Narcissa Black e lo Specchio di Serpeverde
8 -
E che guerra sia!
La Sala Comune dei
Serpeverde era affollata, quel sabato pomeriggio, ma Narcissa individuò
immediatamente la persona che stava cercando. In mezzo a tutti quei volti
arrossati e sorridenti, solo uno spiccava per il cupo pallore e per lo sguardo
profondamente concentrato sulla lettura di un libro.
"Severus", lo chiamò Narcissa, camminando verso di lui.
Piton richiuse in fretta il suo libro e si accinse a lasciare la stanza,
dicendo: "Non posso darti ripetizioni oggi, Black. Sono molto impegnato".
Narcissa lo agguantò prima che si potesse dileguare. "Ah, sì? E cosa devi fare
di così urgente da non poter nemmeno stare a sentirmi per un secondo?"
"Forse starò tra i miei simili", sibilò Severus, evitando accuratamente di
guardare Narcissa negli occhi. "Non vorrei mai che il tuo sangue puro si
infettasse, restando troppo a contatto con il mio sangue sporco".
"Molto divertente", sospirò Narcissa. "Ma preferirei rimandare a dopo
la
gara a chi fa la battuta più sarcastica. Ora ho bisogno di te e del tuo
talento".
Severus rise piano, senza gioia. "Critichi Lucius continuamente, ma alla fine
non sei molto diversa da lui. Anche tu usi la gente".
"Sei libero di credere ciò che vuoi", ribatté Narcissa, ferita. "Però io ci
tengo davvero a te".
E fu allora che Piton fece il grande errore di sollevare il capo e incontrare
gli occhi azzurri di Narcissa. Come schegge di cristallo, quegli occhi
avevano il potere di infrangere il vetro spesso di indifferenza dietro cui si
era barricato, e non seppe più di dirle di no. "Sentiamo, allora... Di cos'è che
avresti bisogno?"
Felice di aver ottenuto un attimo di tregua, Narcissa aprì sul tavolo il libro
di Pozioni e lo sfogliò velocemente, finché non trovò ciò che le interessava.
"Ecco. Sai fare questa pozione? Io ci proverei ma... lo sai, sono negata.
Rischierei di avvelenarmi da sola".
Piton si chinò a leggere il nome della pozione e inarcò un sopracciglio. "E tu
vuoi farmi credere che vuoi bere una schifezza simile? Che non vuoi versarla nel
bicchiere di qualcun'altro?"
Narcissa sorrise, cercando di assumere un'aria innocente. "La berrò io. E' per
me, te lo posso giurare".
"E' un altro il giuramento che voglio da te".
Lei deglutì, non sapendo cosa aspettarsi. "Quale?"
"Ti preparerò questa pozione solo a patto che tu non ti permetta mai più di
chiamare Lily... in quel modo".
"Come? Mezzos..." Narcissa si fermò in tempo. "Oh, diamine! Sarà difficile, ma
ci posso provare".
Severus scosse il capo, rassegnato, poi guardò l'elenco di ingredienti e il
metodo di preparazione. "Ci vorranno un paio di giorni".
"Non importa. Posso aspettare", disse Narcissa. La guerra stava per
avere inizio.
Le vacanze natalizie si stavano avvicinando e, come ogni anno, tutto il castello
di Hogwarts venne addobbato a festa. Questo fatto costituiva una grossa
seccatura per Narcissa: aveva ormai perso il conto del numero di ragazzi che
avevano tentato di intrappolarla sotto ad uno dei mille rametti di vischio
appesi in tutto il castello.
Narcissa aveva dovuto imparare a camminare con la testa all'insù, per stare bene
attenta a non cadere nella trappola dell'odiata pianticella natalizia.
Non sapeva spiegarsi ciò che stava succedendo. Anche se era sempre stata molto
affascinante, le attenzioni che i ragazzi le rivolgevano ultimamente stavano
superando ogni limite. Anche Malfoy era diventato più assillante e appiccicoso
che mai, eccetto quando si trattava di doversi allenare a Quidditch.
