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Autore: MayniacGlamFreak    18/02/2014    5 recensioni
Sequel di Crack Of Dawn All Is Gone Except The Will To Be.
Connie ha una nuova vita davanti,non più sola.
Ha chiuso con il passato e la sua esistenza è stata cambiata,non è più un'ingenua ragazzina.
Dovrà affrontare nuove sfide,e forse avere a che fare con l'amore un'altra volta.
L'unica cosa certa è che in Metallica faranno ancora parte di lei,più che mai.
Non si promette costante aggiornamento.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano cinque minuti che Connie stava a bocca aperta davanti a quei fogli che testimoniavano le parole di sua madre.
Le mani tremavano su quelle carte,ripercorse di nuovo quei tanti numeri e valori in nero con lo sguardo,poi cercò quello della madre.
Le parole le morirono in bocca,non riusciva a capacitarsi del fatto che quello stesse accadendo proprio a lei.
"Tesoro..tu hai avuto un ragazzo in tour vero?"
La ragazza ancora incredula vergognandosi mantenne il silenzio.
La sua mente era affogata in frenetici flashback così reali e vividi che sembrando di riviverli,le fecero venire la pelle d'oca.
Si susseguirono le stesse sensazioni di quei momenti intimi e speciali:sentiva le labbra di lui sulla sua pelle che la facevano rabbrividire,le sue dita intrecciate fra le ciocche rosse,il suo corpo intero sudato e premuto contro il suo tremante.
Quei baci nascosti,diventati poi sfacciati e passionali..
Quell'amore che in poco si era consumato lasciandole letteralmente segni sopra di lei,dentro di lei.
"È di Lars."-una lacrima ribelle le scese sulla guancia-"È successo tutto in fretta..non fraintendere io lo amavo,lui poi mi ha gettato via.Io ci ho pensato prima,mi sono fidata."
"Non dovevi farlo,non dovevi fidarti così di lui."
"Lo so,Cliff ha cercato di avvertirmi ma io.."-sospirò per il ricordo amaro.
"Tu sei troppo innamorata ed inesperta.Sospettavo fosse lui,non ho mai pensato fossi una stupida e sapevo della tua cotta per quel nanetto,ti è sempre piaciuto un sacco.Però adesso la cosa si fa veramente seria.Dobbiamo decidere se tu..se lo vuoi tenere o.."
"No!"-la fermò secca-"Non voglio ucciderlo!"
"Lo sai che dobbiamo dirlo anche al padre."
"No,non se ne parla."
Nella testa di Connie ritornarono mille fantasie,tutte diverse dall'immagine di una famiglia.
"Oh,la piccolina ci è rimasta male..cosa pensavi?Primo amore,felici e contenti?"-il sibilo della voce ebbra del ragazzo riecheggiava nelle sue orecchie.
"Io non ti ho mai amato Connie Burton,mai."-strinse gli occhi cercando di reprimere quelle parole.
Vedeva il sorriso sadico del batterista ridere di lei,sapeva che tante sostanze e la piccola fama crescente stavano prendendo il sopravvento sulle sue parole ed azioni,ma l'aveva comunque spremuta e cestinata,lasciandola nell'oblio.
Aprì di scatto gli occhi,sbarrati verso la madre.
"Lui non lo deve sapere."-disse alla donna.
Non era una supplica,il suo tono era diventati freddo e fermo.
Lars doveva uscire dalla sua vita,e non doveva venire a conoscenza della cosa.
"Ma Connie!Non penserai mica di poter crescere un figlio da sola?"-chiese allarmata.
"Mamma,ascoltami attentamente e come hai sempre fatto,rispetta le mie decisioni."
"Le rispetterò se non ti faranno del male,ancora una volta."
"Mamma,ti prego.Voglio fare un patto con te."
La donna sperando nel buonsenso della figlia annuì.
"Io terrò il bambino,rimarrò per il momento in casa con voi finché non potrò comprarmi una casa.Lavorerò quanto posso e finirò gli studi.Se in due anni fallisco,dirò a Lars del bambino."
"Un patto così l'avevo fatto con tuo fratello."
"Si lo so,e lui è riuscito ad avere successo nella metà del tempo.Ce la posso fare anche io."-guardò la madre in cerca di approvazione.Le tese la mano. 
"Così sia."-la strinse Jan.
"Non so davvero come farò,ma mi impegnerò al massimo,con voi."
"Sai a cosa stai andando incontro vero?Questa è una cosa seria ed impegnativa,lo è stato anche per me ed era diverso.Io avevo tuo padre e molti anni più.Connie,non si sbaglia mai abbastanza coi figli,è così facile commettere errori.Io non ho impedito a mia figlia di togliersi quasi la vita."
