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Autore: Loggie Bear    18/02/2014    1 recensioni
Lei, si chiamava Clarisse, 20 enne.
Figlia del presidente degli Stati Uniti, però ragazza con i piedi per terra, gentile, socievole, e molto timida.
Lui, si chiamava Leonardo, 25 enne.
Figlio del capo della polizia locale, un ragazzo fuori dalle righe, superbo, irritante e ribelle.
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"Leonardo si trovava in una sala d'attesa, aspettava il suo turno per il colloquio, per far parte dei servizi segreti. Si trovava contro sua volontà, ma sotto ordine del padre. Lui non avrebbe mai voluto diventare un poliziotto, non usava la violenza, non la riteneva necessaria."
"Clarisse, odiava fare queste cose, non voleva sprecare il suo pomeriggio a fare interviste per trovare un nuovo agente. Però lo fa solo perchè le piace aiutare suo padre quando puo'"
"Entrambi stavano facendo delle cose che non gli piacevano. Però quel giorno travolse la vita dei due ragazzi: fare e conoscere nuove persone, che non si sarebbero mai aspettati di fare."
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Cross Roads 
Capitolo 1: Il Colloquio








Clarisse’s POV:  

Io, quel giorno, era di cattivo umore e irritabile, perchè il suo adoratissmo padre l’aveva battuta giù dal letto. Una regola fondamentale da sapere su di me è che quando dormo, nessuno e ripeto nessuno, deve osare svegliarmi, soprattutto con come brutali, come le secchiate d’acqua, perchè se no sarò irritabile e irascibile per tutto il giorno, finchè non terrò nel mio amato lettuccio caldo.

Comuque era arrivato il grande giorno, per mio padre, di trovare un’altra guardia dell’corpo.  E ovviamente chi è doveva farli? Io, ovviamente. Perchè mio fratello con la scusa che deve studiare per l’esame viene esentato da qualsiasi facenda di casa, e di consquenza toccava a me farlo.

Adesso, bando alle ciance, mi vestii che con la mia lentezza ero anche in ritardo. In fretta andai a fare colazione per poi lavarmi facia e denti. Io non mi trucco molto, metto solo un pò di terra, giusto per non assomigliare ad un cadavere, poi mi il rossetto rosso.

Mi vestii molto semplicemente, con un paio di jeans stretti, un canottiera grigia con una maglietta bianca con sopra un fiocco nero.  Ritornai in bagno per dare un spazzolata alla mia frangia ribelle. 

Quando finalmente ero pronta, andai alla sala dove si sarebbero tenuti i colloqui, e vidi che c’erano già nove ragazzi ad aspettare, ma secondo la lista che mi aveva dato mio c’è ne dovevano essere dieci, quindi ne manca, il solito ritardatario.

Una volta che mi ero accompodata nella stanza, poggiai le mie cose, e poi chiamai il primo ragazzo, che arrivò con il suo curriculum vitea. Inizia a fargli un pò di domande, leggevo alcune scritte da mio padre, e altre mie, per semplice curiosità.

Dopo un’ora finì in nove ragazzi e chiamai l’ultimo ragazzo che manca, ma non rispose ne nessunò entrò nella stanza, provai un seconda fino quando alla quinta, finalmente, arrivò. Eccolo il ritardatario, iniziamo bene, anzi  benissimo.

A prima vista sembrava un bellissimo, con bel fisico, però scossi la testa, pensando che era un ritardatario e per ritonare al pensiero dei colloqui, che dopo questi, avevo finalmente per oggi.

Mi passò il suo curriculm mentre si sedeva. Un ragazzo bravo e intelligente ma con mancanza dell’attezione e rispetto delle regole, allora non è la prima volta che fa con i suoi comodi, fregeva nientre degli impegni degli altri. Sarò il solito figlio di papà, mandato qua dal padre.

Poi decise che era finito il tempo di silenzio, e per rompere il giacchio, si presentò.  “Ciao, mi chiamo Leonardo Hills, ho venti cinque, e sono qua al colloquio per vedere se posso diventare una potenziale scelta per essere guardia del corpo del presidente”

Quando sentì il suo cognome, per un attimo rimasi scioccata, non avrei mai detto che il figlio del capo di tutta la polizia locale venisse qui a fare il colloquio, siccome sono molto ricchi, però ci si può sempre sbagliare sulle persone.