Anche quella sera, mentre tutti erano intenti a cenare in Sala Grande, Malfoy
fece il suo ingresso insieme agli altri componenti della squadra di Serpeverde,
sporco di fango e intento a spiegare questo e quell'altro schema di gioco.
"E' il momento di agire", disse Narcissa, quasi tra sé, ma Christie e Alecto la sentirono e la guardarono con curiosità. "Cosa intendi
dire?"
Narcissa estrasse dalla tasca una piccola boccetta, contenente un
liquido in apparenza innocuo. Era la Pozione che Piton aveva preparato per lei.
"Intendo dire che stasera mi libererò di Malfoy, una volta per tutte".
"E' veleno? Hai intenzione di ucciderlo?" fece Christie, scandalizzata.
"E' veleno? Hai intenzione di ucciderlo?" ripeté Alecto, con la
differenza che lei sembrava
elettrizzata all'idea di un omicidio.
Narcissa versò il contenuto della boccetta nel proprio bicchiere di Succo di
Zucca. "Ho pensato a lungo ad un modo per costringere Malfoy a non sposarmi
più", spiegò calma alle sue due amiche, mentre mescolava la pozione. "Alla
fine ho capito che l'unica soluzione era quella di non piacergli più. Basterebbe
annerirmi i denti e rasarmi la testa, lo so... ma non voglio fare nulla che
possa intaccare alla mia bellezza". L'ombra di un sorriso affiorò agli angoli
delle sue labbra. "Ma se Malfoy scoprisse che ho l'alito più puzzolente e
disgustoso del mondo, vorrebbe ancora avermi in moglie?"
Christie e Alecto sbarrarono gli occhi, capendo ciò che Narcissa stava per fare.
"Una pozione Fiato Pestilenza?"
"Esattamente", Narcissa sollevò il calice per fiutare il liquido, e si affrettò
a scostare il naso. Improvvisamente non era più sicura di riuscire a mandare giù
l'intruglio micidiale ma, anche se era inorridita da quell'odore, si
costrinse ad andare avanti col suo piano. Si tappò il naso e si
versò in bocca l'intero contenuto del calice. Il suo primo impulso fu quello di
cedere ai conati di vomito, il secondo quello di sputare la pozione, ma serrò i
denti e le dita per farsi forza. Con gli occhi che cominciavano a lacrimare,
mandò giù il liquido in un colpo solo. Restò per qualche attimo boccheggiante.
"Ti senti bene?" domandò Alecto.
Lei annuì, e fece un profondo respiro. "Mai stata meglio".
Dopo aver indugiato un istante per lisciarsi la gonna, Narcissa si diresse verso
l'ingresso della Sala Grande, dove Malfoy stava discutendo animatamente di
Quidditch con Nott e Avery.
Quando lui la vide arrivare, si stampò un radioso sorriso sulle labbra e snobbò
immediatamente i compagni.
"Narcissa!"
Lei sollevò il mento e lo guardò negli occhi, dicendo amabilmente, ad un palmo
dal suo naso: "Come stai,
Malfoy?"
Il sorriso di Lucius morì di morte violenta, trasformandosi in una smorfia
disgustata. Lo sbigottimento per l'alito che la sua fidanzata gli aveva soffiato
in faccia lo indusse ad indietreggiare di un passo.
"Sto... bene... credo".
"Sai", cominciò lei, infilando il braccio sotto quello di Lucius. "Ho pensato a
lungo alla questione del nostro matrimonio".
Lucius soffocò un gemito: gli girava la testa sotto l'assalto di quelle
esalazioni mortali. Non aveva mai creduto che un simile fetore potesse uscire
dalla bocca di una ragazza. E soprattutto, non dalle labbra
meravigliose di una fanciulla incantevole come Narcissa! Voltò il capo, cercando
di aspirare una boccata dell'aria fresca e pulita del salone.