"Ma ce l'hai fatta a tenerla ancora con te,e farle capire ciò che é giusto.Mamma con me non hai fallito,l'ho fatto io è sono pronta a rimediare e scusarmi con te.Non lo farò mai a sufficienza.Io sarò una madre buona come te,o meglio proverò.Rimpiazzerò anche suo padre andando avanti da sola,posso farlo anche se Lars mi manca.Non avrebbe mai voluto una ragazza incinta.È un idiota,ed io lo sono almeno il triplo per pensarlo ancora ed avergli dato ogni singolo pezzo di me."
"Inutile pensarci ormai,lo sai quale è l'unica cosa a cui devi pensare ora."
"Già."-inclinò la testa sospirando-"Mamma.."
"Che c'è tesoro?"
"Uhm..papà lo sa?"
"Lo ha scoperto si."
"Ed è arrabbiato vero?"-chiese mordendosi un labbro in attesa.
"Diciamo che ancora deve abituarsi per diventare Nonno Ray,come d'altronde dobbiamo adattarci io e te,ma..tuo padre non lo è mai con te,sei sempre stata la sua principessa.Sei anche la mia."-sorrise.
"Ti voglio bene mamma."-mormorò affondandosi fra le sue braccia,inspirando il suo profumo che aveva un non so che di rassicurante.
"Siamo tutti preoccupati per te comunque."
"Anche io lo sono,non sarà una passeggiata ma voglio cambiare la mia vita,renderla degna di ciò che sono,ciò che lui era e..di ciò che sarà."-d'un tratto sentì per la prima volta l'estremo bisogno di proteggere ciò che aveva in grembo,ciò che era parte di lei.
Dolcemente passò una mano sul suo ventre piatto rabbrividendo,era una sensazione troppo strana e complessa per lei da elaborare.
Ma era felice.
Quel sentimento nuovo e così forte la spronava,avvertiva un legame con quella nuova..cosa.
Forse era quella che Cliff intendeva per ragione di vita.
Sentiva che almeno un pezzo del puzzle si era ricomposto,aveva la sua famiglia attorno,pronta a sostenerla.
Mancavano solo gli amici.
"Nel pomeriggio avevano detto Kirk e James che sarebbero passati."-interruppe i suoi pensieri come se lo avesse letti.
Lo stomaco le si chiuse subito,tornò a preoccuparsi.
Non era pronta a vedere le loro facce sconcertate,a dire il vero pensava che non le avrebbe mai più riviste.
Cosa avrebbero pensato?
Cristo santo James sarebbe probabilmente schizzato di testa,e Kirk come del resto lui,avrebbe avuto l'ennesimo dispiacere da aggiungere alla lista,oltre che sentirsi di nuovo in colpa per avere ceduto quella famosa cuccetta a Cliff.
"Mamma non so se me la sento di affrontarli."
"Prima o poi lo dovrai fare."
"Lo so ma..non sono pronta alle loro reazioni.E non posso nascondere ciò che mi sono fatta,non a loro.Lars per fortuna non verrà mai qui e Jason alla fine è nuovo per me.."
"Capiranno,non ti buttare giù.Tu spiega le tue ragioni,e dì che sei determinata a guarire e dispiaciuta di ciò che hai fatto.Se ti vogliono aiutare,staranno qui."
In fondo aveva ragione Jan,è quello che gli amici fanno.
Connie aveva comunque paura,non era stata di parola con il suo migliore amico,e sapeva che lui avrebbe reagito veramente male vedendo un'altra persona che gli voltava le spalle e stava per abbandonarlo.
James,avvertito dalla signora Burton,sapeva già che cosa aveva fatto la sua amica,decidendo di andare da solo a trovarla,però Kirk avendo origliato la conversazione e visto il cantante prima in completo choc poi in preda alla rabbia violenta,aveva preteso spiegazioni e successivamente di andare con lui.
James era sconvolto,in collera contro la morte,contro le bugie,e contro di lei:l'ennesima ad averlo tradito.




"Puah,cibo dell'ospedale..preferirei mangiarmi una ciabatta!"-storse il naso davanti alla sbobba che aveva nel piatto.
"Mangia,poi ti troveremo qualcosa di meglio da mettere sotto i denti ok?"-la incitò Ray.
"Ce ne andiamo a mangiare al messicano in città io e te pa',come facevamo il venerdì quando Cliff era a casa."
L'ometto annuì accennando un sorriso.
"Ti ricordi quando ti facemmo quello scherzo col peperoncino?"-rise la figlia e di seguito il padre.
"Caspita stavo per strozzare,brutti farabutti!Vi è sempre piaciuto scherzare."
