sia!»
«Aspetta ma tu come …!?» troppo tardi, tutto si dissolse e Farkeld fu buttato fuori dalla roccia

 


AA: credo che questo capitolo sia più lungo del solito ma bhooo, hei gente sono tornata! E con questo capitolo spero di essermi riscattata dal precedente U.U quindi vi prego, fatemi una recensione! Ci tengo!
Comunque sia Sath non deve toccare Leawyn senza il mio permesso!
Ok non centra niente^^
Bacioni ed alla prossima carissimi! E grazie a chi segue!
Raynella :-*
  
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