"Sono stata ingiusta a trattarti male in questi mesi", stava dicendo lei, con
voce flautata. "Ma ora ho capito che è giusto sposarti, e non farò mai più nulla
per ostacolare il nostro destino, che ci vede insieme per il resto della vita".
Quelle parole parvero quasi una minaccia per Lucius. Avrebbe dovuto
sopportare quel nauseante odore per i prossimi cinquant'anni?
"Ma intanto che aspettiamo il giorno delle nozze, spero che vorrai passare tutto
il tuo tempo libero insieme a me, la tua fidanzata", esclamò Narcissa,
aggrappandosi a lui come se non sopportasse di stargli lontana. "Ad esempio, so
che ci sarà una festa di Natale per tutti quelli del Lumaclub. Ci andiamo insieme?
Infondo ora siamo una... coppia", gli sospirò addosso.
Lucius riuscì a stento a trattenere un grido di orrore. Di certo sarebbe fuggito
a gambe levate se qualcosa di strano non avesse attirato la sua attenzione: al
tavolo di Serpeverde c'erano le due amiche di Narcissa, Alecto Carrow e Christie
Sewyn, che si stavano sbellicando dalle risate guardando nella sua direzione.
Immediatamente ogni cosa cominciò ad acquistare un senso, per Lucius. Narcissa non si era
affatto rassegnata a sposarlo, come voleva far credere! Non potendo rifiutarsi
di eseguire gli ordini dei suoi genitori aveva sperato che fosse lui a disdire
il contratto di matrimonio.
Narcissa Black era una scaltra, piccola, femmina ma si sbagliava di grosso se
pensava che lui, Lucius Malfoy, si facesse dissuadere così facilmente. Se lei
voleva la guerra, ebbene, l'avrebbe avuta. Ma l'avrebbe anche persa.
"Oh, Narcissa!" disse contento, anche se i suoi occhi cominciavano a lacrimare
per via dell'orrendo odore. "Mi rendi il mago più felice di questo pianeta.
Accetto volentieri di accompagnarti alla Festa di Natale di Lumacorno".
Il sorriso di Narcissa si cancellò in un istante. "Ah... Sei sicuro?"
Per sfuggire ad una nuova ondata di alito pestilenziale, Lucius abbassò la testa
e sfiorò le nocche delle mani di Narcissa in un bacio. Quel gesto, ovviamente,
la colse alla sprovvista, ed un'espressione allibita le si dipinse in viso.
"Se non ti va di andarci con me, basta dirlo. Non mi offendo!"
Lucius curvò le labbra in un lento sorriso, anche se stava diventando rosso in
viso per lo sforzo di trattenere il respiro. "No. Ci andremo insieme, mio
tesoro".
Senza parole, Narcissa gli diede la schiena e tornò al tavolo dei Serpeverde,
dove Alecto e Christie la stavano aspettando trepidanti.
"Allora?" chiese Christie. "Com'è andata?"
"Malfoy ha accettato di portarmi alla festa di Lumacorno", borbottò Narcissa, al
colmo della frustrazione. "Credo abbia capito cosa stavo tramando".
"Allora è anche intelligente, oltre che bello", commentò Alecto, estasiata.
"Oppure le piacciono gli ragazze che puzzano..."
Continua...
NdA: Devo confessare che mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo,
e spero di essere riuscita a farvi sorridere un po'. Ringrazio di cuore le 27
persone che hanno messo la mia storia tra i preferiti! Fatemi sapere se questo
capitolo vi è piaciuto - oppure se devo smettere di scrivere oscenità. ^^ Un
ringraziamento speciale a:
Poppi, Cissy32, Lorhen, Fly Piton, Ady (il 7° libro l'ho letto così tante volte
che lo so a memoria, tranquilla!), Stellyna_P Lady Slytherin e Mooncarda, che
sono sempre così gentili da lasciarmi una recensione. Grazie di cuore, davvero.
Non perdetevi la
Festa di Natale di Lumacorno!
NarcissaM