"Sai papà,ora mi sento di nuovo una Burton.Sto ridendo,sono determinata.È un po' come se non fosse successo nulla.Vorrei tanto fosse così.."
"Sei una Burton con la b maiuscola,sangue del mio sangue."-le scompigliò giocosamente i capelli e stettero a parlare scherzando.
"Accidenti se fa schifo questa roba,hai ragione!"-si lamentò Ray dopo aver assaggiato ciò che Connie si stava rifiutando di mangiare.
"Te l'ho detto,non è purè!È una povera patata ruminata da una vacca e annacquata,bleah."-disse disgustata e divertita quando d'un tratto un rumore alla porta li distolse.
Connie rimase ferma fissando l'entrata della camera.
La figura longilinea di James era appoggiata allo stipite e seguita dal chitarrista moro.
Gli occhi del biondo la fissavano glaciali e truci.
L'amico rimase in disparte.
"Papà..per favore potresti lasciarci..?"-balbettò guardando il padre,che comprese la situazione uscendo.
James si fece avanti un po',fissò le bende risalendo al viso della rossa.
"Che cos'hai fatto?"-chiese freddo,lui aveva già la risposta.
"James io.."
"Che cazzo ti è saltato in mente?Si può sapere?"-tuonò verso di lei sovrastando le sue parole.
"Lasciami spiegare Jim!"
"Tu me lo avevi promesso!"-ringhiò piombandole addosso e buttando via il vassoio sulla sua coperta con un grosso tonfo.
La ragazza era inchiodata,col fiato sospeso,tremante di paura.
"Ti siamo stati vicini,tu sei una egoista!Avrei potuto non vederti più,ti rendi conto?Lo sai quanto dolore avresti dato a tutti?Lo sai quanto ne avresti dato a me!Avevi detto niente stupidaggini,cosa ti sembra questa?"-le sue iridi sbarrate ed iniettate di sangue la scrutavano nel più profondo,il suo viso era rosso di rabbia e contorto.
James sembrava una bestia.
"Lo avevi promesso cazzo!"-sbatté violentemente il punto sul comodino d'ospedale pieno di furia,con le vene che ogni secondo gli si ingrossavano sempre di più nel collo.
Lei rimase muta,pietrificata.
Kirk era alla porta fermo,non avrebbe potuto fare nulla per fermare la rabbia del frontman,ed era in trepidazione.
Il biondo fece silenzio,si avvicinò a lei ansimante per le urla cacciate.
"Io e te abbiamo chiuso."-ringhiò a due centimetri dal viso di lei,abbandonando la stanza senza guardarsi indietro,senza ascoltare la flebile supplica di Connie.
"Hammett"-non lo aveva mai chiamato così-"Torna a casa come ti pare,prendo io la macchina se tu rimani da..questa."-rispose in tono così distaccato e freddo che al ricciolo vennero i brividi.
James si allontanò senza preoccuparsi di nulla,andandosene con fare prepotente e minaccioso per i corridoi,ma la realtà era tutt'altra.
E ad ogni passo sarebbe voluto tornare da lei,ma avrebbe perso tutto:non era debole e non si sarebbe più fatto mentire.
Era tempo di pensare a sé stesso,chiudere con le menzogne che tanto odiava.
Quello che non sapeva era che stava dicendo la più grossa allontanandosi da lei,fingendo di non soffrire,ma nemmeno le lacrime riuscirono a farglielo capire.

Kirk si era finalmente mosso,entrando lentamente nella stanza,sgusciando fino al lettino dove Connie era rannicchiata.
Le braccia le coprivano il viso,il senso di aver deluso una delle persone più importanti della sua vita la stava inseguendo di nuovo.
Lui si avvicinò con cautela accarezzandole piano la schiena incurvata.
"Ehi."-sussurrò sedendosi al suo fianco-"Vorrei sentirti dire che tutto va bene..ma so che non è così."-tirò un sospiro.
"Ho sbagliato tutto,in soli diciassette anni."
"Ssh,non dirlo nemmeno per scherzo.Connie,sai come è James,è sensibile più di quanto pensiamo e non vorrebbe mai perderti,ma ce l'ha con tutti e sta cambiando.."
"Ho tradito la sua fiducia,oltre che la tua.Se ne è andato pure lui adesso."
"Tu non mi hai tradito,io rimango con te.Lui tornerà,dagli il tempo di capirlo.Fai passare un po',ci sono io se mi vuoi."-la stringeva toccandole la testa con fare protettivo.
Sfiorò con le dita il bendaggio sui suoi polsi.
"Non riesco a capire come tu sia arrivata a farti così male,è triste saperlo."
