Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Tefnuth    19/02/2014    1 recensioni
Nella Berlino del futuro,Tom è il figlio di uno scienziato che, nel suo laboratorio al centro della città, sta lavorando ad un progetto segreto cui il padre lo ha reso partecipe. Tuttavia,come il collega del padre, Tom non conosce tutta la verità di questo progetto e sarà dura proteggerlo da chi se ne vuole impossessare, ma con lui ci saranno i fidati amici Georg e Gustav.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono passati dieci anni da quel giorno nel laboratorio e alcune cose sono cambiate dall’ultima volta: Raoul è stato licenziato dopo che Keane lo ebbe sorpreso mentre copiava i dati dal computer senza il suo permesso, tra i due ci fu un grosso litigio e Keane lo aveva cacciato fuori in malo modo; l’esperimento invece ha continuato la sua crescita senza problemi. Anche Tom è cresciuto ed oggi, nel giorno del suo compleanno il padre ha deciso di fargli visitare il laboratorio e il suo inquilino, un peso che lo opprimeva fin dalla nascita del figlio “Questo è un gran giorno per entrambi  Tom, non potrei essere più felice” disse Keane durante il viaggio in macchina verso il laboratorio,il sole splendeva nel cielo e i finestrini dell’auto si erano oscurati per non rischiare che il conducente rimanesse accecato dalla troppa luce “Andiamo al laboratorio vero? Mi avevi promesso che oggi mi avresti fatto vedere una bella cosa” disse il bambino dai posti passeggero “Certo, oggi ti faccio vedere dove lavoro, e vedrai anche quella cosa che a me sta molto a cuore. Ma tu mi devi promettere di non dirlo a nessuno va bene? E’ una cosa molto segreta e solo poche persone l’hanno vista – Tom fece segno di silenzio – così mi piaci, ecco il palazzo siamo arrivati”.

 Dopo che ebbe parcheggiato l’auto Keane condusse suo figlio fino all’ascensore, il laboratorio era proprio all’ultimo piano dell’edificio  e il piccolo Tom non sarebbe riuscito a salire tutte le rampe di scale. L’interno dell’edificio era proprio come all’esterno: lucido e impeccabile, i robot pulitori erano sempre all’opera per togliere qualunque macchia ci potesse essere, i condizionatori mantenevano l’interno a una temperatura ottimale e allo stesso tempo pulivano l’aria da eventuali batteri, la zona doveva essere sempre igienizzata e chi stava poco bene, doveva tenere una mascherina per non spargere il virus. La salita fu breve e veloce,ma al piccolo Tom sembrava di non essersi mai mosso dal piano terra e si sorprese di vedere del colore quando varcò la porta automatica che dava l’ingresso al laboratorio “Buongiorno” disse Keane appena entrato, non ci fu una risposta al saluto del dottore ma comparì un altro uomo seduto su una di quelle sedie girevoli con le ruote che solitamente si vedono nelle stanze-studio nelle case, sul viso aveva un paio di occhiali grandi e buffi che fecero ridere Tom “Buongiorno Keane,sei in anticipo oggi” disse lo sconosciuto “Non avevo nulla da fare e così sono venuto un po’ prima. Ah lui è mio figlio Tom, non vedeva l’ora di venire a vedere il laboratorio” disse Keane indicando con la mano il figlio, lo sconosciuto si alzò dalla sedia e si avvicinò a loro “Benvenuto Tom, io sono Josef e sono un collega del tuo papà” si  presentò lui “Come va con il nostro piccolo progetto?” chiese Keane a  Joseph “Gli  esami delle stimolazioni esterne hanno rilevato che c’è un’ interessante attività ma non è ancora sufficiente per i nostri scopi ” rispose Joseph,leggermente deluso “Posso vedere la cartella?” “Certamente, eccola qua” gli disse Josef tirando fuori dal camice una cartella con la copertina in plastica verde, Keane inforcò gli occhiali e si mise a leggere i fogli che vi erano contenuti, sembravano veramente tanti e siccome Tom non aveva alcuna intenzione di aspettare iniziò a fare una piccola ispezione in solitaria.

Nel laboratorio il colore predominante era quello del freddo acciaio con cui erano costruiti i marchingegni, i soli ad arredare l’interno oltre a poche sedie girevoli, e nonostante il termometro segnasse 25 gradi a Tom venivano i brividi di freddo anche per la poca luce che entrava dalle enormi finestre, coperte in parte da un albero dalla grande chioma. Dal suo punto di vista Tom non riusciva a scorgere niente che fosse degno della sua attenzione, nemmeno il grande tubo che dal pavimento arrivava fino al soffitto: a esso arrivavano molti fili e tubi di plastica e neanche toccandolo riuscì a capire quale fosse la sua funzione “L’hai trovato” gli disse il padre arrivandogli da dietro le spalle, la cartella era tornata nelle mani dell’assistente “Cos’ho trovato?” chiese Tom, non aveva capito a cosa il padre si riferisse “Il nostro progetto segreto, lo stai toccando con la tua mano”  “Il tuo progetto segreto è un tubo?” chiese con un’espressione confusa, cosa poteva esserci di tanto segreto in un tubo, anche se  molto grande “Non tutto è quello che sembra, infatti se facciamo aprire i pannelli scorrevoli” Josef premette dei tasti alla postazione di controllo che era lì vicino e il ragazzino sentì vibrare sotto la mano.

Sul grande tubo si aprì uno spiraglio e man mano che i pannelli si aprivano rivelavano il suo interno in vetro doppio, Tom non poté credere ai propri occhi quando vide che dietro al vetro c’era qualcuno “Ma cosa?” il ragazzino guardò il padre con espressione attonita, all’interno di quel marchingegno c’era un bambino che sembrava avere la sua stessa età ma essendo rannicchiato in posizione fetale non riusciva a vederne il viso, solo i capelli biondi che fluttuavano nell’acqua “Non preoccuparti sta bene, è solo addormentato” gli disse il padre, sembrava molto orgoglioso del suo esperimento “E quando si sveglia?” chiese Tom impaziente di conoscere il misterioso inquilino del laboratorio “Non lo so, a dirti la verità ho dei dubbi sul suo risveglio” “Oh, ma perché è qui? Sta male?” “No figliolo, sto facendo degli studi sul nostro DNA, ti ricordi cos’è vero?” il ragazzino annuì vigorosamente “Allora lui è nato qui – batté la mano piccola e affusolata sul vetro – lo hai creato tu” a quell’affermazione Keane non seppe dare subito una risposta, fu Josef ad intervenire “In un certo senso si, siamo partiti da una piccola cellula e lo stiamo accudendo come i tuoi genitori stanno facendo con te” “Capito…come si chiama? Gli avrete dato un nome” “Si chiama Bill, e se vuoi potrai venire a trovarlo tutte le volte che vuoi, dopo la scuola naturalmente. Ricordati che non devi dirlo a nessuno”.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Tefnuth