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Autore: Lussissa    19/06/2008    6 recensioni
Lily Evans correva.
Non si curava delle persone che,un attimo prima di venire travolte, si spostavano, guardandola sbigottiti.
Lei si limitava a correre.
Nota dell'amministrazione. I vari Tag usati nelle introduzioni, vanno sempre chiusi.
Ladynotorius, assistente amministratrice.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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capitolo4 [...] -E se io non ricordassi?-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Se tu non ricordassi...-disse, lentamente -..sarai condannato.-
Quelle parole aleggiarono nell'aria, come una sentenza di morte.
James sentì improvvisamente un brivido. [...]

Stavano camminando da quelle che sembravano ore, in silenzio. James non ce la faceva più.
Aveva sempre sopportato poco i momenti di silenzio, soprattutto quelli carichi di tensione.
Sbuffò.
-Manca molto?- chiese, nervosamente.
La ragazza dai capelli biondi sorrise, rassicurante.
-No. Siamo arrivati.-
E indicò con il dito un punto imprecisato davanti a loro.
James si accorse che effettivamente, il paesaggio davanti a loro era mutato.
Si trovavano in un campo con l'erba altissima.
Improvvisamente sentirono una voce infantile.
-James! James, vieni fuori!Avanti...- dall'erba era spuntata una bambina con due lunghe treccie color biondo cenere, che si mise a cercare freneticamente tra l'erba qualcosa, o meglio qualcuno.
James si voltò sbalordito verso la ragazza che l'aveva accompagnato fin lì.
-Sei...-fece per dire, ma lei lo bloccò.
-Sh. Dopo. Ora guarda.-
James annuì, e si voltò di nuovo verso la bimba.
Poi spuntò un altra voce.
-Sylvia!Sono qui!-
La bimba si avvicinò circospetta al suono della voce. Non senza fatica, riuscì a sbucare fuori dall' erba alta, e si avvicinò a un bimbo di si e no una decina d'anni con i capelli neri scompigliati all'inverosimile.
-Perchè vieni sempre qui, James?- disse la biondina.
Lui sorrise.
-Vieni.- Si limitò a dire, prendendola per mano.
Camminarono per un po' finchè non arrivarono vicino  a un burrone. Il piccolo James lasciò la mano della bambina, per avvicinarsi ancora di più.
-James!vieni via!potrebbe essere pericoloso....-
Lui sbuffò. E per tutta risposta, si distese a pancia in su, con la testa al confine tra la terra e il vuoro.
-Sylvia, vieni, è bello.-
-No. è pericoloso. Come fa a piacerti stare lì?- fece lei, contrariata.
-Mi piace pensare un giorno io volerò su questo burrone.- Disse James, assorto.
La bambina non parlò, ma si fece improvvisamente triste.
James, non sentendo risposta, puntò i suoi occhi nocciola sulla piccola.
-Ehi.- Fece. -Guarda che non importa se tu sei Babbana. Volerai lo stesso.Con me.-
Sylvia sorrise, raggiante.
-Davvero?davvero, James, mi porterai con te sulla tua scopa? anche se io non sono...magica?-
Lui annuì, convinto.
-Certo. Sei o non sei la mia migliore amica?E poi guarda che anche tu sei speciale, non c'è bisogno di avere poteri magici.-
Il sorriso della piccola si allargò, se possibile, ancora di più.
-Davvero?-
-Davvero. Guarda che James Potter non li sceglie mica a caso, gli amici.-
lei rise.
-Il solito sbruffone!- Disse. Ma sorrideva.
-Eh, che ci posso fare se sono il più figo del pianeta...- Disse il bambino, con una linguaccia.
-Seeee, certo...- Poi la bimba si fece seria.
-James?-
-Si?-
-Mi prometti che anche quando andrai...ad Hogwarts...non ti dimenticherai di me, e rimarremo sempre amici?Me lo prometti?-
Lui fece quel sorriso che,già a dieci anni, era capace di mozzare il fiato.
-Certo. Noi saremo amici per sempre...-