"Ha ragione James,sono un'egoista,non l'ho fatto solo a me."
"No che non lo sei,la depressione è così.Lui lo capirà,come l'ho capito io."
"Dimmi che Lars e Jason non lo sanno ti prego."
"Tua mamma aveva chiamato solo noi due.Sono così felice di rivederti piccoletta."-abbracciò la ragazza fremente.
Le era mancata davvero quella pazza della sua amica,e non l'avrebbe lasciata per nulla al mondo.
E poi c'era quel senso di colpa..era anche grazie a lui stesso se era in quello stato. 
Si domandava se mai avrebbe avuto il coraggio di chiederle scusa,ma adesso non era il momento.
"Kirk..devo dirti una cosa.Ho bisogno che tu la tenga solo per te,e che tu mi stia vicino."
Gli occhi neri di lui la guardarono di sbieco aspettando che parlasse.
"Io..aspetto un bambino.Ed è di Lars."-disse tutto d'un fiato abbassando la testa.
Lui stava imbambolato come uno spaventa passeri dai lunghi ricci neri,di nuovo incapace di proferire parola.
"Si lo so,sono un guaio su due piedi."-mormorò mordendosi un labbro-"Non lo deve sapere nessuno,nemmeno James.Ammesso che io abbia di nuovo il coraggio di guardarlo negli occhi.."





Guidava come un pazzo per le strade di San Francisco sul suo pick-up,fregandosene di cartelli e limiti.
Senza meta percorreva l'asfalto guardando il percorso con gli occhi annebbiati.
Stringeva con forza il volante,premeva rabbioso l'acceleratore,sbandava accecato dalle lacrime.
Dopo l'ennesimo passante a cui aveva falciato la strada e che lo aveva maledetto,svoltò verso una strada isolata.
Lì accosto la macchina spegnendola. 
Lasciò andare la testa sulle sue mani,continuando a singhiozzare,come dalla parte opposta della città stava facendo Connie sulla spalla di Kirk.
Si pentì della rabbia che aveva scatenato su di lei,così fragile,ma alla fine anche lui non era molto diverso. 
Lui si nascondeva dietro i suoi sentimenti,era stanco di soffrire per gli altri.
Sfoggiava di nuovo la sua maschera impassibile di sicurezza e indifferenza.
Velocemente fece il meglio che poteva per asciugarsi gli occhi.
Prese da sotto il seggiolino una fedele bottiglia lasciata lì,sorseggiandone il liquido ambrato.
Forse non fisicamente ma anche lui era pieno di ferite,inflitte da tutti quelli che si erano dimostrati bugiardi nei suoi confronti,incapaci di mantenere un patto,una semplice parola.
Fin dall'infanzia aveva sofferto per questo,cominciando da suo padre.
Tutti lo avevano tradito,perfino sua madre,e Dio che se l'era portata via,assieme al suo amico.
A James non importava quello che la domenica sentiva,che gli angeli erano felici in paradiso,che sua madre sarebbe stata bene e che il suo corpo morto era solo una corazza.
James l'avrebbe voluta lì con sé,sotto il palco a vederlo incoronare il suo sogno.
E su quel palco avrebbe voluto Cliff,non quello strano ragazzino di campagna venuto fin lì dal Michigan.
La vita era una gran merda,ecco la verità.
Le lezioni di suo padre sulla vita felice accanto a Dio erano una delle ennesime menzogne.
Adesso avrebbe vissuto sul serio,secondo le sue regole,pensò mentre l'ultima goccia di whiskey scendeva per la sua gola.









Lucia's corner:
Eccomi gente :3
Siamo al capitolo due di questo sequel e come sempre spero nei vostri commenti,cattivi o buoni che siano!
Ho voluto mettere due momentini fra Connie e i suoi per menzionarli un po' e farli apparire un po' come nella realtà persone che hanno sempre supportato i sogni e le scelte dei loro figli.
Il patto citato da Jan da cui prende spunto Connie è quello che Cliff fece coi suoi genitori:disse loro che sarebbe diventato un musicista professionista in 4 anni mi pare,i suoi gli avrebbero dovuto dare vitto e alloggio e lui avrebbe fatto del suo meglio,rinunciando alla musica in caso di fallimento.Fatto sta che mantenne la parola nella metà del tempo!Ce la farà la sorellina invece ehehe?
Ho messo un po' di riflessione di James che da quel che lessi si sentì veramente in conflitto con dio e la vita dopo le varie perdite,nessun offesa alla religione è intesa tanto per chiarirsi,non si sa mai.
Bene lascio a voi dare un giudizio,io me ne vado cari,ci vediamo!
Gruß und Kuss!

Lux•
  
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