Capitolo 3
Jason mi ha presa per un braccio e mi ha portata in una sala sotto la biblioteca. Ci sono tantissimi libri su scaffali impolverati, molto probabilmente non vengono utilizzati da anni o almeno così sembra. Finisco di guardarmi in torno e noto Jason mi sta fissando:
- Perché mi hai portata qui? Cosa devi dirmi?
- Quanti anni hai? − dice.
- Quindici, ma cosa c’entra?
- Come scusa? − dico.
- Domani dopo scuola incontriamoci nel parco, ti aspetto all’entrata.
- Perché mi hai portata qui? − insisto.
- Ti ho portata qui per mostrarti questo posto, qui svolgo le ricerche di ogni tipo quindi se hai bisogno di qualcosa puoi venire qui.
- Cosa devi dirmi?
- Devo essere sicuro prima di dirti ciò che so, scusa. Comunque si sta facendo tardi, permettimi di accompagnarti a casa.
Durante il tragitto ho voglia di conoscere il ragazzo misterioso dal nome Jason Bloodstone.
- Perché vuoi incontrarmi al parco domani?
- Oh, devo fare qualche ricerca e volevo mostrartele – farfuglia.
- Ma mi conosci appena.
- È sempre bello fare nuove amicizie, non credi? Comunque conosco tuo fratello, giochiamo spesso insieme a scuola.
- Be, è impossibile non conoscerlo considerato che è uno dei migliori giocatori della scuola.
- Che ricerche vuoi mostrarmi?
- Le farò stasera, riguardano ciò che ti è successo. Così potrò aiutarti a capire.
- È molto gentile da parte tua, ma non voglio che ti disturbassi troppo per me.
- Nessun disturbo. Queste cose mi appassionano – sorride.
- Grazie per avermi accompagnata. Ci vediamo domani.
- Ciao. – dice lui e con un ultimo sorriso si allontana senza aggiungere parola.
Dopo aver cenato me ne vado in camera mia. Ho paura di dormire qui stanotte, ho paura che quel mostro ritorni. Mi sdraio sul letto con tutto il coraggio che ho in corpo e dopo qualche ora mi addormento.
Al mattino la voce di mia sorella mi sveglia. Mi metto in piedi di scatto aspettando che quel mostro mi salti addosso ma non vedo altro che il dolce musetto di mia sorella che mi guarda con aria interrogativa.
- Buongiorno – le dico con tono strascicato.
- Buongiorno dormigliona! Sbrigati o farai tardi.
- Grazie del consiglio – e qui scoppiamo a ridere.
Nel cortile della scuola intravedo Jason appoggiato a un muro di schiena che giocherella con il cellulare.
- È tuo amico? – dico rivolta a Andrew.
- Si, è un bravo ragazzo e passiamo parecchio tempo insieme dopo la scuola.
Dopo la scuola, come stabilito, mi presento all’entrata del parco. Jason è già qui.
- Scusa se ti ho fatto aspettare – dico.
- Tranquilla, sono appena arrivato anch’io.
- Che cos’è quella cosa?!
- Ehi, un po’ di rispetto. Lei è Loren, è la mia fenice.
- Mi prendi in giro?! Le fenici non esistono.
- Allora cosa sarebbe la creatura che hai davanti agli occhi? Ah, le fenici… che creature meravigliose. – sospira.
- Perché nessuno la guarda? – dico.
- Perché solo i guardiani possono vederla. Allora, pronta a capire ciò che ti è successo? – annuisco aspettando che continui – non interrompermi finché non avrò finito, ok? È un discorso abbastanza complesso, quindi se avrai domande falle alla fine.
- Esistono molti mondi o come li chiamiamo noi guardiani “Lune”. Noi guardiani abbiamo il compito di mantenere in equilibrio il delicato legame fra questi mondi. Nelle tue vene scorre sangue di guardiano ed il fatto che tu abbia quindici anni spiega anche il perché tu abbia visto quell’essere l’altra notte o la mia fenice adesso. I poteri da guardiano si “attivano” dopo i quindici anni e da quel momento si cominciano a vedere le creature che si spostano da un mondo all’altro. Quando sei vicina a una chiave i tuoi poteri si potenziano e quindi questa capacità di vedere si fa più chiara, ovviamente solo nel caso in cui si è quasi guardiani io invece vedo sempre in modo chiaro. Adesso tu, come ho già detto, non sei una guardiana al cento per cento e per diventarlo devi uccidere una creatura. La legge dei guardiani prevede che tu uccida solo una creatura malvagia e solo per autodifesa. Successivamente, dopo aver ucciso la creatura da questa ne assumi i poteri. Io ho ucciso un drago rosso e ho il potere del fuoco.
- Stai scherzando? – gli domando. Per qualche strana ragione so che dice la verità anche se tutto questo è assurdo.
- No. – risponde lui.