La scena improvvisamente mutò. Un James di un anno più grande correva a perdifiato lungo una stradina, con un foglio di pergamena in mano.
-Sylvia!Sylvia!!!-
Una bambina che passeggiava poco distante si girò, senza sorridere.
James non si accorse che c'era qualcosa che non andava, era troppo eccitato.
-Sylvia, è arrivata!!è arrivata la lettera per Hogwarts!!!!il primo di settembre parto!!-
Lei sorrise appena.
-Bello.- fece, senza entusiasmo.
A quel punto, il piccolo James si accorse dell'aria abbattuta dell'amica.
-Che succede?-
lei scosse la testa.
-Niente.-
-Avanti, ti conosco troppo bene...dimmi che succede.-
-James, non andarci.-
-Cosa...?ma che dici?-
-Non andarci, in quella maledetta scuola!Non voglio che tu te ne vada...-
-Sylvi, ti ho detto che non...-
-Non è vero che non cambierà nulla!Non è vero!Tu ti farai nuovi amici, mentre io rimarrò qui..e io non voglio!-
-Syl, anche tu ti farai degli altri amici nella scuola babbana, ma io non ti sto chiedendo di...- Questa volta la voce di James era fredda. Era tutta una vita che attendeva quel momento, e ora lei lo metteva di fronte a una scelta simile?
-Sarà diverso, James. Tu conoscerai tante ragazze...-
-ma che cosa...-
-E io so che mi dimenticherai! perchè ti innamorerai, e nel tuo cuore non ci sarà più spazio per me.-
Lui sbarrò gli occhi.
-Ma...-
-Devi scegliere.-
-Syl, perchè...?Non è da te fare questi discorsi-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Mio padre dice che sei strano, James.- sussurrò.
-Cosa?-
-Non vuole più che ti veda.- Sylvia aveva gli occhi lucidi, la voce tremante.
-Perchè?-
-perchè dice...dice che siete una famiglia di pazzi. E che non va bene che la gente...normale...stia con voi.- Le ultime parole le aveva bisbigliate, disgustata persino da se stessa.
-E tu gli credi?- la voce di James era un cubetto di ghiaccio.
-No.- Gli occhi diventarono ancora più lucidi. -ma è mio padre, James. Non posso disubbidirgli. Ha detto che...se continuo a vederti...ci trasferiremo.-
-Bene.- James aveva le mani strette a pugno, le labbra serrate. -Benissimo.-
Fece per andarsene. Poi però si bloccò. -Giuro, - disse -Giuro che d'ora in poi, rispetterò solo le regole che ritengo più giuste. Tanto per dimostrarti, Sylvia, -fece, amaramente -che c'è chi ha il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie.-
 Questa volta se ne andò, senza voltarsi indietro, senza curarsi neanche delle lacrime che solcavano il viso dell'ormai ex amica.