“Piacere Leo, io mi chiamo Clarisse O’Conner. Mi fa piacere che è venuta a questo colloquio, adesso le farò qualche domanda, poi tra qualche le faremo sapere.” Dissi

“Va bene, inizi pure” rispose.







Leonardo’s POV:

Quel giorno mi alzai di buon umore, evento più unico e raro per uno come me, che sono sempre di pessimo umore, sarà che oggi dovrò quel maledettisimo colloquio, qualcosa che cambi la vita quotidina, che ultimamente stava divendando troppo monotona e noiosa.

Feci un bella colazione abbondante siccome mia madre mi aveva i pancakes. Poi mi andai a lavare e vestire. Mi vestii con un pantalone lungo, color kaki, una polo bianca e una maglione abbinato, perchè bisogna essere comuqnue formale.

Quando guardai l’orogolio, mi resi conto che ero in un terribile ritardo, quindi corsi come un furia giù dalle scale, quando stavo per uscire senti la voce di mio padre chiamarmi.

“Leo, porta tua sorella con te, cosi vede la casa bianca, e il tuo futuro posto di lavoro. E buona fortuna!”  mi disse.

“Crepi il lupo!” riposi “Ava muoviti, che sono dannatamente in ritardo!” urlai

“Un attimo fratellino, mi metto le scarpe” mi rispose. “No sorella. Non hai capito, se in questo instante non ti vedo qua, me vado senza di te. Adesso esci scalza e le scarpe te le metti in macchina.” Le risposi.

Sentì uno sbuffo provenire dai piani alti, e una ragazzetta bionda venire giù dalle scale, con una borsa e le scarpe in mano, io ridacchi vedendola così nervosa, perchè lei, quando non fa le cose secondo i suoi tempi si innervosice.

Una volta in macchina, mi infilai subito nel traffico che riempiva constantemente le starde di New York. Arriva con una mezz’ora di ritardo, un record rispetto a miei standard, e senti un voce nervosa che continuava a ripetere il mio nome.

“Io adesso ho il colloquio, tu o mi aspetti qua, o fai quello che papà ti ha detto. Vado!” le disse scappando via, lei in risposta mi urlò un “buona fortuna fratellone”.

Arrivai con il fiatone nell’enorme sala, per la corsa appena fatta. Quando entrai rimasi un attimo sorpreso, pensavo che sarebbe venuto almeno la segretaria del presidente,  non una ragazza.

Mentre le diedi il mio curriculum mi presentai. “Ciao, mi chiamo Leonardo Hills, ho venti cinque, e sono qua al colloquio per vedere se posso diventare una potenziale scelta per essere guardia del corpo del presidente”

Chissà se avrà pensato qualcosa sentendo il mio nome. Vidi che si mise a leggere il curriculum. Alla fine si presentò anche lei. “Piacere Leo, io mi chiamo Clarisse O’Conner. Mi fa piacere che è venuta a questo colloquio, adesso le farò qualche domanda, poi tra qualche le faremo sapere.”

Quindi questa non era una ragazza qualcunque, ma bensì la figlia del presidente, bhe devo dire niente male come ragazza, poi mi dissi, mentalmente, che dovevo rimanere concetrato e non pensare a nient’altro se volevo ottenere il lavoro.

Mi fece qualche domanda, sempre dandomi del ‘lei’, domande tipo “come mai sei qua, cosa speri di ottenere da questo lavoro?” “raccontami dei lavori precendenti” “hai mai avuto questo tipo di esperienze” e altre a seguire.

Le parlai, dandole del lei e mi sembrava una buona ascoltatrice. Alla fine del colloquio, lei mi disse la solita frase per liquidare le persone “le faremo sapere tra qualque giorno”.  

Quando uscì, vidi mia sorella venirmi incontro per chiedermi com’era andato il colloquio e se avevo qualche possibilità di diventare la guardia del corpo del presidente, perchè avrebbe voluto conoscerlo il presidente.








Angolo  Personale

Saaaaaaalve ragazze!

Sono in ritardissimo e mi dispiace tanto, tanto!

Non starò qua a dirvi perchè sono in ritardo perchè non credo che vi interessi

Per cui vi dico solo ‘buona lettura’

-Loggie Bear-
 
 

 
   
 
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