-James.-
La scena era cambiata di nuovo, e ora si trovavano di nuovo vicino al burrone. Il tramonto gettava dei bagliori rossastri sul viso ancora giovane di James.
-Come hai fatto a trovarmi?-
-Certe cose una mamma le sa.- Poi sorrise. -E poi vieni sempre qui, a riflettere.-
James non rispose, continuando a guardare dritto davanti a se.
La donna sospirò, sedendosi.
-Tesoro...- Lui fece una smorfia. Odiava quando lo chiamava così.
-Lo so che ora fa male..-
-Perchè, mamma?-
Susan stette in silenzio, un attimo.
-Perchè siamo esseri umani,tesoro.-
-Allora non voglio essere un essere umano.- Borbottò lui.
Lei rise.
-Mamma...?-
-Si,tesoro?-
-C'è qualcosa di sbagliato nell'essere...amici dei Babbani?-
La donna non esitò neanche per una frazione di secondo.
-No, tesoro.-
-E allora perchè i babbani e i maghi fanno tanta fatica a stare assieme? cosa c'è di così complicato?- Disse James, quasi con rabbia.
Gli occhi di Susan si intristirono.
-Perchè la gente ha paura, James.-
-E di cosa?-
Lei gli scompigliò i capelli. Era un gesto che faceva spesso.
-Questo non lo so...-
-Io non ho paura dei Babbani.- disse il bambino, convinto.
-Anzi, secondo me sarebbe bello se vivessimo tutti insieme. Così noi potremmo insegnarli a volare, e loro potrebbero insegnarci a usare il feletono.-
-Il feletono...?-
James annuì.
-Si. Me l'ha insegnato Sylvia. è uno strumento che i Babbani usano per parlare con altri Babbani senza bisogno di vedersi.-
La madre sorrise, orgogliosa del suo bambino.
-Anzi, sai cosa ti dico?- Fece il moro, con una luce strana negli occhi.
-Cosa, James...?-
-Da grande mi sposerò con una strega di origini babbane. Così ci insegneremo a vicenda e poi sapremo un sacco di cose...-
James guardò l'orizzonte, soddisfatto della sua decisione.
Susan guardò il suo bambino, così determinato, e sorrise.
-Non ha niente a che fare con l'allegra famigliola  babbana che hai visto ieri, quella con la figlia con i capelli rossi, vero...?-
James la guardò, scandalizzato.
-Assolutamente no!-
-Eppure, ti sei imbambolato per un minuto buono...-
-Non è vero.-
 Fece il bimbo, imbronciato.
Susan guardò il figlio, divertita. Si chiese se dirgli che aveva visto la rossina  fare esplodere il palloncino della sorella con uno schiocco di dita, credendo di non essere notata.
Poi decise che se fosse stato destino, suo figlio l'avrebbe scoperto da lì a pochi mesi.

Le immagini svanirono, e si ritrovarono al buio. James fece per parlare, quando improvvisamente un dolore lancinante alla testa lo fece vacillare.
-James...-Fece la ragazza, sussurrando.
-James...tranquillo,adesso passa.-
Ma James non l'ascoltava.
Si era accasciato a terra, ansimante, le mani premute sul capo.
-La...la testa...-
-Lo so James. Cerca di resistere. Sono i ricordi che cercano di venire a galla...-
James ora tremava, convulsamente, le labbra serrate, cercando di non gridare.
E i ricordi vennero. Sylvia che spegneva le candeline. Sylvia che lo abbracciava, di slancio. Sylvia che lo ascoltava rapita, mentre lui le parlava del Mondo Magico. Lui che le faceva domande incessanti sul mondo Babbano, mentre lei cercava di spiegargli tutto per bene.
E poi, le immagini già viste. La promessa, poi infranta.
E infine, sua madre che si avvicinava alla fine del suo secondo anno, triste, e gli diceva che Sylvia e i suoi avevano fatto un terribile incidente d'auto. Loro erano morti sul colpo. Lei, era in coma. I medici non avevano potuto fare niente.
James spalancò gli occhi.
Si girò lentamente verso la ragazza, ancora incerto.
-Sylvia..-
Ma sembrava più una domanda, che un'affermazione.






Ed eccomi qua con un altro capitolo!!!!così James inizia a ricordare...MUAHUAHUHUAH....
Spero che sia venuto bene...ditemi!
e come al solito, i ringraziamenti:

Tsuyuko:lo so,sono sadica...MHUAHUAAHuhu...basta, la smetto. Comunque si, James è parecchio atterrito, cercherò di approfondire la questione nei prossimi capitoli...

germana:ihihihi...tranquilla...ora come ora non ho intenzione di farlo morire...in futuro, chissà...MHUAHUAHHUA..no vabbe scherzo..(credo...MHUAHUAHAHU...)

potterfanlalla17: eheh ^^ eccoti un primo assaggio di un James ancora piccino ^^

Emily Doyle: ^^




  
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